CAPITOLO
XCIII:
LAVORI
IN CORSO
Tu
dici
Che non combatterai
Perchè nessuno combatterà per
te
E
Tu pensi
Che non ci sia abbastanza Amore
E nessuno a
cui darlo
E
Tu sei sicuro
Di aver sofferto così a lungo
Da
non avere nient'altro da perdere
Allora
Tu dici
Che non
combatterai
Perchè nessuno combatterà per te
Tu dici
Il
peso della responsabilità
Ti ha trattenuto dal lasciarti
andare
E
Tu pensi
Che la compassione sia un difetto
E non
lo mostrerai mai
E
Tu sei sicuro
Di esser ferito in un
modo
Che nessuno saprà mai
Ma
Qualche giorno
Il peso
della responsabilità
Ti darà la forza di andare
Tieni duro
Il
peso della responsabilità
Ti darà la forza di
andare
Allora
Tieni duro
Il peso della responsabilità
Ti
darà la forza di andare
Allora
Tieni duro
Il peso della
responsabilità
Ti darà la forza di andare
Semplicemente
Tieni
duro
Il peso della responsabilità
Ti darà la forza di andare
- Robot boy -
“La
fase del concept è fatta, Mike è miracolosamente soddisfatto di
quel che ha tirato fuori, abbiamo appunti per scrivere un libro
intero, altro che solo un album.
Comunque
se è stata dura quella, non oso immaginare cosa deve essere da qui
in poi.
Cominciamo
a lavorare ai testi, in realtà non è come con MTM dove abbiamo
fatto una gran fatica perchè dovevamo rivedere il nostro modo di
scrivere, l'impronta usata per quell'album va benissimo, non sarà
modificata di molto.
Solo
che è complicato perchè Mike vuole fondere i fatti della guerra
nucleare con quelli della vita quotidiana che si vive oggi, non vuole
essere specifico ma al tempo stesso vuole che si capisca di cosa si
parla. In modo che uno possa pensare e capire la storia che narriamo
e recepire i messaggi, ma al tempo stesso rivedersi in ciò che
scriviamo.
Oltre
a tutto questo, che già di suo è un'impresa, vuole che si mettiamo
qualcosa di nostro.
Così
capitano le volte in cui stiamo ore ed ore a parlare su un testo per
capire come lo possiamo attualizzare senza snaturarlo dall'intento
iniziale, renderlo comprensibile sul doppio fronte e, comunque,
parlare anche un po' di noi in qualche modo.
Ad
esempio in When they come for me, testo per Oppenheimer, ha parlato
di alcuni rapper, delle loro faide e delle loro considerazioni più
note. Ha fatto un paragone fra quello che hanno passato gli
scienziati che costruivano armi nucleari ed i rapper in quanto una
volta, appena il genere era nel pieno della sua esplosione, ci sono
state come delle vere e proprie guerre eppure era vita quotidiana,
non si andava in un campo a lottare con armi vere.
