CAPITOLO
LXXX:
VOCE
D'ANGELO
“Coi
bambini va a gonfie vele, la pancia di Talinda è gonfia anche quella
-e a proposito ho reso ufficiale il matrimonio-, Mike sono io che lo
gonfio come un porco e sembra che sia tutto super perfetto.
Di
cosa preoccuparsi?
Stiamo
facendo i nuovi testi, non è facile perchè abbiamo deciso di fare
una specie di concept album e provare con temi tipo fine del mondo e
cose simili, mettendoci qua e là cosa personali ma su cui poi ognuno
può rivedersi. Non è una cosa molto facile anche perchè prima i
testi partivano da nostre esperienze e ci venivano di getto, ora è
un casino.
Siccome
ci mettiamo tanto, sto registrando le nuove canzoni coi Dead By
Sunrise, ho messo insieme il gruppo, gli ho insegnato le canzoni ed
abbiamo trovato chi ce le pubblica. Insomma, stiamo andando bene,
entro la fine dell'anno sarà già fuori di sicuro.
Mi
sento strano a cantare di nuovo, prima mentre le facevo non le
cantavo forte, le facevo piano fra me e me... ora che però le
abbiamo fatte seriamente buttare fuori quello che provavo, come mi
sentivo, mi fa sentire stralunato, quasi.
Così
indosso sempre l'anello del potere, Mike ce l'ha sempre coi Fort,
anche nelle tappe che gli restano lo tiene sempre.
Mike
ha detto che concluderà i suoi restanti impegni con loro ma che poi
non ci tornerà più. Io gli ho detto che sto registrando coi Dead e
di non pensare a queste puttanate, che è solo un cazzo di gruppo.
Quindi
ci sono un po' di giorni che capita ci separiamo ed io mi butto sui
Dead.
Quando
ho cominciato a cantare sul serio mi sono reso conto di una cosa che
sul momento mi ha paralizzato, poi però mi son detto che magari non
era niente di cui preoccuparsi. Insomma, è da tantissimo che non
canto seriamente come si deve, può essere questo, no?
Allora
ho deciso di fare delle canzoni dove non urlo ai livelli che facevo
coi Linkin Park e tutto va bene.
Non
ho più osato provare canzoni come Crawling o A place... penso che la
mia sia fifa nera, però prima o poi dovrò, coi Linkin faremo le
altre canzoni e quelle nuove dubito non urleremo.
La
mia voce... ecco... c'è qualcosa nella mia voce ma siccome non l'ho
più sforzata di nuovo dopo quelle prove, non ne ho la certezza.
L'ansia
sale mano a mano che ci penso ed i giorni passano e figurati se
riesco a tirare fuori dei testi decenti da solo. Adesso ho la testa
fissa lì.
E
se è vero che non riesco più ad urlare?
Magari
ho delle cose alle corde vocali e non lo so.
Piantala
di fare il coglione, Chez, e prova come si deve. Almeno sai se devi
preoccuparti davvero o no.
Lo
faccio da solo di proposito, Mike non è con me ma e se succede
nessuno lo deve sapere.
Se
succede che non riesco a cantare come prima.
Poi
è ovvio che lo dico a Mike ma sul momento... insomma, magari sono
fottutamente paranoico e Mike mi prenderebbe per il culo.
Guardo
il microfono come se fosse il mio nemico giurato, accendo le casso e
sospiro.
No,
questa cosa dovevo farla con Mike.
Dai,
non fare il coglione, andiamo.
Si
tratta solo di cantare.
Vado
al computer e faccio partire la base registrata di Crawling, o la va
o la spacca.
E
fanculo la spacca.
Quando
parto urlando non riesco ad arrivare nemmeno alla fine della parola
che smetto e tossisco.
Cazzo!
Impallidisco.
Se
abbasso il tono non serve ad un cazzo. Ho scaldato la voce, non è
perchè sono freddo.
Respira,
Chester, respira.
Blocco
la traccia e mando a cagare la musica.
Riprendo
con foga il microfono e mi metto semplicemente a gridare senza
cantare né dire nulla.
Grido
e mi fermo subito tossendo, la gola mi gratta.
