CAPITOLO II:
BAGNI DELETERI
Non parlarono,
rimasero tutto il tempo in silenzio e nonostante in condizioni simili
Mike avrebbe dovuto parlare a macchinetta, Chester dedusse che
dipendeva dal tipo di ansia che provava… probabilmente parlava tanto
solo per l’ansia normale. Per l’imbarazzo stava zitto pietrificato come
una statua e rendendosene conto non poté che sorridere divertito. Era
molto carino in quelle vesti, sembrava alle prese con la sua prima
cotta, come se non sapesse come comportarsi. In condizioni simili di
solito avrebbe fatto tutto lui, gli piaceva sciogliere la tensione
erotica che si creava perché l’altra era imbarazzata e non sapeva cosa
fare, ma l’altra in questione era un lui e non uno qualunque, bensì
proprio Mike.
Dunque questo
significava che doveva avere riguardi nei suoi confronti oppure che
poteva darci dentro ancora di più e mettere da parte le proprie seghe
mentali che non era comunque abituato a farsi?
Fu distratto
dai propri mille pensieri da Mike che per fare in fretta aveva infilato
la testa dentro l’acqua, in avanti, per bagnarsi i capelli e cominciare
a lavarseli.
Chester capì
che avrebbe dovuto fare altrettanto ma in quel momento, in quel preciso
istante, fra il collaborare per rendergli le cose più facili ed invece
il fare lo stronzo per metterlo ancor più in difficoltà, non ebbe
dubbi. Non si chiese perché volesse farlo, lo fece e basta. Perché era
divertente, perché voleva, perché era Chester Bennington e non era una
persona facile e accomodante!
Rimase ad
osservarlo con attenzione mentre cominciò a fare caso alle posizioni
sott’acqua. Non vedeva nulla vista la schiuma ma il sapere di essere
nudi l’uno davanti all’altro dava un gran potere nelle mani del più
sveglio e malizioso.
Chester mosse
le gambe sperando proprio di trovare le sue e così fu. Capì che Mike si
era raggomitolato come un matto per non toccarlo e lo sentì sussultare
quando i piedi -solo i piedi- si toccarono. Ghignò allungandosi
ulteriormente lamentandosi di avere dolori un po’ ovunque per la caduta
e di non riuscire a stare tutto piegato in due.
Mike non disse
nulla mentre cominciava ad insaponarsi la testa. Ringraziò il fatto che
c’era l’acqua con la schiuma in modo che non servisse passarsi anche il
corpo, ma quando Chester capì che la sua intenzione era quella, prese
il guanto di spugna che usavano per insaponarsi il corpo e cominciò a
passarselo addosso con aria malefica che all’altro non sfuggì. Si
chiese a che gioco stesse giocando ma si perse nell’osservare come si
strofinava il viso, il collo, le spalle, il petto e poi sotto, dove
l’acqua non mostrava, per fortuna.
Però capì la
parte che si stava passando dalla sua espressione poiché osò mordersi
il labbro e assumere un’espressione abbandonata dal piacere. Come osò
anche dirlo fra un sospiro e l’altro:
- Per me i
bagni sono deleteri. Mi rilasso troppo… dopo un concerto simile,
poi…era meglio una doccia, decisamente. - Anche se ovviamente con la
doccia la fasciatura si sarebbe bagnata ed entrambi lo sapevano.
Mike convenne
con lui sul termine ‘bagni deleteri’ ma non seppe cosa dire, non si
rese nemmeno conto che aveva smesso di lavarsi i capelli e che la
schiuma cominciava a scivolargli sulla fronte. Così come non si era
accorto di star mordicchiandosi il labbro a sua volta… che cosa c’era
di tanto piacevole in ciò che stava succedendo?
Forse le sue
gambe praticamente intrecciate alle proprie?
O magari il
fatto che muovesse leggermente i piedi contro le sue cosce risalendo
troppo in alto?
Eccessivamente
in alto…
Così in alto
che ad un certo punto dovette correre a coprirsi le parti intime
spaventato all’idea che gli facesse quello che sembrava si stesse già
facendo da solo.
Per coprirsi
non fece in tempo a togliersi la schiuma dagli occhi che gli scivolò
sopra. Dovette chiuderli per evitare gli bruciassero e sentendo Chester
ridere basso e sensuale, imprecò non sapendo proprio cosa fare. Si
ritrovò nel panico per un momento e non avendo idea di cosa stesse
succedendo, capì solo che non poteva ASSOLUTAMENTE togliersi le mani
dal proprio inguine.
