CAPITOLO XCIII:
LAVORI IN CORSO




Tu dici
Che non combatterai
Perchè nessuno combatterà per te
E
Tu pensi
Che non ci sia abbastanza Amore
E nessuno a cui darlo
E
Tu sei sicuro
Di aver sofferto così a lungo
Da non avere nient'altro da perdere
Allora
Tu dici
Che non combatterai
Perchè nessuno combatterà per te
Tu dici
Il peso della responsabilità
Ti ha trattenuto dal lasciarti andare
E
Tu pensi
Che la compassione sia un difetto
E non lo mostrerai mai
E
Tu sei sicuro
Di esser ferito in un modo
Che nessuno saprà mai
Ma
Qualche giorno
Il peso della responsabilità
Ti darà la forza di andare
Tieni duro
Il peso della responsabilità
Ti darà la forza di andare
Allora
Tieni duro
Il peso della responsabilità
Ti darà la forza di andare
Allora
Tieni duro
Il peso della responsabilità
Ti darà la forza di andare
Semplicemente
Tieni duro
Il peso della responsabilità
Ti darà la forza di andare

- Robot boy -


La fase del concept è fatta, Mike è miracolosamente soddisfatto di quel che ha tirato fuori, abbiamo appunti per scrivere un libro intero, altro che solo un album.
Comunque se è stata dura quella, non oso immaginare cosa deve essere da qui in poi.
Cominciamo a lavorare ai testi, in realtà non è come con MTM dove abbiamo fatto una gran fatica perchè dovevamo rivedere il nostro modo di scrivere, l'impronta usata per quell'album va benissimo, non sarà modificata di molto.
Solo che è complicato perchè Mike vuole fondere i fatti della guerra nucleare con quelli della vita quotidiana che si vive oggi, non vuole essere specifico ma al tempo stesso vuole che si capisca di cosa si parla. In modo che uno possa pensare e capire la storia che narriamo e recepire i messaggi, ma al tempo stesso rivedersi in ciò che scriviamo.
Oltre a tutto questo, che già di suo è un'impresa, vuole che si mettiamo qualcosa di nostro.
Così capitano le volte in cui stiamo ore ed ore a parlare su un testo per capire come lo possiamo attualizzare senza snaturarlo dall'intento iniziale, renderlo comprensibile sul doppio fronte e, comunque, parlare anche un po' di noi in qualche modo.
Ad esempio in When they come for me, testo per Oppenheimer, ha parlato di alcuni rapper, delle loro faide e delle loro considerazioni più note. Ha fatto un paragone fra quello che hanno passato gli scienziati che costruivano armi nucleari ed i rapper in quanto una volta, appena il genere era nel pieno della sua esplosione, ci sono state come delle vere e proprie guerre eppure era vita quotidiana, non si andava in un campo a lottare con armi vere.
Ma si ammazzavano fra loro per tanto odio che c'era... quindi Mike ha scritto questo pezzo:
'Lauryn diceva,
Il denaro ti cambia la vita
B.I.G. diceva,
Te la rendono più difficile
Kane diceva,
Non fare un passo, la cosa non mi riguarda
Chuck diceva che
una Uzi pesa una fottuta tonnellata

Ed io sono soltanto uno studente del gioco
che mi hanno insegnato
Faccio tremare ogni palco ed ogni posto
che mi hanno procurato”

Mentre prima, nella strofa numero uno, aveva scritto:
'Io non sono
Un esempio da seguire

La pillola che ho in bocca è dura da mandar giù
Io non sono un criminale
Non sono un modello da imitare
Non sono un leader nato
Sono una performance dura da seguire

Io non sono
La Fortuna e la Gloria
o la stessa persona che ti diceva
di Abbandonare il Gioco

Sono salito sul Ring
Come un cane incatenato
Ed ho scoperto che
quello che c'è dentro
è più malato di quanto sembri

E sembra disgustoso,
ma può essere peggio
Perchè anche avere un piano può essere
un dono o una maledizione
Perché una volta che hai una Teoria
su come una cosa funziona,
Tutti vogliono che la prossima cosa
sia proprio come la prima

Ed io non sono un Robot
Io non sono una scimmia

Io non ballerò,
Anche se il ritmo è funky'

