CAPITOLO IV:
AUTOCELEBRAZIONE
DEL CAZZO
“Pensi che avere il
coltello dalla parte del manico
Significhi dover
continuare a sottomettermi
Ma ho avuto troppi
scontri alla pari con te
Dipende da quanto
riesco a stare in piedi
Aspetta solo che abbia
io il coltello dalla parte del manico
Moltissime persone come
me
Camminano sui gusci
tutti i giorni
Tutto ciò che so è che
quello che voglio
È non sentirmi
calpestato
Ci sono così tante cose
che dici
Che mi fanno sentire
come se tu avessi superato il limite
Quel che sale di sicuro
cadrà
E sto facendo il conto
alla rovescia
Perché ho avuto troppi
scontri alla pari con te”
/Hit the floor - Linkin
Park/
Nonostante le
aspettative di tutti, le urla di Tarzan non si sentirono quella mattina
e a colazione ci fu il gelo totale fra Mike e Chester. Quest’ultimo
infatti continuava a fare il quarto membro aggiunto dei 30 seconds to
mars mentre Mike non volendo coinvolgere i suoi in questa specie di
guerra fredda per non far sentire Chester escluso, aveva semplicemente
preferito non presentarsi nemmeno a colazione.
Gerard gliene
aveva dette un paio dicendo che non poteva saltare cena e colazione, ma
Mike non ci aveva proprio sentito e sapendo che avrebbe vomitato se
solo avesse messo qualcosa nello stomaco, dopo aver recuperato -e solo
lui sapeva come ma le sue risorse erano infinite- una chitarra, si era
accomodato nella sala d’attesa dell’albergo in attesa di riunirsi a
quelli che teoricamente era la sua band ed andare nel luogo del
festival.
Quel giorno
loro non avrebbero dovuto suonare, ma i My chemical romance sì ed aveva
promesso a Gerard che ci sarebbe stato.
Che poi
avrebbero suonato anche i 30 seconds to mars era un’atroce coincidenza.
Immerso nella
propria cupezza più inquietante che mai, aveva l’espressione dura del
giorno prima e con occhi assottigliati perforava tutto ciò che tentava
di importunarlo in qualunque modo possibile.
Strimpellando
note a caso, non si accorse che poi gli stava uscendo Hit the floor che
aveva un testo molto significativo vista la situazione particolare in
cui era.
Non serviva
chiedere a chi stesse pensando.
Raggiunto da
Brad, Rob, Joe e Dave, si sedettero con lui non osando chiedere di
Chester, preferirono dare per scontato il doverlo aspettare.
Poco dopo il
loro compagno passò senza fermarsi, camminava con Jared e gli altri due
membri del suo gruppo.
Mike, che
evidentemente aspettava proprio quello, sorprendendo tutti, gridò a
voce chiara, alta e tagliente:
- Tu sei ancora
dei nostri, sì? - L’ironia in quel modo non l’aveva mai usata e per un
momento calò il gelo.
Chester e gli
altri tre si fermarono girandosi in sua direzione come anche un sacco
di altri lì intorno. C’era un discreto via vai di persone.
- Come? -Chiese
Chester con un filo di voce che a stento tratteneva una gran furia
pronta ad essere scatenata.
In quello non
gli fu certo secondo Mike che scattando in piedi come una molla e
lasciando la chitarra a Brad -che come gli altri quattro si guardò bene
dall’intromettersi- si diresse da lui puntandolo come un cane rognoso.
- Per caso ti
stai trasferendo in un altro gruppo? - La tensione salì alle stelle in
un nano secondo e il tornado all’orizzonte era qualcosa di estremamente
impressionante.
Jared stesso
impallidì mentre gli altri due con lui si affrettarono ad allontanarsi.
- E’ questo che
vuoi? - Chiese allora Chester sconnettendo totalmente il cervello.
Non urlavano
ancora ma poco ci mancava, era forse un miracolo che non facessero
ancora piazzate. Probabilmente.
O forse quella
finta calma prima della tempesta.
Si stavano
semplicemente caricando per scatenarsi e sebbene da Chester tutti se lo
aspettavano, per Mike era un evento.
- Ti sto
chiedendo quali sono le tue intenzioni. - Fermo, duro, marmoreo nonché
provocante. Due lame affilate al posto dei suoi soliti occhi gentili.
