CAPITOLO LXII:
TORNA A CASA LUCE IRIDESCENTE

Quanto ti trovavi nella veglia della devastazione
quando aspettavi sul bordo dell'ignoto
E con il cataclisma che pioveva giù
piangendo dentro, "salvami adesso"
eri lì impossibilmente da solo
Ti senti freddo e perso nella disperazione ?
Fai crescere la speranza
ma il fallimento è tutto quello che hai conosciuto
Ricorda tutta la tristezza e frustrazione
E lasciala andare
lasciala andare
Ed in uno squarcio di luce che
ha accecato ogni Angelo
Come se il cielo avesse esploso
i Paradisi nelle stelle
Hai sentito la solennità della grazia temprata
Cadendo nello spazio vuoto
Nessuno lì ad afferrarti tra le sua braccia
Ti senti freddo e perso nella disperazione ?
Fai crescere la speranza
Ma il fallimento è tutto ciò che conosci
Ricorda tutta la tristezza e frustrazione
E lasciala andare
Lasciala andare
Ti senti freddo e perso nella disperazione ?
Fai crescere la speranza
Ma il fallimento è tutto ciò che conosci
Ricorda tutta la tristezza e frustrazione
E lasciala andare
Lasciala andare
Lasciala andare
Lasciala andare
Lasciala andare
Ti senti freddo e perso nella disperazione ?
Fai crescere la speranza
Ma il fallimento è tutto ciò che conosci
Ricorda tutta la tristezza e frustrazione
E lasciala andare
Lasciala andare
- Iridescent -

