CAPITOLO LXXXVI:
PRENDENDOSI
CURA DI LUI
“Succede
che semplicemente cado.
Niente
di che.
Ok,
è stata una fantasmagorica figura di merda.
Non
è che cado fra i miei quattro amici fedeli che sì mi prendono per
il culo ma non mi ha visto nessun altro.
Cado
in pieno concerto davanti a milioni di persone.
Saltando.
Cioè
il mio punto forte sono i salti e cazzo metto male il piede e cado
come una pera di merda!
Quelle
che non mi faccio da un sacco di tempo!
Porco
cazzo!
E
sai quanti avranno visto? Cristo di Dio immenso!
Cos'è,
ti sembravo troppo gasagonfiato? Volevi ridimensionarmi? Un sistema
meno di merda no, eh?
Cado
mentre Mike fa il pezzo, risalgo in un batter d'occhio, impreco
contro tutti i Santi del paradiso -mi dispiace ma se lo meritavano
questa volta- e continuo la canzone come niente.
La
mia mente funziona per priorità, Mike dice che quando sono Chez il
cantante sono un robot, non sbaglio nemmeno se lui si spoglia davanti
a me. Non mi distraggo, canto e sempre in alto livello. Quindi la mia
mente funziona come un robot, in quei momenti. Elimina
automaticamente tutto quello che non c'entra col cantare. Non vedo
nemmeno il pubblico, non c'è nessuno, nemmeno chi suona. Per me la
musica nasce da sola, quando canto. Considero solo Mike perchè
dobbiamo cantare insieme quasi sempre, dovendo stare attento ai suoi
pezzi per partire coi miei, devo per forza considerarlo.
Per
il resto non esiste niente altro.
Se
ho un po' di influenza, quando salgo sul palco e la musica parte, non
la sento più. Sparisce. Torno a stare bene. Se sono giù di voce la
mia mente registra che devo solo cantare. È come una autoipnosi
spontanea... la voce torna a starmi bene, poi quando smetto va via di
nuovo.
Se
ho mal di schiena canto lo stesso e salto come non l'avessi. Poi
porcono.
Quindi
finiamo la canzone e non ho idea se cadendo mi sono fatto male o no.
Però canto e finisco.
Quando
le note cessano respiro e col respiro la fitta lancinante al polso
destro mi fa partire un embolo.
Dico
solo velocemente a Mike di prendere tempo ed intanto corro dietro al
palco.
Non
faccio scenate ma mi fa davvero male, mostro il polso e si vede
subito che è bello gonfio. Registro poco di quello che succede.
Mi
chiedono se ce la faccio, io dico 'ovviamente sì'. Provano a
fasciarmelo e a metterci il ghiaccio ma la cosa mi fa più male, è
più ingombrante, intanto Mike alla tastiera suona qualcosa e blatera
senza sapere che diavolo succede e che diavolo fare. Ma è una cosa
che gli viene fottutamente bene.
All'ennesimo
insulto che mi parte perchè con questa benda del cazzo mi fa più
male di prima, mi tolgo tutto, mando al diavolo il dolore e torno
fuori.
Gli
applausi e Mike sollevato mi guarda, vorrebbe capire come sto e che
diavolo è successo, dico quattro puttanate per non far preoccupare
nessuno, specie lui, e poi ricominciamo a cantare.
Di
nuovo la mia mente elimina il fottuto dolore al polso che se non è
rotto è storto forte... non c'è niente che non funzioni in me
improvvisamente.
Canto
che è una meraviglia.
Appena
il concerto finisce e salutiamo come sempre, posso tornare a sentire
tutto il male del mondo concentrato in questo polso del cazzo.
Ok,
forse ce l'ho fatta perchè sono abituato al dolore ed una volta mi
piaceva, adesso diciamo che ho un'alta soglia e quando mi faccio
nuovi tatuaggi godo perchè per me quelli sono brividini di piacere.
È questa la mia soglia.
Sono
riuscito a cantare con un polso grosso così!
Mike
di solito sta tanto a salutare, gli piace il contatto col pubblico ma
stavolta mi guarda subito il polso gonfio e mi fa il cenno di andare.
Vorrebbe prendermi e portarmi via di peso ma sa che non è il caso.
Una volta dietro comincia a fare il matto isterico con la sua solita
mania di agitarsi per le puttanate.
