CAPITOLO
XCV:
FAMIGLIE
“Il
clan Shinoda è per metà giapponese e la metà americana si è
giapponesizzata anche se vivono tutti negli States da moltissimo
tempo.
Le
usanze giapponesi sono molte e varie ma per lo più è che sono tutti
un'unica grande famiglia.
Fanno
tutto insieme, l'affare di uno è l'affare di tutti. Non esiste solo
marito, moglie e figli ma anche nonni, zii, cugini e chi più ne ha
più ne metta!
Per
cui sono sempre tutti insieme appena possono, passano dei lunghi
periodi a casa di uno o dell'altro ma cosa più importante: un
problema viene affrontato e risolto da tutti. Non c'è una vera
privacy là.
Tutto
l'opposto della mia famiglia che è sparita e se li vedo ogni tanto è
un miracolo.
Ognuno
la sua vita, ognuno i suoi affari.
Anna
si è adattata bene alla cosa e diciamo che è un po' l'ideale per
una il cui marito è sempre via per lavoro ed è super impegnato.
Almeno ha i parenti con lei.
Adesso
sono via, per cui lei era sola a casa, cosa ancora più grave visto
che Mike era concentrato sull'album.
Comunque
ora ha capito e va tutto bene.
L'attesa
è snervante ma ce la facciamo, arriva anche Talinda mentre tengo
informati i ragazzi e Mike ha spento il telefono perchè i suoi lo
tormentavano. E con suoi intendo davvero una marea di gente che di
norma è come se abitassero con loro. Da lì il fatto che vivono coi
nipoti. Non è che ci vivono ma è come se fosse così. A volte si
fermano anche a dormire da loro.
È
un caos casa di Mike. Per questo fra l'altro Anna aveva tanta voglia
di avere un figlio suo, stando tanto tempo coi nipoti è normale...
Stava
per insultare suo padre, quando ho preso in mano la situazione e gli
ho detto che appena avremmo saputo qualcosa li avremmo chiamati. Ho
chiuso il telefono prima che Mike lo spaccasse.
Mi
sono occupato di lui come sempre, ho fatto da intermediario con
chiunque arrivasse. A volte Mike non sapeva nemmeno di rispondere
male, penso.
Quando
è teso diventa intrattabile, da appendere al muro.
Finalmente
dopo un tempo che è parso infinito, durante il quale è successo di
tutto, l'infermiera esce dalla sala operatoria e si avvicina a Mike,
io e Talinda subito con lui come due angeli custodi.
-
L'operazione è andata bene, sia sua moglie che suo figlio stanno
bene. Fra poco la porteremo in camera, la stiamo svegliando
dall'anestesia generale ma probabilmente dormirà ancora, è molto
provata. Mentre se mi segue le faccio vedere suo figlio. -
Mike
ha un momento di blackout, è come se si spegnesse e mi fa sorridere,
infatti gli do una gomitata.
-
Vacci! - Dico infatti, lui si riscuote e mi guarda smarrito e
terrorizzato. Non so com'è fatto questo.
-
Tu vieni con me? - L'infermiera ridacchia, penso abbia visto miliardi
di padri così.
Annuisco
e Talinda dice che aspetterà Anna in camera.
Così
andiamo con la donna che spiega che è importante che il bambino
venga preso in braccio appena nato da uno dei genitori se non da
entrambi, così visto che Anna non ha potuto, lo farà lui.
Dopo
averlo imbardato di tutto punto con una tutina usa e getta color rosa
che gli dona un sacco, mi lancia un'occhiata che è tutto un
programma ed entra nella nursery.
Io
ridacchio e mi appoggio al vetro per vedere dentro.
L'infermiera
lo porta alla sua culla, prende il bambino che non è nemmeno
minuscolo come ricordo era Ty, ma non è nemmeno un gigante, e glielo
dà.
Da
qua li vedo bene entrambi. Vedo Mike teso e rigido come una corda di
violino che lo fissa ed allunga le mani e le braccia, lei glielo
appoggia sopra e lui se lo attira al petto.
E
tutto è come se si fermasse perchè velocissimo il terrore di Mike
viene spazzato via da un rischiaramento totale.
È
semplicemente fantastico.
Non
potevo perdermelo.
Dio,
non potevo.
