GELOSIA

CAPITOLO I:
SARA’ COMUNQUE BELLO

“Perché oggi lo sento come fosse notte?
Oggi qualcosa qui non va
Perché sono così nervoso oggi?
Tutto si lascia possedere dalla paranoia
Non so cosa mi abbia stressato inizialmente
O come la pressione sia stata alimentata
Ma so come ci si sente
quando senti una voce nel retro della testa
come una maschera/faccia che ti nascondi dentro dentro
Una maschera che si sveglia quando chiudo i miei occhi
Una maschera che controlla quando mento
Una maschera che ride ogni volta che cado”

/Papercut - Linkin Park/

Tutto cominciò con una lista.
Ok, non una lista qualunque.
LA lista.
Quella con l’elenco delle band che avrebbero partecipato all’ennesimo festival rock in capo al mondo.
Nulla che non avessero già fatto molte altre volte.
Ma come mai quella lista fu così speciale, per loro, in quell’occasione? Forse per via di alcuni nomi che brillavano a luci intermittenti?
Mike e Chester la lessero nello stesso momento, erano insieme a guardare il medesimo foglio e nello scorrere i vari nomi dapprima si illuminarono e subito dopo si rabbuiarono in perfetta sincronia completa!
Nemmeno due gemelli siamesi o due cloni avrebbero potuto avere una tale simbiosi facciale perfetta.
Notandolo, Brad prese il foglio non capendo cosa mai avessero letto, quindi leggendo due band in particolare non poté che scoppiare a ridere passando il foglio a Dave che non capiva.
- Guarda chi ci sarà! -
Al leggerlo anche Dave scoppiò a ridere seguito a ruota da Rob che però poi si limitò ad un sorrisetto di circostanza prevedendo tempesta più che divertimento.
A Joe lo dovettero naturalmente spiegare:
- Ci sono i My Chemical Romance e i 30 seconds to Mars… Gerard Way e Jared Leto… i risaputi… - Ma al definirli nemmeno il mito delle sintesi Brad riuscì ad essere abbastanza esauriente, così gli venne in aiuto Dave il quale aveva ben chiaro il termine per definirli.
- Il punto debole rispettivamente di Chez e Mike! -
A quello Dave ricevette due occhiatacce terribili da parte dei sopra citati, mentre Joe che scoppiò rumorosamente a ridere si beccò due calci che lo fecero finire a terra dove rimase a sganasciarsi.
Ora che glielo dicevano ricordava i precedenti che con la consapevolezza della loro relazione assumevano tutto un altro aspetto.
- Chi diavolo ha fatto quella fottuta lista? Se è uno scherzo è proprio di merda! - Ringhiò Chester il quale non aveva problemi a rivedere il suo amico Jared ma ne aveva a vedere Gerard… contro di lui personalmente non aveva nulla se non che a guardarlo insieme al suo vecchio amico d’infanzia Mike lo stomacava!
Per Mike era una cosa simile… con Jared aveva fatto subito amicizia quando si erano conosciuti qualche anno prima, insieme a Chester gli aveva anche fatto uno scherzo simpatico rubandogli dei vestiti dal camerino e scrivendoglielo sullo specchio, ma quando poi aveva visto quanto aveva legato con Chester le cose erano decisamente cambiate.
Non era fondamentalmente in grado di odiare qualcuno, Jared continuava a piacergli, però quei due erano particolarmente compatibili e simili se non altro per quell’egocentrismo che personalmente lo faceva anche ridere. Se non che poi diventava motivo di gelosia visto quanto stavano bene insieme!
Del resto cose simili pensava Chester a guardarlo con Gerard, il suo amico di università col quale aveva legato mica poco.
Erano entrambi persone molto creative ed entrambi disegnavano. Solo questo a Chester bastava per essere geloso e sapere che erano anche stati compagni di corso in gioventù lo faceva andare fuori di testa.
- Non è uno scherzo, temo… - Fece Brad il quale aveva letto in precedenza l’elenco senza però far troppo peso a quei due nomi.
Chester e Mike tornarono a fare delle facce sincrone che erano tutto un programma e Dave sghignazzando malefico disse:
- Insomma ci sarà da divertirsi! Quanti giorni là? Tre? -
Minimo tre in tutto considerando le varie cose tecniche per il festival. Poi volendo avrebbero potuto fermarsi anche di più, a loro piacere…
Dave non aveva tutti i torti, se non altro per un fatto: Chester geloso era ormai un classico, ma Mike geloso era un capolavoro raro e lo si poteva ammirare in pubblico poche volte poiché tendenzialmente riusciva a controllarsi.