Ho come una musica nella testa.
È un pianoforte che mi rimanda subito a Mike perchè è il suo strumento preferito.
Sento anche la sua voce che canta qualcosa e poi lo vedo, steso nell'erba come me a guardare le stelle, proprio come lo immaginavo. Come speravo facesse.
Dopo di che, quando penso che potrei stare il resto della mia esistenza fermo a guardare questo sogno meraviglioso, uno squarcio di luce acceca tutto come se fosse una pioggia di angeli... come se il cielo avesse esploso i paradisi nelle stelle che entrambi guardiamo.
Sento una solennità, come una grazia che mi invade in ogni particella. Non capisco, penso di essere ancora in questo sogno, però sembra molto reale perchè mi sento cadere fisicamente nello spazio vuoto... cadrò e mi sfracellerò al suolo?
Sto morendo?
È così la morte dunque?
L'ultimo desiderio, poi luce, grazia e caduta libera?
Bè, sono solo... chi vuoi che mi prenda?
A meno che Dio alla fine non esista davvero e non pensa di salvarmi... forse è il caso di sperarlo più intensamente.
O di crederci.
O di chiederlo.
Chiederlo come si deve.
La sensazione di caduta abbraccia quella del fallimento della mia vita, forse è solo questo, forse non sto morendo ma mi sento andare giù e giù e sempre più giù, come se non avessi una fine, come se... come se questa luce iridescente avesse due poteri assoluti. Di vita e di morte.
Dio, se sei tu questa luce, salvami adesso.
Ti prego salvami.
Voglio vivere, vivere come si deve. Voglio farcela. Per capire se le cose che pensavo prima erano vere. Perchè forse, dopotutto, non voglio morire e lo capisci solo quando stai morendo.
Dio, ne ho passate tante.
Ricordo tutte le frustrazioni e la tristezza, tutto ciò che ho passato.
È così morire?
Nasco, i miei genitori si lasciano, io solo a me stesso, mio padre severo, litigate furiose, io violentato, io picchiato, io che subisco, io che vedo amici morire, io che non mangio, io che sto male, io che mi scopro gay, io che mi odio, io che sposo Sam, io che soffro, io che mi drogo, io che bevo, io che provo a fare musica.
Io che sto abbastanza bene, io che incontro Mike, io che lentamente guarisco da tutto, io che mi apro, io che mi aggrappo a lui, io che imparo a stare bene, a volere il bene, io che amo, io che LO amo, lui che mi ama, noi che ci amiamo, noi che andiamo avanti in un sogno bellissimo, noi che falliamo, noi che voliamo con la musica, noi che dobbiamo lasciarci, noi che diventiamo famosi, noi che soffriamo, noi che non ci capiamo più, noi che ci allontaniamo, io con l'ernia, io che non ce la faccio, io che mi faccio, io che scopo con altri, io che ferisco Mike, Mike che ferisce me, noi che ci odiamo, noi che ci feriamo, noi che affondiamo, noi che ci ritroviamo, lui che mi illude, lui che mi lascia ancora, io che non resisto, io senza musica, lui che non si fa vedere da me, io che mi faccio ancora, noi che scopiamo, lui che fa un altro gruppo, lui che se ne va per sempre, lui che non mi vuole più davvero.
Io che me ne vado.
Io che continuo a farmi.
Io che soffro.
Io che sto male.
Io che mi distruggo.
Io che non ce la faccio più.
Io solo.
Io che sono finito.
Io che cerco di uccidermi.
Io che sto morendo.
Io che parlo con Dio.
Io che vedo Dio.
Io che cado.
Qualcuno mi prenderà, alla fine?
Ho ricordato tutto ma cosa devo fare di questo?
