GELOSIA
CAPITOLO I:
SARA’ COMUNQUE
BELLO
“Perché
oggi lo sento come fosse notte?
Oggi
qualcosa qui non va
Perché
sono così nervoso oggi?
Tutto
si lascia possedere dalla paranoia
Non
so cosa mi abbia stressato inizialmente
O
come la pressione sia stata alimentata
Ma
so come ci si sente
quando
senti una voce nel retro della testa
come
una maschera/faccia che ti nascondi dentro dentro
Una
maschera che si sveglia quando chiudo i miei occhi
Una
maschera che controlla quando mento
Una
maschera che ride ogni volta che cado”
/Papercut
- Linkin Park/
Tutto cominciò
con una lista.
Ok, non una
lista qualunque.
LA lista.
Quella con
l’elenco delle band che avrebbero partecipato all’ennesimo festival
rock in capo al mondo.
Nulla che non
avessero già fatto molte altre volte.
Ma come mai
quella lista fu così speciale, per loro, in quell’occasione? Forse per
via di alcuni nomi che brillavano a luci intermittenti?
Mike e Chester
la lessero nello stesso momento, erano insieme a guardare il medesimo
foglio e nello scorrere i vari nomi dapprima si illuminarono e subito
dopo si rabbuiarono in perfetta sincronia completa!
Nemmeno due
gemelli siamesi o due cloni avrebbero potuto avere una tale simbiosi
facciale perfetta.
Notandolo, Brad
prese il foglio non capendo cosa mai avessero letto, quindi leggendo
due band in particolare non poté che scoppiare a ridere passando il
foglio a Dave che non capiva.
- Guarda chi ci
sarà! -
Al leggerlo
anche Dave scoppiò a ridere seguito a ruota da Rob che però poi si
limitò ad un sorrisetto di circostanza prevedendo tempesta più che
divertimento.
A Joe lo
dovettero naturalmente spiegare:
- Ci sono i My
Chemical Romance e i 30 seconds to Mars… Gerard Way e Jared Leto… i
risaputi… - Ma al definirli nemmeno il mito delle sintesi Brad riuscì
ad essere abbastanza esauriente, così gli venne in aiuto Dave il quale
aveva ben chiaro il termine per definirli.
- Il punto
debole rispettivamente di Chez e Mike! -
A quello Dave
ricevette due occhiatacce terribili da parte dei sopra citati, mentre
Joe che scoppiò rumorosamente a ridere si beccò due calci che lo fecero
finire a terra dove rimase a sganasciarsi.
Ora che glielo
dicevano ricordava i precedenti che con la consapevolezza della loro
relazione assumevano tutto un altro aspetto.
- Chi diavolo
ha fatto quella fottuta lista? Se è uno scherzo è proprio di merda! -
Ringhiò Chester il quale non aveva problemi a rivedere il suo amico
Jared ma ne aveva a vedere Gerard… contro di lui personalmente non
aveva nulla se non che a guardarlo insieme al suo vecchio amico
d’infanzia Mike lo stomacava!
Per Mike era
una cosa simile… con Jared aveva fatto subito amicizia quando si erano
conosciuti qualche anno prima, insieme a Chester gli aveva anche fatto
uno scherzo simpatico rubandogli dei vestiti dal camerino e
scrivendoglielo sullo specchio, ma quando poi aveva visto quanto aveva
legato con Chester le cose erano decisamente cambiate.
Non era
fondamentalmente in grado di odiare qualcuno, Jared continuava a
piacergli, però quei due erano particolarmente compatibili e simili se
non altro per quell’egocentrismo che personalmente lo faceva anche
ridere. Se non che poi diventava motivo di gelosia visto quanto stavano
bene insieme!
Del resto cose
simili pensava Chester a guardarlo con Gerard, il suo amico di
università col quale aveva legato mica poco.
