EPILOGO:
WAITING
FOR THE END
“Questa non
è la fine,
questo
non è l'inizio
soltanto
una voce come una rivolta,
che
scuote ogni revisione
Ma
tu ascolti il tono
ed
il ritmo violento ed
anche
se le parole suonano decise
e
c'è qualcosa di vuoto in loro
noi
diciamo "Sì",
con
i pugni portati tutti in alto
come
se fossimo aggrappati a qualcosa,
che
non è possibile vedere
perchè
stiamo vivendo alla mercé
del
dolore e della paura
finchè
non ce ne liberiamo, lo dimentichiamo,
lasciando
che scompaia del tutto
Aspettando
che la fine arrivi,
desiderando
di avere la forza di stare in piedi
Questo
non è quel che avevo previsto
è
fuori dal mio controllo
Volando
alla velocità della luce,
i
pensieri giravano nella mia testa
Così
tante cose rimaste non dette
è
dura lasciarti andare
(oh)
So quanto è dura andare avanti,
so
come ci si sente a mentire
Tutto
ciò che voglio fare
è
scambiare questa vita per qualcosa di nuovo
tenendo
stretto quello
che
non ho
Accovacciato
in una stanza vuota,
cercando
di dimenticare il passato
Questo
sarebbe durato molto
quanto
vorrei che non fosse così
(oh)
So quanto è dura andare avanti,
so
come ci si sente a mentire
Tutto
ciò che voglio fare
è
scambiare questa vita con qualcosa di nuovo
tenendo
stretto quello
che
non ho
Cosa
rimase quando il fuoco si spense?
Pensavo
fosse giusto ma quel giusto era sbagliato
Completamente
preso nell'occhio del ciclone,
e
cercando di capire come è andare avanti
E
non so neanche che
tipo
di cose ho detto,
la
mia bocca continuava a muoversi e
la
mia mente andò fuori uso
Allora,
raccogliendo i cocci,
adesso
da dove ricomincio?
La
parte più difficile di una fine è
ricominciare
daccapo
Tutto
ciò che voglio fare
è
scambiare questa vita con qualcosa di nuovo
tenendo
duro per quello che
non
ho ancora avuto
Questa
non è la fine,
questo
non è l'inizio
soltanto
una voce come una rivolta,
che
scuote ogni revisione
Ma
tu ascolti il tono,
ed
il ritmo violento ed
anche
se le parole suonano decise
e
c'è qualcosa di vuoto in loro
(Tenendo
duro per quello che
non
ho ancora avuto)
noi
diciamo "Sì",
con
i pugni portati tutti in alto
come
se fossimo aggrappati a qualcosa,
che
non è possibile vedere
perchè
stiamo vivendo alla mercè,
del
dolore e della paura
finchè
non ce ne liberiamo, lo dimentichiamo,
lasciando
che scompaia del tutto
(Tenendo
duro per quello che
non
ho ancora avuto)”
Il
sole era di quelli alti a caldi, la promessa di un’estate afosa che si
affacciava alle porte di Giugno.
In
realtà era il periodo delle piogge e ritrovarsi invece sotto un sole
del genere era davvero strano, ma decisero di approfittarne per fare
ciò che in quel giorno specifico era giusto ricordare.
Datisi
appuntamento, arrivarono quasi tutti puntuali nel luogo prestabilito,
ognuno con un mezzo proprio ad eccezione di Brad e Rob che erano
arrivati insieme.
Brad
aveva accorciato un po’ il cesto di ricci che aveva in testa e
ridimensionato la barba eccessiva sul viso, finalmente si vedevano un
po’ meglio i suoi lineamenti semplici ed interessanti, ma coi vestiti
trasandati ci aveva ancora molto da lavorare. L’aria da scienziato
pazzo l’avrebbe sempre avuta in ogni caso.
Rob
aveva mantenuto il taglio liscio fino alle spalle e gli occhiali da
vista continuavano a dargli oltre all’aria intelligente di ragazzo
prodigio quale era sempre stato, anche un tocco di delicatezza che fra
tutti e sei era il solo ad avere, per lo meno così spiccata. Forse
anche proprio per la sua semplicità profonda.
Joe
si era fatto il codino alla sommità del capo e grazie ai lineamenti
orientali appariva un giapponese della vecchia guardia nonostante la
sua nazionalità non fosse quella. Aveva notevolmente ritrovato il gusto
del cibo e si era riempito di qualche chilo, ma nulla di eccessivo.
L’idea che dava a distanza di tempo non poteva che essere sempre la
stessa: tante risorse aveva, quanto svitato era!
