CAPITOLO IV:
AUTOCELEBRAZIONE DEL CAZZO

“Pensi che avere il coltello dalla parte del manico
Significhi dover continuare a sottomettermi
Ma ho avuto troppi scontri alla pari con te
Dipende da quanto riesco a stare in piedi
Aspetta solo che abbia io il coltello dalla parte del manico

Moltissime persone come me
Camminano sui gusci tutti i giorni
Tutto ciò che so è che quello che voglio
È non sentirmi calpestato
Ci sono così tante cose che dici
Che mi fanno sentire come se tu avessi superato il limite
Quel che sale di sicuro cadrà
E sto facendo il conto alla rovescia
Perché ho avuto troppi scontri alla pari con te”

/Hit the floor - Linkin Park/

Nonostante le aspettative di tutti, le urla di Tarzan non si sentirono quella mattina e a colazione ci fu il gelo totale fra Mike e Chester. Quest’ultimo infatti continuava a fare il quarto membro aggiunto dei 30 seconds to mars mentre Mike non volendo coinvolgere i suoi in questa specie di guerra fredda per non far sentire Chester escluso, aveva semplicemente preferito non presentarsi nemmeno a colazione.
Gerard gliene aveva dette un paio dicendo che non poteva saltare cena e colazione, ma Mike non ci aveva proprio sentito e sapendo che avrebbe vomitato se solo avesse messo qualcosa nello stomaco, dopo aver recuperato -e solo lui sapeva come ma le sue risorse erano infinite- una chitarra, si era accomodato nella sala d’attesa dell’albergo in attesa di riunirsi a quelli che teoricamente era la sua band ed andare nel luogo del festival.
Quel giorno loro non avrebbero dovuto suonare, ma i My chemical romance sì ed aveva promesso a Gerard che ci sarebbe stato.
Che poi avrebbero suonato anche i 30 seconds to mars era un’atroce coincidenza.
Immerso nella propria cupezza più inquietante che mai, aveva l’espressione dura del giorno prima e con occhi assottigliati perforava tutto ciò che tentava di importunarlo in qualunque modo possibile.
Strimpellando note a caso, non si accorse che poi gli stava uscendo Hit the floor che aveva un testo molto significativo vista la situazione particolare in cui era.
Non serviva chiedere a chi stesse pensando.
Raggiunto da Brad, Rob, Joe e Dave, si sedettero con lui non osando chiedere di Chester, preferirono dare per scontato il doverlo aspettare.
Poco dopo il loro compagno passò senza fermarsi, camminava con Jared e gli altri due membri del suo gruppo.
Mike, che evidentemente aspettava proprio quello, sorprendendo tutti, gridò a voce chiara, alta e tagliente:
- Tu sei ancora dei nostri, sì? - L’ironia in quel modo non l’aveva mai usata e per un momento calò il gelo.
Chester e gli altri tre si fermarono girandosi in sua direzione come anche un sacco di altri lì intorno. C’era un discreto via vai di persone.
- Come? -Chiese Chester con un filo di voce che a stento tratteneva una gran furia pronta ad essere scatenata.
In quello non gli fu certo secondo Mike che scattando in piedi come una molla e lasciando la chitarra a Brad -che come gli altri quattro si guardò bene dall’intromettersi- si diresse da lui puntandolo come un cane rognoso.
- Per caso ti stai trasferendo in un altro gruppo? - La tensione salì alle stelle in un nano secondo e il tornado all’orizzonte era qualcosa di estremamente impressionante.
Jared stesso impallidì mentre gli altri due con lui si affrettarono ad allontanarsi.
- E’ questo che vuoi? - Chiese allora Chester sconnettendo totalmente il cervello.
Non urlavano ancora ma poco ci mancava, era forse un miracolo che non facessero ancora piazzate. Probabilmente.
O forse quella finta calma prima della tempesta.
Si stavano semplicemente caricando per scatenarsi e sebbene da Chester tutti se lo aspettavano, per Mike era un evento.
- Ti sto chiedendo quali sono le tue intenzioni. - Fermo, duro, marmoreo nonché provocante. Due lame affilate al posto dei suoi soliti occhi gentili. Sembrava quasi di vedere le zanne pronto a morderlo e attaccarlo.
