NOTE: la fic è un regalo per
Ceinwein19, perchè è stata la 450esima commentatrice di Esseri
Viventi. Allora mi ha fatto una richiesta... il tema è Mike geloso,
mi aveva dato carta bianca ma mi aveva anche indirizzato un po' sulla
questione STP. Io volevo essere molto sadica ma poi mi sono ricordata
che lei mi aveva chiesto dolcezza, così mi sono trattenuta. La fic è
stranamente venuta in terza persona, quindi risulterà sicuramente
diversa dalle mie altre bennoda. È bella lunga ma non la divido in
due che tanto sempre di questa si tratta...
Avevo già scritto cosa è successo
riguardo l'unione di Chez agli STP, però l'avevo fatto presto, prima
che venissero fuori dei nuovi dettagli. Dettagli esplicati in questa
fic. Per cui diciamo che sarebbe la mia versione ufficiale di come
sono andate le cose.
E' vero che Mike... ha quello che dico
qua... vi lascio leggere.
Spero che la fic piaccia a
Ceinwein19...
buona lettura.
Baci Akane
SOMATIZZARE
Solamente uno sguardo stupito e niente
di più.
Mike non mostrò altro.
Era bravo a controllarsi, del resto.
Era il migliore.
Non che fosse inespressivo, però se
voleva aveva tutto sotto il suo dominio.
Specie il suo volto.
Chester ci rimase male, si era
aspettato una scenata, un diniego oppure un appoggio. Qualcosa,
insomma.
Invece non aveva detto nulla.
- Non dici nulla? - Chiese sorpreso.
Mike, che nel frattempo era tornato a guardare il monitor del proprio
computer, alzò di nuovo gli occhi sui suoi. Anche lui era stupito di
quella domanda. O per lo meno così sembrò.
- E cosa dovrei dire? -
Chester cominciò ad innervosirsi.
- Dannazione, ti sto dicendo che sono
furioso con Scott, che voglio dargli una lezione ed aiutare i ragazzi
che sono al tracollo e tu che fai? Mi guardi stupito e poi torni a
lavorare! Andiamo! Dì qualcosa! Cosa ne pensi? - Mike si strinse
nelle spalle e si grattò la nuca, rifletté attentamente su cosa
dire, poi decise per un vago:
- Aspettavo il resto dello sfogo...
pensavo che non avessi finito... -
Chester sospirò seccato sedendosi sul
divano rosso alle spalle di Mike, che si voltò seguendolo.
- Allora guardami! -
- Posso fare due cose insieme, lo
sai... - Chester si morse il labbro nervoso, un tripudio di
sensazioni interiori contrastanti si alternavano in lui, non era
facile sceglierne una e buttarsi su quella.
Da un lato era furioso con Scott,
dall'altra era seccato dalla quasi indifferenza di Mike.
- Cazzo, sono sconvolto! Sapevo che
aveva problemi di tossicodipendenza, ma non pensavo potesse arrivare
a questi livelli! È da anni che i ragazzi della band lo
gestiscono... ora se ne esce con questa stronzata che si appropria
dell'ultimo album fatto tutti insieme e del tour della band intera!
Si mette fuori come solista quando non è vero un cazzo! È così
fuori?! Non me l'aspettavo da lui! So che quando ti fai è difficile
uscirne se non hai i giusti aiuti, ma gli altri hanno avuto molta
pazienza con lui, è da vent'anni che stanno insieme... è pazzesco
che poi se ne esca così! È una bastardata! Nemmeno io avrei osato!
- Mike ascoltò con attenzione domando molto bene la sua stessa
espressione.
- Quando sei fatto non sai cosa fai,
dovevano internarlo... - Disse cercando di non sbilanciarsi molto.
Era faticoso perchè in realtà Mike voleva insultare pesantemente
Scott che odiava da tempo. Però non aveva mai osato perchè per
Chester lui era il Dio della musica, lo adorava sin da ragazzino e
naturalmente, bravo o no che fosse, non poteva dire quello che
pensava di lui.
Trattenersi non era molto saggio per
Mike, ma ci riusciva ancora.
- Dai, se è contro la volontà del
tossico non serve ad un cazzo, appena esce torna a farsi! È lui che
deve volerlo e lo sai, deve scattare qualcosa a livello psicologico!
Tu sai bene com'è, non è facile... però andiamo, come può voltare
le spalle ai ragazzi in questo modo? Hanno fatto faticosamente un
album insieme e scelto le date e lui lo piazza come solista e vuole
farlo da solo... ma non è giusto! Vuole tagliare fuori gli altri! È
da venti anni e passa che lo sopportano e gli stanno vicino e poi non
è vero che c'è solo lui! Lui è il cantante ed è importante perchè
senza di lui il gruppo vale la metà, però gli altri contribuiscono
con le musiche e sono eccezionali. -
Chester sarebbe andato avanti per tutta
la vita, se non si fosse fermato per riprendere fiato e scuotere la
testa. Era deluso. Era amaramente deluso, perchè adorava Scott, era
stato il suo cantante preferito, era stato il suo esempio, insomma.
Quando l'aveva incontrato coi Linkin Park in tour era stato un sogno
e poi diventare amico suo, amico del gruppo intero... era stato
stupendo, l'esperienza migliore dopo un concerto. Li aveva idolatrati
da sempre.
E pur di restare attaccato al suo
idolo, aveva fatto anche cose molto discutibili con lui.
Si erano 'intossicati' un paio di volte
insieme nel backstage e poi Scott si era divertito con Chester
usandolo per certi servizietti che non si era nemmeno mai reso
veramente conto di fare. Era il periodo in cui Chester non aveva idea
di dove fosse e cosa facesse. Soprattutto chi si facesse.
Si era divertito anche con Fred e
James!
Era stato il periodo di rottura con
Mike e con il gruppo, era stato infernale sotto molti punti di vista
e lui per far reagire Mike aveva fatto di tutto, toccando il fondo.
- Si sta comportando davvero di merda,
hai ragione... - Disse alla fine, sempre evitando con cura di dare
tutti gli insulti del caso.
- Cosa faresti al posto mio? Se il tuo
gruppo preferito che adori di cui sei un grande amico si distruggesse
in questo modo per colpa del cantante? - Mike sospirò e cercò una
risposta al di là del suo coinvolgimento con gli STP.
- Se il cantante fosse anche un mio
grande amico, voglio dire più degli altri, penso che cercherei di
aiutarli in qualche modo. Non so bene come, però. Con te ho fatto di
tutto ed ho sbagliato lo stesso, ma tu eri tu. Io ti amavo e poi era
il mio gruppo, capisci? Non so fino a che punto mi spingerei e come
li aiuterei... qualcosa lo farei di sicuro... - Mike non voleva
indirizzarlo perchè lo conosceva e sapeva dove stava andando a
parare, però non poteva certo rispondere falsamente... anche Chester
lo conosceva e sapeva cosa avrebbe dovuto dire.
