*Alla  fine ho deciso di dividere la fic in 3 e non in 2, perciò ci sarà ancora una parte. Qua troverete un altro flashback e dei riferimenti/citazioni di altre loro canzoni: Final Masquerade, I'll be gone e un pezzo di Castle of glass (più un verso di Burn it down). Spero che la mia visione di come Papercut sia diventata la LORO canzone, vi piaccia. Buona lettura. Baci Akane*

2. PUNTO DI SCONTRO-INCONTRO


bennodabennoda

Sicuramente mi sta scrivendo una canzone, arriverà con un bel testo convinto che basti questo a mettere una pezza. Perché è così che fa, non è capace di dirmelo a voce, per cui fa canzoni.
Non è tanto normale.
Però questa volta non gli darà così bene, non sarà come quando mi ha dato Breaking the habit che mi ha sciolto in lacrime. O con Papercut. Con Papercut era all’inizio, ancora. Non stavamo insieme da tanto, ma ad un certo punto è cambiato, è diventato paranoico e così ho fatto uno dei miei soliti casini fino a lasciarlo.
Poi è arrivato con quel testo ed io, coglione, gli sono saltato addosso perdonandolo. Come sempre.
Questa volta no, deve capire che deve smettere di fare sempre di testa sua. Così come si ingegna per la sua famiglia, può ingegnarsi anche per me, per una volta, se gli chiedo una cosa.
Come fa a vivere la nostra relazione così? Voglio dire, so che mi ama, ma come fa a vivere così? Sempre attento a tutto in ogni secondo, cercando di fare contenti tutti, anche me!
Alla fine scoppierà ed io non voglio che succeda, non posso.

I giorni passano ed io sono sempre più intrattabile, con Talinda non ci ho fatto molto altro, un paio di volte, però non è questa la cura, non è così che mi sento davvero meglio.
Mi brucia che Mike non torni, mi brucia che non mi scriva, che non mi cerchi ed anche se sono qua a dire ‘quando verrà non gli andrà bene come le altre volte’, mi brucia lo stesso.