Era davvero incredibile vederlo in quelle condizioni, se non altro dimostrava di non avere il minimo timore del dio della distruzione Chester. Era risaputa la sua capacità devastante quando si arrabbiava davvero. E lui sapeva arrabbiarsi molto facilmente.
Eppure vedere Mike che lo provocava di proposito faceva porre un paio di domande a chi li conosceva.
Chi dei due era più pazzo?
Chester che cascava come un pollo nella trappola di Mike o Mike che gliela metteva proprio per litigarci di proposito, e questa volta come si doveva?
- Le mie intenzioni? - Chiese piano Chester con la tensione che saliva a vista d’occhio. - Vuoi sapere quali sono le mie intenzioni dopo che mi hai lasciato tutta la notte chiuso fuori dalla camera mentre tu dormivi beato e tranquillo col tuo caro vecchio amico Gerard Way? - Notò perfettamente, Mike, che Chester non stava dicendo parolacce come suo solito e che ancora quella finta calma celava qualcosa di furioso. Fu per questo che diede il colpo di grazia e mai colpo fu più intenzionale.
- Come, eravamo in camera insieme? Non me ne ero accorto, visto che non sei più tornato… pensavo che avessi deciso di cambiarla! -
E forse quando quella notte aveva parlato con Gerard dicendo che la gelosia per Chester gli dava alla testa in una maniera incontrollata, intendeva precisamente quello.
Jared avrebbe voluto avere una cinepresa per filmarli, se non altro perché era riuscito a cogliere l’attimo perfetto per intromettersi.
Cingendo il braccio di Chester gli si spalmò addosso di proposito dicendo con ironia accentuata:
- Ma era con me, ieri sera… ci siamo fatti prendere dai discorsi ed il tempo è volato senza che ce ne accorgessimo! - E dirlo era proprio necessario!
In quello si beccò istantaneamente gli sguardi di un gran numero di persone, fra cui Brad, Rob, Joe e Dave i quali si chiesero subito quanto matto fosse quello da uno a cento.
Chester sgranò gli occhi non capendo quando intendesse intervenire per aiutarlo come aveva detto quella notte, mentre Mike… bè, Mike fu un capolavoro!
D’improvviso la follia, o quanto di più vicino potesse esserci.
Di nuovo quello stato di totale sconnessione dove il livello raggiunto fu così alto da non poter più essere trattenuto e con una rabbia cieca che gli impedì ogni ragionamento possibile ed immaginabile, dimenticandosi il litigio in atto e tutto ciò che aveva pensato contro Chester, andando fondamentalmente contro sé stesso ed il proprio essere pacifico, spinse via Jared fulmineo per allontanarlo esasperato dal suo ragazzo, cosa che era ancora nonostante tutto.
Chester lo guardò con tanto d’occhi fermo immobile senza capacitarsi di ciò che aveva appena visto, ovvero Mike reagire fisicamente male contro qualcuno.
Non ebbe il tempo di dire niente poiché proprio lì un’altra mano spinse a sua volta Mike e fu così che Chester tornò di nuovo a dimenticarsi tutti, discussione compresa.
Gli bastò registrare che qualcuno aveva osato spingere il suo Mike, tutto lì, e senza pensarci un secondo o prendersi la briga di assicurarsi su chi fosse stato, lo prese a sua volta per la maglia strattonandolo con un‘ehi’ estremamente significativo e minaccioso.
Per un momento tutti credettero che la terza guerra mondiale sarebbe scoppiata davanti a loro ma il primo ad intervenire, quello più pronto evidentemente, fu Jared.
L’unico che doveva aver calcolato tutto al dettaglio.
O quasi.
Certamente non l’intervento di colui che nemmeno con un teletrasporto sarebbe dovuto già essere lì.
Alzò pronto le braccia e con voce ferma e finalmente serio, attirò l’attenzione ammonendoli:
- Ehi, calmiamoci un attimo! -
Ma naturalmente non fu calcolato nemmeno di strisco visto che i due contendenti sembravano preferire continuare a prendersi per le rispettive maglie fissandosi come per uccidersi, con sguardi truci estremamente simili.