Allora
riprovo. Stessa cosa.
Cazzo.
Non
ce la faccio.
Non
mi viene.
Se
abbasso il tono e l'intensità ce la posso fare ma non è la stessa
cosa, io ci devo riuscire come prima... cazzo...
A
questo punto la smetto. Guardo il microfono come se fosse lui il
colpevole. Penso di stare sudando freddo, davvero. Era da molto che
il cuore non mi batteva così. Bene Chester, ti è successo qualcosa
alla voce, hai avuto dei sintomi che hai ignorato ma ora non puoi
più.
Guarda
in faccia la realtà.
Non
riesci a gridare come prima!
Sento
il panico salire da dentro.
Una
volta per una cosa simile mi sarei attaccato alla canna, ora anche la
sigaretta mi fa venire la nausea.
Adesso
di solito mi attacco ad un'altra cosa per calmarmi.
Beh,
una persona...
Mike
non riesce nemmeno a dire 'pronto' che io sclero subito come un pazzo
schizzato.
-
Non riesco più ad urlare! Mike, capisci? Non ce la faccio! Avevo
avuto dei sintomi ma pensavo che fosse perchè non cantavo seriamente
da molto, ora però coi Dead è da un po' che provo ed ho dovuto
cambiare l'intensità di tutte le canzoni. Non sono cose che gli
altri possono captare ma tu quando mi sentirai te ne accorgerai
subito ed io lo so! Non sono riuscito ad urlare. Così dopo giorni
che ci pensavo mi son detto fanculo, ora ci provo! Ho provato
Crawling ma non ci sono riuscito... non riesco a tenere le note
lunghe urlate... tu pensa cosa sarà con A place! Non possiamo fare
più canzoni a quei livelli... cosa... cosa facciamo? Cosa mi è
successo alla voce, Mike? Cazzo! - Parlo come un treno ed alla fine
Mike riesce ad inserirsi.
-
Chez calmati e respira! Devi riabituarla a quei ritmi! Tu hai provato
coi Dead, ti ha dato fastidio e spaventato che fosse chissà cosa non
l'hai più sforzata a quei livelli. Ora di punto in bianco prendi e
ti metti a gridare così... devi andare per gradi, abituarla di nuovo
come si deve... - Vorrei che avesse ragione, dai... Mike ha sempre
ragione, vuoi che questa volta abbia torto?
Scuoto
la testa e mi sforzo di respirare piano, ho la pressione alle stelle.
-
Sì sì hai ragione... quando... quando vieni? -
-
Poco, sei in sede? -
-
Sì... ti... ti aspetto... - Cerco di mostrarmi calmo ma non mi ci
sento per niente. Penso che sia una stupida consolazione credere che
è normale e che basta riabituarmi. Sto cantando coi Dead da un po',
ormai... perchè ci vuole tanto?
No,
non penso che sia così... ho una paura fottuta di sapere di cosa si
tratta.
Cazzo...
perchè?
Perchè
se tutto vanno bene ci deve essere sempre qualcosa?
Alzo
gli occhi in alto e penso che se Dio sa cosa fa, potrebbe anche
spiegarmelo, per una volta.
Non
sono ancora abbastanza forte?
Vuole
farmi diventare ancora più forte?
-
Certo che a volte potresti rendermi partecipe, cazzo! - Esclamo verso
di lui.
Chiudo
il microfono e mi butto sul divano nella sala relax, un piede sul
divano e l'altro per terra, tutto scomposto, un pugno premuto sul
viso. Respira, Chester. Respira.
Mike
arriverà e come per magia risolverà tutto. Perchè io risolvo i
suoi casini e lui risolve i miei. È così che funziona.
Respira...
Sento
la porta aprirsi e non lascio nemmeno il tempo di chiudersi che salto
in piedi e mi fiondo da lui. Mike non ha nemmeno chiuso la porta che
io lo prendo per le braccia ed affondo le unghie. Sono fottutamente
terrorizzato, cazzo.
-
Cosa faccio se non ci riesco più? - Mike mi prende il viso fra le
mani e con fermezza esclama sicuro.
