NOTE:
allora... questa è la fic regalo per il gruppo Bennoda, visto che
abbiamo raggiunto i 40 membri. Non è il seguito di Buon
Anniversario. E mi è venuta più lunga di quel che pensassi, mi si è
presa la mano. Questa volta le indicazioni erano di stupirle con cose
rossissime e così ci ho provato anche se forse alla fine non è poi
così maniaca, non so definirla, lo farete voi. Questa volta non mi
ha influenzato Chester anche se il suo zampino c'è comunque. È più
Mike. Ero curiosa di vedere come avrebbe gestito il tutto lui così
l'ho lasciato fare. Però basta scrivere fic erotiche e soprattutto
su questo argomento (leggerete). Insomma, volevano fare prima uno e
poi l'altro, li ho accontentati, adesso si cambia registro. Se lascio
fare sempre a questi maniaci qua non se ne esce più!
Presenziano
comunque anche Anna e Talinda ma naturalmente i protagonisti sono
sempre loro.
Spero
che la fic piaccia. La prossima sarà fra altri 10 iscritti.
Buona
lettura. Baci Akane
PROVA
DI FIDUCIA
I
polsi dolevano leggermente. In realtà non gli facevano
eccessivamente male perchè stava fermo in attesa che Mike facesse le
sue mosse.
O,
magari, era che non sentiva molto il dolore. Troppo abituato sin
dalla tenera età a provarne, era diventato così parte di lui che
lo convertiva in piacere ed a volte nemmeno lo percepiva proprio.
Chester
alzò gli occhi che brillavano su Mike fermo davanti a lui, immobile
da un'abbondante mezz'ora a fissarlo e basta.
Era
seduto su una sedia poco distante dal letto, lo guardava a gambe
accavallate e braccia incrociate al petto, l'aria indecifrabile,
senza inclinazioni, senza luci strane. Altero, magari, quello sì. E
completamente vestito.
In
questo non ci sarebbe stato niente di male se non fosse stato per il
particolare che Chester era steso nel letto, completamente nudo e
con le manette ai polsi intrecciati sopra la testa, alla spalliera
del letto.
Erano
così da mezz'ora.
Non
parlavano, non si muovevano. Chester ogni tanto un po' ma quasi
nulla.
Forse
sapeva di meritarselo o forse voleva provocare ancora di più Mike a
fare qualcosa di pazzesco. Ancor più pazzesco. Molto di più di
quanto fatto fino a quel momento.
Con un guizzo d'incoscienza
tipica sua, Chester tornò al giorno prima con la mente e rivisse
quanto accaduto. Con un certo orgoglio, in effetti...
Mike
stava guardando le foto del servizio di Chester e stava bevendo il
thè, come di consueto, quando sgranò gli occhi impallidendo
cadaverico.
Ingrandì
la foto al pc e guardò bene, dopo di che, avendo conferma di ciò
che aveva notato, si voltò dall'altra parte e sputò il sorso di
liquido caldo, tossì e si batté il petto. Tornò a guardare e
tornò a star male.
Dopo
aver fatto l'inquadratura sulla mano di Chester, stampò il foglio e
per poco non lo stropicciò, si trattenne perchè prima doveva farlo
ingoiare al proprietario della mano.
Chester
era pronto per uscire, doveva andare a casa a prepararsi per la
serata speciale, prendere sua moglie ed esporla alla festa in
questione.
Insomma,
troieggiare con lei in pubblico. Era una cosa che faceva spesso per
distogliere sospetti da Mike, ma alla fin fine lo divertiva. Talinda
era un'attrice perfetta e lui trovava il teatro una grande
invenzione. Passavano il tempo così.
Mike
lo prese per il braccio prima che uscisse e gli sbatté la foto
davanti al naso. Per poco non usò effettivamente un pugno.
Chester
spaesato la prese e la guardò.
-
E' la mia splendida mano... - Riconobbe Chester con faccia tosta.
-
Sì, è la tua splendida mano... e riconosci anche da dove viene? -
Chiese Mike con un tono sottile e teso come una lama.
-
Da me? - Disse ironicol l'altro. Non gli era più cara la vita...
-
Da un servizio fotografico che hai fatto in questi giorni. Ci sono
arrivate le foto in anteprima, le stavo guardando ed ho notato
qualcosa che salta subito all'occhio. Le tue mani. - Chester sapeva
bene a cosa si riferiva ma si divertiva a stuzzicarlo e finse di
non capire.
-
Che hanno? Sono così belle... - Mike riprese la foto e gli indicò
l'anello.
-
Lo sai! - A momenti urlava.
Chester
sorrise sornione.
-
E' IL NOSTRO! PERCHE' CAZZO NON HAI LA FEDE DI TALINDA?! - La
domanda del secolo, gliela faceva spesso. Gliela faceva anche se le
metteva insieme. Chester alzò le spalle con quella falsa innocenza
che su di lui sembrava blasfemia.
-
Il nostro anello mi piace di più e poi ci sono più affezionato, lo
sai... non ti piace? - Mike fremeva, voleva davvero picchiarlo. Solo
lui riusciva a spingerlo a certi livelli.
-
Non mi piace che finisca in prima pagina con la tua faccia! E' un
cazzo di servizio fotografico, Chester... un cazzo di articolo...
pubblicheranno cose su di te con questo anello ben in evidenza. E
poi in tanti useranno queste foto perchè sei venuto bene... e
tutti si chiederanno 'ma questo anello è nuovo?' perchè notano
sempre tutto di te e lo sai! E se poi per disgrazia mi dimentico di
togliermi io, l'anello, e vedono che l'abbiamo uguale? Può
succedere, sai... non sono perfetto, mi scordo anche io le cose...
- Mike sarebbe potuto andare avanti ancora per molto, ma Chester
ridacchiando divertito lo baciò e liquidandolo con un frettoloso:
-
Devo andare, c'è la festa e mi devo preparare. - Se ne andò
lasciandolo inebetito e furioso a fissare la porta chiusa.
-
Ma sto pezzo di merda! - Disse infine indicandola.
-
Ce l'hai con la porta? - Chiese Joe arrivando da non si sapeva bene
che zona dell'appartamento. Mike si voltò di soprassalto e shockato
lo guardò esclamado:
-
Ma l'hai visto? - Non ci poteva mica credere...
-
La porta? - Joe non capiva.
-
CHESTER! - Gracchiò l'altro esasperato.
-
Oh... cosa ha fatto, ora? - Era quasi normale ormai...