- Un paio di palle! - Esclamarono infatti in perfetta sincronia.
Il secondo a riprendersi fu Mike il quale gli parve di svegliarsi da un lungo incubo e scacciando ogni furia omicida, delusione, follia e gelosia, si mise subito a tirare il braccio di Chester dimenticandosi che dalla mattina precedente non l’aveva più toccato.
- Chez! Chez piantala! Guarda chi è! Cosa pensi di fare? Ti schiaccia con uno sputo!- E solo allora Chester si rese conto che davanti a sé stava niente meno che una creatura muscolosa e decisamente agguerrita.
Dallo sguardo con cui se lo stava mangiando sembrava seriamente intenzionato a dargli come minimo una testata. Nonostante ciò non si mollarono e senza staccare gli occhi dai suoi -con Jared che in compenso tirava il tipo dall’altra parte- chiese, come non avesse mai avuto alcun problema con Mike:
- E’ un viso noto, chi cazzo è questo pallone gonfiato? - Mike impallidì ed estremamente preoccupato lo tirò più deciso verso di sé:
- Come chi cazzo è? Ma è Colin Farrell, porca miseria! Chez, va bene che sei sconnesso per colpa mia, ma diavolo! -
- Col! O gli dai il colpo di grazia o lo molli, perché così sei equivoco e se proprio lo devi essere in pubblico allora lo devi essere con me. -L’uscita di Jared fu il vero capolavoro che riuscì a placare entrambe le furie omicide in atto l’una contro l’altra, infatti ridendo si mollarono in contemporanea.
Fu come un incantesimo poiché placò ogni animo battagliero.
Colin con barba e capelli lunghi ed una cuffia strategica in testa per camuffarsi dai paparazzi che non lo mollavano nemmeno per sbaglio, preferì così cingere un braccio intorno al collo di Jared che sorridendo malizioso si scusò con gli ancora shockati Mike e Chester -che di nuovo avevano preso a non toccarsi, parlarsi, guardarsi.-
- Come avrete riconosciuto, lui è Colin Farrell, mio amico che a quanto pare ha il dono della super velocità visto che doveva essere a girare un film ben lontano da qui! - Poi si rivolse al suo compagno che di amico aveva ben poco: - Col, loro sono Mike Shinoda e Chester Bennington dei Linkin Park. -
- Sì, cazzo, so chi sono… li ascolto pure! - Ma lo disse come se improvvisamente fosse una grave colpa da parte propria. Rimase a squadrarli male per un po’,poi aggiunse senza peli sulla lingua come suo solito: - E’ colpa loro se sono qua! -
A quello Jared scoppiò a ridere:
- Ed io che pensavo scherzassi quando stanotte mi hai detto che volevi farmi da guardia del corpo! -
Colin allora lo guardò scoccandogli un’occhiata inceneritrice:
- Che cazzo dici, non ho mica detto di volerti fare da guardia del corpo! -
Jared con finta innocenza rispose accoccolandosi contro di lui come fosse un gatto in amore:
- A me sembrava che il senso fosse proprio quello… -
- Ma non dire cazzate! Ero già in viaggio per venire a vederti, ne ho approfittato per minacciarti. Magari sapendo che sarei venuto non ti saresti intromesso! Te lo dico sempre: i cazzi degli altri sono cazzi degli altri! Piantala di autocelebrarti facendo cupido! - E probabilmente il primo ed unico ad aver capito al volo le motivazioni e le intenzioni di quella strana creatura rispondente al nome di Jared Leto fu proprio Colin. Come sempre.
- Ma non hai un film da fare? - Chiese Jared divertito.
- Ah… incidente sul set, dobbiamo aspettare che sistemino un paio di cose, così ne ho approfittato. - A quello il cantante cominciò a guardarlo sospettoso:
- Col, cosa hai fatto questa volta? - La fama dell’attore lo precedeva ovunque e sebbene dopo il chek-up completo che si era fatto in clinica si fosse calmato molto, rimaneva sostanzialmente sempre lui e Jared non poteva che apprezzarlo anche per quello.
- Un cazzo! Questa volta non è colpa mia! - Rispose piccato Colin vedendo il compagno ridere impunemente allietato da quella sua reazione.