Arricciò le labbra pensieroso. Anche
lui credeva di dover fare qualcosa ma era così arrabbiato che non
sapeva cosa.
- Ho parlato coi ragazzi e sono
furiosi, non sanno bene cosa fare. Il loro legale ha detto che ci
sarebbe una soluzione. Loro possono licenziare Scott. Dal momento che
il gruppo subisce il volere della maggioranza, se loro decidono di
mandare via Scott, possono farlo. E, naturalmente, si tengono l'album
e le date del tour.
Però comunque è una cosa radicale,
rinunciano a Scott e non risolvono molto. -
- Questa sarebbe una rottura totale...
- Mike non era d'accordo, era una cosa meschina. Anche Scott lo era
stato ma alla guerra non si rispondeva con la guerra, perchè poi non
si tornava più indietro. Mentre pensava a queste cose, una lampadina
d'allarme si accese nella mente.
Chester stava pensando a qualcosa che
non gli sarebbe piaciuto.
Ebbe la sensazione guardando la luce
strana dei suoi occhi.
- A cosa pensi? -
- Se l'è voluta Scott. Ha deluso
tutti, i fan per primi, oltre che i suoi amici. Cosa pensi che
succeda quando i fan sapranno cosa ha fatto davvero? Se la
prenderanno! Guarda che io ragiono da fan! Quando Dean mi ha chiamato
ci sono rimasto di merda! - Mike raddrizzò le antenne.
- Ti ha chiamato lui?! Pensavo fosse
una delle vostre uscite solite... - Da cui Mike stava prontamente
lontano.
- No, mi ha chiamato... - Mike sentiva
che dietro questo c'era di più.
- Perchè?! -
- Mi ha detto cosa è successo... -
Disse semplicistico.
- Dai, non ti chiamerebbe apposta per
quello! Sono cose che si dicono quando esci con gli amici, ti sfoghi,
ci bevi su... ma non chiami uno apposta per dirglielo per telefono...
cosa voleva veramente? - Chiese impuntandosi. Chester strinse le
spalle.
- Ha detto che il legale ha proposto di
cambiare cantante... - Mike inarcò le sopracciglia.
- E? -
- E basta! Cosa vuoi, Mike? Non ho
registrato la conversazione! - Sbottò seccato Chester. Mike si alzò
altrettanto seccato, prese qualche respiro ed andò in cucina
cercando di evitare la discussione. L'altro lo seguì a ruota. Quando
si alterava se ne andava. A lui mandava in bestia.
- Mike! Guarda che non mi hanno detto
nulla! -
Alla fine, sempre cercando di non
esagerare, si voltò e bevendo una birra per calmarsi, asserì:
- E perchè credi che ti abbiamo
chiamato per dirtelo? - Chester lo fissò senza capire, quando era
così criptico lo odiava!
- Che cazzo ne so, non sono un
indovino! Penso per rendermi partecipe! Boh! -
Non voleva dirlo, non voleva
indirizzarlo lui ma era assurdo che Chester non ci fosse arrivato da
solo! Non poteva essere così ottuso!
- Chester, vogliono che tu sia il loro
nuovo cantante, dannazione! È così ovvio! L'album c'è, devi solo
impararlo e sei bravo in questo. Oltretutto le altre canzoni le
conosci già perchè ti piacciono e le sai cantare! E tu di tuo sei
un cantante eccezionale, specie nel loro genere. Tu puoi cantare
qualunque cosa ma è assodato che il rock ed ogni branchia del rock è
il tuo pane! E poi la voce di Scott non ha un timbro poi così
diverso dal tuo. Sono differenti, ok, però non è che la tua è
profonda e grossa e la sua acuta e sottile! Hanno più o meno un
timbro che si richiama a vicenda. È logico il motivo per cui ti
hanno chiamato! -
Mike scosse il capo mentre Chester si
rivelò cadere dalle nuvole.
Rimase a bocca aperta, sconvolto e
sotto shock.
Non ci aveva pensato, si era preso male
alla notizia di quello che aveva fatto Scott e basta.
- Sono un idiota! - Esclamò alla fine.
Mike scosse il capo e tornò allo
studio, al suo computer. Non voleva dimostrarsi arrabbiato né
contrariato. Solo che ora sapeva cosa sarebbe successo e gli seccava
molto. Voleva evitarlo ma non poteva...
La sua voce lo scosse dai suoi
terribili pensieri. Mike si odiava per quello che gli stava uscendo
dalla testa.
- Il mio modo di cantare è stato
influenzato da lui. È per questo poi che ricordo lui. Ovviamente ho
un mio modo di cantare, una mia voce. Però di base io ho imparato a
cantare sulle sue canzoni... imitavo Scott, capisci? Io... io... loro
sono i miei idoli oltre che dei grandi amici... e sono sconvolto da
sapere che mi vogliono... - E lo era davvero. Mike chiuse gli occhi e
sospirò per poi girarsi. Aveva messo da parte il proprio fastidio.
Odiava Scott. Aveva contribuito a
drogarlo in quel periodo in cui Chez era distrutto e poi se l'era
anche fatto quando erano in rotta. Era anche antipatico come persona.
L'aveva sempre disapprovato. Riconosceva il suo talento come
cantante, ma Mike non l'aveva mai perdonato. Se l'era portato a
letto, dopotutto.
- Lo so che lo adori e che se sei
questo un po' lo devi anche a lui... cosa vuoi fare? - Disse con
dolcezza in totale contrasto con la sua parte interiore che urlava.
Chester era seduto sul divano, di
nuovo, e guardava in basso confuso. La sua mente elaborava mille cose
diverse e non sapeva orientarsi su una ed unica.
Pensava che gli dispiaceva per Scott ma
che era arrabbiato con lui, pensava gli servisse una lezione me anche
aiuto. Pensava che se a suo tempo i ragazzi l'avessero licenziato e
rimpiazzato, lui si sarebbe ucciso. Pensava anche però che non aveva
fatto una cosa così grave come Scott. Oltretutto gli STP erano gli
STP per lui... i suoi preferiti... una specie di sogno di ragazzino.
Chi non aveva sognato di poter essere Scott?
- Non lo so... da un lato sarebbe una
bastardata ma non certo peggio della sua. Gli serve una lezione, una
forte scossa per capire cosa ha fatto. Se lo ripagano con la stessa
moneta, forse, lo capisce, no? Oppure si ammazza... in ogni caso non
merita nulla... ha passato il segno... - Chester parlava a ruota
libera di tutto quello che gli passava per la testa, Mike scosse il
capo, alzò le mani e si sedette con lui circondandogli le spalle col
braccio.