Dave
invece, che nel giro dei cinque anni famosi si era lasciato decisamente
andare a sua volta, aveva tagliato i capelli rossi estremamente corti
ed ora sembrava tutta un’altra persona. Anch’egli aveva i capelli mossi
e tendeva ad un cespuglio imbarazzante, ma senza barba e praticamente
quasi senza capelli, ora si vedeva la sua aria simpatica e sempre
ridente. Anch’egli si era rimesso a pieno.
Gli
ultimi ad arrivare, non per merito di entrambi ma solo di uno dei due,
erano naturalmente i principali progenitori di quell’appuntamento: Mike
e Chester.
Giunsero
su un fuoristrada decisamente poco principesco e costoso ma sicuramente
adatto per passare inosservato e per correre su quel terreno.
Scesero
e nel farlo si sentirono subito i brontolii di entrambi presi in uno
dei soliti battibecchi.
I
quattro che li aspettavano rimasero in ascolto divertiti.
-
Per colpa tua siamo in ritardo! - Lo rimbeccava Chester.
-
Mia?! Che centro io? Sei tu che ti sei messo a discutere sul mezzo da
prendere… se avessi fatto subito come dicevo io senza rompere le
scatole, saremmo già qua da un pezzo! - Ma certamente Mike i piedi in
testa non sapeva cosa fossero, infatti rispondendo con una certa
saccenza, mandò Chester in bestia che si infervorò subito:
-
Ma brutto stronzo che non sei altro! Non saremmo stati davvero più
veloci se mi avessi montato ed io avessi corso? Cos’è sto coso, poi?
Una macchina? Con tutte quelle auto che ci sono tu ti prendi una merda
simile! - Ma Mike si era fermato a ‘se mi avessi montato’, come tutti
gli altri, e con gran malizia lo cinse guardandolo divertito:
-
Ma Chez, tesoro, mi pare di averti montato anche troppo, stanotte… non
volevo stancarti! Io l’ho fatto per te! -
Finalmente
Chester si zittì diventando di un gran bel colore acceso e senza
trovare niente da dire, furono interrotti dalle risa dei loro amici che
li salutarono abbracciandoli a turno, complimentandosi con Mike per
avergli chiuso la fogna che Chester aveva al posto della bocca.
-
Questa me la paghi! - Ringhiò non sapendo bene perché ma sapendo che
Mike aveva bisogno di una lezione comunque.
-
Allora, ragazzi, come va? -
Salutò
l’altro ignorando il suo compagno inferocito che piantava il broncio
infantile.
Mike
aveva un taglio di capelli leggermente più corto rispetto al precedente
che aveva avuto, ma manteneva quel filo di barba sul mento poiché gli
dava, a sua detta, un’aria meno da re, cosa che cercava di evitare in
tutti i modi e solo lui sapeva perché visto che poi volente o dolente
si ritrovava sempre a comandare a destre e a manca. Il viso era
luminoso e sembrava che alcun Inferno l’avesse mai segnato. Il suo
sorriso come al solito contagioso e radioso.
Chester
aveva rasato i capelli cortissimi stufo del taglio alla moicana che
aveva avuto per tutto quel tempo, per il resto era invariato, come se
non fosse passato un solo giorno.
Non
erano certo rimasti per un anno intero senza vedersi, anzi, con tutto
quello che avevano poi messo in piedi in realtà non si vedevano solo da
pochi giorni, ma ogni volta era come se non si vedessero da secoli.
-
Un anno. - Disse poi Mike dopo i convenevoli, come sempre il primo a
riportare l’ordine e a condurre gli argomenti verso ciò che desiderava,
ciò che sapeva era giusto.
Tutti
si fecero subito seri e si girarono verso l’esterno.
Il
Campo Rosso. Tale nome gli era stato dato in seguito all’ultima
battaglia che si era disputata sopra, proprio quell’anno precedente.
Qualche
giorno per riempirlo di sangue ed impregnare la terra di quel colore
scarlatto che mai, nemmeno con la pioggia, era più andato via.
Non
sarebbero di certo stati gli unici a venire lì quel giorno, ma gli
unici lo erano in quel momento.
L’erba
non era più ricresciuta e la distesa che si espandeva davanti a loro
era pressoché infinita.
Il
posto che un anno prima aveva fatto da campo di battaglia, oltre al
rosso della terra aveva la caratteristica di avere un mare di croci
quasi infinite.
Tutti
i caduti in battaglia che non erano riusciti a salvare, compresi gli
androidi distrutti, avevano trovato un degno riposo in quello che ormai
rappresentava una Zona Sacra, oltre che un cimitero.
