CAPITOLO XVII:
UN PIANO DIABOLICO

La sede dei Papa Roach di Los Angeles era una villetta in periferia, non era una costruzione esagerata ma era più che sufficiente per contenere più di quattro persone comodamente, ci si poteva vivere, c'erano camere e letti in abbondanza, cucina abitabile e cibarie a volontà. C'era anche un caminetto nel salotto provvisto di divani, poltrone, tavolino, puff, mega televisore in 3D, impianto sonoro da sogno, Play Station 3 e qualunque gioco e vizio. A proposito di giochi, il salotto era abbastanza grande da far stare un biliardo.
Oltre a questo c'era la sala prove insonorizzata dove suonavano con annessa la sala registrazione. Facevano tutto lì, producevano loro. Co produttore era il loro amico James Michael che rivedeva i testi spesso incomprensibili di Coby. Insomma, dava un grande contributo, lo consideravano una specie di genio.
Anche lui era praticamente parte del gruppo solo che preferiva rimanere dietro le quinte ed avere a che fare solo con loro.
Jacoby diede l'ordine a Tobin, Tony, Jerry e James di fare le valige e passare tutto il tempo necessario in sede per finire l'album il prima possibile e lavorare seriamente.
Mancava solo il completamento di un testo con annessa musica, per il resto alcune canzoni necessitavano della melodia ma non erano molte. Poi bisognava perfezionarle e registrarle, una volta registrate aggiungerci gli effetti sonori.
Nel mentre James si occupava di cose pratiche come la copertina dell'album e del libretto.
La villetta era disposta due 2 livelli, al pianterreno c'era l'enorme salotto, la cucina, un bagno. Al primo piano c'erano le camere, erano cinque camere con letti matrimoniali. In taverna c'era la sala prove e registrazione con tutti gli strumenti ed i macchinari. In mansarda c'era il rifugio di Coby, un luogo dove saliva solo lui quando doveva calmarsi, pensare, comporre, scrivere o stare solo. Se non lo si trovava in giro solitamente era lì.
Un altro bagno era al primo piano.
In giardino c'era una piscina che in inverno era riscaldata in effetto terme, sotto un portico per ripararla dalle interperie. Il giardino era molto spazioso, ci stavano sul retro le auto e sul davanti, oltre la piscina, un tavolo con sedie per mangiare fuori in estate. Oltre a questo c'era una macchinina gigante giocattolo con tanto di motore. Era di Coby. Il senso d'avere una macchina giocattolo quando poteva guidare quella vera nessuno lo capiva ma non aveva importanza, lui era fatto così!
Tobin e Tony arrivarono con la spesa, avevano preso cibarie a volontà e tutto il necessario per vivere lì alcune settimane.
Jacoby era lì da prima, James e Jerry arrivarono insieme.
Stava suonando la batteria quando misero tutti e quattro piede lì e Tony si preoccupò seriamente, quando suonava la batteria tendeva anche a rompergliela perchè picchiava troppo duro e senza criterio. Mollò i sacchetti all'ingresso e corse a rotta di collo giù per le scale.
- Come diavolo ha fatto a sentire? - Chiese Tobin stupito. La sala prove era in taverna ed era con le pareti isolate.
- Ma lui ha un udito fine... - Convenne James ridendo e prendendo il sacchetto lasciato da Tony.
- E pensa che è un batterista, dovrebbe avere i timpani spaccati! - Jerry aveva quella convinzione che poi non era molto realista, un batterista per avere un alto senso del ritmo doveva avere come minimo un ottimo udito. Come ogni musicista alla fine...
- Sarà di cattivo umore... - Disse James che non sapeva niente dei trascorsi precedenti, solo che aveva chiesto una pausa dal produrre.
Tobin fece un'espressione incerta su come definire Coby in quel momento e Jerry superò tutti salendo le scale per posare il proprio borsone in camera.
Da quando si erano trasferiti a Los Angeles la camera che usava era condivisa con Coby ovviamente. Si fermò vedendo che gli altri si erano tutti sistemati nelle solite e decise che era il caso di prendersene una per conto proprio piuttosto che con il suo ex.
