CAPITOLO LXXVII:
FRA CAPO E COLLO

Ok, io non so se sia normale perchè in effetti è strano. Lo ammetto.
Forse a volte il destino c'entra.
Talinda mi dà la notizia che quella volta che abbiamo provato a vedere se c'era alchimia a letto, prima di sposarci, è andata subito a frutto e poche settimane dopo succede questo.
Io penso che Dio a volte abbia il senso dell'umorismo.
Mi mette in faccia la consapevolezza di essere padre, mi fa pensare che questa volta dovrà essere diverso perchè non farò come con Draven e poi... e poi questo... come lo posso definire?
Mike direbbe che evidentemente sono nato per questo. Essere padre. Chi lo sa.
Specie considerando che quella sera mi chiedevo se dopotutto avessi fatto bene a fare tutta questa cazzata con Talinda, cercarla per rivista, provare a farmela per vedere se sarei riuscito a fare figli... insomma, non è normale e in un certo senso è meschino verso i figli che verranno... e poi ecco qua. Arriva un bambino. Se avevo dubbi vengono spazzati via così perchè con un bimbo di mezzo di certo non la scarico. L'avevo sposata in fretta e furia senza ufficializzare proprio per essere sicuro di non piantarla subito, ma con questo c'è la certezza. È così che si fa quando ci sono bambini di mezzo. Ci si sposa. Non ci sono santi. Io la trovo un'emerita cazzata ma alla fine le cose vanno sempre così.
La cosa che mi piace però è che quell'unica volta che abbiamo provato, sono riuscito ad avere l'erezione solo quando lei ha finto di essere Mike... è un po' come se fosse figlio suo.
Che cazzate che dico, ma chi se ne fotte, non mi sente nessuno!
Fra uomini e donne che si amano tanto nasce spontaneo il desiderio di fare un figlio insieme, per completare il loro amore. Fra uomo e uomo è la stessa identica cosa, solo che non è possibile. Forse è per questo che desideravo tanto essere padre ed ho fatto in modo di poterlo essere ancora. Perchè sono all'apice del mio amore per Mike. Non lo so.

Andare in giro con lui a fare compere è un delirio perchè anche se di solito faccio io la donna, quando entriamo nei negozi di musica è lui che lo fa ed anche alla grande.
Gli ultimi istinti omicidi ormai li ho solo quando vengo in un negozio come questo con lui.
Capisco perfettamente perchè gli altri si sono dileguati.
È qua da ore e non riesco a scrostarlo.
Prima è passato al suo reparto preferito ed ha guardato le novità, poi ha ripassato tutte le solite vecchie cose che già conosce a memoria per vedere se per caso fosse cambiato qualcosa. No, è tutto uguale, ogni strumento è preciso a come l'aveva lasciato.
Poi si è fatto uno per uno tutti gli altri, stesso sistema del cazzo.
Prima le novità e poi le cose vecchie.
Anche coi dischi fa lo stesso e qua è anche peggio perchè davvero si perde. Li deve guardare tutti, prendere in mano e leggere il contenuto.
Ma Cristo di Dio... sono quelli dell'altro mese e di quello prima ancora! Guardati solo quelli nuovi!
Porca puttana, come lo odio.
No, lui deve rivedersi tutto perchè non si ricorda bene. E certo, con tutti quelli che ti leggi ci credo che ti confondi!
- Ma cosa cazzo te ne fotte di cosa contengono? Se non li hai mai presi un motivo c'è, no? -
Mike mi risponde come se fosse una domanda che vuole risposta. Voglio solo che la smetta.
- Ma magari in quel momento avevo altre priorità, però sai che cambio spesso voglie... - Ah bè questa poi è una chicca. Alzo il sopracciglio scettico mentre lo fisso intento a leggere il retro di un altro.
- Su questo sono d'accordo, di voglie ne hai sempre molte e fantasiose, non ti fissi mai su una cosa sola... - Però è il tono con cui lo dico che lo fa smettere di leggere e guardarmi perplesso.
- Porco. - Poi torna a leggere.
Stronzetto! Me la paga.