**

- Non deve per forza andare così, Chester. - La sua voce risuona nella mia testa, penso che potrebbero passare anni ed io ricorderò sempre questa conversazione.
- Così come? - Chiedo sostenuto con una bottiglia in mano e la sigaretta nell’altra. So che odia quando fumo e bevo, è peggio se mi faccio di qualcosa davanti a lui. Non dovrei, ho un sacco di problemi di salute per l’ernia iatale, però proprio per quella non posso farne a meno. Questa merda mi aiuta a sentire meno male e poi c’è Mike, come lo sopporto se ci siamo lasciati e dobbiamo vederci lo stesso perché siamo in pieno tour?
Passo il tempo con tutte le altre band del tour, loro non hanno la minima fottuta idea di che cazzo faccio in realtà, non gliene fotte, non gliene fotte proprio.
- Con tu che ti distruggi, noi che ci lasciamo davvero... possiamo ancora farla funzionare... - Così rido amaro e con il veleno negli occhi e nella lingua, rispondo:
- Sei tu che mi distruggi, quando mi dici quello che non pensi, quando non mi dici quello che pensi! - non credo abbia molto senso, mi fermo e impreco bevendo ancora, lui sospira e cerca di essere paziente, ma è una pazienza finta, è una posa, è falso anche in questo. La sua pazienza con me è l’ennesima maschera che indossa con tutti. - Tu continui ad indossare maschere anche con me, fingi ogni volta. Fingi tutto e con tutti, perché non dovresti fingere anche con me? Pensi che io sia un caso disperato, che io abbia sempre torto ogni volta che dico qualcosa! Che comunque hai sempre ragione tu e magari non hai nemmeno tempo per spiegarmelo! - Sputo veleno perché mi fa stare troppo male, tutte le volte che lo devo vedere è una fottita tortura.
- Ma come fai a dirlo? Tu vorresti che noi vivessimo tutto alla luce del sole, che io non nascondessi la nostra relazione, ma come puoi chiedermelo? -
- Una volta lo facevamo, era tutto più facile! -
- Sì, i primi mesi, Chester! Poi le cose si sono complicate, la mia famiglia è... beh, lo sai, tradizionalista! Noi abbiamo un clan, non mamma, papà e fratello! -
Sospiro insofferente, sbuffo il fumo come se fosse un cannone ed in effetti mi farebbe bene. Vorrei spararmi in vena una dose pesante, finirebbe tutto. Guardarlo, avere questa discussione con lui è una tortura, preferirei non vederlo più per sempre, sarebbe più facile.
- Stavamo insieme bene, Mike. Era tutto più fottutamente facile, c’è stato il momento in cui lo era. Eravamo fottutamente felici, fottutamente spensierati, era tutto fottutamente bello e luminoso, cazzo. Ma adesso è diverso, non sarà più così, aspettiamo qualcosa che non tornerà più, non sarà più. - Silenzio, i suoi occhi si riempiono di lacrime, non fare così. Non hai mai pianto, non hai mai mostrato emozioni, hai sempre lasciato fare a me le scenate ed ora sono io il cattivo che ti fa piangere? E quando te ne sei andato mesi fa? Quando ero io distrutto a piangere che solo l’alcool mi ha calmato fino a farmi crollare addormentato?
- Abbiamo detto che in un modo o nell’altro ci saremmo stati per sempre... - Me lo ricorda quando gli fa comodo.
- Ma tu vuoi che io mantenga il segreto di stato, io voglio rivelarlo. Stiamo andando in due direzioni completamente opposte. - Come fa a non vederlo, come fa a non capirlo? Lo sa, cazzo, solo che non vuole ammetterlo.
Sospiro, lo guardo straziato mentre piange ed io stringo la bottiglia finita, la sigaretta spenta nel portacenere. Un ultimo sguardo, ci fissiamo alla fine di questa mascherata che è stata la nostra relazione. Entrambi sappiamo che è fottutamente finita, lo sappiamo anche se lui è qua e mi guarda aspettando qualcosa che non tornerà più, quel che avevamo, quando era ancora bello e spensierato. Come se potesse essere ancora così, come se crescendo le cose che ci complicano la vita non ce la rovinino definitivamente.