Più svariati altri versi. Qua si capisce bene cosa vuole. All'inizio ha parlato di Oppenheimer e della sua crisi di coscienza, di come si è sentito responsabile della morte di miliardi di persone, di come pensa di essere lui il colpevole maggiore. Quando parla di Teoria intende quella sul nucleare, che ha permesso di applicare la formula alla pratica, viene chiamata Teoria Applicabile in fisica. E' chiaro il passaggio in cui dice che quando hai in mente come far funzionare una cosa tutti vogliono che la prossima cosa sia come la prima. Qua è quando gli hanno chiesto di fare la bomba ad idrogeno. Ma dicendo che non è un robot, non è una scimmia e non ballerà, intende il rifiuto di farla.
Poi passa a parlare di quello che dicevano i rapper famosi sul denaro e sul successo che ti cambia la vita, ti rendono indifferente ed insensibile. Li paragona a dei soldati, le reazioni diverse di chi è coinvolto nella guerra, dalla parte dei combattenti in prima fila.
Mi ha spiegato infatti che fra questi ci sono stati alcuni che si sono ammazzati per invidia, gelosia ed un odio assurdo e folle nato facendo rap e diventando rapper. E tutti loro hanno sempre continuato a salire sul palco e a fare ciò che volevano, insensibili, senza guardare in faccia quello che succedeva intorno. Erano arrivati ad un livello pazzesco.
Il paragone fra rapper e soldati è perfetto.
Mentre qua:
'Sono terribilmente sottovalutato
Ma sono venuto qui per correggerlo
E così che non ci siano sbagli
lo dichiarerò come testimonianza

Io sono
Il contrario di sgradevole
Il contrario di debole
Il contrario di fiacco
Un sinonimo di ardente
Un sinonimo di ottimo
Il più vicino al culmine
Per niente un Teppista
Tutti voi dovete smettere di parlare
ed iniziare a provare ad arrivarci'

