CAPITOLO XCII:
LAVORO DI CONCETTO

Burning in the skies
When they come for me

"Sapevamo che il mondo non sarebbe
più stato lo stesso.
Alcune persone risero,
alcune persone piansero,
la maggior parte rimase in silenzio.
Io ricordai un verso del testo Induista,
il Bhagavad-Gita.
Vishnu sta cercando di convincere il Principe
ad adempiere al suo dovere
e per impressionarlo assume la sua
forma dalle molte braccia e dice,
<< Adesso sono diventato Morte,
il distruttore di mondi >>
Suppongo che un po tutti abbiamo pensato
la stessa cosa, in un modo o nell'altro."
[Robert Oppenheimer]

- The Radiance -

Come prevedevo, quando Mike comincia a lavorare seriamente al nuovo disco, sparisce dall'umanità e si dimentica anche di vivere.
E specifico che sta facendo la parte meno stressante. Quella meno pesante, diciamo.
Il lavoro di concetto consiste nel decidere i temi ed i dettagli di quel che andremo ad applicare. Quindi in realtà non parliamo solo dei temi e della storia dei testi ma anche della musica e del genere, di tutto quello che poi andremo a fare al lato pratico.
È sostanzialmente la teoria fin nei minimi dettagli.
Una persona qualunque fa il lavoro di concetto in modo abbastanza approssimativo, dipende comunque. Perchè sa che mentre lavora verranno fuori idee e cose nuove, quindi si lascia un margine creativo.
Mike no.
Non è una persona normale.
Lui deve avere tutto ben completo prima di iniziare la seconda fase, che è quella del 'work in progress'.
I lavori saranno in corso, quindi cominceremo praticamente a fare l'album, quando Mike sarà contento e Mike sarà contento solo quando avrà pensato a tutto.
Io avevo una vaga idea che sarebbe stato difficile perchè negli anni è andata in crescendo la sua creatività musicale. Per i primi due album è stato molto controllato, in MTM ha duplicato tutti gli sforzi ed ho idea che qua li centuplicherà.
Lo vedo molto preso e giorno dopo giorno in questa prima fase di concetto capisco che se è così adesso, quando cominceremo a lavorare davvero sarà la fine.
Non credo, sostanzialmente, di aver mai visto il vero Mike genio della musica all'opera.
Dire 'genio' non è un modo di dire come normalmente è.
Da ora quando dirò 'genio' e 'Mike' nella stessa frase, sarà perchè è dannatamente vero.
Perchè uno concepisce un concept album, decide il tema generale e fa delle canzoni su quel tema, un po' come è successo con MTM. Avevamo deciso che avremmo parlato dei mali del mondo, Miutes to midnight rappresenta l'orologio dell'apocalisse.
Per me quello era già un concept più che sufficiente.
Bene, per Mike quelle erano le prove generali.
Se penso che l'ho ingenuamente indirizzato io verso quello, quel giorno, mi fa venir male! Mi sono sparato sui coglioni da solo.
Ora la sua sete sperimentale è in continuo aumento e non penso si fermerà mai.
C'era in realtà un concetto comune anche nei primi due album... i problemi della vita comune che ogni persona normalissima può avere. Problemi effettivamente seri perchè poi parlavamo di stati d'animo e problemi in rapporti davvero tosti, non c'era niente di positivo.
Però siamo andati evolvendoci. Anche nei testi, nell'uso delle parole.
Prima dicevamo 'sto crepando come un cane', ora Mike mi fa una storia di mezz'ora sul verso giusto. E preferisce più 'la sofferenza mi divora'.
Insomma, vuole più poesia, vuole dei testi più adulti e complessi, completi in un certo senso.
Parte decidendo nel dettaglio la storia, vuole rifarsi alla seconda guerra mondiale ma non essere proprio specifico e riportare fatti ed eventi di quella, non parleremo, che ne so, di nazismo... però la traccia da tenere in considerazione è quella.
Vuole dei personaggi ed ogni personaggio avrà il suo dilemma ed il suo genere, quindi ogni canzone avrà un timbro sonoro diverso.
