CAPITOLO
II:
GELOSO
“Qualsiasi
cosa mi racconti
Mi
porta un passo più vicino al limite
E
sto per crollare
Ho
bisogno di una piccola stanza per respirare
Perché
sono un passo più vicino al limite
Sto
per crollare”
/One
step closer - Linkin Park/
Prima
che potesse buttare giù la porta a calci, Rob aprì la porta.
Trovandosi
un alquanto sconvolto Mike, capì che doveva essere successo qualcosa e
sebbene anche lui aveva un’aria strana, lo fece entrare accantonando
qualunque cosa stesse facendo prima.
Brad
omise un brontolio che divenne sguardo stupito nel veder piombarsi uno
sconvolto Mike.
Si
sedette nel letto senza nemmeno accorgersene e guardò l’amico dai
capelli ricci che recentemente si era sistemato in modo da apparire
meno cappelluto e barbone. Naturalmente lo sguardo andava ben oltre i
suoi occhi castani e pazienti che avevano saputo mettere immediatamente
da parte la seccatura per l’interruzione.
-
Cosa è successo? - Chiese circospetto con Rob che gli si sedeva accanto
preoccupato. Era in evidente crisi mistica ma il motivo era oscuro.
Allora
Mike pose l’attenzione su chi stava effettivamente guardando e rispose
con aria grave:
- I
nostri vicini di camera sono Gerard da una parte e Jared dall’altra… -
Questo poteva bastare per far capire il resto, ma il suo sconvolgimento
andava ben oltre quella scoperta di per sé ironica.
-
E? - Brad sapeva che c’era dell’altro, era impensabile che così non
fosse.
- E
ho fatto di tutto per stare bravo e controllato e non fare scenate, ma
quando ho sentito che stavo superando il limite ed ho cercato di
scappare con Chester da quella situazione allucinante, Jared l’ha
trattenuto di proposito ed io l’ho afferrato istintivamente senza
ragionare e l’ho strattonato verso di me per strapparglielo dalle mani!
Oddio, ho fatto una di quelle scenate da ragazzina isterica
insopportabile! -
Rob
e Brad cercarono di immaginarsi la scena ma sebbene potessero arrivare
alla situazione di tensione assurda, non riuscivano proprio a vedersi
Mike fare la piazzata, capirono così quanto grave fosse.
-
Mike, siamo appena arrivati, avete un sacco di tempo da passare
insieme… - gli fece notare con tatto Brad.
-
Lo so, cazzo! Ma come faccio? Volevo trattenermi appunto per quello… ci
siamo appena incontrati, porca miseria! E lo sapevo, dannazione… sapevo
che saremmo finiti per vivere i nostri giorni peggiori… ma pur
sapendolo non è cambiato un cazzo! Come da copione ci siamo cascati!
Porca miseria, quello è così… e lo fa apposta! - Capire qualcosa di
preciso dal discorso confuso di Mike fu un impresa ma Brad ci riuscì
mentre Rob si limitò a circondargli amichevole le spalle col braccio
per tranquillizzarlo.
Sicuramente
aveva quell’effetto calmante magico e lo sapeva perfettamente, infatti
appena Mike si sentì circondare da lui si sciolse in un sospiro
profondo e sconsolato.
-
Dai, per la maggior parte ci saranno prove e si suonerà, poi una volta
fatto il nostro potremo andare a farci un giro per la città per conto
nostro… -
-
Ma… ma è brutto evitarli così solo perché la gelosia ci dà alla testa!
Sono comunque nostri amici, io con Gee sono sempre andato d’accordo e
anche con Jay non ho mai avuto effettivi problemi. Non finchè io e Chez
ci siamo messi insieme. È stato quando ha capito della nostra relazione
che ha fatto lo stronzo! -
Brad
ridacchiò:
-
E’ da lui… lo fa apposta per stuzzicarvi, è effettivamente divertente
ma non penso immaginasse una tua tale reazione esagerata… -
- E
pensa che siamo appunto solo all’inizio… potrei finire per ucciderlo
senza volerlo! -
- O
volendolo troppo! -
- E
non posso nemmeno attaccarmi troppo a Gee in risposta perché altrimenti
quello lo ammazza davvero seduta stante senza rimorsi! -
Gli
altri due concordarono e stringendosi nelle spalle si chiesero loro
stessi che soluzione ci potesse essere:
-
Non state mai voi quattro soli, cercate sempre dei mediatori… - Azzardò
Rob.
