CAPITOLO
LXXVII:
FRA
CAPO E COLLO
“Ok,
io non so se sia normale perchè in effetti è strano. Lo ammetto.
Forse
a volte il destino c'entra.
Talinda
mi dà la notizia che quella volta che abbiamo provato a vedere se
c'era alchimia a letto, prima di sposarci, è andata subito a frutto
e poche settimane dopo succede questo.
Io
penso che Dio a volte abbia il senso dell'umorismo.
Mi
mette in faccia la consapevolezza di essere padre, mi fa pensare che
questa volta dovrà essere diverso perchè non farò come con Draven
e poi... e poi questo... come lo posso definire?
Mike
direbbe che evidentemente sono nato per questo. Essere padre. Chi lo
sa.
Specie
considerando che quella sera mi chiedevo se dopotutto avessi fatto
bene a fare tutta questa cazzata con Talinda, cercarla per rivista,
provare a farmela per vedere se sarei riuscito a fare figli...
insomma, non è normale e in un certo senso è meschino verso i figli
che verranno... e poi ecco qua. Arriva un bambino. Se avevo dubbi
vengono spazzati via così perchè con un bimbo di mezzo di certo non
la scarico. L'avevo sposata in fretta e furia senza ufficializzare
proprio per essere sicuro di non piantarla subito, ma con questo c'è
la certezza. È così che si fa quando ci sono bambini di mezzo. Ci
si sposa. Non ci sono santi. Io la trovo un'emerita cazzata ma alla
fine le cose vanno sempre così.
La
cosa che mi piace però è che quell'unica volta che abbiamo provato,
sono riuscito ad avere l'erezione solo quando lei ha finto di essere
Mike... è un po' come se fosse figlio suo.
Che
cazzate che dico, ma chi se ne fotte, non mi sente nessuno!
Fra
uomini e donne che si amano tanto nasce spontaneo il desiderio di
fare un figlio insieme, per completare il loro amore. Fra uomo e uomo
è la stessa identica cosa, solo che non è possibile. Forse è per
questo che desideravo tanto essere padre ed ho fatto in modo di
poterlo essere ancora. Perchè sono all'apice del mio amore per Mike.
Non lo so.
Andare
in giro con lui a fare compere è un delirio perchè anche se di
solito faccio io la donna, quando entriamo nei negozi di musica è
lui che lo fa ed anche alla grande.
Gli
ultimi istinti omicidi ormai li ho solo quando vengo in un negozio
come questo con lui.
Capisco
perfettamente perchè gli altri si sono dileguati.
È
qua da ore e non riesco a scrostarlo.
Prima
è passato al suo reparto preferito ed ha guardato le novità, poi ha
ripassato tutte le solite vecchie cose che già conosce a memoria per
vedere se per caso fosse cambiato qualcosa. No, è tutto uguale, ogni
strumento è preciso a come l'aveva lasciato.
Poi
si è fatto uno per uno tutti gli altri, stesso sistema del cazzo.
Prima
le novità e poi le cose vecchie.
Anche
coi dischi fa lo stesso e qua è anche peggio perchè davvero si
perde. Li deve guardare tutti, prendere in mano e leggere il
contenuto.
Ma
Cristo di Dio... sono quelli dell'altro mese e di quello prima
ancora! Guardati solo quelli nuovi!
Porca
puttana, come lo odio.
No,
lui deve rivedersi tutto perchè non si ricorda bene. E certo, con
tutti quelli che ti leggi ci credo che ti confondi!
-
Ma cosa cazzo te ne fotte di cosa contengono? Se non li hai mai presi
un motivo c'è, no? -
Mike
mi risponde come se fosse una domanda che vuole risposta. Voglio solo
che la smetta.
-
Ma magari in quel momento avevo altre priorità, però sai che cambio
spesso voglie... - Ah bè questa poi è una chicca. Alzo il
sopracciglio scettico mentre lo fisso intento a leggere il retro di
un altro.
-
Su questo sono d'accordo, di voglie ne hai sempre molte e fantasiose,
non ti fissi mai su una cosa sola... - Però è il tono con cui lo
dico che lo fa smettere di leggere e guardarmi perplesso.
-
Porco. - Poi torna a leggere.
Stronzetto!
Me la paga.