Erano entrambi
persone molto creative ed entrambi disegnavano. Solo questo a Chester
bastava per essere geloso e sapere che erano anche stati compagni di
corso in gioventù lo faceva andare fuori di testa.
- Non è uno
scherzo, temo… - Fece Brad il quale aveva letto in precedenza l’elenco
senza però far troppo peso a quei due nomi.
Chester e Mike
tornarono a fare delle facce sincrone che erano tutto un programma e
Dave sghignazzando malefico disse:
- Insomma ci
sarà da divertirsi! Quanti giorni là? Tre? -
Minimo tre in
tutto considerando le varie cose tecniche per il festival. Poi volendo
avrebbero potuto fermarsi anche di più, a loro piacere…
Dave non aveva
tutti i torti, se non altro per un fatto: Chester geloso era ormai un
classico, ma Mike geloso era un capolavoro raro e lo si poteva ammirare
in pubblico poche volte poiché tendenzialmente riusciva a controllarsi.
Effettivamente,
pensarono anche gli altri, non vedevano l’ora che arrivassero quei
giorni!
L’aereo privato
che li stava portando a destinazione era quasi giunto, quando Mike
riuscì a ritagliarsi un piccolo momento con Chester con la complicità
di Brad e Rob che avevano occupato Joe, Dave e gli altri collaboratori.
Chester era
seduto in fondo, nell’ultimo sedile con lo sguardo rivolto all’esterno,
l’azzurrità assoluta che si specchiava sui suoi occhi castani, aveva
l’aria già imbronciata e Mike capì che si stava preparando agli
inevitabili scontri.
Sospirò
consapevole anch’egli di quel fatto, sperando comunque in cuor suo di
essere ormai abbastanza maturi da non ripetere le scenate assurde delle
ultime volte che avevano visto i loro ‘amici‘. Anche se il dramma stava
nel fatto che insieme non li avevano mai incontrati.
“In
fondo siamo cresciuti, no?”
Ma era più una
domanda che un’affermazione.
Si sedette
accanto e si appoggiò col gomito alla sua coscia piegandosi per
guardare a sua volta fuori dall’oblò. Il mento sul palmo e
un’espressione attenta e sveglia.
- Sto pensando
anche io alla stessa cosa… - Esordì non avendo scelta che andare subito
al punto.
Chester non
girò lo sguardo ma non lo mandò via. Non è che avessero ancora litigato
ma sapere che sarebbe comunque successo li faceva sentire strani.
- Che siamo dei
coglioni incapaci di non litigare per della fottutissima gelosia del
cazzo? -
Mike ridacchiò:
- Non avrei
saputo dire di meglio! -
- Perché cazzo
dobbiamo sempre caderci? Prima che non stavamo insieme era normale fare
scenate di merda, ma ora stiamo insieme, no? - Il suo ragionamento
filava e Mike sperava se lo ricordasse anche dopo, una volta incontrato
Gerard, purtroppo era sicuro che se lo sarebbe scordato.
- E’ nel nostro
DNA immagino… - Disse scherzando. Chester accentuò il suo delizioso
broncio infantile, così rispose seriamente senza spegnere il suo
sorriso sicuro:
- Perché è il
nostro modo di amarci. Ora possiamo farci tutti i discorsi che
vogliamo… che stiamo insieme… che loro sono solo nostri amici… che
siamo stupidi ad essere gelosi… ma quando li incontreremo fra poco lo
saremo sistematicamente come due imbecilli! Perché è più forte di noi!
Ma io dico che sarà bello comunque, no? -
Chester assorbì
le sue parole come se fossero vangelo e facendole sue sospirò
guardandolo di sbieco. Erano molto vicini i loro visi e si stavano
scrutando con maggiore intensità, come per imprimersi a fuoco nella
memoria quell’istante. Magari ricordandoselo più a lungo possibile
avrebbero evitato stupide scenate.
Illusi.
