CAPITOLO I:
SOPRATTUTTO… A
TRE!
L’indomani mattina il primo a svegliarsi
con sommo stupore di tutti fu Jaoby.
Il ragazzo che
come tutti aveva dormito nudo, sgusciò straordinariamente silenzioso
giù dal
letto lasciando Jerry in un sonno profondissimo, quindi senza
preoccuparsi di
vestirsi perché lui dopo il sesso girava nudo per un po’, figlio
permettendo, andò in cucina
alla ricerca di un po’ di caffè.
In realtà era
stato convinto di trovare Mike sveglio ancora dalla sera precedente e
dicendosi
nella nebbia della sua mente ancora addormentata che anche se così era
poteva
per logica -!!!- trovarlo nella sala musica a provare, senza alzare un
ditino
santo per farsi il caffè da solo, andò a cercarlo.
Cosa gli
passasse di preciso per la testa era un mistero, forse non pensava a
nulla,
andava senza riflettere.
Quando si infilò
nella stanza delle prove, vide subito illuminati dalla lampada che era
nell’angolo in fondo, Chester e Mike.
Peccato che
erano stesi a terra nudi che dormivano.
Quando li vide
non se ne stupì nemmeno un secondo, gli parve quasi ovvio tanto da
chiedersi
come avesse potuto non pensarci da solo. Poi sorridendo contento chissà
per
cosa e volendo condividere con loro la sua splendida notte con Jerry,
si stese
per terra accanto a loro, dall’altra parte rispetto dove dormiva
accoccolato Chester.
Si appoggiò
dunque poco aggraziatamente su Mike sempre a pancia in giù e questo
naturalmente lo svegliò con la mancanza di fiato, la sua lamentela
svegliò
anche l’altro che imprecò e quando videro che la colpa come
sempre era di quell’invadente di Jacoby, subito immancabili arrivarono
i
mille altri dolori per la notte a terra in quelle condizioni.
Jacoby però
pareva contento e splendente, anche se tutto scarmigliato e con i segni
del
lenzuolo sul viso.
- Cos’è quell’affare sulla sinistra che mi
tocca la
gamba? - Chiese Mike notandolo nell’immediato ancora prima di rendersi
conto della nudità del loro amico mentecatto.
L’amico mentecatto in questione rispose
fiero:
- Il mio cazzo!
Sono nudo come voi! Siamo proprio degni compagni! -
- Io e lui siamo
compagni, tu sei solo uno stronzo impiccione! Che diavolo vuoi? -
Ringhiò
cattivo Chester mentre Mike diventava rigido e rosso come una spranga
di ferro
arrugginito.
- Ho scopato con
Jerry! - Esclamò subito non considerando l’uscita dell’altro un’offesa.
Era talmente sorridente che
poteva illuminare l’antro di una strega oscura.
- Ma va’! Non l’avevamo mica sentito! - Fece
subito
Chester scanzonato premendo poi il viso sul collo di Mike ancora
immobile e
zitto. Era sotto shock, probabilmente si sarebbe ripreso troppo tardi.
- E’ stato meraviglioso. Prima abbiamo
litigato, volevo lasciarlo perché rovino tutto quello che tocco, nel
giro di
poco impazziscono come me e non volevo che succedesse a lui, cioè se
capita
agli altri chi se ne fotte ma lui no, non doveva, così volevo lasciarlo
però
lui ha gridato incazzato nero dicendo che non dovevo e chiedendomi cosa
poteva
fare per poter stare con me. Alla fine abbiamo scopato. Io gli ho detto
di
essere sé stesso e non cercare di capirmi o di fare la cosa migliore
per me, di
mandarmi a cagare quando vuole e non farsi riguardi del cazzo. È stato
splendido, l’ho preso in un modo che non mi era mai capitato con
nessun altro e di persone con cui sono stato ne ho avute! Certo, tutte
donne,
non è la stessa cosa ma… forse è per questo che era diverso? È stato
così
virile e maschio che c’ho una voglia di rifarlo bestiale! -
- Si sente! -
Disse lugubre Mike con una voce tesa sull’orlo di un’esplosione
atomica. Chester si tirò
su il necessario per capire come mai lo dicesse e quando vide Jacoby
fare
movimenti inequivocabili di bacino proprio contro la coscia del suo
ragazzo, si
mise a ridere come un idiota. La scena in generale era comica, per lui,
ma la
faccia di Mike era un capolavoro da immortalare.