Ma
si ammazzavano fra loro per tanto odio che c'era... quindi Mike ha
scritto questo pezzo:
'Lauryn
diceva,
Il denaro ti cambia la vita
B.I.G. diceva,
Te la
rendono più difficile
Kane diceva,
Non fare un passo, la cosa
non mi riguarda
Chuck diceva che
una Uzi pesa una fottuta
tonnellata
Ed
io sono soltanto uno studente del gioco
che mi hanno
insegnato
Faccio tremare ogni palco ed ogni posto
che mi hanno
procurato”
Mentre
prima, nella strofa numero uno, aveva scritto:
'Io
non sono
Un esempio da seguire
La
pillola che ho in bocca è dura da mandar giù
Io
non sono un criminale
Non sono un modello da imitare
Non sono
un leader nato
Sono una performance dura da seguire
Io
non sono
La Fortuna e la Gloria
o la stessa persona che ti
diceva
di Abbandonare il Gioco
Sono
salito sul Ring
Come un cane incatenato
Ed ho scoperto
che
quello che c'è dentro
è più malato di quanto sembri
E
sembra disgustoso,
ma può essere peggio
Perchè anche avere un
piano può essere
un dono o una maledizione
Perché una volta
che hai una Teoria
su come una cosa funziona,
Tutti vogliono
che la prossima cosa
sia proprio come la prima
Ed
io non sono un Robot
Io non sono una scimmia
Io
non ballerò,
Anche se il ritmo è funky'
Più
svariati altri versi. Qua si capisce bene cosa vuole. All'inizio ha
parlato di Oppenheimer e della sua crisi di coscienza, di come si è
sentito responsabile della morte di miliardi di persone, di come
pensa di essere lui il colpevole maggiore. Quando parla di Teoria
intende quella sul nucleare, che ha permesso di applicare la formula
alla pratica, viene chiamata Teoria Applicabile in fisica. E' chiaro
il passaggio in cui dice che quando hai in mente come far funzionare
una cosa tutti vogliono che la prossima cosa sia come la prima. Qua è
quando gli hanno chiesto di fare la bomba ad idrogeno. Ma dicendo che
non è un robot, non è una scimmia e non ballerà, intende il
rifiuto di farla.
Poi
passa a parlare di quello che dicevano i rapper famosi sul denaro e
sul successo che ti cambia la vita, ti rendono indifferente ed
insensibile. Li paragona a dei soldati, le reazioni diverse di chi è
coinvolto nella guerra, dalla parte dei combattenti in prima fila.
Mi
ha spiegato infatti che fra questi ci sono stati alcuni che si sono
ammazzati per invidia, gelosia ed un odio assurdo e folle nato
facendo rap e diventando rapper. E tutti loro hanno sempre continuato
a salire sul palco e a fare ciò che volevano, insensibili, senza
guardare in faccia quello che succedeva intorno. Erano arrivati ad un
livello pazzesco.
Il
paragone fra rapper e soldati è perfetto.
Mentre
qua:
'Sono
terribilmente sottovalutato
Ma sono venuto qui per correggerlo
E
così che non ci siano sbagli
lo dichiarerò come testimonianza
Io sono
Il
contrario di sgradevole
Il contrario di debole
Il contrario di
fiacco
Un sinonimo di ardente
Un sinonimo di ottimo
Il più
vicino al culmine
Per niente un Teppista
Tutti voi dovete
smettere di parlare
ed iniziare a provare ad arrivarci'
Ha
riportato il tutto a noi. La nostra lotta per affermarci nel panorama
musicale e poter fare sempre la musica che volevamo e ci piaceva.
Hanno cercato di fermarci in molti, non è stato facile perchè non
volevamo fare, che ne so, metal come tutti! Volevamo sempre fare cose
diverse, sperimentare, e nessuno voleva rischiare! Però noi abbiamo
lottato, ci hanno sottovalutato ma abbiamo avuto forza e carattere e
ce l'abbiamo fatta, siamo arrivato dove volevamo e tutti quelli che
parlano di noi criticandoci, dicendo che cambiamo tanto genere e cose
così, devono smettere di parlare e provare ad arrivare dove siamo
noi oggi!
È
così che siamo riusciti a fondere tutte le cose.
Perchè
poi comunque mentre parliamo di noi può benissimo sembrare che in
qualche modo parliamo dello stato d'animo di Oppenheimer e
viceversa... i suoi sentimenti potevano essere molto simili ai
nostri, quando si è messo a lottare affinchè la comunità
scientifica si opponesse a diventare un arma per fare la guerra, è
un po' quello che abbiamo fatto noi per poter continuare a fare ciò
in cui noi credevamo. E ci sono state volte in cui ci sentivamo
svuotati, pensavamo di non farcela, di mollare. Altre invece eravamo
pronti, agguerriti, battaglieri. E la comune consapevolezza che non
avremmo mai mollato, non avremmo cambiato idea, che saremmo comunque
andati avanti per conto nostro con le nostre idee.
