CAPITOLO XCV:
FAMIGLIE

Il clan Shinoda è per metà giapponese e la metà americana si è giapponesizzata anche se vivono tutti negli States da moltissimo tempo.
Le usanze giapponesi sono molte e varie ma per lo più è che sono tutti un'unica grande famiglia.
Fanno tutto insieme, l'affare di uno è l'affare di tutti. Non esiste solo marito, moglie e figli ma anche nonni, zii, cugini e chi più ne ha più ne metta!
Per cui sono sempre tutti insieme appena possono, passano dei lunghi periodi a casa di uno o dell'altro ma cosa più importante: un problema viene affrontato e risolto da tutti. Non c'è una vera privacy là.
Tutto l'opposto della mia famiglia che è sparita e se li vedo ogni tanto è un miracolo.
Ognuno la sua vita, ognuno i suoi affari.
Anna si è adattata bene alla cosa e diciamo che è un po' l'ideale per una il cui marito è sempre via per lavoro ed è super impegnato. Almeno ha i parenti con lei.
Adesso sono via, per cui lei era sola a casa, cosa ancora più grave visto che Mike era concentrato sull'album.
Comunque ora ha capito e va tutto bene.
L'attesa è snervante ma ce la facciamo, arriva anche Talinda mentre tengo informati i ragazzi e Mike ha spento il telefono perchè i suoi lo tormentavano. E con suoi intendo davvero una marea di gente che di norma è come se abitassero con loro. Da lì il fatto che vivono coi nipoti. Non è che ci vivono ma è come se fosse così. A volte si fermano anche a dormire da loro.
È un caos casa di Mike. Per questo fra l'altro Anna aveva tanta voglia di avere un figlio suo, stando tanto tempo coi nipoti è normale...
Stava per insultare suo padre, quando ho preso in mano la situazione e gli ho detto che appena avremmo saputo qualcosa li avremmo chiamati. Ho chiuso il telefono prima che Mike lo spaccasse.
Mi sono occupato di lui come sempre, ho fatto da intermediario con chiunque arrivasse. A volte Mike non sapeva nemmeno di rispondere male, penso.
Quando è teso diventa intrattabile, da appendere al muro.
Finalmente dopo un tempo che è parso infinito, durante il quale è successo di tutto, l'infermiera esce dalla sala operatoria e si avvicina a Mike, io e Talinda subito con lui come due angeli custodi.
- L'operazione è andata bene, sia sua moglie che suo figlio stanno bene. Fra poco la porteremo in camera, la stiamo svegliando dall'anestesia generale ma probabilmente dormirà ancora, è molto provata. Mentre se mi segue le faccio vedere suo figlio. -
Mike ha un momento di blackout, è come se si spegnesse e mi fa sorridere, infatti gli do una gomitata.
- Vacci! - Dico infatti, lui si riscuote e mi guarda smarrito e terrorizzato. Non so com'è fatto questo.
- Tu vieni con me? - L'infermiera ridacchia, penso abbia visto miliardi di padri così.
Annuisco e Talinda dice che aspetterà Anna in camera.
Così andiamo con la donna che spiega che è importante che il bambino venga preso in braccio appena nato da uno dei genitori se non da entrambi, così visto che Anna non ha potuto, lo farà lui.
Dopo averlo imbardato di tutto punto con una tutina usa e getta color rosa che gli dona un sacco, mi lancia un'occhiata che è tutto un programma ed entra nella nursery.
Io ridacchio e mi appoggio al vetro per vedere dentro.
L'infermiera lo porta alla sua culla, prende il bambino che non è nemmeno minuscolo come ricordo era Ty, ma non è nemmeno un gigante, e glielo dà.
Da qua li vedo bene entrambi. Vedo Mike teso e rigido come una corda di violino che lo fissa ed allunga le mani e le braccia, lei glielo appoggia sopra e lui se lo attira al petto.
E tutto è come se si fermasse perchè velocissimo il terrore di Mike viene spazzato via da un rischiaramento totale.
È semplicemente fantastico.
Non potevo perdermelo.
Dio, non potevo.
