CAPITOLO
VII:
FINE
DEL MONDO
Quando
leggi le notizie
Non
ti senti male?
Assassinii,
soldi e politica
Ti
riempirà
È
la fine del mondo
Prendi
il crocifisso e inginocchiati
E
prega Dio
Abbi
pietà di me (Pietà!)
Quando
accendi la TV
Cosa
vedi?
Sesso,
bugie, scandali e violenza
Come
la fine di una pistola
Premuta
contro le tue labbra
E’
la fine del mondo
Prendi
il crocifisso e inginocchiati
E
prega Dio
Abbi
pietà di me
Quando
non puoi comprare la benzina
E
non puoi pagare l’affitto
E
quello che ti è rimasto
E'
il governo
Nessuna
fine, nessun futuro, nessun beneficio
E’
la fine del mondo
Prendi
il crocifisso e inginocchiati
E
prega Dio
Abbi
pietà di me
Nemico
comune ipocrisia
Nemico
comune teocrazia
Nemico
comune la macchina da guerra
Puoi
ignorare quello che non puoi vedere
Puoi
credere in una bugia
Puoi
scappare da tutto
Finchè
non aprirai gli occhi
Non
c’è riposo per i malvagi
Si,
loro non escono mai
Guardano,
aspettano il trucco successivo
Noi
non festeggeremo la divisione dell’atomo
E’
la fine del mondo
Prendi
il crocifisso e inginocchiati
E
prega Dio
Abbi
pietà di me
Nemico
comune ipocrisia
Nemico
comune teocrazia
Nemico
comune la macchina da guerra
Puoi
ignorare quello che non puoi vedere
Puoi
credere in una bugia
Puoi
scappare da tutto
Finchè
non aprirai gli occhi
Nemico
comune ipocrisia
Nemico
comune teocrazia
Nemico
comune la macchina da guerra
/End
Of The World - Dead by Sunrise/
*Mike*
Vengo
letteralmente buttato giù dal letto e quando sento la voce di un agente
di polizia che mi parla al telefono dicendo di venire a prendere ‘il
signor Bennington’ da loro, mi viene un colpo che credo dimenticherò
difficilmente.
In
quattro secondi netti sono vestito e mi fiondo fuori borbottando
sbrigativo qualcosa a mia moglie che giustamente si spaventa.
Cosa
gli avrò poi detto?
Non
ne ho la più pallida idea…
Corro
a rotta di collo con l’auto superando la velocità consentita senza
rendermi conto che lo sto andando a prendere proprio dalla polizia e
che potrebbero anche tenermi se mi vedono correre così.
Non
so nemmeno cosa pensare, ne avrà fatte una delle sue, ma non sapendo di
preciso di cosa si tratta posso solo dedurre logicamente che deve
essere stato beccato ubriaco fradicio o completamente fatto in giro per
la città.
Dannazione,
dopo quella volta non ci siamo più parlati, l’ho evitato come la peste
specie dopo… dopo che mi sono reso conto che non potevo tornare a casa
con un’erezione simile… e per sistemarla ho concluso da solo il lavoro.
Peccato che i pensieri siano andati in troppa libertà. Porca miseria,
ero così nel panico che non mi sono praticamente controllato, ma
dopotutto penso che fra le svariate cose che potevo fare in quelle
condizioni da schizzato, farmi una sega pensando a lui sia la meno
grave. Cazzo, ben per una persona normale, non certo per me. Per questo
poi sono letteralmente scappato da lui e non l’ho più visto e sentito
anche se sapevo che aveva bisogno di me. Sono settimane che non mi
faccio vivo. Masturbarmi pensando a Chester… come diavolo ho potuto? E
come penso ora di andargli davanti e guardarlo ancora una volta? Anche
se è per tirarlo fuori dai guai non è comunque facile!
E
poi quanto di preciso è passato?
In
effetti se provo a capire quando sia stata l’ultima volta che siamo
stati insieme da amici, non riesco nemmeno a ricordarmelo.