Noi
come Oppenheimer.
È
estremamente esaltante lavorare a questi livelli. Di anno in anno ci
eleviamo sempre di più ma giunti a questo punto, un punto dove devi
lavorare su mille fronti contemporaneamente ed essere non all'altezza
ma molto di più, è veramente stimolante.
O
muori o ti esalti.
Cioè,
la pressione è enorme, ti sfinisci, c'è materiale per impazzire...
quando Mike se ne esce con 'dobbiamo attualizzare e personalizzare
senza snaturare' uno normale lo guarda e chiama la croce verde.
Poi
gli dice 'deciditi, quali delle tre?' perchè non si può fare una
canzone puntando su tutte e tre le cose! Non puoi!
Parli
di una storia precisa, di personaggi con background specifici.
E
sebbene nessuno capisce mai che intende con le sue sparate, io calmo
e tranquillo dico 'ok, da cosa iniziamo?' e capisco cosa intende,
cosa chiede!
E
non è che gli dico che è pazzo ed è impossibile. Gli dico che va
benissimo, gli do corda.
Ma
sai... se lavori con un genio lasci semplicemente che lo sia!
Quello
che sta tirando fuori Mike non ho mai visto tirarlo fuori a nessuno.
Come
si fa a lavorare così?
Non
lo so, riesco a capirlo. Capisco cosa dice, cosa vuole. Non si spiega
sempre bene, ma riesco a capirlo!
Quando
dice una cosa assurda a qualcun altro, lo fissano come fosse pazzo,
mi guardano e mi chiedono cosa intendesse.
Ormai
Mike è su un altro pianeta ed io sono il satellite che lo collega
alla Terra!
Ne
sono fottutamente orgoglioso!
È
così che comincia con una specie di litania parlata senza apparente
senso.
-
Mochiagete, tokihanashite. -
Lo
dice a ripetizione.
Oggi
ci sono anche i ragazzi perchè parliamo delle musica, proviamo a
fare qualcosa, ci sono alcuni testi pronti.
Così
tutti lo fissano straniti mentre io, continuando a scrivere un sms,
dico calmo senza una sola inclinazione particolare.
- Dove
lo vuoi inserire? - Gli altri fissano me peggio di come fissavano
Mike.
- Hai
capito cosa ha detto? - Chiede Joe senza parole!
- No
ma so che è qualcosa che vorrà mettere nell'album, di certo! -
Smetto di scrivere e torno a guardare Mike che, con occhi chiusi e
dondolandosi avanti ed indietro, ripete quelle parole prive di senso.
- Allora, dove lo vuoi mettere? All'interno di una canzone o come
skip di collegamento? - Perchè mi ha parlato pure delle skip di
collegamento, ci saranno dei pezzetti brevi che non saranno canzoni
ma collegheranno una e l'altra in modo che la musica sia continua.
- E
non gli chiedi cosa significa prima? Magari sono parolacce in
aramaico! - Sbotta sempre Joe che a volte fatica a capirlo. Altre
invece ci riesce. Quelle volte sono io che non lo capisco ma non
importa.
-
Sicuramente è qualcosa che ha senso! - Mi fido, del resto.
-
Significa 'Sollevami, lasciami andare'. È giapponese. Volevo
inserirlo come skip di collegamento a metà circa. E chiamarla
Jornada del muerto, è il nome del deserto del Trinity test. Voglio
dirlo in giapponese perchè poi la bomba vera è stata sganciata
proprio in Giappone. -
Ora è
tutto chiarissimo ovviamente!
- Lo
canterai? - Gli chiedo.
- Io?!
- Io faccio la faccia ovvia.
- Io
di certo non canto in giapponese! - Ridacchia e tutti sono sorpresi
di vederlo, quando lavora così incessantemente non fa lo scemo e non
ride molto!
Ovviamente
il mio talento non è acqua!