-
Ha fatto che è deficiente! - Esclamò, dopo di che, senza
spiegazioni, prese le proprie cose e se ne andò. Erano tutti
invitati alla festa in questione con rispettive consorti. Però la
voglia di vedere Chester e Talinda che troieggiavano in pubblico non
lo faceva saltare di gioia. Poteva limitarsi a qualche foto normale
come facevano lui ed Anna, perchè doveva esagerare sempre in tutto?
Quella
sera, comunque, non era aria!
Alla
festa c'erano tutti con rispettive morose e mogli, appunto, amici
vari, gente con cui avevano a che fare professionalmente e vari
sconosciuti nonchè fotografi e giornalisti. Quelli a volontà.
La
casa discografica aveva organizzato l'evento per qualcosa inerente
al nuovo album e dunque erano stati tutti caldamente invitati a
partecipare. Di gente ce n'era, non mancava proprio.
L'unico
single era Rob ma tutti sapevano perchè. L'ammiravano, non si era
fidanzato. O meglio ogni tanto compariva con qualche ragazza,
faceva il tentativo, però poi non resisteva. Lui era troppo
corretto e siccome non aveva che occhi e cuore per Brad, finiva
spesso single. Brad, al contrario, riusciva a mettere su la sua
bella maschera conscio che ormai per poter vivere una vita propria
lontano dai cazzi altrui, quello era l'unico sistema. Aveva
imparato da Chester e Mike ma era vero, avevano ragione. Non che
poi per loro vivere in quel modo fosse facile, prima di arrendersi
a quello stile di vita ne avevano passate molte, solo quando
Chester era finito sull'orlo di un vero precipizio con la macchina,
avevano capito che bisognava scegliere il male minore.
Talinda
era una ex coniglietta di playboy, solo Chester avrebbe potuto
sposarla, ma giustamente aveva fatto un ragionamento
sorprendentemente logico.
Se
doveva sposare una donna per avere la copertura perfetta e poter
fare le sue porcate con Mike in santa pace, doveva essere prima di
tutto una splendida donna, e poi una che ci sapesse fare a letto.
Visto che c'erano, fare figli era una buona idea... gli piacevano i
bambini.
Chi
meglio di una che lavorava in quel settore?
Sicuramente
lei sapeva come eccitare un uomo, si era detto.
Aveva
ragione, in effetti. Gli piaceva il sesso con lei ed era anche
simpatica, lasciava molta libertà e non ci trovava niente di male
nella relazione di Chester con Mike.
Anna
era molto diversa, riservata. Aveva messo molto ad ingoiare il rospo
ma aveva potuto farlo nel corso degli anni. Si era accorta da sola
della relazione di suo marito col suo amico. Alla fine la viveva, in
qualche modo lo faceva...
Ma
in pubblico non si comportavano come due cani in calore solo per
convincere tutti che stavano bene insieme. Non era nel loro stile.
Chester
e Talinda erano per lo spettacolo.
Si
erano proprio trovati quei due. Le coppie erano troppo simili, sia
loro due che Anna e Mike... per questo alla fine la vera relazione
era quella fra Chester e Mike, così diversi, così perfetti
insieme. Non che avessero scelto di innamorarsi, era successo.
Mike
pensava sempre a queste cose quando vedeva Chester fare l'idiota con
Talinda, ma alla fine la voglia di picchiarlo gli veniva sempre.
Come
in quel momento.
Si
bloccò come un pesce lesso a guardarli limonare in mezzo alla
gente, come se non si vedessero da mesi e fossero in astinenza... a
momenti si sarebbero scopati!
Mike
si morse il labbro e strinse le mani nelle tasche, il nervoso era
alle stelle ormai.
Anna
gli prese la mano e appoggiò dolcemente la testa sulla sua spalla
con un sorriso dei suoi, Mike si calmò.
-
Dai, lo sai perchè lo fa. - Che la moglie calmasse il marito
riguardo le intenzioni dell'amante era qualcosa di surreale.
Mike
la guardò sconvolto rendendosene conto, poi le sorrise grato e le
sussurrò:
-
Non ti meriti uno come me... - Era vero, ma era anche vero un altra
cosa...
-
Ma nessuno mi darebbe tutto quello che mi dai tu... - Una vita che
in nessun altro modo avrebbe potuto vivere se non in qualità di
moglie di Michael Kenji Shinoda.
Cantante,
musicista, produttore, grafico e disegnatore. Di meno non poteva
fare...
-
E' uno stronzo comunque... perchè non serve se la slinguazzi in
quel modo... - Commentò senza poter trattenersi. Anna rise.
Vedendola si rese conto che forse aveva trovato qualcuno anche lei,
si sentì rilassato e sollevato a quel pensiero, poi gli venne un
colpo sentendo il suo commento.
-
Magari anche lei ha qualcosa da mascherare... -
Mike si
chiese da dove uscisse questa sparata e per un attimo si scordò
quell'idiota di Chester.
La
guardò inquisitorio e chiese immediatamente:
-
Anna? C'è qualcosa che devi dirmi? - Anna rise capendo perchè lo
diceva e gli diede un bacio sulla guancia.
-
Se mai avrò qualcosa da dire sarai il primo a saperlo... - Mike però
non era soddisfatto nemmeno un po'...
-
Cos'ha da nascondere lei? - Anna sospirò consapevole che si era
giocata la riservatezza con quella frase, quando lui voleva sapere
qualcosa la veniva a sapere. Punto.
Alla
fine si decise.
-
Talinda mi ha fatto certe confidenze... sai che siamo amiche,
passiamo molto tempo insieme ed i nostri figli ormai sono come
fratelli... - Era vero, infatti le vacanze le facevano sempre
insieme...
-
E quindi? Che confidenze ti ha fatto? - Anna chiese mentalmente
perdono all'amica.
-
Che non è una suora! - Magari gli bastava, poteva immaginarsi quello
che voleva ma lei non aveva detto niente di preciso. La fantasia di
Mike partì.
Si
sapeva, non aveva difficoltà in quello, anzi... non gli bisognava
lasciare così tanto campo libero.
-
Cioè va con altri? Oppure ha uno fisso? O magari è una? Dì, non è
che sei tu? - Non lo disse irritato, anzi, era divertito. Non lo
riteneva certo possibile ma improvvisamente era un bel passatempo
immaginare la vita privata di Talinda perchè se ne aveva una al di
là di Chester significava che non c'era niente più del sesso e dei
figli in comune, fra loro.
E
già quelle cose erano troppe.
