CAPITOLO L:
IL
RE ED IL SOLDATO
“Il
ciclo si ripeteva
Mentre
le esplosioni tuonavano nel cielo
Tutto
ciò di cui avevo bisogno
Era
l'unica cosa che non riuscivo a trovare
E
tu eri lì al punto di svolta
In
attesa di farmi sapere
Lo
stiamo rinforzando
Per
distruggerlo nuovamente
Lo
stiamo rinforzando
Per
ridurlo in cenere
Non
vediamo l'ora
Di
distruggerlo completamente
I
colori erano in conflitto
Mentre
le fiamme salivano tra le nuvole
Volevo
risolvere il problema / ma
Non
riuscivo a smettere di demolirlo
E
tu sei stato catturato al punto di svolta
Catturato
nel bagliore ardente
E
io ero lì al punto di svolta
In
attesa di farti sapere
Mi
hai detto sì / mi hai sostenuto
E
ti ho creduto quando hai detto quella bugia
Io
ho fatto la parte del soldato / tu quella del re
E
mi hai colpito duramente quando ho baciato quell'anello
Hai
perso quel diritto / di tenere quella corona
Ti
ho aiutato a diventare quello che sei ma tu mi hai deluso
Quindi
quando cadrai / toccherà a me
e
soffierò sul fuoco non appena le tue fiamme arderanno
“
-
Burn it down -
“Essere
padre non è esattamente come me lo aspettavo. In realtà non so cosa
mi aspettavo, penso un cazzo.
Non
so cosa dovrei fare ed alla fine lo lascio sempre a lei che sembra
invece lo sappia.
Quello
piange e lei riesce a distinguere chiaramente che tipo di lacrime
sono, se di fame, di cacca o di qualche dolore strano.
Io
cerco di prenderlo poco perchè piange subito, lei dice che sente il
mio nervoso, io la mando a cagare e lei dice che non devo usare
questo linguaggio con lui.
Porco
cazzo, lei sta cambiando davvero per lui e mi sta lasciando indietro.
Io invece torno nella merda di sempre, al solito punto di partenza
del cazzo.
E
mio figlio... mio figlio non lo sento mio... perchè ce l'ha sempre
lei ed io non so starci insieme, perchè forse è vero che sono così
nervoso che lui lo sente ma cosa cazzo ci posso fare?
Penso
di continuo a Mike, che vorrei stare con lui e che invece ha smesso
di scrivermi 'ti amo' prima di dormire!
Mi
facevano andare avanti, cazzo!
Ora
mi vede solo per cose che riguardano il gruppo e mai da solo, è
terrorizzato da me.
È
per questo marmocchio, ne sono certo.
Ora
pensa che io e Sam siamo una famiglia e si sente messo da parte. Sarà
pure geloso e magari anche invidioso.
Ho
fatto questo bambino in un momento di furia cieca, sesso selvaggio
solo per non sentire il dolore.
Lo
guardo dormire, Sam mi ha chiesto di vederlo un po', mi ha ruggito
che non devo nemmeno toccarlo perchè è a posto, lei deve farsi i
cazzi suoi non so con chi e non so dove. Non me ne fotte.
Resto
seduto a guardarlo.
È
bello ed è mio.
Però
non lo sento veramente mio, non posso fare niente di buono per lui,
non riesce a stare con me e... sospiro insofferente. Che palle!
Mi
sto perdendo qualcosa di bello ma io lo sapevo che non ero capace, lo
dicevo.
Mike
sarebbe un padre fantastico.
Una
fitta allo stomaco che si espande anche alla schiena mi toglie il
respiro.
Che
palle, mi viene ogni volta che penso a Mike!
Non
dovrebbe venirmi mal di cuore? Perchè mi viene mal di stomaco?
Io
continuo sempre a scrivergli anche se forse non dovrei farlo... però
lo faccio testardo convinto che prima o poi tornerà a dirmi quelle
cose dolci come faceva prima. Mi bastavano anche se non potevo
baciarlo e toccarlo, ogni tanto vincevo la sua mano o qualche fugace
abbraccio poco serio e giocoso e stavo al settimo cielo.
Ora
posso solo stargli vicino e assorbire ogni cosa che fa. Mi piace
quando fa lo scemo con Joe. O quando fa lo scemo in generale. Mi
contagia. Ha sempre questo potere su di me, non svanirà mai. Io
cerco di andargli dietro, a volte, altre sto solo in adorazione e
rido.