Mike
si commuove mentre si avvicina il piccolo al viso e piega la testa
per ammirare la meraviglia che ha fatto.
E
da qua dove sono li vedo insieme e penso che sia la cosa più bella
che abbia mai visto.
Lui
ha gli occhi lucidi, gli scende una lacrima e per un istante penso
che mi succeda la stessa cosa.
Questo
sorriso che gli nasce, questa luce con cui lo guarda, questo amore...
eccolo lì il suo senso paterno, era terrorizzato, convinto di non
averlo.
Ed
ora non esiste niente al mondo che amerà più di lui.
Di
quell'amore assoluto, incondizionato e totale.
È
di una bellezza disarmante e starei ore a guardarli, gli dice
qualcosa, lo saluta, lo chiama per nome, non so cosa ha scelto alla
fine perchè erano indecisi su un paio di nomi.
Starei
ore a guardarli. Mike a momenti nemmeno respira.
Quel
bambino è bellissimo di suo ma fra le braccia di Mike lo è ancora
di più.
Anche
se sono di parte.
È
così che lui si è sentito tutte le volte che mi vedeva con mio
figlio. La prima con Draven deve averlo sconvolto come mi sento
sconvolto io.
È
una cosa che mi esclude in qualche modo ed allo stesso tempo mi
coinvolge.
Perchè
lì c'è tutto l'amore di Mike e parte di questo amore lo dà anche a
me.
Ora
io ed Otis siamo uguali ma diversi e siamo accomunati dalla stessa
cosa.
L'amore
di Mike.
È
un amore diverso ma assoluto lo stesso.
Quindi
mi sento come penso si sia sentito Mike le altre volte.
Parte
della sua famiglia perchè condividiamo il suo amore e ce lo
dividiamo equamente.
Come
lui si è sempre sentito parte della mia, padre in un certo contorto
senso dei miei figli.
Così
sarà per me ora.
Quando
esce è ancora illuminato, irradia una luce mai vista, è nella pace
dei sensi. Mi sorride ebete, felice, ed io faccio altrettanto mentre
i nostri occhi, intrecciati, sono pieni d'amore. Un amore un po' per
tutto e per tutti ma soprattutto per noi e per quel bambino che amo
anche io perchè lo ama Mike.
Non
possiamo abbracciarci e baciarci ma è come se lo facessimo in questo
scambio di sguardi.
-
E'... è così perfetto... - La voce è roca e gli trema, non riesce
a dire altro, così mando al diavolo tutto e gli circondo le spalle
con un braccio attirandolo a me. Lui si aggrappa a sua volta e
nasconde il viso contro il mio collo. Un istante velocissimo.
Due
amici che si fanno i complimenti per un momento bellissimo.
-
Hai un figlio splendido! - A questo punto forse lo realizza per la
prima volta.
-
Sono padre, Chester... - Ed è bello che pianga per questo. Perchè
piange di gioia.
Ora
sa che le sue paure erano infondate e che andrà veramente tutto
bene, perchè amando qualcuno in questo modo non può che andare
tutto benissimo.
Mike
piange di gioia perchè è diventato padre ed ogni lacrima sembra
iridescente.
La
luce di un miracolo.
Come
tanti angeli esplosi nelle stelle.
Un
deja vu mi assale ma non lo catturo.
Quando
ho pensato queste stesse parole?
Quando
è successo?
Chiudo
gli occhi ma la sensazione sfugge e notando un raro istante di
solitudine intorno a noi, gli bacio la tempia.
-
Ti amo! - Ma ce lo diciamo insieme, quindi sorridiamo. I momenti
perfetti esistono. E non sono soli. Sono tanti. È bello essere vivi.
Con
Anna è stato molto dolce, ha aspettato che si svegliasse e poi non
ha fatto che riempirla di complimenti per l'ottimo lavoro svolto!
Ha
passato il resto del tempo a fare la spola da lei al piccolo Otis
facendo foto e facendogliele vedere. Dicendo anche tutti i dettagli
che vedeva. Come dormiva. Come respirava. Quanto bello era.
Io
ho fatto tante volte per andarmene ma Mike me l'ha sempre impedito e
quando finalmente portano Otis in camera per il primo allattamento,
Mike è tutto in fibrillazione e Anna pare abbia il primo istinto
omicida!