Sembrava quasi di vedere le zanne pronto a morderlo e attaccarlo.
Era davvero
incredibile vederlo in quelle condizioni, se non altro dimostrava di
non avere il minimo timore del dio della distruzione Chester. Era
risaputa la sua capacità devastante quando si arrabbiava davvero. E lui
sapeva arrabbiarsi molto facilmente.
Eppure vedere
Mike che lo provocava di proposito faceva porre un paio di domande a
chi li conosceva.
Chi dei due era
più pazzo?
Chester che
cascava come un pollo nella trappola di Mike o Mike che gliela metteva
proprio per litigarci di proposito, e questa volta come si doveva?
- Le mie
intenzioni? - Chiese piano Chester con la tensione che saliva a vista
d’occhio. - Vuoi sapere quali sono le mie intenzioni dopo che mi hai
lasciato tutta la notte chiuso fuori dalla camera mentre tu dormivi
beato e tranquillo col tuo caro vecchio amico Gerard Way? - Notò
perfettamente, Mike, che Chester non stava dicendo parolacce come suo
solito e che ancora quella finta calma celava qualcosa di furioso. Fu
per questo che diede il colpo di grazia e mai colpo fu più intenzionale.
- Come, eravamo
in camera insieme? Non me ne ero accorto, visto che non sei più
tornato… pensavo che avessi deciso di cambiarla! -
E forse quando
quella notte aveva parlato con Gerard dicendo che la gelosia per
Chester gli dava alla testa in una maniera incontrollata, intendeva
precisamente quello.
Jared avrebbe
voluto avere una cinepresa per filmarli, se non altro perché era
riuscito a cogliere l’attimo perfetto per intromettersi.
Cingendo il
braccio di Chester gli si spalmò addosso di proposito dicendo con
ironia accentuata:
- Ma era con
me, ieri sera… ci siamo fatti prendere dai discorsi ed il tempo è
volato senza che ce ne accorgessimo! - E dirlo era proprio necessario!
In quello si
beccò istantaneamente gli sguardi di un gran numero di persone, fra cui
Brad, Rob, Joe e Dave i quali si chiesero subito quanto matto fosse
quello da uno a cento.
Chester sgranò
gli occhi non capendo quando intendesse intervenire per aiutarlo come
aveva detto quella notte, mentre Mike… bè, Mike fu un capolavoro!
D’improvviso la
follia, o quanto di più vicino potesse esserci.
Di nuovo quello
stato di totale sconnessione dove il livello raggiunto fu così alto da
non poter più essere trattenuto e con una rabbia cieca che gli impedì
ogni ragionamento possibile ed immaginabile, dimenticandosi il litigio
in atto e tutto ciò che aveva pensato contro Chester, andando
fondamentalmente contro sé stesso ed il proprio essere pacifico, spinse
via Jared fulmineo per allontanarlo esasperato dal suo ragazzo, cosa
che era ancora nonostante tutto.
Chester lo
guardò con tanto d’occhi fermo immobile senza capacitarsi di ciò che
aveva appena visto, ovvero Mike reagire fisicamente male contro
qualcuno.
Non ebbe il
tempo di dire niente poiché proprio lì un’altra mano spinse a sua volta
Mike e fu così che Chester tornò di nuovo a dimenticarsi tutti,
discussione compresa.
Gli bastò
registrare che qualcuno aveva osato spingere il suo Mike, tutto lì, e
senza pensarci un secondo o prendersi la briga di assicurarsi su chi
fosse stato, lo prese a sua volta per la maglia strattonandolo con
un‘ehi’ estremamente significativo e minaccioso.
Per un momento
tutti credettero che la terza guerra mondiale sarebbe scoppiata davanti
a loro ma il primo ad intervenire, quello più pronto evidentemente, fu
Jared.
L’unico che
doveva aver calcolato tutto al dettaglio.
O quasi.
Certamente non
l’intervento di colui che nemmeno con un teletrasporto sarebbe dovuto
già essere lì.
Alzò pronto le
braccia e con voce ferma e finalmente serio, attirò l’attenzione
ammonendoli:
- Ehi,
calmiamoci un attimo! -
Ma naturalmente
non fu calcolato nemmeno di strisco visto che i due contendenti
sembravano preferire continuare a prendersi per le rispettive maglie
fissandosi come per uccidersi, con sguardi truci estremamente simili.
