CAPITOLO LI:
CIO'
CHE CONTA
“Isolato
Setacciando
tra i rottami non riesco a concentrarmi
Cercando
un messaggio nella paura e nel dolore
Malridotto
e in attesa di un'opportunità per sentirmi vivo
Ora
nei miei resti
Ci
sono le promesse mai mantenute
Libera
questo silenzio
Per
lavare via la parte peggiore di me
Fatto
a pezzi
Cadendo
tra le crepe di ogni cuore infranto
Scavando
tra i resti del tuo disprezzo
Sprofondando
e in attesa una possibilità di sentirmi vivo
Ora
nei miei resti
Ci
sono le promesse che non sono mai arrivate
Libera
questo silenzio
Per
lavare via la parte peggiore di me
Come
un esercito
Che
cade
Uno
dopo l'altro”
-
In my remains -
“L'ho
sentito, cosa credi?
Che
visto che stavo di merda non l'avessi sentito? Che te l'asciugassi
così?
Rivederlo
è stata la miglior cura, appena l'ho visto e gli ho preso la mano
tutta l'ansia malefica se ne è andata.
Così
ho voluto dirglielo anche io, era giusto.
Spero
sempre che questo possa cambiare qualcosa ma non lo penso. Penso che
sarà così per sempre fra noi.
Ci
ruberemo i 'ti amo' e poi ci nasconderemo.
I
suoi occhi neri sono grandi e lucidi e sono così belli.
-
Non posso morire senza dirtelo, ho pensato a questo prima mentre mi
portavano qua. - Dico deciso, era una cosa che dovevo dirgli per
forza e lui, senza fiato, mi fissa emozionato.
Amo
come si emoziona per me. Poi la sofferenza e torna in sé.
-
Non va bene così... - Non dirlo ora, dannazione.
-
Io potrei avere un cancro al cervello, che te ne fotte? - Lo sparo
perchè è la mia fissa. Dopo quanto male sono stato poi...
-
Dai smettila che non hai niente! - Alzo un sopracciglio scettico.
-
Da come urlavi prima non direi! - Arrossisce. - Ti ha sentito tutto
l'ospedale! - E ne sono dannatamente fiero. Sorrido malizioso e
continuo a trattenerlo a me, mano nella mano. Si strofina le labbra,
è così tenero.
-
Però non dire che stai morendo e cose simili... -
-
Stavo di merda Mike... non sai quanto male sono stato... -
-
Sì ma... ma sei qua, stai bene. Non ti torna più... era... era
chissà cosa! Ma niente di serio! - Sospiro insofferente, se ne sta
convincendo ma è più preoccupato di me. È sempre così ansioso...
-
Non lo puoi sapere Mike, nessuno può saperlo. E finchè le analisi
non mi dicono con certezza cos'ho non mi smuovo! - Lo sa che sono
testardo, del resto.
Sorride
debolmente scuotendo il capo. Siamo quasi come prima, come sempre,
come dovremmo essere.
-
Sii positivo... -
-
Lo sei tu per me! Io posso essere fottuttamente negativo! - Come
sempre, appunto! Ridacchiamo insieme a questa specie di battibecco
scherzoso. Se riusciamo a parlare così va bene ma dopotutto sono
stato male, si è spaventato. Quando sarà in sé tornerà ad
evitarmi per paura di cedere a me.
Allora
ne approfitto, è la volta buona.
-
Perchè mi eviti? - Chiedo cupo e capriccioso. Stringo la sua mano.
Non mollo. Lui cerca di evadere, distoglie lo sguardo, sospira, si
morde il labbro ma poi risponde, non ha scelta, non gliela do.
-
Perchè sei padre e voglio che tuo figlio abbia suo padre. Se mio
figlio sapesse che suo padre ha un amante penso che sarebbe
bruttissimo. Voglio che tu dia a tuo figlio ciò che avresti voluto
avere tu. Un'infanzia serena e felice ed un padre che sarà il suo
eroe senza macchia. Voglio che ti adori e ti ammiri. E mi sento
sporco nei suoi confronti se faccio il tuo amante, quindi è meglio
fare questa cosa seriamente. Abbiamo deciso insieme di lasciarci,
ricordi? Per la carriera. Facciamolo davvero anche per lui. -
Potrebbe dirmi che ho un cancro terminale al cervello che è la
stessa cosa. Anzi. Così è peggio.