- Sì
comunque, lo canterei, un minuto circa con una melodia malinconica e
tragica. -
- Ma a
cosa si riferisce? - Mike sospira, è in fase 'perchè devo sempre
spiegare tutto?' così intervengo per evitare che faccia il polemico.
- Il
trinity test è il primo test nucleare che è stato fatto appunto in
Nuovo Messico, il deserto si chiama Jornada del muerto. È un po'
quello da cui tutto ha avuto inizio in qualche modo, il passaggio
dall'esperimento alla catastrofe. Poi è stata usata a Nagasaki ed ha
fatto miliardi di morti. È un collegamento. No? Un riferimento a
quello che sarà, una specie di fusione, un richiamo... - Gli altri
mi guardano sorpresi ed impressionati.
-
Chez! Sono impressionato che sai tutte queste cose! Non avrei mai
detto! - Dice Dave senza peli sulla lingua. Normalmente gli farei il
dito medio e lo insulterei, ma ora mi limito ad alzare le spalle e a
spiegare con aria semi divertita:
- Sono
le lezioni di Mike! Prova a fare progettazione con lui e poi mi sai
dire! - Scoppiano a ridere. Sì sì... voi diventereste pazzi!
Penso
che mi faranno santo, comunque.”
“Appena
apro gli occhi, la prima cosa che faccio è sciogliermi dalla presa
di Chester. Lui mi tiene stretto per sentire quando mi alzo e
bloccarmi, ma io so sempre come fare per evitarlo.
Piano
piano scendo giù e vado in bagno, mi sciacquo il viso e faccio i
miei soliti bisogni.
Dovrei
farmi la doccia ma prima mi serve una colazione, un caffè super.
È
prestissimo, potrei dormire ancora, stanotte siamo stati su fino a
tardi per i testi di un'altra canzone, io e Chez. Lui ha cercato di
convincermi a smettere però alla fine ho vinto io come sempre.
Solo
che dormendo ho elaborato delle nuove cose per la canzone e quindi
devo buttarle giù prima di dimenticarle.
Sono
fatto così, se non trascrivo subito le idee poi sfuggono.
Così
la seconda cosa, dopo aver messo su il caffé, è prendere il
portatile e rileggere la canzone di stanotte, modificandola e
aggiungendo delle parti.
La
canzone è una specie di punto di vista multiplo della gente che vive
durante gli anni della guerra.
La
guerra si combatte da molti anni, le forze al fronte scarseggiano e
sono sempre chiamate nuove leve per aiutare l'esercito. Un po' come è
successo quando gli Stati Uniti sono entrati nella Seconda Guerra
Mondiale che si combatteva altrove già da un bel po'!
Di
questi ognuno ha il suo pensiero a riguardo.
C'è
quello che non vuole combattere perchè nessuno lo fa per lui, quindi
lui non lo farà per qualcun altro.
Chi
che lo farà perchè ha troppo amore e nessuno accanto a cui darlo.
Poi
c'è chi andrà al fronte perchè ha sofferto molto e non ha niente
più da perdere.
Però
c'è il padre di famiglia che pensa ai propri cari e non riesce ad
andare anche se sa che dovrebbe. È il peso della responsabilità,
dice.
Poi
c'è chi va perchè prova compassione ma lo nasconde, se ne vergogna
e preferisce non mostrarlo apertamente. Si limita ad andare e
combattere.
Però
ci sono le persone che sono state ferite in un modo che nessuno saprà
mai, quindi sono già morte dentro e si rifiutano di combattere
un'altra guerra.
Tanti
che dicono di sì e tanti che dicono di no. Molto quelli spaventati,
che si bloccano, che vogliono scappare, che non vogliono farlo.
Però
ci sono quelli che combattono già e sono in prima linea. E perchè
loro lo fanno?
Come
possono resistere senza mollare?
Hanno
un peso di responsabilità. E questa è la responsabilità che li fa
rimanere e tenere duro. Che gli dà la forza di andare e lottare
ancora e ancora e ancora.
Così
loro sono là e devono tenere duro.