- Così non ci
vedi nulla… - Mormorò suadente Chester avvicinandosi ulteriormente per
pulirgli gli occhi dallo shampoo. Solo in un secondo momento Mike
realizzò che era la stessa mano che era sparita sotto l’acqua.
Si irrigidì
ulteriormente, arrossendo, senza saper ancora cosa fare se non
continuare a coprirsi lì sotto.
Dopo avergli
tolto il sapone dagli occhi, Chester pensò bene di continuare sul resto
del viso. Glielo pulì con molta cura fino a scivolare sul collo e poi
dietro. Prima di capire che diavolo stesse per fare, era già lì a farlo.
Infatti veloce
come un’anguilla Chester gli prese la nuca e lo spinse in avanti verso
di sé, ficcandogli la testa sotto l’acqua gli sciacquò i capelli corti
che in poco si lavarono dalla schiuma. Mike nella confusione più totale
si rese conto che era finito praticamente addosso a Chester -il quale
si divertiva come uno stronzo- e per non raggiungere col viso certe
parti proibite, si appoggiò con le mani ai bordi della vasca, fu lì che
sentì il famoso contatto avvenire senza pietà.
Nell’esatto
istante in cui gli fu chiara la posizione -Mike praticamente a gattoni
sopra Chester e la sua mano che ancora gli teneva la nuca per non farlo
scappare- fu impossibile ribellarsi poiché il suo ginocchio ormai si
muoveva deciso sul proprio inguine. E lui stesso ci mise poco ad
eccitarsi veramente.
Ma sentirlo sul
proprio sesso dopo che aveva cercato disperatamente di tenercelo
lontano e capire che non era traumatico poiché estremamente piacevole,
gli fece dimenticare il motivo per cui comunque tutto quello non andava
bene.
Ancora
pietosamente nel panico e nella confusione, Mike rimase lì a farsi
strofinare dal suo ginocchio in un modo che non avrebbe mai osato
immaginare.
Chester ora
sorrideva malizioso e quell’aria gli dava anche una luce erotica
deleteria, quindi Mike che ebbe la malaugurata idea di sospirare
alzando lo sguardo su quello dell’altro, se ne pentì perché si trovò ad
eccitarsi ancora di più mentre lo lasciava fare come se fosse normale,
se andasse bene, se…
Lo vide
avvicinarsi col viso al suo come per baciarsi, ma rimasero a quella
distanza di un soffio l’uno dall’altro, con le labbra che per poco non
si incontrarono davvero, entrambe schiuse.
Mike ansimava
di piacere e quando raggiunse il culmine, chiuse gli occhi e nascose
improvviso il volto contro il suo collo, come se si vergognasse di un
tale piacere inatteso ed imprevedibile.
Non andava
bene, ma era stato uno dei più belli mai provati e mentirsi non sarebbe
servito a nulla.
Una volta
finito, passò dei secondi interminabili a cercare di tornare in sé,
quando si riconnesse col mondo si alzò di scatto, uscì dalla vasca e se
ne andò avvolgendosi nell’accappatoio e piantando l’amico in asso.
Che avesse
bisogno di aiuto o meno, si sarebbe arrangiato!
Chester rimase
un po’ fermo nell’acqua a cercare di capire che diavolo fosse successo,
poiché tanto impreparato era Mike quanto lui, con la differenza che ad
accendere la miccia non era stato l’altro.
Sospirò
scivolando con la schiena lungo la parete della vasca per immergersi
anche con la testa e quando riemerse si sentì peggio di prima.
“Che
diavolo ho fatto? Sono impazzito? Cioè mi andava di provocarlo e me lo
faccio? Sono fuori di testa, cazzo? Sono fottuto, sono proprio fottuto.
Specie perché mi è piaciuto toccare il suo cazzo ed eccitarlo fino a
farlo venire. Mi è piaciuto sapere che ha avuto un orgasmo per merito
mio, che ci stavamo per baciare… cazzo, ci stavamo per baciare! Ma
anche volendo considerarlo uno scherzo di merda troppo pesante, il modo
in cui ci siamo guardati in quel momento aveva poco di scherzoso…cazzo,
sono fottuto! Ed ora se non mi parla più che diavolo faccio?”