Effettivamente, pensarono anche gli altri, non vedevano l’ora che arrivassero quei giorni!


L’aereo privato che li stava portando a destinazione era quasi giunto, quando Mike riuscì a ritagliarsi un piccolo momento con Chester con la complicità di Brad e Rob che avevano occupato Joe, Dave e gli altri collaboratori.
Chester era seduto in fondo, nell’ultimo sedile con lo sguardo rivolto all’esterno, l’azzurrità assoluta che si specchiava sui suoi occhi castani, aveva l’aria già imbronciata e Mike capì che si stava preparando agli inevitabili scontri.
Sospirò consapevole anch’egli di quel fatto, sperando comunque in cuor suo di essere ormai abbastanza maturi da non ripetere le scenate assurde delle ultime volte che avevano visto i loro ‘amici‘. Anche se il dramma stava nel fatto che insieme non li avevano mai incontrati.
“In fondo siamo cresciuti, no?”
Ma era più una domanda che un’affermazione.
Si sedette accanto e si appoggiò col gomito alla sua coscia piegandosi per guardare a sua volta fuori dall’oblò. Il mento sul palmo e un’espressione attenta e sveglia.
- Sto pensando anche io alla stessa cosa… - Esordì non avendo scelta che andare subito al punto.
Chester non girò lo sguardo ma non lo mandò via. Non è che avessero ancora litigato ma sapere che sarebbe comunque successo li faceva sentire strani.
- Che siamo dei coglioni incapaci di non litigare per della fottutissima gelosia del cazzo? -
Mike ridacchiò:
- Non avrei saputo dire di meglio! -
- Perché cazzo dobbiamo sempre caderci? Prima che non stavamo insieme era normale fare scenate di merda, ma ora stiamo insieme, no? - Il suo ragionamento filava e Mike sperava se lo ricordasse anche dopo, una volta incontrato Gerard, purtroppo era sicuro che se lo sarebbe scordato.
- E’ nel nostro DNA immagino… - Disse scherzando. Chester accentuò il suo delizioso broncio infantile, così rispose seriamente senza spegnere il suo sorriso sicuro:
- Perché è il nostro modo di amarci. Ora possiamo farci tutti i discorsi che vogliamo… che stiamo insieme… che loro sono solo nostri amici… che siamo stupidi ad essere gelosi… ma quando li incontreremo fra poco lo saremo sistematicamente come due imbecilli! Perché è più forte di noi! Ma io dico che sarà bello comunque, no? -
Chester assorbì le sue parole come se fossero vangelo e facendole sue sospirò guardandolo di sbieco. Erano molto vicini i loro visi e si stavano scrutando con maggiore intensità, come per imprimersi a fuoco nella memoria quell’istante. Magari ricordandoselo più a lungo possibile avrebbero evitato stupide scenate.
Illusi.
Alla fine Chester si arrese e tirò fuori una specie di sorriso che per definirlo tale serviva fantasia, ovviamente Mike scoppiò impunemente a ridere reputandolo la smorfia più buffa del secolo.
Premette istintivamente il viso contro la sua spalla per soffocare i singhiozzi ed il compagno si sciolse dandogli un paio di ‘bussate’ sulla testa per farlo smettere, fintamente offeso.
Alla fine le ‘bussate’ divennero ‘grattini’ e Mike si accomodò meglio sul suo braccio lasciandosi coccolare in quel modo insolito.
Probabilmente voleva fare il pieno di quel genere di cose ben sapendo che poi per tre giorni si sarebbero quasi presi a pugni.
Tornarono a guardare fuori dall’oblò insieme, i visi vicini poiché anche Chester aveva piegato il capo su quello dell’altro mentre con i polpastrelli gli spettinava piano i capelli, quindi con espressioni consapevoli ma stranamente serene Mike concluse:
- Saranno tre giorni interessanti! - In un modo o nell’altro interessanti lo sarebbero stati di certo.
Il mugugno di Chester fu il suo concordare con quell’uscita, preferendo non usare parole in quel momento ma godersi il compagno che aveva quel magico potere calmante, se voleva.