-
Si può sapere cos'hai fatto? Canto e vedo che sparisci e rispunti
come niente, canti e poi appena finisce la canzone sparisci di nuovo
e mi dici di prendere tempo! Ed io che non so che dire e che vorrei
solo andare con te e sapere che è successo. Poi torni e non mi dici
nulla, solo riprendi a cantare. Fai come niente ma non muovi il polso
e non tieni il microfono. Ed ora guarda come è gonfio! Mi vuoi dire
cosa ti è successo? - Sbuffo e sto per dargli una testata, già mi
fa male, non mi serve anche lui che blateri senza senso.
-
Non ti sei accorto che sono caduto? - Mi fissa sbalordito. Questo
quando suona e canta è peggio di me! Io estranio tutto e tutti ma
lui diventa la stessa musica che produce!
-
Sei caduto?! Sei caduto?! SEI CADUTO DURANTE IL CONCERTO!? E PERCHE'
CAZZO NON ME NE SONO ACCORTO?! - Oh Dio Santo, fallo smettere, dagli
un fulmine! Non lo so!
Posso
sopportare il dolore di un polso che forse è rotto, posso sopportare
anche un riccio in culo ma lui che urla isterico per me no!
Una
volta mi piaceva e godevo, adesso vorrei ucciderlo!
-
Mike sono vivo e sto bene, è solo una storta! - Allora digrignando i
denti prende il mio braccio e me lo alza, non fa niente altro, non lo
gira, però la fitta parte e per poco non gli do un calcio nelle
palle!
-
Lo vedi che invece hai qualcosa? Cazzo Chez! Andiamo in ospedale! -
Mi afferra per il braccio sano e mi tira. Gli altri mi vengono
incontro e devo spiegare per la trecentesima volta cosa è successo.
-
No no vi prego, vado io ed un autista, non mi serve gente intorno!
Andate in albergo e riposatevi, ci vediamo domani mattina! - Dico
esasperato. Mi fissano senza riconoscermi.
-
Tu ami stare al centro dell'attenzione! - Replica Joe.
-
Sì ma solo se sto bene, adesso voglio solo fare un po' di smorfie in
santa pace! Dai! - Spingo anche Mike ma lui si lamenta, guardo
implorante Rob e me lo prende e lo porta con sé. Gli dovrò fare una
statua. Mike è diventato troppo apprensivo con me!
Dovrò
fare un discorsetto con lui!
Salgo
in macchina, l'autista è uno della crew, posso sospirare stanco e
appoggiare la testa al sedile e chiudere gli occhi.
-
Vai pure... - Dico, ma la maledetta porta si apre ed ho paura di
sapere chi è.
Le
sue dita affondano sulle mie stanche membra. Sulle cosce.
-
Cosa cazzo c'è!? - Dico fra i denti senza aprire gli occhi.
-
Ora può partire! - Dice all'autista che si muove. È Mike.
-
Pensavi di andare senza di me? - Dice con un decibel più alto del
mio nei miei acuti migliori.
-
No, figurati! Lo sognavo e basta! Sapevo di non riuscirci! - Sbuffa.
-
Senti, se sono stressante mi dispiace ma sai che quando... - Sta per
dire 'quando si tratta di te divento apprensivo', ma penso che
suonerebbe troppo equivoco e apro gli occhi improvvisamente per
zittirlo, poi con lo sguardo gli ricordo che non siamo soli e si
copre la bocca con un gesto poco mascolino. Questo mi fa sorridere.
Era
così preso da me che si era dimenticato delle sue manie di coprire
le tracce del nostro immenso amore.
Toglie
la mano dal mio ginocchio ed io torno ad appoggiare la testa dietro e
chiudere gli occhi.
Sembra
calmarsi ma si avvicina per parlarmi piano.
-
Mi dispiace che sono troppo apprensivo, ma è che sei tu... come
stai? - Almeno se ne rende conto. Ok, se non urla non mi dà
fastidio. Anzi.
Faccio
un piccolo sorrisino di gusto.
-
Non poi così male. Sono riuscito a fare un concerto, dopotutto... -
Logico.
-
Sì però tu hai una soglia del dolore inumana! Penso che qualche
colpo in testa ti piaccia ancora! - Continua a parlare piano, ma
onestamente penso che Ambrogio senta tutto. Pazienza.
Per
me possiamo anche dirlo al mondo intero.
