CAPITOLO
XIII:
FUOCO
Non
ho bisogno di sentire la tua voce o vedere il tuo viso
Per
sapere che sei con me
Non
ho bisogno di baciare le tue labbra o tenerti per mano
Per
sapere che puoi percepirmi
Io
so che puoi percepirmi
Quando
guardo le stelle
So
dove sei
Stai
guardando giù sopra di me
Non
ho bisogno di rinchiudermi nel passato
So
che non cambierà
Non
ho bisogno di lasciarti andare o dire addio
So
che aspetterai
So
che aspetterai
Quando
guardo le stelle
So
dove sei
Stai
guardando giù sopra di me
Dall’altra
parte
Dall’altra
parte
Devo
trovare un modo
Per
evitare che il dolore bruci
Fino
all’osso
Devo
trovare un modo
Per
evitare che il dolore bruci
Fino
all’osso
Fino
all’osso
Quando
guardo le stelle
So
dove sei
Stai
guardando giù sopra di me
/Fire
- Dead by Sunrise/
*Chester*
Che
forse fosse solo questo quello che aspettavo, non lo so.
Quello
che so è che in questo preciso istante, anche se non ho risolto un
cazzo della merda in cui sono, capisco perfettamente e limpidamente
cosa significa avere fede.
È
in questo momento che mi riappacifico davvero e totalmente con Dio e
l’assaggio nella stessa maniera in cui un fuoco brucia la pelle, la
carne e le ossa.
È
la stessa fottuta identica sensazione.
Muoio,
mi uccide e affondo definitivamente ma perché queste erano le sole
parole che anni fa, quando mi ha detto del suo cazzo di secondo gruppo,
volevo sentirmi dire.
Torniamo
a fare musica insieme.
E
mentre non respiro più e divento cianotico, forse, trovo un filo di
voce per chiedergli una cosa.
So
che quando parlerò piangerò come un coglione, ma non posso non farlo.
-
Quanto cazzo ci hai messo a chiedermelo?! -
A
questo lui sorride.
Cazzo,
saranno le lacrime, ora le sento, mi bagnano il viso. Non ci posso
credere, sto frignando come un idiota e lo faccio davanti a lui solo
perché è tornato per riunirsi a me.
Porca
troia, non mi fotte che non sia come volevo e speravo, importa che ci
sia e ci sarà e so che non tornerà a lasciarmi. È una di quelle
consapevolezze inspiegabili che penso si possano chiamare fede.
Il
fuoco divampa in me.
Non
ho più bisogno di sentire la tua voce o vedere il tuo viso per sapere
che sei con me e lo sarai per sempre.
Mi
nascondo la faccia fra le mani, mi vergogno dello stato pietoso in cui
sono ma una volta che cominci ad aprirti e lasciar andare gli argini,
non riesci più a trattenerti.
Sarò
ridicolo ma questo pianto è tutto quello che voglio fare ora.
Non
mi tocca, non parla ancora, non so nemmeno che espressione stia facendo.
Ma
non mi serve, perché ora so che non si rimangerà niente e non se ne
andrà di nuovo.
Lo
so, cazzo.
Così
come le altre volte sapevo che se ne sarebbe andato, ora so che rimarrà.
Credo
si chiami fede, no?
E
non ho nemmeno bisogno di baciare le tue labbra o tenerti per mano e
scoparti come quella volta, per sapere che puoi percepire il mio
desiderio di te.
Lo
so che puoi sentire ciò che provo e voglio.
Allo
stesso tempo capisco i tuoi discorsi su Dio quando mi dicevi che è
l’unico che non ti abbandonerà mai davvero.
Io
non lo vedo ma so che c’è.
Io
mi allontano da lui ma lui mi vede lo stesso e mi sentirà sempre e mi
basta guardare le stelle per sapere dov’è.
Sta
guardando giù, sopra di me.
Mi
scuoto profondamente mentre il fuoco mi scalda dentro sempre più.
Piango
per tutto quello che mi è successo, che ho fatto e provato, lascio
andare ogni cosa perché sento, so, cazzo, so che ora è tutto finito.
Ora
tutto andrà bene.
Per
questo so che Dio esiste.
Per
questo ora lo sento.
Perché
l’unico che può avermi mandato Mike a fare l’unica cosa che poteva
aiutarmi veramente una fottutissima volta per tutte, non può che essere
Dio.