-
Ce la farai, Chez. Non ci sono dubbi. E se dovessi avere qualcosa
alla voce risolveremo. Risolviamo sempre. - E' così sicuro che mi
tranquillizza. Perchè lui ha questo potere. Lo sapevo.
Sorrido
poco convinto, ma è sempre meglio di prima che avevo voglia di
spaccare tutto.
Ora
l'ansia va meglio.
Mi
sciolgo accasciandomi contro di lui che mi abbraccia.
-
Dai, andrà tutto bene... fammi sentire... - Entra e mette giù tutto
sempre con me attaccato a lui.
È
che andava tutto così bene che ho abbassato la guardia.
Talinda
mi sta per dare un figlio, con altri va tutto sempre meglio...
persino con Sam non ci scotenniamo più... e mi piace essere il punto
d'incontro fra Mike e gli altri, quello che traduce i suoi pensieri
contorti da genio... prima era Brad che lo faceva, adesso sembra che
sia io e la cosa mi piace un casino.
Ho
abbassato la guardia, ecco cosa ho fatto. Mi merito questa batosta.
Non dovevo abbassarla.
Gli
faccio sentire al microfono ed alla fine per tenerla tutta lo stesso,
finisce che tossisco per mezz'ora. Mike mi ferma e con una calma
strana che non pensavo potesse mantenere in una situazione simile -di
solito diventa matto quando si tratta di me- mi fa sedere sul divano
di nuovo. Mi fa accoccolare contro di lui ed io mi tengo con forza
bruta alla sua maglia, nascondo il viso e chiudo gli occhi. Cerco di
non pensare a niente ma alla fine la mia testa è una litania.
'Non
ce la faccio'
Di
continuo.
Mi
carezza il braccio e la testa per un po' e dopo comincia a parlare.
Penso che si sia convinto che non è solo questione di abituarmi.
-
Per prima cosa andiamo dal dottore e vediamo cosa ci dice. Se davvero
dice che è successo qualcosa alla tua voce la curiamo, c'è sempre
una cura. E se non ci dovesse essere faremo le nuove canzoni adatte a
te. E nei concerti faremo una scaletta che non ti sforzi troppo,
inseriremo delle pause, riadatteremo delle canzoni ed al posto di
urlarle le faremo come delle sonate e se c'è da abbassare
l'intensità di qualche urlo lo abbassi, non importa. Ci sono
molteplici soluzioni. - Mi calma davvero solo questo perchè sono
delle soluzioni vere, non un dire tanto per dire.
Quindi
mi sento meglio.
Ha
ragione, ci possiamo adattare e comunque vuoi che non ci sia una
soluzione? Devo essere sfigato, no?
Lo
ero una volta, adesso non lo sono più...
Non
mi resta che sperarlo e pregare.
Gli
bacio il petto dove ho la testa appoggiata, apro gli occhi e riprendo
a respirare normale. Lui mi bacia dolcemente la testa e mi stringe la
mano sul braccio che strofina ancora.
È
il mio amore, a volte lo voglio impiccare, altre lo vorrei
incorniciare.
-
Ascolta, stavo pensando ad una cosa... - Dice poi dopo un po' che la
sua testolina ha elaborato qualcosa che sta per dirmi. - hai pensato
che possa essere un blocco psicologico? -
Inarco
un sopracciglio.
-
Cioè? - Non capisco proprio, al che mi alzo dalla comoda postazione
e lo guardo da vicino, lui è pensieroso.
-
Sì... magari è psicologico. Non ti va più di urlare e non ci
riesci. Prima avevi bisogno di urlare per estirpare la bestia, adesso
non hai né bisogno né voglia e così si mostra sotto forma di
problema vocale... è una cosa psicosomatica, può essere. Sai... -
Lo dice piano senza nessuna accusa. Non ci avevo pensato, mi spiazza
completamente e lo guardo sorpreso dell'idea che pone.
Dio,
avrebbe anche senso...
-
Beh... non è assurdo... io ora ho risolto tutto, non ho più incubi
e deliri dentro... prima urlavo per bisogno ma ora urlerei perchè è
il mio stile... - e non ho proprio la minima idea del perchè, ma
fatto sta che mi calmo molto di più davanti a questa ipotesi.