-
Non lo so... mi è rimasto il piacere del tatuarmi, ma per il resto
non godo come prima quando spacco il mignolo del piede contro un
fottutissimo mobile! Ho un'alta soglia del dolore, questo sì! -
Mike
apre la mano ed io gli metto piano sopra il mio polso, lui non
stringe, lo sostiene delicatamente ed ora è di nuovo il mio Mike,
quello che mi rilassa.
Fissa
il gonfiore torvo e preoccupato.
-
Per me è rotto... come hai fatto a cantare con questa roba? - Alzo
le spalle.
-
Sai che quando canto sono così, no? Tolgo tutto quello che non mi
serve per cantare. - Sorride e si appoggia anche lui, ma non mi
restituisce la mano ed io non me la riprendo. Non mi fa male se lo
tiene così.
-
Robot Chez! - Conclude.
Ridacchio
e sto tranquillo per il resto del tempo, anche lui non è più
agitato.
Quando
mi dicono che è rotto e che me lo devono ingessare, io impreco ma
non per il fatto in sé...
-
Sentite, può venire Mike? Se sta solo ad aspettare senza sapere di
cosa si tratta si divora tutto l'ospedale! - Sorridendo per questo
aneddoto che spero non diranno in giro, vanno a chiamarlo. Era in una
saletta isolata e solo.
Quando
mi raggiunge ha l'aria molto ansiosa e gli dico subito che è una
piccola frattura.
-
Mi faccio fare un'ingessatura meno ingombrante... - Lui prende le
radiografie e mi segue mentre guarda il mio polso ancora fermo
sospeso a mezz'aria. Mi segue mentre io a mia volta seguo
l'infermiera che mi porta in ortopedia per la procedura.
Non
può dire niente di particolare e si mantiene calmo, sospettosamente
calmo.
Quando
rimaniamo un attimo soli perchè sono andati a chiamare chi per loro,
lo guardo sospettoso e glielo chiedo:
-
Come mai non sbarelli? - Alza le spalle.
-
E' solo una micro frattura, cosa vuoi che sia! - spalanco gli occhi
come se fosse un alieno!
-
Che ne hai fatto di quello apprensivo da manicomio di prima? - Mi
spinge.
-
Prima non sapevo di cosa si trattava! Ne hai passate di peggio! -
Sminuisce. È vero.
-
Ti preferivo quando morivi per me! - Sta per rispondere ma entra il
dottore, ci spiega bene tutto, ci fa vedere dov'è la frattura, ci
dice la terapia ed ogni dettaglio. Dopo questa specie di gesso dovrò
mettere un tutore rigido e lo dovrò tenere per un po'. Non devo
sforzarlo.
Se
ho tanto dolore può prescrivermi antidolorifici e Mike fa la faccia
di allarme, ma rispondo che non me ne servono perchè non sento
niente.
Rilassato,
esce ad aspettarmi mentre cominciano.
Io
sarò cambiato, ma lui non è da meno!
A
volte mi sorprende... beh, sempre in effetti.”
“Dopo
aver fatto per noia un video sul polso di Chester e aver parlato come
mio solito un sacco, finalmente lui esce, ha il braccio al collo e
fasciato e sembra rilassato quanto prima. Registriamo ancora un
pezzetto per il video, dico quattro cagate messe in croce, ridiamo
insieme e ci diamo il cinque.
Dopo
di che ci facciamo portare in albergo.
È
notte ed è tutto deserto, per fortuna, quindi nessuno ci ferma per
degli autografi e possiamo andare in camera in fretta.
Cavolo,
mi sono agitato davvero, prima. Mi rendo conto di essere apprensivo
ed esagerato ma non sapevo cosa aveva e sono andato un po' nel
panico, ma ammetto che vederlo così tranquillo mi ha spento.
Fortunatamente
non fa molto freddo, anzi, siamo in maniche corte e ci sono pochi
strati di vestiti.
Senza
nemmeno pensarci lo aiuto a togliersi la maglietta, non si lamenta
nemmeno una volta e quando è a torso nudo, sorge la prima domanda.
-
Non puoi bagnarlo... - Che poi non è una vera domanda.
Alza
le spalle e cerca di aprirsi i jeans da solo ma con una mano è
difficile perchè sono stretti, allora lo faccio io e glieli abbasso,
mentre mi chino davanti a lui e si appoggia a me per alzare prima un
piede e poi l'altro, sorridiamo insieme.