O agitante, a seconda di come si adoperava per lui!


Per il festival era stato affittato un intero albergo a cinque stelle, tutto ad esclusivo uso delle band e rispettivi assistenti che avrebbero partecipato all’evento.
Quell’anno era stato davvero una cosa unica la partecipazione, fra tanti, dei Linkin Park insieme ai My chemical romance e ai 30 seconds to mars, ma avendo voluto fare qualcosa di diverso dalla solita festa del rock, gli organizzatori si erano orientati verso band più particolari riguardo il genere che facevano, più alternativo rispetto al classico. Se non altro decisamente sperimentale.
Vedendo l’idea come una cosa finalmente nuova, tutti i convocati avevano aderito volentieri.
I Linkin Park furono fra i primi ad arrivare. Le camere erano per lo più da tre, un paio da due ed una suite speciale da quattro; al momento di scegliere come dividersi, Mike con sua solita generosità e sensatezza aveva proposto:
- Bè, noi della band siamo in sei quindi ci prendiamo due camere da tre, no?-
Naturalmente fulmini e saette l’avevano colpito e la voce acuta di Chester aveva sgarbatamente tuonato come una star viziata, capricciosa ed egocentrica qual’era:
- Un paio di palle, io non voglio quella da tre ma quella da due! Che cazzo dici, Mike! -
Mike che ben sapeva che avrebbe reagito a quel modo, disse cercando di calmarlo, consapevole che volendo avrebbe potuto fargli fare quello che voleva:
- Ma Chez, saranno in tanti, occupiamo solo due camere, no? -
- E chi se ne fotte se sono in tanti, cazzo, io voglio quella da due e voglio starci con te come sempre! Vaffanculo agli altri, siamo noi i primi e noi ci fottiamo quello che vogliamo! Io voglio quella da due! - Per non sentirlo più alla fine Mike l’aveva accontentato, più che altro ricordandosi che già sarebbe stato particolarmente difficile vivere con lui quei tre giorni, se poi avrebbe condiviso l’oneroso dramma con qualcun altro sarebbe stato ancora più intrattabile!
- E va bene, noi prendiamo una da due… che dite, voi? Quella da quattro? - Chiese rivolto a Brad, Rob, Dave e Joe. Di questi gli ultimi tre dissero di sì ed in perfetta sincronia Brad disse di no lasciandoli tutti di stucco visto che di solito il più accomodante era proprio lui:
- No, voglio anche io quella da due! -
Sentendolo e capendo il motivo di quell‘insolita scelta da parte sua, Rob divenne impercettibilmente rosso e si girò dall’altra parte cercando forsennatamente qualcosa nel borsello. Mike lo colse al volo così come Dave che assottigliò gli occhi cominciando coi propri film mentali, in quel caso probabilmente corretti, mentre Joe chiese addirittura il motivo non arrivandoci per niente, Chester nemmeno ci fece caso.
Sistemati dunque in tre camere da due, erano andati subito nei piani alti a mettere giù le proprie cose.
Poco dopo erano arrivati i 30 seconds to mars con rispettivi seguiti, essendo in tre non avevano avuto problemi alla hall e si erano presi in poco tempo la camera.
Successivamente erano arrivati tutti gli altri ed ultimi erano infine stati i My chemical romance.
Ultimi e quindi quelli con la sistemazione peggiore dal momento che le camere da due a disposizione erano tutte andate visti i numerosi partecipanti al festival fra band e assistenti delle stesse.
La band per l’occasione era in sei dal momento che avevano chiamato il tastierista che di tanto in tanto collaborava a seconda dell’esigenza, quindi sostanzialmente non sarebbero dovuti esserci grossi problemi nel sistemarsi in due camere da tre.
Questa la teoria.
La pratica fu un esclamazione da primato mondiale di Gerard:
- CHECCOSA?!?! LE CAMERE DA DUE SONO FINITE?! -
Mortificato, l’uomo incaricato di accogliere i gruppi che si era visto volare immediatamente via quelle da due, disse con un filo di voce notando l’espressione che definire poco raccomandabile era fargli un complimento:
- Ehm… sì… mi dispiace… sono le prime che sono finite… sono rimaste quelle da tre e la suite da quattro… -
- Vanno bene anche due da tre, non importa… - Disse l’accomodante Mikey, il logico e razionale fratello di Gerard che non amava piantare casini già appena arrivato.