Ha riportato il tutto a noi. La nostra lotta per affermarci nel panorama musicale e poter fare sempre la musica che volevamo e ci piaceva. Hanno cercato di fermarci in molti, non è stato facile perchè non volevamo fare, che ne so, metal come tutti! Volevamo sempre fare cose diverse, sperimentare, e nessuno voleva rischiare! Però noi abbiamo lottato, ci hanno sottovalutato ma abbiamo avuto forza e carattere e ce l'abbiamo fatta, siamo arrivato dove volevamo e tutti quelli che parlano di noi criticandoci, dicendo che cambiamo tanto genere e cose così, devono smettere di parlare e provare ad arrivare dove siamo noi oggi!
È così che siamo riusciti a fondere tutte le cose.
Perchè poi comunque mentre parliamo di noi può benissimo sembrare che in qualche modo parliamo dello stato d'animo di Oppenheimer e viceversa... i suoi sentimenti potevano essere molto simili ai nostri, quando si è messo a lottare affinchè la comunità scientifica si opponesse a diventare un arma per fare la guerra, è un po' quello che abbiamo fatto noi per poter continuare a fare ciò in cui noi credevamo. E ci sono state volte in cui ci sentivamo svuotati, pensavamo di non farcela, di mollare. Altre invece eravamo pronti, agguerriti, battaglieri. E la comune consapevolezza che non avremmo mai mollato, non avremmo cambiato idea, che saremmo comunque andati avanti per conto nostro con le nostre idee.
Noi come Oppenheimer.
È estremamente esaltante lavorare a questi livelli. Di anno in anno ci eleviamo sempre di più ma giunti a questo punto, un punto dove devi lavorare su mille fronti contemporaneamente ed essere non all'altezza ma molto di più, è veramente stimolante.
O muori o ti esalti.
Cioè, la pressione è enorme, ti sfinisci, c'è materiale per impazzire... quando Mike se ne esce con 'dobbiamo attualizzare e personalizzare senza snaturare' uno normale lo guarda e chiama la croce verde.
Poi gli dice 'deciditi, quali delle tre?' perchè non si può fare una canzone puntando su tutte e tre le cose! Non puoi!
Parli di una storia precisa, di personaggi con background specifici.
E sebbene nessuno capisce mai che intende con le sue sparate, io calmo e tranquillo dico 'ok, da cosa iniziamo?' e capisco cosa intende, cosa chiede!
E non è che gli dico che è pazzo ed è impossibile. Gli dico che va benissimo, gli do corda.
Ma sai... se lavori con un genio lasci semplicemente che lo sia!
Quello che sta tirando fuori Mike non ho mai visto tirarlo fuori a nessuno.
Come si fa a lavorare così?
Non lo so, riesco a capirlo. Capisco cosa dice, cosa vuole. Non si spiega sempre bene, ma riesco a capirlo!
Quando dice una cosa assurda a qualcun altro, lo fissano come fosse pazzo, mi guardano e mi chiedono cosa intendesse.
Ormai Mike è su un altro pianeta ed io sono il satellite che lo collega alla Terra!
Ne sono fottutamente orgoglioso!
È così che comincia con una specie di litania parlata senza apparente senso.
- Mochiagete, tokihanashite. -
Lo dice a ripetizione.
Oggi ci sono anche i ragazzi perchè parliamo delle musica, proviamo a fare qualcosa, ci sono alcuni testi pronti.
Così tutti lo fissano straniti mentre io, continuando a scrivere un sms, dico calmo senza una sola inclinazione particolare.
- Dove lo vuoi inserire? - Gli altri fissano me peggio di come fissavano Mike.
- Hai capito cosa ha detto? - Chiede Joe senza parole!
- No ma so che è qualcosa che vorrà mettere nell'album, di certo! - Smetto di scrivere e torno a guardare Mike che, con occhi chiusi e dondolandosi avanti ed indietro, ripete quelle parole prive di senso. - Allora, dove lo vuoi mettere? All'interno di una canzone o come skip di collegamento? - Perchè mi ha parlato pure delle skip di collegamento, ci saranno dei pezzetti brevi che non saranno canzoni ma collegheranno una e l'altra in modo che la musica sia continua.
- E non gli chiedi cosa significa prima? Magari sono parolacce in aramaico! - Sbotta sempre Joe che a volte fatica a capirlo. Altre invece ci riesce. Quelle volte sono io che non lo capisco ma non importa.
- Sicuramente è qualcosa che ha senso! - Mi fido, del resto.
- Significa 'Sollevami, lasciami andare'. È giapponese. Volevo inserirlo come skip di collegamento a metà circa. E chiamarla Jornada del muerto, è il nome del deserto del Trinity test. Voglio dirlo in giapponese perchè poi la bomba vera è stata sganciata proprio in Giappone. -
Ora è tutto chiarissimo ovviamente!
- Lo canterai? - Gli chiedo.
- Io?! - Io faccio la faccia ovvia.
- Io di certo non canto in giapponese! - Ridacchia e tutti sono sorpresi di vederlo, quando lavora così incessantemente non fa lo scemo e non ride molto!
Ovviamente il mio talento non è acqua!
- Sì comunque, lo canterei, un minuto circa con una melodia malinconica e tragica. -
- Ma a cosa si riferisce? - Mike sospira, è in fase 'perchè devo sempre spiegare tutto?' così intervengo per evitare che faccia il polemico.
- Il trinity test è il primo test nucleare che è stato fatto appunto in Nuovo Messico, il deserto si chiama Jornada del muerto. È un po' quello da cui tutto ha avuto inizio in qualche modo, il passaggio dall'esperimento alla catastrofe. Poi è stata usata a Nagasaki ed ha fatto miliardi di morti. È un collegamento. No? Un riferimento a quello che sarà, una specie di fusione, un richiamo... - Gli altri mi guardano sorpresi ed impressionati.
- Chez! Sono impressionato che sai tutte queste cose! Non avrei mai detto! - Dice Dave senza peli sulla lingua. Normalmente gli farei il dito medio e lo insulterei, ma ora mi limito ad alzare le spalle e a spiegare con aria semi divertita:
- Sono le lezioni di Mike! Prova a fare progettazione con lui e poi mi sai dire! - Scoppiano a ridere. Sì sì... voi diventereste pazzi!
Penso che mi faranno santo, comunque.”


