CAPITOLO XIV:
PRESA
DI POSIZIONE
Erano
ancora stesi a terra sul pavimento del terrazzo dell'ultimo piano,
ansimanti e sudati, quando la porta si spalancò con un sonoro
botto.
Mike
scattò sui gomiti come un gatto per vedere di chi si trattava,
perchè lui lo sapeva, lo sentiva. L'aveva chiamato.
Lo
sguardo affilato ancora prima di metterlo a fuoco.
Il
cuore pompava il sangue furioso nelle vene ma quando vide Jerry
trafelato correre verso di loro, il sangue andò ancora più
veloce... il cuore impazzì e la voglia di uccidere, per una unica
sola e prima volta in vita sua, lo investì come un treno in
corsa.
Così
fece con lui.
Si
alzò e prima di farlo parlare o di dire una sola mezza parola, gli
andò incontro e senza ancora aver recuperato davvero le forze da
prima, gli tirò un pugno fermandolo, facendolo cadere a
terra.
Chester
si alzò come un fulmine, convinto d'aver avuto le visioni. Anche
Coby si alzò senza capire e quando vide che quello a terra era
Jerry, gli venne un colpo. Si fermò letteralmente e come se non
avesse più la spina inserita, guardò tutto come attraverso un
vetro.
Chester
andò da loro, prese Mike da dietro e lo strattonò vedendolo tornare
alla carica. Mike non aveva mai colpito una mosca, non pensava ne
fosse nemmeno capace. Era come essere in un film e per un momento
credette di star sognando.
Jerry
si alzò frastornato e asciugandosi il mento ed il labbro rotto
guardò Mike. era successo davvero?
-
Che diavolo... -
-
PUOI TORNARE DA DOVE SEI VENUTO! NON SERVI AD UN CAZZO ORMAI!
VIGLIACCO! TU SEI STUFO E ACCAMPI SCUSE! MA FOTTITI! NON LO LASCIO
NELLE TUE MANI! POTEVA UCCIDERSI E TU MI VIENI A DIRE CHE NON SAI
AIUTARLO?! ED IO SI INVECE? IO CHE LO CONOSCO DA QUALCHE MESE SO
AIUTARLO? SE SI BUTTAVA COME VIVEVO? SEI UN EGOISTA DEL CAZZO E SE TI
RIVEDO TI INVESTO! VATTENE E NON FARTI PIÙ VEDERE! -
Chester
e Jacoby erano ammutoliti a fissarlo increduli e shockati, incapaci
di dire e fare qualsiasi cosa. Jerry non era meglio... mai avrebbe
immaginato una tale reazione!
Da
Chester magari ma non da lui.
Non
aveva idea della stato in cui l'aveva gettato per le sue fisime. Mike
non poteva perdonarlo. Non così.
-
Ma Mike... - tentò senza saper comunque cosa dire, spiazzato da tale
reazione.
-
MA MIKE UN CAZZO! - Chester ovviamente aveva anche voglia di farselo
ma capiva che NON era il momento. Ma quel Mike furioso era
dannatamente eccitante!
-
Senti non è il caso ora! Vai via e pensa alle tue cazzate! Torna
quando sai come rimediare! -
Chester
era stranamente calmo per contro. Mike tornò ad urlare da dietro di
lui.
-
UN CAZZO! SE OSA TORNARE LO FACCIO FUORI! NON PUÒ FARE QUELLI CHE
GLI È IL COMODO! COBY È UN ESSERE UMANO NON UN GIOCATTOLO! -
Jerry
ammutolito venne spinto da Chester che dovette mettere un braccio
intorno al collo del compagno per farlo smettere.
Quando
se ne fu andato lo lasciò ma non era ancora per niente calmo.
Camminava come una bestia e come tale imprecava fuori di sé.
-
E' venuto fuori il suo vero viso! È comodo prenderlo quando è
gestibile e sta più o meno bene! Perché cazzo non ci prova quando è
sul punto di mollare? Quando non ce la fa più ed è così pesante
che vorrebbe solo non esistere? È difficile? Bene! È lui il suo
ragazzo cazzo! Non noi! Non è buono solo per scopare! Se pensa che
basti esserci quando sta bene si sbaglia! Deve tenere duro quando
crolla tutto! E non mi venga a dire che io non so cosa significa che
ci sono passato con Chester! Non è facile ma se è qua è perché
alla fine non ho mollato! Lui non c'era quando serviva davvero e
questo è quanto! Ha lasciato gestire a noi uno che voleva buttarsi!