Decise di
imprimersela per bene.
- Piantala, non
devi scopare me! - Cercò di ammonirlo con forza nella speranza che la
smettesse
di strofinare il suo inguine su di sé, peccato che in reazione aumentò
e
diventaò sempre più sentito tanto che l’eccitazione di Jacoby che di
mattino
né per il resto della giornata faticava a salire, divenne
eccessivamente dura.
Doveva solo
trovare un modo per farlo smettere ma l’altro coglione del suo moroso
rideva
come… un coglione… e lui schiacciato sotto entrambi
aveva mobilità limitate.
- Smettila che
altrimenti urlo! - Non era una grande minaccia e lo sapeva bene ma si
rese
conto di non saper come liberarsi. Provò a piantargli le unghie sulla
schiena
ma non servì, quindi scese sui glutei cercando di fermare il bacino. Il
risultato fu peggiore, naturalmente, e sentendolo sempre più eccitato
ed
intenzionato ad andare avanti, vide la sua espressione. Il viso era
vicino ed
abbandonato nel piacere ma sempre con quel che di idiota sadico senza
speranza.
Capire cosa diavolo gli passasse per la testa non sarebbe mai stato
possibile.
- Chester se ti
alzi forse posso togliermelo di dosso… - Ma quando capì che stava già
provando a muovere il destro su cui aveva dormito tutta la notte, si
rese conto
che era completamente addormentato. Questa volta sarebbe stata dura.
Chester smise
improvvisamente di ridere e alzando il viso quel tanto, si prese le sue
labbra
chiudendogliele per farlo smettere di lamentarsi.
Mike preso in
contropiede si fermò un momento cercando di svegliarsi meglio e capire
che
diavolo ci fosse di sbagliato in tutto quello, quando realizzò che la
mano
corsa sul proprio inguine non era quella di Chester ma quella di Jacoby
che,
dannazione, continuava a muoversi col bacino strofinandosi per bene
sulla
propria pelle nuda e sensibile, si sconnesse.
Non potevano
esserci riusciti veramente, era assurdo. Tanto assurdo da pensare che
forse era
solo un sogno.
Lo sperò fino a
che non si sentì realmente eccitato ma il peggio arrivò quando alla
lingua di
Chester, nella sua bocca, si aggiunse quella di Jacoby. L’altro,
infatti, si era infilato con
furbizia facendosi strada fra le loro labbra, sentendolo Chester si
staccò per
andargli incontro. Fu l’inizio della fine.
Capire che
Chester e Jacoby si stavano baciando proprio attaccati alla sua bocca
fu
deleterio e ancor peggio averli poi praticamente sulla propria lingua.
Quando si era
mossa da sola verso di loro?
Perché non si
era ritirato ma anzi era rimasto lì a favorire?
Si stavano
leccando vicendevolmente in una maniera oscena e la cosa peggiore era
che non
era affatto male.
Anzi.
Era proprio
bello.
La mano di
Jacoby stava continuando a fare un gran bel lavoro mentre entrambi ora
si
muovevano contro le sue cosce strofinando i bacini, sentiva
distintamente le
loro erezioni ed erano tutti e tre eccitati; furono le dita di Mike a
muoversi
da sole, le uniche che avevano ancora sensibilità. Da che cercavano di
graffiarlo e fargli male per toglierselo di dosso a che cercò di farsi
strada
nella sua apertura, fra i suoi glutei.