Appena apro gli occhi, la prima cosa che faccio è sciogliermi dalla presa di Chester. Lui mi tiene stretto per sentire quando mi alzo e bloccarmi, ma io so sempre come fare per evitarlo.
Piano piano scendo giù e vado in bagno, mi sciacquo il viso e faccio i miei soliti bisogni.
Dovrei farmi la doccia ma prima mi serve una colazione, un caffè super.
È prestissimo, potrei dormire ancora, stanotte siamo stati su fino a tardi per i testi di un'altra canzone, io e Chez. Lui ha cercato di convincermi a smettere però alla fine ho vinto io come sempre.
Solo che dormendo ho elaborato delle nuove cose per la canzone e quindi devo buttarle giù prima di dimenticarle.
Sono fatto così, se non trascrivo subito le idee poi sfuggono.
Così la seconda cosa, dopo aver messo su il caffé, è prendere il portatile e rileggere la canzone di stanotte, modificandola e aggiungendo delle parti.
La canzone è una specie di punto di vista multiplo della gente che vive durante gli anni della guerra.
La guerra si combatte da molti anni, le forze al fronte scarseggiano e sono sempre chiamate nuove leve per aiutare l'esercito. Un po' come è successo quando gli Stati Uniti sono entrati nella Seconda Guerra Mondiale che si combatteva altrove già da un bel po'!
Di questi ognuno ha il suo pensiero a riguardo.
C'è quello che non vuole combattere perchè nessuno lo fa per lui, quindi lui non lo farà per qualcun altro.
Chi che lo farà perchè ha troppo amore e nessuno accanto a cui darlo.
Poi c'è chi andrà al fronte perchè ha sofferto molto e non ha niente più da perdere.
Però c'è il padre di famiglia che pensa ai propri cari e non riesce ad andare anche se sa che dovrebbe. È il peso della responsabilità, dice.
Poi c'è chi va perchè prova compassione ma lo nasconde, se ne vergogna e preferisce non mostrarlo apertamente. Si limita ad andare e combattere.
Però ci sono le persone che sono state ferite in un modo che nessuno saprà mai, quindi sono già morte dentro e si rifiutano di combattere un'altra guerra.
Tanti che dicono di sì e tanti che dicono di no. Molto quelli spaventati, che si bloccano, che vogliono scappare, che non vogliono farlo.
Però ci sono quelli che combattono già e sono in prima linea. E perchè loro lo fanno?
Come possono resistere senza mollare?
Hanno un peso di responsabilità. E questa è la responsabilità che li fa rimanere e tenere duro. Che gli dà la forza di andare e lottare ancora e ancora e ancora.
Così loro sono là e devono tenere duro.
Mi perdo a perfezionare il testo e non sento Chez che mi raggiunge brontolando con la caffettiera piena ed ormai fredda.
- Mike cazzo! Il caffè! L'hai messo su e l'hai dimenticato! Di nuovo! - io alzo gli occhi dal computer e lo fisso come se parlasse arabo.
Dopo che sono stato immerso nel mondo del nostro album, tornare è sempre difficile, mi perdo un attimo e lui spazientito, dopo avermi guardato, mi indica con la mano aperta.
- Dai, non ti sei fatto la doccia! Guardati! Ti sei alzato, hai pisciato e sei venuto subito a lavorare al maledetto computer del cazzo! - Sto zitto perchè è vero e non saprei cosa dire se non l'ovvio. Allora lui continua come un treno arrabbiato. - I capelli ti stanno crescendo, hai la barba più lunga di sempre! Sembri un barbone! - Poi si avvicina e mi annusa. Che esagerato! - Hai questi vestiti da giorni, puzzi, non ti lavi! Ti alzi, stai tutto il giorno a lavorare ai testi o a qualcosa, poi per puro culo mangi qualcosa e per grazia divina dormi qualche minuto, ti alzi e riprendi, vai a letto tardissimo! Ma da quanto è che non torni a casa da Anna? Giuro che se la trascuri ora che è incinta ti lego! E non è una proposta per fare sesso! Io ti pianto per andare dai bambini a casa, non dirmi che tu non torni da Anna e che stai qua a lavorare ancora! -
Non è che abbiamo iniziato ora, è da un po' che lavoriamo. Lui parla così perchè sa.
Abbasso le mani e la testa, ha ragione, sto diventando un barbone, vivo isolato e fuori dal mondo e faccio questo e solo questo. Pure lo sogno!