-
Mike, calmati! Lo allatto e basta! -
-
Ma non lo posso filmare? -
-
Sei inquietante! - Quando lo dice, Mike ci rimane male ed io e
Talinda ridiamo.
Alla
fine si spegne perchè arriva il piccolo portato dall'infermiera, lo
lascia fra le braccia di Anna che non l'ha ancora tenuto.
Via
via sembra stare un po' meglio, è sempre stanca e segnata però
quando lo vede si illumina come è successo con Mike.
Io
e Talinda facciamo di nuovo per andarcene ma Mike dice di no, così
diciamo che andiamo a prendere solo un caffè.
Li
lasciamo un po' soli in questo momento di famiglia, è giusto che ce
l'abbiano anche se darei tutto il mio sangue per poter fare un figlio
con Mike.
So
che la natura lo impedisce, però Dio poteva essere più elastico.
Dopotutto ci sono genitori gay che sono molto meglio di quelli etero,
per cui non è vero che dei genitori possono essere solo etero.
La
questione si perde nel mio cervello quando, rientrando in camera,
vedo Mike in adorazione del suo adorato piccolo fra le braccia di
Anna. Ha smesso di allattarlo e penso che gli stia facendo fare il
ruttino, però non gli viene, così Anna glielo dà a Mike e gli dice
di provarci lui camminando. Lui la guarda terrorizzato come avesse
detto di insegnargli il tango argentino, tutti e tre noi ridiamo alla
sua espressione, così intervengo.
-
Non devi fare niente di strano... lo prendi e te lo metti sulla
spalla, gli massaggi la schiena e cammini piano. - Mike mi fissa come
parlassi arabo.
-
Ma è piccolo! E se mi cade? - Alzo gli occhi al cielo.
-
L'hai già tenuto! -
-
Ma era diverso... e poi ero fulminato, non sapevo quello che facevo!
- Sospiro ancora.
Se
gli viene la paura di gestirlo e tenerlo è finita!
Scuoto
la testa e prendo il piccolo Otis per fargli vedere.
-
Guarda, così! - Me lo metto un attimo sulla spalla, il sederino col
pannolino sul braccio piegato, la mano sulla schiena e sulla nuca e
la testina sulla spalla.
-
Così, vedi? - Mike rimane a bocca aperta, ammirato.
-
Sei così pratico... - Questo ci fa ridere di nuovo e glielo porgo
prendendolo sotto le ascelle, il bimbo pende in attesa di essere
preso dal suo papà.
-
Ma perchè sapete tante cose sui bambini? -
-
Mike prendilo! - Dico secco, lui lo prende ma è rigido ed
impacciato.
Ma
come si fa ad essere così imbranati?
Dovrebbe
venire spontaneo!
-
Mike, rilassati! - Anna e Talinda ci guardano semi divertite ed
incuriosite.
Glielo
sistemo sul braccio come l'avevo io, lui è ancora una corda di
violino ed il bambino si agita cominciando a piangere.
-
Ecco, mi sente! - Comincia a dire nervoso.
Non
posso fare a meno di sorridere e mentre con una mano carezzo Otis,
con l'altra lo faccio con Mike.
Entrambi
si quietano subito.
Come
per magia.
-
Ecco, così... - Dico piano. Allora prendo la mano di Mike e gliela
metto sulla schiena, poi delicato gliela muovo in modo da fargli
vedere come. Deve fargli piccoli massaggi.
Dopo
un po' che si fa fare da me, continua da solo.
Perfetto.
Allora
lo guardo mentre comincia a camminare piano per la camera ed il
sorriso che mi nasce è spontaneo. È così bello vederlo alle prese
col suo primo figlio, è incredibile. Non avrei mai pensato potesse
essere così tanto apprensivo e ansioso. Cioè in effetti è logico
visto la vita che ha fatto prima, però pensavo che si rilassasse di
più.
Penso
che deve solo abituarsi.
Dopo
un po' che sta là perso nel magico mondo di suo figlio, mi avvicino
alle due donne che ci stavano fissando con dei sorrisi ebeti sulle
facce, tipo il mio credo.
-
Sei molto portato per queste cose! - Dice Anna ammirata.