-
Senti, va a farti fottere, io me ne vado, mi sono rotto il cazzo! Mi
avevi detto che dovevi solo vedere se era arrivato il pezzo che avevi
chiesto e che non guardavi altro! Col cazzo che ci venivo altrimenti!
- Seccato e sbuffante me ne vado ma non mi dà retta. Non me ne vado
davvero, mi allontano dalla sua visuale. Se pensa che me ne sia
andato davvero magari si sbriga. Ovviamente non è il caso ma resto
nascosto. Qua in realtà siamo abituali e la gente tende a non
scassarci troppo l'anima, vengono inoltre sempre i soliti clienti che
ci hanno già incontrato altre volte. Possiamo stare relativamente
tranquilli. Oltretutto essendo che è da un po' che non facciamo
niente di serio in pubblico, possiamo passeggiare per strada senza
essere riconosciuti veramente.
Succede
esattamente qua, mentre penso peste e corna di lui, che qualcuno lo
interrompe. Mi avvicino dall'altra parte dello scaffale di dove è
lui e spio per vedere la scena. Secondo me non li caga.
Sono
una donna con due figli. Lei è bionda e mi fa suonare un
campanellino. Uno dei due è grandino, avrà quasi dieci anni credo
anche se non ne sono sicuro. L'ho già vista?
Assottiglio
gli occhi per fare mente locale ma mi distrae perchè parla.
-
Scusi, mi sembrava d'aver visto qua con lei Chester Bennington, mi
sbaglio? - Come premessa è strana perchè se cercano e riconoscono
me, dovrebbero riconoscere anche lui e quindi come minimo volere da
lui le stesse cose.
Non
mi faccio vedere.
Mike
continua a leggere i suoi dischi del cazzo, non alza lo sguardo e con
un tono monocorde, piano e calmo perchè non deve perdere il filo di
quel che fa, risponde vago:
-
Chi lo cerca? - Sembra il mio agente o segretario o manager o che
cazzo ne so. Rido perchè lo vedo in quei panni e spesso in effetti
lo è.
-
Sono la madre del suo primo figlio. - A questo punto lascia cadere i
dieci dischi che aveva in mano e la sua voce raggiunge dei decibel
che fanno invidia ai miei acuti migliori.
-
CHI SEI TU?! - Tutti si voltano a guardarlo e riderei come una vacca
per la scenata da checca isterica che ha avuto, se non fosse che ho
il flash peggiore della mia vita e resto paralizzato con le fottute
gambe fottutamente molli.
-
Sono Elka Brand, sono una delle sue prime ragazze... la madre del suo
primo figlio. - La parola 'primo' gli resterà negli incubi per
secoli, ha proprio l'aria pietrificata e pure vagamente terrorizzata,
non riesco proprio a capire la sua reazione. Stavo per ricordare chi
cazzo era ma la faccia di Mike mi ha distratto.
-
Sì, bella, forse ti piacerebbe! - Esclama alla fine spontaneo.
A
questo rido così forte che mi sentono, mi accuccio a terra e batto
la mano come un idiota, ho le convulsioni da tanto che rido.
Non
può davvero fare il geloso con una mia probabile ex. Quante ne avrò
avute?
Ma
che tono da dittatore che ha usato!
Quella
ci deve pure essere rimasta di merda.
Dopo
un po' che piango dal ridere sbucano e Mike -sicuramente è sua
questa adorabile mano- mi tira su per i capelli. È furioso per
qualche motivo, come se fosse colpa mia che mi pedinano.
-
Guardala attentamente, genio della lampada, e dimmi con certezza che
non l'hai seminata! -
E'
davvero incazzato!
Gli
prendo la mano per evitare che mi renda calvo ma ovviamente non molla
la presa, così mi tolgo gli occhialoni scuri che avevo per
diveggiare e la fisso meglio. Fisso anche i suoi figli. Uno è più
piccolo e mi fissa come se fossi scemo, l'altro è più grandino e mi
fissa come se fossi un Dio. Ok, questo è mio figlio, è sicuro!
Poi
torno a guardare lei ma non riesco a pensare, cazzo, mi tira i
neuroni!
-
Se la pianti di tirare forse riesco anche ad attivare il cervello! -
Mike
mi lascia ma è ancora molto seccato, non capisco proprio perchè.
Mi
massaggio il mento e lei ha l'aria da 'prova a non ricordarti di me
se ne sei capace'.