Ci sarà la canzone folle e la canzone delicata. E ci sarà molto di più.
Quando dice 'molto di più' tutti rabbrividiamo.
Parla ancora della storia.
Dal potente politico, al generale motivatore, al soldato disgraziato che esegue, al popolo che subisce e soccombe. Poi ci sarà la guerra. Ed infine una canzone che deve dare il messaggio. Perchè la storia non è il solo concetto, questa storia racconta qualcosa ed ogni personaggio ha un evento, una storia propria che a sua volta dice qualcosa. Tutte queste storie messe insieme ne raccontano una più grande che avrà il suo significato. Però oltre a tutto questo ci sarà il finale che sarà il messaggio nel messaggio.
Ok, sembra una passeggiata.
È gasato come un bambino nel negozio di dolciumi, per cui mi rendo conto che il peggio deve ancora venire. Non è isterico e sembra già matto.
Se fosse un regista che fa film non vorrei essere nei suoi attori.
Comunque è come fare un film tutto questo.
Quando pensiamo che la parte della storia sia a posto, Mike continua. Sì perchè in realtà è lui che continua, non è una conversazione plurilaterale.
- E comunque voglio che i testi, oltre ad essere narratori di storie che collegate fra loro creano un film, contengano anche cose personali. Non dico completamente, però ci deve essere qualcosa che parla di noi al tempo stesso. Però non devono essere solo nostri. -
Qua cala il silenzio perchè è serio come la morte ed in casi normali ad una cosa simile tutti riderebbero, però sanno che se lo fanno ora lui li uccide.
Lo sentono.
Così nessuno si azzarda a dire niente e mi fissano e so cosa pensano i maledetti.
Che tanto non è un problema loro capire questo rebus visto che i testi li faremo io e Mike.
Quindi sono tutti cazzi miei in pratica.
Fanculo, stronzi.
Li fisso male, Mike non se ne accorge, fa il segno del V sulla sua lista di cose da dire, nel suo portatile.
Lo odio.
Poi prendo respiro, mi giro e lo guardo con un gran sorriso che spero non sia troppo tirato.
- E... pensi che sia possibile? - Non che ci abbia capito granchè, ma se lo conosco vuole che siano sì testi che raccontano una storia ma con al tempo stesso qualcosa della nostra. Insomma, impossibile!
Mike non si degna nemmeno a fare delle espressioni particolari, non mi guarda, scorre la rotella del mouse per guardare cosa manca da dire.
- Certo. - Ovvio!
Joe trattiene a stento una risatina e si alza stiracchiandosi, ma a questo Mike lo fulmina con un gran brutto sguardo.
- Dove vai? Mica abbiamo finito! - Joe fa la faccia da orsacchiottone.
- Ma... ma devo pisciare... ed ho fame... - Mike comincia a polemizzare. Ecco, lo sapevo.
- Ci sono ancora moltissime cose di cui dobbiamo parlare, cose da decidere! Dobbiamo parlare della musica così mentre io e lui lavoriamo ai testi voi potete cominciare a pensare a questa, a sperimentare per conto vostro e poi, quando ci riuniamo, vediamo cosa abbiamo creato da soli e sistemiamo! - E' così convinto che nessuno oserebbe contraddirlo.
A parte il saggio Rob che parla con la sua solita dolcezza.
- Sì, hai ragione. Ma non è che domani finisce il mondo. Non abbiamo una scadenza. E' davvero tardi ed in effetti ho la testa che mi scoppia ed una fame incredibile! - Mike sta per attaccarlo ma lo sguardo attento di Brad -non pericoloso, lui è pericoloso come un cetriolo di mare!- lo ferma.
- Ma dai, io speravo di fare tutto oggi così da domani si comincia a lavorare! Voglio finire il lavoro di concetto oggi! - Comincia a ripeterlo come un automa ma Brad si alza e non risponde, Joe è già al bagno e Dave in cucina. Insomma, restiamo solo io e Rob e Rob ha una paura matta che si vendichi in qualche modo... Mike cattivo è tremendo.