Ovviamente
è bello e non pensavo potesse esserlo, non ci avevo proprio
riflettuto che avrà bisogno di me per fare certe cose.
Specie
una.
-
Ma come sei premuroso... - Dice malizioso mentre mi alzo pensando che
i boxer se li può togliere da solo.
-
Penso che il resto dovresti riuscire, ricordati di non bagnare la
fasciatura... - Faccio per occuparmi di me e quindi vado al letto ed
al mio borsone ma ovviamente mi dà un calcio e gracchia un 'ehi'
offeso.
Lo
sapevo!
Rido
mentre lo guardo con le mani ai fianchi.
-
Beh? -
-
Come beh! Mi devi aiutare anche a lavarmi! - Scuoto la testa.
-
Non penso proprio! Puoi lavarti da solo! Tieni il braccio fuori così
e con l'altro braccio ti insaponi e poi ti sciacqui, tieni la doccia
sull'appendino e... -
-
Io appendo te per i coglioni, non dire cazzate e spogliami del tutto!
Facciamo la doccia insieme! - Rido di nuovo fino alle lacrime mentre
mi avvicino.
Non
ci posso credere.
-
Certo che come convinci tu... hai un sistema... seducente al massimo!
- Lui fa il broncio un istante, poi però il luccichio nei suoi occhi
mi fa capire che sta per fare qualcosa.
-
Vuoi che sia seducente? - Dice abbassando il tono.
Inarco
un sopracciglio sfidandolo e lui penso non volesse altro.
Infila
la mano sotto la mia maglia larga, sulla pelle del fianco che carezza
lentamente risalendo al capezzolo, mentre me lo tormenta fra le dita,
sussurra contro il mio orecchio piano ed invitante.
-
Mi togli i boxer? - I brividi partono. Non gli ci è voluto molto.
Questo qua sa essere dannatamente erotico anche solo con un battito
di ciglia!
Come
fa?
A
me non riesce!
Mi
abbasso e gli tolgo anche quelli, lo faccio piano e quando risalgo in
piedi, lui mi prende un lembo di maglia e me lo alza, non può usare
due mani e quindi lo devo aiutare. Prendo l'altro e me la sfilo, lui
tira e l'indumento viene via. Dopo di che basta aprirmi il bottone, i
miei pantaloni sono più comodi e scendono giù che è una
meraviglia.
I
boxer dimostra di poterli togliere lui, infatti si accuccia davanti a
me e tira senza troppe cerimonie. Riesce comunque ad essere sensuale
anche così!
Non
so come fa...
Mi
prende per mano, una volta nudo, e mi tira in bagno dove apre l'acqua
della doccia.
Faccio
un sorrisino soddisfatto.
-
Vuoi che ti aiuti io o sei tu che aiuti me? - Chiedo malizioso e lui
si ferma ed alza le braccia per arrendersi.
-
Allora non farti pregare! - Prendo veramente in mano la situazione,
preparo l'acqua, la regolo, prendo i nostri prodotti per lavarci e
quando è tutto pronto, lo spingo delicatamente sotto la doccia. Gli
prendo il braccio ingessato e glielo appoggio sulla mia spalla,
perchè io sono fuori dall'acqua e non mi sto bagnando. Così non si
sforza a tenerlo sospeso nel nulla.
Sorride
con maggiore dolcezza a questa mia attenzione e finalmente, con
l'acqua che lo ricopre e lo rilassa, mi bacia per ringraziarmi.
Le
sue labbra non sono volgari come una volta, mi carezzano dolcemente
scivolando sul viso e vorrei bagnarmi come lui, ma devo tenere
asciutto il suo braccio.
Allora
Chester mette anche l'altro braccio sano sull'altra spalla come in un
abbraccio però meno stretto. E con aria furba, dopo avermi dato
questi piccoli dolci baci, mi dice:
-
Adesso però mi devi lavare... - Ridacchio.
-
Non sei inabile! - Dico scherzando. Lui fa quella sua tipica aria da
falso innocente.
-
Come no! Ho un polso rotto! -
-
Uno! Non due! - Faccio finta di essere severo ma non lo sono davvero.
Solo con la musica lo sono!
-
Posso rimediare subito! Qua è tutto così scivoloso... potrei cadere
e... - Sta per muoversi davvero e prima che lo faccia lo fermo con le
mani sui fianchi ridendo.