Jacoby lo sentì
e l’aiutò inarcandosi, piegò una gamba attorcigliandola
attorno a Chester e Mike riuscì ad infilare il medio in lui. Sentendo
difficoltà
lo tolse e lo infilò fra le loro bocche, tutti e tre leccarono tutta la
sua
mano e quando la riabbassò finalmente si infilò meglio dove prima aveva
stimolato.
Jacoby gemette e
Chester scese dalle loro bocche, succhiò tanti punti nel percorso, poi
finalmente raggiunse le parti intime di Mike stimolate dall’altro
amico. Sulla sua mano si mise a
leccarlo ed in breve il compagno cominciò a gemere alla stessa maniera
dell’altro che già lo faceva.
I due si stavano
baciando ancora con maggior voglia ma fra un lamento e l’altro si
separavano rimanendo a
contatto come per respirarsi vicendevolmente.
Era la cosa più
erotica che avevano vissuto fino a quel momento, ne furono certi solo
nel
momento in cui si trovarono come drogati nel farlo, incapaci di
smettere.
Chester e Jacoby
l’avevano
voluto con tutto loro stessi, Mike si era opposto ma alla fine l’aveva
desiderato anche lui, aveva
ceduto come se non avesse avuto scelta.
Chester dopo l’erezione del compagno si spostò
proprio dove Mike stava stimolando con le dita l’altro e sostituendosi
ad esse se ne
occupò con la bocca.
Gli altri due si
sciolsero e mentre Jacoby si mise in una posizione più congeniale
tirandosi su
sulle ginocchia e piegandosi giù sul viso e sulle braccia,
completamente
inarcato e proteso verso lui, Mike si alzava riacquistando piano piano
la
mobilità dell’altro braccio, seppure con discreto fastidio.
Si spostò e si
mise a quel punto niente meno che in ginocchio davanti a Jacoby.
Ora che erano lì
a farlo, lo voleva come l’aveva sempre voluto, sotto sotto.
Il ragazzo alzò
gli occhi e come non credendo che glielo porgesse e glielo chiedesse,
si avventò
sul suo membro eccitato. Lo avvolse e lo leccò facendolo suo fino a
succhiarlo
e farlo gemere di nuovo. Quella sua bellissima voce. Si alternava ai
propri
mugolii per merito di Chester e quando lo sentì già abbastanza pronto,
il
ragazzo da dietro gli entrò dentro senza aspettare un istante, dopo
essersi
preparato a sua volta da solo.
Jacoby smise per
un attimo di mangiarsi il sesso di Mike che si sentì scoperto, quando
vide che
il suo compagno lo stava penetrando da dietro tenendolo per i fianchi e
vide la
posizione dell’amico in mezzo a loro, a carponi e completamente dato
a loro, pensò a quanto solitamente prendesse il sopravvento su tutti e
gli
spinse l’inguine nella sua bocca e allo stesso tempo di Chester
che lo faceva fra i suoi glutei. Mossi alla stessa maniera, uno lo
faceva da
dietro e uno da davanti. Dopo il primo momento di assestamento per il
ragazzo
nel mezzo, anch’egli li assecondò andando incontro a tutti e due
trovando il ritmo ed i movimenti giusto. Era una cosa che non aveva mai
provato
ed era assolutamente meravigliosa, toglieva ogni capacità razionale,
non si
poteva pensare, non ce n’era bisogno, non c’era posto per panici e
follie, era
tutto così perfetto, ai suoi occhi, perché tutti facevano quello che
volevano
ed era giusto e basta.
Chester e Mike
si protesero e si baciarono mentre spingevano di bacino nell’altro e
persi nell’assoluto piacere di quell’eresia oscena, trovarono l’orgasmo
insieme senza remore.