Mike si commuove mentre si avvicina il piccolo al viso e piega la testa per ammirare la meraviglia che ha fatto.
E da qua dove sono li vedo insieme e penso che sia la cosa più bella che abbia mai visto.
Lui ha gli occhi lucidi, gli scende una lacrima e per un istante penso che mi succeda la stessa cosa.
Questo sorriso che gli nasce, questa luce con cui lo guarda, questo amore... eccolo lì il suo senso paterno, era terrorizzato, convinto di non averlo.
Ed ora non esiste niente al mondo che amerà più di lui.
Di quell'amore assoluto, incondizionato e totale.
È di una bellezza disarmante e starei ore a guardarli, gli dice qualcosa, lo saluta, lo chiama per nome, non so cosa ha scelto alla fine perchè erano indecisi su un paio di nomi.
Starei ore a guardarli. Mike a momenti nemmeno respira.
Quel bambino è bellissimo di suo ma fra le braccia di Mike lo è ancora di più.
Anche se sono di parte.
È così che lui si è sentito tutte le volte che mi vedeva con mio figlio. La prima con Draven deve averlo sconvolto come mi sento sconvolto io.
È una cosa che mi esclude in qualche modo ed allo stesso tempo mi coinvolge.
Perchè lì c'è tutto l'amore di Mike e parte di questo amore lo dà anche a me.
Ora io ed Otis siamo uguali ma diversi e siamo accomunati dalla stessa cosa.
L'amore di Mike.
È un amore diverso ma assoluto lo stesso.
Quindi mi sento come penso si sia sentito Mike le altre volte.
Parte della sua famiglia perchè condividiamo il suo amore e ce lo dividiamo equamente.
Come lui si è sempre sentito parte della mia, padre in un certo contorto senso dei miei figli.
Così sarà per me ora.

Quando esce è ancora illuminato, irradia una luce mai vista, è nella pace dei sensi. Mi sorride ebete, felice, ed io faccio altrettanto mentre i nostri occhi, intrecciati, sono pieni d'amore. Un amore un po' per tutto e per tutti ma soprattutto per noi e per quel bambino che amo anche io perchè lo ama Mike.
Non possiamo abbracciarci e baciarci ma è come se lo facessimo in questo scambio di sguardi.
- E'... è così perfetto... - La voce è roca e gli trema, non riesce a dire altro, così mando al diavolo tutto e gli circondo le spalle con un braccio attirandolo a me. Lui si aggrappa a sua volta e nasconde il viso contro il mio collo. Un istante velocissimo.
Due amici che si fanno i complimenti per un momento bellissimo.
- Hai un figlio splendido! - A questo punto forse lo realizza per la prima volta.
- Sono padre, Chester... - Ed è bello che pianga per questo. Perchè piange di gioia.
Ora sa che le sue paure erano infondate e che andrà veramente tutto bene, perchè amando qualcuno in questo modo non può che andare tutto benissimo.
Mike piange di gioia perchè è diventato padre ed ogni lacrima sembra iridescente.
La luce di un miracolo.
Come tanti angeli esplosi nelle stelle.
Un deja vu mi assale ma non lo catturo.
Quando ho pensato queste stesse parole?
Quando è successo?
Chiudo gli occhi ma la sensazione sfugge e notando un raro istante di solitudine intorno a noi, gli bacio la tempia.
- Ti amo! - Ma ce lo diciamo insieme, quindi sorridiamo. I momenti perfetti esistono. E non sono soli. Sono tanti. È bello essere vivi.

Con Anna è stato molto dolce, ha aspettato che si svegliasse e poi non ha fatto che riempirla di complimenti per l'ottimo lavoro svolto!
Ha passato il resto del tempo a fare la spola da lei al piccolo Otis facendo foto e facendogliele vedere. Dicendo anche tutti i dettagli che vedeva. Come dormiva. Come respirava. Quanto bello era.
Io ho fatto tante volte per andarmene ma Mike me l'ha sempre impedito e quando finalmente portano Otis in camera per il primo allattamento, Mike è tutto in fibrillazione e Anna pare abbia il primo istinto omicida!