Per me è morto Jerry! Se torna lo pesto ancora! Che nessuno osi
farlo entrare cazzo! -
A
placarlo questa volta non fu Chester ma Jacoby. Lo abbracciò di
slancio stringendolo con una forza incredibile. Solo dopo essersi
calmato Mike si rese conto che Jacoby stava piangendo. Un mormorio
indistinto che lo colpì come un pugno allo stomaco.
-
Grazie... - piccolo e semplice. Dolce.
Mike
finalmente si sciolse e, ricambiando l'abbraccio, pianse anche lui
facendo crollare tutta la tensione atroce accumulata.
Chester
si occupò di entrambi dimostrando una forza d'animo fuori dal
comune... prese per mano Mike e cinse il collo di Coby come fosse suo
fratello, quindi li portò con sé giù dalle scale, poi in ascensore
e successivamente in casa.
Una
volta dentro lasciò Mike all'ingresso e portò Coby in cucina.
-
Una cioccolata? - Risolveva tutto così... sapeva che non era una
medicina ma quasi. In certi casi poteva esserlo. Alla domanda Mike si
riscosse e andò al bagno mentre Coby annuì attaccandosi alla maglia
di Chester come se potesse perdersi in casa. Le vecchie abitudini...
Chester
se lo portò dietro sapendo che Mike si sarebbe solo rinfrescato e
che poi quando sarebbe stato calmo sarebbe tornato da loro.
Aveva
avuto uno scoppio non da poco, mai avrebbe pensato di vederlo
picchiare qualcuno e gridare a quel modo.
Coby
si sedette nella sedia al tavolo, era ancora stordito, riviveva
quello che era appena successo cercando di capirlo.
Aveva
trovato delle risposte, questo era certo, ed erano risposte
sorprendenti... ma poi era arrivato Jerry e Mike l'aveva picchiato
dicendo un sacco di cose carine a suo favore... dunque doveva pensare
alla propria ricerca finita e conclusa o alla questione di Jerry?
Era
ancora molto frastornato e quando Mike tornò dal bagno sembrava
stare un po' meglio, anche se era sempre nero come la pece.
Mike
così silenzioso era normale, a volte, ma non così scuro in viso.
Chester però sapeva che doveva solo avere un po' di pazienza e
dargli le giuste coccole. Sorrise fra sé e sé, chiamarle 'coccole'
era una mania che gli aveva dato proprio Mike.
Presentò
le due tazze di cioccolata calda e Jacoby si ustionò l'esofago
bevendo subito, questo l'aiutò a scacciare momentaneamente i mille
pensieri che gli vorticavano nella mente e a notare la presenza di
Mike.
Stava
lentamente tornando.
Chester
si sedette ad un'altra sedia, davanti a loro due che invece erano
vicini.
-
Ora... io e Jerry ci siamo lasciati? - Si intenerirono entrambi
inevitabilmente. Era come se lo capisse ora per la prima volta. Ora
cosa doveva farlo? Accettarlo?
Come
poteva fare?
Mike
alzò lo sguardo su di lui, smarrito per un istante, e Chester
rispose al suo posto.
-
Direi di sì Coby... - Gli occhi grigi tornarono lucidi dopo aver
versato poco prima tutte le lacrime possibili.
-
Ma... ma io lo amo... - La semplicità di un bambino. Disarmò
Chester che non trovò più niente da dire. Come fargli capire che
quello che gli aveva fatto Jerry era sbagliato?
Del
resto poteva dover vivere le sue storie come voleva... ma Coby non
aveva capito cosa gli aveva fatto Jerry e Mike si voltò con la sedia
verso di lui, gli prese le mani e, una volta catturata tutta la sua
attenzione, lo fissò negli occhi intensamente serio.