- La nostra relazione ormai è come un castello di vetro, delicatissima, fragile. Ed io sono una crepa in quel castello. Nemmeno te ne accorgi che c’è, non la vedi, non la noti. È così che mi sento nella nostra relazione. Decidi tutto tu, stabilisci tutto tu, io non ho voce in capitolo, io sono un disastro, sono una merda ambulante, mi distruggo e tu vai avanti, rimedi, copri, inventi. Fai tutto tu. Io eseguo. Tu sei il re, io il soldato. Bacio il nostro anello, chino il capo, ti giuro fedeltà. No, Mike. Non è così che voglio continuare a sentirmi. -
Mike ormai piange, capisce che è quella definitiva, che non tornerò indietro, che non succederà. Perché se lui non cambia qualcosa allora non potremo continuare a stare così.
Inghiotto a vuoto, vorrei abbracciarlo perché odio vederlo così. È la prima volta che piange e mi implora ed io lo lascio lo stesso, non piangerà più, probabilmente.
Ma non posso restare.
Me ne devo andare, me ne andrò, non ho scelta.
Andrò via, mi rimetterò in piedi, mi curerò lo stomaco, mi disintossicherò, farò tutto quello che devo fare, starò bene, tornerò ad essere una persona, ma non lo posso vedere più. Non posso.
Questa notte è agli sgoccioli, le stelle scemano mentre brillano un’ultima volta prima di lasciare il posto all’alba.
Sto provando a non pensare a cosa sto lasciando, ma ora basta, è tempo di smetterla di ingannarsi, di fingere. È ora di fargli sapere come mi sento, è ora di chiudere.
È come sul palco quando il concerto finisce, dopo i saluti, dopo tutto quel che si fa alla fine di un concerto. Le luci si spengono, la magia finisce, la favola cessa e noi torniamo alla realtà, apriamo gli occhi e siamo in un mondo di merda, persone di merda, tristi, depresse, piene di difetti, di problemi, di debolezze. Non degli Dei. Dei re, degli idoli. Siamo nessuno, qua.
- Me ne andrò. - Dalla finestra la luce del sole comincia a spuntare sotto i nostri occhi, il sole sorge, domani un altro sorgerà ed un altro ancora, il giorno dopo, sorgerà. I giorni finiscono e rinascono. Noi soffriamo, ma torneremo a stare bene.
È ora di andare avanti.
Lui trattiene il fiato, è come se non riuscisse a respirare, come se ora in questa stanza l’aria diventasse veleno, è distrutto perché non faccio il matto, non sono ubriaco o fatto. Sono me stesso e non grido, non piango. Sono in piedi, i pugni stretti, la bottiglia vuota in mano.
- Sarà dura, sarà un lungo inverno di merda. Però ne usciremo. Il nostro sole tramonta oggi, domani sorgerà uno nuovo. -
- Ti prego, no... - Mormora piangendo tendendo la mano verso di me, guardo il suo palmo aperto tremante, non è mai stato in queste condizioni, tremo anche io dentro di me, ma non mi muovo da qua.
- Devi lasciarmi andare, Mike. Sai che siamo tossici uno per l’altro. Tu hai il tuo modo di vedere le cose, hai la tua ragione. Io sono stufo di essere trasparente. Ci abbiamo provato tante volte, ma non siamo capaci di stare insieme. Non possiamo. Per questo me ne andrò. Dì agli altri che non riesco più a controllarmi e che mi sento solo qua dentro, contro tutto e tutti, e che non posso continuare così. Niente può fermarmi. Ci hai provato e non ci sei riuscito. Digli questo ai ragazzi. Tanto fotterà solo a te. Troverete un altro bravo cantante, io me ne chiamo fuori. -
Con questo mi giro, stringo gli occhi, prendo un respiro profondo e me ne vado.
Vaffanculo, quanto è dura.
Appena fuori getto la bottiglia contro un albero che si infrange ed è questo il nostro castello di vetro che va in pezzi, io sono una di quelle schegge trasparenti che sono schizzate via.
È finita, lo so, ora posso piangere anche io, ma è incredibile che sento come di poter tornare indietro. Ancora, nonostante tutto.
Ancora qua a pensare che nonostante questa mascherata che è stata la nostra relazione finita, aspetto di aggiustarla ancora una volta.
Penso che dopotutto aspetterò per sempre, perché succede così quando sai che lui è la persona giusta.
Ma a volte le cose finiscono e basta.