- Mike, calmati! Lo allatto e basta! -
- Ma non lo posso filmare? -
- Sei inquietante! - Quando lo dice, Mike ci rimane male ed io e Talinda ridiamo.
Alla fine si spegne perchè arriva il piccolo portato dall'infermiera, lo lascia fra le braccia di Anna che non l'ha ancora tenuto.
Via via sembra stare un po' meglio, è sempre stanca e segnata però quando lo vede si illumina come è successo con Mike.
Io e Talinda facciamo di nuovo per andarcene ma Mike dice di no, così diciamo che andiamo a prendere solo un caffè.
Li lasciamo un po' soli in questo momento di famiglia, è giusto che ce l'abbiano anche se darei tutto il mio sangue per poter fare un figlio con Mike.
So che la natura lo impedisce, però Dio poteva essere più elastico. Dopotutto ci sono genitori gay che sono molto meglio di quelli etero, per cui non è vero che dei genitori possono essere solo etero.
La questione si perde nel mio cervello quando, rientrando in camera, vedo Mike in adorazione del suo adorato piccolo fra le braccia di Anna. Ha smesso di allattarlo e penso che gli stia facendo fare il ruttino, però non gli viene, così Anna glielo dà a Mike e gli dice di provarci lui camminando. Lui la guarda terrorizzato come avesse detto di insegnargli il tango argentino, tutti e tre noi ridiamo alla sua espressione, così intervengo.
- Non devi fare niente di strano... lo prendi e te lo metti sulla spalla, gli massaggi la schiena e cammini piano. - Mike mi fissa come parlassi arabo.
- Ma è piccolo! E se mi cade? - Alzo gli occhi al cielo.
- L'hai già tenuto! -
- Ma era diverso... e poi ero fulminato, non sapevo quello che facevo! - Sospiro ancora.
Se gli viene la paura di gestirlo e tenerlo è finita!
Scuoto la testa e prendo il piccolo Otis per fargli vedere.
- Guarda, così! - Me lo metto un attimo sulla spalla, il sederino col pannolino sul braccio piegato, la mano sulla schiena e sulla nuca e la testina sulla spalla.
- Così, vedi? - Mike rimane a bocca aperta, ammirato.
- Sei così pratico... - Questo ci fa ridere di nuovo e glielo porgo prendendolo sotto le ascelle, il bimbo pende in attesa di essere preso dal suo papà.
- Ma perchè sapete tante cose sui bambini? -
- Mike prendilo! - Dico secco, lui lo prende ma è rigido ed impacciato.
Ma come si fa ad essere così imbranati?
Dovrebbe venire spontaneo!
- Mike, rilassati! - Anna e Talinda ci guardano semi divertite ed incuriosite.
Glielo sistemo sul braccio come l'avevo io, lui è ancora una corda di violino ed il bambino si agita cominciando a piangere.
- Ecco, mi sente! - Comincia a dire nervoso.
Non posso fare a meno di sorridere e mentre con una mano carezzo Otis, con l'altra lo faccio con Mike.
Entrambi si quietano subito.
Come per magia.
- Ecco, così... - Dico piano. Allora prendo la mano di Mike e gliela metto sulla schiena, poi delicato gliela muovo in modo da fargli vedere come. Deve fargli piccoli massaggi.
Dopo un po' che si fa fare da me, continua da solo.
Perfetto.
Allora lo guardo mentre comincia a camminare piano per la camera ed il sorriso che mi nasce è spontaneo. È così bello vederlo alle prese col suo primo figlio, è incredibile. Non avrei mai pensato potesse essere così tanto apprensivo e ansioso. Cioè in effetti è logico visto la vita che ha fatto prima, però pensavo che si rilassasse di più.
Penso che deve solo abituarsi.
Dopo un po' che sta là perso nel magico mondo di suo figlio, mi avvicino alle due donne che ci stavano fissando con dei sorrisi ebeti sulle facce, tipo il mio credo.
- Sei molto portato per queste cose! - Dice Anna ammirata.
- Il baby sitter? - Dico.