- Senti, va a farti fottere, io me ne vado, mi sono rotto il cazzo! Mi avevi detto che dovevi solo vedere se era arrivato il pezzo che avevi chiesto e che non guardavi altro! Col cazzo che ci venivo altrimenti! - Seccato e sbuffante me ne vado ma non mi dà retta. Non me ne vado davvero, mi allontano dalla sua visuale. Se pensa che me ne sia andato davvero magari si sbriga. Ovviamente non è il caso ma resto nascosto. Qua in realtà siamo abituali e la gente tende a non scassarci troppo l'anima, vengono inoltre sempre i soliti clienti che ci hanno già incontrato altre volte. Possiamo stare relativamente tranquilli. Oltretutto essendo che è da un po' che non facciamo niente di serio in pubblico, possiamo passeggiare per strada senza essere riconosciuti veramente.
Succede esattamente qua, mentre penso peste e corna di lui, che qualcuno lo interrompe. Mi avvicino dall'altra parte dello scaffale di dove è lui e spio per vedere la scena. Secondo me non li caga.
Sono una donna con due figli. Lei è bionda e mi fa suonare un campanellino. Uno dei due è grandino, avrà quasi dieci anni credo anche se non ne sono sicuro. L'ho già vista?
Assottiglio gli occhi per fare mente locale ma mi distrae perchè parla.
- Scusi, mi sembrava d'aver visto qua con lei Chester Bennington, mi sbaglio? - Come premessa è strana perchè se cercano e riconoscono me, dovrebbero riconoscere anche lui e quindi come minimo volere da lui le stesse cose.
Non mi faccio vedere.
Mike continua a leggere i suoi dischi del cazzo, non alza lo sguardo e con un tono monocorde, piano e calmo perchè non deve perdere il filo di quel che fa, risponde vago:
- Chi lo cerca? - Sembra il mio agente o segretario o manager o che cazzo ne so. Rido perchè lo vedo in quei panni e spesso in effetti lo è.
- Sono la madre del suo primo figlio. - A questo punto lascia cadere i dieci dischi che aveva in mano e la sua voce raggiunge dei decibel che fanno invidia ai miei acuti migliori.
- CHI SEI TU?! - Tutti si voltano a guardarlo e riderei come una vacca per la scenata da checca isterica che ha avuto, se non fosse che ho il flash peggiore della mia vita e resto paralizzato con le fottute gambe fottutamente molli.
- Sono Elka Brand, sono una delle sue prime ragazze... la madre del suo primo figlio. - La parola 'primo' gli resterà negli incubi per secoli, ha proprio l'aria pietrificata e pure vagamente terrorizzata, non riesco proprio a capire la sua reazione. Stavo per ricordare chi cazzo era ma la faccia di Mike mi ha distratto.
- Sì, bella, forse ti piacerebbe! - Esclama alla fine spontaneo.
A questo rido così forte che mi sentono, mi accuccio a terra e batto la mano come un idiota, ho le convulsioni da tanto che rido.
Non può davvero fare il geloso con una mia probabile ex. Quante ne avrò avute?
Ma che tono da dittatore che ha usato!
Quella ci deve pure essere rimasta di merda.
Dopo un po' che piango dal ridere sbucano e Mike -sicuramente è sua questa adorabile mano- mi tira su per i capelli. È furioso per qualche motivo, come se fosse colpa mia che mi pedinano.
- Guardala attentamente, genio della lampada, e dimmi con certezza che non l'hai seminata! -
E' davvero incazzato!
Gli prendo la mano per evitare che mi renda calvo ma ovviamente non molla la presa, così mi tolgo gli occhialoni scuri che avevo per diveggiare e la fisso meglio. Fisso anche i suoi figli. Uno è più piccolo e mi fissa come se fossi scemo, l'altro è più grandino e mi fissa come se fossi un Dio. Ok, questo è mio figlio, è sicuro!
Poi torno a guardare lei ma non riesco a pensare, cazzo, mi tira i neuroni!
- Se la pianti di tirare forse riesco anche ad attivare il cervello! -
Mike mi lascia ma è ancora molto seccato, non capisco proprio perchè.
Mi massaggio il mento e lei ha l'aria da 'prova a non ricordarti di me se ne sei capace'.