-
Ma non siamo alle elementari, dovremo pur riuscire ad essere adulti,
no? - Esclamò Mike esasperato.
- I
sentimenti non sono razionali, specie la gelosia. -
-
Specie la tua! - Aggiunse Brad ridacchiando cercando ancora di
immaginarsi la reazione esagerata di Mike.
Sospirando
sconfitto il ragazzo si alzò dal letto dirigendosi alla porta:
-
Mica vai da loro! - Chiese preoccupato Rob, Mike scosse il capo serio:
-
No, per ora vado a vedere del programma, poi mi impegnerò ad evitarli
come la peste! Tutti. Dal primo all’ultimo! -
Alla
fine voleva far vincere la propria sanità mentale. O per lo meno quella
era l’intenzione!
Quando
venne Brad a chiamarlo, Chester capì la strategia di Mike e proprio
come un toro a cui sventolavano il drappo rosso davanti agli occhi, lui
si imbestialì in un solo secondo.
- E
quel coglione non può venire a chiamarmi di persona? O ha già paura di
stare solo con me? -
“Prima
di quel che pensassi, cazzo!”
Pensò
poi uscendo dalla camera a passo di carica alla ricerca di Mike. Brad
scosse il capo e prese le sue cose da cui sapeva non si separava mai,
dopo di che con la loro stessa chiave uscì tirandosi dietro la porta.
Chester
trovò facilmente Mike intento a parlare della programmazione con altre
persone che lui non conosceva, ma si rifiutò di credere che davvero
quello l’avesse impegnato tanto da impedirgli di venire di persona a
chiamarlo.
Guardandolo
lì gli venne un profondo istinto di prenderlo già a pugni ma dicendosi
che sarebbe stato troppo presto, cercò disperatamente un modo
alternativo per fargliela pagare e nemmeno formulato il pensiero per
intero, gli sfilò accanto proprio Jared con gli altri suoi due compagni
di gruppo.
No,
normalmente non pensava ma in quel caso lo fece meno del solito,
infatti senza minimamente realizzare che non si buttava benzina sul
fuoco per spegnerlo, si attaccò al braccio di Jared e parlando a voce
volutamente alta, uscì con lui:
-
Andate anche voi là, vero? Vengo con voi! -
Mike
in quello si girò di scatto e fulminandolo nel peggiore dei modi,
sfoderò uno sguardo che in pochi potevano dire di avergli visto, uno
sguardo che non era di certo da lui, lo nullificò per poi ignorarlo e
tornare ai discorsi per le prove.
Una
volta in auto con loro, Jared scoccò uno sguardo estremamente
significativo a Chester che ancora fumava di rabbia. Sembrò fargli un
gran lungo ed eloquente discorso con quelle sue iridi azzurre e
attente, Chester si sentì snudato da quegli occhi penetranti e allusivi
al tempo stesso, ma non tornò sui suoi passi, convinto più che mai che
a gioco duro avrebbe risposto altrettanto duramente.
Non
gli disse comunque niente dell’argomento, Jared, ed anzi cambiando
discorso riuscì a distrarlo con molta maestria mettendosi a parlare di
ciò che avevano fatto in quell’ultimo periodo in cui non si erano visti.
Mike
fu raggiunto in poco dagli altri del gruppo che quando gli chiesero di
Chester videro i suoi occhi diventare di marmo e con una durezza mai
vista in lui, lo sentirono rispondere breve e tagliente:
-
Si è avviato con Jay. - Non fu di fatto ciò che disse ma come, a far
impallidire i suoi amici che capirono al volo la situazione, tutti,
nessuno escluso, quella volta.