- Non devi pensare se sia giusto o
sbagliato. Devi solo pensare se lo vuoi fare o no! Scott si fotte,
dannazione! Si è comportato malissimo! È sempre stato uno stronzo,
andiamo! E quello che ha fatto con te io... io non l'ho mai digerito!
Quindi sappi che se vuoi la mia opinione, quello si merita una gran
bella lezione! Ma al di là di questo... tu lo vuoi fare? Vuoi essere
il loro nuovo cantante? Se sì fallo, altrimenti no! Semplice! -
Chester ci rimase di stucco. Aveva pensato in una scenata o qualcosa
del genere, invece l'aveva stupito con quello.
Lo guardò a bocca aperta col cuore che
cominciava a battere.
- E tu saresti d'accordo? - Chiese con
un filo di voce. Questo intenerì Mike che sorrise. Certo che non lo
era e non voleva che andasse con loro, ma era ovvio che Chez invece
lo volesse. Era un'esperienza da sogno.
- Ascolta, io ho potuto lavorare con
alcuni dei miei artisti preferiti... coi Fort Minor ho dato fondo a
questo mio lato e so cosa significa realizzare questo sogno. È
giusto che tu realizzi questo se è quello che vuoi. Te ne pentiresti
di rifiutare. -
Era vero, però Mike associava sempre
gli STP a Chez che lo tradiva con Scott. Anche se ora Scott non c'era
più.
Però loro poteva farseli andare giù.
E poi per Chez era una cosa importante.
Poteva sopportare di vederlo contare
con altri.
- Odi vedermi cantare coi Dead... -
Disse poi indagando circospetto. Mike si strofinò le labbra e lo
lasciò ma non si alzò, si mantenne calmo.
- No senti... i Dead rappresentano il
tuo dolore ed il mio fallimento, tutti i miei errori sono riassunti
nelle tue canzoni ed io soffro quando tu ne canti. Capisci? - Però
era anche molto geloso. La verità era che Mike non sopportava di
vedere Chester cantare con qualcun altro. Anche da solo. Chester
doveva cantare solo con lui e basta ma sapeva razionalmente che era
una pretesa assurda.
- E con gli STP ti andrebbe bene di
vedermi cantare? -
Mike alzò le spalle e si grattò la
nuca.
- Tante delle cose che fai non mi
stanno bene ma te le lascio fare, sei libero di decidere da solo, non
sono il tuo padrone. Non posso certo pretendere che tu scelga in base
ai miei capricci. - Era molto lucido e razionale.
Chester pensò che fosse proprio da
Mike ragionare in questa maniera, quindi sorrise e lo baciò
ringraziandolo con entusiasmo crescente. Stava realizzando due cose.
Quanto fortunato fosse ad avere un
ragazzo così e quante belle le cose potessero essere ogni tanto.
Da un po' di tempo a quella parte per
lui lo erano sempre!
Mike rise.
- Sei un amore! Cosa farei senza di te?
Io non saprei lasciarti libero! Ti terrei il guinzaglio! È che anche
se fai molte cose, non te ne vai con altri gruppi! Coi Fort dici
sempre che non farai più niente e per il resto si tratta o di
attività di pittore e grafico o di compositore, di conseguenza non
vedo uno che prende il mio posto a livello musicale! Sono
fottutamente fortunato, amore! Sei troppo buono davvero! - Lo riempì
di baci ancora un po' e la risata di Mike gli piacque.
- Scusa ma se lo volevi così tanto
bastava dirlo... - Mike lo conosceva.
- Non l'avevo realizzato, davvero non
avevo capito un cazzo della conversazione con Dean... - rise ancora
sforzandosi. Era un fastidio illogico ed interiore ed anche molto
egoista.
Mike sapeva che non era giusto
negarglielo, ci teneva tanto, lo voleva con tutto sé stesso e lui
amava Chester, quindi, come al solito, si sarebbe sforzato di
accettare anche quello che non digeriva.
Sorrise e gli baciò la punta del naso
con molta tenerezza.
- Sei uno scemo! Parti subito in quarta
e ti perdi discorsi per strada! Chiamali subito... -
Chester si alzò di scatto saltando
entusiasta, felice di quello che stava per realizzare. Un sogno
fantastico coltivato sin da ragazzino. Delusione di Scott a parte,
era comunque una cosa bellissima.
Poi però si girò di nuovo verso il
suo compagno ancora seduto che tratteneva il fiato.
- Sicuro che ti vada bene? Forse devo
chiedere anche agli altri! - Mike scosse il capo e gli diede un
calcio nel sedere.
- Vattene! -
Chester andò a chiamare con una luce
che poteva illuminare la notte più buia, sentì la sua voce allegra
dal soggiorno. Rimasto solo sospirò e si rabbuiò.
Era ovvio che non gli piaceva vederlo
cantare con altri gruppi e con gente che non era lui. Però era una
gelosia stupida e quindi non certo degna di nota.
E poi lui era contento ed era una cosa
obiettivamente giusta.
Non poteva negargliela e non l'avrebbe
mai fatto.
Si morse il labbro venti volte, mentre
cercava scarsamente di concentrarsi al computer. Senza successo.
Alla fine ci rinunciò.
Ovviamente non ne parlò con nessuno,
di questa sua contrarietà.
Mike faceva così. Teneva per sé le
proprie gelosie e poi somatizzava fino a starci male fisicamente.
Ma testardo com'era, non ci sarebbe
stato verso di cambiare, non sotto questo aspetto.
- E poi è solo per quest'album e
questo tour che sono già pronti, è per parar loro il culo ed
impedire a Scott di fare il bastardo. E non buttare tutto il duro
lavoro fatto fino ad ora. Finito di registrare il nuovo album e fatte
le tappe stabilite, tutto tornerà come sempre. Anche perchè Chez
per fare le canzoni che vuole, canzoni personali, e cantarle in modo
diverso, ha i Dead... non avrebbe senso fare la stessa cosa anche con
gli STP. È una cosa momentanea. Non starà sempre con loro. Il mondo
lo penserà ma la realtà è che Chez dopo quell'album non farà
altro con loro! -
Mike se lo ripeteva da solo di
continuo, quando sapeva di non avere nessuno intorno. Se non suo
figlio che piegava la testa di lato e lo fissava senza capire che
dicesse.
Ma convincersene non bastò al suo
stomaco di lavorare sul nervoso.
Vedere Chester incontrarsi tanto con
Dean e gli altri, sentirlo cantare con loro, vederlo imparare altre
canzoni. Vederlo registrare con loro.
Non era bello.
E la cosa peggiore era che Chester se
lo portava spesso dietro. Non poteva inventarsi sempre delle scuse.
Detestava tutti i complimenti che i
ragazzi gli facevano.