-
Jerry deve capire cosa prova davvero per te, cosa vuole... si è
comportato male... come... come uno che non ti ritiene la cosa più
importante della sua vita. Se ti ama davvero lo deve dimostrare e
questa volta veramente. Fino ad ora ha dimostrato come ci si tira
indietro nei momenti che contano. Deve provare quell'amore... so che
per te è dura stargli lontano ma fidati di me, se non mettete in
chiaro questa cosa vi trascinerete per sempre senza arrivare mai a
quella serenità che vuoi. Tu vuoi essere come me e Chez vero?
Bene... fidati di me, Jerry ha bisogno di pensare. -
Jacoby
sospirò, lo capiva, stava tornando, ma trovava tutto quello
oltremodo faticoso.
Abbassò
il capo e Mike posò le labbra sulla sua fronte. Era senz'età quel
ragazzo...
Jacoby
si abbandonò a lui e strinse a sua volta le mani sulle sue, poi da
esse evase e strisciò fino alla sua maglia, l'afferrò e tirò
alzando il viso per guardare Mike di nuovo negli occhi.
-
E se non torna? E se davvero non mi ama quanto lo amo io? E se è
finita per sempre? - Il terrore, di nuovo, ma non come quello di
prima. Era un terrore diverso, un terrore affrontabile. Lentamente
Jacoby stava diventando una persona comune a molte altre. Nei limiti
del possibile.
Mike
gli carezzò il viso prendendoglielo con entrambe le mani, sospirò e
strinse le labbra con fare dispiaciuto.
-
L'affronteremo insieme. Ti aiuteremo noi. -
Chester
non era sicuro che si potesse fare molto altro per lui, ma
sicuramente Mike sì... decise di lasciarlo fare però di vegliare
pronto ad intervenire. Fosse stato per lui non si sarebbe più
intromesso nella loro storia, avevano già fatto troppo... dovevano
essere in grado di viversela da soli, ma capiva il senso di
protezione di Mike, ormai si era preso a cuore Jacoby e quando lo
faceva non mollava mai.
Jacoby
vide in lui la sua unica ancora di salvezza e di slancio lo baciò.
Mike
istintivamente fece per ritrarsi e con forza gli tenne il viso
portando indietro la testa. Sulle labbra mormorò scosso:
-
Coby, no... - Chester scosse il capo sapendo già tutto...
-
Io ne ho bisogno... - Disse opponendosi a quella spinta, premendosi
ancora sulle sue labbra. Gli occhi chiusi, la fronte aggrottata, il
viso sotto sforzo, soffriva. Mike era tormentato, dilaniato. Sapeva
bene che non andava bene continuare così perchè rischiava di
confondersi ulteriormente e non gli serviva affatto, ma Jacoby
sembrava così disperato e non sapeva proprio come fare per farlo
stare bene... non sapeva...
-
Non hai bisogno di me, è il riflesso di Jerry che vedi in me, che ti
vuoi prendere. Lo capisci? Io sto con Chester, amo lui... anche se
facciamo sesso insieme è solo per gioco, è una cosa bella ma non ha
seguito, non ci porta da nessuna parte... mentre per te... per te ha
un altro significato. Tu vuoi essere noi... ma sei Jacoby Shaddix,
non potrai mai essere Mike Shinoda o Chester Bennington... e... ed il
tuo Jerry pure... - Mike doveva farglielo capire. Continuavano a
spingersi e tirarsi come per lottare, ma parlavano ancora bocca su
bocca, gli occhi chiusi per uno ed aperti per l'altro, sofferenti a
modo proprio, per motivi diversi. Chester guardava e capiva entrambi.
Avrebbe preferito essere geloso e fare una piazzata, invece che
capire. Perchè vedeva il bisogno di Jacoby di avere un motivo per
sopportare quel momento e capiva che voleva che Mike fosse quel
motivo, in sostituzione momentanea di Jerry. Perchè per lui stare
solo era insostenibile ma ancor peggio stare senza Jerry. Allora era
meglio illudersi che Mike fosse Jerry e potesse dargli qualcosa di
lui per sopportare la lontananza.
Ma
non era questo che poteva aiutarlo a lungo termine. Era una cosa
momentanea così come il sesso.
