CAPITOLO XXI:
TUTTO
A POSTO
-
Per me avremmo dovuto controllare... - Borbottò Chester risalendo a
casa, ormai avevano detto che sarebbero stati fuori tutta la notte,
tanto valeva approfittarne.
Mike
chiuse a chiave lasciando il chiavistello in modo che nessuno potesse
entrare nemmeno con le chiavi di casa.
-
Chez, avranno sicuramente fatto pace, non puoi andare a rompergli le
palle per sapere se sono vivi... - Chester mise il broncio.
-
Per me sono morti, si sono uccisi e tanti saluti! - Mike scosse il
capo lasciandolo perdere, si diresse subito verso la camera mentre
ancora brontolava su Coby e Jerry.
Quando
Chester si rese conto che Mike non era più lì ma che anzi era in
camera, si fiondò da lui e vedendolo in pigiama a letto sbottò
sconvolto:
-
Che cazzo fai? - Mike si voltò dall'altra parte chiudendo la luce.
-
Visto che tu preferisci parlare di Coby e Jerry io dormo che ho
sonno! - Chester fece il suo sorriso da maledetto e divertito cambiò
completamente 'tono'.
Si
tolse subito i vestiti come se nemmeno ne avesse e veloce come il
vento si buttò letteralmente sul letto che per poco non si ruppe.
Planò su Mike che gridò di dolore.
-
Cazzo Chez! Va bene che sei leggero ma se fai la bomba umana mi
uccidi! - Il compagno però ignorò le sue lamentele ed infilatosi
svelto sotto il piumino, rimanendo su di lui, andò in fondo anche
col viso immergendosi completamente.
Mike
ridacchiò subito scuotendo ancora il capo, se l'aspettava, l'aveva
fatto apposta.
Si
ritrovò girato sulla schiena e senza pigiama nel giro di un istante
e quando la sua bocca raggiunse l'erezione, Mike si accomodò con le
mani sotto la nuca, sul cuscino, con l'aria più beata del mondo.
Fortuna
che non cambiava mai.
Mentre
pompava sul suo membro ormai eccitato, gli venne in mente la serata e
ripensandoci si soffermò naturalmente a quando lui e Coby avevano
pomiciato.
-
Alla fine ha funzionato... - Aveva dell'incredibile, visto il piano
che era, ma contavano i risultati, ormai.
Chester
non disse nulla, continuò ad occuparsi del suo inguine con sempre
più foga.
Mike
sospirava mentre la mente gli trasmetteva nozioni ed immagini sulla
serata, incapace di spegnersi di botto. Il suo grande difetto:
pensava sempre. Troppo.
-
E poi... ah... alla fine... ma insomma... oh sì, così... l'avete
fatto o no? Cosa avete fatto di preciso... oh Chez, succhia ancora...
- Al che uno poteva avere problemi a fare entrambe le cose, succhiare
e parlare insieme era tecnicamente impossibile.
Chester
decise di continuare ignorando la domanda ma Mike, che voleva
assolutamente sapere se aveva fatto sesso con Coby, abbassò il
piumino e lo scoprì. Chester alzò gli occhi ma non la testa e
rallentò il movimento.
-
L'hai scopato o no? - Chester, capendo che voleva saperlo davvero, si
alzò e con voce stralunata rispose non credendo che lo interrompesse
per quello.
-
Ma è il momento? - Chiese seccato.
Mike
si alzò sui gomiti per guardarlo meglio.
-
Certo! Devo sapere se sto per scopare con uno che ha già scopato con
un altro stasera... - Chester si fermò provando a seguire un
ragionamento improvviso.
-
No scusa... se l'ho fatto che fai... aspetti domani mattina per
scoparmi? - Era una barzelletta ma Mike evidentemente non scherzava.
O almeno così sembrava.
-
Ma certo! Insomma, se l'hai già fatto con lui io non voglio essere
il secondo di oggi. Aspetto domani così sarò il primo di domani...
e poi mi disturba che l'hai fatto del tutto, ero convinto che vi
limitaste a dei pompini! Ma l'hai scopato allora! - Mike sembrava
serio e concitato tanto che Chester lasciò perdere la sua erezione e
si stese accanto, di lato, col gomito piegato e la testa sulla mano.
L'aria battagliera e seccata. Molto seccata.
-
Che cazzo dici Mike? Lo sapevi! Era che io e lui scopassimo, cosa
pensavi? Mi hai detto di sì! Ti ho chiesto il permesso... insomma,
era una specie di gioco di ruolo, teatro, mettila come cazzo vuoi!
Niente di vero! - Mike si girò sul fianco, verso il compagno, e si
coprì, quindi comodo lo fissò con un piccolo broncio delizioso.