Apprendi in un modo incredibile, sei
eccezionale, non sei come lui ma sei ugualmente fantastico, sei
perfetto...
Certo che lo sapeva!
Altrimenti non sarebbe IL SUO CHEZ!
Mike, dopo questi pensieri, si
rimproverava.
Si sentiva un idiota, oltre che
egoista.
Chester non faceva niente di male,
cantava con degli amici.
E registrava canzoni con loro.
E parlavano dei live.
Sopportò i primi tempo e sopportò
molto più di quello che lui stesso aveva immaginato.
Poi evitò i giorni in cui volevano
provare anche altre canzoni in vista dei famosi concerti interi che
avrebbero dovuto fare.
Quello proprio non poteva assistere.
- Ma ti dà fastidio? No perchè non
vieni mai! I ragazzi vogliono un parere esterno esperto ed obiettivo,
quindi mi chiedono perchè non vieni a sentire le prove... - Chester
un po' lo conosceva ma Mike gli aveva detto mille volte che andava
tutto bene. E poi in effetti il più delle volte era venuto.
Era un po' confuso nonostante
normalmente non lo sarebbe mai stato.
Il problema era la sua totale
concentrazione sugli STP ed il nuovo progetto.
Gli piaceva, lo esaltava e lo
entusiasmava.
Era più bello di quello che aveva
osato immaginare da ragazzino quando si cantava le loro canzoni in
camera da solo.
Si sentiva così al settimo cielo da
non poter negarsi davvero, non ne era capace.
Quindi Mike era una sagoma confusa
nella sua vita. Ci teneva che ci fosse e che gli desse il suo
continuo consenso, ma non approfondiva i suoi sbrigativi 'ottimo'.
Non usava mai quella parola. In
quell'ultimo periodo l'aveva utilizzata spessissimo.
Cosa significava?
Chester era confuso ma aveva troppe
cose a cui pensare e Mike si ostinava a nascondere tutto molto bene
dentro sé stesso.
Sorrideva quando voleva solo fare delle
smorfie di disgusto.
Erano bravi, erano maledettamente bravi
insieme... Chester poteva essere il cantante perfetto di tutti!
Certo, non era l'originale, ma la
verità era che funzionava molto bene.
Si ripeteva che comunque gli STP non
erano il gruppo di Chester, era il gruppo di Scott e quindi quando
fai una cosa che non è tua, per quanto ti piace non sarà mai la
stessa cosa di quando fai la tua.
Per cui i Linkin Park sarebbero sempre
stati i Linkin Park.
Ovvio.
Non aveva paura che li mollasse per
loro, che assurdità. E poi stavano insieme, fra l'altro.
Era solo pura e semplice gelosia.
Chester che cantava accompagnato da
altri individui. Che camminava da solo. Che si esaltava per altri.
Già quando cantava coi Dead era una
tragedia, lo stomaco si contorceva come non mai.
E questa volta gli capitava di avere
spesso nausea e acidità.
Quando gli cominciò l'acidità di
stomaco, Mike ovviamente l'ignorò troppo concentrato a non far
capire nulla a Chester del suo stato d'animo egoista e meschino.
Lui era felice, non poteva dirgli 'vai
da solo che vederti cantare con loro mi fa star male'.
Era così idiota. E più si
rimproverava, peggio era.
Si biasimava da solo ma al tempo stesso
non riusciva a fare a meno di essere infastidito da loro.
Quando andò dal medico e gli
prescrisse il classico medicinale per la gastrite che gli aveva detto
di essersi procurato, Mike pensò che fosse la ciliegina sulla torta.
- Deve rallentare in generale tutte le
sue attività, prendersela con più calma. Se pensa di fare un tour
pieno di date si sbagli. La gastrite deriva da stress psicofisico e
non c'è niente di più stressante per voi cantanti che i vostri
tour. Può fare la vita di sempre ma se continua a stressarsi e ad
esagerare, il farmaco non basta e finirà per bucarle lo stomaco con
una bella ulcera! Si tenga da conto, rallenti e si calmi! - Aveva
dato per scontato che fosse solo quello, il problema.
Non sapeva, il dottore, di quanto Mike
somatizzasse gli stati d'animo negativi.
E più negativo di quella gelosia,
c'era poco.
Mike aveva deciso di non dare retta al
medico.
Prendeva le pillole come prescritto ma
lo faceva in segreto. Tutto lì.
Non aveva annullato date ed impegni col
gruppo né personali.
Soprattutto non aveva detto a Chester
che gli era venuta la gastrite e che volendo rischiava un'ulcera!
Avrebbe capito subito di cosa si
trattava... non voleva farlo sentire in colpa. Ci si sentiva lui da
solo.
Somatizzare la gelosia fino a bucarsi
lo stomaco.
Come poteva?
Solo un idiota!
“E' che mi viene acidità ogni volta
che lo sento cantare con loro o che ne parla e visto che è un lungo
periodo che non fa che far quello... non ne esco bene... “
Mike andò avanti ancora un po',
cominciò coi tour come niente, spedito come un treno, piazzando come
sempre periodi di date vicine in mezzo a delle pause non
eccessivamente lunghe ma nemmeno così corte.
Ricominciare coi concerti fu una manna
dal cielo. Per quanto stressanti fossero veramente, specie per un
perfezionista come lui, fu sempre meglio che vedere Chester con gli
STP.
Il solito idiota, si ripeteva quando
sentiva lo stomaco in una morsa nel pensare a loro.
Un idiota integrale.
Bastava parlarne con Chez. Sì, e farlo
sentire in colpa!
No, era stato lui a dirgli di farlo.
Così lentamente la gastrite peggiorò
e divenne sempre più difficile nascondere che prendeva delle
pillole. Si sentiva un drogato anche se era un medicinale e non
godeva nel prenderlo.
I primi tempi andò tutto bene, poi la
cosa sfuggì di mano.
Mike non era bravo a tenere nascoste
certe cose. Gli stati d'animo sì ma se si trattava di nascondere
qualcosa che faceva, la cosa cambiava.
E poi cercava di controllare la sua
dieta un minimo. Evitava certe cose troppo pesanti, cosa che non
sarebbe mai stata da lui.
- Mike, ma ti sei messo in dieta? -
Chiese stranito Chez. - Non mangi più molte schifezze! -
- Ho solo un po' di mal di stomaco... -
Però la scusa non aveva retto per molto.
- Non hai mal di stomaco! E se ce l'hai
ti dura da troppo e devi farti vedere! Dai, chiamiamo un medico! -
Era partito Chester dopo qualche altro tempo. Mike era saltato su.
- Dai, non serve. - Vago e per nulla
convincente.
- Sì che serve! Quando io avevo
problemi di salute tu mi dicevi che dovevo curarmi! - Mike scosse il
capo testardo.