- Ehi, non mi fermo a dormire, io torno a casa perchè sono pieno di impegni in questo periodo e non sarò sempre qua. - James lo raggiunse per dirgli di prendersi la camera che voleva e Jerry sospirò.
Era davvero un caos.
- Ehi tutto bene? - Chiese notando il suo disagio.
- E' un lungo discorso... - Asserì laconico.
- Hai litigato con Coby? - Chiese come fossero cose normali da chiedere.
Jerry lo fissò stralunato chiedendosi come si potesse capire facilmente...
- Sì... però lui vuole che facciamo lo stesso e... bah, sarà un periodo difficile, ti avverto... - James gli batté la mano sulla spalla comprensivo lasciandolo per andare a salutare il cantante di cui parlavano.
Quando scese le scale e raggiunse Tony e Coby, i due stavano ridendo e si fermò sbalordito. Si era aspettato di sentire delle urla isteriche. Poi strabuzzò gli occhi nel vedere Coby biondo e rimase di stucco per un bel po'.
Coby nel notarlo si alzò dalla batteria facendo sospirare Tony e si fiondò su James abbracciandolo di slancio.
Era in ottimi rapporti con lui, gli piaceva perchè capiva i geroglifici che scriveva nei testi e li rendeva comprensibili anche per gli altri.
- Come va? - Chiese James abbracciandolo ancora shockato. Coby rideva felice.
- Alla grande, non si vede? - James in effetti non poteva negarlo, sembrava un altro. Era anche luminoso e quei capelli indicavano che doveva aver voltato pagina rispetto a qualcosa che lo aveva angosciato a lungo negli anni.
- In effetti sì, per questo mi hai stupito... sono contento... cosa è successo di tanto positivo? - Coby si strinse nelle spalle sciogliendo l'abbraccio, poi divenne quasi serio e pensieroso.
- Ho incontrato delle persone che mi hanno aiutato... sai... dato risposte... ora ho le idee chiare... - Sentirglielo dire era un evento unico, l'aveva sempre sentito confuso.
Era una cosa bella, come mai le cose con Jerry andavano male? Non chiese altro, non si inserì oltre in discorsi che percepiva come pericolosi per qualche misterioso motivo, quindi battendogli la mano sulla schiena disse allegramente:
- Sono arrivati tutti, direi di fare una riunione davanti ad un thè, che dici? - Essendo pomeriggio era necessario il thè.
La stagione ormai non era più calda, anzi. La notte la temperatura scendeva per cui il fuoco sarebbe di sicuro stato acceso. Jerry era freddoloso mentre Coby tutto l'opposto ma alla fine la maggioranza vinceva sempre.
Una volta riuniti intorno al tavolo col thè davanti fecero tutti il punto della situazione ed un programma per quei giorni.
Priorità numero uno finire il testo rimanente, priorità numero due fare tutte le musiche restanti, priorità numero tre imparare bene le canzoni non ancora incise e, una volta pronte, inciderle. Priorità numero quattro controllare, perfezionare e rifinire il lavoro intero.
Era un buon piano, molto semplice. Un paio di giorni ed era fatta.
- Io avrei già finito la canzone, stanotte. Però tu la devi sistemare, Jay... - Coby chiamava James 'Jay' perchè ci passava molto più tempo degli altri.
A Jerry non piaceva mai.
- Va bene, allora vediamo subito di questa mentre loro finiscono di sistemarsi. Potete cominciare con le melodie delle canzoni già pronte, intanto. Ne avevate un paio da finire... - James diresse un po' i lavori e dopo aver dato il via libero, si separarono.
Coby portò il collega in mansarda, nel suo rifugio perchè se doveva modificare il testo lì dentro pensava meglio.
Una volta su da soli, si accese una sigaretta e tossì come di consueto, James lo guardò subito male.
- Da quanto hai quella tosse? - Coby si strinse nelle spalle.
- Un po'... ma sarà... - James lo zittì subito.
- C'è qualcosa che ti dà fastidio in gola. - Coby rimase stupito della sua uscita sicura. Ne sapeva davvero di quelle cose?