Non
poteva certo nascondere che era geloso di lei anche se capiva
razionalmente perchè lei esisteva. Cioè perchè Chester l'aveva
sposata e perchè stava con lei.
Altrimenti
Mike sarebbe diventato ancora più ansioso di mostrarsi in pubblico
insieme a lui...
-
Ho sete, mi prendi qualcosa da bere? - Chiese Anna per respirare un
po'. Suo marito quando ci si metteva diventava proprio pressante.
Mike
si allontanò con la testa piena di immagini di Talinda ed Anna, ad
un certo punto non gli sembrava nemmeno tanto male come idea... fu
allora che la voce di Chester lo salutò allegro.
-
Ciao! Bella festa, eh? - Mike sussultò e la prima cosa che fece fu
guardare le sue mani. Sospirò. Niente anello. Quell'idiota era
capace di indossarlo con sua moglie lì!
-
Mmm... - Non avevano avuto modo di sistemare le cose ma alla fine non
avevano litigato. Chester se ne era andato prima.
-
Dai, ce l'hai con me perchè ho fatto la foto con l'anello? Ma dai...
- Chester voleva fargli tornare il sorriso ma Mike manteneva la bocca
chiusa e all'ingiù.
-
E su... tanto chi vuoi che lo noti? Conta che non lo indossiamo
insieme... - Mike non lo calcolò e prese da bere per sé e per Anna.
Quando
tornò a calcolarlo si stava mangiando delle patatine come fossero
oggetti erotici d'alta classe. Sembrava dovesse sedurre qualcuno ma
visto che stava guardando Talinda e che lei rideva, Mike continuò ad
innervosirsi molto.
Perchè
doveva fare l'idiota con lei?
Sapeva
che gli dava fastidio e lo faceva apposta per ingelosirlo.
Che
facesse pure, poi gli avrebbe fatto vedere lui!
Chester
dopo la patatina sparò che ovviamente più che le patatine, voleva
mangiarsi LA patatina, le solite cazzate che sparava lui con un
pessimo gusto. Mike fece una smorfia e per poco non fu beccato da un
fotografo. Anna fu lesta a sorridere per tutti e attirare la sua
attenzione. Quando tornò a voltarsi verso di loro, lui la stava
palpeggiando con troppa intenzione. Passò tutta la sera attaccato a
lei a flirtare in tutti i modi possibili, anche parecchio osceni.
Mike
all'ennesima gliela giurò e furibondo nonché geloso marcio, non lo
guardò nemmeno. Non gli parlò neanche mezza volta ed alla prima
occasione se ne andò dalla festa.
Chester
lo notò immediatamente e non tardò a dileguarsi poco interessato a
continuare una serata improvvisamente non più piacevole.
Non
gli scrisse e non lo cercò, sapeva che era furioso. Decise che
avrebbe aspettato il giorno dopo prima di farsi vivo, si sarebbe
sbollito e poi con un po' di moine sarebbe andato tutto a posto.
Illuso.
Mike
arrivato al limite passò tutto il giorno a pensare a lui e a quanto
fosse stronzo, sicuramente pensava sarebbe bastato poco per ottenere
il suo perdono ma non sarebbe stato facile.
Non
solo teneva l'anello in un'occasione importante come un servizio
fotografico, sapendo che era categorico sull'argomento, e poi se ne
andava senza discutere. Ma faceva lo stronzo con Talinda baciandosela
e palpeggiandola tutto il tempo. Se le cercava, lo sapeva che odiava
quando faceva così con lei davanti a lui. Avrebbe potuto evitarlo,
invece l'aveva fatto apposta.
Bene,
si era detto arrabbiato come poche volte.
L'avrebbe
vista bene quanto facile sarebbe stato ora fare pace...
Il
giorno dopo non lo sentì e Chester, che aveva aspettato di proposito
si sbollisse, arrivata la sera lo contattò per primo con un sms.
'Ma
sei arrabbiato?'
Mike
avrebbe voluto scrivergli 'ma no cosa dici, sono tanto felice che sei
stronzo!' ma poi non aveva detto nulla.
Così
Chester scrisse ancora.
'Ma
dai...'
Mike
respirò a fondo.
Al
che Chez cominciò a squillargli ripetutamente.
Mike,
per non mangiarsi il figlio, decise di andare in sede a suonare un
po' per calmarsi.
Ovviamente
aveva finito per spegnere il cellulare, dicendo ad Anna di chiamarlo
in sede se serviva.
Si
era messo un po' al pc ma poi si era imbattuto nelle foto della
serata precedente e se su di sé ed Anna si era rivelato molto
soddisfatto perchè riuscivano ancora a sembrare una coppia perfetta,
su Chester e Talinda che si baciavano come non serviva fare gli si
rivoltò lo stomaco.
Lasciando
il thé nella tazza, chiuse e si alzò.
-
Che poi è una stronzata, le coppie perfette non esistono! Non tocco
Anna da... Dio, non so nemmeno quanto... non so come cazzo fa
Chester, quello ce l'ha sempre in tiro ed un buco vale un altro.
Bene, che si tenga Talinda! - Non lo pensava davvero ma quando si
arrabbiava finiva per perdere seriamente le staffe e dire cose che
non voleva.
Tentò
vari modi per calmarsi senza grosso successo e quando stava
rinunciando all'idea, la porta di aprì e si chiuse.
Mike
si alzò di scatto dallo sgabello imbottito e si precipitò
all'ingresso.
Lo
sguardo era sottile, gelido ed infuriato.
Chester
sorrideva spavaldo.
-
Allora esisti ancora! Pensavo fossi morto! - Esclamò ironico.
Mike
strinse anche le labbra strette e pensò che poteva anche ucciderlo
volendo, perchè no.
-
Non pensavo te ne importasse. - Eccolo là, si disse trionfante
Chester.
Geloso.
Come
l'amava quando faceva il geloso.
Si
avvicinò per fare le famose moine ma si scontrò con un muro di
cemento armato quando lo vide sgusciare dalla sua presa e tornare
allo studio fingendo un importante lavoro al computer.
-
Dai, Mike... - Lo seguì Chester.
-
C'è qualcosa che volevi da me che mi hai cercato, oppure sei venuto
solo per darmi fastidio? - Ma quanto la faceva lunga, pensò!
Mike
era seduto alla scrivania ed aveva ripreso la tazza di thé ormai
quasi del tutto fredda.
-
Avanti, non farla così lunga... cos'è, per l'anello? - Mike respirò
a fondo.
-
Lo sai perchè. - Era vero. Ma era altrettanto vero che a volte
poteva semplicemente dire cosa aveva e basta.
