CAPITOLO L:
IL RE ED IL SOLDATO

Il ciclo si ripeteva
Mentre le esplosioni tuonavano nel cielo
Tutto ciò di cui avevo bisogno
Era l'unica cosa che non riuscivo a trovare
E tu eri lì al punto di svolta
In attesa di farmi sapere
Lo stiamo rinforzando
Per distruggerlo nuovamente
Lo stiamo rinforzando
Per ridurlo in cenere
Non vediamo l'ora
Di distruggerlo completamente
I colori erano in conflitto
Mentre le fiamme salivano tra le nuvole
Volevo risolvere il problema / ma
Non riuscivo a smettere di demolirlo
E tu sei stato catturato al punto di svolta
Catturato nel bagliore ardente
E io ero lì al punto di svolta
In attesa di farti sapere
Mi hai detto sì / mi hai sostenuto
E ti ho creduto quando hai detto quella bugia
Io ho fatto la parte del soldato / tu quella del re
E mi hai colpito duramente quando ho baciato quell'anello
Hai perso quel diritto / di tenere quella corona
Ti ho aiutato a diventare quello che sei ma tu mi hai deluso
Quindi quando cadrai / toccherà a me
e soffierò sul fuoco non appena le tue fiamme arderanno

- Burn it down -

Essere padre non è esattamente come me lo aspettavo. In realtà non so cosa mi aspettavo, penso un cazzo.
Non so cosa dovrei fare ed alla fine lo lascio sempre a lei che sembra invece lo sappia.
Quello piange e lei riesce a distinguere chiaramente che tipo di lacrime sono, se di fame, di cacca o di qualche dolore strano.
Io cerco di prenderlo poco perchè piange subito, lei dice che sente il mio nervoso, io la mando a cagare e lei dice che non devo usare questo linguaggio con lui.
Porco cazzo, lei sta cambiando davvero per lui e mi sta lasciando indietro. Io invece torno nella merda di sempre, al solito punto di partenza del cazzo.
E mio figlio... mio figlio non lo sento mio... perchè ce l'ha sempre lei ed io non so starci insieme, perchè forse è vero che sono così nervoso che lui lo sente ma cosa cazzo ci posso fare?
Penso di continuo a Mike, che vorrei stare con lui e che invece ha smesso di scrivermi 'ti amo' prima di dormire!
Mi facevano andare avanti, cazzo!
Ora mi vede solo per cose che riguardano il gruppo e mai da solo, è terrorizzato da me.
È per questo marmocchio, ne sono certo.
Ora pensa che io e Sam siamo una famiglia e si sente messo da parte. Sarà pure geloso e magari anche invidioso.
Ho fatto questo bambino in un momento di furia cieca, sesso selvaggio solo per non sentire il dolore.
Lo guardo dormire, Sam mi ha chiesto di vederlo un po', mi ha ruggito che non devo nemmeno toccarlo perchè è a posto, lei deve farsi i cazzi suoi non so con chi e non so dove. Non me ne fotte.
Resto seduto a guardarlo.
È bello ed è mio.
Però non lo sento veramente mio, non posso fare niente di buono per lui, non riesce a stare con me e... sospiro insofferente. Che palle!
Mi sto perdendo qualcosa di bello ma io lo sapevo che non ero capace, lo dicevo.
Mike sarebbe un padre fantastico.
Una fitta allo stomaco che si espande anche alla schiena mi toglie il respiro.
Che palle, mi viene ogni volta che penso a Mike!
Non dovrebbe venirmi mal di cuore? Perchè mi viene mal di stomaco?
Io continuo sempre a scrivergli anche se forse non dovrei farlo... però lo faccio testardo convinto che prima o poi tornerà a dirmi quelle cose dolci come faceva prima. Mi bastavano anche se non potevo baciarlo e toccarlo, ogni tanto vincevo la sua mano o qualche fugace abbraccio poco serio e giocoso e stavo al settimo cielo.
Ora posso solo stargli vicino e assorbire ogni cosa che fa. Mi piace quando fa lo scemo con Joe. O quando fa lo scemo in generale. Mi contagia. Ha sempre questo potere su di me, non svanirà mai. Io cerco di andargli dietro, a volte, altre sto solo in adorazione e rido.