Mi
perdo a perfezionare il testo e non sento Chez che mi raggiunge
brontolando con la caffettiera piena ed ormai fredda.
- Mike
cazzo! Il caffè! L'hai messo su e l'hai dimenticato! Di nuovo! - io
alzo gli occhi dal computer e lo fisso come se parlasse arabo.
Dopo
che sono stato immerso nel mondo del nostro album, tornare è sempre
difficile, mi perdo un attimo e lui spazientito, dopo avermi
guardato, mi indica con la mano aperta.
- Dai,
non ti sei fatto la doccia! Guardati! Ti sei alzato, hai pisciato e
sei venuto subito a lavorare al maledetto computer del cazzo! - Sto
zitto perchè è vero e non saprei cosa dire se non l'ovvio. Allora
lui continua come un treno arrabbiato. - I capelli ti stanno
crescendo, hai la barba più lunga di sempre! Sembri un barbone! -
Poi si avvicina e mi annusa. Che esagerato! - Hai questi vestiti da
giorni, puzzi, non ti lavi! Ti alzi, stai tutto il giorno a lavorare
ai testi o a qualcosa, poi per puro culo mangi qualcosa e per grazia
divina dormi qualche minuto, ti alzi e riprendi, vai a letto
tardissimo! Ma da quanto è che non torni a casa da Anna? Giuro che
se la trascuri ora che è incinta ti lego! E non è una proposta per
fare sesso! Io ti pianto per andare dai bambini a casa, non dirmi che
tu non torni da Anna e che stai qua a lavorare ancora! -
Non è
che abbiamo iniziato ora, è da un po' che lavoriamo. Lui parla così
perchè sa.
Abbasso
le mani e la testa, ha ragione, sto diventando un barbone, vivo
isolato e fuori dal mondo e faccio questo e solo questo. Pure lo
sogno!
-
Scusa... è che... mi prende questa cosa, sono un continuo mulinello
per testi ed idee e se non le trascrivo io... poi divento matto! Mi
addormento pensandoci e mi sveglio pensandoci! E poi mi vengono
curiosità riguardo certe cose e mi devo informare ancora. Insomma,
mi assorbe... - Evito di dire che vado da Anna ma per pochissimo
tempo al giorno e che quando Chez non dorme qua obbligandomi a
staccare, finisce che sto su tutta la notte.
Che
vuoi, poi trovo dei documentari sulla guerra o sul nucleare o su che
cavolo ne so che mi prende e sto su a guardare e...
Chester
mi interrompe secco, non cala il tono, è ancora sul piede di guerra.
- No
cazzo! Tu sei ossessionato! Non va bene così! Devi staccare ogni
tanto! Sei un disastro! Guardati! Passa una giornata a casa con Anna
e smettila di lavorare, io starò coi miei! Su, prenditi una cazzo di
pausa! Diventerai matto! - Sospiro e faccio il broncio.
Penso
che abbia ragione.
- Ok
va bene... immagino che hai ragione... - Ormai riesco a pensare solo
in termini di testi e album.
Non
andrà di certo bene così.
Lui
allora si rilassa e mi viene dietro, mi tocca solo le spalle. Penso
di avere un aspetto pietoso in effetti.
-
Perdi la cognizione del tempo e di te stesso. Non va bene così! Se
non ti stessi così addosso non so... penso che non mangeresti e non
dormiresti nemmeno! - Nel periodo dei testi io e lui viviamo spesso
così da reclusi perchè io sono sempre così ossessivo, sono una
specie di macchina e devo lavorarci ininterrottamente. Quindi capita
che non torniamo a casa a dormire e cose così. Però per questo
album è ancora peggio. Per i primi due album era diverso, i testi li
scrivevamo da soli come sfogo di quel che sentivamo, ma per MTM e
questo qua ci mettiamo di proposito ed allora dobbiamo isolarci e
creare delle condizioni ideali. Perchè ricerchiamo qualcosa di
preciso, non è un semplice flusso di idee che scivolano su carta.