La
solennità del momento la sentirono tutti ed in silenzio, chi con le
lacrime agli occhi, chi semplicemente serio e pensieroso, ricordarono
quel giorno.
Un
giorno che sarebbe rimasto indelebile scolpito a ferro e fuoco nelle
loro menti.
Un
giorno che aveva portato ad un’ulteriore ricerca.
Quella
di una vera salvezza per tutte quelle persone massacrate.
-
Sapevamo che il mondo non sarebbe più stato lo stesso. (1) - Esordì
Mike sentendosi quasi in obbligo di dire qualcosa davanti a quello
spettacolo raccapricciante. La sua voce era un sussurro che tutti
udirono e ritennero che la sfumatura grave ed emozionata che usò fosse
appropriata. - Il sangue dell’innocenza ha bruciato nei Cieli, un anno
fa. (2) - Ed un modo più appropriato per continuare c’era? Mike se lo
chiese ma poi ricordò di nuovo quello che era stato dall’inizio di
tutta la storia, dall’incontro con Chester, il loro amore, la sua
malattia, il disperato tentativo rischioso di salvarlo, la perdita
della voglia di vivere, l’isolarsi, il lasciare il mondo a sé stesso,
la guerra, il duro ritorno di Chester, la fine della cecità, la voglia
di riscatto, il campo di battaglia, lo scempio davanti ai suoi occhi,
la morte, il sangue e poi il suo cercare di mettere la pace nei cuori
di tutte quelle persone che erano là solo per lui.
Ricordò
ogni cosa ed alla fine tornò a quelle croci bianche una di fila
all’altra che con desolazione li guardavano chiedendo forse ’perché’, o
magari solo di essere lasciate andare. La mano di Chester si chiuse
sulla sua e lì la forza sgorgò insieme alla chiarezza con cui la mente
liberò le parole che quelle anime, forse, volevano sentirsi dire.
-
Questa non è la fine e nemmeno l'inizio. Era gente che ha seguito una
voce che come una rivolta scuote ogni revisione. Conta il tono deciso
ed il ritmo violento che viene usato quando si fa un discorso ed anche
se le parole sono vuote, chi le ascolta finisce per dire di sì e
seguire chi parla con i pugni in alto, aggrappati a qualcosa ma non
alle parole, solo a ciò che chi le ha dette rappresenta. E non penso
abbiano mai visto davvero cosa stavano andando a fare, hanno solo
vissuto alla mercé del dolore e della paura, cercavano qualcuno che li
liberasse e facesse dimenticare loro la sofferenza facendola scomparire
del tutto. E hanno combattuto aspettando che la fine arrivasse,
desiderando di avere la forza di stare in piedi.
Quello
che è accaduto non è quello che avevo previsto quando divenni re e
nemmeno quando mi rinchiusi nella Zona Nera, è andato tutto fuori dal
mio controllo, ma sono volato alla velocità della luce verso una parte
oscura ed i pensieri giravano nella mia testa. Così ci sono ancora
tante cose rimaste non dette.
È
dura lasciare andare tutte queste anime, è dura andare avanti e so come
ci si sente a mentire a sé stessi dicendo che quello che succede là
fuori non ci riguarda perché non l’abbiamo alzata noi l’arma per primi.
Però
ora che ho capito cosa ho fatto mentendo a me stesso, tutto ciò che
voglio fare è scambiare questa vita per qualcosa di nuovo tenendo
stretto quello che non ho ancora. Voglio un rinnovamento, un riscatto
ma non per me, bensì per tutti loro. È questo che ho pensato il giorno
dopo quando sono tornato qua a vedere com’era dopo la battaglia.
Mi
sono poi accovacciato in una stanza vuota cercando di dimenticare il
passato e ci sarei rimasto molto se non avessi capito che non si può.
Cosa
è rimasto quando il fuoco si è spento e la guerra è finita?
Quando
mi rinchiusi in quella torre pensavo fosse giusto ma quel giusto era
sbagliato, ero completamente preso nell'occhio del ciclone e quando me
ne sono accorto, quando ho aperto gli occhi ed ho visto che era colpa
mia se qua c’era la guerra, cercando di capire come è andare avanti,
non so neanche che tipo di cose ho detto, su questo Campo Rosso. La mia
bocca continuava a muoversi e la mia mente andò fuori uso.
‘Allora,
raccogliendo i cocci, adesso da dove ricomincio?’ Mi sono detto il
giorno dopo.