- Un paio di
palle! - Esclamarono infatti in perfetta sincronia.
Il secondo a
riprendersi fu Mike il quale gli parve di svegliarsi da un lungo incubo
e scacciando ogni furia omicida, delusione, follia e gelosia, si mise
subito a tirare il braccio di Chester dimenticandosi che dalla mattina
precedente non l’aveva più toccato.
- Chez! Chez
piantala! Guarda chi è! Cosa pensi di fare? Ti schiaccia con uno
sputo!- E solo allora Chester si rese conto che davanti a sé stava
niente meno che una creatura muscolosa e decisamente agguerrita.
Dallo sguardo
con cui se lo stava mangiando sembrava seriamente intenzionato a dargli
come minimo una testata. Nonostante ciò non si mollarono e senza
staccare gli occhi dai suoi -con Jared che in compenso tirava il tipo
dall’altra parte- chiese, come non avesse mai avuto alcun problema con
Mike:
- E’ un viso
noto, chi cazzo è questo pallone gonfiato? - Mike impallidì ed
estremamente preoccupato lo tirò più deciso verso di sé:
- Come chi
cazzo è? Ma è Colin Farrell, porca miseria! Chez, va bene che sei
sconnesso per colpa mia, ma diavolo! -
- Col! O gli
dai il colpo di grazia o lo molli, perché così sei equivoco e se
proprio lo devi essere in pubblico allora lo devi essere con me.
-L’uscita di Jared fu il vero capolavoro che riuscì a placare entrambe
le furie omicide in atto l’una contro l’altra, infatti ridendo si
mollarono in contemporanea.
Fu come un
incantesimo poiché placò ogni animo battagliero.
Colin con barba
e capelli lunghi ed una cuffia strategica in testa per camuffarsi dai
paparazzi che non lo mollavano nemmeno per sbaglio, preferì così
cingere un braccio intorno al collo di Jared che sorridendo malizioso
si scusò con gli ancora shockati Mike e Chester -che di nuovo avevano
preso a non toccarsi, parlarsi, guardarsi.-
- Come avrete
riconosciuto, lui è Colin Farrell, mio amico che a quanto pare ha il
dono della super velocità visto che doveva essere a girare un film ben
lontano da qui! - Poi si rivolse al suo compagno che di amico aveva ben
poco: - Col, loro sono Mike Shinoda e Chester Bennington dei Linkin
Park. -
- Sì, cazzo, so
chi sono… li ascolto pure! - Ma lo disse come se improvvisamente fosse
una grave colpa da parte propria. Rimase a squadrarli male per un
po’,poi aggiunse senza peli sulla lingua come suo solito: - E’ colpa
loro se sono qua! -
A quello Jared
scoppiò a ridere:
- Ed io che
pensavo scherzassi quando stanotte mi hai detto che volevi farmi da
guardia del corpo! -
Colin allora lo
guardò scoccandogli un’occhiata inceneritrice:
- Che cazzo
dici, non ho mica detto di volerti fare da guardia del corpo! -
Jared con finta
innocenza rispose accoccolandosi contro di lui come fosse un gatto in
amore:
- A me sembrava
che il senso fosse proprio quello… -
- Ma non dire
cazzate! Ero già in viaggio per venire a vederti, ne ho approfittato
per minacciarti. Magari sapendo che sarei venuto non ti saresti
intromesso! Te lo dico sempre: i cazzi degli altri sono cazzi degli
altri! Piantala di autocelebrarti facendo cupido! - E probabilmente il
primo ed unico ad aver capito al volo le motivazioni e le intenzioni di
quella strana creatura rispondente al nome di Jared Leto fu proprio
Colin. Come sempre.
- Ma non hai un
film da fare? - Chiese Jared divertito.
- Ah… incidente
sul set, dobbiamo aspettare che sistemino un paio di cose, così ne ho
approfittato. - A quello il cantante cominciò a guardarlo sospettoso:
- Col, cosa hai
fatto questa volta? - La fama dell’attore lo precedeva ovunque e
sebbene dopo il chek-up completo che si era fatto in clinica si fosse
calmato molto, rimaneva sostanzialmente sempre lui e Jared non poteva
che apprezzarlo anche per quello.
- Un cazzo!
Questa volta non è colpa mia! - Rispose piccato Colin vedendo il
compagno ridere impunemente allietato da quella sua reazione.