Sospiro.
A
questo punto non posso nemmeno tirarmi indietro e dirgli che si
arrangi, anche se lo meriterebbe.
È
comunque nei guai ed hanno chiamato me, dubito che sia stato lui a fare
il mio nome, probabilmente l’hanno riconosciuto…
Arrivo
in stazione di polizia in poco e tutto in subbuglio, con lo stomaco
sottosopra, l’agente mi viene incontro spiegandomi cosa è successo, ne
registro la metà ma il senso è comunque che stava guidando come un
matto di notte a fari spenti in una zona di strada senza molta
illuminazione. Con un livello di lucidità non molto stabile.
E
con livello di lucidità capiamo entrambi cosa significhi.
In
questo istante mi mortifico, mi vergogno profondamente come se ne fossi
il diretto responsabile, tipo il padre od il fidanzato… non lo sono,
non sono responsabile per lui in nessun modo ma non ci posso fare
niente, così io mi sento.
E
oltretutto mi pare anche che in qualche modo possa essere colpa mia,
che ne so…
Faccio
mille imbarazzati inchini e mi scuso ringraziando per la gentilezza di
aver limitato enormemente i danni, lui in cambio mi chiede solo dei
biglietti per sotto il palco per il prossimo concerto.
Dio,
chissà quando ne faremo uno…
Prendo
il suo numero di cellulare e dico ‘senz’altro’ con dei sorrisi che non
so nemmeno da uno a cento quanto possano essere allucinati, quindi mi
porta nella stanza dove lo tengono, da fuori lo si sente imprecare come
un ossesso e quando entro e mi vede si zittisce di botto.
È
come una magia, la pianta di strillare e diventa una statua di pietra,
mi guarda con due occhi rossi e scavati, sembrano fuori dalle orbite.
Da questo si capisce che non voleva venissi, non è stata una sua idea
chiamarmi.
La
cera è pessima, penso che abbia un fegato andato all’inferno e
probabilmente da come suda e muove il piede nervosamente su e giù sta
per andare in astinenza.
Ed
ora cosa ne faccio di lui?
L’agente
è lieto che vedendomi si sia spento, quindi dice Dio solo sa cosa
perché non lo ascolto più e gli indica di alzarsi e di andarsene via
immediatamente.
Chester,
così magro non l’ho mai visto, si alza e si muove a scatti nervosi,
così lo seguo e più allucinato di lui usciamo insieme.
Una
volta fuori mi ricordo che gli hanno confiscato la macchina e che
l’indomani dovrò fare non so quante moine per sbloccarla e
riportargliela. Certamente non può guidare senza patente, ma almeno
riavrà la sua ‘piccola’. Poi mi fermo.
Dubito
che gliene importi qualcosa in queste condizioni.
Rido
fra me e me.
Ho
appena pensato spontaneamente di dover risolvere un altro dei suoi
casini, senza nemmeno che me lo chiedesse… per di più dopo mesi e forse
anni che non ci parliamo come si deve, da amici.
Lui
lo nota ed entrando nella mia auto finalmente fa uscire la sua per
niente melodiosa voce. È roca ed il tono strascicato nonché brusco:
-
Che cazzo hai da ridere? È così fottutamente divertente prendermi dalla
polizia? -
Mi
siedo al volante e sospirando riparto. Sono già stanco e non ci avevo a
che fare da tanto!
-
Non proprio, visto che dormivo e che mi è venuto un colpo! -
Appoggia
la nuca al sedile e rotea la testa di lato, contro il finestrino
alzato. Non è ancora caldo da tenerlo abbassato e cercare aria fresca,
ma nemmeno freddo. Ormai l’inverno sta passando.
-
Povero, ti ho svegliato nel cuore della notte… che pezzo di merda che
sono! -
La
sua ironia una volta mi piaceva, ora mi dà solo sui nervi.