Alla fine
Chester si arrese e tirò fuori una specie di sorriso che per definirlo
tale serviva fantasia, ovviamente Mike scoppiò impunemente a ridere
reputandolo la smorfia più buffa del secolo.
Premette
istintivamente il viso contro la sua spalla per soffocare i singhiozzi
ed il compagno si sciolse dandogli un paio di ‘bussate’ sulla testa per
farlo smettere, fintamente offeso.
Alla fine le
‘bussate’ divennero ‘grattini’ e Mike si accomodò meglio sul suo
braccio lasciandosi coccolare in quel modo insolito.
Probabilmente
voleva fare il pieno di quel genere di cose ben sapendo che poi per tre
giorni si sarebbero quasi presi a pugni.
Tornarono a
guardare fuori dall’oblò insieme, i visi vicini poiché anche Chester
aveva piegato il capo su quello dell’altro mentre con i polpastrelli
gli spettinava piano i capelli, quindi con espressioni consapevoli ma
stranamente serene Mike concluse:
- Saranno tre
giorni interessanti! - In un modo o nell’altro interessanti lo
sarebbero stati di certo.
Il mugugno di
Chester fu il suo concordare con quell’uscita, preferendo non usare
parole in quel momento ma godersi il compagno che aveva quel magico
potere calmante, se voleva.
O agitante, a
seconda di come si adoperava per lui!
Per il festival
era stato affittato un intero albergo a cinque stelle, tutto ad
esclusivo uso delle band e rispettivi assistenti che avrebbero
partecipato all’evento.
Quell’anno era
stato davvero una cosa unica la partecipazione, fra tanti, dei Linkin
Park insieme ai My chemical romance e ai 30 seconds to mars, ma avendo
voluto fare qualcosa di diverso dalla solita festa del rock, gli
organizzatori si erano orientati verso band più particolari riguardo il
genere che facevano, più alternativo rispetto al classico. Se non altro
decisamente sperimentale.
Vedendo l’idea
come una cosa finalmente nuova, tutti i convocati avevano aderito
volentieri.
I Linkin Park
furono fra i primi ad arrivare. Le camere erano per lo più da tre, un
paio da due ed una suite speciale da quattro; al momento di scegliere
come dividersi, Mike con sua solita generosità e sensatezza aveva
proposto:
- Bè, noi della
band siamo in sei quindi ci prendiamo due camere da tre, no?-
Naturalmente
fulmini e saette l’avevano colpito e la voce acuta di Chester aveva
sgarbatamente tuonato come una star viziata, capricciosa ed egocentrica
qual’era:
- Un paio di
palle, io non voglio quella da tre ma quella da due! Che cazzo dici,
Mike! -
Mike che ben
sapeva che avrebbe reagito a quel modo, disse cercando di calmarlo,
consapevole che volendo avrebbe potuto fargli fare quello che voleva:
- Ma Chez,
saranno in tanti, occupiamo solo due camere, no? -
- E chi se ne
fotte se sono in tanti, cazzo, io voglio quella da due e voglio starci
con te come sempre! Vaffanculo agli altri, siamo noi i primi e noi ci
fottiamo quello che vogliamo! Io voglio quella da due! - Per non
sentirlo più alla fine Mike l’aveva accontentato, più che altro
ricordandosi che già sarebbe stato particolarmente difficile vivere con
lui quei tre giorni, se poi avrebbe condiviso l’oneroso dramma con
qualcun altro sarebbe stato ancora più intrattabile!
- E va bene,
noi prendiamo una da due… che dite, voi? Quella da quattro? - Chiese
rivolto a Brad, Rob, Dave e Joe. Di questi gli ultimi tre dissero di sì
ed in perfetta sincronia Brad disse di no lasciandoli tutti di stucco
visto che di solito il più accomodante era proprio lui:
- No, voglio
anche io quella da due! -
Sentendolo e
capendo il motivo di quell‘insolita scelta da parte sua, Rob divenne
impercettibilmente rosso e si girò dall’altra parte cercando
forsennatamente qualcosa nel borsello. Mike lo colse al volo così come
Dave che assottigliò gli occhi cominciando coi propri film mentali, in
quel caso probabilmente corretti, mentre Joe chiese addirittura il
motivo non arrivandoci per niente, Chester nemmeno ci fece caso.