-
Il baby sitter? - Dico.
-
Sì... ma comunque si vede quanto ti piace... - Però non so se
intende Mike od il bambino. Penso entrambi. Non mi sembra il caso di
parlare di queste cose proprio ora.
-
Ti ringrazio per esserci stato prima. Se non era per te chissà... -
Anna non aveva ancora avuto modo per dirmelo ed io le stringo la mano
un attimo facendole l'occhiolino.
È
bello così.
-
La famiglia si è allargata! - Dico per alleggerire il discorso. E lo
alleggeriamo, sorridiamo tutti contenti, lieti di ciò che intendo.
Sono d'accordo.
Siamo
una famiglia sola. Allargata.
Il
desiderio di qualche anno fa, quando tutto questo è cominciato.
Chi
poteva immaginare che ci saremmo davvero riusciti?
Siamo
tutti e quattro legati come avessimo dei veri legami di sangue. Solo
che fra me e Mike c'è quell'amore per cui daremmo la vita.
Detto
in termini di famiglia, io e lui siamo quelli sposati e loro sono le
nostre sorelle. È un po' questo.
Quando
parli di situazioni così, fuori dal comune ed utopistiche, non pensi
che possano essere vere, che possano funzionare davvero. Pensi che
sia impossibile, che in qualche modo il meccanismo si inceppa.
Io
penso che ci abbiano salvato i figli.
Che
il nostro vero equilibrio ce l'abbiano dato i bambini.
Loro
si sono sentite realizzate e complete come donne grazie ai figli
anche senza avere un vero matrimonio. E poi noi cerchiamo di non far
mancare loro niente lo stesso.
È
bellissimo questo amore che c'è fra noi quattro, spero che non si
guasti mai con nulla e che vada avanti per sempre in questo modo, con
questo equilibrio adorabile.”
“Sono
riuscito a pensarle tutte e a stare così male che ho rasentato
l'isteria. Per un certo momento non so nemmeno che facevo, se dicevo
qualcosa o che.
Se
ero solo non ce l'avrei mai fatta.
Sono
diventato cosciente solo quando ho preso in braccio Otis.
Ho
deciso per Otis, era uno dei nomi in lista, quando l'ho visto mi è
parso chiaro che era quello il suo nome.
Così
piccolo, così bello.
Dormiva,
ha aperto un attimo gli occhi e mi ha percepito, non mi può aver
visto però è stato come perdermi nei suoi piccoli occhietti che
stavano a stento aperti.
La
sua boccuccia. Ha chiuso una manina sul mio dito ed ha stretto, un
riflesso.
Gli
ho parlato piano e Dio come mi sentivo realizzato.
Ero
arrivato.
Ce
l'avevo fatta.
Non
so come dire.
È
così, però.
Quello
che mi ha trasmesso dentro il tenerlo fra le braccia, un esserino
così piccolo e delicato completamente affidato a me, che si sentiva
bene. Non si è messo a piangere. Pensavo avesse pianto. Ma mi ha
ascoltato, forse non mi sentiva. O forse sì. Forse il suono della
mia voce gli piaceva.
Potrei
stare ore a guardarlo e tenerlo.
È
di una purezza incredibile.
È
un piccolo miracolo.
Come
un angelo che scende dal cielo.
Mi
sembrava di vedergli attorno un alone accecante.
Ipnotizzato
in lui.
Come
ne potevo avere paura?
Paura
di cosa?
Di
non amarlo abbastanza? Che non sentisse il mio amore? Paura di non
renderlo felice? Di ingannarlo? Paura di non essere un bravo padre?
Di... non ne ho idea.
È
stato spazzato via tutto nel momento in cui l'ho tenuto in braccio.
Delicato,
piano, leggero.
Come
può non sentirlo il mio amore? Come posso non amarlo? Lo proteggerò
con tutto me stesso, ad ogni costo, in tutti i modi. Non gli
succederà mai niente di brutto, mai, mai, mai.
Forse
io e sua madre non siamo una famiglia classica, ma ci vogliamo un
gran bene e lo amiamo più delle nostre vite. Sarà felice. Lo faremo
felice.
Non
ho dubbi di questo.
La
mia piccola luce. Il mio piccolo sole.
Il
mio cucciolo.