La
radio si accende da sola e rimane in una stazione notturna dove a
quest’ora il DJ parla a ruota libera cominciando con una serie di
notizie da giornale che ormai sono sempre quelle.
-
E’ lo spavento che mi hai fatto prendere nel sapere dove eri, non il
fatto che mi hai svegliato. - Puntualizzo acido e piccato. Lui ride di
scherno e la voglia si sbatterlo fuori mi invade, ma mi trattengo. Non
è in sé. Per un motivo o per l’altro non lo è mai. - Non è che sapere
che hai cercato di ucciderti sia una gran bella notizia, sai? -
Aggiungo
esasperato cercando di farlo smettere.
Chester
mantiene quel suo sorriso amaro e scuote la testa mentre gli occhi più
allucinati che abbia avuto scorrono il mondo fuori dal finestrino. Si
tormenta le mani togliendosi le pellicine intorno alle unghie e lo fa a
sangue.
-
Non serve ti disturbi tanto! C’è di peggio di un rifiuto che tenta il
suicidio in macchina. - Non si affanna nemmeno a negare, da qui capisco
quanto sia messo male, peggio di quel che mi aspettassi o che continuo
a cercare di rifiutare. - Quando leggi le notizie o accendi la
televisione non ti senti male? Assassini, soldi e politica… ci sono un
sacco di palle a riempirti sulla fine del mondo. Non serve che ti
preoccupi per me e per le mie notizie del cazzo. Non serviva che
venissi, mi avrebbero spedito a casa da solo, prima o poi! -
Ma
crede davvero a quel che dice?
-
Ma ti senti quando parli? - Chiedo stupito ed incredulo.
Magari
è un incubo…
-
Perché? - Chiede strascicato. Comincia a tremare più vistosamente ed
ora muove la testa contro il vetro strofinandola cercando un altro modo
di distrarsi.
È
in piena crisi d’astinenza.
-
Come perché! Come puoi dire che devo preoccuparmi più per le notizie
del telegiornale che di te che cerchi di ucciderti? - Il fatto che io
riesca anche a guidare mentre faccio questi discorsi non so quanto
renda il mio reale stato d’animo, perché per non uscire di strada mi
sto trattenendo e forse è un bene che guidi.
E
l’idea di arrivare a casa sua e stare solo con lui per assicurarmi che
si faccia una doccia e dorma, mi fa star male.
Non
sono il suo infermiere, ma forse il punto è che gliene manca uno… forse
qualcuno dovrebbe cominciare a prendersi la briga di farlo.
È
che tutti pensano che non sono affari propri, che se Chester vuole
ridursi così ne ha il diritto, che ‘io non so niente’, che ‘tanto è
impossibile aiutare uno così, che non vuole aiuti’, che ‘comunque andrà
tutto perso’… o forse semplicemente ‘da dove inizio? Non ho mai aiutato
nessuno, nessuno che stesse così in quelle condizioni’.
Bè,
ma da qualche parte si deve cominciare e soprattutto qualcuno dovrà pur
aiutarlo, no?
-
Secondo me non te ne frega un cazzo di me. Quello che succede nel mondo
è più interessante ed importante… sesso, bugie, scandali e violenza… è
come avere una pistola premuta sulla bocca pronta a sparare, hai solo
da scegliere su quale fine del mondo concentrarti maggiormente. Io non
conto un cazzo! -
Il
fatto che riesca a fare certi discorsi contorti mi conforta ma fino ad
un certo punto. Forse è così fuori che sta delirando e non sa nemmeno
che cosa sta dicendo.
Magari
a lui l’astinenza da sostanze tossiche fa questo effetto… dannazione,
che ne so io, l’altra volta mi ha detto che mi amava e mi ha baciato!
Non è che ne so molto di crisi d’astinenza. Quando capisco che uno ne
ha una, scappo perché ne ho il terrore!
So
solo che in quei casi le persone escono di testa e fanno cavolate!