È il genere di donna che mi facevo prima di Sam. E poi anche durante Sam. Insomma, da ragazzo coglione.
Non che ora sia meno coglione, ma non sono più ragazzo e comunque sto solo con Mike e Talinda. Ho calato molto il numero.
- Potrebbe essere... come ti chiami? -
- Elka. - Ha un tono che definire accusatore è poco, ha la mano sul fianco e batte il piede. Mi spaventa.
- Elka... Elka... Elka... cazzo, non le ricordo per nome... devi darmi una mano, avevi un soprannome? Qualcosa di strano che può avermi colpito? Scopavi in modo particolare? Dicevi qualcosa mentre venivi? - Non ho molti dubbi sul fatto che possa essermela davvero fatta ma sui figli mi riservo. È facile comparire dopo anni e dire 'questo è tuo figlio, mantienici!' che cazzo.
Mike copre le orecchie ai bambini e sorrido al suo gesto d'attenzione che ha avuto lui e non lei. Ho già capito il tipo.
- Gridavo. - Corrugo le sopracciglia.
- Gridavi? - Non è molto particolare. Avrà pur fatto qualcos'altro, no?
-Sì, gridavo. - Silenzio. Ancora non mi si accende il campanellino. - Gridavo davvero molto. - alzo il sopracciglio con attesa e porgo la mano come per dire 'mostrami'. Mike alza gli occhi al cielo incredulo che glielo chieda davvero e lei ha pure il coraggio di farlo. Mike chiude meglio gli orecchi ai bambini abbassandosi alla loro altezza e tirandoseli contro. Che tenero, vorrei metterlo incinto.
Questa così si mette a gridare molto forte mimando un orgasmo, tutti si girano, la cosa non mi tocca. Lo fa in modo strano, in effetti, sono tipo dei gorgeggi, non so.
Al culmine termina in stile gallina al che mi ricordo, le campane suonano e non mi tengo per me l'appellativo con cui la definivo fra me e me:
- Tacchino! - Elka impallidisce e Mike sbatte la fronte per terra perchè è caduto di schianto per ridere. Continua a ridere ed ora i bambini lo fissano come si farebbe con uno psicopatico.
- Tacchino!? - Chiede lei incredula.
- Sì, fra me e me ti chiamavo tacchino perchè il tuoi versi mi ricordavano un tacchi... - Lo schiaffo me lo meritavo, lo ammetto. Mike continua a ridere e non interviene.
Bene, ora che siamo arrivati a ricordare chi cazzo è lei, mi spiega la storia dei figli?
- Ok ok abbiamo scopato prima che mi sposassi. Ora hai visto che sono diventato famoso e mi vuoi estorcere soldi con la solita scusa dei figli. Scordatelo! - Dico duro e preparato. Lei gonfia il petto. Un gran bel petto, lo ammetto. Mi sono sempre piaciute formose.
Mi fulmina con lo sguardo e mi punta col dito. Odio quando lo fanno.
- Senti un po' bello. Avevo perso le tue tracce, per questo non ti ho mai detto niente prima. Quando ti ho beccato eri tornato a sparire... adesso finalmente ti ho ritrovato! - Facile così. Non mi spiega ancora un cazzo.
- Non me ne fotte, non puoi venire qua dopo anni e dirmi che ho un figlio. Capisci che per lo meno mi devi dare una prova che lo sia? -
Sospira nevrotica, si apre la borsa e si ficca in gola una pastiglia penso contro l'ansia. Solite puttanate da americani.
Non mi piace.
Mike si alza appena percepisce la cosa e mi si mette accanto, ecco il mio avvocato.
- Ha nove anni, quando abbiamo smesso di vederci, ricordi? -
- No. - Onestamente non ricordo nulla.