È tutto. È sempre tutto e sempre lo sarà. Ma non ci sono più quei piccoli momenti rubati nascosti al mondo, l'ansia di non farci beccare da nessuno... non c'è... mi ha tolto anche quelli ed io non posso che pensarci e dirmi che mi mancano tantissimo e li vorrei... li vorrei ancora... solo quelli, posso accontentarmi.
La smorfia sul viso mi deforma e mi piego.
Questa volta non passa.
Prendo il telefono e scrivo a Sam se abbiamo qualche pastiglia per il mal di stomaco, lei mi risponde che se torno a drogarmi mi caccia di casa. Io la mando a cagare. Sa che soffro di mal di stomaco!
Sbuffo.
Anche questa è colpa di Mike!
Che palle!
Ora me la paga!
Non può farmi venire una cazzo di ulcera e sparire così, si prenda le sue responsabilità!
'Sto per morire e Sam non mi porta un antidolorifico!'
Scrivo esagerando di proposito mentre un po' il dolore sembra passare. Ma tanto lui non lo sa.
Poco dopo si decide a rispondermi.
'Cosa hai mangiato?' E certo perchè io mangio!
'Merda!' Rispondo seccato. Lo sai che soffro di mal di stomaco ultimamente stronzo! E sai che è colpa tua, è il nervoso tuo!
'Nessuno può prenderti qualcosa?'
'Draven è passato a prendermi un vibratore ma non so se funzionerà!' Sarà stronzo quando fa domande del cazzo?!
Scuoto il capo e butto il telefono in un angolo, cade e fa casino così la ciliegina di merda sulla torta è quel marmocchio che si sveglia, mi vede ed urla. Manco l'avessi minacciato!
Non gli ho fatto niente!
Sam ha ragione, è troppo recettivo sto qui! Ma come faccio a trattenere il mio nervoso?
Lo sono!
Lo prendo in braccio come fosse cacca, però non puzza e lui scalcia. Voglio buttarlo sul muro!
Che cazzo urli stronzetto?
- Dai smettila! - Brontolo saltellando con lui, il mal di stomaco torna. Cazzo!
È vero che è mio figlio. Ha dei polmoni pazzeschi!
- Finiscila di urlare cazzo! - Il campanello suona proprio ora e vado ad aprire esasperato sperando che sia un angelo venuto a portarsi via questo demonio e non rimango molto deluso perchè è Mike.
Rimaniamo un attimo a fissarci interdetti, lui per il bambino che tengo come fosse appestato ed io perchè è qua.
- Pensi di ucciderlo? - Mi chiede cancellando tutto per un istante.
Sbuffo e glielo rifilo mentre mi prendo il sacchetto della farmacia che vedo stringe.
Appena Draven finisce nelle sue braccia smette di piangere e si calma.
- Sei proprio stronzo come tua madre, figlio mio! - Mike gli copre le orecchie e mi ammonisce come una mamma ed io mi rilasso. Lo stomaco mi dà di nuovo tregua così evito di prendere le pastiglie che ormai ho.
- Senti, la prossima volta evita di farmi sentire in colpa! - Mike esordisce così mentre si siede col bambino in braccio, se lo tiene sulla spalla e lo vedo che si succhia la mano come un angioletto. Io non ci riesco. Non so come fa!
- Quando l'ho fatto? - Chiedo sedendomi sul divano.
- Quando mi hai scritto che stavi per morire e poi hai fatto l'offeso come un re capriccioso! Sembrava mi accusassi di non prendermi cura di te! -
- Ma è vero! E poi è colpa tua, ho l'ulcera perchè non mi caghi più ed io non faccio che pensarci! - Mike stringe le labbra scontento e distoglie lo sguardo colpevole. Lo stomaco mi dà un'altra fitta atroce e penso che questa volta potrei morire se non mi dà tregua. Me lo stringo e respiro piano cercando di calmarmi.
Lui mi guarda di nuovo ansioso. Gli importa di me ma io lo so. L'ho sempre saputo.