È
tutto. È sempre tutto e sempre lo sarà. Ma non ci sono più quei
piccoli momenti rubati nascosti al mondo, l'ansia di non farci
beccare da nessuno... non c'è... mi ha tolto anche quelli ed io non
posso che pensarci e dirmi che mi mancano tantissimo e li vorrei...
li vorrei ancora... solo quelli, posso accontentarmi.
La
smorfia sul viso mi deforma e mi piego.
Questa
volta non passa.
Prendo
il telefono e scrivo a Sam se abbiamo qualche pastiglia per il mal di
stomaco, lei mi risponde che se torno a drogarmi mi caccia di casa.
Io la mando a cagare. Sa che soffro di mal di stomaco!
Sbuffo.
Anche
questa è colpa di Mike!
Che
palle!
Ora
me la paga!
Non
può farmi venire una cazzo di ulcera e sparire così, si prenda le
sue responsabilità!
'Sto
per morire e Sam non mi porta un antidolorifico!'
Scrivo
esagerando di proposito mentre un po' il dolore sembra passare. Ma
tanto lui non lo sa.
Poco
dopo si decide a rispondermi.
'Cosa
hai mangiato?' E certo perchè io mangio!
'Merda!'
Rispondo seccato. Lo sai che soffro di mal di stomaco ultimamente
stronzo! E sai che è colpa tua, è il nervoso tuo!
'Nessuno
può prenderti qualcosa?'
'Draven
è passato a prendermi un vibratore ma non so se funzionerà!' Sarà
stronzo quando fa domande del cazzo?!
Scuoto
il capo e butto il telefono in un angolo, cade e fa casino così la
ciliegina di merda sulla torta è quel marmocchio che si sveglia, mi
vede ed urla. Manco l'avessi minacciato!
Non
gli ho fatto niente!
Sam
ha ragione, è troppo recettivo sto qui! Ma come faccio a trattenere
il mio nervoso?
Lo
sono!
Lo
prendo in braccio come fosse cacca, però non puzza e lui scalcia.
Voglio buttarlo sul muro!
Che
cazzo urli stronzetto?
-
Dai smettila! - Brontolo saltellando con lui, il mal di stomaco
torna. Cazzo!
È
vero che è mio figlio. Ha dei polmoni pazzeschi!
-
Finiscila di urlare cazzo! - Il campanello suona proprio ora e vado
ad aprire esasperato sperando che sia un angelo venuto a portarsi via
questo demonio e non rimango molto deluso perchè è Mike.
Rimaniamo
un attimo a fissarci interdetti, lui per il bambino che tengo come
fosse appestato ed io perchè è qua.
-
Pensi di ucciderlo? - Mi chiede cancellando tutto per un istante.
Sbuffo
e glielo rifilo mentre mi prendo il sacchetto della farmacia che vedo
stringe.
Appena
Draven finisce nelle sue braccia smette di piangere e si calma.
-
Sei proprio stronzo come tua madre, figlio mio! - Mike gli copre le
orecchie e mi ammonisce come una mamma ed io mi rilasso. Lo stomaco
mi dà di nuovo tregua così evito di prendere le pastiglie che ormai
ho.
-
Senti, la prossima volta evita di farmi sentire in colpa! - Mike
esordisce così mentre si siede col bambino in braccio, se lo tiene
sulla spalla e lo vedo che si succhia la mano come un angioletto. Io
non ci riesco. Non so come fa!
-
Quando l'ho fatto? - Chiedo sedendomi sul divano.
-
Quando mi hai scritto che stavi per morire e poi hai fatto l'offeso
come un re capriccioso! Sembrava mi accusassi di non prendermi cura
di te! -
-
Ma è vero! E poi è colpa tua, ho l'ulcera perchè non mi caghi più
ed io non faccio che pensarci! - Mike stringe le labbra scontento e
distoglie lo sguardo colpevole. Lo stomaco mi dà un'altra fitta
atroce e penso che questa volta potrei morire se non mi dà tregua.
Me lo stringo e respiro piano cercando di calmarmi.
Lui
mi guarda di nuovo ansioso. Gli importa di me ma io lo so. L'ho
sempre saputo.