Cosa succede una volta che sei sul burrone della morte e cadi e rivivi tutto?
'LASCIA ANDARE!'
E' una voce che non riconosco, non so chi sia, forse è Mike, forse è Dio, forse è chi lo sa.
Però mi dice di lasciare andare, che diavolo vuol dire lascia andare?
Quanto può durare una caduta?
Prima o poi arriverò sul fondo e poi?
LASCIA ANDARE
ma io come cazzo faccio?
LASCIA ANDARE!
Mi sento perso
LASCIA ANDARE
e freddo
LASCIA ANDARE
e disperato
LASCIA ANDARE
il fallimento è tutto ciò che conosco
LASCIA ANDARE.
Ma come?
LASCIA ANDARE
MA
LASCIA ANDARE
fanculo cazzo non so cosa fare!
LASCIA ANDARE
sto cadendo!
LASCIA ANDARE
mi romperò in mille pezzi!
LASCIA ANDARE!
Devo lasciarmi rompere?
LASCIA
Cazzo!
Se è questo che devo fare fanculo!
Apro le braccia, chiudo gli occhi e lascio andare il respiro che trattenevo, rilasso completamente ogni cosa.
Ho sofferto molto, ho sbagliato molto ma alla fine sono solo un fottuto essere umano come tanti!
Se questa è la mia fine AMEN!
SONO PRONTO!
Non cambierei niente della mia cazzo di vita, sono io, sono un umano!
È esattamente qua che finalmente la sensazione di cadere cessa, cessa del tutto e mi fermo di colpo e, sempre fottutamente di colpo, apro gli occhi.
Delle luci sopra gli occhi ma non come prima.
Sono luci artificiali.
Non sono morto, sono vivo.
Persone sconosciute sono chine sopra di me e cercano di calmarmi mentre mi agito con le poche forze che ho. Vedo le piastre della rianimazione e mi sento rilassare di colpo.
- Sei in ospedale, hai avuto un brutto incidente, ti hanno trovato per caso una macchina che passava e sei stato soccorso. Stavi per morire, per un momento il cuore si è fermato, abbiamo dovuto fare la rianimazione ma ce l'hai fatta. Ora calmati, andrà tutto bene! Ce la farai. - non ho mai creduto a certe stronzate ma quando sei lì e tocca a te, cazzo fidati che ci credi.
Fidati.
Ci credi.
Chiudo gli occhi e mi rilasso, li lascio lavorare e lentamente tutto si ovatta anche se resto cosciente.
Era questo, allora, che dovevo fare.
Lasciare andare.
Arrendermi.
Darmi.
Accettarmi.
Piacermi.
- Ragazzo, è un miracolo se ti sei salvato... - Penso di essere irriconoscibile in effetti.
Sorriderei se non avessi sto cazzo di tubo in gola.
Sorriderei perchè ci ha proprio preso.
Un miracolo.
Dio esisteva, alla fine.

Appena ho la forza di tenere qualcosa in mano chiedo carta e penna, se non scrivo questi versi sono morto. Ne ho molti in effetti ma ce ne sono alcuni che devo, devo scrivere.
Partono fuori dal mio controllo.
'Ed in uno squarcio di luce che
ha accecato ogni Angelo
Come se il cielo avesse esploso
i Paradisi nelle stelle

Hai sentito la solennità della grazia temprata
Cadendo nello spazio vuoto
Nessuno lì ad afferrarti tra le sua braccia
Ti senti freddo e perso nella disperazione ?
Fai crescere la speranza
Ma il fallimento è tutto ciò che conosci
Ricorda tutta la tristezza e frustrazione
E lasciala andare
Lasciala andare
Lasciala andare
Lasciala andare
Lasciala andare
Lasciala andare
E lasciala andare
Lasciala andare'

Dopo di questa, che archivierò perchè non ha proprio senso ed è davvero troppo strana, comincio con altri testi, testi che uccideranno chi li ascolterà, testi di come mi sento, di come mi sono sentito e di ciò che ho fatto alla fine in tutta questa maledetta storia. Testi.
Scrivo me stesso e lentamente rinasco.
Lentamente.