- Sei padre e lui merita una vera famiglia, una mamma ed un papà che pensano solo a lui, deve crescere in modo sano ed equilibrato! Non può avere un papà che ha un amante e che riceve sms d'amore da un altro! Bisogna mettere la testa a posto prima o poi! - Lo stomaco questa volta sembra il cuore, confondo tutto e mi piego in due mentre lui mi fissa preoccupato, sta per alzarsi ma io lo fermo con la mano e con uno sguardo feroce ed infuriato.
A fatica, fra i denti, ringhio:
- E la metto a mio discapito! Se poi sto male chi se ne fotte! La salute è la mia, no? Intanto facciamo le finte persone per bene! Fingo di amare mia moglie, fingo di essere felice, fingo di non amare un altro, fingo che questa ulcera non sia per un altro! Fingo! E lui sarà felice! Poi dovranno farmi un trapianto di stomaco ma tanto è mio no? Ci può stare! Fanculo Mike! - Con questo mi alzo arrabbiato e filo in bagno di corsa, cazzo di merda non ce la faccio proprio.
Mi piego sul cesso e vomito tutta la colazione. Forse sto morendo, ho un cancro allo stomaco e sto morendo!
Meglio così!
Mike arriva, il bambino deve essere nella culla.
Ora è davvero agitato. Merda, la smettesse di preoccuparsi sarebbe più facile. Mi prende e mi molla di continuo, è un'altalena questa storia con lui. Come faccio?
- Cosa diavolo hai? - Guardo il mio stesso vomito dopo che mi brucia la gola e mi sento corroso da dentro. Non c'è sangue, non è ulcera. Forse è solo stress e basta, che cazzo ne so. Quando sto con Mike o ci penso mi viene. Ora ci stavo litigando ed ho vomitato.
Sto diventando emotivo.
- Sei troppo emotivo... - Dice capendo tutto da solo.
- E piantala di leggermi nel pensiero! - Esclamo rabbioso mentre mi alzo e mi sciacquo la bocca. Lui mi porge le pastiglie.
- Questi sono per lo stomaco, poi ci sono antidolorifici generici. Ho chiesto al farmacista qualcosa che potesse andarti bene, sono un po' leggeri ma non è il caso che ne prendi di più forti. - Lo fisso e non so se sentirmi sollevato di tutte queste sue attenzioni o frustrato.
Mi sta anche umiliando in un certo senso. Lo fulmino comunque!
- Non torno a farmi, smettila! - Anche se a volte penso che potrei...
I suoi occhi diventano lucidi, ci resta male ma figurati io come mi sento.
Molte promesse sono andate rotte, aspettavo tu mantenessi le tue parole e lentamente, una ad una, le stai rompendo tutte.
Io però ti amo lo stesso e non posso non vivere per te. Anche se mi darai solo pietà. Anche se verrai solo perchè ti faccio sentire in colpa. Anche se... anche se... tutto...
Scuoto la testa ed esco prendendo le due scatole che mi dà. Non possiamo andare avanti così, ha anche ragione ma io non ce la faccio a stargli lontano.
Lui mi segue a ruota, mi sento peggio perchè vuole assicurarsi che stia bene e questa è davvero una tortura.
- Stai meglio? - Chiede come se fosse possibile.
- No! - Ruggisco. Sentiti in colpa, dannazione, e torna con me.
No, cazzo. Non è giusto. Ho deciso io che non può fare quella vita diviso fra me ed Anna. Ama me ma è sposato ad Anna, lei è la sua facciata giusta e buona... non voglio che si rovini ma... è così difficile fare a meno di lui. Prima almeno avevo quelle piccole cose che mi aiutavano. Stringo l'anello in tasca e me lo infilo al dito sinistro. Solo questo mi dà sollievo e me ne sbatto che sia qua e mi veda.
Si ferma, mi fissa terrorizzato ed il dolore lo coglie.
Non c'è una via d'uscita, vero?
Ci guardiamo e lo capisco.
No, non c'è.
- Devi avere cura di te, fatti vedere da un medico, ti dirà se è un ulcera o cosa e poi ti darà una cura. Fra qualche settimana iniziamo le riprese di Numb... devi essere in forma. Non mi piace come corri a vomitare! -
-Sono masochista ma io non ci godo, sai?! - Rispondo di forza ed acido, lui sospira e guarda il bambino. In realtà se mi curassi per quale cazzo di motivo verresti da me, ormai? Ho solo questo che ti tiene a me al di là della musica...