Così pensando
riuscì a lavarsi alla meglio i capelli con una mano sola e sempre in
tutta fretta si sciacquò come riuscì, quindi uscì dalla vasca
intenzionato a vedere immediatamente le condizioni di Mike. Non era
tipo da aspettare una manna dal cielo o che altri facessero i primi
passi, anzi, era sempre il primo ad agire. L’unica cosa che sapeva con
certezza oltre al fatto che gli era dannatamente piaciuto, era che non
voleva in alcun modo rovinare le cose con Mike, specie perché si
stavano ancora conoscendo.
Una volta fuori
tutto gocciolante, si trovò davanti al primo effettivo problema
dell’avere il polso rotto.
Prese senza
pensarci il secondo accappatoio ma al momento di infilarselo si rese
conto che non poteva e a meno che di improvvisare un assurdo balletto
per riuscire a chiuderselo comunque in qualche modo per tenerselo su
almeno a metà, rinunciò all’idea.
Prese così un
asciugamano grande per avvolgerselo intorno alla vita e fu peggio
dell’accappatoio.
Come diavolo
pensava di riuscirci a farsi il giro completo del corpo e poi a
bloccarselo sul davanti?
Scaricò una
serie di notevoli imprecazioni e solo quando si rese conto che in alcun
modo poteva fare da solo, completamente dimentico dell’intenzione di
sistemare le cose con Mike in qualche modo, uscì dal bagno nudo e
bagnato con un’espressione terribile.
- Dimmi come
diavolo pensi che riesca ad asciugarmi da solo e a vestirmi! - Grugnì
piazzandosi davanti al letto con in mano l’asciugamano contro cui aveva
perso la battaglia ed una smorfia da principe offeso in viso.
Mike che era
già vestito e a letto lo guardò sorpreso nel trovarselo davanti in
quelle condizioni così arrabbiato, come se fosse colpa sua il braccio
rotto…
La risposta gli
uscì spontanea:
- Bè, non
puoi!-
- Appunto
cazzo! Dammi una mano, porca puttana! - Rispose quasi gridando e
piegandosi in avanti per farsi sentire da lui. Era talmente fuori di sé
e seccato per quella situazione dove non riusciva nemmeno ad avvolgersi
un dannato asciugamano alla vita, che mise subito da parte tutto il
resto come niente e Mike nel capire che non pensava minimamente a
quanto successo nella vasca, si decise a fare altrettanto.
Magari era
stata una stupida parentesi senza senso e significato, darci un peso
non serviva a nulla. Oltretutto lui aveva davvero bisogno di aiuto, non
poteva comunque piantarlo in asso.
Sospirando non
disse niente ma si alzò e prendendogli l’asciugamano lo avvolse sulle
spalle strofinandolo con delicatezza cercando di non sfiorargli il
braccio ferito.
Passò sul
torace e poi la schiena. Quando si rese conto di dover occuparsi anche
delle parti intime e delle gambe, si bloccò andando di nuovo nel
panico. Chester lo capì e si ricordò del problema principale della sua
fuga precedente, quindi borbottando un ‘fanculo’ a denti stretti, si
asciugò l’inguine da solo togliendo generosamente l’onere di farlo
all’amico che a quanto pareva ora aveva seri problemi certe sue parti.
Del resto era comprensibile, si disse togliendosi l’asciugamano di
dosso ed andando disinvolto al borsone con i propri effetti ed i
vestiti.
L’altra cosa
che aveva appena capito con certezza in mezzo a tutte quelle
difficoltà, era che gli piaceva incredibilmente anche farsi asciugare
da Mike, oltre che svestire. Probabilmente sarebbe stata la stessa cosa
col procedimento inverso…
Tirò fuori i
boxer che con un po’ di fatica riuscì a mettersi da solo ma quando
passò al pigiama, Mike lo fissò con un sopracciglio alzato.
- Bè? - Fece
Chester senza capire che avesse.
- Passino i
pantaloni, ma mi spieghi come pensi di fare per la maglia? - Rispose
scettico Mike dimenticandosi di nuovo dei problemi appena sorti con
l’amico.
Solo allora
l’altro si rese conto che aveva ragione ed imprecando si mise comunque
i pantaloni intenzionato a dormire a torso nudo.