Gerard lo fulminò come se fosse l’essere più infame dell’universo e sbattendo la mano sul bancone in marmo della hall, tuonò di nuovo con la sua famosa voce che volendo sapeva raggiungere vette non indifferenti:
- UN CAZZO! IO VOGLIO LA CAMERA DA DUE! -
Mikey evidentemente abituato a queste prese di posizioni assurde, non si fece intimidire e con la calma più innaturale del mondo disse:
- Ma se non ce ne sono… -
- Allora mi prendo una da tre e ci andiamo solo in due a dormire! - Fece Gerard incisivo sventolando il dito sotto il naso del fratello che scuoteva la testa appoggiandosi col gomito nel bancone aspettando che decidesse di darci un taglio.
- Come vuoi… - Non aveva mai voglia di discutere ma con suo fratello meno che mai.
- Chi diavolo si è preso tutte quelle da due? - Chiese poi rivolto all’addetto impallidito dall’espressione quasi indiavolata che aveva. Con quei capelli rosso acceso aveva un che di demoniaco, per non parlare degli occhi verdi che spiccavano particolarmente arrabbiato com’era.
L’uomo si affrettò a guardare la lista delle camere da due e cominciò ad elencare per ordine d’arrivo:
- Bè, i Linkin Park se ne sono presi tre da due… -
Non lo fece finire che Gerard girò il monitor verso di sé per vedere da solo:
- Chi? - Leggendo i nomi precisi, cosa che teoricamente non avrebbe potuto fare, esclamò inferocito: - Ma che cazzo, sono in sei, perché diavolo non si sono presi loro due da tre? -
L’uomo non osò dire niente ma Mikey sì e con la sua flemma tipica, gli fece notare:
- Non è quello che potremmo fare anche noi visto che siamo in sei come loro? -
Gerard lo fulminò di nuovo e mentre Frank si sganasciava dal ridere, il fratello si rassegnò rivolgendosi direttamente all’operatore che sudava già freddo:
- Ci dia una camera da tre e la suite da quattro, perfavore… -
L’operatore non se lo fece ripetere e reputando Mikey una specie di Santo, gli consegnò subito le chiavi elettroniche chiamando l’addetto per accompagnarli in stanza.
Tutto questo si consumò prima dell’arrivo del manager, persona che teoricamente si sarebbe dovuta occupare anche di questi dettagli e che per sfortuna dell’uomo che se l’era vista brutta aveva avuto un contrattempo.
- Quegli egoisti mi sentono, ora! - Borbottò seccato Gerard seguendo lo sconosciuto che li portava nelle rispettive camere, lasciandolo nella propria con Frank che ancora rideva per la sua reazione.
Mikey nemmeno gli disse ‘senti chi parla’, così si separò dal fratello ancora borbottante.


- Oh, ma cazzo, abbiamo il manager che si occupa di queste cose, perché cazzo devi andare a sentire anche tu? -
Sbraitò Chester dopo aver buttato alla rinfusa il proprio bagaglio sul letto senza calcolarlo oltre un secondo.
Mike che aveva invece sistemato le cose che non voleva si rovinassero e che gli sarebbero servite di più, rispose con pazienza:
- Lo sai che voglio sapere di persona quando si parla dell’organizzazione pratica di qualcosa a cui devo partecipare! -
- Sei un egocentrico cazzuto, ecco cosa sei! E poi sono io, no? - Così dicendo aprì la porta finestra che dava sull’ampio terrazzo e prendendosi una sigaretta fra le labbra se l’accese seccato. Nello stesso preciso istante sia alla sua destra che alla sua sinistra uscirono altre due figure, una con a sua volta una sigaretta fra le dita e l’altro senza.
Si guardarono e ci fu un breve momento di blocco generale interrotto da due urla in sincrono ma dal tono completamente diverso, in seguito uno approdò su Chester abbracciandolo mentre l’altro lo indicò truce.
- Chester, sei nella camera vicino! - Esclamò quello che se lo stringeva entusiasta.
- Ecco l’egoista capriccioso del cazzo! - Sbottò l’altro che ce l’aveva evidentemente con lui.
Mike da dentro la camera notò il baccano e incuriosito uscì per vedere cosa fosse successo.
Trovò Jared che si abbracciava Chester che a sua volta veniva puntato male da Gerard.