-
Certo che c’è di peggio nella vita e nel mondo… ma per me anche uno che
tenta il suicidio e che si fa male ogni giorno, è importante quanto un
omicidio. - Cerco di distrarlo di proposito, ora sta sbattendo
impercettibilmente la testa contro il vetro e mi dispiace nonostante mi
metta in subbuglio. Aiutarlo a procurarsi la roba che tanto avrà a casa
è fuori discussione, ma almeno aiutarlo a superare il momento… alimento
un discorso di cui non mi importa molto, vorrei solo capire quanto in
delirio fosse stato l’altro giorno quando mi ha baciato e mi ha quasi
fatto venire.
Ma
non ho il coraggio di chiederglielo veramente…
-
Quando non hai soldi per pagare l’affitto, la benzina, il mangiare e il
vivere e quello che ti è rimasto è il fottuto governo, capisci che non
c’è nessun futuro, nessun bene, nessuna uscita. Capisci che è tutta una
merda. - Non so nemmeno cosa c’entri questo col fatto che sostenesse
che il mondo è più a pezzi di lui, ma gli vado dietro per farlo
continuare a parlare, anche lui lo fa per distrarsi e butta fuori
pensieri a casaccio.
Basta
che non sia un’altra dichiarazione.
Ed
intanto allungo la strada di proposito.
Ho
il terrore di arrivare a casa sua, ma la mia è fuori discussione.
Figurati in un albergo.
Magari
si addormenta, così lo posso scaricare nel letto e mentre dorme gli
butto tutte le sue maledette scorte.
E
poi non so, qualcosa mi inventerò.
-
Se pensi che sia la fine del mondo e di non avere più niente, allora
c’è ancora una cosa ed è il momento di cominciare a pensarci. Prendi il
crocifisso, inginocchiati e prega Dio che abbia pietà di te e che ti
aiuti ad uscirne. - Ora con una certa abilità sono riuscito a riportare
il discorso su di lui come lui stesso senza accorgersene ha fatto,
chissà se capisce che cosa stiamo dicendo.
Non
sembra più furioso con me, forse è completamente fuori.
Mi
si stringe il cuore, questo non è il Chester che mi è entrato dentro
dopo un paio di uscite insieme.
Non
è quello con cui ho scritto un casino di canzoni trovandomi in perfetta
simbiosi come fossimo nati per cantare e comporre insieme.
Non
è quello che voglio che sia ancora.
E
ne sono convinto, anche se lui ride amaro.
A
questo punto solo un equilibrio interiore, una pace dentro, lo può
aiutare. E questa la può portare solo la fede e Dio.
Io
ci credo, è questo che mi ha impedito di deragliare come molti altri
anche del gruppo stesso che ora faticano a rimettersi in sesto.
Certo
non hanno esagerato come lui che ora sta affondando come nessuno, però
deve aggrapparsi a qualcuno che non lo deluderà mai.
-
Purtroppo le persone possono deludere sempre, perché sono umane e
sbagliano, non capiscono certe cose, travisano altre… feriscono senza
sapere… però Dio non è un uomo, Dio non ti deluderà mai se ti affidi a
lui. È lui che può ridarti la serenità interiore che non hai più. Solo
lui. Nessun altro. - Ne sono convinto ma credo che lui invece sia
convinto di ben altro… tipo…
-
Il nemico è l’ipocrisia, non me ne fotte un cazzo della teologia e
nemmeno della guerra. Non mi fotte di niente. Solo vorrei che la gente
smettesse di ignorare la verità e di credere nelle bugie. - Si
interrompe per una serie di respiri corti, poi si morde il labbro a
sangue e mi decido ad entrare nel suo vialetto. Parcheggio e gli prendo
il mento fra due dita spostandolo per guardarmi. Occhi negli occhi e
sembra che smetta di tremare e stare male come avesse le convulsioni.