-
Sei padre e lui merita una vera famiglia, una mamma ed un papà che
pensano solo a lui, deve crescere in modo sano ed equilibrato! Non
può avere un papà che ha un amante e che riceve sms d'amore da un
altro! Bisogna mettere la testa a posto prima o poi! - Lo stomaco
questa volta sembra il cuore, confondo tutto e mi piego in due mentre
lui mi fissa preoccupato, sta per alzarsi ma io lo fermo con la mano
e con uno sguardo feroce ed infuriato.
A
fatica, fra i denti, ringhio:
-
E la metto a mio discapito! Se poi sto male chi se ne fotte! La
salute è la mia, no? Intanto facciamo le finte persone per bene!
Fingo di amare mia moglie, fingo di essere felice, fingo di non amare
un altro, fingo che questa ulcera non sia per un altro! Fingo! E lui
sarà felice! Poi dovranno farmi un trapianto di stomaco ma tanto è
mio no? Ci può stare! Fanculo Mike! - Con questo mi alzo arrabbiato
e filo in bagno di corsa, cazzo di merda non ce la faccio proprio.
Mi
piego sul cesso e vomito tutta la colazione. Forse sto morendo, ho un
cancro allo stomaco e sto morendo!
Meglio
così!
Mike
arriva, il bambino deve essere nella culla.
Ora
è davvero agitato. Merda, la smettesse di preoccuparsi sarebbe più
facile. Mi prende e mi molla di continuo, è un'altalena questa
storia con lui. Come faccio?
-
Cosa diavolo hai? - Guardo il mio stesso vomito dopo che mi brucia la
gola e mi sento corroso da dentro. Non c'è sangue, non è ulcera.
Forse è solo stress e basta, che cazzo ne so. Quando sto con Mike o
ci penso mi viene. Ora ci stavo litigando ed ho vomitato.
Sto
diventando emotivo.
-
Sei troppo emotivo... - Dice capendo tutto da solo.
-
E piantala di leggermi nel pensiero! - Esclamo rabbioso mentre mi
alzo e mi sciacquo la bocca. Lui mi porge le pastiglie.
-
Questi sono per lo stomaco, poi ci sono antidolorifici generici. Ho
chiesto al farmacista qualcosa che potesse andarti bene, sono un po'
leggeri ma non è il caso che ne prendi di più forti. - Lo fisso e
non so se sentirmi sollevato di tutte queste sue attenzioni o
frustrato.
Mi
sta anche umiliando in un certo senso. Lo fulmino comunque!
-
Non torno a farmi, smettila! - Anche se a volte penso che potrei...
I
suoi occhi diventano lucidi, ci resta male ma figurati io come mi
sento.
Molte
promesse sono andate rotte, aspettavo tu mantenessi le tue parole e
lentamente, una ad una, le stai rompendo tutte.
Io
però ti amo lo stesso e non posso non vivere per te. Anche se mi
darai solo pietà. Anche se verrai solo perchè ti faccio sentire in
colpa. Anche se... anche se... tutto...
Scuoto
la testa ed esco prendendo le due scatole che mi dà. Non possiamo
andare avanti così, ha anche ragione ma io non ce la faccio a
stargli lontano.
Lui
mi segue a ruota, mi sento peggio perchè vuole assicurarsi che stia
bene e questa è davvero una tortura.
-
Stai meglio? - Chiede come se fosse possibile.
-
No! - Ruggisco. Sentiti in colpa, dannazione, e torna con me.
No,
cazzo. Non è giusto. Ho deciso io che non può fare quella vita
diviso fra me ed Anna. Ama me ma è sposato ad Anna, lei è la sua
facciata giusta e buona... non voglio che si rovini ma... è così
difficile fare a meno di lui. Prima almeno avevo quelle piccole cose
che mi aiutavano. Stringo l'anello in tasca e me lo infilo al dito
sinistro. Solo questo mi dà sollievo e me ne sbatto che sia qua e mi
veda.
Si
ferma, mi fissa terrorizzato ed il dolore lo coglie.
Non
c'è una via d'uscita, vero?
Ci
guardiamo e lo capisco.
No,
non c'è.
-
Devi avere cura di te, fatti vedere da un medico, ti dirà se è un
ulcera o cosa e poi ti darà una cura. Fra qualche settimana iniziamo
le riprese di Numb... devi essere in forma. Non mi piace come corri a
vomitare! -
-Sono
masochista ma io non ci godo, sai?! - Rispondo di forza ed acido, lui
sospira e guarda il bambino. In realtà se mi curassi per quale cazzo
di motivo verresti da me, ormai? Ho solo questo che ti tiene a me al
di là della musica...