Quindi mi fissa implorante ed io lo so, lo so bene che in tutta questa storia mi toccherà la parte peggiore di tutte.
Così sospirando gli faccio il cenno di andare dagli altri che ci penso io.
Rob corre volentieri e Mike allora mi fissa. È un incrocio fra il depresso e l'incazzoso.
Mi alzo e mi stiracchio, faccio mille scricchiolii con le ossa e mi metto dietro di lui a massaggiarlo. È teso e duro come un cazzo in tiro.
- Mike, abbiamo bisogno di una pausa! Non puoi davvero pretendere di fare il lavoro di concetto in un giorno! Parliamo da ore della storia, dei personaggi, dei testi, del linguaggio... per la musica ci vuole almeno un'altra giornata intera. E dico almeno. So che sei pieno di entusiasmo e non vedi l'ora di cominciare, ma davvero... siamo umani, ci serve la pausa per pisciare, mangiare, scopare e dormire! - Ovviamente scopare è importante quanto dormire!
Mike non dice ancora niente, fissa lo schermo e la sua lista che conta ancora una ventina di righe in elenco.
Dio mio, come lo spegniamo questo?
Dai Chez, questo è compito tuo. Se non ci riesci tu chi ci riesce?
- Sì però... - Mike è mogio, ora. Bene. Meglio così.
- Senti qua come sei teso, hai le spalle che sono passate per un tritacarne! Hai bisogno di una pausa. Scommetto che il cervello ti si fonde. - Mike sembra considerare la cosa solo ora, si rilassa contro lo schienale e lascia stare il mouse.
Bene, ho vinto.
Sta respirando!
Continuo i massaggi e mi chino di lato per scrutarlo, ha gli occhi chiusi e abbandonato, sta proprio godendo. Ridacchio. Gli serviva davvero.
Non posso proprio farglielo fare da solo, questo ne esce matto altrimenti!
- Domani riprendiamo e andremo come treni, vedrai... - Sussurro al suo orecchio. È inutile che gli faccio promettere di non esagerare perchè tanto so che esagererà.
Però sono onestamente impressionato da quello che sta tirando fuori.
La cosa delle storie, che ogni canzone sarà un punto di vista diverso, è davvero pazzesco. Serviranno tanti generi diversi per canzone, per rendere il diverso personaggio, il vissuto.
Prevedo che ci sarà così tanto lavoro da uscirne matti. Però dai... come ha fatto a concepire una cosa del genere?
È incredibile!
È geniale!
È assolutamente geniale!
Sapevo che aveva talento ma non immaginavo fino a quale livello. Penso che scopriremo Mike per davvero, questa volta.
All'idea di essere sposato con un genio mi sento fiero ed orgoglioso, ma ancora di più mi esalta che ci lavoro insieme.
Lavoro con un genio.
Dunque cosa fai se lavori con un genio?
Lo aiuti.
Sì, ma come? Se è un genio bisogna lasciargli la libertà di agire in tutto e per tutto.
Bene, è questo che farò.
Lascerò che sia un genio.
Lo dirò anche agli altri.
Di non tentare di controllarlo o bloccarlo, di essere accondiscendenti e lasciarlo fare che ci porterà di sicuro a qualcosa di pazzesco. Me lo sento.
L'energia che mi trasmette quando parla di tutto questo non ha paragoni.
È così.
È così e basta.
Il mio genio.”


E' come se ne venissi risucchiato.
Come un buco nero che mi prende e mi porta via in un'altra dimensione.
È una sensazione che non ho mai provato quando facevo i precedenti album o qualunque altro lavoro.
Mai.
Né quando suono, né quando creo, né quando disegno.
Questo album mi sta assorbendo come niente mai in vita mia... sono... sono sconvolto.
A volte mi dimentico anche di dormire, di mangiare, di bere.
Gli altri si fermano perchè non sono delle macchine, io vado avanti ancora ed ancora.