È
il genere di donna che mi facevo prima di Sam. E poi anche durante
Sam. Insomma, da ragazzo coglione.
Non
che ora sia meno coglione, ma non sono più ragazzo e comunque sto
solo con Mike e Talinda. Ho calato molto il numero.
-
Potrebbe essere... come ti chiami? -
-
Elka. - Ha un tono che definire accusatore è poco, ha la mano sul
fianco e batte il piede. Mi spaventa.
-
Elka... Elka... Elka... cazzo, non le ricordo per nome... devi darmi
una mano, avevi un soprannome? Qualcosa di strano che può avermi
colpito? Scopavi in modo particolare? Dicevi qualcosa mentre venivi?
- Non ho molti dubbi sul fatto che possa essermela davvero fatta ma
sui figli mi riservo. È facile comparire dopo anni e dire 'questo è
tuo figlio, mantienici!' che cazzo.
Mike
copre le orecchie ai bambini e sorrido al suo gesto d'attenzione che
ha avuto lui e non lei. Ho già capito il tipo.
-
Gridavo. - Corrugo le sopracciglia.
-
Gridavi? - Non è molto particolare. Avrà pur fatto qualcos'altro,
no?
-Sì,
gridavo. - Silenzio. Ancora non mi si accende il campanellino. -
Gridavo davvero molto. - alzo il sopracciglio con attesa e porgo la
mano come per dire 'mostrami'. Mike alza gli occhi al cielo incredulo
che glielo chieda davvero e lei ha pure il coraggio di farlo. Mike
chiude meglio gli orecchi ai bambini abbassandosi alla loro altezza e
tirandoseli contro. Che tenero, vorrei metterlo incinto.
Questa
così si mette a gridare molto forte mimando un orgasmo, tutti si
girano, la cosa non mi tocca. Lo fa in modo strano, in effetti, sono
tipo dei gorgeggi, non so.
Al
culmine termina in stile gallina al che mi ricordo, le campane
suonano e non mi tengo per me l'appellativo con cui la definivo fra
me e me:
-
Tacchino! - Elka impallidisce e Mike sbatte la fronte per terra
perchè è caduto di schianto per ridere. Continua a ridere ed ora i
bambini lo fissano come si farebbe con uno psicopatico.
-
Tacchino!? - Chiede lei incredula.
-
Sì, fra me e me ti chiamavo tacchino perchè il tuoi versi mi
ricordavano un tacchi... - Lo schiaffo me lo meritavo, lo ammetto.
Mike continua a ridere e non interviene.
Bene,
ora che siamo arrivati a ricordare chi cazzo è lei, mi spiega la
storia dei figli?
-
Ok ok abbiamo scopato prima che mi sposassi. Ora hai visto che sono
diventato famoso e mi vuoi estorcere soldi con la solita scusa dei
figli. Scordatelo! - Dico duro e preparato. Lei gonfia il petto. Un
gran bel petto, lo ammetto. Mi sono sempre piaciute formose.
Mi
fulmina con lo sguardo e mi punta col dito. Odio quando lo fanno.
-
Senti un po' bello. Avevo perso le tue tracce, per questo non ti ho
mai detto niente prima. Quando ti ho beccato eri tornato a sparire...
adesso finalmente ti ho ritrovato! - Facile così. Non mi spiega
ancora un cazzo.
-
Non me ne fotte, non puoi venire qua dopo anni e dirmi che ho un
figlio. Capisci che per lo meno mi devi dare una prova che lo sia? -
Sospira
nevrotica, si apre la borsa e si ficca in gola una pastiglia penso
contro l'ansia. Solite puttanate da americani.
Non
mi piace.
Mike
si alza appena percepisce la cosa e mi si mette accanto, ecco il mio
avvocato.
-
Ha nove anni, quando abbiamo smesso di vederci, ricordi? -
-
No. - Onestamente non ricordo nulla.
-
Fottiti Chester! Non puoi scaricarmi così il sacco! Per anni non hai
avuto responsabilità. Non ti ho chiesto e detto niente, quella
volta, perchè eri uno spiantato tossico del cazzo! Non volevo che
mio figlio venisse su con un fenomeno come te. Ma ora è diverso, sei
famoso, ti vedo bene. E se non è così almeno hai i soldi, cosa che
io non ho. Quindi devi darmi una mano. È da mesi che non trovo
lavoro, sono disperata, vado avanti con la disoccupazione ed anche lo
stronzo che mi ha dato lui mi ha piantata! Qualcuno dovrà pure
assumersi le proprie responsabilità, no? - Apro bocca per dirgliene
di tutti i tipi ma è Mike che parla prima di me come un fulmine ed è
così gelido che capisco quanto infuriato sia. Gli occhi sono due
lame tenebrose e perfino lei indietreggia.