-
Dorme. Se ti serve qualcosa scrivimi. -
Fa
per andarsene ma lo fermo con amarezza.
-
Mi servi tu, Mike. - Si ferma di spalle, la mano sulla maniglia,
fermo, rigido, la testa bassa, le spalle tese. Trattiene il fiato e
poi lo lascia andare sconfitto. Sta male anche lui.
-
Ci facciamo solo del male, dobbiamo andare oltre. Ci riusciremo,
vedrai. Siamo forti. - Cerca di convincersene ma sa che non è
proprio per un cazzo così.
Se
ne va ed io sospiro accasciandomi sul divano, lo sguardo vaga
disperato per la stanza alla ricerca di qualcosa a cui appigliarmi e
vedo Draven che dorme sereno.
Perchè
non riesco a concentrarmi su di lui come vuole che faccia Mike?
Perchè
non riesco a stare bene nelle cose buone della mia vita?
Perchè
sono ossessionato da Mike e non va bene. Non va per niente bene.
Cazzo,
non ne uscirò mai!
Sono
fottuto.”
"Sono
preoccupato e non ne faccio mistero.
L'ulcera,
sempre ammesso che sia una cosa simile, viene per lo stress ed il
nervoso ed è ovvio che sia colpa mia, per questo quando mi ha detto
che stava male sono corso.
Lo tengo
d'occhio in questo periodo ma non voglio cedere sulla posizione che
ho preso, sono convinto che sia meglio così.
Lui deve
concentrarsi su suo figlio nei momenti liberi mentre deve
considerarmi solo come un suo collega e niente di più. Un amico...so
che è un utopia, è impossibile perchè non siamo così ma...
dobbiamo provarci... fin'ora abbiamo detto di farlo ma non abbiamo
fatto niente per realizzarlo.
Adesso c'è
un bambino di mezzo, non voglio che scopra che suo padre aveva
l'amico che era il suo amante... poi lo odierebbe... e poi penso di
togliergli spazio inutilmente.
Però se il
nervoso per questa nostra situazione gli provoca questo problema devo
stare attento, anche se non so come.
Se il mettere
le distanze gli ha fatto venire un ulcera, forse gli devo stare un
po' più vicino.
Una
cosa è certa, è colpa mia!
La chiamata
che mi arriva mi fa saltare subito!
È da un po che Chester mi
scrive dicendomi che sta male con lo stomaco. Io gli dico cosa fare
ed il più delle volte corro per accontentare qualche capriccio. Ho
sempre paura che siano cose serie... è vero che ha mal di stomaco ma
è anche vero che a volte ci marcia. Lo fa apposta per vedermi o
farmi sentire in colpa. Il punto è che io mi ci sento davvero e non
posso proprio evitare di fare il suo soldatino che esegue gli ordini
del re!
Lo faccio per l'anello. La promessa era reale. Lui me la
ricorda sempre ed ha ragione. Avevo promesso di stargli vicino
sempre, di amarlo in ogni situazione.
E lo amo ma ci sono molte
cose da considerare. Troppe. Lui non capisce.
Ma è vero. Sono un
uomo d'onore ed ho baciato solennemente quell'anello. Chester me l'ha
fatto fare in un modo che mi pentirei di non assolvere al mio
impegno. E poi sono io che lo voglio fare. Prendermi cura di lui.
Devo.
Così oggi mi chiama. C'è qualcosa di strano. È una
sensazione.
La sua voce è un nervo. Parla con i denti stretti e
la mascella contratta. Rabbrividisco. Sta davvero male questa volta.
Troppo.
Salto su in piedi dal tavolo della cucina ed Anna mi
guarda preoccupata.
- Chester che hai? - penso di non essere
così in ansia da molto!
- STO MALE CAZZO! VIENI CHE PENSO DI
MORIRE! -
lui esagera sempre ma fondamentalmente sta male davvero.
Ora però urla ossessivo e non posso ragionarci. Ho una gran paura e
non so perché!
- Arrivo subito! -
Sicuramente Sam tanto per
cambiare sarà via!