Sistemati
dunque in tre camere da due, erano andati subito nei piani alti a
mettere giù le proprie cose.
Poco dopo erano
arrivati i 30 seconds to mars con rispettivi seguiti, essendo in tre
non avevano avuto problemi alla hall e si erano presi in poco tempo la
camera.
Successivamente
erano arrivati tutti gli altri ed ultimi erano infine stati i My
chemical romance.
Ultimi e quindi
quelli con la sistemazione peggiore dal momento che le camere da due a
disposizione erano tutte andate visti i numerosi partecipanti al
festival fra band e assistenti delle stesse.
La band per
l’occasione era in sei dal momento che avevano chiamato il tastierista
che di tanto in tanto collaborava a seconda dell’esigenza, quindi
sostanzialmente non sarebbero dovuti esserci grossi problemi nel
sistemarsi in due camere da tre.
Questa la
teoria.
La pratica fu
un esclamazione da primato mondiale di Gerard:
- CHECCOSA?!?!
LE CAMERE DA DUE SONO FINITE?! -
Mortificato,
l’uomo incaricato di accogliere i gruppi che si era visto volare
immediatamente via quelle da due, disse con un filo di voce notando
l’espressione che definire poco raccomandabile era fargli un
complimento:
- Ehm… sì… mi
dispiace… sono le prime che sono finite… sono rimaste quelle da tre e
la suite da quattro… -
- Vanno bene
anche due da tre, non importa… - Disse l’accomodante Mikey, il logico e
razionale fratello di Gerard che non amava piantare casini già appena
arrivato.
Gerard lo
fulminò come se fosse l’essere più infame dell’universo e sbattendo la
mano sul bancone in marmo della hall, tuonò di nuovo con la sua famosa
voce che volendo sapeva raggiungere vette non indifferenti:
- UN CAZZO! IO
VOGLIO LA CAMERA DA DUE! -
Mikey
evidentemente abituato a queste prese di posizioni assurde, non si fece
intimidire e con la calma più innaturale del mondo disse:
- Ma se non ce
ne sono… -
- Allora mi
prendo una da tre e ci andiamo solo in due a dormire! - Fece Gerard
incisivo sventolando il dito sotto il naso del fratello che scuoteva la
testa appoggiandosi col gomito nel bancone aspettando che decidesse di
darci un taglio.
- Come vuoi… -
Non aveva mai voglia di discutere ma con suo fratello meno che mai.
- Chi diavolo
si è preso tutte quelle da due? - Chiese poi rivolto all’addetto
impallidito dall’espressione quasi indiavolata che aveva. Con quei
capelli rosso acceso aveva un che di demoniaco, per non parlare degli
occhi verdi che spiccavano particolarmente arrabbiato com’era.
L’uomo si
affrettò a guardare la lista delle camere da due e cominciò ad elencare
per ordine d’arrivo:
- Bè, i Linkin
Park se ne sono presi tre da due… -
Non lo fece
finire che Gerard girò il monitor verso di sé per vedere da solo:
- Chi? -
Leggendo i nomi precisi, cosa che teoricamente non avrebbe potuto fare,
esclamò inferocito: - Ma che cazzo, sono in sei, perché diavolo non si
sono presi loro due da tre? -
L’uomo non osò
dire niente ma Mikey sì e con la sua flemma tipica, gli fece notare:
- Non è quello
che potremmo fare anche noi visto che siamo in sei come loro? -
Gerard lo
fulminò di nuovo e mentre Frank si sganasciava dal ridere, il fratello
si rassegnò rivolgendosi direttamente all’operatore che sudava già
freddo:
- Ci dia una
camera da tre e la suite da quattro, perfavore… -
L’operatore non
se lo fece ripetere e reputando Mikey una specie di Santo, gli consegnò
subito le chiavi elettroniche chiamando l’addetto per accompagnarli in
stanza.