- Sì... ma comunque si vede quanto ti piace... - Però non so se intende Mike od il bambino. Penso entrambi. Non mi sembra il caso di parlare di queste cose proprio ora.
- Ti ringrazio per esserci stato prima. Se non era per te chissà... - Anna non aveva ancora avuto modo per dirmelo ed io le stringo la mano un attimo facendole l'occhiolino.
È bello così.
- La famiglia si è allargata! - Dico per alleggerire il discorso. E lo alleggeriamo, sorridiamo tutti contenti, lieti di ciò che intendo. Sono d'accordo.
Siamo una famiglia sola. Allargata.
Il desiderio di qualche anno fa, quando tutto questo è cominciato.
Chi poteva immaginare che ci saremmo davvero riusciti?
Siamo tutti e quattro legati come avessimo dei veri legami di sangue. Solo che fra me e Mike c'è quell'amore per cui daremmo la vita.
Detto in termini di famiglia, io e lui siamo quelli sposati e loro sono le nostre sorelle. È un po' questo.
Quando parli di situazioni così, fuori dal comune ed utopistiche, non pensi che possano essere vere, che possano funzionare davvero. Pensi che sia impossibile, che in qualche modo il meccanismo si inceppa.
Io penso che ci abbiano salvato i figli.
Che il nostro vero equilibrio ce l'abbiano dato i bambini.
Loro si sono sentite realizzate e complete come donne grazie ai figli anche senza avere un vero matrimonio. E poi noi cerchiamo di non far mancare loro niente lo stesso.
È bellissimo questo amore che c'è fra noi quattro, spero che non si guasti mai con nulla e che vada avanti per sempre in questo modo, con questo equilibrio adorabile.”

Sono riuscito a pensarle tutte e a stare così male che ho rasentato l'isteria. Per un certo momento non so nemmeno che facevo, se dicevo qualcosa o che.
Se ero solo non ce l'avrei mai fatta.
Sono diventato cosciente solo quando ho preso in braccio Otis.
Ho deciso per Otis, era uno dei nomi in lista, quando l'ho visto mi è parso chiaro che era quello il suo nome.
Così piccolo, così bello.
Dormiva, ha aperto un attimo gli occhi e mi ha percepito, non mi può aver visto però è stato come perdermi nei suoi piccoli occhietti che stavano a stento aperti.
La sua boccuccia. Ha chiuso una manina sul mio dito ed ha stretto, un riflesso.
Gli ho parlato piano e Dio come mi sentivo realizzato.
Ero arrivato.
Ce l'avevo fatta.
Non so come dire.
È così, però.
Quello che mi ha trasmesso dentro il tenerlo fra le braccia, un esserino così piccolo e delicato completamente affidato a me, che si sentiva bene. Non si è messo a piangere. Pensavo avesse pianto. Ma mi ha ascoltato, forse non mi sentiva. O forse sì. Forse il suono della mia voce gli piaceva.
Potrei stare ore a guardarlo e tenerlo.
È di una purezza incredibile.
È un piccolo miracolo.
Come un angelo che scende dal cielo.
Mi sembrava di vedergli attorno un alone accecante.
Ipnotizzato in lui.
Come ne potevo avere paura?
Paura di cosa?
Di non amarlo abbastanza? Che non sentisse il mio amore? Paura di non renderlo felice? Di ingannarlo? Paura di non essere un bravo padre? Di... non ne ho idea.
È stato spazzato via tutto nel momento in cui l'ho tenuto in braccio.
Delicato, piano, leggero.
Come può non sentirlo il mio amore? Come posso non amarlo? Lo proteggerò con tutto me stesso, ad ogni costo, in tutti i modi. Non gli succederà mai niente di brutto, mai, mai, mai.
Forse io e sua madre non siamo una famiglia classica, ma ci vogliamo un gran bene e lo amiamo più delle nostre vite. Sarà felice. Lo faremo felice.
Non ho dubbi di questo.
La mia piccola luce. Il mio piccolo sole.
Il mio cucciolo.