-
Forse sarebbe ora che te le assumessi tu. Hai l'alito di alcool, giri
con le pastiglie contro l'ansia che mandi giù come noccioline e fai
figli da uomini evidentemente problematici ed inaffidabili. Quella
che deve assumersi delle responsabilità sei solo tu! -
Con
questo vorrei baciarlo perchè io stavo solo per insultarla, ma alla
fine evito.
Elka
si gonfia di nuovo proprio come un tacchino, sta per urlare qualcosa
ma Mike ancora con una prontezza che non gli avrei mai associato -o
forse furioso e basta- prende la bottiglietta che bevevo, gliela
spinge contro e ruggisce:
-
Fai il test del DNA, lì c'è la sua saliva. Torna solo coi risultati
che poi io personalmente farò controllare da un mio medico di
fiducia! Solo quando avremo la conferma che lui è il padre torneremo
a parlare! - Dopo di questo mi prende per il braccio e mi trascina
letteralmente via.
Ok,
questa non me l'aspettavo.
Avete
presente mamma orsa che difende i cuccioli diventando una bestia
feroce?
Ecco
Mike è così ma solo con me!
E
Dio come godo!”
“No
cazzo, ma cosa crede quella? Che solo perchè scopava davvero con
Chester glielo lascio spolpare così?
Chi
si crede di essere?
'Oh
sono una sua ex, ho dei figli, sono una troia e non so come fare!
Vediamo se riesco a fregare qualcuno!'
Ma
fottiti!
Cammino
così veloce che Chester deve correre per starmi dietro, poi quando
lo lascio perchè salgo in macchina mi prende le chiavi e mi spinge
dalla parte del passeggero.
-
Col cazzo che guidi tu! Ci schiantiamo se te lo lascio fare! -
Esclama divertito.
E
lui pure si diverte.
Salgo
in macchina, sfondo la porta da tanto che la sbatto forte e mi
rivolto verso di lui come un cane con la rabbia.
-
Ti diverte la cosa Chester? Perchè a me non diverte proprio per un
cazzo! Questa viene, dice che scopava con te, fa il tacchino e si
impasticca, sicuramente pure beve. È una troia, hai sentito anche tu
che il secondo figlio l'ha avuto con uno che l'ha mollata! Giuro che
se ti fai fregare da lei ti pianto! - No che non lo faccio però sono
furioso, furioso!
Chester
guida e mi guarda come se fossi uscito di testa e lo sono, non mi
riconosce. Non dice una parola e si limita a portarmi via e ad
ascoltare i miei sfoghi che proseguono a ruota libera.
-
Cazzo, ma la gente davvero dice? Questa è una fallita nevrotica o
psicopatica e pensa di risolvere tutto facendo la parassita su di te!
Anche tu sei stato di merda, me sei arrivato qua e stai bene ed hai
fatto tutto da solo, non hai chiesto niente a nessuno! Facile così!
Quanto sei stato male? Perchè deve chiedere a te? - Chester sospira
e ridacchia, fa attenzione a non infastidirmi troppo.
-
Dai, intanto vediamo se è davvero mio figlio, poi ci pensiamo. -
Questo mi fa drizzare le ossa dentro la carne. Mi giro come se avessi
messo il dito nella presa elettrica ed allo stesso modo sbotto
isterico.
-
A cosa devi pensare? A mantenerla? Le passeresti davvero i soldi così
se li può bere e fumare e che cazzo ne so? Chiediti perchè a
quest'età ha due figli da due uomini diversi -sempre ammesso che sia
vero- e perchè è sola e spiantata senza lavoro! Non le può andare
così bene! Non li userebbe per i figli, li userebbe per sé stessa,
i tuoi soldi! - E sa che ho ragione.
Chester
sospira e si fa serio mentre non dice niente per il resto del
viaggio.