Si
appoggiò con le mani ai lati del tavolo, dietro di lui in una specie
di abbraccio. Non lo toccava ma avvicinò il viso al suo e sul suo
orecchio sussurrò.
-
Magari è perchè ho fatto il mio teatrino con Talinda... - Mike
strinse la tazza ed indurì le labbra, l'espressione marmorea.
Respirava a scatti.
Cercava
di sedurlo per fare pace e mettere tutto da parte.
-
Teatrino? Lo chiami teatrino? Non potevi evitarle tutte quelle scene?
- Era stato davvero esagerato ma spesso lo era.
Chester
sogghignò soddisfatto. L'adorava così geloso.
-
Ma io lo faccio per distogliere l'attenzione ed i sospetti da noi...
- Mike a quel punto non resistette ed agendo completamente d'impulso
tirò il thè in faccia a Chester. La tazza era grande e conteneva
ancora tre quarti di liquido, fortunatamente tiepido.
Chester
rimase chino su di lui, rigido e sconvolto, senza respirare e a bocca
aperta mentre gli occhi erano chiusi.
Mike
poi mise giù la tazza e si tolse dalla sedia e dalle sue braccia.
Era un po' bagnato anche lui, si asciugò il lato della testa con la
manica della maglia e si voltò a fissarlo. Ora era dritto e senza
parole lo fissava ebete. Non capiva se stava per scoppiare e fare una
sfuriata o se aveva la coda fra le gambe. Decise di mettere in chiaro
le cose.
-
Chiariamo una cosa, non lo fai per questo, lo fai per te e per
divertirti sulle mie spalle. Sai che mi dà fastidio e quindi
troieggi con lei! Per questo quando scopi con lei poi me lo dici
sempre, perchè ti piace quando mi arrabbio! La vuoi sapere la
novità? Scopatela pure quanto vuoi, da ora hai solo lei! - Con
questo si voltò e decidendo seriamente di chiudere si allontanò
uscendo dallo studio.
Chester
rimase di sasso e registrò in un secondo momento cosa significava.
Fu
velocissimo a raggiungerlo e prenderlo per le spalle, voltarlo e
bloccarlo allacciando le mani dietro alla schiena.
Guardandolo
a tu per tu disse sadicamente soddisfatto.
-
Non fare il coglione! È mia moglie, ogni tanto scopiamo e siccome
non voglio fare le cose di nascosto da te, te lo dico! Tu sei solo
geloso e la cosa mi piace ma non infierisco volontariamente solo per
vederti arrabbiato! -
Mike
non ci vide più, lo sapeva che era così. Lo sapeva. Perchè diavolo
doveva prenderlo per scemo?
Se
fosse stato zitto e l'avesse baciato forse l'avrebbe potuto
perdonare, ma così non poteva e spingendolo si liberò dal suo
abbraccio. Cominciò a parlare furioso ed agitato, fuori di sé, e
nel mentre continuava a spingerlo.
Chester
indietreggiava non potendo fare altro andando in giro per la casa
senza sapere dove stava finendo.
-
Sei uno stronzo figlio di puttana, ecco cosa sei! Tu sei il sadico
per eccellenza! Lo fai esattamente per questo! Perchè il tuo ego si
nutre quando sono geloso e lei è l'unica che mi ingelosisce! Quindi
te la scopi e me lo dici! Allora fottitela, che cazzo vuoi da me?
Però non prendermi per il culo, Chester, che non lo sopporto!
Smettila! - Dopo un tragitto a spinta per lo più a casaccio, si
ritrovarono in camera e quando se ne rese conto decise di girare la
cosa a suo favore.
Mike
si rabboniva in un unico modo, sicuramente sarebbe bastato.
Si
morse il labbro e smise di indietreggiare alle sue spinte, lo prese
per i polsi e con forza lo girò spingendolo giù sul letto.
Mike
cadde non aspettandoselo e furioso, quando si trovò le sue labbra
premute sulle proprie come se lo stesse violando, si ribellò.
Chester non poteva osare, non poteva proprio.
Lo
morse sul labbro.
Questo
non se lo sarebbe mai aspettato e seppure eccitato per il gesto ed il
dolore, rimase a guardarlo incredulo.
-
Smettila! - Disse deciso.
Ma
Mike non la pensava allo stesso modo e servendosi delle gambe cambiò
le posizioni. Una piccola lotta a cui lui ebbe la meglio poiché
furibondo.
Lo
teneva premuto giù col corpo, gli teneva i polsi ai lati della testa
e sembrava un violentatore che voleva sopraffare una povera vittima.
Il
labbro di Chester era gonfio per il suo morso ed un rivoletto di
sangue addirittura usciva. Mike si fermò attratto da esso e da quel
colore ed invece di continuare ad urlare fu come se un fulmine lo
illuminasse.
Da
furioso divenne repentinamente serio ed indecifrabile, duro anche.
Con un che di gelido e...
Chester
si eccitò subito riconoscendolo.
Era
quando gli veniva il raptus e lo scopava con cattiveria.
Mike
allora tornò sulla sua bocca e riprendendo il labbro morso, lo
succhiò. Siccome il sangue non era abbastanza strinse coi denti
ancora per avere più da succhiare. Allo stesso modo lo curò e
Chester rimase con le palpitazioni che salivano.
Essere
violato da Mike?
Ci
sarebbe stato per il resto dei suoi giorni.
-
Ti piace quando sono geloso perchè poi mi arrabbio e ti scopo
forte... - Non era scemo, l'aveva capito, lo sapeva benissimo.
Chester provocò ancora, era nato per quello.
-
E' a te che piace scoparmi forte, ti faccio solo un favore... - Mike
senza un input non si accendeva in quel modo, rimaneva
tendenzialmente dolce.
-
Se è questo che vuoi basta dirlo. - Aggiunse lasciandogli i polsi
per strisciare lungo le braccia. Raggiunta la maglia gliel'alzò,
quindi strattonò verso l'alto in modo da tirargliela via. Chester
collaborò il necessario e alzate le braccia, una volta che fu
sfilata via del tutto cercò di toccarlo ma Mike, sicuro e
determinato, gli prese le mani e gliele fermò contro il materasso.
Chester
decise di stare fermo.
Il
compagno allora scese da sopra per aprirgli i jeans stretti, alzò il
bacino e glieli tolse insieme ai boxer. Quando fu nudo Chester pensò
che ormai c'erano. L'avrebbe girato e l'avrebbe scopato
violentemente.
Non
successe.