- Non è niente, dannazione! - Sbottò
alzandosi ed uscendo dalla stanza.
Chester, esterrefatto di uno scoppio
assurdo che non avveniva da molto, guardò gli altri in cerca di
spiegazioni. Alzarono tutti le mani non sapendo cosa pensare.
Così lo seguì.
Mike era in una gran lotta interiore.
Non sapeva cosa fare.
Se glielo diceva Chester capiva subito
e si sarebbe sentito in colpa. Se non avesse detto niente, avrebbe
capito lo stesso. Lo doveva depistare.
Decidendo con lucidità la cosa
migliore da fare, secondo il suo disastroso cervello, si girò
incontro a Chester quando lo sentì arrivare.
- Cosa succede? Sei strano! Non devi
nascondermi le cose... -
Mike sorrise e lo prese per la vita,
quindi l'attirò a sé e lo baciò sulle labbra distraendolo.
- Non ti nascondo niente! È solo un
po' di stress normale, le solite cose che ho quando riprendo i tour
dopo le pause... - In una di queste pause era nato il problema con
gli STP, infatti. E velocissimo Chez aveva passato tutto quel periodo
a provare, imparare ed incidere con loro. Aiutando la gastrite di
Mike.
- E perchè mangi sano? - Era una
domanda davvero assurda, Mike rise.
- Dai, ti preoccupi perchè mi prendo
cura di me? - Chester era serio. Annuì circondandolo con le braccia
a sua volta. Gli occhi di Mike erano strani, non glielo poteva
nascondere. Sapeva che aveva qualcosa.
- Sì! In tour mangiamo merda, perchè
non lo fai? - Mike rise ancora, non sapeva cosa rispondere.
- Volevo cambiare un po' ma se vuoi
torno al mio solito cibo... -
- Se stai bene... - Mike si morse le
labbra.
- Certo che sto bene... - Chester non
se ne convinse molto, infatti Mike si limitò a baciarlo di nuovo,
questa volta approfondendo.
Ma a convincerlo fu il suo menù
tornato ai soliti livelli.
E il mal di stomaco aumentò
esponenzialmente.
Doveva resistere, disse Mike.
Per Chester.
In tour fu fattibile, nonostante tutto.
Era vagamente sotto controllo poiché
la fonte di stress era lontana. Quella maggiore.
Però durante una delle pause che
previde il loro ritorno a casa e di conseguenza quando tornò a
vedere Chester con gli STP fra studio e prove, le cose peggiorarono
per il suo stomaco.
Il dolore aumentò e dovette farsi dare
delle pastiglie più forti contro la gastrite.
Sembrava un'idiozia ma non lo era.
Per un emotivo era un dramma lo stress.
E lo stress per un emotivo era causato sempre da cose generalmente
sciocche, eppure erano quelle che lo demolivano.
- Ok! Siamo pronti per uscire! - Tuonò
Chez allegro entrando in sede. Mike inarcò le sopracciglia e smise
di bersi la birra.
- Ma se sei appena entrato! -
Chester rise e si sedette a cavalcioni
su di lui, Mike imprecò perchè aveva appena preso le pastiglie e
pensando che Chez sarebbe stato impegnato con gli altri, non si era
preoccupato di nasconderle.
Cercò di catturare la sua attenzione
che per il momento era tutta per i suoi occhioni neri.
- Se vuoi entro meglio... - Disse basso
e sensuale avvicinando le labbra al suo orecchio. Ovviamente leccò e
Mike rabbrividì.
- Non ti sei nemmeno scaldato... -
Chester rise erotico, solo lui sapeva
farlo in quel modo. Era erotico qualunque cosa facesse, se voleva.
- Rimedierò subito... - da lì scese
sul suo collo chiudendo gli occhi. Succhiò mettendo a dura prova
Mike il quale era stato messo da parte da Chester proprio per
ultimare le ultime cose con gli STP. Era un periodo molto pieno e
come se non fosse bastato, con Mike avevano già cominciato a
lavorare sulle canzoni nuove.
Durante il tour era questo che
facevano.
Grazie all'attrezzatura portatile per
la registrazione, avevano cominciato anche a incidere alcune parti
vocali.
Questo aveva incredibilmente calmato
Mike che si era quasi dimenticato degli STP.
Comunque avevano cominciato coi testi
nuovi molto prima dell'avvenuta del nuovo progetto di Chester.
Con quello aveva dovuto lasciare tutte
le pause da tour a loro ed anche questo mettersi da parte aveva
alimentato lo stress di Mike.
Fortunatamente nel tour Chester era
solo suo.
Fosse stato per lui avrebbe fatto solo
quello tutta la vita. Tour e tour e ancora tour.
Però era vero che era al tempo stesso
una vita frenetica, viaggiare tanto, mangiare cose discutibili,
dormire spesso molto poco e vedere di tante cose.
Per non dire che i concerti in loro
stessi erano sempre più sfiancanti, con l'età che avanzava. Chez a
volte non era nemmeno in formissima sul palco. A volte lo vedeva
stanco ed un po' la cosa con gli STP lo preoccupava anche per quello.
Come avrebbe potuto far fronte a tutto?
Alla fine aveva annullato le tappe
europee e dell'America del nord decidendo che avrebbero potuto
prendersi più calma.
Avevano tutti pensato fosse strano ma
sapendo di quanto Mike fosse protettivo con Chester avevano pensato
che fosse un modo per non stancarlo troppo e permettergli di fare
tutto.
D'altronde Joe stava facendo un film e
loro la sua colonna sonora. Tutti avevano vari altri impegni.
Rallentare era sembrato normale.
Eppure Mike aveva nascosto qualcosa e
la sensazione in Chez era sempre rimasta.
Fino a quel giorno.
Mike cercò febbrile la scatola di
medicine per nasconderle mentre Chester gli succhiava un punto sul
collo e lo frugava sotto la maglia. Ma non fu facile, non la trovava
alla cieca e quando Chester si rese conto che stava trafficando
invece di spogliarlo, smise di assaggiarlo ed infastidito guardò la
sua mano.
- Che diavolo stai facendo? - In quel
momento successe.
Mike chiuse gli occhi consapevole e si
fermò.
Chester vide la scatola, la prese e non
dovette leggere le istruzioni, sapeva per cosa si usavano quelle
medicine. Lui le aveva usate tanto per molto tempo.
- Allora era questo che nascondevi! -
Disse con un tono carico di tutto ed al momento indecifrabile.
Mike aprì gli occhi, il compagno lo
fissava accigliato cercando di capire. Ma capire cosa?
Stava elaborando.
- Cosa credevi che nascondessi? - Provò
a distrarlo in qualche modo dalla questione.
Chester, nel dover rispondere, si
strinse nelle spalle e ci pensò.
Ne aveva pensate tante in quel
periodo...
