VOCE E STRUMENTO
“Ascolta
il tuo cuore
Quelle
voci angeliche
Canteranno
per te
Saranno
la tua guida
di
nuovo verso casa”
-
Brad, vuoi farlo tu? - Chiese Mike al compagno di gruppo sotto voce per
non farsi sentire da una persona in particolare.
Perché
sussurrasse e parlasse in codice era presto detto… conosceva bene la
reazione del soggetto sott’inteso e potendo scegliere cercava di
evitarla. Chiunque l’avrebbe fatto al suo posto.
Brad ridacchiò
e negò deciso:
- Per carità… e
togliere il suo diletto al divo? - Disse con ironia marcata. Mike lo
spintonò per farlo smettere spaventato all’idea che il divo in
questione lo sentisse, ma non poteva che essere d’accordo.
- Che
esagerato! - Asserì per pura decenza. L’ego di Chester bastava per
tutti, non serviva che diventasse narcisista anche lui!
- Altroché
esagerato! Guarda se glielo chiedo io… - E così dicendo andò da
Chester, il divo in questione, e circondandogli le spalle con un
braccio gli chiese amichevole e allegro:
- Ehi, Chez, ti
va se ti accompagno io, oggi? - Lo sguardo più assassino mai visto
nella storia del mondo si esibì sul suo volto magro e affilato e
trasformandosi in un killer pericolosissimo guardò subito truce Mike lì
accanto. Sapeva benissimo che la sparata d’altruismo veniva da lui.
Al ché sia Mike
che Brad si piegarono in due dal ridere facendo capire al diretto
interessato di essere stato giocato per bene.
Con una
gomitata al chitarrista del gruppo ed un calcio negli stinchi al suo
‘accompagnatore ufficiale’, li liquidò con un meritato: - Pezzi di
idioti! Non mi piacciono questi scherzi! -
Continuarono a
ridere della grossa per un bel po’ mentre Chester continuava ad
insultarli perché quelle cose proprio non le digeriva. Ridere di lui
dopo essersi presi gioco della sua regale persone! Come osavano?
Di solito il
senso dell’umorismo l’aveva eccome, tanto che rispondeva prontamente a
qualunque scherzo gli venisse fatto -a modo suo ovviamente, quindi
andandoci giù pesante!- ma certi argomenti erano proprio tabù.
- Non ho niente
contro Brad ed il suo talento come chitarrista, ma queste esibizioni
occasionali non hanno niente a che fare con la nostra musica e coi
concerti, quindi essendo che devo essere particolarmente concentrato,
voglio che ci sia solo Mike! - E nell’ammettere candidamente certe cose
nemmeno si rendeva conto di quanto imbarazzo creasse nel destinatario
di tanti complimenti.
Mike infatti
smise repentino di ridere e si zittì diventando di mille colori.
Adorava quando
il suo ragazzo le sparava così, inaspettate ed imprevedibili e
sicuramente fuori dagli schemi… nel senso che ad orecchio non
sembravano dichiarazioni particolari, ma poi conoscendo il tipo lo
erano eccome.
Chiunque non
fosse Mike non si poteva offendere visto quanto straordinario fosse un
suo apprezzamento pubblico e finivano anzi per ridere ogni volta
davanti alle facce da baccalà del povero ‘accompagnatore ufficiale’.
- Cerca di non
dire cose simili nell’intervista fra poco, che poi il tuo calmante
ambulante va in fibrillazione! - Aggiunse Brad spettinando affettuoso i
capelli di Mike… già, perché quelli di Chester erano troppo corti, per
essere spettinati!
Dopo di che li
lasciò soli andandosi a sistemare con gli altri nel tavolino davanti
alla gigantografia della copertina del loro ultimo album che stavano
promuovendo.
Mike e Chester
allora ebbero un momento per guardarsi lontano da occhi indiscreti e
mentre il primo cercava ancora di riaversi dal tremendo colpo al cuore
ricevuto senza preavviso, l’altro ridacchiava malizioso contento di
averlo spiazzato senza accorgersene.