Quando
arrivo suono il campanello come un invasato ma siccome non mi apre
vado sul retro e sapendo come fare per entrare lo stesso lo faccio,
salgo gli scalini due a due col cuore in gola, come se sapessi dove
trovarlo. Vado a colpo sicuro in camera e la voce mi muore in gola
quando lo vedo ricurvo sotto le coperte che trema. Dannazione, sta
tremando.
Mi
avvicino ma non mi rendo nemmeno conto di farlo.
Sta
davvero male.
-
Chez, cosa c'è? - Quando sono abbastanza vicino da vederlo, noto che
suda copiosamente e che ha il viso contratto in una smorfia.
Mi
siedo così sul letto e lo stomaco mi si contrae in spasmi mentre
l'ansia mi attanaglia, penso che sto per morire.
La
mano su quello che dovrebbe essere il suo corpo. È un termosifone
ambulante, lo sento dalla trapunta. E trema.
-
Hai l'influenza? -
Lui
mi sente solo in questo momento, si gira verso di me e mi guarda. È
sofferente e rabbioso al tempo stesso, come se non sopportasse ogni
singola cosa che gli capita e lo circonda. Forse me per primo.
-
Avevo mal di schiena e mal di stomaco così mi sono preso
l'antidolorifico e sono andato a dormire, mi sono svegliato come se
avessi l'influenza, ho brividi di freddo assurdi, tremo... sto di
merda, Mike... non sono mai stato così male. Credo che potrei anche
morire, cazzo! Non mi è mai successo porca fottutissima merda! -
parla come prima al telefono, denti stretti, mascella contratta. Ha i
pugni chiusi sotto al mento.
Sono
maledettamente preoccupato.
Gli
tocco la fronte, è caldo. Non so quanto sia buona questa idea.
Toccarlo
Le
scariche mi attraversano e respiro a scatti come fa lui, mi metto in
sintonia con lui e tremo a mia volta. Le mie reazioni isteriche e
completamente inutili quando gli altri stanno male.
È
Chester quello pratico, non io.
-
Sam e Draven? - Chiedo come se fosse sensato!
-
A fottersi! Non lo so, sono via! - Ruggisce. Poi mi guarda implorante
dopo aver stretto gli occhi. - Sto male Mike... aiutami... - Sembra
che mi stia dicendo che sta male dentro, per me, perchè non possiamo
stare insieme. Ci sono state volte in cui l'ha fatto ed io volevo
sbattere la testa sul muro perchè non sapevo cosa fare.
Anche
ora voglio farlo.
-
Andiamo in ospedale? - Propongo non sapendo proprio che cazzo fare.
Sto impazzendo anche io. Lui sta così male ed io non so cosa fare
per aiutarlo, non voglio che stia male. Dio Santo aiutami ad
aiutarlo!
Non
ha nemmeno senso quello che dico.
Penso
che ci si senta così quando chi ami sta tanto male.
Mi
fissa stralunato, come se all'idea di alzarsi tutto peggiori.
-
Dai, ti aiuto io... - Mormoro indulgente. Allora faccio per tirargli
via le coperte e lui docile si fa fare. È così piccolo nella sua
sofferenza, ne ha sempre una. Perchè? Perchè non può stare bene in
qualche modo, in qualche momento, in qualche posto?
Mi
piego pensando che sia l'idea peggiore che potessi avere e quando
sono su di lui mi circonda il collo col braccio, allora prendendolo
per la vita lo alzo a sedere. Mi si aggrappa con tutte le sue scarse
forze, come se non ce la facesse proprio da solo.
Mi
stringe ma è debole, debolissimo. Mi fa impressione.
Non
ho tempo di pensare. Quando è su io lo lascio un attimo per
recuperare qualcosa di pesante da mettergli ma appena mi giro si
accascia giù. Il tempo di voltarmi, due secondi, e lo vedo che teso
sul letto e tutto inarcato trema. Dio mio trema troppo.
-
Chez? - Penso di parlare ma non ne sono sicuro.
E
vado completamente in tilt perchè porca puttana lui ha le
convulsioni.
Perchè
non sono tremori normali, non sono quelli di prima, questi sono
scatti veloci e frenetici ed il mio cuore, ne sono dannatamente
convinto, fa come lui.
-
Chez Dio Santo ti prego cos'hai? - Penso che la mia voce sia
incrinata perchè sto per piangere, ho paura. Ecco cos'è.