- Che ne so, cazzo! Non mi hai mai
nascosto niente! Non sapevo cosa cazzo pensare, dannazione! Eri
strano ma non... non mi facevi capire un cazzo! Non sapevo dove
orientarmi! Hai la gastrite, si può sapere perchè diavolo non me
l'hai detto? Da quanto ce l'hai? - Chester ancora non ci era arrivato
e Mike pensò che forse poteva cavarsela.
Lo spinse per alzarlo da sé e si tirò
su a sua volta dalla sedia, andò in cucina e buttò la birra vuota.
- Ma niente, è una sciocchezza... da
qualche mese... solo che sai com'è... quando hai qualcosa sono tutti
lì iperprotettivi a dirti cosa fare e a trattarti come se avessi
chissà cosa! Era solo una gastrite! Tutti ce l'hanno! Il medico mi
ha anche detto che la birra giapponese è leggera e la posso bere lo
stesso... - Chester lo seguì e scosse il campo.
- Sei un'idiota, potevi dirlo almeno a
me... -
- Eri quello che mi sarebbe stato più
addosso! -
- Sì però ti sei mangiato delle
schifezze solo per depistarmi! Ti sarà peggiorata! - Ormai era
esperto di quelle cose. Mike alzò le spalle e mitigò la cosa.
- Dai, non importa. Ora va tutto
bene... cosa... cosa volevi dire, quando sei arrivato? -
Mike cambiò discorso senza sapere di
essersi scavato la fossa da solo.
Chester se ne ricordò e tirò fuori il
suo i-phone, poi con gran entusiasmo gli fece vedere un'applicazione
specifica.
- Questa è la traccia Out of time, il
primo singolo dei nuovi STP! Quando mi danno l'OK la posso mettere in
rete nei miei profili e pubblicizzarla. Stanno preparando delle cose,
poi sono in programma delle interviste per spiegare cosa è successo
e... però ormai è praticamente pronto! - Era felice e al settimo
cielo e quando fece partire la traccia che aveva già sentito fin
troppe volte, Mike si sforzò per non dargli le spalle.
Era da studiare in laboratorio. Bastava
sentire quella traccia che le fitte allo stomaco cominciavano.
Era un idiota integrale.
Cercò di rimanere tranquillo ma a metà
le fitte furono troppo forti e dovette per forza sedersi. Questo
attirò l'attenzione di Chez che già visionava la sua espressione
per capire se gli piacesse quello che sentiva. Che aveva già sentito
mille volte. Ci teneva molto che a Mike piacesse veramente.
La canzone proseguiva, la voce di
Chester cantava con gran padronanza di sé, tirando fuori versi non
suoi, non loro. In uno sfondo musicale che non gli apparteneva. Non
aveva messo lui mano a quella canzone, ma qualcun altro.
E lui non l'avrebbe accompagnato né
con la chitarra, né con le tastiere, né con la sua voce.
Si morse il labbro ed alla fine dovette
cedere. Il dolore allo stomaco era troppo, così forte non era ancora
stato. Si mise la mano sullo stomaco e si piegò esternando
finalmente il dolore. Un dolore somatizzato ma che in realtà era
tutto interiore.
Era la prova fisica di quanto idiota
fosse, si disse Mike furioso con sé stesso per quella scenata!
Ma era proprio insopportabile, quella
volta.
Maledettamente insopportabile.
Chester fermò la canzone e impallidito
si precipitò da lui, si inginocchiò e gli prese le spalle fra le
mani, dopo di che alzò gli occhi preoccupati.
- Mike, cosa ti prende? Lo stomaco? -
Era in ansia, adesso.
Mike annuì.
- E' solo una fitta, ora farà effetto
la pastiglia... - Chester corrugò la fronte mentre gli massaggiava
le spalle per avanti scendendo sulle braccia e poi proseguendo con le
mani.
- Pensavo che stessi guarendo, hai
detto che stavi meglio... - Mike abbassò lo sguardo e fu imbarazzo.
Chester si contrasse in quella reazione insolita.
- Mica è colpa tua se stai male...
però dovevi curarti meglio... ti sei trascurato? - Era molto dolce,
voleva metterlo a suo agio per farlo parlare. Stava macinando
qualcosa, ormai lo capiva subito.
- Non è questo... - Mormorò
vergognandosene.
Chester non capiva proprio.
- E cosa allora? - Non ci sarebbe di
certo mai arrivato, del resto era stato bravissimo a non fargli mai
pensare a nulla.
Mike non sapeva dirlo, lo stomaco gli
faceva ancora male come avesse tanti aghi che lo perforavano
dall'interno, però non riusciva a parlare per pura vergogna. Si
sentiva meschino ed egoista eppure non sapeva che farci.
Così alla fine guardò il suo
cellulare abbandonato accanto.
Chester lo fissò senza capire.
- Il mio cellulare ti fa star male? -
Mike lo fissò esasperato. Davvero non ci arrivava? - No, non mi
dirai che canto così di merda! Dai sono bravo, so di essere bravo!
Non è una mia canzone ma mi hai sempre detto che faccio mio tutto
quello che canto... - Chester pensava di star dicendo un'altra
cazzata ma Mike sospirò insofferente, era una tortura anche quella,
così lo allontanò seccato e si alzò arrabbiato con sé stesso, si
mise a debita distanza perchè non si sentiva meritevole di essergli
vicino.
- Non è il modo in cui la canti, sei
bravissimo, dannazione! - Chester si alzò esasperato anche lui,
proprio non capiva.
- E allora?! -
- E allora a me manda fuori di testa
che sei in un altro gruppo, ok? So che non ci hai lasciati e non ci
lascerai mai, so che noi saremo sempre il tuo primo gruppo. E non è
una questione di gruppi! E nemmeno fra noi, so che non c'è nessuno
che potrebbe portarti via da me... io... io non so cos'è! Da quando
ti vedo cantare con loro, da quando so che stai tanto con loro...
io... non so! Ti ho sempre sostenuto, so quanto sia importante per
te, so tutto e non voglio assolutamente contrastarti! Voglio che tu
faccia questa cosa! Ma mi dà fastidio vederti con loro, va bene? Tu
sei mio, sei nostro! Ed è una cosa così stupida, ma così
stupida... e soprattutto egoista ed infantile, che ho sempre
soffocato questa mia sensazione! E nel soffocarla l'ho somatizzata
fino a bucarmi lo stomaco! Dannazione! E sapendo che lo stress per
questa cosa degli STP mi aveva provocato la gastrite mi sono sentito
un imbecille e l'ho nascosto a tutti, ma quando sto con te e non ti
devo condividere con loro va tutto bene. Quando facciamo il nostro
nuovo album, quando facciamo il tour... però quando parli di loro,
mi canti le loro canzoni, mi chiedi pareri su di loro io... io mi
sento male! Sono un idiota! Un maledetto egoista! - Con questo
esplose e poi si girò di schiena vergognandosi come un ladro di
quello che aveva detto ma ancora più di provarlo.