Mentre loro
disquisivano tranquillamente come niente fosse, Mike e Chester, dopo un
primo momento di sorpresa nell’essersi ritrovati l’attore davanti,
tornarono a ricordarsi tutto in una volta il motivo per cui non
volevano avere niente a che fare l’uno con l’altro.
Sempre
rigorosamente senza guardarsi ma pensando la stessa identica cosa,
ovvero ‘cosa devo fare ora?’, furono salvati in corner da Gerard che
passando di lì e vedendo Mike preso non male ma molto peggio, se lo
prese a braccetto e se lo trascinò via da lì portandolo con sé e gli
altri del proprio gruppo nel luogo del festival.
Mike non si
oppose e prima che capisse cosa stesse accadendo era praticamente già
in macchina, mentre Chester rimase lì da solo come un perfetto idiota.
Solo anche perché Jared era svanito insieme a Colin piantandolo in asso.
Sospirando
insofferente, l’umore continuò paurosamente a ballare e dalle stelle
alle stalle e di nuovo su e giù come i fagioli in pentola, si riunì a
Brad e agli altri che attendevano di sapere cosa potevano fare.
- Devi
deciderti se piantargli ancora il muso oppure se darci un taglio, ma
decidi in fretta! Noi suoniamo domani! -
Fece incisivo e
serio Brad precedendo gli altri alla macchina che li aspettava.
Chester rimase
inebetito a guardarlo avviarsi seguito da Joe, Dave e un dispiaciuto
Rob, quindi sbuffando e scrollando insofferente le spalle li seguì
nonostante la voglia di gridare.
Decisamente una
gran voglia.
L’espressione
di Chester comunque parlò per lui molto bene e chiunque lo incrociasse
per sbaglio preferiva non rivolgergli nemmeno mezza parola. Era
certamente strano che fosse venuto anche quel giorno dal momento che
avrebbe potuto farne a meno, se era così seccato dal presenziare a
qualcosa per il quale non avrebbe dovuto intervenire, perché mai venire?
Ma nessuno
glielo avrebbe mai chiesto.
Gli altri
quattro preferirono girare per il backstage andando a disturbare gli
altri colleghi e stare più che mai alla larga dai due cantanti, mentre
il suddetto finì dopo un paio di minuti di vagabondaggio selvaggio nel
camerino dei Linkin Park a squartare con gli occhi il pavimento.
Non poteva che
pensare al fatto che Mike comunque avesse avuto uno splendido ed
insolito scatto di gelosia per lui -e dire che era stato solo geloso
era riduttivo visto che aveva spintonato malamente Jared- e che poi lui
stesso l’aveva avuto per l’altro.
Si ricordava la
sensazione di poco prima, quando aveva avuto una voglia indicibile di
picchiare Colin che aveva osato spingere Mike, quella voglia di
proteggerlo anche se non se lo sarebbe meritato, quel mettere da parte
tutti i problemi che aveva con lui.
Ricordava molto
bene e non poté che ammettere che dopotutto si poteva semplicemente
ridurre a quella stupida cosa che dava sempre alla testa ad entrambi:
le gelosia!
Quella dannata
e maledetta che li faceva diventare stupidi!
Ma anche
sapendo di cosa si trattava e che non si erano di sicuro mai traditi e
che erano solo reazioni esagerate ad una situazione difficile, non
riusciva ad andare a cercare Mike, il suo e solo suo Mike, e dirgli di
accantonare tutto e smetterla di fare i coglioni.
C’era quella
consapevolezza di aver almeno una parte di ragione, quel non poter
vederlo socializzare così bene con Gerard, quella notte passata fuori
ad aspettarlo mentre lui dormiva dentro con il suo amico.
C’erano tante
cose che non riusciva a digerire e basta.
Troppe
evidentemente.
Sospirò
insofferente e proprio mentre si decise ad appoggiare la testa allo
schienale della sedia per dormire un po’ -cosa che per tutta la notte
non aveva fatto- un fischio dalla porta socchiusa lo fece saltare sul
posto.
Quando aprì gli
occhi appena chiusi -o per lo meno così a lui era parso- vide il viso
di Jared a pochi centimetri dal suo che lo stava fissando in modo
inquietante chissà da quanto tempo.