**

Domani è il mio compleanno e lui non è ancora comparso con una canzone, davvero lascerà a me il compito di farmi vivo questa volta?
Davvero?
Questo è il compleanno che mi farà passare?
Passo la giornata peggiore della mia vita, quando finalmente arriva un cenno di vita da parte dello stronzo. Quando mi vibra il telefono mi viene un colpo, lo prendo subito e stupido io a vivere in attesa di un suo segno.
Quando leggo il suo nome nel messaggio trattengo il fiato. Prima di aprirlo mi sento idiota, sono qua col cuore che batte, felice che alla fine si sia fatto vivo e terrorizzato che possa chiudere in qualche modo, che si possa tornare indietro nel tempo ai tempi in cui tutto andava bene e male insieme e ci prendevamo e lasciamo con la facilità di un preservativo.
Mordendomi il labbro, leggo ‘puoi uscire?’
Per un momento sbianco, guardo subito Talinda ed i figli sparsi per casa, ognuno perso per i cazzi suoi, nessuno penserà che stasera si farà qualcosa, è domani il grande giorno.
Perciò non so cosa pensare, per un momento penso al disastro più apocalittico, da lui ti puoi aspettare di tutto. Poi però penso che è Mike, mi ama troppo per piantarmi oggi, però devo ricordarmi di rifiutarlo per amor proprio. Non avrà quello che vuole tanto facilmente. No no signori!
Dico a Talinda che esco un attimo, lei mi chiede a fare cosa ma io non rispondo. Volo fuori e lo raggiungo, è in macchina, salgo e mentre apro la portiera penso ‘ok, adesso con fermezza gli dico che è uno stronzo e che mi deve leccare i piedi se vuole fare pace con me ora’.
Però apro la porta, entro e mi assale subito una musica forte familiare. Mi blocco subito, spalanco gli occhi e fisso lo stereo dell’auto prima di lui. Non respiro nemmeno.
Papercut parte con la sua solita potenza, ogni parola è sempre incisa nella mia mente, ma sentirla ora è strano perché ho pensato a lei tutti i giorni. Questa maledetta canzone.
E così lui pensa che basti questo? Nemmeno si è sprecato a farmene una nuova?
No?
Mike non dice nulla, mi guarda serio, ha uno strano luccichio negli occhi, non capisco se cerchi di farsi perdonare, se speri che mi basti o se aspetta uno scoppio, ma la fa andare tutta ed io non lo interrompo.
Poi finisce, chiude la musica e finalmente parla con il suo solito gesticolare, le sue belle mani bianche da artista, il nostro anello addosso. Eh, sa come prendermi per la gola, ma non voglio, non cederò. Non posso.
- Ho pensato per giorni di avere ragione. Poi ho pensato che in realtà anche tu avevi ragione, come sempre. E quando ero lì a capire come fare per fare pace ho pensato cazzo, ma ci siamo già passati per questo punto. Mille volte ed ogni volta era sempre così. Sempre identica. Di base c’è la mia paranoia, le mie paure, i miei segreti, il mio nascondere tutto, metterti in croce. Ed ho ascoltato Papercut all’infinito per bloccarmi e fermarmi. - Questi suoi logorroici discorsi. Eppure l’ascolterei all’infinito.
Mi perdo nei suoi occhi neri dal taglio un po’ a mandorla, lui più bello che mai, la barba di qualche giorno, una bocca ben disegnata che non nasconde tanto bene, i capelli ancora lunghi che gli incorniciano il viso.
Brutto imbecille, come osi essere bello?
- E così ho deciso di venire e fartela sentire e chiederti solo una cosa. Ogni volta che torno su quella strada ti prego, fammi ascoltare questa canzone. Tu falla partire, ed io saprò che mi devo fermare. Niente discussioni, niente croci e paranoie. - Silenzio. Non ti andrà così bene, non ti andrà così bene questa volta. No no no!
Si morde il labbro in difficoltà e mi mostra la sua paura, la sua ansia che io lo rifiuti, che quello che ha detto non sia sufficiente.
- Non so cosa mi abbia fatto esplodere inizialmente, ma so che non posso stare fermo Tutti agiscono come fosse la realtà delle cose Io non posso indicare cosa tu puoi fare ma Tutti hanno una maschera che trattengono dentro Una maschera che si sveglia quando chiudono i loro occhi Una maschera che controlla quando mentono Una maschera che ride ogni volta che cadono (e osserva ogni cosa) Così sai che quando è tempo di colare a picco o di galleggiare Quella maschera dentro ti sta osservando Esattamente sotto la tua pelle. -  Cita un pezzo davvero specifico di Papercut così come l’ha scritto e poi inciso. Mi fa rabbrividire sentirlo così, non cantato, solo citato. È strano, gli occhi bruciano, sto ancora zitto, non respiro, non mi muovo.
- So che non lo merito, ma puoi perdonarmi ancora una volta? -
E proprio mentre io sono in loop col ‘no no no’, lo abbraccio di slancio e gli prendo il viso fra le mani e lo bacio.
Ma no no no cosa?
Quanto sono idiota, cazzo!
- Certo che ti perdono, ti perdonerò sempre! Però tu ogni tanto lasciati andare, solo ogni tanto. Ti prego... - Lui si rilassa immediatamente mentre lo stringo e nasconde il viso contro il mio collo, penso che abbia un cedimento. Sai quando rimani in piedi e non sai come ci riesci e poi arrivi al risultato tanto agognato e fanculo, molli e crolli.
Lo capisco mentre lo sento respirare contro la mia pelle, perché mi basta questo per capire il suo stato d’animo.
Razza di scemo.
Annuisce e mormora ‘lo prometto’, anche se so che sarà difficilissimo per lui.
Insomma, ora è qua, non mi ha dato appuntamento in un posto super segreto e super sicuro. Gli prendo il viso fra le mani e lui mi guarda, non fa cenno di fermarmi, così capisco che sta cominciando già ora ed io non voglio di certo rovinare tutto questo suo sforzo.
Così lo bacio anche se siamo in macchina per strada, davanti a casa mia. Insomma, non c’è nessuno, è sera, non si vede niente, però potrebbe succedere comunque. Ed ora eccolo qua.
La sua bocca che non mi respinge, un bacio teso che poi diventa via via sempre più rilassato.
Va bene, allora. Lo conosco, so che non sarà facile, ma a costo di mandare Papercut a ripetizione, la faremo funzionare ancora una volta. Perché non sarà mai abbastanza, in realtà. Mai.
- Pensavo di passare questa notte con te in giro. Ho pensato ad un itinerario per festeggiare il tuo compleanno in privato. Non possiamo fare domani, lo sai, però ho trovato questo compromesso. - Dice quasi vergognandosi del fatto che non può accontentarmi davvero. Io rimango sorpreso mentre lo dice, non mi aspettavo una cosa simile. Addirittura un itinerario per tutta la notte?
- Davvero? E Anna? - Lui alza le spalle.
- Ho trovato una scusa, non è impossibile. - certo che non lo è, basta volerlo! Per questo mi arrabbio quando dice che non si può per colpa sua!
Sorrido ed annuisco diventando quella persona felice ed esuberante che lo fa sempre morire dal ridere. Perché sono sempre dipendente della sua risata.
- Allora sono tutto tuo, baby! Fammi impazzire per una notte! - ed improvvisamente mi sembra che questo sia il più bel regalo di compleanno mai ricevuto. Lui dopo un sacco di giorni di astinenza. E Papercut, come se fosse nuova.
La nostra canzone, ecco cosa sarà da ora. Lui ride e parte così come siamo, senza farmi salutare in casa, come se dovesse rapirmi.
E andrebbe bene comunque. Sarebbe perfetto anche così. Sempre, purché con lui!