Forse
è peggio perchè se è psicologico come faccio a farmi tornare la
voglia di gridare?
Una
cosa così è più permanente di un problema alle corde vocali ma è
positivo. Significa che sto così bene che non voglio gridare... non
ci avevo mai pensato... Dio... e se fosse così?
Resto
a guardarlo sorpreso senza capacitarmi di tutto questo, penso di
doverlo assimilare.
-
Se fosse sarebbe così brutto? - Chiedo pensando a cosa possa pensare
lui ora.
Mike
inarca le sopracciglia.
-
Cosa dici? È bellissimo! Chez, ci adattiamo. Abbiamo detto di
cambiare stile. No? Di evolverci. Se dobbiamo seguire noi stessi e
far crescere la musica con noi... beh, forse è anche ora di non
urlare più, non credi? -
Sorrido.
E'
per questo che lo amo.
Perchè
lui è Mike. Mi fa sentire perfetto così come sono anche se ho mille
difetti.
Ed
io per lui faccio la stessa cosa.
-
Ti amo, lo sai? - Dico sorridendo rilassato, gli bacio le labbra e
lui ricambia più illuminato.
-
Lo so. Ti amo anche io. Vedrai che andrà bene... - Solo ora ne sono
convinto anche io al cento percento.”
“Quando
l'ho sentito cantare ho avuto dei sospetti, onestamente, ma ho
preferito non dirgli niente.
Ora
che siamo davanti al dottore non stento a crederci, per questo la
prendo bene.
Meglio
di Chester che fa la parte che di solito faccio io e si agita.
-
Si tratta delle corde vocali, sono state rovinate dagli acidi
gastrici. Ha avuto l'ernia iatale, no? Ha passato molto tempo a
vomitare di continuo, gli acidi le hanno fatto male anche sulle corde
vocali, purtroppo. - Chester impallidisce e sbatte subito la mano
sulla sua scrivania.
-
E cosa diavolo significa che ho le corde rovinate? Le cambiamo come
quelle di una chitarra?! Mica si può cazzo! - Gli metto una mano
sulla spalla per calmarlo e funziona quel nano secondo, il tempo per
rispondere.
-
No, certo che non si cambiano. Possiamo rinforzarle ed aiutarla a
cantare ugualmente a degli ottimi livelli, però purtroppo non
torneranno come prima. - Ecco, se lui avesse semplicemente detto 'le
rafforzeremo e vedremo come vanno col tempo' forse Chester ora non si
alzava di scatto facendo cadere la sedia a terra. Mi sposto per il
colpo improvviso ed il dottore indietreggia sullo schienale.
-
Non torneranno come prima? Quindi cosa, non potrò fare A place for
my head? - Sospiro.
-
Con tutto il rispetto, signor Bennington, quello è il minore dei
suoi pensieri ora. Adesso le prescrivo un trattamento che aiuterà le
sue corde vocali e col tempo vedremo come miglioreranno. Non voglio
darle false speranze, è certo che non saranno più... - Ah, ripetilo
ancora una volta, se ti riesce, così Chester ti pianta la penna
nelle tue, di corde vocali, e le usa per strangolarti!
Sta
infatti per urlare e mi alzo prendendolo per le spalle e voltandolo
verso la porta la apro, lo spingo fuori e mi chiudo dentro con il
medico che mi guarda allibito e spaventato.
-
Non era il caso di dirgli tutta la versione. Bastava 'la tratteremo e
nel tempo vedremo come recupererà!' - L'uomo sui sessanta si
stizzisce che io venga a dirgli come fare il suo lavoro.
-
Sì certo e magari potevo anche fargli credere che tornava come
prima! - Ora lo appendo io!
-
No però se lui si blocca psicologicamente pensando che non sarà
come prima, migliorerà ancora meno! Ora io grazie alla sua
incapacità di dare le notizie penerò a tranquillizzarlo! - Sospiro,
mi sto alterando troppo, devo cercare di calmarmi o non sarò utile a
Chester.
Mi
metto le dita agli angoli degli occhi chiusi e prendo dei respiri,
poi alzo la mano e lo fermo.