Quando esco mi sento spogliato di qualcosa, vuoto. Ho un attimo di freddo, ma mi ritrovo in Chester che mi stringe e mi aggrappo a lui, sono ancora così emozionato.
Voglio catturare questo stato d'animo. Voglio catturare questo istante.
Voglio catturare tutto. Non se ne andrà via.
E so che mi basterà pensare ad Otis per ricordarmelo.
È perfetto.
Chester si sentiva così quando è nato Draven e posso capire perchè ha voluto tanto Tyler quando si è rimesso in piedi. E perchè ne vuole altri.
Come puoi non volerne?
Ti completano.
Sei un uomo dopo tutte le volte che sbagli e ti rialzi, ma diventi un uomo migliore e completo quando diventi padre ed ami in questo modo.
Ami la persona della tua vita ed è completezza anche quella, ma l'amore per il sangue del tuo sangue è diverso. Non lo puoi descrivere.
Sai che lui ci sarà sempre, non ti tradirà mai e sarà nella tua stessa anima finchè l'esistenza non avrà fine.
Con lui sarai felice per sempre, non ci sono incognite, se e ma, nessun problema, nessun ostacolo.
Lui è la tua luce. È un amore puro.
Ora che lo tengo di nuovo torna quella sensazione.
Ho avuto un po' di paura, non lo nego. Infatti lui ha pianto. Però la sicurezza e la dolcezza di Chester mi hanno calmato e subito è stato così anche con Otis.
I bambini percepiscono una sorta di energia in chi li tengono in braccio, è come l'aura. Se uno è agitato, anche se sta zitto e non dice niente, loro lo sentono. E, d'altro canto, se sei tranquillo anche loro lo sono.
Quindi si gioca tutto sull'essere naturali.
Devo dire che queste cose le ho capite guardando Chez e Ty, stavo ore a guardarli. C'erano volte in cui si addormentavano insieme e mi ci perdevo.
Non è che ho paura dei bambini, anzi. Mi piacciono moltissimo. È che il tuo è diverso e pensi 'Ok, e se mi cade?' cose stupide, insomma, però sei tu e lui e non puoi sbagliare. È questo che pensi.
Però poi ce la fai benissimo.
Non so se è così per tutti. So che non tutti sono portati per essere genitori e fanno danni, io non capisco bene come possano arrivare a maltrattare i loro figli, è atroce. Alla sola idea che Otis pianga mi angoscio.
Però è un po' come andare in bicicletta, viene spontaneo.
All'inizio sei incerto, hai paura, magari cadi. Però poi parti e vai dritto come un treno.
Otis finalmente fa il ruttino ma me lo tengo lo stesso, non lo posso dare a nessuno. Me lo coccolo ancora un po', gli bacio la nuca di continuo, poi un poco gli parlo piano sotto voce e gli dico che lo amo tantissimo e che nessuno gli farà mai del male.
Non fiata nemmeno, quasi. Sento che succhia la stoffa della mia spalla, me la riempie di saliva ma non piange e non si lamenta.
Il mio piccolo dolce miracolo.

Dopo un po' Anna esprime il desiderio di dormire, così la salutiamo ed andiamo via dicendo che domani torneremo prestissimo.
Una volta al parcheggio io sono senza macchina, quindi per forza di cose uno di loro due mi deve accompagnare, così mi arriva puntuale l'sms di Joe.
'Festa in sede, vi aspettiamo!'
Ed alla fine Talinda ci saluta e noi andiamo dagli altri.
Festa per il nuovo papà. Che sono io.
Mi piacciono le feste e mi piace come suona il termine 'papà'!
È tutto così semplicemente meraviglioso!
- Come ci si sente? - Mi fa Chez mentre guida verso casa.
Sospiro sognante ed appoggio la testa all'indietro pensando ad Otis.
- E' indescrivibile! È come realizzare un sogno, la cosa buffa è che non sapevi di coltivarlo prima di realizzarlo! Mi è capitato spesso in vita mia... - Sorride consapevole perchè sa di cosa parlo.
- Sarà sempre meglio. -
Resto un po' sovrappensiero e guardo le foto sul telefono.