Chester
ha molta pazienza con me. Non so come fa. Sono insopportabile.
Penso
sempre e solo a questo. Anche a casa con Anna penso a quello che
dovrò scrivere e ci vado quando Chester va a casa sua dai suoi, però
sto molto meno.
Anna
ormai è abituata a queste cose, sa che mi sente meno quando creo che
quando sono in tour.
- Dai,
andiamo a fare la doccia, per oggi basta così direi. -
Mi
chiude il portatile e mi mette il caffè freddo davanti mentre va a
preparare la vasca per il bagno. Perchè so che vuole fare il bagno.
Alla
fine evito di riaprire il computer anche se vorrei rileggere, bevo e
lo raggiungo subito. Allo specchio mi do un'occhiata. In effetti
faccio schifo.
Capelli
sporchi e lunghi, barba incolta...
-
Penso che dovrei andare a tagliarli... - Non stanno nemmeno più su,
stanno giù ma sconvolti.
Chester,
nudo, mette i sali nell'acqua.
- Non
stai male coi capelli lunghi, solo che devi dare una forma decente,
quella non è una forma! È una merda! Falli crescere e poi quando è
una buona lunghezza te li fai sistemare in modo che sia un bel
taglio! - Provo ad immaginarmi come dice lui ma poi non mi interessa
davvero molto.
È
solo che pensare ai capelli è l'ultimo dei miei pensieri...
Finalmente
ci mettiamo nell'acqua che ci avvolge, un po' esce ma non molto.
Il
profumo è davvero buono, lo associo sempre a noi due e così quando
lo sento che lui non c'è mi sento subito meglio.
Oppure
sento il suo profumo direttamente.
In
quei casi mi eccito in effetti.
Mi fa
sistemare contro di sé e mi avvolge da dietro, poi mi spinge sotto e
mi immerge passandomi le mani sui capelli e sul viso, io riemergo
ridendo.
- Sei
contento ora? - Dico divertito.
- Sì!
- Fa subito sicuro.
Poi mi
avvolge possessivo e mi tiene contro di sé, le sue gambe aperte, il
suo petto è il mio schienale, le braccia intorno al mio torace, le
dita che giocano coi capezzoli.
È una
sensazione così rilassante e perfetta.
Scivolo
un po' e appoggio la nuca sulla sua spalla e mi rilasso per davvero.
Mi
sembra di non dormire da giorni. In effetti un po' è così.
Sono
una macchina. Quando ho in mente una cosa non posso staccarmene.
- Sai,
sto cercando di sbrigarmi a finire i testi prima che nasca il
piccolo. - E' la prima volta che lo dico. Chester trattiene un attimo
il respiro sorpreso.
- Ah
sì? Come mai? - Sorrido auto ironico.
- Non
voglio avere altri pensieri per la testa quando nasce. Voglio essere
solo suo. E mi conosco. So che se ho questi testi in sospeso poi non
gli do la giusta attenzione. O non la do ai testi. Capisci? Entrambi
sono importanti in modo diverso, devono tutti avere la mia totale
attenzione. -
Lo
sento sorridere e mi bacia l'orecchio.
-
Almeno te ne rendi conto. Che devi dare totale attenzione a tuo
figlio. Non potrai fare come ora con me... - A questo mi raddrizzo e
mi giro fra le sue braccia per guardarlo corrucciato ed accusatore.
- Cosa
vuoi dire, che ti trascuro? - Lui fa la faccia da scemo, tipo un divo
snob.
- No,
che dici! Sono sempre al centro dei tuoi pensieri! Mi riempi di
attenzioni ogni istante! - Ma che stronzo!
Come
osa dire una cosa del genere?
Seccato
per l'accusa rivolta, gli pizzico un capezzolo e giro, lui ovviamente
geme perchè anche se gli faccio male non mi darà mai la
soddisfazione di farmi capire qualcosa.
- Oh
sì, anche l'altro ti prego! - Allora lo mordo sulla spalla.