Quando
lo sentì alzarsi ci rimase male e tirandosi su sui gomiti per vedere
che faceva, notò che cercava nei cassetti.
-
Mike? - Lo chiamò non capendo.
Quando
arrivò con le manette rivestite di gomma nera in modo che non
facessero molto male, sorrise incosciente ed eccitato.
-
Ah, ma guarda un po'... - Mike si raddrizzò e lo guardò severo.
-
Zitto! - L'ammonì risalendo sul letto a cavalcioni. Era ancora
fastidiosamente vestito e Chester si beava di ogni suo atteggiamento
da padrone. Era un attivo fantastico, lo dominava completamente,
specie se era arrabbiato.
Allora
tenend le manette fra i denti, cosa che per poco non fece venire
Chester, gli prese i polsi ed usando una forza più marcata del
solito glieli incrociò sopra la testa, quindi li legò alla
spalliera del letto. Infine rimase seduto su di lui un attimo, si
chinò e leccandogli la guancia disse gelido come prima.
-
Visto che ti piace quando mi arrabbio e che mi fai ingelosire di
proposito, ora avrai quello che ti meriti... -
Chester
si stava per gustare un momento di sesso sfrenato e splendido ma
quando lo sentì che si alzava ci rimase a dir poco male.
Lo
fissò non capendo e con aria da 'Are you fucking kidding me?' lo
vide mentre, ancora vestito completo, si sedeva su una sedia dopo
averla spostata in modo da guardarlo interamente ed in maniera
perfetta.
Solo
si sedette.
Accavallò
le gambe, incrociò le braccia al petto e severo come poche volte era
stato, cominciò a fissarlo.
-
Mike, che cazzo fai? Non è un gioco erotico questo! - Mike alzò un
sopracciglio scettico.
-
Come no? Aspettare il momento in cui deciderò di scoparti non è un
gioco erotico? Scusa ma sei tu che mi hai provocato tanto perchè ti
piace quando comando e faccio certe cose. Ora che le faccio non ti
piacciono? Non capisco, dovresti pensare meglio a quello che fai...
ops... ma che dico... TU NON PENSI MAI! - Concluse alzando la voce
arrabbiato. Non gli sarebbe andata giù facilmente e voleva solo che
capisse una volta per tutte che le bastardate gratuite le poteva
evitare.
-
Oh, solo perchè ti faccio ingelosire con Talinda! - Chester tirò i
polsi un po' per vedere se l'aveva chiuso bene e vedendo che era così
si fermò e lo fissò. Era fermo e altero. Non gli toglieva gli occhi
di dosso.
-
Tu fa pure quello che vuoi, lo faccio anche io. Perchè ti lamenti?
Non ti piace questo gioco? Mi deve venire voglia, Chester. Altrimenti
non mi si drizza e non godi abbastanza. Lo faccio per te, che dici? -
Ecco qua, quello che gli diceva lui.
'Io
pomicio con Talinda così tolgo i sospetti da noi...' a Mike questo
discorso mandava in bestia.
-
Sei geloso... - Ripeteva senza saper che altro dire.
-
E tu mi fai ingelosire apposta perchè ti piaccio, ti sto
accontentando, non ti va bene? Io pensavo di farti felice... - Aveva
intenzione di ritorcergli contro ogni cosa. A volte aveva
l'impressione di essere lui la marionetta nelle sue mani, doveva
smetterla.
Era
una sfilza di coltelli affilati nella carne, ogni volta che lo vedeva
con lei. Perchè sapeva che gli piaceva scopare, non l'avrebbe mai
fatto tanto altrimenti.
-
Non ti facevo così dominatore! - Disse poi inclinando il volto in
un'espressione di sadismo divertito. In un certo senso non era male,
si disse. Spingere Mike a certi livelli era bello, lo stupiva sempre
e poi non se ne pentiva mai.
Si
fidava, sapeva che non gli avrebbe fatto davvero del male. Il peggio
sarebbe potuto essere che non lo scopava.
Ma
sicuramente sarebbe finita bene per lui!
Mike
non disse più niente e rimase in perfetto silenzio, immobile a
fissarlo per una mezz'ora abbondante.
Chester
l'assecondò e sistematosi comodo sul letto rimase buono a guardare
il suo compagno sorprendentemente suscettibile.
L'adorava
quando faceva così.
Lo
immaginò a saltargli addosso violento e si eccitò di nuovo. Tirò
appena i polsi e la sensazione sulla pelle lo fece sospirare.
Per
quanto era innamorato perso di lui, lo vedeva come una specie di Dio.
Poteva
stare ore a guardarlo.
Lui
e la sua aria da bravo ragazzo perfetto. Buono. Dolce. Che non si
arrabbiava mai. Paziente.
Era
una specie di signore delle tenebre, invece.
A
lui piaceva per quello, perciò 'troieggiava' e lo provocava.
Per
istigarlo.
Cominciò
ad immaginare tutto quello che avrebbe potuto fargli. E quello che
avrebbe voluto che gli facesse.
E
naturalmente non tardò ad eccitarsi da solo, senza dover strofinarsi
in alcun modo né muoversi.
Mike
lo notò subito.
Lo
fissava di proposito, percorreva il suo corpo di continuo. Non sapeva
come poteva stare mezz'ora a guardarlo in quel modo, ma ci riusciva
benissimo.
Quello
che lo stupiva era Chester che legato in quel modo si eccitava
comunque.
“E'
un'autentica puttana!”
Pensò
ricordando come la sera prima si era mangiato le patatine. Non era
normale. Ora gli avrebbe dato una lezione. La giusta lezione.
-
Ti piace guardarmi? - Chiese Mike con un tono serio e composto.
Chester
non aspettava altro di poter interagire con lui e quando sentì la
sua voce dopo molti minuti di silenzio, l'eccitazione salì. Sapeva
che non era normale ma era effettivamente una situazione intrigante.
-
Mi piace che stai lì a fissarmi nudo! - Mike ci avrebbe giurato che
poi gli sarebbe piaciuto, lo conosceva bene.
-
E dimmi... preferisci che stia fermo o che faccia qualcos'altro? - La
sua voce cominciava ad essere bassa e suadente, ma sempre comunque
provocante. Sapeva giocare molto bene a quel gioco, anche meglio di
Chester.
-
Dipende da cosa fai... - ormai voleva che scatenasse la sua fantasia
e sapeva che era sul punto di farlo.
Forse
poteva stuzzicarlo ancora un po'...
Mike
rispose a fatti.