Mentre loro disquisivano tranquillamente come niente fosse, Mike e Chester, dopo un primo momento di sorpresa nell’essersi ritrovati l’attore davanti, tornarono a ricordarsi tutto in una volta il motivo per cui non volevano avere niente a che fare l’uno con l’altro.
Sempre rigorosamente senza guardarsi ma pensando la stessa identica cosa, ovvero ‘cosa devo fare ora?’, furono salvati in corner da Gerard che passando di lì e vedendo Mike preso non male ma molto peggio, se lo prese a braccetto e se lo trascinò via da lì portandolo con sé e gli altri del proprio gruppo nel luogo del festival.
Mike non si oppose e prima che capisse cosa stesse accadendo era praticamente già in macchina, mentre Chester rimase lì da solo come un perfetto idiota. Solo anche perché Jared era svanito insieme a Colin piantandolo in asso.
Sospirando insofferente, l’umore continuò paurosamente a ballare e dalle stelle alle stalle e di nuovo su e giù come i fagioli in pentola, si riunì a Brad e agli altri che attendevano di sapere cosa potevano fare.
- Devi deciderti se piantargli ancora il muso oppure se darci un taglio, ma decidi in fretta! Noi suoniamo domani! -
Fece incisivo e serio Brad precedendo gli altri alla macchina che li aspettava.
Chester rimase inebetito a guardarlo avviarsi seguito da Joe, Dave e un dispiaciuto Rob, quindi sbuffando e scrollando insofferente le spalle li seguì nonostante la voglia di gridare.
Decisamente una gran voglia.

L’espressione di Chester comunque parlò per lui molto bene e chiunque lo incrociasse per sbaglio preferiva non rivolgergli nemmeno mezza parola. Era certamente strano che fosse venuto anche quel giorno dal momento che avrebbe potuto farne a meno, se era così seccato dal presenziare a qualcosa per il quale non avrebbe dovuto intervenire, perché mai venire?
Ma nessuno glielo avrebbe mai chiesto.
Gli altri quattro preferirono girare per il backstage andando a disturbare gli altri colleghi e stare più che mai alla larga dai due cantanti, mentre il suddetto finì dopo un paio di minuti di vagabondaggio selvaggio nel camerino dei Linkin Park a squartare con gli occhi il pavimento.
Non poteva che pensare al fatto che Mike comunque avesse avuto uno splendido ed insolito scatto di gelosia per lui -e dire che era stato solo geloso era riduttivo visto che aveva spintonato malamente Jared- e che poi lui stesso l’aveva avuto per l’altro.
Si ricordava la sensazione di poco prima, quando aveva avuto una voglia indicibile di picchiare Colin che aveva osato spingere Mike, quella voglia di proteggerlo anche se non se lo sarebbe meritato, quel mettere da parte tutti i problemi che aveva con lui.
Ricordava molto bene e non poté che ammettere che dopotutto si poteva semplicemente ridurre a quella stupida cosa che dava sempre alla testa ad entrambi: le gelosia!
Quella dannata e maledetta che li faceva diventare stupidi!
Ma anche sapendo di cosa si trattava e che non si erano di sicuro mai traditi e che erano solo reazioni esagerate ad una situazione difficile, non riusciva ad andare a cercare Mike, il suo e solo suo Mike, e dirgli di accantonare tutto e smetterla di fare i coglioni.
C’era quella consapevolezza di aver almeno una parte di ragione, quel non poter vederlo socializzare così bene con Gerard, quella notte passata fuori ad aspettarlo mentre lui dormiva dentro con il suo amico.
C’erano tante cose che non riusciva a digerire e basta.
Troppe evidentemente.
Sospirò insofferente e proprio mentre si decise ad appoggiare la testa allo schienale della sedia per dormire un po’ -cosa che per tutta la notte non aveva fatto- un fischio dalla porta socchiusa lo fece saltare sul posto.
Quando aprì gli occhi appena chiusi -o per lo meno così a lui era parso- vide il viso di Jared a pochi centimetri dal suo che lo stava fissando in modo inquietante chissà da quanto tempo.