-
Smettila! - Dico poi piccato! - Non è vero che ti trascuro! -
Chester sgrana gli occhi come se avessi detto un'eresia!
- Come
no! Mike, se tu trascuri me immagina cosa fai con Anna! Devi
vergognarti! - Apro bocca per ribattere ma me la tappa con la mano
per parlare ancora. - Non te ne rendi conto ma trascuri tutti,
persino me! Da quanto tempo non scopiamo anche se viviamo
praticamente insieme? - Apro di nuovo bocca tirandogli via la mano ma
mi sgonfio. È vero.
-
Dall'inizio della progettazione. - Dico colpevole abbassando gli
occhi! Lui ride di gusto. Beh, sono contento che almeno si diverta!
- Ma
va bene così, ricambio i favori! Ti ricordi quando ero nella merda,
fatto e strafatto... quante volte hai visto tu di me? Mi sei stato
dietro come... come un padre, un fratello, un medico, un amante.
Tutto! Ora lo faccio io per te! - Mi sta paragonando ad un tossico.
Bene.
È così che sono?
-
Davvero arrivo a questi livelli? - Chiedo poi sconvolto e incredulo.
- Non me ne rendo conto! - Ride ancora.
- Lo
so che non te ne rendi conto. - Torna a stringermi e a sistemarmi
come prima con forza e le mani mi carezzano di nuovo rilassandomi.
Di
nuovo sto meglio e appoggio anche la testa all'indietro su di lui.
- Mi
assorbe. Quando comincio mi sento risucchiato. E siccome sento che
non posso interrompermi, finisce che faccio tutto di seguito. Se tu
non mi obbligassi a fermarmi ogni tanto penso che raggiungerei
livelli ancor più spaventosi. è... è che sento tanto questo
progetto. Mi piace. Ci credo moltissimo. È una cosa bella e
grandiosa, diamo un messaggio e facciamo qualcosa di artisticamente
sorprendente, per i nostri canoni. Spero che venga bene, come ce l'ho
in testa. - Le mani si separano, una scende sull'inguine e mi tocca
leggero un punto erogeno che mi fa sospirare e l'altra sale sul viso
e mi carezza. La barba lo infastidisce, quindi va sulle parti che non
ce l'hanno. La fronte, gli occhi che chiudo, il naso e poi la bocca.
Me la percorre dolcemente, piano.
- E'
bellissimo vederti lavorare, credimi. Giorno dopo giorno ti annulli
per immergerti in questo tuo mondo. Il tuo magico mondo. E sono
contento che ne posso fare parte, almeno un po'. Mi fai sapere tutto
quello che ti passa per la testa, me ne rendi partecipe ed io così
faccio questa cosa con te che è esaltante. Però lo sai che devo
fermarti, hai dei limiti umani che non senti, ma ci sono. - Ora li
sento in effetti.
Il
fatto che non facevamo l'amore da settimane ed è pazzesco per noi.
O che
non mi fermavo a rilassarmi come si deve, come ora.
Non
riapro gli occhi e schiudo le labbra, così lui infila il dito
dentro.
Quanti
ricordi su un gesto simile.
O
sulla sua mano sulla mia erezione che ora massaggia senza erotismo ma
eccitandomi comunque.
Riusciamo
sempre ad accenderci e desiderarci come il primo giorno.
È
diverso ma è ancora così.
- Sei
importante, guai se non ci fossi... non stufarti mai di me. Non
potrei fare questo con nessun altro. - Intendo fare musica.
Ma
anche sesso.
Lui
ovviamente capisce quello che gli pare e sull'orecchio mi parla basso
e malizioso.
-
Ne sono convinto che non ci siano tanti in grado di farti godere
così! - Aumenta la stretta e l'andatura, ora mi masturba per farmi
perdere la connessione con ogni altra cosa. E lentamente l'album, le
canzoni e qualunque altra cosa, scema via.
Arriva
solo lui, l'eccitazione, il calore, la voglia, il desiderio.