Quando
esco mi sento spogliato di qualcosa, vuoto. Ho un attimo di freddo,
ma mi ritrovo in Chester che mi stringe e mi aggrappo a lui, sono
ancora così emozionato.
Voglio
catturare questo stato d'animo. Voglio catturare questo istante.
Voglio
catturare tutto. Non se ne andrà via.
E
so che mi basterà pensare ad Otis per ricordarmelo.
È
perfetto.
Chester
si sentiva così quando è nato Draven e posso capire perchè ha
voluto tanto Tyler quando si è rimesso in piedi. E perchè ne vuole
altri.
Come
puoi non volerne?
Ti
completano.
Sei
un uomo dopo tutte le volte che sbagli e ti rialzi, ma diventi un
uomo migliore e completo quando diventi padre ed ami in questo modo.
Ami
la persona della tua vita ed è completezza anche quella, ma l'amore
per il sangue del tuo sangue è diverso. Non lo puoi descrivere.
Sai
che lui ci sarà sempre, non ti tradirà mai e sarà nella tua stessa
anima finchè l'esistenza non avrà fine.
Con
lui sarai felice per sempre, non ci sono incognite, se e ma, nessun
problema, nessun ostacolo.
Lui
è la tua luce. È un amore puro.
Ora
che lo tengo di nuovo torna quella sensazione.
Ho
avuto un po' di paura, non lo nego. Infatti lui ha pianto. Però la
sicurezza e la dolcezza di Chester mi hanno calmato e subito è stato
così anche con Otis.
I
bambini percepiscono una sorta di energia in chi li tengono in
braccio, è come l'aura. Se uno è agitato, anche se sta zitto e non
dice niente, loro lo sentono. E, d'altro canto, se sei tranquillo
anche loro lo sono.
Quindi
si gioca tutto sull'essere naturali.
Devo
dire che queste cose le ho capite guardando Chez e Ty, stavo ore a
guardarli. C'erano volte in cui si addormentavano insieme e mi ci
perdevo.
Non
è che ho paura dei bambini, anzi. Mi piacciono moltissimo. È che il
tuo è diverso e pensi 'Ok, e se mi cade?' cose stupide, insomma,
però sei tu e lui e non puoi sbagliare. È questo che pensi.
Però
poi ce la fai benissimo.
Non
so se è così per tutti. So che non tutti sono portati per essere
genitori e fanno danni, io non capisco bene come possano arrivare a
maltrattare i loro figli, è atroce. Alla sola idea che Otis pianga
mi angoscio.
Però
è un po' come andare in bicicletta, viene spontaneo.
All'inizio
sei incerto, hai paura, magari cadi. Però poi parti e vai dritto
come un treno.
Otis
finalmente fa il ruttino ma me lo tengo lo stesso, non lo posso dare
a nessuno. Me lo coccolo ancora un po', gli bacio la nuca di
continuo, poi un poco gli parlo piano sotto voce e gli dico che lo
amo tantissimo e che nessuno gli farà mai del male.
Non
fiata nemmeno, quasi. Sento che succhia la stoffa della mia spalla,
me la riempie di saliva ma non piange e non si lamenta.
Il
mio piccolo dolce miracolo.
Dopo
un po' Anna esprime il desiderio di dormire, così la salutiamo ed
andiamo via dicendo che domani torneremo prestissimo.
Una
volta al parcheggio io sono senza macchina, quindi per forza di cose
uno di loro due mi deve accompagnare, così mi arriva puntuale l'sms
di Joe.
'Festa
in sede, vi aspettiamo!'
Ed
alla fine Talinda ci saluta e noi andiamo dagli altri.
Festa
per il nuovo papà. Che sono io.
Mi
piacciono le feste e mi piace come suona il termine 'papà'!
È
tutto così semplicemente meraviglioso!
-
Come ci si sente? - Mi fa Chez mentre guida verso casa.
Sospiro
sognante ed appoggio la testa all'indietro pensando ad Otis.
-
E' indescrivibile! È come realizzare un sogno, la cosa buffa è che
non sapevi di coltivarlo prima di realizzarlo! Mi è capitato spesso
in vita mia... - Sorride consapevole perchè sa di cosa parlo.
-
Sarà sempre meglio. -
Resto
un po' sovrappensiero e guardo le foto sul telefono.