Rimase
proverbialmente immobile con occhi sgranati sui suoi dall’aria poco
raccomandabile, quindi dopo un attimo azzardò con voce impastata:
- Che cazzo
c’è? - Fu lì che si rese conto di non aver appena chiuso gli occhi ma
probabilmente dormito davvero e fortunatamente senza un sogno, così
corrugando la fronte prima di sentire la risposta chiese: - Che ora è?-
Jared non si
tirò su e rimanendo chino su di lui a quella vicinanza equivoca -ma
tanto lui era tutto equivoco-, disse:
- Fra poco
tocca a noi ed io ho un’idea geniale! -
Lì per lì gli
ricordò tanto Mike. Era lui che di punto in bianco veniva a svegliarlo
dai suoi sonnellini profondi per dirgli qualcuna delle sue strane idee
che poi si rivelavano di certo geniali.
- Ma quanto
cazzo ho dormito? - Cercò di svegliarsi per scacciare l’immagine di
Mike in sovrapposizione con quella di Jared, quindi fece domande di
circostanza prima di sentire quella che di sicuro era un’idea
pericolosa visto che veniva da lui.
- Un paio
d’ore… ma stanotte non hai chiuso occhio quindi è normale… ora sei
pronto per me! - Chester credette di essersi sognato una mattina intera
all’insegna di un Colin Farrell dove non avrebbe dovuto essere a
comportarsi come non avrebbe dovuto.
Cioè da
fidanzato geloso di Jared Leto.
- Ma che cazzo
di giorno siamo? - Chiese infatti… magari erano ventiquattro ore
indietro di quel che credeva lui!
Jared allora
allargò le labbra in un sorrisetto malizioso e sensuale, quindi gli si
sedette sopra e circondandogli il collo col braccio gli accoccolò la
testa contro la propria spalla.
- E’ il primo
giorno del festival, i primi gruppi hanno già cominciato e fra poco
tocca ai 30. Io, invece, ho avuto un’idea geniale che ti aiuterà di
certo con Mike. -
Chester ignorò
di nuovo di proposito l’uso improprio del nome Mike e prima di reagire
cercò ancora di svegliarsi un po’ meglio, quindi tolse il viso da
quella posizione comoda e morbida per strofinarselo con le mani:
- E Colin?
-Giustamente doveva anche sapere se rischiava un pugno da un momento
all’altro!
Jared sorrise
di nuovo con furbizia:
- Ah, non devi
preoccuparti di lui… per un po’ starà tranquillo! -
Al che Chester
dedusse l’ovvio senza naturalmente tenerselo per sé:
- Te lo sei
scopato? -
L’ovvio,
appunto.
Jared
continuava a sorridere ma ogni volta con sottintesi diversi e sebbene
Chester fosse ancora mezzo addormentato, riuscì a coglierli tutti. Fu
così che rendendosi conto di essere abbastanza in sé da leggere tutte
le sue espressioni complicate, si decise a dargli retta e
stiracchiandosi, sempre con l’amico sulle ginocchia, fece:
- Allora, che
cazzo di idea hai avuto? -
Jared questa
volta brillò di una luce davvero ma davvero pericolosa.
Molto.
Di quelle che
poi non potevi più dimenticarti per il resto della tua esistenza.
Quel tipo di
luce che poi avrebbero tormentato il destinatario ora e sempre nei
secoli dei secoli -amen-.
Chester si
irrigidì, suo malgrado accese al massimo i neuroni ed ascoltò.
- Sei ancora in
rotta con Mike, vero? - Chester annuì circospetto non avendo cura di
incupirsi per quello: - Ebbene con questo vedrai che risolverai tutto! -
Poi, a sapere
il fantomatico piano che avrebbe secondo Jared dovuto risolvere tutti i
loro problemi, perfino Chester si chiese come quello sarebbe dovuto
accadere, ma preso dal suo entusiasmo nonché profonda convinzione, si
trovò perso nella sua spirale di follia ed astuzia accettando la
proposta che nessun’anima sana avrebbe eseguito.
Non prima di
aver chiesto con una certa comprensibile tensione nella voce:
- Appurato
comunque che fai tutto questo per puro divertimento personale ed
autocelebrazione del cazzo, perché diavolo il tuo Col non dovrebbe
farmi il pelo dopo averci visto? -
Ma la risposta
di Jared fece rabbrividire Chester più del ricordo di Colin stesso e
della sua minacciosa prestanza fisica nonché irascibilità:
- A Col penserò
io. -
Non poté che
commentare in un solo modo e questa volta ghignando con un che di
sadico anch’egli:
- Non vorrei
mai essere il tuo compagno! -
La risatina di
Jared fu quanto di più inquietante ci potesse essere.