- Ma che… - Al notarlo Gerard bloccò sul nascere il lungo monologo che stava per tirare fuori contro l’impune egoista e senza lasciargli tempo di realizzare che il suo ragazzo si stava abbracciando ad un altro essere maschile e che quello era proprio il suo famoso punto debole per cui si erano preparati ai litigi in anticipo, se lo ritrovò addosso abbarbicato a lui in un altrettanto abbraccio esuberante.
- Mike! Sei con questo egoista che si è fottuto le camere da due! -
Mike preso alla sprovvista l’abbracciò di rimando corrugando la fronte, non avendo la minima idea di che cosa stesse dicendo. Chester però si voltò come avesse una molla e facendogli il dito medio ringhiò:
- Anche lui è in una cazzo di camera da due, mica ci sono da solo! E anche un casino di altri se la sono fottuta quella da due! Se tu sei così imbecille da arrivare ultimo e beccarti le altre non me ne fotte un cazzo! - Come avesse fatto a capire subito il punto fu un mistero, ma Mike di tutto il discorso lo vide circondare ben volentieri Jared che rimaneva appeso al suo collo ridendo divertito della sua sparata così ‘alla Chester‘ ed il primo fulmine partì proprio per lui.
Con un istinto omicida già altissimo si rese conto che se cominciavano in quel modo sarebbe stato peggio dell’Inferno che aveva previsto, quindi maledicendo il destino avverso che li aveva proprio sistemati uno di fianco all’altro, disse allargando le braccia e sciogliendosi da Gerard il quale non capiva ancora cosa stesse accadendo al suo vecchio amico di università:
- Ok, calmiamoci, non possiamo iniziare così! - Disse con voce ferma. Chester si sciolse a sua volta realizzando che aveva ragione e cercando la calma che una volta forse aveva posseduto, fece il segno di ‘calma’ con le mani. Jared ridacchiava capendo perfettamente la situazione e Gerard storceva la bocca per una serie di motivi che di lì a poco avrebbe sicuramente espresso senza nessuna richiesta specifica.
- Ricominciamo con calma! - Fece poi Mike il quale riusciva a controllarsi meglio. Dopo che vide anche Chester più tranquillo poté finalmente salutare Jared ricordandosi che con lui non aveva mai avuto niente sebbene lo trovasse in particolari buoni rapporti col proprio ragazzo.
- Ciao, allora siete finiti vicino a noi… - L’abbracciò brevemente con un sorriso più di circostanza che altro, Jared lo notò e non si tenne per sé le proprie considerazioni cariche di un’ironia estremamente accentuata:
- Ehi… noto che le cose si sono evolute per bene fra voi due! - Bè, più che ironia era una constatazione dei fatti più che ovvi.
Mike rise con un che di isterico mentre Chester prendeva il tiro più lungo che si fosse mai visto dalla sigaretta ignorando Gerard, preferendo non darsi motivi per mettergli le mani al collo visto che era presto.
- Saremo anche arrivati ultimi ma voi vi siete presi tre camere da due, potevate prendervene due da tre o una da due e quella da quattro, insomma, io e Frank ci siamo dovuti prendere una da tre pur occupandola in due e abbiamo dovuto mandare gli altri quattro nella suite. -
Chester però non poté più stare zitto e acido come il latte andato a male, disse:
- E non potevate prendervele voi due da tre invece che rompere il cazzo a me? - Jared rise di nuovo reputando in anticipo quei tre giorni come i più divertenti degli ultimi tempi.
Mike mise subito la mano sul braccio di Gerard il quale fece per partire di nuovo in quarta con una ramanzina velocissima delle sue che non sarebbe finita mai più.
- Hai ragione, io l’avevo proposto ma siccome quando siamo arrivati c’erano ancora tutte le camere libere non abbiamo pensato agli ultimi e ci siamo un po’ allargati, ti chiedo scusa. - Conosceva bene il suo ex compagno di studi e sapeva che tipo fosse, non che fosse capriccioso -sebbene in quel momento effettivamente lo sembrava- semplicemente doveva sempre avere ragione, tutto lì, e finché uno non gliela dava non smetteva di esporre a macchinetta le proprie motivazioni. Era adorabile, solitamente, se non che sapeva essere un tantino esasperante quando si impuntava diventando polemico da morire.