-
Sai, avevo paura di trascurarlo per il lavoro, di non essere pronto
per essere padre... però l'idea di metterlo da parte per qualunque
motivo, mi sembra così blasfema, ora! - Ridacchia.
-
Sei testardo come un mulo! - Con questo lo guardo.
-
Perchè? -
-
Te l'ho detto in tutti i modi che non ti capiterà una cosa del
genere! Che una volta che nasceva ti veniva spontaneo, che eri
adatto! E tu non mi davi mai retta! Sempre con questa tua fissa! -
Ha
ragione, non posso negarlo. Sospiro ed appoggio la testa sulla sua
spalla mentre metto una mano sulla sua coscia. Non faccio altro, sta
guidando e non lo distrarrei mai.
Lui
si rilassa sentendomi così felice contro di sé.
-
Sono pronto. - Lo dico a me stesso ed è come se liberassi l'ultimo
peso.
Ogni
volta penso che sarà l'ultimo ed alla fine me ne ritrovo sempre un
altro. Penso sia la nostra natura. Abbiamo dei pesi.
È
normale.
Ma
prima o poi li togliamo tutti.
A
casa il caos popola e regna.
Sono
convinto che Joe mi abbia fatto degli scherzi, quindi mi premunisco.
Lo
conosco meglio di sé stesso e so cosa farebbe, come e quando, quindi
prima di aprire la porta le do un calcio. Come prevedevo scende acqua
e farina su un pavimento prontamente coperto da un telo di nylon che
impedisce di fare macello per terra. Poi avrei fatto macello con lui.
Joe
si lamenta.
Entro
e prima di abbracciarlo lo perquisisco. Lui brontola ma gli tolgo un
sacco di trappole assurde da bambini idioti quale lui è.
Poi
lo stringo e stringo tutti gli altri.
So
che loro si sono rifiutati di farmi degli scherzi.
Si
congratulano tutti e gli faccio vedere subito le foto e diventiamo
tutti bambini.
-
Ma che meraviglia! - Dicono. Io sono troppo orgoglioso e parto a
parlarne in lungo ed in largo. Quanto pesa, quanto è lungo, quanto
mangia, come piange, come rutta, come respira... tutto quello che
posso. Ne parlo a macchinetta mentre in cucina Rob e Chez preparano
da mangiare.
-
Dovete farne tutti, è vero. Essere padri è un completamento! Non
capisci cosa significa finchè non lo sei! - Brad fa una strana
espressione e penso che sia materia di discussione fra lui e Rob.
So
che alla fine entrambi si sono fatti la ragazza per avere una
facciata sicura, Rob ha una modella che punta solo alla popolarità,
un'amica di Talinda. Anche Brad ha una ragazza.
Hanno
fatto bene, ma non parlano di matrimoni, per ora.
Immagino
sia normale, loro sono diversi da noi.
Quando
ci chiamano perchè è pronto, sostituisco la mia sedia con quella di
Joe il quale, sempre brontolando, la mette da parte e ne prende
un'altra.
Ridono
tutti notando come lo smaschero scherzo per scherzo, senza nemmeno
pensarci molto.
Joe
è frustrato.
-
Non puoi farla a lui! - Dice allora Dave il quale lo aveva visto
preparare tutti gli scherzi.
Joe
fa il broncio e tutti ancora giù a ridere.
-
Anche perchè a fare Mike sono solo io! - Chez, chi altri potrebbe
dirlo?
-
Spero che con Otis non dirai più queste volgarità! - Lo ammonisce
Rob.
-
Se io non sono volgare non sono io! - Però lo fulmino con uno
sguardo di fuoco e qua cambia subito idea. - Ok, mi tratterrò. Del
resto sono bravo anche coi miei figli! Sarà la stessa cosa! -
A
questo annuisco e riprendo a mangiare dopo aver sostituito il mio
piatto con quello di Joe.
Di
nuovo si alza e butta la porzione che era destinata a me. Sempre
parlando per sotto.
-
Spero che un giorno capirai che non mi puoi rifilare i miei stessi
scherzi! -
Joe
digrigna i denti mentre mangia e mastica manco avesse un rinoceronte
al posto di una semplice bistecca di manzo!