- Sai, avevo paura di trascurarlo per il lavoro, di non essere pronto per essere padre... però l'idea di metterlo da parte per qualunque motivo, mi sembra così blasfema, ora! - Ridacchia.
- Sei testardo come un mulo! - Con questo lo guardo.
- Perchè? -
- Te l'ho detto in tutti i modi che non ti capiterà una cosa del genere! Che una volta che nasceva ti veniva spontaneo, che eri adatto! E tu non mi davi mai retta! Sempre con questa tua fissa! -
Ha ragione, non posso negarlo. Sospiro ed appoggio la testa sulla sua spalla mentre metto una mano sulla sua coscia. Non faccio altro, sta guidando e non lo distrarrei mai.
Lui si rilassa sentendomi così felice contro di sé.
- Sono pronto. - Lo dico a me stesso ed è come se liberassi l'ultimo peso.
Ogni volta penso che sarà l'ultimo ed alla fine me ne ritrovo sempre un altro. Penso sia la nostra natura. Abbiamo dei pesi.
È normale.
Ma prima o poi li togliamo tutti.

A casa il caos popola e regna.
Sono convinto che Joe mi abbia fatto degli scherzi, quindi mi premunisco.
Lo conosco meglio di sé stesso e so cosa farebbe, come e quando, quindi prima di aprire la porta le do un calcio. Come prevedevo scende acqua e farina su un pavimento prontamente coperto da un telo di nylon che impedisce di fare macello per terra. Poi avrei fatto macello con lui.
Joe si lamenta.
Entro e prima di abbracciarlo lo perquisisco. Lui brontola ma gli tolgo un sacco di trappole assurde da bambini idioti quale lui è.
Poi lo stringo e stringo tutti gli altri.
So che loro si sono rifiutati di farmi degli scherzi.
Si congratulano tutti e gli faccio vedere subito le foto e diventiamo tutti bambini.
- Ma che meraviglia! - Dicono. Io sono troppo orgoglioso e parto a parlarne in lungo ed in largo. Quanto pesa, quanto è lungo, quanto mangia, come piange, come rutta, come respira... tutto quello che posso. Ne parlo a macchinetta mentre in cucina Rob e Chez preparano da mangiare.
- Dovete farne tutti, è vero. Essere padri è un completamento! Non capisci cosa significa finchè non lo sei! - Brad fa una strana espressione e penso che sia materia di discussione fra lui e Rob.
So che alla fine entrambi si sono fatti la ragazza per avere una facciata sicura, Rob ha una modella che punta solo alla popolarità, un'amica di Talinda. Anche Brad ha una ragazza.
Hanno fatto bene, ma non parlano di matrimoni, per ora.
Immagino sia normale, loro sono diversi da noi.
Quando ci chiamano perchè è pronto, sostituisco la mia sedia con quella di Joe il quale, sempre brontolando, la mette da parte e ne prende un'altra.
Ridono tutti notando come lo smaschero scherzo per scherzo, senza nemmeno pensarci molto.
Joe è frustrato.
- Non puoi farla a lui! - Dice allora Dave il quale lo aveva visto preparare tutti gli scherzi.
Joe fa il broncio e tutti ancora giù a ridere.
- Anche perchè a fare Mike sono solo io! - Chez, chi altri potrebbe dirlo?
- Spero che con Otis non dirai più queste volgarità! - Lo ammonisce Rob.
- Se io non sono volgare non sono io! - Però lo fulmino con uno sguardo di fuoco e qua cambia subito idea. - Ok, mi tratterrò. Del resto sono bravo anche coi miei figli! Sarà la stessa cosa! -
A questo annuisco e riprendo a mangiare dopo aver sostituito il mio piatto con quello di Joe.
Di nuovo si alza e butta la porzione che era destinata a me. Sempre parlando per sotto.
- Spero che un giorno capirai che non mi puoi rifilare i miei stessi scherzi! -
Joe digrigna i denti mentre mangia e mastica manco avesse un rinoceronte al posto di una semplice bistecca di manzo!