È come un richiamo, come se io dovessi per forza farlo, come se... come se non lo facessi poi morissi.
È quasi una questione di vita o di morte.
So che anche se mi fermo non succede niente ma ho, come posso dire, paura... paura di perdere tutto questo enorme caos creativo che ho dentro.
È tutto ammassato qua, nel petto, e lo devo mettere in ordine e buttare fuori.
Ho il sacro terrore di non saperlo fare bene, di perdermi qualcosa per strada, di non essere all'altezza.
Poi una volta che rileggo quello che scrivo ho l'ansia.
Mi piace ma se ho scordato qualcosa?
Così rileggo.
Sono ancora alla fase concettuale.
Con gli altri abbiamo parlato dei sound però voglio essere maledettamente specifico. In tutto.
Così ora sto scrivendo nei dettagli una specie di story board e non solo, sto studiano dal punto di vista di ogni personaggio cos'è stata la guerra nucleare per loro, prendo ad esempio la seconda mondiale ovviamente.
Prendo un personaggio della lista, ad esempio il politico, e passo le giornate a studiare i punti di vista dei politici, quello più importante per la guerra, più determinante, poi quelli che l'hanno contrastato. La sua situazione, quello che ha vissuto, perchè è arrivato lì, perchè ha agito a quel modo, provo a capire come dovesse sentirsi.
Raccolgo tutto il materiale in una cartella, articoli che mi fanno capire appunto com'era, video, documentari.
E imparo.
Quando sono nella testa di questo politico, quando sono diventato lui, scrivo la traccia di quello che potrebbe essere il suo testo, i concetti che voglio esprimere, che penso che vadano bene. E scrivo anche cosa deve essere la musica, che idea deve dare, che sensazione.
So che è una cosa che dovremmo fare insieme, ma mi consulto con gli altri dopo che faccio tutto questo.
Ho provato a farlo con loro, non riescono a starmi dietro. Hanno detto che si fidano e che questa è una cosa più per chi fa i testi e che poi per le musiche vedremo dopo.
Io però una volta che faccio un personaggio lo faccio a tutto tondo.
Non riesco ad aspettare che mi vengano dietro, che ne abbiano voglia o che mi capiscano.
So che lavoro a ritmi da folle, non posso pretenderlo da loro.
Poi quando ci vediamo, non ogni giorno -tranne che con Chez, lui viene ogni giorno-, gli parlo di quello che ho fatto e ci soffermiamo sulla musica, così cominciano a farsi un'idea e magari ognuno può pensare a qualcosa, può cominciare a sperimentare...
Joe già so che ha nella sua mente un sacco di queste cose.
Joe ogni tanto viene, a lui piace, fra tutti è quello che lavora più al mio livello.
In effetti mi aiuta parecchio anche se è incostante in quanto ha bisogno di molte pause e a me snervano. Così magari poi finisce che sono di nuovo solo a lavorarci e poi lo aggiorno e mi dà preziosi consigli.
Più che altro sul sonoro.
Poi Chez.
Chez è incredibile.
A lui non fotte un cazzo di tutto questo mio approfondire ogni singolo dettaglio, però viene e sta tutto il giorno con me. Non controlla cosa faccio. Ma ad intervalli regolari -credo, non tengo il conto- mi interrompe e mi fa bere, mangiare, mi spedisce a pisciare e a lavarmi.
Sì, a lavarmi.
Perchè mi alzo al mattino presto e filo subito in sede a lavorare, a casa non riesco, ho mille distrazioni, Anna, le sue amiche, i parenti, i familiari, i nipoti, i cugini... troppe cose.
È un porto di mare casa nostra.
Allora vengo qua.
Mi occupo del caffè e del thè, per il resto sto qua e basta.
È una cosa maledettamente entusiasmante.
Così lui, quando io finisco con il materiale per un personaggio, viene e mi ascolta esporre. Passiamo ore a parlarne e lui assorbe tutto quello che gli dico, abbiamo dialoghi davvero interessanti ed entusiasmanti. È maledettamente utile.