- Scusa... è che... mi prende questa cosa, sono un continuo mulinello per testi ed idee e se non le trascrivo io... poi divento matto! Mi addormento pensandoci e mi sveglio pensandoci! E poi mi vengono curiosità riguardo certe cose e mi devo informare ancora. Insomma, mi assorbe... - Evito di dire che vado da Anna ma per pochissimo tempo al giorno e che quando Chez non dorme qua obbligandomi a staccare, finisce che sto su tutta la notte.
Che vuoi, poi trovo dei documentari sulla guerra o sul nucleare o su che cavolo ne so che mi prende e sto su a guardare e...
Chester mi interrompe secco, non cala il tono, è ancora sul piede di guerra.
- No cazzo! Tu sei ossessionato! Non va bene così! Devi staccare ogni tanto! Sei un disastro! Guardati! Passa una giornata a casa con Anna e smettila di lavorare, io starò coi miei! Su, prenditi una cazzo di pausa! Diventerai matto! - Sospiro e faccio il broncio.
Penso che abbia ragione.
- Ok va bene... immagino che hai ragione... - Ormai riesco a pensare solo in termini di testi e album.
Non andrà di certo bene così.
Lui allora si rilassa e mi viene dietro, mi tocca solo le spalle. Penso di avere un aspetto pietoso in effetti.
- Perdi la cognizione del tempo e di te stesso. Non va bene così! Se non ti stessi così addosso non so... penso che non mangeresti e non dormiresti nemmeno! - Nel periodo dei testi io e lui viviamo spesso così da reclusi perchè io sono sempre così ossessivo, sono una specie di macchina e devo lavorarci ininterrottamente. Quindi capita che non torniamo a casa a dormire e cose così. Però per questo album è ancora peggio. Per i primi due album era diverso, i testi li scrivevamo da soli come sfogo di quel che sentivamo, ma per MTM e questo qua ci mettiamo di proposito ed allora dobbiamo isolarci e creare delle condizioni ideali. Perchè ricerchiamo qualcosa di preciso, non è un semplice flusso di idee che scivolano su carta.
Chester ha molta pazienza con me. Non so come fa. Sono insopportabile.
Penso sempre e solo a questo. Anche a casa con Anna penso a quello che dovrò scrivere e ci vado quando Chester va a casa sua dai suoi, però sto molto meno.
Anna ormai è abituata a queste cose, sa che mi sente meno quando creo che quando sono in tour.
- Dai, andiamo a fare la doccia, per oggi basta così direi. -
Mi chiude il portatile e mi mette il caffè freddo davanti mentre va a preparare la vasca per il bagno. Perchè so che vuole fare il bagno.
Alla fine evito di riaprire il computer anche se vorrei rileggere, bevo e lo raggiungo subito. Allo specchio mi do un'occhiata. In effetti faccio schifo.
Capelli sporchi e lunghi, barba incolta...
- Penso che dovrei andare a tagliarli... - Non stanno nemmeno più su, stanno giù ma sconvolti.
Chester, nudo, mette i sali nell'acqua.
- Non stai male coi capelli lunghi, solo che devi dare una forma decente, quella non è una forma! È una merda! Falli crescere e poi quando è una buona lunghezza te li fai sistemare in modo che sia un bel taglio! - Provo ad immaginarmi come dice lui ma poi non mi interessa davvero molto.
È solo che pensare ai capelli è l'ultimo dei miei pensieri...
Finalmente ci mettiamo nell'acqua che ci avvolge, un po' esce ma non molto.
Il profumo è davvero buono, lo associo sempre a noi due e così quando lo sento che lui non c'è mi sento subito meglio.
Oppure sento il suo profumo direttamente.
In quei casi mi eccito in effetti.
Mi fa sistemare contro di sé e mi avvolge da dietro, poi mi spinge sotto e mi immerge passandomi le mani sui capelli e sul viso, io riemergo ridendo.
- Sei contento ora? - Dico divertito.
- Sì! - Fa subito sicuro.
Poi mi avvolge possessivo e mi tiene contro di sé, le sue gambe aperte, il suo petto è il mio schienale, le braccia intorno al mio torace, le dita che giocano coi capezzoli.
È una sensazione così rilassante e perfetta.
Scivolo un po' e appoggio la nuca sulla sua spalla e mi rilasso per davvero.
Mi sembra di non dormire da giorni. In effetti un po' è così.
Sono una macchina. Quando ho in mente una cosa non posso staccarmene.