-
Ok ok, lo faccio io... sei una troia, comunque! - Lo dico come se
però gli facessi un complimento e soddisfatto non mi lascia le
spalle. Prendo il bagnoschiuma e lo metto sulle mani, non ci possiamo
portare sempre le spugne in giro, usiamo le mani e siamo veloci.
E
poi lui lo preferisce.
Con
molto impegno gli carezzo la pelle. Parto dal collo e lui l'allunga
godendo subito, non chiude gli occhi perchè preferisce guardarmi, io
faccio sempre quel sorrisino che la sa lunga e proseguo sulle
braccia, passo ogni centimetro con molta cura, senza fretta. Piano.
Potrei
essere frettoloso e approssimativo ma passo anche quelle parti che
potrebbe farsi da solo. Non mi fa schifo niente e poi si è
sciacquato, poco fa.
Mi
chino lentamente per carezzargli il busto e poi lo faccio sulle
gambe. Lascio per ultimo il suo inguine ma ovviamente non manco di
stuzzicarglielo. Bisogna lavare tutto per bene.
Muovo
la mano sul suo membro che si eccita ma non a livelli incontenibili,
così poi lo giro e mi occupo del suo sedere. Alquanto piacevole,
devo dire. Specie per lui, quando si china in avanti, e mi dà tutto
di sé.
Non
serve che parli, dopo aver ravvivato il davanti, ravvivo anche il
dietro. Va bene così, lo dovevo coccolare un po'.
Il
mio dito si muove facilmente per la schiuma e lui geme, è piacevole,
lo so. Però ancora non voglio andare oltre le semplici coccole. Mi
rialzo e lo raddrizzo insaponandogli la schiena, sospira insofferente
ma lo giro e gli pulisco anche il viso.
Gli
lascio le labbra che bacio e non apre gli occhi, li lascia chiusi, si
fida di me.
Gli
riprendo il braccio ingessato e glielo metto sulla mia spalla, poi
prendo lo shampoo e lo metto sui capelli. Massaggio la cute, sono
corti, ci sto poco. Si è fatto una splendida crestina che gli sta
d'incanto.
Questo
stile gli dona proprio, c'è poco da fare.
Dopo
aver finito, sempre in perfetto silenzio, gli metto di nuovo l'acqua
sopra e lascio che lavi via la schiuma, l'accompagno con le mani e di
nuovo le carezze non si sprecano, sono più delicato di quel che
volessi, finisce che mi prendo cura di lui anche quando potrei
smettere e lo faccio volendolo più che mai. Lo sente, lo percepisce
e quando sa di essere pulito riapre gli occhi e si mette contro le
piastrelle, allarga il braccio di lato per portarlo fuori dall'acqua
e mi attira sotto il getto, così posso lavarmi.
-
Sei molto dolce... - Dice come se lui invece non lo fosse. Io sorrido
e mi insapono velocemente ed il momento erotico è finito perchè mi
gira e mi strofina la schiena con la mano libera. Poi mi sciacquo
svelto, voglio solo tornare ad occuparmi subito di lui.
Quando
chiudo il rubinetto mi attira a sé e fa sì che mi appoggi col
bacino, sento l'erezione sulla mia, è ancora eccitato e finisce che
succede pure a me, il caldo cresce insieme alle nostre lingue che si
intrecciano nelle bocche, fusione.
Mi
allontano a malincuore ed esco, prendo un asciugamano e lo avvolgo
strofinandolo meticolosamente. La testa, il collo, il petto, le
cosce, di nuovo l'inguine e la schiena.
Lo
faccio con molta cura, poi gli indico di andare in camera mentre mi
avvolgo in un altro e lo raggiungo.
Mi
accuccio davanti a lui che è seduto sul letto e col mio asciugamano
gli passo i piedi e lui trattiene il fiato, sorrido perchè si sta
emozionando in qualche modo e gli bacio leggero il dorso, poi
continuo sul resto della gamba, il ginocchio e poi le cosce.
Le
allarga e si apre il telo che lo ricopriva ancora, appoggia la mano
dietro di sé e butta indietro la testa, perchè mi occupo meglio del
suo membro ancora duro. Non posso mandarlo a dormire con questa
sorpresa così sveglia fra le gambe.
Sospira
subito e finisce che accompagna la mia testa mentre si muove su e giù
e aumento quando lo sento pulsare vivo e caldo.