Ma penso che lo faccia perchè mi vede preso e vuole essere parte di questo mondo.
Poi insieme buttiamo giù le tracce per i testi, in realtà è il senso di ciò che vorremmo dire e cose così.
Con Joe vedo del sound invece. E con gli altri, ma più con lui perchè è quello che passa di più a vedere di sta cosa, dice che è maledettamente figa.
Brad e gli altri lavorano a casa loro, per conto proprio, e tirano fuori delle musiche o dei motivi che poi saranno rielaborati insieme.
È così che funziona.
E funziona bene.
Non cercano di fermarmi, sanno che non ci riusciranno. Chester si assicura solo che rimanga vivo!

Robert Oppenheimer era il primo della lista ma alla fine l'ho volutamente lasciato indietro.
Quando mi immergo in quello che è stato il suo mondo e la sua vita, ma soprattutto le sue teorie, le sue azioni ed i suoi dilemmi, mi viene la pelle d'oca e non se ne va più.
Sto giorni su di lui, trovo tutto quello che posso, leggo tutto quello che posso, il materiale che raccolgo è pressoché infinito, leggo le sue citazioni, i suoi discorsi, passi di libri che parlano di lui. Cerco pure di capire le sue formule fisiche.
E mano a mano che vado avanti il prurito e la frenesia cresce.
Quello che riguarda quest'uomo è pazzesco e lo sapevo, ma saperlo è un conto e conoscerlo è un altro.
Credo che non rimanga niente da leggere e quando concludo con l'ultimissimo discorso che si conosca, non riesco a togliermi la mano dalla bocca.
È morto, quest'uomo, eppure è come se fosse qua ora.
Dio mio.
Dio mio, quello che deve aver passato.
Sono shockato, fisso lo schermo ed il mio file lunghissimo con le cose su di lui e resto incapace di reagire, il cuore batte impazzito, lo stomaco è chiuso in una morsa. E non so che senso abbia tenermi la bocca con la mano, è una cosa che faccio quando sono sconvolto.
Perchè ho la tentazione di urlare.
Chester arriva in questo momento e quando mi vede in queste condizioni impallidisce e viene subito a vedermi in viso, mi gira nella sedia e mi fissa.
- Mike! Mike che hai?! Te la sei fatta addosso? Non preoccuparti, ti pulisco io! - Non credo che pensi davvero a questo, però scuoto la testa, sempre serio, e torno a guardare lo schermo.
- No è che... mi sono studiato Robert Oppenheimer. - Penso che questo debba dirgli qualcosa, ma non reagisce anzi, mi guarda sempre con aria interrogativa.
Allora paziente comincio a spiegargli e mi rendo conto che riesco a parlare di nuovo, che il cervello rielabora informazioni e parole sensate. Penso che sia per lui.
Chester si siede nel divano rosso dietro al mio computer e mi ascolta. Capisce che è uno di quei momenti.
- Oppenheimer è quello che ha fatto la bomba atomica! È un fisico geniale che dalla famosa formula originale di Einstein ha elaborato quella per fare la bomba atomica. Einstein aveva capito che lavorando sulla sua formula, E=mc², poteva arrivare a qualcosa di troppo pericoloso, o per lo meno questo è quello che si dice. Oppenheimer però non si è fermato. È andato avanti a rielaborarla fino a che, con la teoria applicabile in mano, non gli hanno fatto costruire la prima bomba atomica per un progetto segreto del governo statunitense. Ovviamente dopo di questo sono stati in grado di ricostruirla. Cioè lui è stato il principale colpevole nella vicenda della bomba atomica, capisci? -
Chester, sempre con molta serietà, risponde schietto.
- E' stato il bastardo! - Riassunto perfetto.
Però ovviamente non mi basta, non è tutto qua. Non è come con Hitler, un pazzo geniale che ha portato alla morte miliardi di persone. La sua follia era pensare che le razze andassero distinte uccidendo i più fastidiosi, la sua genialità è stata nel farsi seguire da un sacco di persone in queste sue idee folli. Oppenheimer non era pazzo, era geniale e basta. Quindi c'è molto di più in quello che lui ha fatto.