- Sai, sto cercando di sbrigarmi a finire i testi prima che nasca il piccolo. - E' la prima volta che lo dico. Chester trattiene un attimo il respiro sorpreso.
- Ah sì? Come mai? - Sorrido auto ironico.
- Non voglio avere altri pensieri per la testa quando nasce. Voglio essere solo suo. E mi conosco. So che se ho questi testi in sospeso poi non gli do la giusta attenzione. O non la do ai testi. Capisci? Entrambi sono importanti in modo diverso, devono tutti avere la mia totale attenzione. -
Lo sento sorridere e mi bacia l'orecchio.
- Almeno te ne rendi conto. Che devi dare totale attenzione a tuo figlio. Non potrai fare come ora con me... - A questo mi raddrizzo e mi giro fra le sue braccia per guardarlo corrucciato ed accusatore.
- Cosa vuoi dire, che ti trascuro? - Lui fa la faccia da scemo, tipo un divo snob.
- No, che dici! Sono sempre al centro dei tuoi pensieri! Mi riempi di attenzioni ogni istante! - Ma che stronzo!
Come osa dire una cosa del genere?
Seccato per l'accusa rivolta, gli pizzico un capezzolo e giro, lui ovviamente geme perchè anche se gli faccio male non mi darà mai la soddisfazione di farmi capire qualcosa.
- Oh sì, anche l'altro ti prego! - Allora lo mordo sulla spalla.
- Smettila! - Dico poi piccato! - Non è vero che ti trascuro! - Chester sgrana gli occhi come se avessi detto un'eresia!
- Come no! Mike, se tu trascuri me immagina cosa fai con Anna! Devi vergognarti! - Apro bocca per ribattere ma me la tappa con la mano per parlare ancora. - Non te ne rendi conto ma trascuri tutti, persino me! Da quanto tempo non scopiamo anche se viviamo praticamente insieme? - Apro di nuovo bocca tirandogli via la mano ma mi sgonfio. È vero.
- Dall'inizio della progettazione. - Dico colpevole abbassando gli occhi! Lui ride di gusto. Beh, sono contento che almeno si diverta!
- Ma va bene così, ricambio i favori! Ti ricordi quando ero nella merda, fatto e strafatto... quante volte hai visto tu di me? Mi sei stato dietro come... come un padre, un fratello, un medico, un amante. Tutto! Ora lo faccio io per te! - Mi sta paragonando ad un tossico.
Bene. È così che sono?
- Davvero arrivo a questi livelli? - Chiedo poi sconvolto e incredulo. - Non me ne rendo conto! - Ride ancora.
- Lo so che non te ne rendi conto. - Torna a stringermi e a sistemarmi come prima con forza e le mani mi carezzano di nuovo rilassandomi.
Di nuovo sto meglio e appoggio anche la testa all'indietro su di lui.
- Mi assorbe. Quando comincio mi sento risucchiato. E siccome sento che non posso interrompermi, finisce che faccio tutto di seguito. Se tu non mi obbligassi a fermarmi ogni tanto penso che raggiungerei livelli ancor più spaventosi. è... è che sento tanto questo progetto. Mi piace. Ci credo moltissimo. È una cosa bella e grandiosa, diamo un messaggio e facciamo qualcosa di artisticamente sorprendente, per i nostri canoni. Spero che venga bene, come ce l'ho in testa. - Le mani si separano, una scende sull'inguine e mi tocca leggero un punto erogeno che mi fa sospirare e l'altra sale sul viso e mi carezza. La barba lo infastidisce, quindi va sulle parti che non ce l'hanno. La fronte, gli occhi che chiudo, il naso e poi la bocca. Me la percorre dolcemente, piano.
- E' bellissimo vederti lavorare, credimi. Giorno dopo giorno ti annulli per immergerti in questo tuo mondo. Il tuo magico mondo. E sono contento che ne posso fare parte, almeno un po'. Mi fai sapere tutto quello che ti passa per la testa, me ne rendi partecipe ed io così faccio questa cosa con te che è esaltante. Però lo sai che devo fermarti, hai dei limiti umani che non senti, ma ci sono. - Ora li sento in effetti.
Il fatto che non facevamo l'amore da settimane ed è pazzesco per noi.
O che non mi fermavo a rilassarmi come si deve, come ora.
Non riapro gli occhi e schiudo le labbra, così lui infila il dito dentro.
Quanti ricordi su un gesto simile.
O sulla sua mano sulla mia erezione che ora massaggia senza erotismo ma eccitandomi comunque.