E
non volò una mosca né in quel momento né per tutto il tempo del viaggio
fino al posto in cui si sarebbe tenuto il festival nei due giorni
successivi. Quarantotto ore di musica rock alternativa continue.
Il
primo sarebbe andato per le prove che appunto si stavano accingendo a
fare.
Quando
arrivarono, trovarono Chester intento a parlare fitto fitto con Jared
mentre i 30 seconds to mars aspettavano il loro turno.
Mike
lo squadrò da lontano come fosse una nullità e facendo il giro più
largo possibile, nemmeno gli si avvicinò.
Trovato
il loro camerino, notò con piacere che era accanto a quello dei My
chemical romance e decidendo che la sua strategia di ignorare tutti
coloro che lo agitavano per un motivo o per l’altro non era comunque
servita a niente, si disse che si sarebbe rilassato con la compagnia di
un vecchio amico con cui si era sempre trovato bene.
Senza
contromosse strategiche o intenzioni specifiche se non una: mandare
mentalmente a quel paese quell’idiota del suo ragazzo.
Fece
capolino nella loro stanza e li trovò intenti a sistemare le rispettive
cose che gli sarebbero dovute servire il giorno successivo, quindi con
un gran sorriso si rivolse a Gerard:
-
Ehi, hai tempo? Ti vanno due chiacchiere? - Sebbene avesse appena
finito di fare ciò che doveva per ritagliarsi un po’ di tempo con Frank
ed ingannare l’attesa, guardò l’amico e poi il compagno che capì al
volo l’antifona e si defilò insieme agli altri per lasciargli un po’ di
tempo soli.
Naturalmente
anche loro parlarono di moltissime cose ma nessuna inerente a quello
che stava succedendo fra Mike e Chester. O che era già successo.
Toccarono
svariati argomenti, dalla musica al disegno ai vari altri progetti in
ballo, come avevano fatto Jared e Chester, ma nessuno fu a carattere
prettamente personale.
Quando
Brad sbucò per chiamare Mike dicendo che era il loro turno, questi notò
subito la strana espressione che aveva. Non fu difficile coglierla dal
momento che solitamente Brad non ne faceva mai di speciali.
Mike
si drizzò.
Quella
era vera e propria preoccupazione.
-
Cosa c’è? - Chiese prima di alzarsi e seguirlo per andare sul palco.
Brad
lanciò una breve occhiata eloquente ad entrambi poi piegando le labbra
come se dovesse scusarsi di qualcosa, disse:
-
Chester comincia a dare i numeri. - Mike alzò un sopracciglio.
- E
perché di grazia? - Chiese ironico pronto alla terza guerra mondiale se
era quella che quell’idiota voleva.
-
Non ti trovavamo e siccome non vedeva in giro nemmeno lui - indicò
Gerard che a sua volta inarcò le sopracciglia scettico chiedendosi
quanto quello fosse svitato da uno a cento - Chester ha cominciato a
dirne un paio… - Non andò nei particolari sperando che Mike non li
chiedesse e notandolo in difficoltà gli venne incontro alzandosi con
un’espressione particolarmente dura:
-
Lo posso immaginare. - Di nuovo non fu il cosa ma il come a colpire i
presenti, si capiva lontano un miglio che quel Mike era sul limite di
esplodere, cosa pericolosa per chi lo conosceva bene.
Non
disse altro ed uscì lasciandoli soli un istante a scambiarsi degli
sguardi che parlavano molto bene per loro.
Nonostante
ciò che accadeva fra i due fosse piuttosto chiaro, non riuscivano
proprio a districarsene e a comprenderlo.
Se
stavano insieme perché tante scenate?
Ma
la cosa non era chiara nemmeno ai due interessati.
Quando
Mike giunse sul palco dove gli altri erano già a trafficare coi propri
strumenti, sentì prima le urla di Chester contro uno del loro staff,
poi lo vide in procinto di tirargli qualcosa.