- Allora, eri terrorizzato dall'essere padre! Come ti senti ora? - Chiede Rob il quale preferisce sapere i particolari che contano davvero.
Il sorriso che rilascio li fa sorridere tutti, sono quasi irriconoscibile. E di solito non sono un musone cupo.
- Pensavo che non l'avrei mai detto. Mi conoscete. Ma mi sbagliavo. Dovevo convincermi prima! Ho aspettato tanto tirando su un sacco di scuse come un idiota ma... ma non sai mai cosa ti perdi. Non puoi avere un'idea di qualcosa finchè non la provi. Di qualunque cosa si tratti. Dovevo fidarmi di più ma non è facile quando sei così spaventato. - Per molti è strano sentirmi dire che mi sbagliavo. Non sono un santo, ho tanti difetti. Ci lavoro su ma resto imperfetto. Ho la mania di convincermi che le mie idee sono giuste. Sono presuntuoso. Solo che loro sanno come rigirarmi. Chez soprattutto.
- Sempre meglio non fare qualcosa per paura, che farla con eccessiva sicurezza e fare disastri! - Esclama Brad pragmatico.
Ok, in un istante capisco di cosa si tratta.
Ora mi sto confondendo, però.
- Non eri tu quello a favore del matrimonio di facciata e cose del genere? - Chester non sa quando non è il caso di dire certe cose. Per lui il solo fatto che le pensa, gli dà il diritto di dirle.
- Sì, ma solo di quello! Non di una famiglia a tutti gli effetti. Sarebbe una farsa... cioè alt, io non vi sto giudicando eh? Me ne guarderei bene visto tutto quello che avete passato. Ci avete pensato molto prima di fare tutto questo e comunque ognuno ha la sua vita. Io non punterei mai il dito contro nessuno, specie voi. Ma fare un matrimonio di convenienza è un conto, fare una famiglia vera è propria è un'altra. Per me. Se io devo scegliere per la mia vita, scelgo il matrimonio di convenienza perchè ha un'utilità precisa. Ma tutto lì. - Rob abbassa lo sguardo e mi si stringe il cuore. Penso che ne abbiano parlato fino allo sfinimento. Prima o poi loro passano per tutte le fasi mie e di Chez, quindi so che poi risolvono sempre. Per cui non voglio intromettermi molto. Hanno un loro modo di vivere la loro relazione.
- Tu Rob? - Chez potrebbe capire che non è il caso di parlarne perchè è chiaro che la pensa diversamente.
- Per me la mia famiglia è Brad. Quella vera. E mi basta. Per ora va bene così. Se un giorno avrò il desiderio di essere padre ci penserò. Non mi ha mai vietato niente né mai lo farà. Io nemmeno. Ci siamo parlati chiaro. Se vogliamo fare qualcosa la facciamo, ci sosterremo comunque. - Mi correggo.
Sono più maturi di noi mentre passavamo le loro stesse cose, di conseguenza le reazioni sono diverse. Le conseguenze sono altre. E in ogni caso hanno altri caratteri.
Sono felice per loro. Sono arrivati ad un equilibrio che è perfetto così com'è. Non hanno bisogno di disfarsi per ricostruirsi. Hanno un po' imparato dai nostri casini e questo perchè ci sono sempre stati vicino.