Mi
inarco contro di lui, spingo il bacino nella sua mano e succhio il
suo dito fino a che devo gemere perchè è davvero troppo da
sopportare.
Dio,
ho bisogno di sentirlo dentro. Ho un bisogno disperato.
Sto
godendo ma mi serve che... che mi riempia... devo averlo fin
nell'anima. È come se non bastasse, non è sufficiente questo. Ne
voglio di più.
-
Chez...entra... - Ansimo mentre mi prendo ai bordi della vasca e mi
alzo in ginocchio, porto in avanti il busto e mi piego in modo che
lui abbia totale libero accesso a me.
Poco
dopo la sua lingua mi lecca dalle scapole e delinea le mie curve,
risale il collo, lo morde da dietro e rabbrividisco da cima a fondo.
Poi
scende giù. Piano. Sempre piano.
Mi
prende per i fianchi e mi sistema più in là per avere lo spazio di
tirarsi su anche lui.
Si
china e arriva ai miei glutei, si occupa con la bocca della mia
apertura, sento le sue dita stuzzicarmi e torno con la mia mano al
mio inguine, mi strofino da solo e questo a lui piace visto che
decide di imitarmi.
Si fa
da solo mentre con la bocca e la mano libera si occupa di me.
La mia
voce riempie il bagno.
Forse
è perchè non lo facevamo da un po', ora lo sento molto più di
altre volte.
È che
mi mancava e non lo sapevo.
-
Chez... Chez ti prego... - non ce la faccio più, mugolo strascicando
la voce e si decide, mi prende, si tira su e finalmente lo sento
entrare.
La
testa indietro, gli occhi chiusi, la bocca aperta e lui dentro.
Lui
che spinge di più fino ad arrivare a metà, poi esce e rientra e lo
rifà fino a che non riesce ad arrivare in fondo. Quando mi sente
aperto, comincia a muoversi più velocemente.
Il
ritmo aumenta, l'intensità è tale che le nostre voci si uniscono.
Dio
mio quanto mi mancava tutto questo.
Noi
due un'unica cosa, perdersi, sconnettersi, unirsi e fondersi.
Le
voce insieme, i corpi che ondeggiano uno verso l'altro e il piacere,
il piacere assoluto.
Io che
do a lui, lui che da a me.
Siamo
solo noi due. Noi due e basta.
Il
resto è sparito, non esiste.
E mi
riempie in un'ondata che mi fa alzare dritto e appoggiarmi a lui, le
braccia alte sopra le teste, le mie mani sulla sua nuca, lo tengo a
me e lui mi stringe a sua volta, le sue labbra aperte mentre ancora
sospira nell'orgasmo.
Sul
mio orecchio.
Ed io
che torno nel mondo dopo essere stato non so più dove.
Oh
sì... oh sì che mi mancava... fortuna che c'è ed è con me. Senza
non sarebbe la stessa cosa. Niente di tutto quello che faccio lo
sarebbe. È prezioso.”
_______________________
Per
chi non sa...
La
frase di Chez è ormai famosa, l'ho già ripetuta due volte. Quando
lavori con un genio lasci semplicemente che lo sia. E' vero che Mike
produce testi a questo ritmo e ne è quasi ossessionato. Non solo coi
testi ma in generale quando si mette a lavorare su canzoni ed album.
È uno stacanovista, si butta lì e non si schioda. Chez scherzando
dice che Mike scrive canzoni anche mentre dorme e Mike ha dichiarato
che se non ne fa diventa matto, di conseguenza ciò che ho scritto
sul suo stato è vero.
Chez
ha davvero questo compito di traduttore simultaneo fra Mike ed il
resto del mondo, anche con il gruppo stesso. Ormai è il solo a
capirlo, ci sono volte in cui è lui che parla per Mike e spiega cosa
voleva o calma gli animi. Mike ha degli scatti quando è stressato e
Chez ormai invece è tutto l'opposto, sempre calmo e rilassato.