Mike
gli afferrò al volo il polso impedendolo, quindi il poveretto scappò a
gambe levate lasciando il Tiranno nelle mani del Santo di turno.
Chester
si girò di scatto riconoscendo all’istante il suo tocco, quindi con
un’espressione furente lo investì liberamente di tutte le parole che al
momento gli vorticavano nella mente infuocata e totalmente sconnessa:
-
TI SEI DIVERTITO ABBASTANZA, MISTER SARA’-COMUNQUE-BELLO? - Fece con
chiaro riferimento al discorso avuto in aereo. Poi proseguì: - NO,
PERCHE’ QUA C’E’ GENTE CHE VUOLE LAVORARE, C’E’ QUELLA CAZZO DI
SCALETTA DA RISPETTARE, NON SIAMO GLI UNICI A DOVER PROVARE E PORCA
PUTTANA TU SPARISCI COME TI PARE CON QUEL - Ma fortunatamente Mike lo
fermò in tempo capendo che da lì in poi avrebbe esagerato davvero.
Fu
solo lo sguardo, lo sguardo più marmoreo che avesse mai sfoderato, ma
tanto bastò per fermare Chester.
Poi
mollandogli il polso che stringeva il microfono disse laconico sempre
con quel famoso modo inquietante che in pochi gli avevano visto e
sentito:
-
Cominciamo. - Non un solo riferimento alle mille cose che gli aveva
appena gridato contro davanti a un considerevole numero di persone, non
una sola parola.
Si
girò e imbracciando la sua chitarra cominciò ad accordarla e provarla
senza calcolarlo di un solo sguardo.
Entrambi
dai rispettivi punti di vista erano convinti di avere ragione, il punto
era che dopotutto non l’aveva nessuno dei due.
I
ragazzi si scambiarono un’occhiata di sottecchi molto preoccupata, non
li avevano mai visti litigare così, specie davanti a tutti ed in vista
di un concerto, seppure della durata ridotta.
Al
‘fanculo’ di Chester capirono che intromettersi avrebbe significato la
morte e nessuno osò mettere becco.
Come
non osarono lamentarsi delle pessime prove fatte, le peggiori della
loro carriera, nonché davvero imbarazzanti vista tutta la gente che vi
aveva assistito.
Una
volta concluse e con la libertà di poter fare quel che volevano per il
resto della giornata, i ragazzi in religioso silenzio si diressero
verso l’auto che li attendeva per riportarli in albergo o dovunque
volessero andare ma al momento di salire, senza nemmeno girarsi del
tutto e solo di profilo, guardando duramente in basso, Mike fece
rivolto chiaramente a Chester che fumava una sigaretta dietro l’altra
senza proferire parola:
-
Puoi andare a farti un giro con Jay, non sei obbligato a passare il
resto della giornata con noi! -
Rob
sgranò gli occhi incredulo mentre gli altri immediatamente preoccupati
guardarono subito Chester diventare di brace. Lo videro tendere tutti i
muscoli fino allo spasmo e rimanere impietrito ad osservare Mike che
saliva in macchina aspettando che gli altri lo raggiungessero,
ignorando la risposta del compagno.
Risposta
che non si fece attendere poiché con un: - VAFFANCULO MIKE! - del
calibro del finale di A place for my head, Chester se ne andò davvero
alla ricerca di Jared che si aggirava ancora nei pressi del backstage.
Brad
sospirò scuotendo per l’ennesima volta la testa, quindi entrò seguito
dagli altri sempre più titubanti.
Nessuno
osò dire ancora nulla, immersi in un silenzio dannatamente pesante che
nemmeno fra loro era mai stato.
Mike
poi si fece riportare in albergo mentre gli altri quattro decisero per
un giro in città. Solo prima di separarsi Brad gli disse serio e calmo:
- O
ci litighi per bene e risolvi, o così non puoi farla andare avanti per
tutte e tre le giornate. -
Era
davvero peggio di quel che si fossero tutti immaginati.