- Dorme. Se ti serve qualcosa scrivimi. -
Fa per andarsene ma lo fermo con amarezza.
- Mi servi tu, Mike. - Si ferma di spalle, la mano sulla maniglia, fermo, rigido, la testa bassa, le spalle tese. Trattiene il fiato e poi lo lascia andare sconfitto. Sta male anche lui.
- Ci facciamo solo del male, dobbiamo andare oltre. Ci riusciremo, vedrai. Siamo forti. - Cerca di convincersene ma sa che non è proprio per un cazzo così.
Se ne va ed io sospiro accasciandomi sul divano, lo sguardo vaga disperato per la stanza alla ricerca di qualcosa a cui appigliarmi e vedo Draven che dorme sereno.
Perchè non riesco a concentrarmi su di lui come vuole che faccia Mike?
Perchè non riesco a stare bene nelle cose buone della mia vita?
Perchè sono ossessionato da Mike e non va bene. Non va per niente bene.
Cazzo, non ne uscirò mai!
Sono fottuto.”

"Sono preoccupato e non ne faccio mistero.
L'ulcera, sempre ammesso che sia una cosa simile, viene per lo stress ed il nervoso ed è ovvio che sia colpa mia, per questo quando mi ha detto che stava male sono corso.
Lo tengo d'occhio in questo periodo ma non voglio cedere sulla posizione che ho preso, sono convinto che sia meglio così.
Lui deve concentrarsi su suo figlio nei momenti liberi mentre deve considerarmi solo come un suo collega e niente di più. Un amico...so che è un utopia, è impossibile perchè non siamo così ma... dobbiamo provarci... fin'ora abbiamo detto di farlo ma non abbiamo fatto niente per realizzarlo.
Adesso c'è un bambino di mezzo, non voglio che scopra che suo padre aveva l'amico che era il suo amante... poi lo odierebbe... e poi penso di togliergli spazio inutilmente.
Però se il nervoso per questa nostra situazione gli provoca questo problema devo stare attento, anche se non so come.
Se il mettere le distanze gli ha fatto venire un ulcera, forse gli devo stare un po' più vicino.
Una cosa è certa, è colpa mia!

La chiamata che mi arriva mi fa saltare subito!
È da un po che Chester mi scrive dicendomi che sta male con lo stomaco. Io gli dico cosa fare ed il più delle volte corro per accontentare qualche capriccio. Ho sempre paura che siano cose serie... è vero che ha mal di stomaco ma è anche vero che a volte ci marcia. Lo fa apposta per vedermi o farmi sentire in colpa. Il punto è che io mi ci sento davvero e non posso proprio evitare di fare il suo soldatino che esegue gli ordini del re!
Lo faccio per l'anello. La promessa era reale. Lui me la ricorda sempre ed ha ragione. Avevo promesso di stargli vicino sempre, di amarlo in ogni situazione.
E lo amo ma ci sono molte cose da considerare. Troppe. Lui non capisce.
Ma è vero. Sono un uomo d'onore ed ho baciato solennemente quell'anello. Chester me l'ha fatto fare in un modo che mi pentirei di non assolvere al mio impegno. E poi sono io che lo voglio fare. Prendermi cura di lui. Devo. 
Così oggi mi chiama. C'è qualcosa di strano. È una sensazione.
La sua voce è un nervo. Parla con i denti stretti e la mascella contratta. Rabbrividisco. Sta davvero male questa volta. Troppo.
Salto su in piedi dal tavolo della cucina ed Anna mi guarda preoccupata. 
- Chester che hai? - penso di non essere così in ansia da molto!
- STO MALE CAZZO! VIENI CHE PENSO DI MORIRE! -
lui esagera sempre ma fondamentalmente sta male davvero. Ora però urla ossessivo e non posso ragionarci. Ho una gran paura e non so perché!
- Arrivo subito! -
Sicuramente Sam tanto per cambiare sarà via!