Così, più preso che mai, parto.
- Sì ma non è tutto qua. Lui si è reso conto di quello che ha fatto e se ne è pentito, ci sono un sacco di discorsi che ti fanno accapponare la pelle! E mentre lui si è reso conto di ciò che ha fatto e si è preso le sue responsabilità, quelli che hanno collaborato con lui hanno sempre negato il loro coinvolgimento etico e morale. Loro dicevano che in quanto fisici e scienziati hanno solo fatto un lavoro, se poi quel lavoro è stato usato per fare il male allora non è una cosa che li riguarda. Mentre Oppenheimer diceva che comunque l'arma l'hanno data loro. Il mezzo per fare il male. E che sono maledettamente responsabili. Lui ha avuto una vera e propria crisi di coscienza e fortuna che ne aveva una, perchè poi ha rifiutato di costruire la bomba ad idrogeno. Ha detto che non avrebbe risolto nessun problema degli Stati Uniti ma che al contrario ne avrebbe aggiunti altri. È stato molto fermo ed io penso davvero che al mondo potesse costruirla solo lui. Si è battuto tantissimo per evitare questo sistema di costruire armi di distruzione di massa per risolvere i contrasti politici mondiali. Lottando con la comunità scientifica per evitare che venisse ancora usata in malo modo, è riuscito ad impedire quest'altra tragedia. -
Chester è impressionato dal mio discorso, lo posso immaginare.
- Però doveva fermarsi prima. Doveva fermarsi appena ha capito cosa stava facendo. Come ha potuto farlo comunque? Capisco che la scienza è neutra, però andiamo. Tu sai cosa fai, chi userà quelle armi no! Cioè non hanno idea veramente di cosa significhi! Perchè la sua coscienza si è svegliata così tardi? Comodo poi dire frasi ad effetto! Andiamo! È il più colpevole in tutta questa storia! I politici sono dei pezzi di merda che complottano contro tutto e tutti! Di una cosa puoi star certo riguardo loro. Se possono fregarti ti fregheranno e lo faranno sempre col mezzo più forte che hanno. Costruiva un arma di distruzione di massa! Lui lo sapeva! Perchè diavolo l'ha fatto?! - Anche lui si scalda, cioè non con me ma con Oppenheimer. Giustamente. Ha ragione, comunque.
Sospiro e scuoto la testa, poi torno al computer e faccio partire il suo discorso più significativo che mi ha colpito.
"Sapevamo che il mondo non sarebbe più stato lo stesso. Alcune persone risero, alcune persone piansero, la maggior parte rimase in silenzio. Io ricordai un verso del testo Induista, il Bhagavad-Gita. Vishnu sta cercando di convincere il Principe ad adempiere al suo dovere e per impressionarlo assume la sua forma dalle molte braccia e dice, << Adesso sono diventato Morte, il distruttore di mondi >> Suppongo che un po' tutti abbiamo pensato la stessa cosa, in un modo o nell'altro."
Mentre lo ascolto mi vengono alla mente le immagini dello scoppio della bomba atomica e ne rimango accecato. Quell'enorme luce accecante e poi la nuvola a fungo di fumo che si alza sopra una città sparita. Dio mio.
- ”Abbiamo fatto il lavoro del diavolo.” “In un certo senso basilare che nessuna volgarità, umorismo o esagerazione possono dissolvere, i fisici hanno conosciuto il peccato; e questa è una conoscenza che non si può perdere.” “Signor presidente, le mie mani sono sporche di sangue.” Queste sono alcune delle citazioni sue che ha detto dopo le bombe. Prima di scaricarle a Hiroshima e Nagasaki hanno fatto il test sul deserto per vedere la portata del suo lavoro. E lui si era reso conto già dopo quel test di cosa aveva fatto, la sua crisi è partita da lì. -
Lo dico e non ho bisogno di aggiungere niente, perchè so che lui mi capisce, mi capisce molto bene. Sa cosa intendo.