-
Del tipo... - Lasciò sospesa la frase mentre la mano scendeva fra le
gambe aperte. Non si slacciò i pantaloni, non si tirò fuori
l'erezione, però si massaggiò e si strofinò per bene fino a fargli
notare una protuberanza innegabile.
Chester
si morse il labbro, cercava di non essere eclatante nel suo
apprezzare quello che faceva ma non era facile. Voleva dirgli di
tirarselo fuori e fargli vedere come gli diventava duro ma quando
Mike faceva di testa propria solitamente era un capolavoro umano!
-
Lo preferisci? - Chiese poi rallentando ma continuando a toccarsi.
Chester
fece un sorrisetto malizioso.
-
Mmm... speravo in qualcosa di più... visto che sono fermo qua a
fissarti e mi annoio! - Mike tornò a fissargli l'inguine.
-
Non mi sembra che le tue parole corrispondano a realtà... -
“Cazzo,
dimmi le parolacce!” Amava quando diventava volgare. “Devo farlo
arrabbiare ancora!”
A
volte non si capiva chi gestisse e chi venisse gestito.
-
Mi ero messo a pensare a Talinda... - Ecco le cose da non dire mai a
Mike.
TALINDA!
Non
ce l'aveva direttamente con lei, quando si vedevano ridevano e
scherzavano insieme ma a Mike dava fastidio che per hobby ogni tanto
finissero a letto insieme. Lo sapeva che Chester lo faceva per
provocarlo, ma gli dava fastidio lo stesso.
-
Ah sì? - L'espressione di Mike divenne un enigma, sicuramente non
era più impassibile. Sembrava in fase di trasformazione verso la via
demoniaca.
-
Sì... sai, lei è una bella donna... -
-
Allora... - Cominciò Mike slacciandosi i pantaloni. - Se faccio una
cosa del genere... - si tirò fuori l'erezione e la prese in mano. -
non ti interessa... - così dicendo cominciò a muoverla lentamente,
andando sempre più forte. Dopo qualche mossa si portò la mano alla
bocca e se la leccò partendo dalla base del palmo e risalendo fin
alla punta delle dita. Gli occhi socchiusi. Poi riprese a
masturbarsi. Il suo membro ovviamente cresceva ma solo perchè
guardava Chester nudo e legato. Era sicuramente una visione che
aiutava.
Il
ragazzo steso gradiva molto e naturalmente non riuscì più a stare
fermo, cominciò ad intrecciare le gambe e strofinarle insieme in
modo che le cosce un po' gli dessero pace. Stava impazzendo, aveva
sempre più bisogno di toccarsi ma quello non si alzava dalla sua
cazzo di sedia. Almeno gli avesse fatto lui qualcosa...
-
Ma forse Talinda è meglio del mio cazzo in tiro... - Disse Mike a
quel punto.
“Bene,
ancora un po' e mi salta addosso... “ Chester fece un grande sforzo
per non dirgli quel che pensava davvero ma ci riuscì e irritante
come poche volte, rispose stronzo:
-
Se è solo per un cazzo in tiro direi di sì, lei ha tette e figa che
tu non hai! - Mike respirò a fondo, voleva dargli un calcio, altro
che!
Però
decise la punizione e alzandosi si tolse del tutto i pantaloni ed i
boxer, dopo di che si sedette di nuovo, alzò i piedi appoggiandoli
sul letto in modo da avere le gambe belle aperte ed un certo accesso
libero e, con Chester che aveva una visuale eccellente, cominciò a
succhiarsi le dita.
Se
le inumidì andando su e giù nella bocca come se stesse facendo del
sesso orale.
Quando
fu abbastanza bagnato, portò la mano in mezzo, fra le gambe, e
infilò un dito nella propria apertura.
Fu
facile, con Chester lo faceva regolarmente.
Sentì
la consueta sensazione al tatto e dopo un paio di movimenti infilò
anche il secondo dito.
Questo
gli permise di sentire più piacere e fu ancora meglio quando andò
fino in fondo. Non dovette fingere nel buttare la testa all'indietro
e nel chiudere gli occhi avvolto dal piacere.
Chester
lo maledì, voleva scoparlo immediatamente ma non poteva, come osava?
Basta, aveva capito... perchè non gli saliva sopra e non lo
picchiava mettendoglielo dentro a freddo?
Non
resisteva più, fremeva, aveva un caldo bestiale e spingeva col
bacino verso l'alto non sapendo più cosa fare. Tirava i polsi e
soffriva come non mai.
Quando
Mike notò che era arrivato al punto massimo di sopportazione,
sorridendo con un certo sadismo che solitamente non gli si addiceva,
si alzò e così com'era, con una calma senza precedenti, senza dire
niente, se ne andò dalla camera.
-
Mike? - Chiese Chester roco pensando che invece sarebbe salito sul
letto. Shockato lo chiamò ancora. - MIKE CHE CAZZO DI SCHERZI SONO?
-
Mike
spuntò di nuovo con un sorriso gelidamente snob.
-
Scusa, ho voglia di una birra... -
-
Ora?! - Quello non gliel'aveva mai fatto... Mike annuì e sparì di
là.
Ok,
quello era l'appartamento del gruppo, teoricamente tutti potevano
venirci quando volevano ma nessuno ci dormiva e soprattutto tutti
suonavano il campanello, non era preoccupato per questo.
-
Faccio una telefonata... - Disse tornando a prendere il telefono sul
comodino.
Chester
lo fissava sconvolto.
Come
osava quello stronzo? Andava bene cuocerlo lentamente ma istigarlo ed
eccitarlo per poi piantarlo così no... insomma...
-
MIKE, STRONZO! - Non seppe dire altro rendendosi conto che forse
aveva tirato troppo la corda.
Prima
gli era parsa una bella idea...
I
minuti scorrevano e lui non si faceva vivo, non sapeva più che
pensare, di sicuro sarebbe tornato e l'avrebbe scopato in qualche
modo fantastico. Ne era certo.
Voleva
assolutamente vedere cosa gli avrebbe fatto. Magari l'avrebbe
ricoperto di qualcosa di eccitante. Poi avrebbe usato qualche
attrezzo, gli avrebbe lasciato dei segni indimenticabili, lo
conosceva bene, non se ne sarebbe andato. Pensando a tutto quello che
avrebbe potuto fargli, convinto che a secondi sarebbe apparso,
l'ansia lo invase insieme all'eccitazione. Il tempo passava e lui
aveva solo più fantasie erotiche di prima.
Mike
restò via per molto tempo o forse poco ma a Chester parve
un'eternità. L'eccitazione era alle stelle quando, improvvisamente,
la luce si spense.