Perché
Mike lo ascolta e se lui gli ha detto di tornare da me e fare ancora
musica con me -contro quella che in realtà sarebbe la sua strada giusta
e sicura-, allora Mike lo fa.
Ecco
la prova che Dio esiste.
Ecco
che io lo sento.
È
quando ti convinci che c’è che lo senti ed è quando lo senti che te ne
convinci.
Io
non so cosa sia stato per prima, forse è un insieme, ma non ho più
bisogno di rinchiudermi nel passato e negli incubi che ho vissuto e che
non ho mai digerito.
So
che non cambieranno mai le mie ferite.
Non
ho bisogno di lasciare niente e dire addio a nessuno perché non me ne
libererò mai davvero, ma oggi posso sopportarlo.
Oggi
posso sopportare tutto perché non sono più solo, non mi ci sento, non
lo sono.
-
Devo disintossicarmi… - Mormoro fra le lacrime, consapevole che fra noi
possiamo solo parlare chiaramente e che Mike mi sta dicendo questo per
ottenere che io mi curi.
Allora
vaffanculo, lo faccio. E prima ancora che tu lo dica lo so.
-
Aspetterò. Tutti ti aspetteremo. -
Ecco,
lo so che aspetterai.
Così
come Dio ha aspettato che io tornassi da Lui, tu ora mi aspetterai
sapendo che tornerò, perché ora tocca a me raggiungerti.
Dovevo
trovare solo un modo per evitare che il dolore mi bruciasse fino
all’osso, ed ora mi basterà guardare le stelle per sapere dov’è quel
modo e non sentirmi più solo.
Ma
doveva tornare Mike da me per darmi questo equilibrio e questa fede
necessari per risollevarmi.
Lo
sento ancora il fuoco che mi brucia fino all’osso, ma questo è benefico
ed io sto finalmente bene, nel male che sento.
Perché
è una distruzione ricreatrice.
È
bello non sentirsi più soli ed io non mi capacito di come un essere
umano possa trovare tutto questo in un istante, ma forse è così che
succede.
Passiamo
una fottuta vita intera a cercare il bene, la fede, le risposte,
l’amore e Dio ed in cambio affondiamo nella merda sempre più.
Poi
troviamo ciò che cerchiamo in un solo istante, nel peggior momento
possibile.
Un
flash, un attimo della velocità della luce.
È
una stupida scintilla che ti fa provare esattamente quello che da una
vita, dopo mille sofferenze di merda, cercavi e volevi provare.
Ma
è proprio perché finalmente lo provi che trovi tutto il resto, anche
quello che non sapevi nemmeno di star cercando.
E
lui era là ad aspettare me mentre io ero qua ad aspettare l’amore.
E
non importa che non lo avrò mai fino in fondo, non nel modo che io
vorrei. Quello che conta è che io possa averlo e che mi starà vicino.
Il
resto lo sopporterò.
Non
so quanto sto qua a piangermi addosso, non so nemmeno di cosa piango e
come io appaia.
So
però che ad un certo punto prendo fiato e alzo il viso, devo essere
stravolto e lui mi sorride con quella tenerezza che giuro non gli avevo
mai visto.
Mi
si avvicina nel divano e finalmente si concede un piccolo gesto nei
miei confronti, qualcosa che probabilmente aveva giurato di non fare
per paura di farmi male nel tentativo di farmi bene.
Con
un dito mi pulisce le lacrime da una guancia e poi dall’altra, quindi
accentuando quel sorriso dolce che mi terrà su mentre mi
disintossicherò, mi posa un leggero bacio sulla fronte.
Solo
questo.
Mi
basta.
Va
bene così.
Ce
la posso fare.
Ce
la devo fare.
Perché
dare forma alle nostre anime insieme e fonderle sotto forma di musica,
è una forma di amore assoluto e cantare insieme come facciamo noi è il
nostro modo di scopare.
E
mi andrà bene così.
Mi
incido a fuoco questo istante e la sensazione delle sue labbra sulla
mia fronte, poi mi calmo, trovo pace e lucidità mentale, quindi non so
come diavolo mi venga in mente di chiederglielo, ma lo faccio
osservandolo negli occhi neri e sinceri, gli occhi che mi erano
mancati, gli occhi in cui mi perdo sempre e cado.