Riusciamo sempre ad accenderci e desiderarci come il primo giorno.
È diverso ma è ancora così.
- Sei importante, guai se non ci fossi... non stufarti mai di me. Non potrei fare questo con nessun altro. - Intendo fare musica.
Ma anche sesso.
Lui ovviamente capisce quello che gli pare e sull'orecchio mi parla basso e malizioso.
- Ne sono convinto che non ci siano tanti in grado di farti godere così! - Aumenta la stretta e l'andatura, ora mi masturba per farmi perdere la connessione con ogni altra cosa. E lentamente l'album, le canzoni e qualunque altra cosa, scema via.
Arriva solo lui, l'eccitazione, il calore, la voglia, il desiderio.
Mi inarco contro di lui, spingo il bacino nella sua mano e succhio il suo dito fino a che devo gemere perchè è davvero troppo da sopportare.
Dio, ho bisogno di sentirlo dentro. Ho un bisogno disperato.
Sto godendo ma mi serve che... che mi riempia... devo averlo fin nell'anima. È come se non bastasse, non è sufficiente questo. Ne voglio di più.
- Chez...entra... - Ansimo mentre mi prendo ai bordi della vasca e mi alzo in ginocchio, porto in avanti il busto e mi piego in modo che lui abbia totale libero accesso a me.
Poco dopo la sua lingua mi lecca dalle scapole e delinea le mie curve, risale il collo, lo morde da dietro e rabbrividisco da cima a fondo.
Poi scende giù. Piano. Sempre piano.
Mi prende per i fianchi e mi sistema più in là per avere lo spazio di tirarsi su anche lui.
Si china e arriva ai miei glutei, si occupa con la bocca della mia apertura, sento le sue dita stuzzicarmi e torno con la mia mano al mio inguine, mi strofino da solo e questo a lui piace visto che decide di imitarmi.
Si fa da solo mentre con la bocca e la mano libera si occupa di me.
La mia voce riempie il bagno.
Forse è perchè non lo facevamo da un po', ora lo sento molto più di altre volte.
È che mi mancava e non lo sapevo.
- Chez... Chez ti prego... - non ce la faccio più, mugolo strascicando la voce e si decide, mi prende, si tira su e finalmente lo sento entrare.
La testa indietro, gli occhi chiusi, la bocca aperta e lui dentro.
Lui che spinge di più fino ad arrivare a metà, poi esce e rientra e lo rifà fino a che non riesce ad arrivare in fondo. Quando mi sente aperto, comincia a muoversi più velocemente.
Il ritmo aumenta, l'intensità è tale che le nostre voci si uniscono.
Dio mio quanto mi mancava tutto questo.
Noi due un'unica cosa, perdersi, sconnettersi, unirsi e fondersi.
Le voce insieme, i corpi che ondeggiano uno verso l'altro e il piacere, il piacere assoluto.
Io che do a lui, lui che da a me.
Siamo solo noi due. Noi due e basta.
Il resto è sparito, non esiste.
E mi riempie in un'ondata che mi fa alzare dritto e appoggiarmi a lui, le braccia alte sopra le teste, le mie mani sulla sua nuca, lo tengo a me e lui mi stringe a sua volta, le sue labbra aperte mentre ancora sospira nell'orgasmo.
Sul mio orecchio.
Ed io che torno nel mondo dopo essere stato non so più dove.
Oh sì... oh sì che mi mancava... fortuna che c'è ed è con me. Senza non sarebbe la stessa cosa. Niente di tutto quello che faccio lo sarebbe. È prezioso.”

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Per chi non sa...
La frase di Chez è ormai famosa, l'ho già ripetuta due volte. Quando lavori con un genio lasci semplicemente che lo sia. E' vero che Mike produce testi a questo ritmo e ne è quasi ossessionato. Non solo coi testi ma in generale quando si mette a lavorare su canzoni ed album. È uno stacanovista, si butta lì e non si schioda. Chez scherzando dice che Mike scrive canzoni anche mentre dorme e Mike ha dichiarato che se non ne fa diventa matto, di conseguenza ciò che ho scritto sul suo stato è vero.
Chez ha davvero questo compito di traduttore simultaneo fra Mike ed il resto del mondo, anche con il gruppo stesso. Ormai è il solo a capirlo, ci sono volte in cui è lui che parla per Mike e spiega cosa voleva o calma gli animi. Mike ha degli scatti quando è stressato e Chez ormai invece è tutto l'opposto, sempre calmo e rilassato.