Quando arrivo suono il campanello come un invasato ma siccome non mi apre vado sul retro e sapendo come fare per entrare lo stesso lo faccio, salgo gli scalini due a due col cuore in gola, come se sapessi dove trovarlo. Vado a colpo sicuro in camera e la voce mi muore in gola quando lo vedo ricurvo sotto le coperte che trema. Dannazione, sta tremando.
Mi avvicino ma non mi rendo nemmeno conto di farlo.
Sta davvero male.
- Chez, cosa c'è? - Quando sono abbastanza vicino da vederlo, noto che suda copiosamente e che ha il viso contratto in una smorfia.
Mi siedo così sul letto e lo stomaco mi si contrae in spasmi mentre l'ansia mi attanaglia, penso che sto per morire.
La mano su quello che dovrebbe essere il suo corpo. È un termosifone ambulante, lo sento dalla trapunta. E trema.
- Hai l'influenza? -
Lui mi sente solo in questo momento, si gira verso di me e mi guarda. È sofferente e rabbioso al tempo stesso, come se non sopportasse ogni singola cosa che gli capita e lo circonda. Forse me per primo.
- Avevo mal di schiena e mal di stomaco così mi sono preso l'antidolorifico e sono andato a dormire, mi sono svegliato come se avessi l'influenza, ho brividi di freddo assurdi, tremo... sto di merda, Mike... non sono mai stato così male. Credo che potrei anche morire, cazzo! Non mi è mai successo porca fottutissima merda! - parla come prima al telefono, denti stretti, mascella contratta. Ha i pugni chiusi sotto al mento.
Sono maledettamente preoccupato.
Gli tocco la fronte, è caldo. Non so quanto sia buona questa idea.
Toccarlo
Le scariche mi attraversano e respiro a scatti come fa lui, mi metto in sintonia con lui e tremo a mia volta. Le mie reazioni isteriche e completamente inutili quando gli altri stanno male.
È Chester quello pratico, non io.
- Sam e Draven? - Chiedo come se fosse sensato!
- A fottersi! Non lo so, sono via! - Ruggisce. Poi mi guarda implorante dopo aver stretto gli occhi. - Sto male Mike... aiutami... - Sembra che mi stia dicendo che sta male dentro, per me, perchè non possiamo stare insieme. Ci sono state volte in cui l'ha fatto ed io volevo sbattere la testa sul muro perchè non sapevo cosa fare.
Anche ora voglio farlo.
- Andiamo in ospedale? - Propongo non sapendo proprio che cazzo fare. Sto impazzendo anche io. Lui sta così male ed io non so cosa fare per aiutarlo, non voglio che stia male. Dio Santo aiutami ad aiutarlo!
Non ha nemmeno senso quello che dico.
Penso che ci si senta così quando chi ami sta tanto male.
Mi fissa stralunato, come se all'idea di alzarsi tutto peggiori.
- Dai, ti aiuto io... - Mormoro indulgente. Allora faccio per tirargli via le coperte e lui docile si fa fare. È così piccolo nella sua sofferenza, ne ha sempre una. Perchè? Perchè non può stare bene in qualche modo, in qualche momento, in qualche posto?
Mi piego pensando che sia l'idea peggiore che potessi avere e quando sono su di lui mi circonda il collo col braccio, allora prendendolo per la vita lo alzo a sedere. Mi si aggrappa con tutte le sue scarse forze, come se non ce la facesse proprio da solo.
Mi stringe ma è debole, debolissimo. Mi fa impressione.
Non ho tempo di pensare. Quando è su io lo lascio un attimo per recuperare qualcosa di pesante da mettergli ma appena mi giro si accascia giù. Il tempo di voltarmi, due secondi, e lo vedo che teso sul letto e tutto inarcato trema. Dio mio trema troppo.
- Chez? - Penso di parlare ma non ne sono sicuro.
E vado completamente in tilt perchè porca puttana lui ha le convulsioni.
Perchè non sono tremori normali, non sono quelli di prima, questi sono scatti veloci e frenetici ed il mio cuore, ne sono dannatamente convinto, fa come lui.
- Chez Dio Santo ti prego cos'hai? - Penso che la mia voce sia incrinata perchè sto per piangere, ho paura. Ecco cos'è.