Rimase proverbialmente immobile con occhi sgranati sui suoi dall’aria poco raccomandabile, quindi dopo un attimo azzardò con voce impastata:
- Che cazzo c’è? - Fu lì che si rese conto di non aver appena chiuso gli occhi ma probabilmente dormito davvero e fortunatamente senza un sogno, così corrugando la fronte prima di sentire la risposta chiese: - Che ora è?-
Jared non si tirò su e rimanendo chino su di lui a quella vicinanza equivoca -ma tanto lui era tutto equivoco-, disse:
- Fra poco tocca a noi ed io ho un’idea geniale! -
Lì per lì gli ricordò tanto Mike. Era lui che di punto in bianco veniva a svegliarlo dai suoi sonnellini profondi per dirgli qualcuna delle sue strane idee che poi si rivelavano di certo geniali.
- Ma quanto cazzo ho dormito? - Cercò di svegliarsi per scacciare l’immagine di Mike in sovrapposizione con quella di Jared, quindi fece domande di circostanza prima di sentire quella che di sicuro era un’idea pericolosa visto che veniva da lui.
- Un paio d’ore… ma stanotte non hai chiuso occhio quindi è normale… ora sei pronto per me! - Chester credette di essersi sognato una mattina intera all’insegna di un Colin Farrell dove non avrebbe dovuto essere a comportarsi come non avrebbe dovuto.
Cioè da fidanzato geloso di Jared Leto.
- Ma che cazzo di giorno siamo? - Chiese infatti… magari erano ventiquattro ore indietro di quel che credeva lui!
Jared allora allargò le labbra in un sorrisetto malizioso e sensuale, quindi gli si sedette sopra e circondandogli il collo col braccio gli accoccolò la testa contro la propria spalla.
- E’ il primo giorno del festival, i primi gruppi hanno già cominciato e fra poco tocca ai 30. Io, invece, ho avuto un’idea geniale che ti aiuterà di certo con Mike. -
Chester ignorò di nuovo di proposito l’uso improprio del nome Mike e prima di reagire cercò ancora di svegliarsi un po’ meglio, quindi tolse il viso da quella posizione comoda e morbida per strofinarselo con le mani:
- E Colin? -Giustamente doveva anche sapere se rischiava un pugno da un momento all’altro!
Jared sorrise di nuovo con furbizia:
- Ah, non devi preoccuparti di lui… per un po’ starà tranquillo! -
Al che Chester dedusse l’ovvio senza naturalmente tenerselo per sé:
- Te lo sei scopato? -
L’ovvio, appunto.
Jared continuava a sorridere ma ogni volta con sottintesi diversi e sebbene Chester fosse ancora mezzo addormentato, riuscì a coglierli tutti. Fu così che rendendosi conto di essere abbastanza in sé da leggere tutte le sue espressioni complicate, si decise a dargli retta e stiracchiandosi, sempre con l’amico sulle ginocchia, fece:
- Allora, che cazzo di idea hai avuto? -
Jared questa volta brillò di una luce davvero ma davvero pericolosa.
Molto.
Di quelle che poi non potevi più dimenticarti per il resto della tua esistenza.
Quel tipo di luce che poi avrebbero tormentato il destinatario ora e sempre nei secoli dei secoli -amen-.
Chester si irrigidì, suo malgrado accese al massimo i neuroni ed ascoltò.
- Sei ancora in rotta con Mike, vero? - Chester annuì circospetto non avendo cura di incupirsi per quello: - Ebbene con questo vedrai che risolverai tutto! -
Poi, a sapere il fantomatico piano che avrebbe secondo Jared dovuto risolvere tutti i loro problemi, perfino Chester si chiese come quello sarebbe dovuto accadere, ma preso dal suo entusiasmo nonché profonda convinzione, si trovò perso nella sua spirale di follia ed astuzia accettando la proposta che nessun’anima sana avrebbe eseguito.
Non prima di aver chiesto con una certa comprensibile tensione nella voce:
- Appurato comunque che fai tutto questo per puro divertimento personale ed autocelebrazione del cazzo, perché diavolo il tuo Col non dovrebbe farmi il pelo dopo averci visto? -
Ma la risposta di Jared fece rabbrividire Chester più del ricordo di Colin stesso e della sua minacciosa prestanza fisica nonché irascibilità:
- A Col penserò io. -
Non poté che commentare in un solo modo e questa volta ghignando con un che di sadico anch’egli:
- Non vorrei mai essere il tuo compagno! -
La risatina di Jared fu quanto di più inquietante ci potesse essere.