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“Mi distruggi con parole che non vorresti dire E improvvisamente il domani è un momento spazzato via Perché io non ho una ragione e tu non hai il tempo Ma entrambi continuiamo ad aspettare qualcosa che non troveremo La luce all’orizzonte ieri era più luminosa Con ombre che le sovrastano le cicatrici iniziano a scomparire Abbiamo detto che sarebbe stato per sempre ma poi è scivolato via Siamo alla fine dell'ultimo ballo in maschera Tutto quello che ho sempre voluto
i segreti che mantieni Tutto quello che hai sempre voluto la verità che non potevo rivelare Perché non considero il perdono e tu non consideri il crimine Ma entrambi continuiamo ad aspettare quello che abbiamo abbandonato”
/Final Masquerade - Linkin Park/

“Come olio splendente questa notte è agli sgoccioli Le stelle stanno scivolando all’orizzonte Brillando E sto provando a non pensare a cosa sto lasciando ora Adesso nessun inganno È tempo che tu mi faccia sapere Fammi sapere Quando le luci si spengono ed apriamo gli occhi Là fuori nel silenzio io me ne andrò Io me ne andrò Lascia che il sole svanisca e ne sorga un altro Scalando verso il domani io me ne andrò Io me ne andrò L'aria tra di noi sta diventando più sottile ora Adesso verso l’inverno Agrodolce Ed attraverso quell'orizzonte, questo sole sta tramontando Ora stai dimenticando È tempo che mi lasci andare Lasciami andare E dì loro che non sono riuscito a trattenermi E digli che ero solo Oh dimmi che sono l’unico E che non c'è niente che possa fermarmi Quando le luci si spengono ed apriamo gli occhi Là fuori nel silenzio io me ne andrò Io me ne andrò Lascia che il sole svanisca e ne sorga un altro Scalando verso il domani io me ne andrò Io me ne andrò Io me ne andrò”
/I’ll be gone - Linkin Park/

“[...]Perchè sono soltanto una crepa In questo castello di vetro Difficilmente qualcosa che tu possa vedere Che tu possa vedere Perchè sono soltanto una crepa In questo castello di vetro Difficilmente qualcos’altro ho bisogno di essere Perchè sono soltanto una crepa In questo castello di vetro Difficilmente qualcosa che tu possa vedere Che tu possa vedere”
/Castle of glass - Linkin Park/