Quando
arriviamo a casa nostra, quella che ormai lo è ma che però è la
sede del gruppo, ,, va in cucina e fa il thé per tutti e due, ormai
mi conosce.
Sono
tornato a respirare normale ma tremo ancora tutto, mi succede quando
sono troppo furioso. Generalmente sono una persona calma e allegra ma
quando perdo la testa lo faccio per bene.
Dopo
ancora molto che non diciamo nulla e siamo seduti sul divano, Chester
finalmente parla.
-
Hai paura che questa cosa possa dividerci? - Lo dice serio e mi
stupisce che abbia pensato a questo.
Lo
fisso, siamo vicini quindi mi sposto con tutto il busto, piego una
gamba in mezzo a noi e lo guardo bene. Sono davvero stupito che lo
chieda.
-
Ma no Chester, cosa ti salta in mente? -
Così
anche lui si volta verso di me col corpo e mi guarda ed è ancora
molto calmo.
-
Sto pensando... e se è davvero mio figlio? - Questo mi sega le
gambe. Dove vuole arrivare? Lui un figlio ce l'ha già ed un altro è
in arrivo. Non ho paura, non è questo. Ma non capisco cosa stia
pensando e non mi piace non capirlo.
-
Hai visto anche tu che tipo di donna è, ci vuole poco per capirlo.
Davvero la manterresti alimentando le sue dipendenze? Non è
aiutarla... - Ora sono lucido ma ripeto le cose di prima perchè
comunque sono vere e lui penso lo sappia. Sospira, chiude gli occhi e
con pazienza li riapre riprendendo:
-
Sono d'accordo, Mike. Per questo se quello è il mio vero figlio
posso davvero fregarmene perchè lei si mangerebbe i miei soldi e
basta? Sai, non è per il fatto di essere padre. Lo sono già e lo
sto per essere di nuovo. - Stringo gli occhi mentre l'agitazione
sale.
-
Cosa vuoi fare? -
-
Non potrei fare nulla per aiutare? - Sorrido capendo dove vuole
arrivare e mi stringe il cuore vedere l'uomo adulto e meritevole che
è diventato. È dolce da parte sua. Sta pensando a come aiutare suo
figlio.
Gli
prendo la mano fra le mie e gliela carezzo giocandoci un po', poi con
delicatezza gliela bacio.
-
Una cosa che puoi fare per aiutarli davvero ci sarebbe. - Lui mi
guarda speranzoso che io abbia la soluzione, così gli carezzo anche
il viso. Lo trovo di una tenerezza assoluta, ora. Vuole davvero
aiutare quello che potrebbe essere suo figlio.
È
nato per essere padre e nemmeno se ne rende conto. Lo vedo con
chiarezza, per questo sono contento che con Talinda sia riuscito a
farlo. Spero che gliene dia altri. Mi secca da un lato e ne sono
geloso ma razionalmente sono contento che abbia la possibilità di
vivere questo suo lato così dolce e pieno di amore. Un amore puro.
-
Aiutarli? -
Annuisco
pacato.
-
Aiuteresti uno e l'altro lo lasceresti a sé stesso? - Scuote subito
il capo e torno a sorridere dolcemente, lo sapevo.
-
Cosa posso fare? - Me lo chiede perchè è confuso e non sa bene come
gestire la cosa, nessuno saprebbe gestirla così fra capo e collo
così gli do un suggerimento.
-
Adottali tutti e due. Se uno dei due è davvero tuo figlio, adottali.
Ti prenderai cura di loro e non dovrai dare un centesimo a quella. -
Che ha una sola definizione.
È
come se gli abbia tolto un peso enorme da sopra le spalle, respira
sollevato, sorride e ritrovo la sua solita luce. Gli occhi gli
diventano lucidi e appoggia la testa sulla mia spalla teneramente.
-
Stai pensando a come sarà avere bambini in casa? - Dico sorridendo
contento.
Lui
annuisce.
-
Draven non me lo sono mai goduto ma ricordo la splendida sensazione
che ho provato la prima volta che l'ho tenuto in braccio. È stata la
cosa più bella della mia vita ed ho giurato, quando sono tornato e
l'ho ripreso in braccio, che avrei riprovato tutto quello e che poi
non l'avrei mai sprecato. E poi quando ho saputo dell'ultimo arrivo
da Talinda ho provato subito una gran gioia, la conferma che
dopotutto ho fatto bene a prendermela. Pensavo di essere stronzo
perchè l'ho cercata per avere dei figli... però quando mi ha dato
la notizia fanculo, ho detto. È giustissimo! Non vedo l'ora! - è
umano. Ed è il mio uomo. E lo amo.