-
Ok, mi dica cosa fare. - In breve mi dà le indicazioni,
fortunatamente non è un trattamento farmacologico ma è una dieta ed
una serie di accorgimenti, per il resto si tratta di cose naturali
che dovrà prendere al mattino ed alla sera.
Sono
delle gocce.
Una
volta che mi spiega bene tutto e mi dà ricette e documenti, lo
saluto ed esco.
Chester
mi aspetta nella saletta insieme a delle persone che penso l'abbiano
riconosciuto ma che non hanno osato avvicinarsi per la sua aria
terribilmente adirata. Era da un po' che non diventava così.
Sorrido
alla nuvoletta nera che ha sulla testa e gli faccio il cenno con la
testa di seguirmi.
In
corridoio stiamo ancora in silenzio perchè c'è gente che passa e
non voglio nessuno sappia nulla, allora in macchina gli spiego con
calma tutto.
-
Una fottuta dieta del cazzo e delle gocce mi ridaranno la voce? -
Sospiro. Ha capito la metà.
-
Non tornerai come prima ma ci andrai vicino, ti rafforzerai le corde
vocali e sicuramente nessuno noterà la differenza. È una cosa a
lungo termine e non certo immediata, comunque. -
batte
la testa nervoso contro il sedile e si nasconde il viso, respira
pesantemente, è frustrato e mi dispiace ma resta un pessimo momento
per fare altro, quindi metto in moto e torniamo a casa.
Quella
che per noi è tale, ovviamente.
Sono
lieto si sia lamentato per tutta la strada come una mitragliatrice,
non l'ho fermato, è meglio si sfoghi invece che tenga. Chez che
tiene sarebbe comunque un evento. Sono io quello che cerca di
nascondere, non lui.
-
Dai, non è la fine del mondo. Vedrai che migliorerai. E poi faremo
delle canzoni adatte e ci mettiamo delle pause. Magari un paio di
quelle particolarmente urlate le facciamo al pianoforte... avevo in
mente questa cosa da un po', è la scusa ideale... - Cerco di
rabbonirlo perchè penso sia stato abbastanza catastrofico.
Per
un momento penso di essere tornato indietro.
Chester
butta la giacca frustrato sul divano ed io la prendo e l'appendo
insieme alla mia. Poi marcia per casa come un soldato in guerra.
-
Sì sì tutto grandioso, guarda! Ma perchè cazzo la mia voce? Su
tutto proprio quella! Pensavo d'aver finito con la merda! Cazzo! - Mi
appoggio al tavolo dove ho sparso le indicazioni terapeutiche del
medico.
-
Non prenderla così, hai passato di peggio... ci sono delle ottime
soluzioni, Chez... - Cerco di minimizzare ma ovviamente non mi dà
retta, in questi casi è peggio ma non so bene che fare. Mi aveva
abituato all'ottimismo!
Ora
rivedere il pessimismo è traumatico.
-
Sì, ottime soluzioni che non prevedono una guarigione! Sai perchè
siamo a questo punto, Mike? - Ecco, ora mi rinfaccia qualcosa. Una
volta era così. Distruzione cosmica e poi sempre la colpa a me.
-
No, perchè... - Dico rassegnato pronto a sorbirmelo.
-
Perchè non ti ho dato retta quando mi avevi detto di sospendere il
tour di Meteora per curarmi subito. Se l'avessi fatto non avrei
passato mesi a vomitare come un coglione! - Tutto si ferma un istante
mentre lo fisso sconvolto, ma lui continua a ripetere quante volte
vomitava e ricorda precisamente parola per parola ciò che ci siamo
detti quella volta. È stato quando abbiamo smesso di comunicare. Si
è rotto tutto davvero in quel momento.
Non
posso dire che glielo avevo detto, se lo sta dicendo già da solo.
È
vero... se mi avesse dato retta. Ma coi se e coi ma non si va avanti.
Sospiro
mentre il treno prosegue a folle velocità verso un muro che a breve
terminerà in un burrone. Se non lo fermo è finita. Allora
esasperato da tutto questo, agisco istintivamente seguendo un'idea
che non so nemmeno quale sia di preciso.