-
Allora, eri terrorizzato dall'essere padre! Come ti senti ora? -
Chiede Rob il quale preferisce sapere i particolari che contano
davvero.
Il
sorriso che rilascio li fa sorridere tutti, sono quasi
irriconoscibile. E di solito non sono un musone cupo.
-
Pensavo che non l'avrei mai detto. Mi conoscete. Ma mi sbagliavo.
Dovevo convincermi prima! Ho aspettato tanto tirando su un sacco di
scuse come un idiota ma... ma non sai mai cosa ti perdi. Non puoi
avere un'idea di qualcosa finchè non la provi. Di qualunque cosa si
tratti. Dovevo fidarmi di più ma non è facile quando sei così
spaventato. - Per molti è strano sentirmi dire che mi sbagliavo. Non
sono un santo, ho tanti difetti. Ci lavoro su ma resto imperfetto. Ho
la mania di convincermi che le mie idee sono giuste. Sono
presuntuoso. Solo che loro sanno come rigirarmi. Chez soprattutto.
-
Sempre meglio non fare qualcosa per paura, che farla con eccessiva
sicurezza e fare disastri! - Esclama Brad pragmatico.
Ok,
in un istante capisco di cosa si tratta.
Ora
mi sto confondendo, però.
-
Non eri tu quello a favore del matrimonio di facciata e cose del
genere? - Chester non sa quando non è il caso di dire certe cose.
Per lui il solo fatto che le pensa, gli dà il diritto di dirle.
-
Sì, ma solo di quello! Non di una famiglia a tutti gli effetti.
Sarebbe una farsa... cioè alt, io non vi sto giudicando eh? Me ne
guarderei bene visto tutto quello che avete passato. Ci avete pensato
molto prima di fare tutto questo e comunque ognuno ha la sua vita. Io
non punterei mai il dito contro nessuno, specie voi. Ma fare un
matrimonio di convenienza è un conto, fare una famiglia vera è
propria è un'altra. Per me. Se io devo scegliere per la mia vita,
scelgo il matrimonio di convenienza perchè ha un'utilità precisa.
Ma tutto lì. - Rob abbassa lo sguardo e mi si stringe il cuore.
Penso che ne abbiano parlato fino allo sfinimento. Prima o poi loro
passano per tutte le fasi mie e di Chez, quindi so che poi risolvono
sempre. Per cui non voglio intromettermi molto. Hanno un loro modo di
vivere la loro relazione.
-
Tu Rob? - Chez potrebbe capire che non è il caso di parlarne perchè
è chiaro che la pensa diversamente.
-
Per me la mia famiglia è Brad. Quella vera. E mi basta. Per ora va
bene così. Se un giorno avrò il desiderio di essere padre ci
penserò. Non mi ha mai vietato niente né mai lo farà. Io nemmeno.
Ci siamo parlati chiaro. Se vogliamo fare qualcosa la facciamo, ci
sosterremo comunque. - Mi correggo.
Sono
più maturi di noi mentre passavamo le loro stesse cose, di
conseguenza le reazioni sono diverse. Le conseguenze sono altre. E in
ogni caso hanno altri caratteri.
Sono
felice per loro. Sono arrivati ad un equilibrio che è perfetto così
com'è. Non hanno bisogno di disfarsi per ricostruirsi. Hanno un po'
imparato dai nostri casini e questo perchè ci sono sempre stati
vicino.
-
Ci sono tanti tipi di famiglie. - Dico poi dopo un po' che ci penso e
che ognuno dice la sua in merito. Mi guardano ed aspettano la
riflessione logorroica e profonda. Era ovvio la facessi. Intanto Rob
fa il caffé. - Ci sono le famiglia classiche, marito, moglie e figli
con la coppia che si ama e non ha amanti e cose strane di mezzo. Ci
sono le coppie con marito, moglie, figli ed amanti. È incasinata, ma
è comunque una famiglia nel momento in cui c'è dell'amore, e
l'amore si manifesta in molti modi. Ed è questo il punto. L'amore si
manifesta in molti modi, ci sono tanti tipi di amori. Ma è quello
che fa di due o più persone una famiglia. Per cui anche due che non
si sposeranno mai e non faranno un matrimonio e resteranno fidanzati
e basta per sempre... con tanto di coppie di facciate... anche quella
è una famiglia. Lo stesso. E sapete una cosa? Anche un gruppo di
amici è una famiglia. Non è lo stesso tipo di amore che lega una
coppia vera e propria. Però è amore lo stesso. Oggi ho riflettuto.