-
Sì ma pensavo che poi ti fermassi ad un certo punto... - La voce
lamentosa.
-
Mi hai messo alla prova? Volevi vedere se avendo l'occasione perfetta
l'avrei fatto? Se ne avrei approfittato? -
Chester
ora era indeciso sulla linea da prendere ma sembrava vagamente
divertito e Mike non era certo di come dovesse sentirsi, dentro di sé
era deluso all'idea che poi ne avesse approfittato, ma d'altra parte
gli aveva detto di sì, non poteva recriminare davvero niente.
Chester
capì subito i suoi pensieri, per lui Mike era un libro aperto e
sorridendo divertito finì nel tenero quando gli carezzò il viso e
gli pizzicò la guancia.
-
Sei proprio scemo! Lo sapevo bene che non volevi davvero... quindi
non l'ho fatto, abbiamo fatto in modo di farci solo pompini a
vicenda, Jerry è arrivato in tempo! - Appena lo disse, Mike sospirò
immediatamente come se gli avessero staccato una spina, Chester rise
e attirò il viso contro il proprio collo, la mano dietro la nuca fra
i capelli corti ad accarezzargliela.
-
Sei un idiota! Se non ti conoscessi ora saresti in lacrime! Potevo
farlo davvero, lo sai? Mi avevi dato il permesso, io scopo senza
usare il cuore, non ho problemi a farlo! - Lo faceva con Talinda ogni
tanto, per passare il tempo o per vendicarsi di qualcosa che faceva
Mike.
Lo
cinse a sua volta infilando la mano sul suo fianco e risalì sulla
schiena, sulla nuca come lui. Lo tenne a sé allo stesso modo e con
una serenità interiore che poteva provare ogni volta solo con lui,
rispose sulla sua pelle sensibile.
-
Ti amo troppo, se non ci fossi chissà che fine avrei fatto! - Ed era
buffo che lo dicesse lui. Chester ridacchiò.
-
Che dici! Sono io che sono stato salvato da te! - Mike si separò per
guardarlo in viso da quella vicinanza ristretta.
-
Anche tu hai salvato me. Da una vita piena di menzogne, finte ed
ipocrisie. Avrei vissuto la favola più falsa del mondo se non
saresti entrato nella mia vita. - Chester pensò alla loro storia e a
quello che avevano fatto l'uno per l'altro e sorrise soddisfatto
baciandogli dolcemente le labbra.
-
Ci siamo salvati a vicenda! - Era davvero un gran pensiero.
Mike
sorrise luminoso come sapeva fare e intrecciò le gambe alle sue,
sotto le coperte.
-
Ti amo. - Concluse Chester accomodandosi per dormire, era completo,
non aveva bisogno di niente altro. Mike si accoccolò contro di lui e
chiudendo gli occhi vide la luce come sempre quando era fra le sue
braccia.
Una
tale gioia a cui molti arrivavano solo dopo molto tempo. E forse non
la raggiungevano nemmeno a quei livelli.
Il
mattino successivo furono buttati giù malamente dal letto dal
campanello.
Chester
miagolò e si voltò dall'altra parte in un chiaro messaggio.
Mike
sbuffò.
-
Giuro che se è Coby lo ammazzo! - Brontolò di pessimo umore per il
risveglio poco dolce.
Quando
aprì si spompò subito vedendo il viso mortificato di Jerry.
Mike
capì che si sentiva in colpa ma si toccò subito la guancia
ricordandosi del pugno.
-
Tutto a posto, quando siete saliti mi hanno messo una bistecca fredda
e non si vede nulla, non mi fa male... - Era solo un pochino gonfio.
Jerry non sembrava sollevato.
-
Posso entrare? - Chiese piano. Mike si riscosse e si fece da parte.
-
Vuoi un caffé? - Jerry annuì, aveva proprio la coda fra le gambe.
-
Scusa per l'ora ma non potevo aspettare. Appena mi sono svegliato
avevo questa fissa... dovevo vederti subito... - Mike riuscì a fare
un caffé senza fare danni e quando furono seduti al tavolo della
cucina con le tazze fumanti davanti, Mike sorrise incoraggiante
decidendo di cominciare per primo.
-
Hai risolto con Coby? - Jerry annuì, guardava il liquido scuro come
fosse una sfera di cristallo e gli dicesse cosa dire.