Perchè lui ha le convulsioni e sta seriamente male ed io non so che cazzo fare... ed ho paura.
È il gelo dentro di me che mi paralizza ed ho i legamenti così molli che se muovo un cazzo di passo vado giù anche io.
Chester ti prego riprenditi riprenditi riprenditi.
Appena si ferma anche il mio cuore fa lo stesso. Trattengo il fiato.
Mi fiondo su di lui perchè le forze mi abbandonano. Le ginocchia si schiantano a terra e i gomiti sono sul letto, le mani cercano il suo viso, lo rivolgo verso di me. È sudato e gelido, ora. Ha sbalzi di temperatura? Che cazzo è?
- Chez? Chez ti prego non fare così... cosa succede? Dimmi che stai bene? - Però non è completamente privo di conoscenza, ha gli occhi socchiusi e forse mi fissa, forse mi sente, forse non lo so ma mi esce, mi esce fuori dal mio controllo dopo settimane che mi ero imposto di non dirglielo mai più.
- Ti amo Chester, non farmi questi scherzi... - Ancora capace di piangere.
Forse sembra a me, forse non lo fa davvero ma mi pare quasi che mi veda davvero e mi sorrida. Gli prendo la mano e me la porto alle labbra.
È tutto dimenticato.
Tutto.
Siamo solo io e lui e ci amiamo.
Il resto è spazzato via.
È lui quello che conta sopra ogni cosa.
- Chiama una cazzo di ambulanza, scemo... non sono morto... - biascica cercando di essere stronzo e scanzonato. Ci riesce male perchè mi sembra che dica che mi ama anche lui. Non serve che lo faccia, lo so. E mi stringe la mano, anche se debolmente.
Un po' il sollievo mi fa tornare in me, sta meglio... cazzo, non mi sono mai sentito così male in vita mia, giuro.
Se gli dovesse succedere qualcosa penso che morirei anche io, non ce la farei mai, mai!

Quando vengono a prenderlo lui sta meglio fondamentalmente... non ha più avuto episodi simili né più ne ha ed è meglio così ma sono isterico mentre urlo al dottore che anche solo uno è troppo e che deve assolutamente scoprire di cosa si tratta.
Mi guarda come se fossi un alieno, mi credeva quello buono.
Cazzo, si tratta di Chester, non c'è santo che tenga.
Divento una belva mentre cercano di calmarmi e le mie urla si sentono dal fondo del corridoio. Quando Brad e Rob arrivano, Rob mi prende sotto braccio e mi porta via mentre Brad parla col dottore.

Con Rob c'è un momento di caos perchè mi sfogo a ruota libera e mi pare che finisco anche per urlare.
Mi riprendo sulla mia voce che esce dalla mia gola con isteria dicendo:
- Anche se non lo posso vivere io lo amo e se gli succede di nuovo che ha le convulsioni.... se viene fuori che ha chissà cosa... io muoio... - Mi spengo.
L'ho detto.
Lo amo e se lui sta male io muoio.
Bene Mike. Non fai un cazzo di progressi, eh?
Rob mi stringe e mi abbraccia calmandomi, io nascondo il viso contro il suo collo e mi sento meglio. Senza forze ma meglio.
- Non le devi affrontare da solo queste cose, tu ne esci matto... - Dice l'ovvio ed io annuisco. Non sono capace. Sono sempre stato così. Ho sangue freddo per tutto ma non per questo ma ora ho dato il peggio di me.
- Lo amo ancora Rob... anche se ho deciso di chiudere lo amo lo stesso e lo amerò sempre... mi dispiace. Mi dispiace, non dovrei ma... - Scuote il capo contro il mio.
- Non ci sono cose che non devi o che devi. Questo sei tu, sono i tuoi sentimenti. - Perchè sa dire la cosa giusta al momento giusto. E così io con lui mi calmo sempre.
La voce di Brad ci interrompe ora.
È calmo ma lievemente agitato anche lui.