Ci aveva messo un po’, Mike, a riprendersi, e comunque non si poteva dire che ci fosse riuscito poi tanto bene in ogni caso.
Gerard, dopo esserselo portato via, non l’aveva mollato un secondo ed aveva parlato a macchinetta di tutto ciò che gli era passato per la testa, ma alla fine Mike non aveva ascoltato una sola parola ed immerso nelle proprie considerazioni drammatiche, una volta arrivati nel backstage del festival dove molti altri gruppi cominciavano a prepararsi in vista di suonare, Gerard si era deciso a prendersi l’amico in parte.
Sistematisi comodi in un angolo discreto, il cantante dei My chemical romance l’aveva fissato diretto per un paio di minuti al termine dei quali aveva finalmente chiesto cosa fosse successo prima del suo arrivo.
Così Mike con un profondo sospiro aveva alzato gli occhi sui suoi verdi ed aveva cominciato a parlare con aria grave.
Era perfettamente consapevole di avere qualcosa che non andava e che comunque non si fosse comportato bene in ogni caso, ma fra il dire ed il fare c’era di mezzo il continente Europeo unito a quello Asiatico e a quello Africano!
- Gee, non so proprio come fare… quando lo vedo troieggiare con Jay… o meglio Jay troieggia con Chez… vado proprio fuori di testa! Cioè, sono sempre geloso, è un fatto, non sono idiota, ma riesco anche sempre a controllarmi, però ci sono volte in cui, come prima, non ce la faccio proprio ed esagero. Perché va bene litigarci e trattarlo male per fargli capire che si è comportato male e che mi ha dato fastidio, ma quando me la prendo con terzi che non sono lui non va bene, no? -
Gerard ascoltò i suoi sproloqui con attenzione e sentendosi strano nel fare la parte di chi non era abituato a fare, cioè quello che ascoltava e che eventualmente dava consigli magari pure saggi, si rese conto comunque di non saper cosa dirgli di preciso.
Storse le labbra fino a capire che dopotutto non era mai stato uno da riflessioni ma più da soluzioni istintive, quindi stiracchiandosi decise di evitare la cosa intelligente da dire od un eventuale piano per aiutarlo ed affidarsi direttamente all’impulso del momento quando gli sarebbe venuto. Perché sapeva che gli sarebbe venuto ed anche presto.
- Vedrai che risolverai, tu sei Mike, risolvi sempre tutti i casini! Sei abituato, no? Non ti chiamano genio? - Mike finalmente si sciolse e sorrise divertito da quel suo tentativo goffo di tirarlo su:
- A livello musicale… a livello personale sono un’autentica frana! -
Gerard ripensò ai propri trascorsi con Frank, specie a quel famoso litigio apocalittico di qualche anno prima, quindi con fare schietto e diretto tipici suoi rispose semplicistico:
- Come tutti noi geni della musica! -
Mike abbassò le spalle abbattuto… dopotutto non aveva ancora risolto un bel niente nonostante la reazione di Chester alla minaccia che Colin gli aveva impulsivamente rivolto.
Lì per lì dubitò di averne l’effettiva facoltà e guardando oltre la spalla di Gerard lo sguardo fu catturato da due figure distinte che si muovevano fra la folla. Abiti dello stesso stile, scuri e attillati, camminata decisa, innegabilmente insieme, Chester e Jared si stavano dirigendo verso il palco dove a breve i 30 seconds to mars si sarebbero esibiti.
- Ma che diavolo… - Fece Mike corrugando la fronte e scattando in piedi come una molla.
Non arrivò in tempo poiché proprio mentre i tecnici smontavano gli altri strumenti per montare quelli della band successiva, i due cantanti erano già saliti davanti alle migliaia di persone presenti che, al vederli, cominciarono ad acclamarli e applaudire come dei matti.
Anche Gerard si avvicinò incuriosito dal vedere che cosa sarebbe successo.
Qualcosa che effettivamente non avrebbero mai potuto immaginare nemmeno fra un milione di anni.