Nell’osservarlo in queste condizioni scema tutto il fastidio che mi ha
suscitato per le mille cose che ha fatto. Va via tutto e rimane solo un
enorme desiderio.
Come
vorrei che semplicemente stesse bene.
Dannazione,
perché deve stare così male?
Perché
deve ridursi in questo stato?
-
Puoi credere in ciò che vuoi, puoi scappare da tutto ma finché non
aprirai gli occhi non avrai riposo. Se fai del male lo farai per
sempre, non hai un luogo per nasconderti, non un momento per smettere.
- è un pensiero così strano e sconnesso e confuso che sarebbe quasi da
scrivere, poi mi prende la mano con cui gli tengo il viso verso di me,
sono due dita, me le stringe e mi trasmette una scarica elettrica
tremenda. Improvvisamente mi torna in mente quel giorno, quando mi ha
baciato e sebbene dovrei aver paura in un secondo bacio, non ce l’ho e
quasi… quasi… lo spero… ma non mi muovo, non lo respingo, non faccio
niente.
Continuo
a guardarlo e a cercare di capirlo, perché vorrei davvero scavare e
capire da dove deriva tutto questo suo dolore e come fare per
sbaragliarlo.
-
Finchè non aprirai gli occhi, vedrai sempre tutto come un nemico, Dio
stesso lo sarà. Ma devi capire che non è così, non davvero. Non è tutto
malvagio. Ci sono certe cose che si salvano. Devi capire questo. E che
nonostante tutto quello che fai, come ferisci gli altri quando non sei
in te, se gli altri tengono davvero a te non ti lasceranno mai davvero.
- Ma è proprio mentre gli dico questo che il suo sguardo confuso e
tormentato diventa spaventato, perso e solo e qualcosa in lui si
spezza. Qualcosa che spezza anche me.
Non
so cosa sia di ciò che gli ho detto ma gli stringo istintivamente la
mano che mi ha preso e la porto alle labbra.
È
qua, con quel qualcosa di rotto negli occhi, che vedo il vero Chester,
quello che probabilmente non ha osato essere da quando è nato.
-
Ma tu mi hai lasciato e non sei più tornato se non per ferirmi ogni
volta di più… Mike, sei quello che mi ha fatto più male di tutti… -
Oh
Cristo… era meglio se non gli avessi mai cercato di tirare fuori
l’unico lato autentico di sé in mezzo al dolore accecante che prova.
È
davanti a questo, a lui e al suo stato che non mi appare più come
pietoso o fonte di rabbia ma solo sofferenza pura e basta, che il cuore
mi si pressa in una morsa atroce e la colpa mi si butta addosso.
Una
colpa che mi terrò per tutta la vita e che mi farà venir voglia di
vomitare pensando al buio di Chester e a cosa gli ho fatto.
Ed
è così… è come dice… e lo capisco solo ora e forse è per come l’ha
detto o che finalmente l’ha detto o non lo so proprio, ma è così.
Ha
ragione.
È
colpa mia.
E
forse non solo, forse è un insieme di cose.
Ma
io oltre ad aver contribuito ad affondarlo, non ho fatto niente per
aiutarlo nel rendermi conto quanto fuori stesse andando.
Me
ne sono accorto e me ne sono andato, proprio come ha detto.
Ho
lasciato che andasse sempre più a fondo.
Sempre
di più.
E
stanotte poteva morire.
Trattenendo
il fiato, non so nemmeno come, Oh Dio non lo so proprio, ma in un
istante mi ritrovo a stringere il suo capo contro il mio petto, a
chiudere gli occhi forte e a piangere.
E
poi l’ho detto veramente o l’ho solo immaginato?
Boh…
però lui risponde aggrappandosi con disperazione senza riuscire a
metterci un minimo di forza.
Allora
capisco che l’ho detto veramente.
-
Ci penso io a te, ora. -
Io.
Ma
non so quello in cui mi sto mettendo dentro.
Non
lo so proprio.