Di provare tutte quelle cose.
Come poteva?
Era così infantile!
Farsi venire addirittura il mal di
stomaco!
Pensò di sentire Chester ridere o fare
una piazzata o andarsene. Invece, dolci le sue braccia lo cinsero da
dietro e la sua guancia si appoggiò delicata alla sua spalla. Da
quando era diventato così dolce?
Da quando era cresciuto, cambiato e
maturato fino a quel punto?
Sconvolto sin nel profondo, Mike smise
di respirare ma non riuscì a trattenere le lacrime nel sentire la
sua voce autenticamente piena di tenerezza e amore.
- Perchè non me ne hai parlato? -
Mike scosse il capo e si coprì la
bocca pensando di poter smettere di piangere come uno stupido.
Aveva trattenuto tutto così per tanto
tempo fino a farsi venire la gastrite ed ora... ora nel parlarne con
lui, piangeva.
Nel sentire che non se la prendeva.
- Avevo paura di deluderti, di ferirti
in qualche modo... io non volevo che andassi contro il tuo grande
desiderio... -
Chester gli baciò il collo, sul bordo
della maglia. Mike rabbrividì e si sentì subito meglio. Come che
dopo aver tolto il coperchio l'acqua uscisse straripante.
Fino alla fine.
Liberatoria.
Le sue braccia lo strinsero intorno al
busto e non lo lasciarono. Non l'avrebbero lasciato.
Dopo un po' riuscì a girarlo, gli
prese il viso fra le mani e lo guardò con una fermezza e sicurezza
che forse non aveva ancora avuto.
Mike si perse nel suo sguardo così
adulto e sereno.
- Tu non mi deluderai mai! - Mike aveva
solo sperato con ardore di sentirglielo dire ed ora si aggrappò al
suo collo e vi nascose il viso continuando il suo pianto liberatore.
- Mi sento una merda, Chez... perdonami
per non avertelo detto e... non so... sono così stronzo! - Chester
rise continuando a carezzarlo e stringerlo a sé.
- Ehi, mi piaci perchè la gente pensa
che sei perfetto e non sbagli mai... ma invece fai anche tu le
cazzate e non solo... provi cose che non sono pulite e positive. Non
sei perfetto... per questo siamo fatti l'uno per l'altro. Perchè
anche io sono imperfetto. Non mi importa che ti stia bene o no... so
che mi sostieni lo stesso. Ed è bello che sei geloso! Sai che amo
quando sei geloso... quando faccio il fidanzatino innamorato di
Talinda per i fotografi tu poi sei sempre seccato e mi dici 'niente'!
Ed io so che tu sei geloso! E poi scopiamo come ricci per fare
pace... ti adoro quando sei geloso! E mi fai eccitare tantissimo
quando dici che sono solo tuo. Non me lo dici mai! Fammi sentire
quanto sono tuo... - Mike sorrise fra le lacrime mentre si sentiva
sempre meglio.
Non ci sarebbe mai riuscito, ora. Non
era più arrabbiato, il fuoco si era spento del tutto.
Adesso voleva solo stare fra le sue
braccia e basta.
- Perdonami... per non dirtelo e non
ferirti mi sono tenuto tutto dentro ed ora devo prendere delle
stupide pastiglie contro la gastrite e rallentare le date del tour...
- Chester si separò per guardarlo, ma il suo viso era stravolto e
prendendo della carta assorbente glielo pulì sia dalle lacrime che
dal muco, proprio come faceva coi suoi figli.
Mike sorrise leggero. Chester aveva
quel potere. Ormai era indispensabile.
- Il medico ti ha detto di rallentare?
È per questo che hai rimandato tanto le date europee e dell'America
del nord? - A tutti aveva detto che il gruppo in generale aveva
troppi impegni e c'era bisogno di rallentare e che avrebbero
approfittato per incidere il nuovo album, dato che c'erano e che
avevano cominciato con le nuove canzoni in tour.
Era vero... a volte erano
particolarmente stanchi nei concerti e l'idea di non essere sempre
perfetti perchè non sapevano dosare bene le loro forze e perchè
alla fine erano tutti oltre i 35 anni ed alcuni ne avevano passate
davvero tante a livello di salute, non piaceva a nessuno. Avevano
accolto la decisione di Mike di rallentare ben volentieri pensando
che nessuno gli correva dietro e che non serviva fare la vita delle
giovani rock star inarrestabili. Non erano delle rock star. Specie
non erano più così giovani.
Erano dei musicisti. La cosa era molto
diversa.
Mike annuì di nuovo colpevole.
- Sì, mi ha detto di rallentare. Dopo
la seconda volta che mi ha aumentato il dosaggio delle pastiglie, mi
ha caldamente suggerito di togliere qualche data e prendermi una
bella pausa. -
Chester scosse il capo.
- Sei uno scemo! Pensi che per me sia
più importante cantare con il mio gruppo preferito d'infanzia o
sapere che tu stai bene? Dovevi dirmelo subito, non importava quanto
scemo sembrassi! Ti mandavo a cagare e mi limitavo a non farti venire
alle prove! Ti sei torturato tutte le sere, dannazione! Come hai
potuto? - Ora si stava un po' arrabbiando mentre pensava a quello che
gli aveva fatto passare, ma alla fine era meglio che fosse venuto
fuori e sebbene Mike pensasse di meritarsi di peggio, per Chester
quello era più che sufficiente.
Così dopo un po' di sospiri, se lo
trascinò in soggiorno e sprofondò nel divano con lui
accoccolandoselo contro.
Mike fu lieto di fare quella dolcissima
fine e chiudendo gli occhi si abbandonò al suo abbraccio, la testa
nell'incavo del suo collo, i suoi respiri regolari lo rilassavano e
lo stomaco lentamente gli diede tregua.
- Tu sei troppo emotivo. Somatizzi
tutte le tue angosce. Certo che sono angosce stupide, però sei così,
quindi non devi tenerti dentro le cose. Sputale fuori. Non tenerti
più niente, intesi? - Mike annuì sentendosi ancora in colpa ma
molto più leggero.
Aveva temuto in un gran litigio o
peggio di ferire davvero Chester ed invece era preoccupato che gli
era venuta la gastrite e non che odiava vederlo cantare con altri.
Chester ci ripensò dopo un po' che se
lo accarezzava e gli dava baci sulla tempia ad intervalli regolari.