Tutto questo si
consumò prima dell’arrivo del manager, persona che teoricamente si
sarebbe dovuta occupare anche di questi dettagli e che per sfortuna
dell’uomo che se l’era vista brutta aveva avuto un contrattempo.
- Quegli
egoisti mi sentono, ora! - Borbottò seccato Gerard seguendo lo
sconosciuto che li portava nelle rispettive camere, lasciandolo nella
propria con Frank che ancora rideva per la sua reazione.
Mikey nemmeno
gli disse ‘senti chi parla’, così si separò dal fratello ancora
borbottante.
- Oh, ma cazzo,
abbiamo il manager che si occupa di queste cose, perché cazzo devi
andare a sentire anche tu? -
Sbraitò Chester
dopo aver buttato alla rinfusa il proprio bagaglio sul letto senza
calcolarlo oltre un secondo.
Mike che aveva
invece sistemato le cose che non voleva si rovinassero e che gli
sarebbero servite di più, rispose con pazienza:
- Lo sai che
voglio sapere di persona quando si parla dell’organizzazione pratica di
qualcosa a cui devo partecipare! -
- Sei un
egocentrico cazzuto, ecco cosa sei! E poi sono io, no? - Così dicendo
aprì la porta finestra che dava sull’ampio terrazzo e prendendosi una
sigaretta fra le labbra se l’accese seccato. Nello stesso preciso
istante sia alla sua destra che alla sua sinistra uscirono altre due
figure, una con a sua volta una sigaretta fra le dita e l’altro senza.
Si guardarono e
ci fu un breve momento di blocco generale interrotto da due urla in
sincrono ma dal tono completamente diverso, in seguito uno approdò su
Chester abbracciandolo mentre l’altro lo indicò truce.
- Chester, sei
nella camera vicino! - Esclamò quello che se lo stringeva entusiasta.
- Ecco
l’egoista capriccioso del cazzo! - Sbottò l’altro che ce l’aveva
evidentemente con lui.
Mike da dentro
la camera notò il baccano e incuriosito uscì per vedere cosa fosse
successo.
Trovò Jared che
si abbracciava Chester che a sua volta veniva puntato male da Gerard.
- Ma che… - Al
notarlo Gerard bloccò sul nascere il lungo monologo che stava per
tirare fuori contro l’impune egoista e senza lasciargli tempo di
realizzare che il suo ragazzo si stava abbracciando ad un altro essere
maschile e che quello era proprio il suo famoso punto debole per cui si
erano preparati ai litigi in anticipo, se lo ritrovò addosso
abbarbicato a lui in un altrettanto abbraccio esuberante.
- Mike! Sei con
questo egoista che si è fottuto le camere da due! -
Mike preso alla
sprovvista l’abbracciò di rimando corrugando la fronte, non avendo la
minima idea di che cosa stesse dicendo. Chester però si voltò come
avesse una molla e facendogli il dito medio ringhiò:
- Anche lui è
in una cazzo di camera da due, mica ci sono da solo! E anche un casino
di altri se la sono fottuta quella da due! Se tu sei così imbecille da
arrivare ultimo e beccarti le altre non me ne fotte un cazzo! - Come
avesse fatto a capire subito il punto fu un mistero, ma Mike di tutto
il discorso lo vide circondare ben volentieri Jared che rimaneva appeso
al suo collo ridendo divertito della sua sparata così ‘alla Chester‘ ed
il primo fulmine partì proprio per lui.