Quando Mike lo
capì scosse il capo e tirando fuori una delle sue maglie a maniche
corte larghe, andò da lui e con la pazienza di un padre gliela mise
obbligandolo poiché le sue lamentele non tardarono a farsi sentire…
- Dai, posso
dormire solo coi pantaloni, non rompere il cazzo! - Mike non ci avrebbe
minimamente pensato ad accontentarlo. Dopo quel pericoloso contatto
intimo, vederselo gironzolare mezzo nudo non era una visione facile da
digerire. Non brutta, ma facile di certo no.
- Non fare il
coglione ed infila il braccio! - Esclamò con la maglia infilata per la
testa. Il tono fu talmente fermo e perentorio che alla fine vinse e
Chester infilò entrambe le braccia constatando che era effettivamente
comoda specie per la fasciatura che non subì alcun danno.
- Grazie.
-Disse alla fine rendendosi conto che non era di certo obbligato ad
aiutarlo dopo quello che era successo.
A quel punto
rimasero fermi in piedi l’uno davanti all’altro a guardarsi per capire
cosa dovessero effettivamente fare ora.
Non è che non
fosse successo niente, prima, nella vasca, e nemmeno con tutta la buona
volontà del mondo potevano definirlo scherzo.
Sospirarono
entrambi allo stesso modo e questo fece strappare un cenno di sorriso a
tutti e due.
Alla fine prese
la parola Chester incapace di stare troppo ad aspettare che altri si
decidessero.
- Non pensare
che per me non sia stata una sorpresa. - Andando dritto al punto vide
Mike sgranare gli occhi, arrossire deliziosamente ed irrigidirsi.
Dannazione, sembrava davvero alle prese con la prima cotta
adolescenziale… non poteva porsi in quel modo, reagire in quel
modo…insomma, erano uomini, avevano voglie di continuo che sapevano
sfogare in vari modi, non serviva si ritrovasse in crisi per una cosa
simile!
D’altra parte
capiva che non era normale, niente di tutto quello era normale, e che
lui aveva ragione a sentirsi male e a non saper cosa fare.
- Non ci
pensavo nemmeno di striscio ma quando ci siamo ritrovati lì in quel
modo mi è venuto quasi spontaneo. So che non è una cazzo di
spiegazione, ma è quello che so. Non deve rovinare niente, fra noi. Ci
stiamo conoscendo, stiamo diventando amici, non ci conosciamo ancora
del tutto ma io personalmente sto bene con te e cazzo non voglio che le
cose si rovinino fra noi. Ti direi di fare finta di niente ma ho il
sospetto che non ci riuscirai mai… - Questo era tutto ciò che era in
grado di dire. A quel punto doveva dire qualcosa anche lui o sarebbe
impazzito. Cosa diavolo pensava di quanto successo? Dopotutto gli era
piaciuto, alla fine ci era stato, era venuto… insomma, non era stata
una cosa a senso unico!
Mike si morse
il labbro a lungo, poi sospirando si passò il viso fra le mani ed alla
fine ancora profondamente imbarazzato parlò con un filo di voce che
riuscì addirittura ad intenerire Chester che si sentì uno stronzo ad
aver approfittato di lui.
- Nemmeno io
voglio che le cose si rovinino. Sto bene con te, come dici tu ci stiamo
ancora conoscendo e non voglio che le cose vadano male. Però è… è stata
una sorpresa. Non me lo aspettavo, ecco. E non pensavo che sarebbe mai
successo, non con un ragazzo e tanto meno con te. - Però da lì in poi
nemmeno lui aveva idea di come continuare. Se non che… - certamente non
posso far finta di nulla ma… farò del mio meglio… - Magari senza
parlarne più, senza più trovarsi in situazioni simili sarebbe stato più
facile.
Ma continuando
a vivere praticamente insieme, in pieno tour per di più, e come se non
bastasse con un polso rotto, come poteva pensare che sarebbe stato
possibile?
Chester annuì
non sapendo che altro aggiungere, quindi sospirando si diresse al letto
nella speranza che dormirci su li avesse aiutati a ridimensionare la
cosa.
Mike ancora
smarrito fece altrettanto e chiusa la luce si illusero che il buio
inghiottisse ogni dubbio atroce che ormai albergava nei loro animi.
Primo fra tutti
quello più grave.
“Perché
diavolo mi è piaciuto?”