Stringo
la mano fino a fargli male, fa una smorfia e respiro profondamente
più volte prima di rispondere penetrante premendo bene su tutte le
parole che dico piano, incisivo.
Rabbioso.
-
Ma noi ci amiamo cazzo! - E lo so che ho deciso io di lasciarci
perchè non potevi stare con Anna per la facciata al mondo e poi
anche con me... però è pure vero che sei sposato con Anna e che mi
ami ancora ed allora non ha un cazzo di senso tutto questo.
Porca
puttana, non ce l'ha!
Lo
capisci?
È
tutta una farsa.
Prima
lo era per le persone ed ora per la famiglia e mio figlio. Ma è
sempre una farsa sostanzialmente. Allora che cazzo di senso ha?
Non
serve ad un cazzo.
Sospira
e scuote il capo.
-
Si, e lo sappiamo entrambi e lo sapremo sempre. Ma io non voglio che
un giorno ti penta di aver messo me davanti a tuo figlio, è la cosa
più bella della tua vita ed è una cosa solo tua, fatta da te. Quel
bambino è e deve essere il tuo riscatto, la tua vera salvezza. Devi
aggrapparti a lui per uscire dalla merda e per amare ancora la vita.
Devi farlo, è una cosa sana ed è tua. Capiscilo, lui c'è! - No non
lo capisco e non lo voglio capire! Non me ne fotte un cazzo!
Ha
ragione ma non me ne sbatte!
Io
voglio Mike Mike Mike e non Draven!
È
mio figlio, gli voglio bene ma non è lui che voglio mettermi dentro
dalla mattina alla sera! Non è a lui che penso appena apro gli
occhi, non è lui che mi fa venire mal di stomaco. Non è lui che mi
fa sognare!
-
Tu non puoi capire come mi sento! Mi hai fatto venire l'ulcera e per
quel che mi riguarda anche quest'altro male che è venuto oggi! È
per te che sto così! È per te! - Ecco come ucciderlo e farlo
sentire in colpa. Non è questo che voglio ma sono sincero. È così.
È per lui che mi riduco sempre male e lui lo sa, cazzo. Lo sa bene.
Quindi che ci pensi bene a ciò che è meglio!
Storce
la bocca, ha un'aria dispiaciuta di chi non cambierà idea. È così
maledettamente testardo! Molto più di me.
-
Devi provare questa vita, è una vera vita ed è buona e sana, molto
più di quella che avresti con me. Una vita serena e tua da vivere
alla luce del giorno. Devi fidarti di me. Pensa alla tua famiglia ed
alla musica, andrà tutto bene! - Ma ci crede davvero?
-
Mike, io non smetterò mai di amarti e di volerti sopra ogni cosa.
Ricordatelo. Mai. -
E
penso anche che non smetteremo mai di parlarne. Mai.
-
Allora non dovevi lasciarmi quella volta dicendo che poi io sarei
stato male a stare con te e con Anna insieme... - Dice togliendo la
mano dalla mia con uno scatto sorprendente.
Si
alza dal letto e mi guarda scuro. Quasi non lo riconosco. È stato
male anche lui e sta male ogni giorno.
-
Ma ero convinto fosse la cosa giusta... tu... - Cerco di spiegargli
ma alla fine lui non mi lascia. Alza le mani e mi ferma stanco.
-
No Chester. no. Non parlare tu di cose giuste perchè è da quando ti
conosco che ne parlo io e tu ci sputi sopra a quelle cose giuste! -
Il silenzio cala pesante e lo stomaco torna a farmi male. Cazzo, non
può andare così!
Porca
puttana.
Ogni
volta non arriviamo mai a nulla, mai. Sarà sempre così?
-
Hai accettato... - Tento non sapendo nemmeno io cosa voglio dire.
-
Certo che ho accettato. Perchè avevi ragione. Ma non volevo essere
il solo a prendere quella decisione e per una volta l'abbiamo presa
insieme. Dobbiamo andare avanti e pensare alla musica ed alla
famiglia. È questa la cosa veramente giusta. - Va così alla porta
ed io stringo gli occhi e la bocca. Vorrei urlare, dannazione, ma mi
riserverò quando canterò e sfogherò tutto questo. Tutto.
Cazzo,
quanto male deve fare ancora?
Voglio
morire!
Che
qualcuno mi uccida... sono stanco!
Il
giorno dopo Mike viene con Joe e Dave, è il loro turno.