Dopo qualche
istante le funzioni dei loro corpi impazziti tornarono a farli sentire
in loro
stessi e quando si separarono per vedere se l’altro era ancora vivo,
capirono che
oltre ad essergli enormemente piaciuto si era acceso ancora di più.
Si alzò e si
avventò prima sulla bocca di Mike facendogli sentire il suo stesso
sapore, poi
su quella di Chester, poi mentre i due tornavano fra di loro, lui si
alzò in
piedi mettendosi esattamente in mezzo.
Capirono ed
ebbero una fame basica, fu così che l’accontentarono rimanendo in
ginocchio
e leccandogli insieme la sua erezione, la sentirono di nuovo dura.
Lo volevano
tutti e tre, lo volevano prendere, succhiare, assaggiare, possedere. Lo
volevano sentir godere incontrollato.
Lo sentirono
muoversi come se li stesse prendendo entrambi e a tutti e due mise le
mani
nelle nuche gestendo le loro teste con brutale volgarità mentre dava
loro dei
colpi sempre più poderosi.
Capendo che
sarebbe venuto da un momento all’altro, Chester smise e separò anche
Mike, Jacoby si lamentò ma venne tirato brutalmente giù proprio da
quello che
aveva in mano la situazione.
Lo sentì poi
mormorare all’orecchio mentre lo leccava sensualmente:
- Lo vuoi
scopare? - Mike si sentì allucinato all’idea di essere considerato il
loro
oggetto ma eccitato si lasciò fare.
- Sì che lo
voglio scopare! - Rispose roco Jacoby sull’orlo dell’esplosione.
Chester allora
carezzandogli di nuovo il membro con decisione, sussurrò quasi crudele:
- Allora
fottilo! - Come se decidesse lui, come se così andasse bene, come se
fosse
perfetto.
Ancor più
eccitati di prima, Jacoby libero da Chester prese Mike e lo spinse giù
quindi
senza nemmeno prepararlo gli alzò le gambe e altrettanto brutalmente
gli entrò
dentro.
Fu la cosa più
incredibile che a Mike potesse capitare perché nonostante normalmente
quel
genere di cose sul violento andante lo destabilizzassero, ora si trovò
acceso
ed eccitato, lo voleva e non riusciva a smettere di chiamarlo e gemere
che sì,
voleva continuasse e che lo facesse più forte.
Jacoby l’accontentò aumentando le spinte con
vigore e follia, fu frenesia quello che colse entrambi, finalmente
potevano
lasciarsi andare e quando Mike cercò Chester con una parte remota di
sé, si
sentì a casa quando ebbe le sue labbra.
Succhiò la sua
lingua, la leccò a sua volta senza unire le bocche e lasciò che
giocasse a
piacimento pur di continuare ad averlo in quel modo, per non farlo
andare gli
teneva la nuca e se lo premeva contro.
Jacoby li trovò
erotici ma soprattutto belli in quel loro cercarsi anche in un momento
tanto
estremo come avevano fatto prima e non resistette più fra i suoi stessi
gemiti
eccessivi.
Quando raggiunse
il culmine fu appagante per tutti, quasi che partecipassero attivamente
allo
stesso processo da tanto che lo sentivano.
Poi fu tutto
silenzio e sospensione per un istante, le forze vennero a meno e si
accasciarono di nuovo su Mike trovandosi con le lingue tutti insieme,
riuscirono ad aversi contemporaneamente e stringersi fra di loro in
modo da non
lasciar sfuggire quell’istante di perfetta follia, la cosa più
piacevole e
meravigliosa che avrebbero potuto provare e che si sarebbero tenuti per
loro
stessi e basta.
Dopo di questo
il nulla per un tempo indefinito fino a che rimasero semplicemente lì a
sentirsi e a coccolare Mike, come se fra tutti e tre fosse lui il
collante, lui
la forza, lui il perno, lui ciò che entrambi avevano veramente voluto.
Come se lui
fosse tutto.