- Fottiti Chester! Non puoi scaricarmi così il sacco! Per anni non hai avuto responsabilità. Non ti ho chiesto e detto niente, quella volta, perchè eri uno spiantato tossico del cazzo! Non volevo che mio figlio venisse su con un fenomeno come te. Ma ora è diverso, sei famoso, ti vedo bene. E se non è così almeno hai i soldi, cosa che io non ho. Quindi devi darmi una mano. È da mesi che non trovo lavoro, sono disperata, vado avanti con la disoccupazione ed anche lo stronzo che mi ha dato lui mi ha piantata! Qualcuno dovrà pure assumersi le proprie responsabilità, no? - Apro bocca per dirgliene di tutti i tipi ma è Mike che parla prima di me come un fulmine ed è così gelido che capisco quanto infuriato sia. Gli occhi sono due lame tenebrose e perfino lei indietreggia.
- Forse sarebbe ora che te le assumessi tu. Hai l'alito di alcool, giri con le pastiglie contro l'ansia che mandi giù come noccioline e fai figli da uomini evidentemente problematici ed inaffidabili. Quella che deve assumersi delle responsabilità sei solo tu! -
Con questo vorrei baciarlo perchè io stavo solo per insultarla, ma alla fine evito.
Elka si gonfia di nuovo proprio come un tacchino, sta per urlare qualcosa ma Mike ancora con una prontezza che non gli avrei mai associato -o forse furioso e basta- prende la bottiglietta che bevevo, gliela spinge contro e ruggisce:
- Fai il test del DNA, lì c'è la sua saliva. Torna solo coi risultati che poi io personalmente farò controllare da un mio medico di fiducia! Solo quando avremo la conferma che lui è il padre torneremo a parlare! - Dopo di questo mi prende per il braccio e mi trascina letteralmente via.
Ok, questa non me l'aspettavo.
Avete presente mamma orsa che difende i cuccioli diventando una bestia feroce?
Ecco Mike è così ma solo con me!
E Dio come godo!”

No cazzo, ma cosa crede quella? Che solo perchè scopava davvero con Chester glielo lascio spolpare così?
Chi si crede di essere?
'Oh sono una sua ex, ho dei figli, sono una troia e non so come fare! Vediamo se riesco a fregare qualcuno!'
Ma fottiti!
Cammino così veloce che Chester deve correre per starmi dietro, poi quando lo lascio perchè salgo in macchina mi prende le chiavi e mi spinge dalla parte del passeggero.
- Col cazzo che guidi tu! Ci schiantiamo se te lo lascio fare! - Esclama divertito.
E lui pure si diverte.
Salgo in macchina, sfondo la porta da tanto che la sbatto forte e mi rivolto verso di lui come un cane con la rabbia.
- Ti diverte la cosa Chester? Perchè a me non diverte proprio per un cazzo! Questa viene, dice che scopava con te, fa il tacchino e si impasticca, sicuramente pure beve. È una troia, hai sentito anche tu che il secondo figlio l'ha avuto con uno che l'ha mollata! Giuro che se ti fai fregare da lei ti pianto! - No che non lo faccio però sono furioso, furioso!
Chester guida e mi guarda come se fossi uscito di testa e lo sono, non mi riconosce. Non dice una parola e si limita a portarmi via e ad ascoltare i miei sfoghi che proseguono a ruota libera.
- Cazzo, ma la gente davvero dice? Questa è una fallita nevrotica o psicopatica e pensa di risolvere tutto facendo la parassita su di te! Anche tu sei stato di merda, me sei arrivato qua e stai bene ed hai fatto tutto da solo, non hai chiesto niente a nessuno! Facile così! Quanto sei stato male? Perchè deve chiedere a te? - Chester sospira e ridacchia, fa attenzione a non infastidirmi troppo.
- Dai, intanto vediamo se è davvero mio figlio, poi ci pensiamo. - Questo mi fa drizzare le ossa dentro la carne. Mi giro come se avessi messo il dito nella presa elettrica ed allo stesso modo sbotto isterico.
- A cosa devi pensare? A mantenerla? Le passeresti davvero i soldi così se li può bere e fumare e che cazzo ne so? Chiediti perchè a quest'età ha due figli da due uomini diversi -sempre ammesso che sia vero- e perchè è sola e spiantata senza lavoro! Non le può andare così bene! Non li userebbe per i figli, li userebbe per sé stessa, i tuoi soldi! - E sa che ho ragione.
Chester sospira e si fa serio mentre non dice niente per il resto del viaggio.