-
Ci siamo parlati, chiariti e rimessi insieme. Non sarà facile ma è
diverso, ora. Perchè ha trovato le sue risposte, il suo equilibrio,
ora sta bene... - Esitò ed alzò infine lo sguardo su Mike. - Volevo
scusarmi... per il pugno, le grida e per averti lasciato solo con
Coby sulla ringhiera per causa mia... io lo conosco, sapevo che
avrebbe reagito male se l'avessi lasciato, ma ero sicuro che era in
buone mani, io non vedevo una soluzione migliore di quella, non
sapevo proprio più come fare. Non ci capivamo, non eravamo capaci di
stare insieme, qualunque cosa facessi non gli andava bene ed io mi
lamentavo sempre perchè mi aveva detto di non trattenermi. Però ho
visto che nel farlo lui si aizzava o scappava da me... insomma... ero
arrivato ad un punto d'esaurimento assurdo. Ed ho pensato che... - La
voce gli morì in gola e sospirò, quindi Mike con un colpo di spugna
pulì ogni cosa con la sua solita calma.
-
Ehi, non hai idea di cosa ho passato io con Chester. Di quanti sbagli
ho fatto con lui, quante volte l'ho lasciato convinto che fosse
meglio per tutti e poi sono tornato perchè non gli resistevo
lontano. E'... è questo che volevo evitassi. Che tu facessi i miei
sbagli, ma uno alla fine li deve fare per capire. Ora lui sta bene,
non importa come è successo. Potete provare a costruire qualcosa
insieme. Il segreto è provarci sempre e non mollare mai davvero. Le
pause servono, quello che conta è tornare. E sono sicuro che voi
tornerete. Io con Chester sono passato per tutte queste fasi e ti
assicuro che alla fine ne vale la pena! - Jerry si sentì rincuorato
da quel discorso e come se gli avessero tolto dieci anni di vita
riuscì a sorridere grato, non era da lui abbracciare o fare cose
simili ma in quel momento vide Mike con una luce intorno, un aura in
testa e le ali. Se aveva passato tutto questo con Chester ed era
arrivato al punto in cui era, sicuramente era un santo!
Decise
che sarebbe diventato il suo punto di riferimento e per un momento si
preoccupò pensando che Coby potesse prendere Chester come il
proprio.
-
Grazie... - Preferì non pensarci e concludere tutto così. Mike però
era per i contatti, quindi si alzò e l'abbracciò per mettere tutto
via definitivamente. Jerry si trovò bene in quelle braccia sicure e
serene e lo invidiò sperando vivamente di arrivare, un giorno, al
loro stesso livello.
Ecco
che riusciva a capire Coby.
Lentamente,
passo dopo passo, le sue uscite e le sue stranezze erano sempre più
chiare e comprensibili. Lentamente.
La
porta d'ingresso sbatté violentemente, non servì affacciarsi a
vedere chi era. Solo uno entrava in quel modo.
-
Coby... - Dissero insieme i due sciogliendosi e guardandosi complici.
Il
ragazzone si affacciò e quando li vide sereni, rilassati e senza
sangue o botte respirò dopo aver trattenuto il fiato.
-
Cazzo mi sveglio e non c'è! Allora faccio tutto il giro della casa e
non c'è fottuta traccia di lui! Mi ha fatto prendere un colpo, porca
puttana! Poi dopo un'ora di ricerche vedo il biglietto in cucina.
'Vado da Mike!' al che ho detto 'per ammazzarlo!' Sono uscito subito!
- I due lo guardarono scettici.
-
Potevi vestirti! - Disse piano Jerry senza scomporsi. Mike rise.
Coby
era in pigiama.
Si
guardò ed alzò le spalle.
-
Non avevo tempo per vestirmi! - i due scossero il capo abituati.
-
Pensavo ti fossi chiarito le idee... - Commentò Mike sferzante. Coby
non se la prese.
-
Che idee dovevo chiarirmi? -
Mike
si stiracchiò e sbadigliò:
-
Che per uscire di casa ci si veste... Qual è il giorno e quale la
notte... che il pigiama non è un abito normale... che la gente non
va svegliata all'alba... che anche se hai le chiavi di casa di
qualcun altro questo non ti dà il diritto di entrare come ti pare...
che... -
-
Tutte queste cose devo ricordare? - I due ragazzi risero alla sua
spontaneità.
-
E sono poche rispetto a quelle che dovresti ricordare... - Coby
sbuffò e scacciò le mosche invisibili.
-
Mi sa che è meglio tornare pazzo, almeno mi lasciavate fare quello
che volevo! - Jerry intrecciò le braccia al petto e stizzito disse:
-
Tu non eri pazzo, non lo sei mai stato! Avevi un paio di esaurimenti
ed una mente disorganizzata e confusa, ma non eri pazzo! Sei solo una
persona eccentrica! Quindi smettila di dire queste cose! - Coby e
Mike stupiti della sua precisazione sorrisero capendo che era una
difesa per il suo compagno e mentre Mike si voltava a fare dell'altro
caffè, Coby se lo stritolò con forza togliendogli il fiato ed i
polmoni!