Perchè
lui ha le convulsioni e sta seriamente male ed io non so che cazzo
fare... ed ho paura.
È
il gelo dentro di me che mi paralizza ed ho i legamenti così molli
che se muovo un cazzo di passo vado giù anche io.
Chester
ti prego riprenditi riprenditi riprenditi.
Appena
si ferma anche il mio cuore fa lo stesso. Trattengo il fiato.
Mi
fiondo su di lui perchè le forze mi abbandonano. Le ginocchia si
schiantano a terra e i gomiti sono sul letto, le mani cercano il suo
viso, lo rivolgo verso di me. È sudato e gelido, ora. Ha sbalzi di
temperatura? Che cazzo è?
-
Chez? Chez ti prego non fare così... cosa succede? Dimmi che stai
bene? - Però non è completamente privo di conoscenza, ha gli occhi
socchiusi e forse mi fissa, forse mi sente, forse non lo so ma mi
esce, mi esce fuori dal mio controllo dopo settimane che mi ero
imposto di non dirglielo mai più.
-
Ti amo Chester, non farmi questi scherzi... - Ancora capace di
piangere.
Forse
sembra a me, forse non lo fa davvero ma mi pare quasi che mi veda
davvero e mi sorrida. Gli prendo la mano e me la porto alle labbra.
È
tutto dimenticato.
Tutto.
Siamo
solo io e lui e ci amiamo.
Il
resto è spazzato via.
È
lui quello che conta sopra ogni cosa.
-
Chiama una cazzo di ambulanza, scemo... non sono morto... - biascica
cercando di essere stronzo e scanzonato. Ci riesce male perchè mi
sembra che dica che mi ama anche lui. Non serve che lo faccia, lo so.
E mi stringe la mano, anche se debolmente.
Un
po' il sollievo mi fa tornare in me, sta meglio... cazzo, non mi sono
mai sentito così male in vita mia, giuro.
Se
gli dovesse succedere qualcosa penso che morirei anche io, non ce la
farei mai, mai!
Quando
vengono a prenderlo lui sta meglio fondamentalmente... non ha più
avuto episodi simili né più ne ha ed è meglio così ma sono
isterico mentre urlo al dottore che anche solo uno è troppo e che
deve assolutamente scoprire di cosa si tratta.
Mi
guarda come se fossi un alieno, mi credeva quello buono.
Cazzo,
si tratta di Chester, non c'è santo che tenga.
Divento
una belva mentre cercano di calmarmi e le mie urla si sentono dal
fondo del corridoio. Quando Brad e Rob arrivano, Rob mi prende sotto
braccio e mi porta via mentre Brad parla col dottore.
Con
Rob c'è un momento di caos perchè mi sfogo a ruota libera e mi pare
che finisco anche per urlare.
Mi
riprendo sulla mia voce che esce dalla mia gola con isteria dicendo:
-
Anche se non lo posso vivere io lo amo e se gli succede di nuovo che
ha le convulsioni.... se viene fuori che ha chissà cosa... io
muoio... - Mi spengo.
L'ho
detto.
Lo
amo e se lui sta male io muoio.
Bene
Mike. Non fai un cazzo di progressi, eh?
Rob
mi stringe e mi abbraccia calmandomi, io nascondo il viso contro il
suo collo e mi sento meglio. Senza forze ma meglio.
-
Non le devi affrontare da solo queste cose, tu ne esci matto... -
Dice l'ovvio ed io annuisco. Non sono capace. Sono sempre stato così.
Ho sangue freddo per tutto ma non per questo ma ora ho dato il peggio
di me.
-
Lo amo ancora Rob... anche se ho deciso di chiudere lo amo lo stesso
e lo amerò sempre... mi dispiace. Mi dispiace, non dovrei ma... -
Scuote il capo contro il mio.
-
Non ci sono cose che non devi o che devi. Questo sei tu, sono i tuoi
sentimenti. - Perchè sa dire la cosa giusta al momento giusto. E
così io con lui mi calmo sempre.
La
voce di Brad ci interrompe ora.
È
calmo ma lievemente agitato anche lui.