Quando arriviamo a casa nostra, quella che ormai lo è ma che però è la sede del gruppo, ,, va in cucina e fa il thé per tutti e due, ormai mi conosce.
Sono tornato a respirare normale ma tremo ancora tutto, mi succede quando sono troppo furioso. Generalmente sono una persona calma e allegra ma quando perdo la testa lo faccio per bene.
Dopo ancora molto che non diciamo nulla e siamo seduti sul divano, Chester finalmente parla.
- Hai paura che questa cosa possa dividerci? - Lo dice serio e mi stupisce che abbia pensato a questo.
Lo fisso, siamo vicini quindi mi sposto con tutto il busto, piego una gamba in mezzo a noi e lo guardo bene. Sono davvero stupito che lo chieda.
- Ma no Chester, cosa ti salta in mente? -
Così anche lui si volta verso di me col corpo e mi guarda ed è ancora molto calmo.
- Sto pensando... e se è davvero mio figlio? - Questo mi sega le gambe. Dove vuole arrivare? Lui un figlio ce l'ha già ed un altro è in arrivo. Non ho paura, non è questo. Ma non capisco cosa stia pensando e non mi piace non capirlo.
- Hai visto anche tu che tipo di donna è, ci vuole poco per capirlo. Davvero la manterresti alimentando le sue dipendenze? Non è aiutarla... - Ora sono lucido ma ripeto le cose di prima perchè comunque sono vere e lui penso lo sappia. Sospira, chiude gli occhi e con pazienza li riapre riprendendo:
- Sono d'accordo, Mike. Per questo se quello è il mio vero figlio posso davvero fregarmene perchè lei si mangerebbe i miei soldi e basta? Sai, non è per il fatto di essere padre. Lo sono già e lo sto per essere di nuovo. - Stringo gli occhi mentre l'agitazione sale.
- Cosa vuoi fare? -
- Non potrei fare nulla per aiutare? - Sorrido capendo dove vuole arrivare e mi stringe il cuore vedere l'uomo adulto e meritevole che è diventato. È dolce da parte sua. Sta pensando a come aiutare suo figlio.
Gli prendo la mano fra le mie e gliela carezzo giocandoci un po', poi con delicatezza gliela bacio.
- Una cosa che puoi fare per aiutarli davvero ci sarebbe. - Lui mi guarda speranzoso che io abbia la soluzione, così gli carezzo anche il viso. Lo trovo di una tenerezza assoluta, ora. Vuole davvero aiutare quello che potrebbe essere suo figlio.
È nato per essere padre e nemmeno se ne rende conto. Lo vedo con chiarezza, per questo sono contento che con Talinda sia riuscito a farlo. Spero che gliene dia altri. Mi secca da un lato e ne sono geloso ma razionalmente sono contento che abbia la possibilità di vivere questo suo lato così dolce e pieno di amore. Un amore puro.
- Aiutarli? -
Annuisco pacato.
- Aiuteresti uno e l'altro lo lasceresti a sé stesso? - Scuote subito il capo e torno a sorridere dolcemente, lo sapevo.
- Cosa posso fare? - Me lo chiede perchè è confuso e non sa bene come gestire la cosa, nessuno saprebbe gestirla così fra capo e collo così gli do un suggerimento.
- Adottali tutti e due. Se uno dei due è davvero tuo figlio, adottali. Ti prenderai cura di loro e non dovrai dare un centesimo a quella. - Che ha una sola definizione.
È come se gli abbia tolto un peso enorme da sopra le spalle, respira sollevato, sorride e ritrovo la sua solita luce. Gli occhi gli diventano lucidi e appoggia la testa sulla mia spalla teneramente.
- Stai pensando a come sarà avere bambini in casa? - Dico sorridendo contento.
Lui annuisce.
- Draven non me lo sono mai goduto ma ricordo la splendida sensazione che ho provato la prima volta che l'ho tenuto in braccio. È stata la cosa più bella della mia vita ed ho giurato, quando sono tornato e l'ho ripreso in braccio, che avrei riprovato tutto quello e che poi non l'avrei mai sprecato. E poi quando ho saputo dell'ultimo arrivo da Talinda ho provato subito una gran gioia, la conferma che dopotutto ho fatto bene a prendermela. Pensavo di essere stronzo perchè l'ho cercata per avere dei figli... però quando mi ha dato la notizia fanculo, ho detto. È giustissimo! Non vedo l'ora! - è umano. Ed è il mio uomo. E lo amo.