Lo
prendo per il braccio e lo trascino di forza nella sala prove, quasi
arrabbiato lo spingo davanti al microfono che accendo insieme alle
casse, io mi metto al pianoforte.
-
Non canterò, Mike! - Grugnisce. Io lo fisso come per ucciderlo, uno
sguardo davvero affilato e si corregge. - Non ora! -
-
Canta. - Dico mentre comincio a suonare.
-
No, ho detto che non canto ora! - Si impunta e strilla al microfono,
per poco non mi perfora i timpani ma io suono lo stesso.
È
la versione al pianoforte di Pushing me away.
Ce
l'avevo in testa da un po' ed ora eccoci qua, penso che dopotutto
aspettassi solo una scusa.
-
Smettila, non la faccio. - La riconosce subito.
-
Canta, ho detto. - Sono molto secco e perentorio, di quei toni che
non ammettono repliche. Alla fine, dopo che la suono tutta per intera
e che la smette di grugnire come un idiota, l'atmosfera è diversa.
Si
è calmato, se Dio vuole, e comincia a figurarsela anche lui nella
mente.
Come
potrebbe essere se la facessimo al piano.
La
puoi provare.
Puoi
sperimentare tutte quelle cose che non abbiamo avuto tempo di provare
perchè avevamo già tutto pronto.
Ora
la parola d'ordine sarà sperimentazione e cambiamento.
http://www.youtube.com/watch?v=GQYx0eXRSQ8
Finalmente,
quando la ricomincio la seconda volta, si decide e mi degna della sua
splendida voce.
Dio
mio se è splendida.
Io
l'ho sentito cantare così, piano e delicato, un paio di volte. Quasi
per caso.
My
december. È stato lì che mi sono innamorato della sua voce.
Lui
preferiva urlare e l'abbiamo accontentato ma adesso ha bisogno di
fare altro.
Il
paradiso scende e prende il posto dell'inferno che per un attimo era
arrivato.
Signore,
è come se fossero degli angeli che cantano.
Io
non riesco a far capire a nessuno cosa mi trasmette la sua voce
quando canta in questo modo, ma finchè lo farà... finchè riuscirà
a darmi tutti questi brividi e a farmi piangere mentre canta... sono
sicuro che non ci saranno problemi.
Andrà
tutto bene.
Inghiotto
più volte perchè è la cosa più emozionante di un po' di tempo a
questa parte.
Io
e lui soli. Io che suono per lui e lui che canta per me.
Ed
è tutto così sospeso nell'universo che ci culla. È tutto così
splendido.
Che
problemi esistono?
Non
ce ne sono.
È
fantastico.
È
semplicemente fantastico.
Tutti
devono sentire come sa cantare, tutti devono sapere cosa riesce a
fare con la sua voce.
Tutti.
Perchè
che canta forte ed urla è assodato ma lui è molto più di questo.
Lui
sa cantare e canta come un Dio.
Tutti
lo sapranno.
La
canzone finisce e le mie dita si alzano dal pianoforte. Se sapesse
cosa mi ha dato non si preoccuperebbe tanto del problema che ha ora.
Mi
volto e lo guardo ed anche lui è emozionato. Forse ripensava a
quando è nata Pushing me away o forse si è emozionato come me
facendola in questo modo. Ma io lo sono per la sua voce. Lui per cosa
lo è?
Si
avvicina, finalmente, e si siede accanto a me sul pianoforte. Guarda
i tasti bianchi e neri, è ancora molto scosso.
-
Io... io ho capito... - Lo guardo. Il suo profilo così vicino al mio
è di poco irregolare, giusto appena il naso. Ma per me resta
perfetto anche se non lo è.
-
Cosa? -
-
Cosa cercavi di dirmi... - Lascio che si esprima da solo e lo fa poco
dopo mettendo un dito su una nota. - Che il mio dono non è finito...
- Sorrido orgoglioso di lui, sapevo che ci poteva arrivare. È
proprio un altro. Una volta non avrebbe mai detto così.
Gli
prendo la mano che ha sulla sua gamba e la stringo.