- E' maledettamente bello che sei
geloso di questo! Sono la tua proprietà privata! Se fossi il mio
padrone mi fiderei ciecamente. Farei tutto quello che mi
comanderesti, anche le più assurde, perchè so che mi piacerebbero
anche se sembrerebbero assurde. - Mike corrugò la fronte e alzò la
testa per guardarlo sorpreso da questa sua sparata.
- E questa da dove ti è uscita? -
Chester fece un sorrisino furbo.
- Ci pensavo da un po'... mi piacerebbe
provare per un po'... - Mike scosse il capo e gli mise la mano sulla
faccia come per dire di piantarla, Chester rise e lui gli si unì
subito dopo.
- Sei un porco! - Questo lo fece ridere
di più.
- E' vero! Ho bisogno di sfogare il mio
lato porco! -
- E non hai i tuoi mille altri gruppi
extra, per questo? - La frecciatina. La prima di una lunga serie.
Chester tornò a guardarlo stupito dell'ironia malefica e della
frase. Non era da lui visto che per mesi aveva evitato commenti di
quel tipo!
- Ecco! Lo vedi che sei capace di fare
battutine del cazzo per sfogare i tuoi bassi sporchi istinti? Non
serve che ti trattieni! Mica me la sono presa! - Fece allora
contento. Mike scosse sorpreso il capo.
- No ma sicuramente non subirai in
silenzio. Tu non subisci mai in silenzio... - Chester allora lo
spinse fino a liberarsi e alzarsi. Gli si mise davanti al divano
mentre Mike rimase seduto a fissarlo senza capire cosa avesse in
mente.
- Subirai la mia tremenda punizione
tutte le volte che farai battute velenose perchè canto anche in
altri gruppi. E anche quando sarai geloso per altre cose. - Chester
stava pensando che Mike dopotutto fosse immensamente fragile anche se
aveva una corazza di apparente forza. E lo era per molte cose ma i
punti deboli li aveva anche lui.
Era bello proprio per questo.
Si sarebbe preso cura del suo punto
debole. Che non era lo stomaco o il somatizzare i problemi.
Ma sé stesso.
Così cominciò a spogliarsi lento e
sensuale, ammiccante e con l'aria da maniaco.
Mike rise e scosse il capo leccandosi
però subito le labbra.
- Mmm... mi piacciono le tue tremende
punizioni... allora penso che sarò maledettamente stronzo con i tuoi
altri gruppi! E sarò geloso marcio per ogni scusa! - Chester rise
insieme a lui mentre continuò il suo spogliarello sensuale, il suo
pane quotidiano.
In effetti aveva sperato in qualcosa di
simile.
Mike non lo deludeva mai.
- Non chiedo di meglio... - E con
questo si chinò a baciarlo.
Un finale perfetto per una storia un
po' strana.
Quando la notizia uscì, il mondo dei
fan dei Linkin Park andò in subbuglio e nel caos più totale tutti
credettero che questo fosse il preludio dell'addio di Chester al
gruppo.
Nonostante lui assicurò che i Linkin
Park sarebbero sempre venuti prima di tutti e che non li avrebbe mai
lasciati e nonostante Mike stesso avesse pubblicizzato la nuova
canzone di Chester nel suo profilo twitter, a tranquillizzare davvero
fu il suo sdrammatizzare la cosa.
O, per lo meno, tutti la vissero così.
Uno sdrammatizzare.
Del resto come definire Mike che si
prendeva Brad e Dave, faceva dei volantini a mano con la locandina
degli Hybrid Theory che si esibivano in concerto ad Agosto con la
special guest degli Xero?
Sdrammatizzare!
E che altro?
Hybrid Theory e Xero era l'operazione
che aveva dato vita ai Linkin Park in quanto Chester veniva dagli
Xero e si era unito all'allora Hybrid Theory.
Aveva fotocopiato tali volantini e li
aveva portati in giro per la città coi fedeli amici, facendo foto e
firmando autografi con chiunque incontrassero che li riconosceva.
Solo uno stupido gioco.
Peccato che quello che c'era dietro a
questo stupido gioco era molto di più.
Era una delle sue solite provocazioni,
una frecciata bella e buona. Tipo battuta al veleno contro i vari
gruppi di Chester di cui Mike ora era apertamente geloso -ma solo in
privato.-
Così quando Chester sarebbe tornato
l'avrebbe severamente punito!
FINE
E' dunque vero che Scott ha prima fatto
tutto il nuovo album col gruppo e deciso le tappe del nuovo tour (era
il ventesimo anno di unione del gruppo se non sbaglio), e poi quello
se ne esce con l'intenzione di prendersi l'album come solista e fare
il tour da solo tagliando fuori il gruppo. Quindi il bastardo è
stato Scott, non gli STP, loro hanno reagito tutelandosi. Hanno
licenziato Scott per non andare in perdita. Però si sono trovati con
un album nuovo, un tour confermato e deciso e senza cantante.
Chez è un grandissimo fan sin da
ragazzino del gruppo, quando li ha conosciuti sono diventati amici e
lui e Scott in quel periodo si facevano insieme... poi fortunatamente
Chez ne è uscito ma Scott no ed è peggiorato. È vero che non ha un
gran buon carattere, è una persona particolare. Facile che non vada
d'accordo con uno come Mike...
Comunque... Scott è sempre stato
definito da Chez il Dio della musica, ha influenzato il suo modo di
cantare ed il loro timbro è simile, essendo che lui conosceva tutta
la loro discografia, la sapeva cantare ed è eclettico e migliora
ogni canzone che canta, hanno chiesto a lui una mano. Lui nei momenti
di pausa del tour, quindi fra un gruppo di concerti e l'altro, li ha
aiutati, ha imparato le canzoni nuove e le ha incise.
Nel tour dei LP, invece, cominciava con
le nuove canzoni insieme a Mike.
Diciamo che si è oberato di lavoro ed
è vero che in certi concerti (seppure pochi) era particolarmente
stanco.
È anche vero che Joe sta facendo un
film ed i ragazzi stanno facendo la colonna sonora. Ognuno ha
svariati altri impegni.
E poi Mike ha la gastrite, prende
regolarmente le famose pillole... la gastrite è causata dallo stress
e da uno stile di vita poco rilassate e regolare, per un emotivo che
somatizza ogni ansia e nervoso, il risultato è solo uno. Ho
assistito a questo processo in mia sorella. Puro stress, nemmeno lo
stile di vita sregolato... brutta bestia. Specifico che lo stress si
crea soggettivamente. Quello che per uno è una stronzata, per un
altro è fortissimo stress e provoca una gastrite coi fiocchi.
Il mio personale parere sulla questione
STP e Chez, comunque, è che dopo non faranno altri album nuovi
mentre al contrario Chez ne farà con i Dead By Sunrise. Con gli STP
gli sta solo parando il culo... però magari mi sbaglio e farà nuovi
album di suo pugno anche con loro, chi lo sa...