- Perchè così tardi? Dio Santo, quanta gente ha pagato? -
- Ma tu hai idea di come si deve essere sentito lui dopo che se ne è reso conto? Dopo che ha visto quelle immagini della bomba buttata sulle due città? Io ho la pelle d'oca, non so tu. Come ci si sente quando hai miliardi di vite sulla coscienza? Perchè lui le aveva, gli altri collaboratori non le sentivano, ma lui sì! -
- Come poteva svegliarsi. Come non si è suicidato? - Sorrido pensando che è normale lui dica così.
Quindi mi fermo e piego la testa. Ci ho pensato un sacco anche io, in effetti. Come non l'ha fatta finita?
- Era facile. Era maledettamente facile. Pensi che avrebbe riposato bene dopo? Che nella morte avrebbe trovato la pace? Oppenheimer è rimasto vivo per sistemare i propri casini, come poteva, e per espiare le proprie colpe. Vivi una vita intera con quelle anime sulla coscienza. Non puoi. Eppure lui l'ha fatto. Se ora la comunità scientifica lotta tanto contro la costruzione di armi di massa, contro l'usare la scienza per fare del male, è merito suo, perchè è stato il primo a battersi contro di questo. Tardi, dici tu. Ma se non l'avesse fatto ora avremmo anche la bomba ad idrogeno. E penso che il mondo non ci sarebbe più. - Ed in un flash immagino la bomba ad idrogeno buttata in una città, l'onda d'urto che si propaga fra le case ed investe le persone e le uccide. E mi aggrappo a quest'immagine. Persone interrotte nelle loro attività normali. Come che possa essere la direzione del nuovo album. Guerra nucleare, non necessariamente atomica... può essere un presente alternativo. Se Oppenheimer non si fosse rifiutato, ci sarebbero anche queste scene, ormai.
Lo dico come una sentenza di morte, batto sentitamente sulle parole e sono molto teatrale, ma mi prende tantissimo il discorso.
Ho gli occhi che mi bruciano e penso che Chester sia ammirato dal mio pensiero.
- Pulire i propri casini... - Ripete fra sé e sé. Mi rischiaro e mi siedo nel divano con lui, le ossa scricchiolano e penso di sentire ora la stanchezza dello stare seduto tutto il giorno senza distrarmi. Stanchezza mentale più che altro. Il cervello mi sta fondendo.
Mi accoglie nel suo braccio ed io mi rifugio prendendo tutte le forze che posso. Abbandono la testa sulla sua spalla e mi carezza.
- E' quello che hai fatto tu. Lo puoi capire, no? - Stringe le spalle.
- Immagino di sì... -
- Ho questa doppia visione di Oppenheimer. Quella di due uomini. Una lo scienziato in crisi con sé stesso, schiacciato dalla colpa e dal dolore per ciò che ha fatto, l'altra del lottatore che si prende le proprie responsabilità e fa quello che può per rimediare. Mi immagino dei toni completamente diversi fra uno e l'altro. Il primo deve sapere di tristezza, dolore e malinconia. La colpa, l'angoscia. Una musica ovattata, quasi, lenta come la morte che arriva. L'altra ha un tono più forte, da lotta, da guerra, tamburi, urla, contrasti. Perchè lui ha fatto di tutto per farsi ascoltare, questa volta. Ha fatto capire cosa ha fatto, come si sentiva, ed ha sputato fuori ulteriori accuse per altri colpevoli come lui. Si è preso le proprie colpe ed ha accettato di finire all'inferno. Quindi mi vedo anche un ritmo più veloce ed incalzante. -
- Una la cantiamo e l'altra la fai in rap. - Riassunto breve e conciso. Alzo la testa e lo guardo senza capire.
- Cosa? -
- Le due canzoni per Oppenheimer! - Sorrido, lo adoro quando mi capisce tanto che precede il mio pensiero. È stato un soffio ma ci è riuscito.
Gli bacio le labbra e lui aumenta la stretta, poi torno ad appoggiarmi come prima.