I
dottori non fanno che evitarmi, dicono che non sanno ancora nulla e
mi prescrivono nuove analisi e Mike sembra sempre più isterico.
Brutto
segno.
Non
restiamo mai soli e sono così stressato che sto per parlare davanti
a loro ma poi arriva Sam con Draven ed il bambino un po' mi calma. Un
po'. Finchè lei non comincia a parlare ed io sbuffo alzando gli
occhi al cielo.
Non
la sopporto nemmeno se fiata cazzo!
Il
bambino comincia a lagnarsi ed allora le dico di andarsene che non è
un posto per lui, in realtà sono io che non sto bene e non voglio
farmi sentire in questo stato dal piccolo.
Mike
dice che lo percepisce.
-
Senti, non devi pensare di avere chissà cosa... - Appena Sam e
Draven se ne vanno Dave lo dice subito, è acuto questo qua.
Lo
guardo e lo fulmino, poi scuoto la testa e mi giro dall'altra parte.
-
Sono qua da ieri, mi hanno riempito di esami e nessuno sa ancora
niente! Ho avuto delle cazzo di convulsioni, porca puttana! -
Mike
sospira insofferente e sto per saltargli al collo. Non può trattarmi
così anche se obiettivamente non fa molto... è quel poco che mi dà
fastidio.
-
Perchè pensi che stai per morire? - Se ne esce alla fine Mike con la
domanda del secolo e me la fa perchè sa che lo sto pensando da tutta
la notte.
Allora
mi tiro su a sedere sul letto di questo merdosissimo ospedale dove mi
tengono sotto osservazione e ruggisco ancora insofferente:
-
Perchè non mi guardano negli occhi! Non dico che sono già famoso ma
non sono un signor nessuno! E non mi guardano in faccia! Vengono a
farmi prelievi e mi portano in fottuti tubi di metallo che tuonano e
non mi dicono un cazzo! Sanno che c'è qualcosa di brutto e me lo
stanno nascondendo! -
Dave
e Joe non hanno il coraggio di intromettersi e Mike prende come al
solito in mano la situazione, perchè lui non si smentisce mai.
-
Magari lo fanno perchè davvero non sanno cos'hai e non vogliono
dirti cose affrettate! - E' logico lui ma non può venirmi a dire che
è facile credere a queste cose.
-
Cazzo ho avuto una vita di merda che mi ha insegnato che quando le
cose vanno bene, poi finiscono sempre male! - Mike avanza
battagliero, l'ennesimo litigio.
-
E' facile pensarla così! Non è una buona motivazione per pensare
che stai per morire! Smettila di essere così negativo! È questo
pensiero sempre nero che ti fa affondare! Pensa che non hai niente e
che andrà bene, cazzo! - Detto questo scuote il capo vedendo che non
serve a nulla, infatti si gira e se ne va. Joe lo segue a ruota e
Dave resta un attimo, io ho voglia di spaccare tutto e stringo il
lenzuolo che mi copre. Mi lasciano tutti solo. Sempre.
-
E' più preoccupato di te, per questo cerca di restare positivo.
Perchè se si lascia andare ai tuoi stessi pensieri poi è la fine.
Non lo aiuti mica così! - Tutti che parlano per lui, nessuno lo fa
mai per me, nessuno.
-
E vorrei che qualcuno aiutasse me una buona volta! Evitare
l'argomento non mi aiuta! - Rispondo male e Dave, in silenzio,
capisce che si scontra con un muro di gomma. Così se ne va.
Io
resto solo ed isolato da tutto e da tutti, dopo che li ho cacciati
malamente, setaccio fra i miei rottami, cerco di concentrarmi e
capire cosa dei miei resti sia sano.
Niente.
Mi
sto disfando completamente.
Ho
paura e sto male e la gente non capisce, nessuno capisce. Cerco un
modo per stare bene come dice Mike ma come faccio?
Come
posso fare?
Non
esiste.
Sono
dei resti troppo scarsi fra cui cercare ed uno ad uno, le cose belle
che avevo per miracolo, stanno cadendo.
Una
ad una cadono tutte.
Presto
anche mio figlio mi guarderà con terrore ed arriverà il momento in
cui Sam me lo toglierà, Mike non vuole più stare con me nemmeno
come prima... e la mia salute va a puttane. Cosa mi resta?
La
musica?
Ben
se la salute di merda me la concede!