La
parte più difficile di una fine è ricominciare daccapo e mi sono
risposto che tutto ciò che voglio fare è scambiare queste vite rubate
con qualcosa di nuovo, pulito, giusto, buono, per poter lasciar andare
tutte queste persone e dar loro un senso.
Così
ho ricordato la Teoria Ibrida a cui avevo dato vita per Chester ed ho
deciso che se per questo io avevo portato tanta morte, sempre con
quella avrei portato altrettanta vita. E grazie a tutti i presenti oggi
possiamo dire di esserci pienamente riusciti.
Così
sono qua per ringraziarvi tutti. -
Ed
era evidente che in quel ‘tutti’ erano compresi i presenti in vita e
quelli che purtroppo non lo erano più.
Il
silenzio rimase presente per molti altri minuti, minuti durante i quali
i quattro amici ricordarono con cosa se ne era uscito Mike qualche
giorno dopo la fine della guerra, ordinando deciso che la Teoria Ibrida
applicata a Chester l’avrebbero utilizzata, con i dovuti
perfezionamenti, anche a tutte le altre persone che ne avrebbero avuto
bisogno, poiché nel bene e nel male in quel modo loro avevano salvato
una vita che sarebbe stata altrimenti perduta, e se ne avevano salvata
una, sarebbero riusciti a salvarne anche altre.
Così
aveva preso vita il progetto Meteora che prevedeva il perfezionamento
della Teoria Ibrida, una cura alternativa alla medicina umana
quand’essa non fosse più sufficiente; consisteva nell’utilizzare parti
androidi in sostituzione di quelle umane danneggiate. Teoria
applicabile a svariate nature problematiche, sia di menomazioni fisiche
che, per l’appunto, di malattie.
La
prima equipe di medicina ibrida venne sovrintesa da Mike ed i membri
furono Brad, Joe, Dave e Rob. Ultimo membro divenne Chester il quale vi
entrò in quanto primo esperimento riuscito -il quale a sentirsi
definire esperimento si sarebbe sempre imbestialito-. Il nome
dell’equipe divenne Linkin Park e dopo di loro se ne crearono molte
altre dando così luogo anche al terzo ramo di medicina, oltre a quella
umana e quella androide, ora esisteva anche quella Ibrida la cui sede
divenne la neo costruita Zona Bianca il cui nome era forse più curioso
di quello dell’equipe progenitrice. ’Mille Soli’ fu scelto insieme e fu
deciso poiché la luce accecante di mille soli era la stessa che aveva
portato la pace durante la guerra, facendo proiettare Mike nel cielo.
Era stato infatti grazie alla luce accecante provocata dal proiettore
potente che tutte quelle migliaia di persone, fra androidi ed umani, si
erano fermate immediatamente dal combattere e l’avevano poi ascoltato.
Quella stessa luce rappresentava così la tregua fra umani ed androidi,
il simbolo stesso della Medicina Ibrida.
Al
termine del tempo che decisero di prendersi, Chester cinse le spalle
dritte di Mike che sentendolo si rilassò immediatamente, lo guardò e
sul suo viso serio aveva di nuovo quel solco nonostante la sicurezza
del discorso che aveva appena fatto.
Non
avrebbe mai smesso di chiedersi se dopotutto le parole di quel giorno
fossero davvero state appropriate e sufficienti, convinto di non aver
mai fatto abbastanza per tutta quella gente.
Capendo
che l’unico dubbio che rimaneva al suo compagno fosse quello, Chester a
voce forte e chiara concluse:
-
L’unica verità è che nulla potrà sostituire la saggezza, la giustizia e
l’amore. (3) Perché quando la vita ci lascia ciechi, l’amore ci
mantiene gentili. (4) - Citando le due parti più salienti e perfette
del suo discorso di quel doloroso giorno, Chester fece tornare la
fiducia ed il sorriso sereno a Mike e così mise fine una volta per
tutte ad ogni cosa, permettendo così alle anime presenti in quel campo,
anime che aspettavano un senso ed una ragione, di liberarsi e
sollevarsi. (5)
Ora
era tutto a posto.
FINE
__________________________
(1)
Tratto da The Radiance
(2)
Tratto da Burning in the skies, inserita nell’ottavo capitolo.
(3)
Tratto da Wisdom justice and love, inserita nel dodicesimo capitolo.
(4)
Tratto da The messenger, inserita sempre nel dodicesimo capitolo.
(5)
Riferimento a molte delle canzoni dell’ultimo album dove il sollevarsi
ed il liberarsi, il lasciarsi andare dal male e dalla sofferenza per
abbracciare la luce ed il bene, sembra essere il tema principale.
Specialmente in Iridescent ed in The catalyst.