Non disse niente e gli presentò il testo completo, l'altro lo lesse e rimase sorpreso.
- Bè ma io qua non modificherei niente... - Coby lo guardò estremamente stupito, come se lo prendesse in giro.
- Cosa dici? - Apparve come una persona comune, per un istante. A posto, tranquilla, che sapeva sorprendersi come molti altri per cose davvero strane. James capì il senso di quei capelli, capì che era andato tutto a posto in qualche modo e rimase sorpreso a fissare il testo e poi lui con quell'espressione quasi tenera in un certo senso.
- Va benissimo così com'è... è perfetto... - A Coby vennero gli occhi lucidi e James gli prese la sigaretta, la buttò e l'abbracciò. Lo conosceva da molti anni e sapeva la sua sofferenza nel creare dei testi che andassero bene anche per gli altri e non solo per lui, riuscirci finalmente era come una liberazione, era fare quel passo in più che gli mancava.
Coby si abbandonò all'abbraccio ritenendolo un sollievo, si rilassò e il bruciore delle lacrime tornò indietro.
Fu uno dei momenti più belli che avrebbe ricordato.

Avevano lavorato per tutto il resto del pomeriggio ma alla fine avevano completato solo una canzone che comunque sarebbe andata perfezionata.
Coby aveva distratto Jerry tutto il tempo fingendo che il microfono fosse un fallo, alla fine lui non era più stato in grado di produrre e Tobin aveva messo fine alle sue sofferenze decidendo di cenare.
La cena l'avevano preparata lui e Jerry insieme mentre Coby e Tony ci avevano dato dentro con la play station.
Quando erano andati a chiamarli per mangiare, l'avevano trovato ad esultare per una vittoria alle corse scopandosi il divano. Jerry aveva cambiato colore ed era tornato in cucina dicendo a Tobin di chiamarli lui.
Quando poi Coby aveva mangiato la coscia di pollo con le mani sporcandosi tutto e fingendo di star facendo un pompino, a Jerry passò la fame e piantò tutti per andare in camera.
Le cose sarebbero state davvero complicate.
Coby voleva fargliela pagare cara, dopo di quello era chiaro.
Non poteva farcela. Non poteva proprio.

Quando bussarono per un istante temette fosse lui e prima di dare il permesso di entrare ci mise qualche istante, solo quando sentì che era Tobin si rilassò e lo fece entrare.
L'amico pareva non sapere nemmeno cosa dirgli, sapeva solo che era in difficoltà e che aveva bisogno di una mano.
Era molto complicato.
Rimase appoggiato alla porta chiusa con le braccia incrociate al petto.
- Non puoi fare così... ora siamo tutti giù, hanno acceso il fuoco e stanno facendo un torneo di biliardo, dovresti farti forza e partecipare. Se ti escludi così non supererai mai il momento, lui fa così per provocarti, devi reagire rimanendo tranquillo, così la smetterà. - Jerry si strofinò il viso stralunato, non ce la faceva più.
- Io non riesco a guardarlo mentre fa il porco in quel modo... - Tobin alzò il sopracciglio scettico.
- Nemmeno io ma non è per lo stesso motivo... a me fa ridere mentre a te eccita... -
- Io non so perchè mi fa questo effetto, non è il dio della bellezza, è un tipo, è affascinante ma non è obiettivamente un modello no? - Aveva ragione ma non era quello il punto...
- Non conta quanto effettivamente bello sia. A te piace. - Jerry si legò i capelli nervoso provando a spiegarsi.
- A me fa sesso! Io voglio scoparlo! Nessuno mi fa quell'effetto e lui lo sa e fa così perchè mi vuole uccidere! Me la vuole far pagare perché ho sbagliato tutto con lui! Sa che quando fa il porco in quel modo io ho una voglia matta di sbatterlo al muro... - Tobin voleva strapparsi le orecchie per ciò che sentiva ed immaginava ma evitò e rimase da bravo immobile ad ascoltare lo sfogo dell'amico.
- Posso sapere perchè vi siete lasciati? -
Jerry sospirò, a quel punto tanto valeva spiegargli le cose dall'inizio.