Ed
il mio cuore è a pezzi come il mio corpo, Mike me l'ha ripetutamente
stracciato e cerco un modo per risalire, se lo odiassi sarebbe più
facile.
Lui
e le sue promesse del cazzo che non ha mai mantenuto.
Andrà
tutto bene.
Ma
per chi?
Per
lui?
Per
gli altri?
Sto
male, potrei morire e forse sarebbe meglio per me e per loro.
Un
gran sollievo.
Potrei
lasciarmi morire... finalmente smetterei.”
“La
notte non porta molto consiglio.
Penso
a lui costantemente e sto male all'idea che è solo in ospedale,
andrei da lui normalmente ma non posso. Cazzo non posso proprio.
Ho
giurato a me stesso di provarci seriamente a percorrere questa
strada, a finirla con lui.
Però
continuare a vederlo è una tortura e se stesse bene magari sarebbe
più facile, ma sta male ed io proprio... sono così preoccupato...
se dovesse succedergli davvero qualcosa che faccio?
Non
resisterei... figlio o no... musica o no... ci sono cose molto più
importanti, a volte, di quello che già lo sono.
Nel
cuore della notte, sveglio a rigirarmi nel letto per la millesima
volta, mi alzo e vado a farmi una tisana rilassante.
Mentre
il bollitore scalda l'acqua guardo il telefono con la tentazione di
scrivergli.
Dovrei
farlo.
È
solo e sta male e pensa di stare per morire, non posso lasciarlo
così.
Il
biip mi stupisce vista l'ora e distratto leggo il messaggio.
Non
posso dire che non ci credo perchè lo so che fra noi è così.
Io
penso a lui e lui mi scrive.
'Mi
dispiace per oggi. Non ce l'ho con te ma ho paura.'
Che
lo ammetta è un miracolo. Mi sgonfio e lascio giù il telefono
scuotendo la testa. È lui. È sempre lui.
E
lo amerò comunque.
Mi
verso l'acqua e metto la bustina quindi mi siedo, tiro su le gambe e
gli scrivo. Meglio fare così perchè se lo sento chissà cosa
faccio.
'Lo
so. Ho paura anche io, sono preoccupato. Non riesco a cancellare
quello che ho visto...'
Non
devo esagerare, devo controllarmi perchè ha ragione che dico di
voler fare una cosa ma poi ne faccio un'altra. È la mia mania. Le
mie eterne lotte interiori.
'Credo
che la vita sia una bastarda che mi toglie sempre tutto quello che
può!'
Sorrido.
Pensiero tipico suo. Non ha torto pensando a quante ne ha passate e
continua a passarne.
'Vedrai
che non è nulla... ' Però le convulsioni erano vere...
'Da
solo con questi miei pensieri di merda ho capito cosa conta davvero
alla fine... ' Ho paura a chiederglielo, so che non dovrei ma non
posso evitarlo, è in una condizione orribile dopotutto. Il minimo è
che l'ascolti, non chiede molto.
'E
cos'è?'
'L'amore.
L'amore vero. Le persone che ami.'
Devia
in qualche modo, Mike. Devia.
'Devi
trovare del tempo per stare con tuo figlio e cominciare a godertelo!'
Mi
mordo il labbro. L'avrò convinto?
'Sì
ma io penso a te ora.'
Ecco,
appunto. Sospiro sofferente e appoggio la guancia sul tavolo. Guardo
lo schermo del telefono e malinconico gli scrivo esitante, lento
pigio sui tasti.
'Io
ci sarò sempre.'
Non
è una risposta che va data nella nostra situazione incasinata.
'Non
voglio andarmene senza farti sapere che ti amo.'
Penso
che me lo ripete cento volte al giorno, in ogni occasione. Ed io mi
sforzo di non dirglielo. Non così tanto. Cerco davvero di
trattenermi anche se vorrei gridarglielo.
Porterà
a qualcosa tutto questo?
'Non
te ne andrai da nessuna parte.'
Ma
so che ne è convinto.
'Quando
grido con te non voglio farlo, ma sono nervoso... ' Continua come se
dovesse chiarire tutto ciò che non va ed io so perchè lo sta
facendo.
'Smettila,
non cambierà niente! Non muori!'
Ma
forse lo spera.
'Sarebbe
una buona cosa per tutti... ' Lo sapevo.