Mike
pensò molto alle sue parole, consapevole che Brad avesse ragione. Lui
non ci parlava di proposito sapendo che poi le cose sarebbero
degenerate, ma non farlo significava solo peggiorare la situazione
comunque.
Questa
volta comunque non se la cercò, non andò lui da Gerard per dare una
lezione a Chester, anche perché non era lì e non lo vedeva. Comunque
non ci sarebbe mai andato, deciso a non vedere nessuno come era stata
sua intenzione all’inizio.
Non
si era mai sentito tanto geloso di Chester.
Non
era un tipo geloso o per lo meno non si era mai considerato tale.
In
realtà lo era, lo sapeva, era normale, ma si era sempre riuscito a
contenere. Ora, specie da quando stavano insieme, le cose erano
diventate via via sempre più difficili da contenere. Fino allo scoppio
di quella mattina.
No,
non avrebbe più voluto vedere nessuno, fosse stato per lui.
Fu
Gerard a farsi vivo per primo sbucandogli in camera direttamente dal
terrazzo.
-
Ehi, non vai a cena? - Mike si rese conto solo in quel momento che era
già ora di cena e che nel cellulare silenzioso aveva avuto un paio di
chiamate da parte di Brad. Lesse il messaggio finale che l’avvisava che
andavano a mangiare qualcosa fuori e che l’avvertiva che non aveva
visto Chester.
Si
incupì e lo stomaco gli si chiuse ulteriormente.
All’idea
di mangiare gli veniva semplicemente da vomitare e scosse la testa più
amareggiato che altro.
Cominciava
a ritenersi incapace di gestire una relazione a cui teneva sopra ogni
cosa nonostante fosse capace di gestire un gruppo, una famiglia ed un
tradimento.
Si
focalizzò sul punto finale.
Chester
era la relazione clandestina e non riusciva a gestirlo perché era
geloso di terzi che non c’entravano col fatto che fossero sposati.
Era
probabilmente la cosa più assurda nella quale si fosse mai imbattuto.
Gerard
capì al volo, dalla sua espressione, quanto in realtà male stesse e pur
non riuscisse a capire cosa di preciso l’angosciasse tanto, decise che
per quella volta avrebbe fatto l’amico.
Senza
dire niente tornò nella propria camera e sorprendendo Frank per primo,
gli disse che sarebbe stato un po’ a parlare con Mike. Lo sorprese
poiché dopo tutto il casino piantato per stare da solo in camera con
lui, poi passava quel tempo con un altro.
Frank
ridacchiò dandogli il suo benestare, in realtà lo conosceva, era da lui
una reazione del genere… tanto contraddittorio quanto unico.
A
seconda dell’emozione del momento lui agiva senza pensarci un attimo.
“Basta
che sia solo per ora…”
Si
disse il ragazzo vedendolo uscire di nuovo sul terrazzo per sparire
nella camera accanto.
Quando
se lo vide ricapitare dentro, Mike si sorprese non poco infatti per un
momento si dimenticò dei propri pensieri lugubri.
-
Che fai? - Chiese vedendolo sistemarsi pigramente sul letto di Chester
a pancia in giù. Appoggiato il mento al palmo cominciò a fissarlo
sfacciatamente mettendolo ben presto a disagio.
Non
disse niente per un paio di secondi, dopo si decise ad illuminarlo:
-
Passo del tempo con un amico depresso! - Non aveva certo peli sulla
lingua.
Mike
che conosceva questo suo lato e per questo lo apprezzava, rimase
comunque stupito.
- E
Frank? - Già sapeva di lui e comunque era stato evidente dalla piazzata
per le camere doppie.
Gerard
alzò le spalle:
-
Per un paio di ore non morirà. - Sminuì semplicistico. Mike finalmente
si fece sfuggire un sorrisetto:
-
Lui no ma tu sì! Pensavo che fremessi per stare un po’ solo con lui! -
Il cantante dei My chemical romance rotolò a pancia in su intrecciando
comodamente le mani dietro la nuca dove i suoi capelli rosso acceso si
annodavano lasciati un po’ a loro stessi.