Lo
faccio venire e mi approprio del suo sapore.
Poi
soddisfatto mi alzo e lo bacio carezzandogli il viso delicatamente.
-
Il servizio è completo! Spero che il signore sia soddisfatto! -
Gli
occhi gli brillano, mentre mi guarda da vicino. Faccio per alzarmi,
per mettermi il pigiama, ma mi allaccia la mano con la sua,
intrecciamo le dita e mi attira a sé di nuovo. Ricambia il bacio.
-
Soddisfattissimo... potrei abituarmi e diventarne dipendente... devo
avvertirti! - Ridacchio mentre mi lascio trascinare steso sul letto.
-
Mmm... non è una brutta dipendenza... -
-
Allora penso proprio che il mio braccio faticherà molto a guarire!
-
Mi
aspettavo questa risposta, ma penso anche che riuscirà a farmi fare
queste cose anche senza scuse stupide.
Per
lui sempre tutto.
Come
lo vizio!
Quando
ci stendiamo insieme, si accoccola su di me ed intreccia teneramente
le gambe alle mie, lo tengo volentieri così su di me, poi gli
carezzo la schiena e la nuca e chiudo la luce dal comodino.
-
Stai bene? - Gli chiedo con la mia solita apprensione. Appoggia il
braccio ingessato sul mio petto e mi bacia il collo.
-
Da Dio! - Così posso addormentarmi serenamente anche io.
Ora
ci sono io, con lui. Penserò sempre a tutto, ogni cosa gli serva,
qualunque, gliela darò io. Non importa cosa. Per lui ci sarò
sempre.
Il
mattino non siamo più allacciati, è difficile dormire nella stessa
posizione tutta la notte, ma siamo comunque uno accanto all'altro.
Con una mano sono sempre a cercarlo, però, perchè la tenevo sul suo
petto. Come per dormire rilassato.
Ci
svegliamo più o meno insieme ed il mio primo pensiero è per il suo
braccio.
-
Come stai? - Sorride.
-
Benissimo. Dopo il trattamento speciale come potrei stare male? -
Ricambio il sorriso, siamo entrambi felice e trasuda in ogni cosa che
facciamo, anche la più insignificante.
Stare
soli io e lui e basta. Vivere insieme. Occuparci l'uno dell'altro.
Lo
farei per tutta la vita, lasciando perdere tutto il resto. Tutto.
-
Mike... - Mi fa poi dopo avermi baciato la fronte.
-
Si? - Mi sistemo io sul suo petto stando attento al gesso.
-
Saresti un padre fantastico. Davvero non senti il bisogno di esserlo?
Per me era un bisogno, con Tyler. Ed ora ce l'ho di nuovo. Un giorno
voglio un altro figlio ancora. È come essere più completi,
veramente uomini. Metti al mondo la tua impronta. - Dice cose
bellissime, per lui essere padre è una vocazione e l'ascolterei ore.
Mi
stringo nelle spalle.
-
Non è che non voglia... ho paura che mi sentirei in colpa... -
-
Ma lo vuoi? - Chiede senza essere troppo pressante.
Ci
penso un po' e lo devo ammettere.
-
E' da un po' che provo il desiderio di paternità... forse sei tu con
Ty, non lo so, ma... - Mi carezza la nuca.
-
Una volta che lo stringerai fra le braccia non ti sentirai in colpa,
credimi. Fallo, non avere paura. Lo farai felice, gli darai
quell'amore che può essere destinato solo ad un figlio. - Non ci
vuole molto per convincermi, ma non mi sento ancora del tutto pronto.
-
Un giorno lo farò. - Dico alla fine. È la prima volta che lo
ammetto. Per davvero. Lui sorride e rafforza l'abbraccio.
Ogni
volta che mi rendo conto di quanto tiene a me mi commuovo. È sempre
così ma a volte lo percepisco così vivido che mi toglie il fiato.”
______________________________
Per
chi non sa...
Durante
un concerto in Australia, nel 2007, Chester cade dal palco mentre fa
un salto e si rompe il braccio, finisce la canzone e va dietro le
quinte per farsi vedere, cercano di fasciarlo ma alla fine esce senza
bende e fa tutto il resto del concerto. Alla fine in ospedale viene
fuori che se l'era rotto. E' vero che Mike era anche in ospedale ed
ha fatto il siparietto divertente con lui nel video.