Quando ebbe finito, Tobin si strinse nelle spalle.
- Non mollerà finchè non ti avrà strappato una reazione. Non so onestamente dove vuole portarti, ma ovunque sia così fai il suo gioco. Devi stare con lui ed essere calmo e sereno! Anche se non lo sei. - Tobin non era dalla parte di nessuno ma alla fine gli dispiaceva che il gruppo si spaccasse in quella maniera.

Quando i due scesero, Coby stava mangiando la banana come stesse facendo un pompino, la tirava fuori e la rimetteva dentro succhiandola e leccandola e Tony stava ridendo come uno scemo, Jerry tentò di scappare ma Tobin lo fermò disinvolto.
- Si unisce a noi! - Coby lo guardò e ammiccando concluse il frutto prendendo l'asta del biliardo.
- Le solite coppie? - Tony non pensava quasi mai prima di parlare.
Le solite coppie erano lui e Tobin contro Jerry e Coby. Quest'ultimo colse la palla al balzo e disse immediatamente di sì.
Jerry non ebbe voce in capitolo e ben presto cominciò una partita davvero strana, una partita che di partita aveva poco, almeno da parte di Coby.
- Questo gioco mi piace troppo... infilare le palle in buca è qualcosa di fottutamente eccitante, non trovi? - Chiese a Jerry il quale gemette, quasi, prima di rispondere uno sforzatissimo:
- Dici? - Coby sogghignò in un modo che Jerry definiva sempre erotico.
- Guarda che tocca a te, è una buca difficile questa, fa così... - Così dicendo prese la mano sinistra di Jerry, gliela mise sul tavolo da biliardo come appoggio per la punta della stecca, dopo di che gli prese quest'ultima dalla fine e praticamente steso su di lui, chino e appoggiato sulla sua schiena come se lo stesse per possedere da dietro, con Jerry che moriva trattenendo il fiato, tirò al suo posto usandolo come mezzo.
Jerry non capì niente ma la palla si insaccò in buca, non se ne accorse nemmeno visto che era rimasto al suo bacino premuto contro il proprio fondoschiena. Aveva sentito chiaramente il suo rigonfiamento, Coby era eccitato quanto lui. Non sarebbe andato lontano.
- Se usi la sponda nel modo giusto ti puoi prendere tutti i fottuti buchi che vuoi. - Mormorò con la sua voce bassa e roca che arrapava tanto Jerry. Jerry che ormai tratteneva il fiato.
La bocca sull'orecchio. Lo stava seducendo e ci riusciva molto bene.
Aveva una voglia matta di lui e non se lo spiegava. Era anche da molto che non si toccavano. A volte si chiedeva come erano arrivati a quello. Non lo capiva. Come non capiva cosa doveva fare con lui, sembrava sbagliasse sempre tutto.
Quando Coby si alzò Jerry rimase un attimo piegato sul tavolo, trovata la forza per tirarsi su, sperando non si notasse l'erezione che comunque fu evidente lo stesso, non poté che morire ancora nel vedere che Coby ora si stava strofinando la stecca proprio fra le gambe come fosse un palo da lap dance e lui fosse un cane in calore. Su e giù sul suo inguine gonfio, gemeva simile ad un porno divo in una scena hot e si leccava le labbra.
- Oh andiamo, ma devi per forza? - Alla a Jerry fine scappò la sparata e si rese conto un secondo troppo tardi di aver sbagliato.
- Ti dà fastidio? - Chiese candido Coby sapendo perfettamente che era così.
- Fottiti! - Jerry non ce la faceva più e imprecando a denti stretti tornò su in camera sbattendo la porta.
A quel punto forse solo una litigata storica poteva risolvere qualcosa. Sempre ammesso che qualcosa da risolvere ci fosse.
- Perchè fai così? - Chiese Tobin esasperato. Coby lo guardò tornando 'normale' e lasciando andare la stecca.
- Perchè se lo merita! - Dopo di questo salì anche lui infilandosi in bagno per una doccia.
Non sarebbe finita tanto presto, aveva appena cominciato.
Di cose ne aveva in mente molte. L'avrebbe pagata cara.