Con un istinto
omicida già altissimo si rese conto che se cominciavano in quel modo
sarebbe stato peggio dell’Inferno che aveva previsto, quindi
maledicendo il destino avverso che li aveva proprio sistemati uno di
fianco all’altro, disse allargando le braccia e sciogliendosi da Gerard
il quale non capiva ancora cosa stesse accadendo al suo vecchio amico
di università:
- Ok,
calmiamoci, non possiamo iniziare così! - Disse con voce ferma. Chester
si sciolse a sua volta realizzando che aveva ragione e cercando la
calma che una volta forse aveva posseduto, fece il segno di ‘calma’ con
le mani. Jared ridacchiava capendo perfettamente la situazione e Gerard
storceva la bocca per una serie di motivi che di lì a poco avrebbe
sicuramente espresso senza nessuna richiesta specifica.
- Ricominciamo
con calma! - Fece poi Mike il quale riusciva a controllarsi meglio.
Dopo che vide anche Chester più tranquillo poté finalmente salutare
Jared ricordandosi che con lui non aveva mai avuto niente sebbene lo
trovasse in particolari buoni rapporti col proprio ragazzo.
- Ciao, allora
siete finiti vicino a noi… - L’abbracciò brevemente con un sorriso più
di circostanza che altro, Jared lo notò e non si tenne per sé le
proprie considerazioni cariche di un’ironia estremamente accentuata:
- Ehi… noto che
le cose si sono evolute per bene fra voi due! - Bè, più che ironia era
una constatazione dei fatti più che ovvi.
Mike rise con
un che di isterico mentre Chester prendeva il tiro più lungo che si
fosse mai visto dalla sigaretta ignorando Gerard, preferendo non darsi
motivi per mettergli le mani al collo visto che era presto.
- Saremo anche
arrivati ultimi ma voi vi siete presi tre camere da due, potevate
prendervene due da tre o una da due e quella da quattro, insomma, io e
Frank ci siamo dovuti prendere una da tre pur occupandola in due e
abbiamo dovuto mandare gli altri quattro nella suite. -
Chester però
non poté più stare zitto e acido come il latte andato a male, disse:
- E non
potevate prendervele voi due da tre invece che rompere il cazzo a me? -
Jared rise di nuovo reputando in anticipo quei tre giorni come i più
divertenti degli ultimi tempi.
Mike mise
subito la mano sul braccio di Gerard il quale fece per partire di nuovo
in quarta con una ramanzina velocissima delle sue che non sarebbe
finita mai più.
- Hai ragione,
io l’avevo proposto ma siccome quando siamo arrivati c’erano ancora
tutte le camere libere non abbiamo pensato agli ultimi e ci siamo un
po’ allargati, ti chiedo scusa. - Conosceva bene il suo ex compagno di
studi e sapeva che tipo fosse, non che fosse capriccioso -sebbene in
quel momento effettivamente lo sembrava- semplicemente doveva sempre
avere ragione, tutto lì, e finché uno non gliela dava non smetteva di
esporre a macchinetta le proprie motivazioni. Era adorabile,
solitamente, se non che sapeva essere un tantino esasperante quando si
impuntava diventando polemico da morire.
- Immagino che
questa sia la versione ufficiale e che quella ufficiosa sia che Chez
non ci pensava minimamente a rinunciare alle sue porcate! - Non andò
più nei dettagli ma non servì visto che così fu estremamente chiaro
tutto il sottinteso. Mike arrossì con un colpo di tosse improvviso
mentre Gerard fulminò ulteriormente Chester che a sua volta lo guardava
sfidandolo a dirgli qualcosa per un motivo che aveva mosso anche le sue
ire funeste.