-
Non morirò… tu piuttosto… non vorrei che crepassi in quattro e
quattr’otto senza quell’idiota del tuo ragazzo! - E finalmente andò al
punto specifico che avrebbe voluto affrontare dal primo secondo in cui
si erano incontrati.
Mike
inghiottì a vuoto, teso, ma poi ad un’occhiata attenta all’amico
illuminato da un sorrisetto sbieco e strano, capì che tanto con lui non
c’era di che preoccuparsi e che se doveva parlarne con qualcuno,
effettivamente lui poteva essere l’ideale visto che era esterno al
gruppo. Così non avrebbe creato fazioni o messo in difficoltà nessuno.
Si
sistemò a sua volta sul proprio letto stendendosi sul fianco e
fissandosi nel verde chiaro dei suoi occhi che gli erano sempre
piaciuti, rispose liberando ogni sicura che aveva faticosamente tenuto
tutto quel tempo.
-
Quell’idiota del mio ragazzo è proprio un’idiota! -
Gli
uscì dal cuore l’esclamazione a cui Gerard rise concorde.
-
Cos’è che ti piomba in questo modo? Ti conosco da molto, certo non ci
vediamo spesso ma in ogni caso non abbiamo mai avuto problemi a parlare
e capirci al volo… ci avrà aiutato la passione comune sia per la musica
che per il disegno, ma voglio dire… non è da te fare certe piazzate. Ho
notato che ti è scappata e che quindi hai passato tutto il tempo a
cercare di trattenerla, ma il risultato è stato forse peggiore! -
Mike
riusciva anche ad apprezzare la sua parlantina, era capace di
alleggerirgli l’animo. Sorrise al termine che aveva usato, ‘piomba’, e
sospirando si strinse nelle spalle mettendosi a pancia in giù,
continuando rigorosamente a fissarlo senza vederlo davvero, perdendosi
nella propria mente alla ricerca di risposte di cui effettivamente
necessitava:
-
Lo so, me ne rendo conto, ma non so cos’è che mi appesantisce tanto…
non è da me comportarmi così e credo che Chez sia più che altro
disorientato e quindi reagisca male. Che poi lui geloso è normale, so
com’è, non è quella la novità! -
-
Di lui non so proprio niente ma so che tu sei una persona che
solitamente azzecca le parole giuste al momento giusto. Questa volta ti
stai perdendo. È solo gelosia? Tutto qua? E tu geloso diventi così?
Tieni tieni e poi KABOOM! Esplodi in quel modo? Ma questa, caro mio,
non è niente allora… ho idea che prossimamente ti vedremo sclerare di
brutto se non lo affronti subito. -
-
Geloso… credo di si… io lo sono ma so controllarmi, di solito lo
dimostro solo a lui in privato ma in modo piuttosto tranquillo. Non
così. Non voglio essere così. Però mi manda fuori di testa questo suo
provocarmi di proposito usando Jared. Sa che lui è un punto debole per
me, perché l’ultima volta che i nostri gruppi hanno fatto qualcosa
insieme e loro sono entrati in una simbiosi quasi perfetta, io ho dato
di matto, ma in privato e solo con lui. Ne abbiamo parlato subito e mi
ha placato in un attimo. Però lui sa che è il mio punto debole perché
li reputo compatibili. E va con lui apposta. È questa sua
intenzionalità che mi fa imbestialire. -
Anche
Mike aprì i freni e sentendosi via via che parlava sempre meglio, capì
che avrebbe dovuto farlo prima invece che tenersi tutto dentro cercando
di gestire la cosa da solo.
-
Lo fa perché adora vederti dare di matto per lui. Perché è uno stronzo
egocentrico e non so perché diavolo ti piaccia tanto, ma è davvero
tutto di proposito. Solo che la cosa gli è sfuggita di mano e ora
l’idiota non sa come rimediare! -
Ridacchiò
pensando che la trama fosse da shojo manga e Mike si tirò su a sedere
guardando verso la porta.