- Ci sono tanti tipi di famiglie. - Dico poi dopo un po' che ci penso e che ognuno dice la sua in merito. Mi guardano ed aspettano la riflessione logorroica e profonda. Era ovvio la facessi. Intanto Rob fa il caffé. - Ci sono le famiglia classiche, marito, moglie e figli con la coppia che si ama e non ha amanti e cose strane di mezzo. Ci sono le coppie con marito, moglie, figli ed amanti. È incasinata, ma è comunque una famiglia nel momento in cui c'è dell'amore, e l'amore si manifesta in molti modi. Ed è questo il punto. L'amore si manifesta in molti modi, ci sono tanti tipi di amori. Ma è quello che fa di due o più persone una famiglia. Per cui anche due che non si sposeranno mai e non faranno un matrimonio e resteranno fidanzati e basta per sempre... con tanto di coppie di facciate... anche quella è una famiglia. Lo stesso. E sapete una cosa? Anche un gruppo di amici è una famiglia. Non è lo stesso tipo di amore che lega una coppia vera e propria. Però è amore lo stesso. Oggi ho riflettuto. Amo Anna in qualche modo. Non come amo Chester. E provo un enorme affetto anche per Talinda. Siamo una famiglia di quattro persone più figli. In qualche modo lo siamo. È una famiglia diversa da quella che la società conosce, ma lo siamo e siamo felici. E considero voi la mia famiglia. Ci conosciamo da anni, abbiamo passato la crisi del settimo anno, ci siamo riuniti, siamo tornati insieme, siamo migliorati, ci siamo legati di più, ci aiutiamo sempre, ci siamo uno per l'altro. Ci capiamo. Non ci giudichiamo. Siamo importanti fra di noi. Siamo una famiglia. Amo anche voi. Sono famiglie diverse, sono amori diversi, ma sono sempre validi ed autentici. Mio figlio oggi mi ha fatto capire questo. E volevo dirvi grazie di esserci. Dirlo a Chez. E lo dirò anche ad Anna e Talinda. Sono importanti le famiglie. È ciò che ci fa andare avanti. Sono la felicità. -
Ammirati e qualcuno anche commosso, mi ascoltano con dei sorrisi ebeti sulle facce. Era prevedibile che saremmo finiti così.
Una volta avremmo bevuto fino a disfarci e fatto i coglioni, ora non ne siamo capaci. Siamo adulti, siamo diversi. Si fanno i brindisi ma a quei livelli non saremo più capaci di arrivarci.
Siamo cresciuti.
È bello saperlo ed essere contenti per questo.
- Alla famiglia! - Dice allora Chez alzando il suo bicchiere di acqua. Anche gli altri alzano il loro. Alla faccia del brindisi. Siamo diventati tutti così bravi?
Ridiamo perchè pensiamo alla stessa cosa, ma quando tintinniamo i bicchieri ci facciamo seri, nei nostri sorrisi. Ci scambiano degli sguardi significativi e siamo felici così.
- Alla famiglia. -
Perchè è sempre quello che conta davvero.
Capirsi.
Volersi bene.
Condividersi.
Apprezzarsi.
Accettarsi.
Dopo di questo Rob porta il caffé, ognuno ci mette lo zucchero, io mi alzo e vado all'armadietto, prendo il sale e metto quello.
Tutti mi guardano come se fossi impazzito. Solo Joe è una maschera.
Alla fine mescolo e bevo tranquillo.
Mentre gli altri sputano.
- Maledetto stronzo perchè non ci hai avvertito che hai scambiato lo zucchero col sale per fregare Mike? Così lui che ti conosce ha usato il sale sapendo che era zucchero, e noi il sale! Lo scherzo era per lui ed alla fine l'hai fatto a noi! - Mentre loro si lamentano e lo insultano ed io rido godendomi il mio caffè, Joe livido in viso ed incazzato come una biscia, alla fine prende la caraffa di acqua e veloce come un fulmine me la tira addosso investendo anche Chez.
Apriti cielo.
Finisce che facciamo un macello su tutta la cucina perchè ci tiriamo tutto quello che possiamo, coinvolgendo anche gli altri che, ovviamente, non si tirano indietro.
L'ultimo ad entrare nella lotta delle schifezze è Rob, ma poi si unisce a noi.
Eccoli qua gli adulti diventati grandi e maturati.
Altro che cresciuti!
Siamo sempre bambini!
Forse è per questo che andiamo d'accordo.
Perchè siamo scemi sullo stesso livello!
Ma, come sempre, rido tantissimo ed è sempre con loro che succede.
Li amo, sono contento che ci siano, che siano nelle mie vite. Sono contento di tutto.
Non cambierei niente. Tutto valeva la pena di essere vissuto come l'abbiamo vissuto.
Anche i fallimenti, andavano bene. Perchè erano per una crescita, erano per un traguardo più grande ed importante.
Sono felice. La mia vita ora è perfetta.”