-
Lo so che non sei Jerry ma posso illudermi e stare meglio... lui
forse non tornerà mai ed io ho bisogno di tempo per capirlo
veramente ed accettarlo. E... e... so che per voi è solo sesso e
giochi e mi sta bene... non importa... non potrò mai essere voi, va
bene. E forse con Jerry è morto tutto... va bene anche questo. Voi
due vi amate mentre a me mi volete solo bene ed è bello scopare
insieme per passare il tempo. Va bene anche questo. Ma vi prego... io
ne ho bisogno... ho bisogno di qualcosa che non mi faccia sentire
questo vuoto incolmabile dentro... perchè Jerry mi manca e lo amo e
so che sarà sempre peggio e... ed ho bisogno di qualcosa che mi
riempia. E solo voi ne siete capaci. So che non posso essere voi.
Però datemelo lo stesso... -
Era
come un tossico cosciente di esserlo che chiedeva lo stesso la droga
per avvelenarsi perchè terrorizzato dalla imminente crisi
d'astinenza.
Chester
si vide in lui e si vide così con Mike a chiedergli una dose... una
dose di qualcosa che lo facesse stare bene in cambio della droga. Si
vide in quel periodo da incubo e si addolorò coprendosi il viso. Era
tremendo. Era insostenibile da soli. Non ce la potevi fare senza
qualcuno accanto od una motivazione talmente grande da darti la forza
anche senza la presenza fisica di qualcuno accanto...
Chester
sapeva che avrebbero dovuto riempirlo e darglielo, quell'aiuto.
Sapeva perfettamente.
Anche
Mike, perchè ricordò cosa aveva fatto per far star meglio Chester
in quel periodo tremendo. Ricordò che ci era anche andato a letto
perchè era stata l'unica cosa in grado di farlo stare bene. Perchè
Chester si drogava perchè gli mancava lui. Quindi non fece niente,
non si oppose. L'aveva fatto per Chester, a suo tempo, in attesa di
trovare la vera soluzione.
Ed
ora non riusciva a pensare, ne aveva bisogno ma non riusciva a
pensare. A capire quale fosse quella soluzione, quella motivazione
per uscirne e stare meglio.
Jerry
doveva esserlo, ma Jerry era il peggio del peggio per Jacoby ora. Era
lui che lo stava riducendo in tanta sofferenza. Lui.
Alla
fine aprì la bocca e lasciò che la lingua si infilasse per
cercarlo.
Sentì
un sapore salato insinuarsi fra le labbra e capì che Jacoby piangeva
di nuovo. Stava capendo che con Jerry era finita.
Non
riuscendo più a baciarlo, uscì dalla sua bocca e nascose il viso
contro il suo collo caldo, lì mormorò il suo nome e pianse ancora.
Amaramente.
Chester
si avvicinò e con una mano sulla nuca del proprio compagno,
accarezzò anche Jacoby. Non c'era un vero modo per stare meglio,
dopotutto. Solo per sopravvivere. E non lo si poteva fare per sempre.
Jacoby
finalmente dormiva. Era crollato poco dopo la cioccolata, l'avevano
portato subito a letto consci che aveva avuto troppe emozioni. Non
che loro ne avessero avute di meno.
Si
era accoccolato fra i due, nel letto con loro, un braccio intorno
alla vita di Mike, a pancia in giù.
-
Dici che andrà tutto bene? - Chiese Mike a Chester. Aveva sempre
bisogno di lui, in ogni caso. Chester spostò lo sguardo sul
compagno, oltre Jacoby, si incontrarono ed allungò il braccio sul
cuscino in modo da toccargli la testa, lo carezzò e poi Mike si
spostò in modo da prendergliela ed intrecciare le dita. Si sentivano
come dei genitori un po' alternativi...
-
Presto capirà che non c'è niente di noi che potrà ridargli Jerry.
Prima veniva con noi solo per un inconscio desiderio di avere con
Jerry ciò che abbiano noi... ora che Jerry non c'è non troverà più
il senso di farlo ancora... lentamente sarà lui a non volerlo più.
Pensa di averne bisogno per sopportare la sua separazione ma si
sbaglia. Le cose lentamente andranno meglio da sole, senza che noi
facciamo niente. - Più che altro quella era la sua speranza, ma Mike
decise di crederci e rilassato gli baciò la mano con quella dolcezza
che sapeva metterci solo lui.
Su
una cosa non c'erano dubbi, Jacoby era un uragano che si poteva
sostenere solo grazie ad un sentimento solido come il loro.