Lo cingo con le braccia e lo tengo contro di me mentre si accoccola facendosi piccolo.
Potrei stare una vita intera così in questo modo. È tutto così perfetto. Così bello. Così...
- Sei splendido. Sarai il miglior padre che una squadra di calcio abbia mai avuto. - Perchè tanti saranno i suoi figli. Una truppa!
Lo sento sorridere commosso e forse è solo una mia percezione od è perchè ormai lo conosco, però so come si sente.
Non diciamo più niente. Gli starò vicino in ogni caso fino alla fine.
- Non devi dubitare sul fatto che ti aiuterò sempre. Niente ci allontanerà, lo sai? - E mi piace, quando siamo soli, indossare i nostri anelli insieme. Mi sento davvero suo marito, in momenti come questo. Non desidero altro. Sono felice.
- Ti amo. - Mormora poi alzando la testa dal rifugio e cercando la mia bocca. Dolcemente l'accarezzo e dolcemente lo bacio infondendogli calma e sicurezza, quella che prima mi era scappata.
Andrà tutto bene.

Non mi stupiscono questi risultati, io penso che Chester se lo sentisse e penso che onestamente uno se lo senta in generale quando ha davanti suo figlio.
Io non lo so, non mi è mai capitato, non sono padre.
nna adora i bambini, ha studiato psicologia infantile, ha molti nipoti che cresce come fossero suoi ed è molto materna, era anche una maestra d'asilo, fa un sacco di cose per loro. La vedo proprio come madre. E vedo Chester come padre perchè ricordo, non lo dimenticherò mai il giorno in cui ha stretto suo figlio per la prima volta.
Lui è nato per quello, ha questo desiderio profondo, questo istinto incredibile. A guardarlo non sembra ma proprio perchè appare come una specie di bestia con dei modi da bestia, ha forte più di altri l'istinto paterno.
Perchè gli serve la dolcezza, quella dolcezza innocente che solo i bambini possono dargli.
Io però non mi vedo padre e non desidero esserlo... non ora, almeno. Vivo la mia dolcezza, il mio senso paterno, la delicatezza in altro modo. Non mi sono mai represso in questo senso.
E poi mi sembrerebbe come sporcarlo. Non sarebbe il frutto del mio amore, sarebbe solo per essere padre. Non critico Chez che lo cerca per questo, ma per me un figlio dovrebbe essere frutto d'amore. Quindi non ne voglio, per ora. Mi sentirei sporco anche se poi, probabilmente, sarebbe tutta un'altra cosa una volta che l'avrei.
Penso proprio di sì.
Comunque la vivrò come verrà, nel frattempo farò tutto ciò che serve per Chester.
Avrà in ogni caso sempre il mio sostegno. Sempre.”

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Per chi non sa...
Elka Brand è la madre del primo figlio di Chester, avuto prima che lui si mettesse con Samantah, quindi si parla del 1996. Questo bambino si chiama Jaime, lei ha fatto altri figli da altri uomini, all'epoca in cui Chester si imbatte di nuovo in loro, c'era Isaiah. Chester adotta entrambi e lo fa quando era con Talinda, non prima. Non si sa se prima sapeva della loro esistenza, io ho dato per scontato che il momento in cui li adotta è esattamente quando li scopre. Quindi si sa che arrivano sicuramente dopo il 2005, la data precisa non si sa ma io l'ho inserito poco prima della nascita di Tyler per stimolare ulteriormente il già forte senso paterno di Chester. Dopo si sa che Elka ha avuto anche due figlie (se non erro) avute da altri uomini. Non proprio un grande esempio, specie considerando che i dettagli non si sanno ma qua scatta la logica: se Chester ha voluto adottare entrambi i bambini invece che lasciarli alla madre, mantenerli e vederli come fa già con Draven, c'è da chiedersi che situazione ci fosse dietro. Io un'idea me la sono fatta ma naturalmente è solo una mia idea.