Erano
tutte le finestre abbassate ed era sera, quindi il buio fu assoluto.
Chester
non ci vide assolutamente più e trattenendo il fiato strizzò gli
occhi cercando di vederlo.
“Come
non vedo io non vede lui... che diavolo ha in mente?”
Quando
sentì qualcosa di liquido cadergli addosso su tutto il corpo gli
venne un colpo.
Un
istante, un autentico istante pensò che fosse qualcosa di sporco e
maledettamente erotico, per i suoi canoni.
Poi
pensò che comunque Mike non l'avrebbe mai fatto e, dopo ancora,
realizzò che quella cosa strana era fresca. Annusò e capì che si
trattava di birra.
-
Dai! Illudermi così! - Disse divertito e rilassato, capendo che
ormai era arrivato il momento di divertirsi.
Sentì
così nel buio completo il letto abbassarsi, era salito e le sue mani
lo scorsero spalmandogli la birra addosso, ci fu ancora silenzio e
quando al posto dei palmi ci furono le dita e le unghie, cominciò a
sospirare in un misto fra dolore e piacere. Che per lui erano quasi
la stessa cosa in certi casi.
Quando
si trattava di Mike sì!
-
Volevo vestirmi e andarmene. Lasciarti qua così finchè non veniva
qualcun altro... ma poi ho pensato che può essere un assaggio per la
prossima volta che ti viene in mente di fare qualcosa per me usando
Talinda... pensaci meglio prima... - Chester ormai era contento e
sorridendo sbieco rispose cercando il suo orecchio alla cieca, visto
che anche lui gli aveva parlato contro il proprio.
-
Questo mi sembra un invito a rifarlo... -
Lo
sentì sorridere
-
Lo sapevo che sei un porco... vuoi solo che ti scopi con qualche
giochino nuovo, no? - Era ovvio fosse così. Ormai Chester fremeva
impaziente.
-
Ma come mi conosci... -
-
E tu pensi che ti avrei legato se non avessi saputo ciò che volevi?
- Rispose suadente e penetrante. Poi con una lentezza unica, con
qualcosa di freddo, duro e liscio, cominciò a carezzarlo sul petto.
Chester sussultò ed in un secondo istante capì che era la bottiglia
vuota. Era ancora bagnato di birra ma ormai cominciava ad asciugarsi.
C'era inoltre un odore assurdo di quell'alcolico ma poteva essere
interessante usare la bottiglia.
-
Ma io so che non mi deludi mai... -
-
Allora adesso dimmi... - Disse Mike sul suo orecchio. Chester era
sempre più caldo. La bottiglia sul basso ventre. - Preferisci
questa... - morse il lobo e lo tirò per poi staccarsi e accendere
una piccola luce sul comodino coperta con un fazzoletto in modo da
dare solo un alone vago alle cose. Gli passò poi il collo
dell'oggetto sull'inguine. Prima intorno e poi sul membro ancora
eccitato.
Rimaneva
una cosa da dire ma prima di completare la frase gli alzò una gamba
e gli accostò la bottiglia per la parte piccola all'entrata.
A
freddo non sarebbe stato piacevole da subito, non l'aveva toccato
prima ma era così voglioso che sicuramente non sarebbe stato male.
E
male non fu.
Shockante
in un primo momento, quando entrò, poi dannatamente piacevole.
Sorprendente.
La
conformazione del vetro era a cono, il collo era sottile e poi si
allargava.
Mike
fece attenzione a non infilarglielo troppo, sapeva che c'era il
rischio si rompesse dentro.
Lo
fece finchè non sentì lo sforzo. Era facilitato anche perchè era
vetro ed era liscio, non dovette bagnarlo e lubrificarlo.
Chester
sospirò e gemette per tutto il tempo in cui l'estrasse e glielo
rimise dentro e quando lo sentì troppo in estasi lo tolse per poi
risalire mordendogli con poca gentilezza varie porzioni di pelle.
Non
che ci fosse molta carne.
Le
mani sempre alte e bloccate.
Tornò
all'orecchio, lo morse ancora e poi gli si mise a cavalcioni sopra.
Prima
di appoggiarsi mormorò roco.
-
O magari preferisci il mio cazzo? - Domande idiote, pensò Chester.
La
voce gli morì in gola perchè Mike decise di stendersi sopra e
appoggiargli l'erezione sulla sua.
Ecco
il gemito trasformato in sospiro afono.
Un
istante fermo e poi muoversi su e giù su di lui, dalla coscia
all'addome, l'accarezzava con molto impegno e per un momento Chester
soffrì seriamente per non poter prendere il suo sedere a piene mani
e muoverselo sopra.
Sentiva
il suo sesso eccitato e ben delineato sulla pelle e di volta in volta
saliva sempre di più, sempre di più fino a che non si decise a
sedersi sul suo viso, senza schiacciarlo.
Allargò
bene le gambe, si mise in ginocchio e dritto con la schiena si prese
sulla spalliera del letto, accanto alle sue mani ammanettate.
E
si mosse infilandogli l'erezione nella sua bocca.
Chester
non poteva usare le mani, poteva solo tenerla aperta e succhiare ma
voleva dannatamente muoverselo addosso, prenderlo, alzarlo ed
abbassarlo, stringerlo, affondare le dita nella sua apertura. Voleva
toccarlo, voleva essere lui, ora.
Perchè
era così crudele?
Certo
che l'aveva voluto lui, ma ora poteva liberarlo, voleva fare
qualcosa...
Mike
non intendeva accontentarlo.
“Mi
scopa la bocca come se fosse il mio culo!”
E
per certi versi Chester sfoderava delle espressioni definite proprio
'da culo'. Non si sarebbe fermato.
Lo
sentiva muoversi sopra, alzarsi e sedersi, inarcare la schiena ed
incurvarla, sistemarsi meglio e ondulare il corpo come se stesse
cavalcando oscenamente.
Se
lo immaginò non potendolo vedere e si eccitò anche più di prima.
Voleva
lo scopasse, ne aveva di nuovo bisogno ma non poteva nemmeno parlare,
oltre che muoversi. Non poteva fare niente altro che essere il suo
oggetto e sperare che l'avrebbe anche accontentato.
Sapeva
che l'avrebbe fatto ma non poteva immaginare quando e come.
Quando
Mike si sentì soddisfatto si tolse e si sentì nudo anche se lo era
da molto ormai. Si sentì nudo e vuoto. Si era proprio tolto da lui,
non lo toccava con niente.