-
Ti amo anche io! Non so cosa farei senza di te! Sei dolcissimo! - E
lo era ma Jerry divenne così rosso che non sarebbe più riuscito a
tornare normale!
Mike,
vedendo Jerry in seria difficoltà e più di là che di qua, decise
di aiutarlo e battendo le mani come si faceva coi figli, disse
allegro:
-
Andiamo a svegliare Chez! - Non poteva dire niente di meglio per
distrarlo, senza farselo ripetere si staccò subito da Jerry per
correre fuori dalla cucina.
Jerry
tornò a respirare e Mike, ridendo, lo seguì.
Sulla
porta però gli prese il braccio e con aria tragicomica disse:
-
Grazie, amico... penso di amarti... - Scherzava ma dietro al gioco
c'era la verità nel ringraziarlo e nel ritenerlo un grande amico.
Mike
si illuminò a circondandogli il collo col braccio come faceva,
appunto, coi suoi amici, lo condusse in camera ad assistere allo
spettacolo di lotta greco romana nel letto.
Coby,
planato su Chez, stava cercando di soffocarlo abbracciandogli il
collo con le gambe. Chester, dopo il risveglio traumatico, poiché
era magro, agile e abituato a quelle cose sgusciò per mordergli
forte le chiappe, tirò e girò la presa.
L'urlo
di Coby fu da primato ma poi si perse nella tosse e nei lamenti che
fecero rimanere tutti straniti. Non erano lamenti da dolore per il
morso, erano lamenti da dolore per la gola, Jerry li riconosceva
subito le sue urla, le distingueva facilmente.
Solo
lui non si era mai reso conto di quanto conoscesse bene Coby.
-
Si può sapere cos'hai nella gola? Hai una tosse sospetta in questo
periodo e quando urli in un certo modo finisce sempre così! Per non
dire che certe cose quando canti proprio non arrivi a farle! Che
diavolo hai? - Jerry, capendo che aveva qualcosa che non andava, si
intromise subito e prendendolo per il colletto del pigiama lo
strattonò con una forza insospettabile strappandolo da Chester che
rimase senza parole alla scena.
Mike
si avvicinò incerto.
Coby
lo guardò con i suoi grandi occhi colpevoli.
-
Nella gola... cosa vuoi che abbia? - Jerry gli prese il collo.
-
Giuro che se non ti fai controllare ti do una botta in testa e ti ci
porto a peso! - La cattiveria e la sicurezza che usò non l'aveva mai
tirata fuori ed i tre lo guardarono senza parole, poi Coby pianse
commosso e l'abbracciò attirandolo a sé fino a farlo cadere sul
letto.
-
Amore, quanto mi ami! Ora voglio scoparti! - Collegamenti a lui
logici.
Chester
e Mike alla fine risero e Chester imitò Coby aggrappandosi al collo
di Mike per tirarlo giù.
I
quattro, stesi nel letto, continuarono a ridere, scherzare e lottare
mettendo da parte quel piccolo problema di gola di Coby che in un
futuro poco lontano l'avrebbero portato ad operarsi alle corde vocali
per dei noduli.
Per
il momento quello che contava era essere lì insieme e scacciare ogni
preoccupazione.
Ogni
ostacolo l'avrebbero affrontato insieme, per questo non li
impensieriva davvero.
Chester
e Mike erano un po' i loro esempi ma la tranquillità e la sicurezza
che sarebbero arrivati anche loro a quel livello, gli faceva
affrontare tutto con un'altra ottica. Con serenità. Rilassati.
Ovvio,
nei limiti del possibile visto che avevano a che fare con Coby!
Le
risa proseguirono per tutta la mattina e Jerry si sentì male perchè
non si era mai divertito tanto in vita sua.
Un
nuovo capitolo poteva iniziare ed in linea col suo compagno, si
tagliò i capelli per voltare pagina insieme a lui.
Ecco
la convinzione che tutto sarebbe andato bene, in un modo o
nell'altro.
I
cambiamenti. Spesso se ne aveva paura. Ma spesso erano una vera
benedizione.
Bisogna
amare i cambiamenti, sperarli, cercarli, incoraggiarli. Perchè sono
i cambiamenti a permettere la vera felicità. E non lo sapremo mai
finchè non l'avremo raggiunta, perchè bisognava cambiare. Lasciare
il certo per l'incertezza. Andare nell'incognita. Perchè? Perchè lo
scopriremo fra un tempo indefinito, ma prima o poi le risposte le
avremo. Ed allora, solo allora, capiremo perchè va bene percorrere
quella strada e cadere tante volte.
I
cambiamenti sono il bene.
Prendiamocene
cura.
FINE