NOTE: In realtà non c’è ancora nessuna
coppia, qua, ma si parla di qualcuno che piace a qualcun altro, ammetto che la
fic finisce sul più bello ma è perché l’avevo concepita così, troncata per un
seguito che andrà di certo scritto.
Specifico che in realtà la canzone ‘The
little things give you away’ non è stata fatta da Mike ma da Chester (anche se
di solito le fanno insieme), ma prima di rendermene conto avevo già immaginato
la scena e l’avevo scritta di getto in dieci minuti. Così alla fine rimane così.
E per la precisione il testo non è niente di sconcio, tantomeno lascia intendere
una notte di sesso, solo che per come Chester la canta sembra che ogni tanto
abbia degli orgasmi ma non di quelli violenti ed urlati che ha normalmente nelle
altre canzoni (tipo A place for my head), bensì di quelli davvero sensuali!
Ascoltatela se non l’avete presente… merita!
Ok, visto che l’introduzione sta venendo più
lunga della fic, mi fermo qua con la promessa che ci sarà di certo un seguito. E
anche più di uno, visto quanto sti due mi piacciono sia singolarmente che
insieme!
Buona lettura.
Baci Akane
THE LITTLE THINGS GIVE YOU
AWAY
-
Facevi sesso quando hai fatto questa? -
Chiese Chester a Mike a bruciapelo dopo aver
ascoltato la registrazione appena conclusa con successo.
Leggendola e studiandola l’aveva capito
subito, poi facendola ne aveva avuto la conferma.
Ora, riascoltandola, non poteva che
esprimere quest’idea.
Mike lo fissò alzando un sopracciglio. Era
serio, mica ironico!
- Perché? - Non era sicuro del motivo per
cui lo diceva, in fondo lui sapeva bene a cosa aveva pensato componendo ‘The
little things give you away‘, ma Chester no!
-
Sembrava un orgasmo! Due che scopano, insomma! Non il testo ma tutti quei
vocalizzi che mi hai fatto fare così pornografici! -
-
Non erano pornografici! - Si difese subito Mike nascondendo un imbarazzo
nell’essere stato beccato.
Chester forse non aveva il senso della
delicatezza nel dire quel che pensava, ma magari poteva cogliere la vergogna
negli altri. Bè, anche se la coglieva non gliene poteva certo importare
qualcosa!
- Dai, mentre li facevo pensavo al sesso! Ed
ora che li ho ascoltati è proprio questo che sembra! Gemiti, lamenti di piacere
che crescono finché non vengo in un tale godimento! - Lui aveva un modo molto
colorito e diretto nel dire le cose, spesso calcava la mano di proposito ma non
sempre dicendo parolacce ed insulti. A volte era semplicemente uno da doppi
sensi sconci. O anche senza doppi sensi. Intendeva direttamente
‘quello’!
Mike lo spintonò in difficoltà. Di solito
era lui quello che ironizzava facendolo arrabbiare di proposito, ma ora che era
come stato colto in fallo e che lo scopriva a quel modo, era complicato rimanere
impassibili!
- Sei il solito esagerato… solo per il modo
di cantare più sommesso del solito, lamentoso e crescente, non significa che
sembri preda di un orgasmo! -
Chester alzò le sopracciglia carico di
malizia:
- Ah no? Io pensavo alla mia migliore
scopata, mentre li facevo! - Il discorso sarebbe potuto andare avanti
all’infinito se a Mike non sarebbe arrossito anche il collo. Non era un tipo
pudico nemmeno nella punta dei capelli, però essere colto in fallo proprio da
lui non era una passeggiata.
Pregò che il suo egocentrismo gli impedisse
di capirlo ancora meglio e che l’ottusità facesse il resto.
-
Gran bella scopata, complimenti! - Disse allora spontaneo senza pensarci, lieto
che per lo meno fossero soli in quel momento.
Chester rise spontaneo, quindi lo colpì con
un pugno leggero amichevole e ringraziò per il complimento, poi però tornò alla
carica seriamente intenzionato a sapere a cosa diavolo aveva pensato quando
aveva concepito quella canzone!
-
Allora, a cosa cazzo pensavi? -
Mike alzò esasperato gli occhi al cielo
senza spiegarsi come mai ci tenesse tanto a sapere un particolare così
inutile!