-
Cosa ti ha fatto decidere questo ora? -
Mike
si stupisce di questa domanda, ci pensa mentre mi osserva da vicino,
senza più toccarmi. È comunque come se lo facesse, sento il suo respiro
addosso ma mi sta bene, prendo tutto quello che posso e non la vivo
come una tortura.
Mi
sta bene così, è quello che posso sopportare.
-
Mi sono trovato ad un bivio. - Comincia con seria sincerità. - Potevo
continuare con l’altro mio gruppo, con la mia vita sicura e giusta,
lontano da te e dai panici che mi provochi quando stiamo insieme, dalle
tentazioni, dalle confusioni, dagli errori e lasciarti a te stesso e
non vederti più, oppure tornare coi Linkin Park, con te, farti uscire
una volta per tutte dal tuo tunnel e questa volta seriamente, e tornare
a fare musica con te, tornare al caos, agli errori, alle cadute e alle
tentazioni. Fra il lasciarti a te stesso e l’aiutarti ha vinto questa
seconda ma non per pietà. Io l’ho vista come una forma di egoismo. Non
potevo sopportare l’idea di non fare più musica con te e di non cantare
insieme. E mi mancavi come mai niente mi è mancato in vita mia. -
Rimango
senza fiato di nuovo e senza parole, fermo, immobile. Mi imprimo ogni
parola, ogni sguardo, ogni inclinazione, ogni messaggio nascosto. Tutto
registrato a fuoco.
Non
lo dimenticherò mai perché è con questo che io uscirò definitivamente
dalla merda in cui sono.
E
qualunque incubo recondito del passato abbia contribuito ad affossarmi
questa seconda volta, andrà a fanculo perché io ora ho bisogno di
vivere e di essere felice.
I
treni non passano due volte, questo è già un miracolo. Non lo lascerò
più, però non deve farlo nemmeno lui.
-
Non dimenticarti queste tue stesse parole. Ma questa volta davvero.
Perché non reggerei ad un altro abbandono. -
Mike
sorride di nuovo in quel suo modo dolce e balsamico, mi fa stare bene,
mi fa vedere quelle stelle e quella luce che non avevo mai avuto.
So
che non lo farà più.
-
Torniamo insieme a testa alta. Ti aspetto. -
Ero
disposto a strisciare pur di tornare da te, ma a testa alta è
decisamente meglio.
A
questo con un certo sforzo riesco ad accennare ad un sorriso anche io,
anche se è vago e sembra più una smorfia.
Comunque
ci riesco e lui poi l’accentua anche per me. Non mi tocca e capisco
perché, per attenzione nei miei confronti, non perché non lo voglia
fare.
Così
lo faccio io perché va bene così. Non smetterò di toccarlo, mai.
Perché
comunque lo amo e non è una cosa che finisce da un momento all’altro.
Ma
ora lo posso sopportare.
Ora
che non sono più solo e che ho almeno gran parte di quel che volevo,
posso sopportare tutto.
Così
silenzioso appoggio la fronte alla sua spalla e lui capisce che può
farlo.
Quando
il braccio mi circonda la schiena, il calore è di nuovo come un fuoco
meraviglioso.
Mi
brucia.
Cazzo,
come sto bene.
Ora
posso tornare.
Ora
ci riesco.
Ora
non voglio più morire all’alba ma vedermela tutta perché lo so, non so
come ma lo so, cazzo.
Che
prima o poi la vedrò con lui.
E
questa certezza mi arriva sparata così come prima ho avuto la
consapevolezza che Dio c’era e che aspettava il momento giusto per
salvarmi tramite Mike.
E
che Mike stesso fosse pronto, immagino, boh…
Ma
ora ne sono certo.
Ora
Mike può darmi solo la musica, poi un giorno mi darà anche quel suo
fottutissimo cuore allo stesso modo in cui gliel’ho dato io.
Senza
riserve.
Fino
ad allora resisterò in tutti i modi possibili, ma non crollerò più.
Ce
la farò perché è quello che voglio.
Questo
è il primo passo.
Di
nuovo fugaci le labbra di Mike mi baciano la testa ed io trovo la
certezza in ciò di cui ora sono convinto.
Io
e lui insieme.
Punto
e basta.
Non
so quando ma sarà.
FINE