'Non
dire stronzate! Se tu muori me ne vado anche io!' E non dovevo
dirglielo ma con lui solo queste cose funzionano. Sta un po' prima di
rispondermi e l'ansia mi cresce. Io non so più cosa fare per lui, so
solo che è troppo importante.
'Facciamo
come Romeo e Giulietta! ' Eccolo, ora lo riconosco. Rido e gli faccio
lo smile.
'Idiota!
E tu saresti Giulietta?' Lo dico per stuzzicarlo.
'Sono
lagnoso?'
'Me
lo devi anche chiedere?'
'Allora
Romeo scala il terrazzo e sali da me che ti aspetto mentre mi spoglio
e mi lubrifico per vene!'
'Sei
una Giulietta maiala!'
'E'
per questo che ti piaccio!' Resto un attimo a ridere rilassato, mi
sto divertendo come sempre con lui, riesco ad essere me stesso e a
cancellare tutto nei momenti in cui siamo soli. Ci riusciamo quasi
sempre... ed è pericoloso perchè vorrei vederlo e baciarlo. Lo
vorrei tanto. Se lo vedessi ora lo farei, cederei. Fortuna che siamo
separati.
'Cerca
di dormire, Giulietta! E pensa positivo che non stai per morire per
tua sfortuna!'
'Se
tu dormissi con me sarebbe meglio, ma cercherò di fare del mio
meglio!' non smetterà mai di provarci e penso che sia la mia
copertina di Lynus. Quando smetterà io starò male. Io posso andare
avanti perchè lui fa così. Mi desidera e me lo dice. Altrimenti
crollerei.
Gli
do la buonanotte e salgo in camera più leggero mentre l'ultimo
pensiero prima di dormire mi torna ad appesantire.
Dopotutto
non ci siamo mai lasciati davvero anche se ci proviamo e non ci
tocchiamo... possiamo anche riuscire a non dirci che ci amiamo, ma
non cambia che lo proviamo e soprattutto ciò che siamo e proviamo si
esprime meglio in ciò che facciamo l'uno per l'altro. Cosa ci
diciamo. Come ci guardiamo.
È
così e basta.
Se
lui mi chiama io corro.
Ogni
capriccio è buono, io non resisto, faccio sempre tutto quello che
vuole e mi chiede e fatico ad oppormi a qualcosa.
Non
posso evitarlo.
È
come se fosse il re ed io il suo soldato.
È
così.
Però
lo amo e non posso smettere, Dio, non posso proprio. Non ci sarà mai
niente che mi farà smettere.
È
per l'anello, per la promessa.
I
dottori si arrendono, dicono che non sanno di cosa si sia trattato e
che nel suo corpo non c'è un solo cenno di spiegazione ma sono
sicuro che sia un caso isolato e di stare tranquilli. Gli assicurano
che non sta per morire e che il cervello non è mai stato più a
posto di così, io scherzo dicendo che forse non hanno visto quanto
scemo sia, però fra risate e scherzi lo dimettono con la
raccomandazione, se succede di nuovo, di tornare subito.
Che
scoperta, figurati se non lo rispedisco in ospedale se ha ancora le
convulsioni!
Ci
sforziamo tutti di stare tranquilli e non pensarci più, di
convincerci che non si ripeterà più e che non era niente e se per
gli altri è facile, io sono sotto tortura costante.
Ad
ogni modo siamo subito sul set di Numb e siccome lui non vuole fare i
playback ed è spesso in scena, il problema si presenta proprio nelle
riprese del video.
Qualcosa
non va, lo sapevo.
Dio,
come lo sapevo.
Ma
non sono le convulsioni, niente che abbia a che fare con quello.
Resto
di pietra quando, dopo i primi momenti di canto, Chester corre via
dall'inquadratura alla ricerca di un cestino dove vomitare.
Io
fisso gli altri che mi rimandano gli sguardi perplessi.
Cosa
diavolo gli sta succedendo, dannazione?
La
paura torna a salire dentro, strisciante, fredda.
Lo
fisso riverso su un cestino a vomitare e noto l'anello nostro che gli
brilla al dito.
Sta
male ed ha paura e cerca di farsi coraggio con quello.
Dio
mio, come posso aiutarlo?
Alla
seconda volta che corre a vomitare io lo seguo e gli tengo la mano
sulla schiena, poi gli do una salvietta per pulirsi e l'acqua. Non
dico niente, non so cosa dire e normalmente so sempre cosa dire.