- Mi è rimasto impresso un pezzo di un passaggio che è stato scritto in riferimento a lui... te lo cito: “Un passo della Bhagavad-Gita, il sacro poema epico degli Hindu, gli venne alla mente:
"Se la luce di mille soli divampasse nel cielo, sarebbe come lo splendore dell'Onnipotente" E ancora, quando la sinistra, gigantesca nuvola si sollevò nella sommità sopra il Punto Zero, egli si ricordò di un altro verso dello stesso testo:
"Io sono diventato Morte, il frantumatore dei mondi." -

Sento che rabbrividisce contro di me.
- E' impressionante. - Al che annuisco.
- E' per questo che mi sono messo la mano sulla bocca prima e mi hai visto sconvolto. Mi veniva da piangere. Io non riesco ad immaginare come possa essere rendersi conto di aver provocato la morte di miliardi di persone e sapere di esserne responsabili, sentirsi colpevoli. Perchè ci sono i potenti che danno l'ordine di fare la guerra o di buttare le bombe, però non si sentono colpevoli, non hanno coscienza di ciò che fanno. Come quell'Hitler! Oppenheimer sì che si è reso conto. E l'ha detto in tutti i modi. Ha fatto il possibile per evitare che si ripetesse, però ha vissuto con questo stato d'animo che... che mi schiaccia! È come se lo sentissi dentro, non so dirti... mi sento come se fossi lui! Mi veniva da piangere e mi viene ancora! Io non sopravviverei! -
Le sue carezze, le sue mani, il suo corpo, il suo sostegno. E la sua voce, dolce, sicura.
- Tu ti rialzeresti proprio come lui e faresti la cosa giusta. Tutti cadono, ma la forza sta nel rendersene conto e nel tirarsi su. Lo dici sempre tu. Tu sopravviveresti. - Come è sopravvissuto lui.
Mi sento meglio sentendolo perchè capisco che ha ragione.
Quindi solo ora riesco a chiudere gli occhi, li sento maledettamente pesanti, penso che non so come li tengo aperti.
Sospiro rilassato.
- Che ora è Chez? -
- E' molto tardi, Mike. Stavo venendo a chiamarti per andare a dormire... sono ore che stai lì! - Dice mentre la sua voce mi arriva lontana.
- Così tanto? Non me ne sono reso conto... - Le parole mi si impastano nella bocca e non capisco più cosa dice. Né io riesco più a parlare.
Penso che mi sto addormentando.
Anzi, ne sono sicuro...”

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Per chi non sa...

Tutto il materiale raccolto per questo capitolo riguardo Oppenheimer l'ho tirato giù da internet e penso d'aver trovato molte delle fonti trovate da Mike per quest'album, ATS.
È vero che quando fai un lavoro, specie che abbia a che fare con l'arte, le fasi sono 3: lavoro di concetto, lavoro in progresso e il lavoro finale. Voglio dire, non ho scritto castronate inventate a caso, le cose funzionano così davvero e per un album come ATS il lavoro di concetto è stato pazzesco. Leggendo i testi e facendo attenzione a tutte le skip inserite, i discorsi e qualunque cosa che non siano canzoni (ma anche le canzoni stesse), si capisce che hanno fatto un lavoro di ricerca inaudito. Io stessa nel farlo (ebbene sì ho cercato notizie e fonti su tutto quello che c'è in quell'album per entrare meglio nello spirito) ne sono rimasta risucchiata ed ho trovato tanto di quel materiale e riferimenti che poi ci sono in ATS che ho solo detto, alla fine, 'cazzo sono stati geniali'.
E' stato Chez a spiegare che ATS ha preso forma principalmente dalla mente di Mike che lui ha definito geniale. Ha anche detto che sono diventati tutti matti per la realizzazione di quest'album e che non avevano mai fatto una cosa simile per niente altro.
Le citazioni del Bhagavad-Gita mi hanno impressionato perchè era la prima volta che le leggevo e ci sono dei riferimenti a delle cose inserite nell'album che mi hanno colpito molto. Come le citazioni sulla luce di mille soli.