Chester
aprì ancora la bocca e tirò fuori la lingua nella sua direzione,
era lì accanto che lo guardava e si massaggiava ancora il sesso per
non farlo scendere.
Intendeva
entrare e basta?
Si
esaltò.
Lo
sperava.
Che
glielo mettesse dentro.
Mike
ridacchiò capendo ogni sua espressione e si chinò avvicinando il
viso al suo, aprì la bocca e tirò fuori la lingua. Fu la prima
volta che l'accontentò veramente. Non unì le labbra, lo leccò e
basta e Chester se lo fece bastare.
Quando
si separò però non riuscì a trattenere la richiesta.
-
O mi liberi o mi scopi... - Poteva anche essere scopato legato,
bastava lo facesse.
Mike
sogghignò.
-
Ma dai... sei già stufo di stare legato? Non era il gioco che volevi
tanto fare? - Chester si morse il labbro.
-
Voglio di più il tuo cazzo dentro... - Mike si abbassò sul suo
stomaco, lo leccò e parlò a diretto contatto con la sua pelle
sensibile che sapeva di birra, era appiccicaticcio.
-
Preferisci il mio cazzo in culo piuttosto che la libertà? Sei uno
schiavo perfetto... - Chester poteva farlo solo perchè era lui, non
si sentiva costretto, obbligato o legato davvero, né tanto meno
sottomesso. Si sentiva come uno che era accontentato. Mike sapeva
esattamente quello che gli piaceva e semplicemente lo faceva. Non lo
stava né umiliando né forzando, faceva solo quello che era meglio
per lui, quello che voleva, quello che sperava. Quindi sulla zona
sensibile dell'inguine sussurrò ancora: - tanto lo so che le braccia
così ti fanno male e ti piace per quello... - Il rapporto di Chester
con le sensazioni fisiche era tutto sballato ma ormai Mike lo
conosceva.
-
Scopami, non ce la faccio più... - Mike si alzò e si mise davanti a
lui, fra le sue gambe. Gliele alzò e le spinse in avanti e
l'accarezzò con l'erezione gonfia e tesa. L'accarezzò fra i glutei,
sull'apertura ormai pronta a prenderlo, ma non entrò.
Lo
guardò aspettando. Aspettò ciò che sapeva sarebbe arrivato.
-
Ti prego... - Eccolo lì...
Allora,
con una scarica d'adrenalina senza precedenti, entrò senza fare
piano.
Entrò
subito deciso sapendo che poteva, sapendo che altrimenti non avrebbe
sentito quell'elettricità attraversarlo su tutto il corpo.
Improvvisamente
fu bollente e gli appoggiò le gambe sulle spalle, Mike gliele
avvolse con le braccia e continuò ad entrare ed uscire. Fu subito
molto intenso, il ritmo vertiginoso e le mani che non sapevano stare
ferme passavano sulle sue cosce graffiandolo e poi sui suoi fianchi
per gestirselo meglio. Entrava ed usciva andando sempre più in
dentro e sempre più veloce. Quindi ci riuscì.
Quindi
fu la fine.
Chester
non aveva mai goduto tanto come era successo quando, nel pieno del
piacere più estremo, aveva tirato le mani rendendosi conto di essere
ancora legato ed alla completa mercede di Mike. Mike che lo scopava,
finalmente, senza complimenti.
Lo
faceva suo in quel modo rude e forte, duro... come gli piaceva... lo
sentiva, lo voleva, lo aveva, lo possedeva. Era suo e solo suo e si
fidava, non gli interessava di essere legato ed indifeso, sapeva che
poteva anche ucciderlo, picchiarlo, lasciarlo lì per giorni ma
sapeva anche che non l'avrebbe mai fatto. Per questo si sarebbe
sempre lasciato fare di tutto da lui, di tutto.
L'orgasmo
arrivò quasi insieme. Chester un istante prima e si sporcò da solo
mentre Mike gli venne dentro vedendolo così sporco del suo sperma.
A
quel punto si sconnesse lui stesso e non capendo più niente si
lasciò cadere all'indietro un attimo, si appoggiò su una mano, era
ancora con le gambe piegate e larghe incastrato a Chester e non
capiva nemmeno se era dentro o fuori.
Respirava
con frenesia, il suo corpo palpitava bollente e forse i sensi erano
andati a quel paese.
Prima
di tornare a capire qualcosa, passò del tempo e si accorse che
Chester aveva le gambe aperte intorno a lui e che era ancora legato e
stravolto, oltre che sporco.
Lo
guardò ansante e prendendo un fazzoletto lo pulì velocemente per
poi liberarlo.
Quando
ebbe finito con tutto si lasciò cadere stanco sul suo petto.
Era
sporco, appiccicaticcio, sudato e puzzava di birra, ma non poteva che
stare lì su di lui.
Chester
abbassò piano le braccia, gli facevano male ma non era mai stato più
soddisfatto di ora.
Fu
così che lo cinse e gli baciò la testa con dolcezza per
ringraziarlo d'averlo accontentato come sempre.
-
Lo sai che mi piace quando sei geloso... diventi matto... ed ormai
sei geloso solo quando faccio lo stronzo con Talinda... - Spiegò
alla fine cauto. Mike lo sapeva ma non gli piaceva lo stesso la
spiegazione. Gli diede un pizzicotto sul capezzolo e sul suo collo
mormorò sfinito:
-
Un giorno rischi che ti uccida, mi manda fuori di testa quando fai
così con lei... - Chester ridacchiò sadico.
-
Correrò il rischio... - Perchè tanto sapeva che non ci sarebbe mai
stato niente del genere.
Con
la tranquillità di sempre si lasciarono prendere dal sonno.
Certi
discorsi fra loro non finivano mai, sarebbero andati avanti sempre e
sempre ma quello che piaceva tanto a Chester, Mike lo capiva
benissimo e lo condivideva sotto un certo punto di vista.
Non
era la perversione in sé, né il sesso, né i giochi erotici, né
vedere Mike arrabbiato e geloso.
Quelle
erano cose di contorno.
Quello
che piaceva tanto a Chester era vedere come Mike lo conosceva bene e
lo accontentava sempre, ad ogni costo.
E
a Mike piaceva il suo fidarsi ciecamente di lui, qualunque cosa gli
avesse fatto sarebbe andato bene perchè era conscio della conoscenza
reciproca totale che c'era. Nessuno avrebbe mai fatto all'altro
veramente del male se non solo ciò che all'altro sarebbe piaciuto.
Quella
fiducia totale non erano in molti ad averla.
Loro
sì.
FINE