- Dannazione, è
lo stesso, no? Abbiamo combinato, su, non rompere il cazzo, Gee! - La
voce sbrigativa di Frank li fece girare. Il compagno di Gerard si unì
agli altri salutandoli a sua volta e di nuovo a tutti fu chiaro come
mai il cantante dei My chemical romance avesse fatto tante storie per
la camera da due. Piantandogli il broncio per essere stato ammonito a
quel modo, si attaccò al braccio di Mike trovandolo l’unico
apprezzabile in quel momento, attimo in cui Mike stesso si tese con
un’espressione di estremo pericolo in viso.
Jared capì
subito l’origine di tale tensione e fissando sbieco Chester alzò
l’angolo della bocca in un mezzo sorriso divertito. Era meglio di una
telenovela e in risposta si attaccò anch’egli, di proposito, al braccio
del suo amico che divenne una corda di violino.
Chester e Mike
si fissarono attenti e provocatori, stessa cosa facevano Gerard e
Frank… o meglio uno lo provocava, l’altro non se ne curava nemmeno.
Jared rimaneva ad assistere lieto di traversi nel posto giusto al
momento giusto.
- Bene… -
Esordì Mike con estrema fatica. - Io ora vado a sentire com’è
l’organizzazione. E Chester viene con me. - Non sembrava proprio una
proposta ma esattamente un ordine e Chester invece che opporsi per
partito preso come tendeva a fare quando gliene davano, colse al volo
l’occasione per scappare da quella situazione destinata a peggiorare
nel giro di poco.
- Sì, cazzo,
andiamo! -
- Ma ci sono i
manager e gli addetti per questa cosa noiosa, noi possiamo fare un po’
di sana conversazione dopo tanto che non ci vediamo… - Fece malefico
Jared senza mollare Chester consapevole di peggiorare apposta la
situazione.
Mike questa
volta non riuscì proprio a trattenersi e sebbene non avesse fatto che
ripetersi che andava tutto bene e che Jared era anche suo amico, lo
guardò con un fucile mitragliatore al posto degli occhi e afferrando il
polso di Chester se lo strattonò senza controllarsi per un leggendario
istante.
Si fermò subito
realizzando cosa aveva fatto e imprecando come non aveva mai fatto,
tornando in sé troppo tardi, mollò lì tutti e volò di filato fuori
dalla camera, fiondandosi a ruota in quella di fronte che era di Brad e
Rob.
Rimasti
piantati in asso in quel modo anomalo da parte di Mike, gli altri si
guardarono non credendo che il pacifico, diplomatico e sempre allegro
Mike si fosse comportato in modo tanto brusco e maleducato con un che
di evidente isterismo.
Chester stesso
non si capacitava di quel suo gesto inconsulto che sarebbe di certo
stato da sé stesso e non dall’altro. Sapeva che Mike era geloso ma non
l’aveva mai visto esprimerlo in quel modo in pubblico.
Evidentemente
era un altro dei suoi lati che non aveva ancora avuto il piacere di
scoprire.
Ridacchiò
incoscientemente felice di avere ancora dei lati del suo compagno da
conoscere e Jared diede vita ai suoi stessi pensieri fin troppo
evidenti, andando dritto alla risposta:
- Attento che
puoi scottarti se esageri. -
Chester lo
guardò sorpreso: come faceva a sapere che aveva appena pensato a come
poteva provocarlo di nuovo?
- Detta da te
sembra una barzelletta! - Effettivamente Jared non era il più indicato
per avvertimenti del genere vista la sua risaputa adorazione per le
provocazioni più crudeli ed esagerate possibili.
- Lo so, ma ci
sono territori che se sono inesplorati è meglio rimangano tali, fidati.
-
Fece con aria
indecifrabile stimolando ulteriormente la pericolosa curiosità di
Chester.
- Niente deve
essere inesplorato di Mike, per me. - E con questo anche a Gerard fu
finalmente chiaro il quadro preciso delle cose e scotendo il capo
agganciò il braccio di Frank trascinandoselo in camera senza aggiungere
nulla, pensando però che le cose sarebbero presto degenerate nella
maniera più assoluta.