E poi, dalla radio accesa che ho richiesto per la convalescenza -ho chiesto l'anonimato anche se ho dato la mia assicurazione per le cure- la voce di Mike mi raggiunge familiare, non canta dolcemente ma la canzone è malinconica anche se è rap.
Sarò coglione a piangere.
Un po' è perchè desideravo tanto poterlo risentire, un po' è perchè sento il testo di questa canzone chiamata Where 'd you go. L'hai mascherata un po' ma non mi puoi fregare, so che è per me.
Dio Santo... ed ora chi smette più di piangere?”

- Dove sei andato? Mi manchi tanto Sembra come da sempre che tu te ne sei andato... per favore torna a casa... torna a casa... -

E' stata una litania nella mia vita. Cantarla ripetutamente sperando un giorno di vederlo apparire come per magia, l'ho pregato a lungo in effetti.
I concerti si susseguono, ce ne mancano ancora alcuni, siamo verso tre quarti circa ed ormai sono stanco. È bello farli, mi caricano ed è musica in ogni caso ma sono proprio stanco questa volta.
Ormai lo faccio senza pensarci, lo faccio così e basta, lo sento poco, mi piace ma lo sento poco.
Salgo sull'ennesimo palco, canto di continuo, le canzoni vengono sparate a razzo e a volte nemmeno capisco ciò che canto.
Cosa farò quando scenderò dal palco?
Mi concentro sulle mie canzoni hip hop e cerco di non pensare al dopo così come cerco sempre di non pensare a Chester quando canto perchè altrimenti sbaglio.
Il pubblico mi segue però non è la stessa cosa e quando annuncio che sto per fare Where 'd you go c'è un boato. Non avevo dubbi che piacesse più delle altre. Ce anima in questa. La mia.
Il mio cuore.
Alzo gli occhi al cielo come ogni volta che la faccio pregando Dio che gliela faccia arrivare a lui e poi faccio partire la base, le note del piano da me composte si espandono nell'aria ed aspetto che chi mi accompagna cominci.
Bè, qualcuno in effetti mi accompagna... ma non è la solita voce femminile... è un'altra voce.
È una voce maschile.
Ma cosa diavolo...
E' tutto veloce in realtà, penso solo 'ecco cosa erano i movimenti dietro al palco di prima...' e poi lui.
E poi lo vedo e potrei morire, giuro.
Penso che muoio in effetti e forse canto automaticamente perchè ormai questa canzone esce da sola meglio di un Ave Maria.
È diventata la mia preghiera e rischio seriamente di fare la versione originale che ogni tanto mi rileggo.
Sono io questo che canto mentre guardo Chester, CHESTER BENNINGTON che canta con me il ritornello?
Il ritornello dedicato a lui. Il suo ritornello.
Il suo fottutissimo ritornello.
Dove sei, mi manchi tanto, sembra che te ne sei andato da sempre, dove sei andato? Mi manchi tanto. Per favore torna a casa.
Lo canta. Lo canta.
Non sto sognando?
Forse è un sogno.
Quando manco la partenza mi dà una gomitata ed allora mi scuoto, evito di guardarlo e mi concentro sul pubblico che mi aiuta.
È un flash... è... è come vivere e morire e tornare a vivere.
Riusciamo a cantare ancora insieme dopo tutto questo tempo anche se è la prima volta che lui fa questa canzone ed io non so proprio come faccia a conoscerla, e sto dicendo cose senza senso ma non riesco a fermarmi così come la mia bocca continua da sola. Non è una canzone veramente difficile ma io l'ho scritta per lui e lui è entrata a cantarla sapendo che è per lui anche se forse non lo sembra proprio ma lui lo sa perchè ha riconosciuto le sue citazioni, sono cose che potrei dire solo a lui e che Anna non mi direbbe, è lui che mi ha detto che odia la mia carriera, Anna non potrebbe mai dirlo.
La canzone forse alla fine finisce troppo presto e mi assale improvvisa una paura, la paura che se ne vada di nuovo e svanisca, che non sia vero, che ho sognato, che ho un'allucinazione.
La paura che... ma mi viene incontro, ha gli occhi rossi e cerchiati, ha fumato, è magro come uno scheletro, è pallido ma sorride ed è emozionato. Almeno quanto me.
È solo così che alla fine mi abbraccia, lo fa davvero.
Oh mio Dio.
Oh mio Dio, Chester è qua e mi sta abbracciando.
Mesi via di casa, mesi a cantare torna a casa, mesi a pregare Dio, mesi senza sapere dove è andato, mesi a disperarmi, mesi a soffrire e tutto per questo, per questo maledetto motivo.
Per questo.
Ed ora ci siamo, Mike Shinoda.
Ti piace la mia sorpresa?
Certo che mi piace, è fantastica!
È vera?
Me la merito?
Dico qualcosa, cosa dico? Parlo col pubblico, sono un animale da palco anche se sono nel panico e si vede, dico che non sapevo niente e non so se concentrarmi sul fatto che ha fumato o che è qua ma forse, mentre torna via e la paura che scappi mi invade, penso che almeno è vivo e che se sa la canzone significa che mi ha seguito, mi ha ascoltato e l'ha capita.
Forse dopotutto posso stare tranquillo lo stesso, forse non servono parole se è qua.
Ma è vivo.
Dio mio, grazie... grazie...
Il concerto prosegue e guardo ossessivamente dietro, lo intravedo che segue il resto del concerto ed io mi agito ogni santa volta, sto per schizzare sulla luna, mi metto anche a saltare ad un certo punto, sparo cazzate più di sempre e l'esuberanza va alle stelle.
Una felicità tale penso che nemmeno nel periodo migliore con lui l'ho mai provata.
Questa è la vera felicità, la felicità pura.
Io penso che ci siamo. Non so come, cosa e perchè ma ci siamo.
Ne sono sicuro.
Ci siamo, cazzo.
Era tutto per questo momento. Tutto.