-
Ho parlato col dottore e mi ha detto che faranno tutti gli
accertamenti del caso fino a venirne a capo. Essendo un episodio
isolato e che ora sta bene è una cosa che non si spiegano ma
cercheranno di capire. Ha detto di stare calmi che finchè non si
verifica un altro episodio possiamo stare tranquilli, può anche
essere che non si ripeterà più e che non era una cosa grave. -
Parla ancora e ne dice di cose, il più possibile per farmi capire
che non serve che impazzisca. Quando sto meglio aggiunge che chiama e
avverte lui tutti gli altri e mi suggerisce di andare da lui che ha
chiesto di me. Sospiro.
Ok,
ci sono. Sto meglio. Ce la posso fare.
Mi
sento come uno uscito da un esaurimento nervoso. In effetti è quello
che ho avuto.
-
Grazie ragazzi... da solo non la potevo affrontare, vi ho scritto
perchè non sapevo che altro fare... - Ammetto. Non ho chiamato
nessuno, dopo il 911... solo loro due.
Brad
mi sorride fraterno. Tira fuori una dolcezza che vediamo in pochi al
mondo. Io e Rob e basta penso.
-
Dai, vai... - Dice Rob. Non sono preoccupati di noi che potremmo
esserci rimessi insieme dopo una cosa simile, per loro è ovvio e
normale. Inevitabile anzi.
Non
sono loro che vogliono che ci lasciamo. Brad voleva solo che avessimo
una solida copertura per poter vivere liberamente la nostra
relazione. È contento se continuiamo a sentirci e... ad essere
così... però io ne ho sempre il terrore. Ogni volta che sto solo
con lui sto male perchè vorrei baciarlo e non posso.
Comunque
vado e quando lo vedo, in camera, è solo e si mangia le dita. È
steso nel lettino e non mi piace per niente l'immagine che ho di lui.
Di uno malato.
È
sciupato, dimagrito, pallido e preoccupato. Penso che non sia così
cupo da molto.
-
Hai chiamato Sam? - Chester mi guarda ansioso ed io non sono da meno.
Allunga il braccio, tende la mano verso di me in un gesto totalmente
istintivo, come se fosse abituato, se fosse normale. Lo è in un
certo senso... ma non dovrebbe.
Ed
io, scemo, rispondo andando da lui dopo aver chiuso la porta. Gli
prendo la mano e mi siedo nel letto con lui, lo guardo, allacciamo le
dita e siamo di nuovo Chester e Mike, due che si amano e che stanno
bene solo insieme.
Respiriamo
calmandoci insieme, piano. È così tremendo ricordarsi che non
stiamo insieme.
Però
per un momento possiamo fingere che non sia così.
I
nostri sguardi parlano molto.
-
Mi dai il mio portafoglio? - Dice dopo un po' che ci guardiamo così
senza la forza di dire nulla.
Stranito
per la richiesta glielo do, allora con la mano libera apre e prende
l'anello. Il nostro. Ce l'ha sempre con sé.
Sorrido.
Capisco cosa vuole dire, allora per ora e solo per ora. Questi pochi
secondi. Lo tiro fuori dalla tasca e lo metto anche io.
Sta
meglio, è soddisfatto, è contento. E lo sono anche io.
È
bello poter fidarci di quella promessa, questi anelli significano
così tanto che non so nemmeno spiegarlo bene cosa e quanto.
Mi
porge il suo ed io lo bacio, quindi fa altrettanto col mio. Un
ulteriore scambio di sentimenti e promesse senza bisogno di parlare.
-
Mi hai fatto preoccupare un casino, non farlo più! -
Dico
dopo un po' per rimproverarlo. Senza successo in effetti.
-
Ti amo anche io. - Questa è una risposta a me. Rimango senza parole
e gli occhi mi tornano lucidi. Sto per piangere. Non posso. Dio,
come sono felice. Sarebbe bello potercelo dire liberamente sempre
quando vogliamo. Lascio che il cervello si spenga. Per un po' lo
chiudo. Solo un pochino.”
____________________________________
Per
chi non sa...
Chester
ha davvero avuto problemi allo stomaco, prima che si scoprisse di
cosa si trattava è andato avanti così con forti dolori cronici,
spesso vomitava, la cosa è degenerata sempre più. L'episodio qua
descritto è vero, una volta Chester aveva dei dolori ed ha preso
degli antidolorifici, è andato a dormire e quando si è svegliato
aveva come la febbre alta e gli sono venute le convulsioni. È stato
un po' in ospedale, gli hanno fatto tutte le analisi possibili ma non
hanno trovato subito la causa e così ha avuto tempo di pensare al
peggio del peggio.