-
Come ora… tutto il tempo con Jay. Certo gliel’ho detto io esasperato,
ma era una provocazione tale a quella che lui ha fatto a me. Solo che
io posso essere il suo giochino, lui no! - A quello si alzò e andò in
terrazza affacciandosi nella camera dei 30 seconds to mars, vedendola
solo con gli altri due membri e sprovvista quindi di Jared e Chester,
di nuovo il sangue gli salì al cervello e senza ragionare più nemmeno
per sbaglio rientrò abbassando la persiana della porta finestra, dopo
di che andò alla porta della camera e fece un giro di chiave.
-
Che fai? - Chiese Gerard impallidendo per il nuovo repentino
cambiamento. Ora Mike sembrava di nuovo un serial killer.
-
Lo chiudo fuori! Che passi pure tutta la notte con il suo amico per
farmi ingelosire di proposito o darmi una lezione o che diavolo ne so!
La pagherà! -
Dopo
di quello tornò a buttarsi imbestialito sul letto premendo il viso sul
cuscino, conscio che da quello sarebbe nata un’altra guerra peggio
della precedente.
-
Lo… lo sai che questo va contro te stesso, vero? -
Mike
tornò a galla e guardandolo come fosse posseduto, cominciò acceso ed
infuriato:
-
Lo so, cazzo! Lo so che va contro me stesso e ciò che stavamo cercando
di fare ora, ovvero farmi tornare il sale in zucca! Ma mi manda fuori
di testa! Lo fa apposta ed io non lo sopporto. Perché quando mi
provocava di proposito per farmi cedere e mettersi con me era una cosa,
era diverso, mi piacevano quei suoi modi di fare da stronzo perché
erano per mettermi all’angolo, per avermi. Questi sono solo per
divertirlo, perché gli piace mentre impazzisco per lui e faccio scenate
davanti a tutti. E allora che si prenda le sue responsabilità! Odio
quando gioca così! -
Gerard
che non aveva ancora visto questo suo lato estremamente cattivo,
consapevole che chiudersi a chiave in camera con uno che era a sua
volta considerato un punto debole per l’altro non era davvero la cosa
più sana da fare, rimase effettivamente non poco impressionato.
Certamente
era una cosa che lui stesso avrebbe fatto al suo posto, ma Mike fra i
due era sempre stato quello più posato ed equilibrato, vedersi
scambiare i ruoli in quel modo non poteva che destabilizzarlo.
Eppure
riuscì anche a ridere dopo un primo momento di smarrimento, cosa che
alleggerì parzialmente l’animo di nuovo appesantito di Mike.
-
Vuoi spiegarmi cosa diavolo ti è piaciuto tanto di quell’idiota? - Non
l’aveva mai considerato tale però dopo quella giornata non poteva che
schierarsi per partito preso dalla parte del suo amico.
Mike
a quello si spompò e cercando di ricordarlo tornò a nascondere il viso
per un istante sperando che tutto quello fosse solo uno stupido sogno.
-
E’ assurdo che nonostante lo sapessimo sia successo lo stesso… cosa c’è
che non va in noi? -
A
quello Gerard ci arrivò all’istante e con l’aria più ovvia del mondo
gli diede la stessa risposta che all’incirca aveva dato Mike in aereo
prima di arrivare:
-
Il modo di amarvi! Siete letteralmente troppo pazzi l’uno per l’altro,
per dirla stereotipatamente! Insomma, più il legame si rafforza, più
siete idioti! - Mike sorrise fugace alla parola inventata da Gerard,
poi si fece serio riflettendo sulle sue parole.
Più
semplice di così proprio non poteva metterla e Mike una volta di più
apprezzò quel suo talento nel cogliere ciò che c’era oltre le mura più
alte e spesse e di ridicolizzare qualunque cosa vi trovasse.
Fu
così che più leggero e meno ancorato, Mike passò la notte intera a
rispondere alla domanda del ‘cosa ti piace di lui’ di Gerard.
Fino
ad addormentarsi senza nemmeno accorgersene.