- Immagino che questa sia la versione ufficiale e che quella ufficiosa sia che Chez non ci pensava minimamente a rinunciare alle sue porcate! - Non andò più nei dettagli ma non servì visto che così fu estremamente chiaro tutto il sottinteso. Mike arrossì con un colpo di tosse improvviso mentre Gerard fulminò ulteriormente Chester che a sua volta lo guardava sfidandolo a dirgli qualcosa per un motivo che aveva mosso anche le sue ire funeste.
- Dannazione, è lo stesso, no? Abbiamo combinato, su, non rompere il cazzo, Gee! - La voce sbrigativa di Frank li fece girare. Il compagno di Gerard si unì agli altri salutandoli a sua volta e di nuovo a tutti fu chiaro come mai il cantante dei My chemical romance avesse fatto tante storie per la camera da due. Piantandogli il broncio per essere stato ammonito a quel modo, si attaccò al braccio di Mike trovandolo l’unico apprezzabile in quel momento, attimo in cui Mike stesso si tese con un’espressione di estremo pericolo in viso.
Jared capì subito l’origine di tale tensione e fissando sbieco Chester alzò l’angolo della bocca in un mezzo sorriso divertito. Era meglio di una telenovela e in risposta si attaccò anch’egli, di proposito, al braccio del suo amico che divenne una corda di violino.
Chester e Mike si fissarono attenti e provocatori, stessa cosa facevano Gerard e Frank… o meglio uno lo provocava, l’altro non se ne curava nemmeno. Jared rimaneva ad assistere lieto di traversi nel posto giusto al momento giusto.
- Bene… - Esordì Mike con estrema fatica. - Io ora vado a sentire com’è l’organizzazione. E Chester viene con me. - Non sembrava proprio una proposta ma esattamente un ordine e Chester invece che opporsi per partito preso come tendeva a fare quando gliene davano, colse al volo l’occasione per scappare da quella situazione destinata a peggiorare nel giro di poco.
- Sì, cazzo, andiamo! -
- Ma ci sono i manager e gli addetti per questa cosa noiosa, noi possiamo fare un po’ di sana conversazione dopo tanto che non ci vediamo… - Fece malefico Jared senza mollare Chester consapevole di peggiorare apposta la situazione.
Mike questa volta non riuscì proprio a trattenersi e sebbene non avesse fatto che ripetersi che andava tutto bene e che Jared era anche suo amico, lo guardò con un fucile mitragliatore al posto degli occhi e afferrando il polso di Chester se lo strattonò senza controllarsi per un leggendario istante.
Si fermò subito realizzando cosa aveva fatto e imprecando come non aveva mai fatto, tornando in sé troppo tardi, mollò lì tutti e volò di filato fuori dalla camera, fiondandosi a ruota in quella di fronte che era di Brad e Rob.
Rimasti piantati in asso in quel modo anomalo da parte di Mike, gli altri si guardarono non credendo che il pacifico, diplomatico e sempre allegro Mike si fosse comportato in modo tanto brusco e maleducato con un che di evidente isterismo.
Chester stesso non si capacitava di quel suo gesto inconsulto che sarebbe di certo stato da sé stesso e non dall’altro. Sapeva che Mike era geloso ma non l’aveva mai visto esprimerlo in quel modo in pubblico.
Evidentemente era un altro dei suoi lati che non aveva ancora avuto il piacere di scoprire.
Ridacchiò incoscientemente felice di avere ancora dei lati del suo compagno da conoscere e Jared diede vita ai suoi stessi pensieri fin troppo evidenti, andando dritto alla risposta:
- Attento che puoi scottarti se esageri. -
Chester lo guardò sorpreso: come faceva a sapere che aveva appena pensato a come poteva provocarlo di nuovo?
- Detta da te sembra una barzelletta! - Effettivamente Jared non era il più indicato per avvertimenti del genere vista la sua risaputa adorazione per le provocazioni più crudeli ed esagerate possibili.
- Lo so, ma ci sono territori che se sono inesplorati è meglio rimangano tali, fidati. -
Fece con aria indecifrabile stimolando ulteriormente la pericolosa curiosità di Chester.
- Niente deve essere inesplorato di Mike, per me. - E con questo anche a Gerard fu finalmente chiaro il quadro preciso delle cose e scotendo il capo agganciò il braccio di Frank trascinandoselo in camera senza aggiungere nulla, pensando però che le cose sarebbero presto degenerate nella maniera più assoluta.