-
Il tuo dono non finirà mai. Finchè riesci ad emozionarmi in questo
modo non devi preoccuparti. - Appoggia la testa di lato sulla mia
spalla per ringraziarmi ed è un gesto così affettuoso e puro che mi
riempie immediatamente. - Chester, io amo il tuo modo di cantare, tu
riesci ad usare la voce come nessuno mai. Riesci a cantare così
forte che è pazzesco ma... ma quando canti così... Dio mio, io vedo
un intero Paradiso! Era da quando hai fatto My decembar che volevo
proporti una sonata ma c'erano mille cose più importanti. Che ne
dici ora di farne qualcuna? Io voglio che tutti sentano questa tua
incredibile voce... -
A
questo punto annuisce piano, non è proprio una resa. È che non
aveva mai visto le cose in questa prospettiva.
È
vero, non riuscirà a cantare forte come prima o se non altro lo farà
con molta fatica, però può fare ben altro. Può far sognare lo
stesso, può far arrivare la sua voce ancora più lontano di quanto
faceva prima urlando dalle viscere.
-
E poi come dici tu... non c'è più la bestia... - Sorrido. È la
cosa migliore che potesse dirmi.
-
Non hai voglia di urlare? - Alza le spalle.
-
Non poi così tanto. Era che pensavo di doverlo fare. Cioè ora. Ora
pensavo di doverlo fare, per questo mi sono agitato. - E' così mite
che quasi non lo riconosco.
-
No, va bene così. Ora hai altre cose da dire, non sono più urla di
dolore. Ora sei felice, no? Non vuoi dire questo, a chi ti ascolta? -
Perchè
non è cosa dice ciò che conta ma come.
Può
anche parlare di incubi e deliri ma se li canta come ha fatto prima
il messaggio che darà di sé è diverso da prima.
Prima
sembrava un disperato incazzato col mondo.
Ora
può sembrare una persona stabile, equilibrata, serena.
Ed
è così che è!
In
risposta alza la testa e cerca le mie labbra che gli do volentieri,
quando ci troviamo tutto viene spazzato via e combaciare così
scaturisce in noi tutto questo sentimento che è partito cantando e
suonando.
Andrà
bene perchè ora lui è felice e sta bene, per questo qualunque cosa
gli capiterà saprà gestirla.
Ed
io sarò con lui, sempre.
Come
lui sarà con me.
Le
lingue si intrecciano e prende vita un bacio che diventa subito
qualcos'altro.
Diventa
espressione del nostro profondo desiderio di averci per sempre in
ogni modo, di sostenerci a tutti i costi, di capirci in modo
assoluto.
Preso
dal bacio che aumenta subito d'intensità, Chester si alza dallo
sgabello e senza staccare la bocca dalla mia mi si siede sopra a
cavalcioni, mi prende il visto fra le mani ed io lo prendo per la
vita. Si appoggia al pianoforte dietro di sé, un paio di note si
odono ma sono già lontane perchè ormai siamo tutti l'uno
nell'altro.
È
come se ne andasse della nostra vita, quasi, anche se non c'è la
frenesia di un tempo.
Adesso
c'è solo un amore talmente grande da non poter essere contenuto
nelle sole parole o nei soli gesti d'affetto normali.
Si
arriva a dei livelli in cui puoi esprimere davvero ciò che provi
solo nel perderti in lui.
Infilo
le mani sotto la sua maglia e tocco la sua pelle, la sua schiena coi
suoi tatuaggi. Risalgo e gliela alzo per sfilargliela da sopra.
Non
ci sono momenti precisi per farlo o per non farlo.
Quando
ne abbiamo voglia succede.
Ci
sono anche volte in cui stiamo insieme e siamo soli e stiamo solo
abbracciati.
Non
c'è alcun pensiero fisso, non c'è una malattia di noi.
Lui
abbassa la cerniera della mia felpa e me la fa scendere lungo le
braccia, ci osserviamo intensamente da vicino mentre siamo a torso
nudo e ci carezziamo sulle braccia e scendiamo sulle mani.
Intrecciamo le dita e stringiamo fissandoci sempre come ci
contemplassimo.
Le
labbra si riuniscono e respiriamo noi stessi e tutto il desiderio
ormai immenso che ci scalda.