- Ho parlato col dottore e mi ha detto che faranno tutti gli accertamenti del caso fino a venirne a capo. Essendo un episodio isolato e che ora sta bene è una cosa che non si spiegano ma cercheranno di capire. Ha detto di stare calmi che finchè non si verifica un altro episodio possiamo stare tranquilli, può anche essere che non si ripeterà più e che non era una cosa grave. - Parla ancora e ne dice di cose, il più possibile per farmi capire che non serve che impazzisca. Quando sto meglio aggiunge che chiama e avverte lui tutti gli altri e mi suggerisce di andare da lui che ha chiesto di me. Sospiro.
Ok, ci sono. Sto meglio. Ce la posso fare.
Mi sento come uno uscito da un esaurimento nervoso. In effetti è quello che ho avuto.
- Grazie ragazzi... da solo non la potevo affrontare, vi ho scritto perchè non sapevo che altro fare... - Ammetto. Non ho chiamato nessuno, dopo il 911... solo loro due.
Brad mi sorride fraterno. Tira fuori una dolcezza che vediamo in pochi al mondo. Io e Rob e basta penso.
- Dai, vai... - Dice Rob. Non sono preoccupati di noi che potremmo esserci rimessi insieme dopo una cosa simile, per loro è ovvio e normale. Inevitabile anzi.
Non sono loro che vogliono che ci lasciamo. Brad voleva solo che avessimo una solida copertura per poter vivere liberamente la nostra relazione. È contento se continuiamo a sentirci e... ad essere così... però io ne ho sempre il terrore. Ogni volta che sto solo con lui sto male perchè vorrei baciarlo e non posso.
Comunque vado e quando lo vedo, in camera, è solo e si mangia le dita. È steso nel lettino e non mi piace per niente l'immagine che ho di lui. Di uno malato.
È sciupato, dimagrito, pallido e preoccupato. Penso che non sia così cupo da molto.
- Hai chiamato Sam? - Chester mi guarda ansioso ed io non sono da meno. Allunga il braccio, tende la mano verso di me in un gesto totalmente istintivo, come se fosse abituato, se fosse normale. Lo è in un certo senso... ma non dovrebbe.
Ed io, scemo, rispondo andando da lui dopo aver chiuso la porta. Gli prendo la mano e mi siedo nel letto con lui, lo guardo, allacciamo le dita e siamo di nuovo Chester e Mike, due che si amano e che stanno bene solo insieme.
Respiriamo calmandoci insieme, piano. È così tremendo ricordarsi che non stiamo insieme.
Però per un momento possiamo fingere che non sia così.
I nostri sguardi parlano molto.
- Mi dai il mio portafoglio? - Dice dopo un po' che ci guardiamo così senza la forza di dire nulla.
Stranito per la richiesta glielo do, allora con la mano libera apre e prende l'anello. Il nostro. Ce l'ha sempre con sé.
Sorrido. Capisco cosa vuole dire, allora per ora e solo per ora. Questi pochi secondi. Lo tiro fuori dalla tasca e lo metto anche io.
Sta meglio, è soddisfatto, è contento. E lo sono anche io.
È bello poter fidarci di quella promessa, questi anelli significano così tanto che non so nemmeno spiegarlo bene cosa e quanto.
Mi porge il suo ed io lo bacio, quindi fa altrettanto col mio. Un ulteriore scambio di sentimenti e promesse senza bisogno di parlare.
- Mi hai fatto preoccupare un casino, non farlo più! -
Dico dopo un po' per rimproverarlo. Senza successo in effetti.

- Ti amo anche io. - Questa è una risposta a me. Rimango senza parole e gli occhi mi tornano lucidi. Sto per piangere. Non posso. Dio, come sono felice. Sarebbe bello potercelo dire liberamente sempre quando vogliamo. Lascio che il cervello si spenga. Per un po' lo chiudo. Solo un pochino.”


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Per chi non sa...
Chester ha davvero avuto problemi allo stomaco, prima che si scoprisse di cosa si trattava è andato avanti così con forti dolori cronici, spesso vomitava, la cosa è degenerata sempre più. L'episodio qua descritto è vero, una volta Chester aveva dei dolori ed ha preso degli antidolorifici, è andato a dormire e quando si è svegliato aveva come la febbre alta e gli sono venute le convulsioni. È stato un po' in ospedale, gli hanno fatto tutte le analisi possibili ma non hanno trovato subito la causa e così ha avuto tempo di pensare al peggio del peggio.