Ci aveva messo
un po’, Mike, a riprendersi, e comunque non si poteva dire che ci fosse
riuscito poi tanto bene in ogni caso.
Gerard, dopo
esserselo portato via, non l’aveva mollato un secondo ed aveva parlato
a macchinetta di tutto ciò che gli era passato per la testa, ma alla
fine Mike non aveva ascoltato una sola parola ed immerso nelle proprie
considerazioni drammatiche, una volta arrivati nel backstage del
festival dove molti altri gruppi cominciavano a prepararsi in vista di
suonare, Gerard si era deciso a prendersi l’amico in parte.
Sistematisi
comodi in un angolo discreto, il cantante dei My chemical romance
l’aveva fissato diretto per un paio di minuti al termine dei quali
aveva finalmente chiesto cosa fosse successo prima del suo arrivo.
Così Mike con
un profondo sospiro aveva alzato gli occhi sui suoi verdi ed aveva
cominciato a parlare con aria grave.
Era
perfettamente consapevole di avere qualcosa che non andava e che
comunque non si fosse comportato bene in ogni caso, ma fra il dire ed
il fare c’era di mezzo il continente Europeo unito a quello Asiatico e
a quello Africano!
- Gee, non so
proprio come fare… quando lo vedo troieggiare con Jay… o meglio Jay
troieggia con Chez… vado proprio fuori di testa! Cioè, sono sempre
geloso, è un fatto, non sono idiota, ma riesco anche sempre a
controllarmi, però ci sono volte in cui, come prima, non ce la faccio
proprio ed esagero. Perché va bene litigarci e trattarlo male per
fargli capire che si è comportato male e che mi ha dato fastidio, ma
quando me la prendo con terzi che non sono lui non va bene, no? -
Gerard ascoltò
i suoi sproloqui con attenzione e sentendosi strano nel fare la parte
di chi non era abituato a fare, cioè quello che ascoltava e che
eventualmente dava consigli magari pure saggi, si rese conto comunque
di non saper cosa dirgli di preciso.
Storse le
labbra fino a capire che dopotutto non era mai stato uno da riflessioni
ma più da soluzioni istintive, quindi stiracchiandosi decise di evitare
la cosa intelligente da dire od un eventuale piano per aiutarlo ed
affidarsi direttamente all’impulso del momento quando gli sarebbe
venuto. Perché sapeva che gli sarebbe venuto ed anche presto.
- Vedrai che
risolverai, tu sei Mike, risolvi sempre tutti i casini! Sei abituato,
no? Non ti chiamano genio? - Mike finalmente si sciolse e sorrise
divertito da quel suo tentativo goffo di tirarlo su:
- A livello
musicale… a livello personale sono un’autentica frana! -
Gerard ripensò
ai propri trascorsi con Frank, specie a quel famoso litigio
apocalittico di qualche anno prima, quindi con fare schietto e diretto
tipici suoi rispose semplicistico:
- Come tutti
noi geni della musica! -
Mike abbassò le
spalle abbattuto… dopotutto non aveva ancora risolto un bel niente
nonostante la reazione di Chester alla minaccia che Colin gli aveva
impulsivamente rivolto.
Lì per lì
dubitò di averne l’effettiva facoltà e guardando oltre la spalla di
Gerard lo sguardo fu catturato da due figure distinte che si muovevano
fra la folla. Abiti dello stesso stile, scuri e attillati, camminata
decisa, innegabilmente insieme, Chester e Jared si stavano dirigendo
verso il palco dove a breve i 30 seconds to mars si sarebbero esibiti.
- Ma che
diavolo… - Fece Mike corrugando la fronte e scattando in piedi come una
molla.
Non arrivò in
tempo poiché proprio mentre i tecnici smontavano gli altri strumenti
per montare quelli della band successiva, i due cantanti erano già
saliti davanti alle migliaia di persone presenti che, al vederli,
cominciarono ad acclamarli e applaudire come dei matti.
Anche Gerard si
avvicinò incuriosito dal vedere che cosa sarebbe successo.
Qualcosa che
effettivamente non avrebbero mai potuto immaginare nemmeno fra un
milione di anni.