Di solito non glielo chiedeva mai, capiva
subito al volo e non lo stuzzicava.
Bè, anche ora l’aveva capito subito, se era
per quello, solo che lo stava tormentando troppo e non ne capiva il
motivo!
- A quello che sembra! - Alla fine non ce la
fece più, sapeva quanto insistente poteva essere quel ragazzo quando si metteva
d’impegno.
Chester si drizzò stupito e attento, si
accese di luce propria e malizioso più che mai lo vide mentre cercava di
sgusciare abilmente fuori dalla sala registrazione dove erano rimasti a, tanto
per cambiare, discutere.
- Cioè scopavi? - Lo chiese con voce acuta e
con la paura che potesse mettere i manifesti, Mike tornò indietro e gli andò
davanti con le mani ai fianchi, lo fissò esasperato e deciso lo
liquidò:
- Pensavo a qualcuno che scopava! - Non era
solitamente quello il suo linguaggio ma Chester glielo sapeva tirare fuori. Il
giovane alzò scettico le sopracciglia di nuovo, lo fissò stranito e senza parole
e quando Mike stava di nuovo per uscire speranzoso di averlo messo a tacere,
tornò alla carica. Lui doveva capire. Era importante.
-
Questa non è chiara! -
Mike sbuffò. Di solito aveva una pazienza
infinita, specie con lui, ma ora era davvero stressante. Aveva voglia di fargli
mangiare il microfono!
- E perché, sentiamo! - Fece senza
girarsi.
Chester si spostò piazzandosi davanti,
quindi concentrato si spiegò convinto di avere ragione e deciso a mettere luce
su questo punto.
- Tu quando componi e pensi ad una canzone,
ti immagini come verrà fatta, quindi ti figuri mentalmente già le tue parti e le
mie. Se per questa ci sono tanti miei vocalizzi da orgasmo, vuol dire che
immaginavi me mentre scopavo! Non è un ragionamento sensato? - Volle assicurarsi
che effettivamente lo fosse, vedendo Mike fare delle facce strane e credendo di
aver preso una cantonata.
Eppure era certo di aver ragione.
Di
norma non si impegnava tanto per spiegarsi o per capire qualcosa, se ci riusciva
subito e con poche parole, bene, altrimenti mandava tutti a ‘fanculo senza
pensarci.
Lì Mike si morse il labbro di nuovo in
difficoltà e mentre l’esasperazione di prima scemava, sul suo viso tornava
quell’imbarazzo di chi era stato colto in fallo.
Chester lo capì al volo e si scambiarono
degli sguardi molto intensi. Tanto uno stupito quanto l’altro spaesato ed
imbarazzato.
Colpito e affondato.
“Ma doveva
essere così acuto proprio ora?” si chiese Mike mentre nel panico più
totale non sapeva cosa fare.
Non era un idiota, di solito. Non era per
niente timido od insicuro, anzi.
Era così sicuro che sapeva perfettamente che
Chez non ricambiava quella cosa che provava lui, qualunque nome
avesse.
Però se doveva scrivere qualcosa di
seducente, pensava a come l’avrebbe cantata lui e gli veniva subito in un attimo
ed in modo preciso.
Questo gli aveva fatto capire che non era
solo amicizia quella che provava per il cantante.
Chester parve finalmente capire quello che
Mike si era dato tanta pena per tenere per sé con un certo successo e come se
cadesse dalle nuvole non disse niente, lo guardò e basta senza sapere cosa
pensare e fare.
Fu allora che Mike approfittò per andarsene
svelto, lasciandolo lì in questo equivoco che ormai non era più tale.
Ma
senza dirlo chiaramente poteva esserci la speranza che l’altro pensasse di
essersi sbagliato e facesse finta di niente…
Poi si fermò una volta trovato rifugio in
bagno e si guardò allo specchio carico di un’agitazione che non aveva mai
posseduto.
Sì, parlava di Chester… era ovvio che
l’avrebbe tormentato fino alla fine dei suoi giorni per farglielo dire
chiaramente.
E solo per puro ego!
Quell’idiota… doveva perdere la testa
proprio per lui?
Naturalmente non trovò la
risposta!
FINE