C'è
un tale silenzio che è innaturale, poi finalmente il regista parla.
-
Da quanto ha questi problemi? - Tutti guardano me ed io mi stringo
nelle spalle...
-
Vomitava ogni tanto, non così tanto... ha mal di stomaco ma
pensavamo fosse stress... alla larga ulcera... cioè non so... -
-
Ma si è fatto controllare? -
-
E' appena stato in ospedale ma per un altro problema che poi non
hanno trovato ma... - Cerco di spiegare mentre con un braccio intorno
alla sua vita sottile e magra lo sostengo. Brad subentra e spiega
tutto, il regista pensa che non vada bene e che debba farsi
controllare, poi le riprese ripartono e vanno avanti lentamente, con
fatica, perchè lui si interrompe molto per la nausea. Non è mai
stato così grave, è la prima volta ed io non so dove sbattere la
testa.
-
Chez, devi farti vedere... se fai così per un video, quando
ricominciamo coi concerti che fai? - Mi fissa stralunato.
-
Pensi che non lo sappia? - Sta finendo le pile ed io vorrei solo
potergli dare le mie ma non è possibile, così gli sto attaccato e
so che non dovrei ma non posso farne a meno.
Lo
soccorro, gli sto vicino, mi prendo cura di lui e cerco di dargli
tutto ciò di cui ha bisogno mentre prego ardentemente, dentro di me,
che stia meglio. Che migliori. Che vada tutto bene.
Non
può stare male. Non può.
Lui
è Chester, se sta male io che faccio?
Sono
un maledetto egoista ma sono dipendente da lui, se gli succede
qualcosa... Dio, non oso pensarci!
Finite
le riprese lo accompagno a casa mentre Rob e Brad mi guardano con
sguardi chiari. Parlano facile loro... non sono preoccupati come lo
sono io!
In
macchina cerchiamo di stare calmi ma non è facile. Lui è teso
quanto me e quando siamo così solitamente litighiamo. È che ora
vorrei solo poterlo abbracciare e rassicurarlo, non è mai stato così
preoccupato. Ha paura di perdere l'unica cosa bella della sua vita.
Bè, a parte suo figlio.
-
Dai, vedrai che è un po' di influenza... - E' la cosa più logica da
pensare ma sappiamo che non è così. Lo sappiamo bene.
-
E se non è l'influenza? -
Lo
dice perchè lui sa essere pessimista molto bene.
Quando
arriviamo, prima che scenda, lo prendo per un braccio e lo obbligo a
guardarmi. Cerco di essere sicuro e sereno ma risulto preoccupato ed
ansioso. Lui fa una strana espressione ed io impacciato sorrido.
-
Vedremo insieme cos'è! - Non so dire altro, non c'è molto da fare.
Alla
fine fa un'espressione così disarmata e persa che mi si stringe il
cuore e l'attiro a me. La mano dietro il suo collo, le dita fra i
capelli corti e il viso contro il mio. Premo, chiudo gli occhi e
sospiro mentre lui trattiene il suo.
Stiamo
così un po' e mi pare di tornare alla vita. È come essere stato
sott'acqua per molto tempo.
Dio
mio, aiutami a non cedere ora. Aiutami.
-
Andrà bene. - Ripeto. E lui ci crede solo perchè è troppo beato
dal mio abbraccio. Uso le mie armi per tranquillizzarlo ma non so che
altro fare.
Non
lo so proprio.
-
Va da tuo figlio. - Aggiungo. Una conclusione dolce amara. Non so
nemmeno cosa pensare. Suo figlio è la testimonianza della nostra
fine, dopotutto.
Ma
non è anche vero che se due si amano, non c'è santo che tenga?
Penso
che non ci metteremo molto a scoprirlo.”
_______________________________
Per
chi non sa...
Chester
quando era in ospedale per le analisi per le convulsioni pensava
veramente a cose catastrofiche perchè i dottori non gli dicevano
niente, gli facevano un sacco di analisi e non gli spiegavano nulla.
Così ha cominciato a farsi anche domande esistenziali. Non hanno
scoperto subito di cosa si trattava e l'hanno dimesso prima di avere
delle risposte. Subito dopo ha cominciato a registrare il video di
Numb. E' pure vero che lui odia il playback e che canta sempre,
siccome in Numb lui e Mike erano in molte scene, è stata una ripresa
faticosa. Chester si interrompeva sempre per vomitare.