Lo
cingo con le braccia e lo tengo contro di me mentre si accoccola
facendosi piccolo.
Potrei
stare una vita intera così in questo modo. È tutto così perfetto.
Così bello. Così...
-
Sei splendido. Sarai il miglior padre che una squadra di calcio abbia
mai avuto. - Perchè tanti saranno i suoi figli. Una truppa!
Lo
sento sorridere commosso e forse è solo una mia percezione od è
perchè ormai lo conosco, però so come si sente.
Non
diciamo più niente. Gli starò vicino in ogni caso fino alla fine.
-
Non devi dubitare sul fatto che ti aiuterò sempre. Niente ci
allontanerà, lo sai? - E mi piace, quando siamo soli, indossare i
nostri anelli insieme. Mi sento davvero suo marito, in momenti come
questo. Non desidero altro. Sono felice.
-
Ti amo. - Mormora poi alzando la testa dal rifugio e cercando la mia
bocca. Dolcemente l'accarezzo e dolcemente lo bacio infondendogli
calma e sicurezza, quella che prima mi era scappata.
Andrà
tutto bene.
Non
mi stupiscono questi risultati, io penso che Chester se lo sentisse e
penso che onestamente uno se lo senta in generale quando ha davanti
suo figlio.
Io
non lo so, non mi è mai capitato, non sono padre.
nna
adora i bambini, ha studiato psicologia infantile, ha molti nipoti
che cresce come fossero suoi ed è molto materna, era anche una
maestra d'asilo, fa un sacco di cose per loro. La vedo proprio come
madre. E vedo Chester come padre perchè ricordo, non lo dimenticherò
mai il giorno in cui ha stretto suo figlio per la prima volta.
Lui
è nato per quello, ha questo desiderio profondo, questo istinto
incredibile. A guardarlo non sembra ma proprio perchè appare come
una specie di bestia con dei modi da bestia, ha forte più di altri
l'istinto paterno.
Perchè
gli serve la dolcezza, quella dolcezza innocente che solo i bambini
possono dargli.
Io
però non mi vedo padre e non desidero esserlo... non ora, almeno.
Vivo la mia dolcezza, il mio senso paterno, la delicatezza in altro
modo. Non mi sono mai represso in questo senso.
E
poi mi sembrerebbe come sporcarlo. Non sarebbe il frutto del mio
amore, sarebbe solo per essere padre. Non critico Chez che lo cerca
per questo, ma per me un figlio dovrebbe essere frutto d'amore.
Quindi non ne voglio, per ora. Mi sentirei sporco anche se poi,
probabilmente, sarebbe tutta un'altra cosa una volta che l'avrei.
Penso
proprio di sì.
Comunque
la vivrò come verrà, nel frattempo farò tutto ciò che serve per
Chester.
Avrà
in ogni caso sempre il mio sostegno. Sempre.”
______________________________
Per
chi non sa...
Elka
Brand è la madre del primo figlio di Chester, avuto prima che lui si
mettesse con Samantah, quindi si parla del 1996. Questo bambino si
chiama Jaime, lei ha fatto altri figli da altri uomini, all'epoca in
cui Chester si imbatte di nuovo in loro, c'era Isaiah. Chester adotta
entrambi e lo fa quando era con Talinda, non prima. Non si sa se
prima sapeva della loro esistenza, io ho dato per scontato che il
momento in cui li adotta è esattamente quando li scopre. Quindi si
sa che arrivano sicuramente dopo il 2005, la data precisa non si sa
ma io l'ho inserito poco prima della nascita di Tyler per stimolare
ulteriormente il già forte senso paterno di Chester. Dopo si sa che
Elka ha avuto anche due figlie (se non erro) avute da altri uomini.
Non proprio un grande esempio, specie considerando che i dettagli non
si sanno ma qua scatta la logica: se Chester ha voluto adottare
entrambi i bambini invece che lasciarli alla madre, mantenerli e
vederli come fa già con Draven, c'è da chiedersi che situazione ci
fosse dietro. Io un'idea me la sono fatta ma naturalmente è solo una
mia idea.