Amo Anna in qualche modo. Non come amo Chester. E provo un enorme
affetto anche per Talinda. Siamo una famiglia di quattro persone più
figli. In qualche modo lo siamo. È una famiglia diversa da quella
che la società conosce, ma lo siamo e siamo felici. E considero voi
la mia famiglia. Ci conosciamo da anni, abbiamo passato la crisi del
settimo anno, ci siamo riuniti, siamo tornati insieme, siamo
migliorati, ci siamo legati di più, ci aiutiamo sempre, ci siamo uno
per l'altro. Ci capiamo. Non ci giudichiamo. Siamo importanti fra di
noi. Siamo una famiglia. Amo anche voi. Sono famiglie diverse, sono
amori diversi, ma sono sempre validi ed autentici. Mio figlio oggi mi
ha fatto capire questo. E volevo dirvi grazie di esserci. Dirlo a
Chez. E lo dirò anche ad Anna e Talinda. Sono importanti le
famiglie. È ciò che ci fa andare avanti. Sono la felicità. -
Ammirati
e qualcuno anche commosso, mi ascoltano con dei sorrisi ebeti sulle
facce. Era prevedibile che saremmo finiti così.
Una
volta avremmo bevuto fino a disfarci e fatto i coglioni, ora non ne
siamo capaci. Siamo adulti, siamo diversi. Si fanno i brindisi ma a
quei livelli non saremo più capaci di arrivarci.
Siamo
cresciuti.
È
bello saperlo ed essere contenti per questo.
-
Alla famiglia! - Dice allora Chez alzando il suo bicchiere di acqua.
Anche gli altri alzano il loro. Alla faccia del brindisi. Siamo
diventati tutti così bravi?
Ridiamo
perchè pensiamo alla stessa cosa, ma quando tintinniamo i bicchieri
ci facciamo seri, nei nostri sorrisi. Ci scambiano degli sguardi
significativi e siamo felici così.
-
Alla famiglia. -
Perchè
è sempre quello che conta davvero.
Capirsi.
Volersi
bene.
Condividersi.
Apprezzarsi.
Accettarsi.
Dopo
di questo Rob porta il caffé, ognuno ci mette lo zucchero, io mi
alzo e vado all'armadietto, prendo il sale e metto quello.
Tutti
mi guardano come se fossi impazzito. Solo Joe è una maschera.
Alla
fine mescolo e bevo tranquillo.
Mentre
gli altri sputano.
-
Maledetto stronzo perchè non ci hai avvertito che hai scambiato lo
zucchero col sale per fregare Mike? Così lui che ti conosce ha usato
il sale sapendo che era zucchero, e noi il sale! Lo scherzo era per
lui ed alla fine l'hai fatto a noi! - Mentre loro si lamentano e lo
insultano ed io rido godendomi il mio caffè, Joe livido in viso ed
incazzato come una biscia, alla fine prende la caraffa di acqua e
veloce come un fulmine me la tira addosso investendo anche Chez.
Apriti
cielo.
Finisce
che facciamo un macello su tutta la cucina perchè ci tiriamo tutto
quello che possiamo, coinvolgendo anche gli altri che, ovviamente,
non si tirano indietro.
L'ultimo
ad entrare nella lotta delle schifezze è Rob, ma poi si unisce a
noi.
Eccoli
qua gli adulti diventati grandi e maturati.
Altro
che cresciuti!
Siamo
sempre bambini!
Forse
è per questo che andiamo d'accordo.
Perchè
siamo scemi sullo stesso livello!
Ma,
come sempre, rido tantissimo ed è sempre con loro che succede.
Li
amo, sono contento che ci siano, che siano nelle mie vite. Sono
contento di tutto.
Non
cambierei niente. Tutto valeva la pena di essere vissuto come
l'abbiamo vissuto.
Anche
i fallimenti, andavano bene. Perchè erano per una crescita, erano
per un traguardo più grande ed importante.
Sono
felice. La mia vita ora è perfetta.”