Esco
dalla sua bocca e gli bacio il viso per arrivare all'orecchio,
stringo le dita fra le sue e mormoro piano, sentitamente.
-
Voglio entrarti dentro... e farti sentire quanto mi hai emozionato
prima... e quanto amo la tua voce. - mi carezza con la testa stessa,
la guancia contro la mia, non usiamo le mani ed è come essere due
gatti che si fanno le fusa.
Sorrido
fra me e me all'immagine che mi è venuta.
-
Ed io lo voglio sentire... - Non c'è più volgarità. Lo vedi?
Non
c'è... siamo diventati chi dovevamo diventare.
Sconvolto
e strabordante di una serie di sentimenti che non riesco più a
tenermi dentro, mi giro in modo da farlo alzare e così si apre i
jeans e davanti a me ancora seduto l'attiro a me, lo incastro fra le
mie gambe e mi prendo tutto il suo piacere mentre con le dita mi
intrufolo in lui, dietro. Fra dietro ed avanti non sa più dove si
trova, il piacere sale in ogni senso e quando lo sento vicino
all'orgasmo smetto e mi apro i pantaloni, sto per alzarmi ma lui si
accuccia davanti a me e ricambia quanto ha appena ricevuto. Mi spinge
e finisco che sono io ora coi gomiti sul pianoforte, i tasti tornano
a farsi sentire e sorrido mentre poi ansimo sulla sua bocca che si
occupa di me e della mia erezione.
È
intenso e prepotente, sono i suoi modi, ma non è un divorarmi. Resta
presente. Assapora.
Capisco
le nostre evoluzioni effettive solo mentre facciamo l'amore, mi
capita sempre.
Accompagno
la sua testa contro di me con la mano e lo chiamo perchè è la
conferma che è lui e che è mio.
L'eccitazione
mi investe come un treno, quando mi sento al limite lo stacco da me,
ci alziamo entrambi, si gira e si piega. Di nuovo i tasti che suonano
ma non sono nemmeno sentiti. Mi chino in lui e lo preparo con la
lingua, lubrifico bene con la saliva e poi lo prendo per la vita e
lento scivolo in lui. Lento ma deciso. Non mi fermo. Fluido in un
unico movimento ci sono e lui inarca la schiena e butta fuori un
lungo sospiro.
Voglio
sentirla ancora la sua voce gemere solo per me. Gemi, Chester.
Mi
muovo e lui comincia ma è ancora sommesso. Così insisto con più
intensità, vado sempre più a fondo ogni volta e lui è sempre più
in estasi fino a che non geme davvero. Come lui sa fare.
Con
quella sua voce che amo e mi fa venire ogni volta.
Non
esistono voci simili su questo universo.
La
amo ed amo lui.
Ad
ogni colpo la sua voce mi porta più in dentro ed ogni volta che mi
avvicino tanto, il mondo sfuma e sfuma sempre più.
Sfuma.
Ed
io ora mi posso sciogliere nell'unico amore che la mia vita avrà
mai. Ti amo Chester.”
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Per
chi non sa...
Chester
ha davvero rovinato le sue corde vocali quando in quell'anno passava
i giorni a vomitare di continuo per l'ernia iatale. C'è
effettivamente una leggera (dipende dai punti di vista) differenza
canora da prima di MTM. E' oltremodo vero che le scalette cambiano,
vengono inseriti più momenti di 'riposo vocale' per Chester, fanno
Pushing Me Away al pianoforte e da quell'album lì creano anche molte
canzoni dove lui canta senza dover urlare a certi livelli. Le canzoni
dove deve sforzare di più la voce, solitamente sono messe alla fine.
Il problema in questione l'ha avuto ma non ci sono state operazioni
né niente.
E'
anche vero che comunque dopo la sua riabilitazione Chester non aveva
più fondamentalmente voglia di gridare, in una sua intervista dice
che la bestia non c'era più e che semplicemente non gli andava.
Hanno anche ribadito spesso il concetto che la loro musica si è
evoluta con loro, sono cresciuti insieme e si nota dal tono che sono
diventati oltre che più profondi anche più stabili ed equilibrati.
Lo si percepisce proprio sentendo le canzoni.