La volta successiva che la faremo sarà diverso da ora, ora eravamo nel panico, presi dallo shock di rivederci e di farla insieme per la prima volta e cercare di non sbagliare, la prossima sarà diversa.
Sapremo cosa cantiamo, la sentiremo di più e ci emozioneremo e forse non riusciremo nemmeno a farla giusta senza stonare, ma sarà indimenticabile.
Perchè una cosa è certa, ora che è qua.
Non lo lascerò mai più andare via.
Mai più.
Mai.
Lo giuro.

Esco dalla scena mentre le luci si accendono, dopo che abbiamo ringraziato tutti.
Poi rallento.
Ero frenetico sul palco ma i movimenti diventano pesanti, non riesco ad andare veloce come vorrei.
Prima ci siamo visti e abbracciati ma ero completamente fuori di me, non ho capito niente. Potrei aver avuto un'allucinazione.
È ancora qua, però. Non se ne è andato.
Torna a casa.
Quante volte l'ho cantato.
Ora è qua.
Non riesco a toccarlo ancora, non ce la faccio. Ho paura. Paura che tutti capiscono che da come lo faccio io lo ami. Ed ho paura che finirei per baciarlo, perchè lo amo come l'ho sempre amato, anzi ora di più.
Lotterò contro tutto il mondo per lui, non mi importa.
Lo guardo meglio incapace di avvicinarmi oltre, terrorizzato.
È serio e teso, guance incavate, magro, pallido, sudaticcio, occhi rossi. Sì, si è fatto una canna come minimo, ma le maniche alzate per il caldo mi mostrano che è pulito, non ci sono più buchi fra i tatuaggi.
Ha smesso di farsi?
- Cosa ci fai qua? - Chiedo mentre persone che non capisco chi siano anche se le conosco ci passano intorno lavorando o andandosene.
Un tono basso e teso, il mio. Spaventato. Tremo.
- Ero in città quando ho letto che i Fort Minor si sarebbero esibiti. - Dice allora piano più o meno come me. È meno spavaldo di sempre. Si sta sforzando. È toccato da questo nostro incontro sconvolgente. Per me è come essere investito da un treno, non riesco a crederci e a realizzarlo davvero, non ce la faccio proprio. - Ed ho pensato che Dio volesse mandarmi da te. Che fosse un fottuto segno. 'Ehi guarda che è ora di rivederlo!' - Cosa? Dio!?
Corrugo spontaneo la fronte mentre lo fisso convinto d'aver capito male e lui apprende al volo la natura della mia espressione e ride.
Dio mio, ride.
Chester è davanti a me e ride!
Mi raggelo, non so proprio cosa fare, per me è troppo, forse a momenti svengo. Se mi chiedono di camminare non ce la faccio.
- Poi gli ho detto che non sono ancora proprio pulitissimo, che mi faccio ancora qualche canna e che non ero convinto fosse il momento, ma mi è passato davanti il tuo bus ed ho capito che quello era 'stronzo, vacci e non pensarci!' così un'ultima canna per farmi coraggio o sarei scappato. Mi spiace. Non voglio continuare nemmeno con quelle. Ho smesso con tutto. - Ora è lui che parla a macchinetta nevrotico.
Un po' è l'effetto della canna, un po' sono io.
Un po' è l'aver cantato di nuovo davanti ad un pubblico.
- Eri così teso? - Chiedo senza saper cosa dire. Non è il momento di parlarne, ci sono persone che ci sentono e tutti questi non sanno i nostri trascorsi, pensano che fosse normale che lui apparisse prima o poi, se lo aspettavano.
Non sanno che ha passato mesi senza lasciare tracce di sé... a girare per il mondo.
Dio, è ancora vivo... ed è tornato da me...
Alla fine mando tutto al diavolo e sorrido mentre di nuovo gli occhi diventano lucidi, mi brucia tutto e vorrei stringerlo ma penso che non sarebbe una buona idea. Penso che non mi staccherei più.
Ho bisogno di un albergo, ho bisogno di privacy.
- Senti, dovremmo ripartire subito stasera ma chiedo di fermarci in hotel una notte... ti va di restare? - Spero che dica di sì, ho il terrore che rifiuti e torni a scappare.
E poi Dio!? Chester non l'ha mai nominato in vita sua, nemmeno per insultarlo. Per lui non esisteva proprio... ora lo nomina... ora... ci ha fatto pace davvero?
Mi sembra tutto così assurdo e strano e...
- Certo che mi va di restare. Resto quanto vuoi! - Ci sono così tante cose da dire... così tante da fare...
Sorrido al settimo cielo, sorrido come non penso d'aver fatto per mesi e la gente che ha vissuto con me questo periodo si stupisce di vedere il vero sorriso di Mike.
Chester si scioglie, lo riconosco perchè gli vengono gli occhi lucidi.
Sto per prenderlo per mano ma mi trattengo e comincio a capire che forse ora siamo maturi per farcela.
Forse.
Come minimo è ora di iniziare a provarci.
- Andiamo... - Dico anticipandolo.
Mi segue e poi mi affianca, ognuno si perde nel proprio pensiero come è normale, il mio cuore è impazzito nella gola, la testa pulsa, non riesco a tenere ferme le mani, le dita tamburellano di continuo, vorrei suonare il piano. Me lo faccio portare in camera. La tastiera. Io e le mie manie...
ho bisogno di suonare o muoio questa volta.
Sto camminando con lui, sto ancora camminando con lui.
Ed è vivo.
È qua con me.
È tornato.
Vedo come luce ovunque anche se in realtà è sera.
Ma vedo la luce ed ha la forma di Chester.
La luce è tornata a casa, io sono la casa, Chester è la luce.
Grazie. Grazie Dio. Grazie davvero.
Ora sono pronto a tutto.
Ora sì.”

__________________________
Per chi non sa...
Chester ha davvero tentato il suicidio, non ci sono specifiche su modalità e tempi, si suppone sia stato nel periodo in cui si drogava ma potrebbe anche essere prima dei LP. Potrebbe essere con lamette, con dosi massicce, in cima ad un palazzo, immerso in una vasca o correndo in macchina di notte a farsi spenti. Non si sa. (o almeno io non so)
In un paio di concerti dei Fort Minor, Chester ha partecipato cantando proprio il ritornello di Where d you go. In una di queste volte, Chester veniva ripreso dietro le quinte mentre Mike cantava, aveva gli occhi rossi e si vedeva era strano, non stava bene. Ha detto che stava per fare una sorpresa a Mike, quindi è entrato in scena ed ha fatto con lui Where d you go, era molto forzato, è stata un'esibizione un po' particolare, quasi svarionata, diversa dalle solite loro esibizioni insieme. Alla fine però si sono abbracciati vigorosamente e Mike era felicissimo però durante il canto lo guardava strano, si vedeva che non doveva essere lì. Questa esibizione io l'ho vista molti anni fa e non sono stata capace di ritrovarla ma non l'ho più dimenticata.
Altre invece, come potete ammirare in questo video, Chester era a posto, Mike l'ha presentato sapendo che c'era, hanno cantato molto emozionati e sulla strofa finale Chester tocca la schiena a Mike quando lui dice di tornare a casa, come se intendesse 'eccomi'.
E' anche vero che Chester dopo quel periodo ha ritrovato la fede e fatto pace con Dio, prima per calmarsi beveva, ora prega. Sono parole sue
http://www.youtube.com/watch?v=hBEydaMLxzw&list=LLIUjYPAXwF8l_IVCMPas6Qw&feature=mh_lolz