- E’ vero… tu
mi tranquillizzi e riesco a cantare in quel modo che mi viene
difficile… sai, senza urlare e scalmanarmi… è complicato, per me, e se
non ci sei tu che mi accompagni con uno strumento non ci riesco per
niente! -
Mike finalmente
si riebbe e sorrise con quel suo modo caratteristico che era dolce ma
non romantico, un modo che a Chester faceva impazzire. Osservandolo in
quell’istante, infatti, gli venne come sempre l’istinto di baciarlo e
per un momento, dimenticandosi del posto totalmente inadatto pieno di
gente, si avvicinò al compagno come se dovesse farlo davvero. Mike
fortunatamente era ancora collegato col mondo, anche se ci era riuscito
a fatica, e lo bloccò appena in tempo a pochi centimetri dal viso.
Certamente da lontano era difficile fraintendere su cosa stessero per
fare, ma a conti fatti non c’era stato nessun bacio o contatto
compromettente!
Pareva
semplicemente parlassero eccessivamente vicino l’uno con l’altro.
Tutto qua!
Sospirando
insofferente Chester brontolò guardando l’ora e cominciando a contare i
minuti di quella che ora come ora vedeva solo come una tortura, infine
si diresse al tavolo con gli altri seguito da un Mike divertito che
sembrava potesse illuminare a giorno l’intera America.
Non erano molte
le occasioni pubbliche per le quali dovevano esternarsi e cantare
insieme da soli, in realtà erano davvero poche poiché la loro musica
non era adatta a quel genere di esibizioni.
Di canzoni con
voce e chitarra in effetti non ce n’erano per niente se non una
nell’ultimo album, per il resto dovevano arrangiarle sul momento e
quindi cambiarle momentaneamente.
Era diverso a
casa loro quando dovevano provare loro due qualche pezzo particolare o
imparare il testo per bene… là certamente lo facevano sia con la
chitarra che con il pianoforte, però erano momenti solo per loro,
nessuno assisteva, erano effettivamente soli.
Quando invece
lo dovevano fare davanti ad altre persone magari per qualche promozione
speciale, lì era diverso… lo era perché pur le canzoni venissero
trasformate e fossero effettivamente diverse apparendo suggestive,
c’era quel qualcosa di speciale che si creava fra suonatore e cantante.
In quei momenti
cantava solo Chester e l’unico in grado di accompagnare la sua voce al
di fuori di un concerto o di una prova in studio, era Mike con la sua
chitarra od il piano.
Ecco perché poi
incantavano, una volta che lo facevano.
Solo loro due
davanti ad un numero considerevole di ospiti per una presentazione dove
era prevista non più di una canzone. Ma quella bastava.
Era come se
nell’aria succedesse qualcosa.
Tutti si
zittivano e calava una specie di silenzio sacro mentre inebetiti ed
adoranti ascoltavano i due cantanti esibirsi in quel modo unico e
speciale solo per quel piccolo pubblico fortunato.
I membri stessi
del gruppo se ne rendevano conto.
Erano diversi
in quelle occasioni.
Mike cominciava
a premere le dita sulle corde e a scorrerle suonando il suo strumento e
poco dopo con calma innaturale che proprio non era da lui, Chester si
inseriva.
Lì, seduti
vicini su un piccolo palco rialzato, senza nemmeno bisogno di guardarsi
o darsi attacchi.
Era davvero
come se la voce eccezionalmente melodiosa di Chester potesse essere
accompagnata unicamente da Mike, cosa che in realtà non era poiché
anche gli altri membri del gruppo erano più che validi e Brad stesso
era un ottimo chitarrista.
Però in quei
momenti nessuno aveva dubbi su chi avrebbe fatto quell’unica canzone
d’eccezione e su chi l’avrebbe accompagnato con la chitarra.
La magia
scendeva, erano diversi dal loro solito, non erano nemmeno loro.
Riuscivano ad esternarsi da tutto e da tutti, cantavano e suonavano con
gli occhi chiusi e non per fare attenzione ad ascoltarsi e non andare
fuori tempo, bensì solo e semplicemente perché gli piaceva sentirsi.
Mike era come
incantato dalla voce del suo compagno e lo era in ogni istante, in
qualunque modo cantasse, anche che urlasse come un matto. Sicuramente
quando la utilizzava così calmo e quasi con un tocco di malinconia, era
spettacolare. Gli venivano i brividi, non sapeva proprio come faceva
ancora dopo tutti quegli anni che cantavano insieme. Spesso gli
chiedeva di provare una canzone su cui non era sicuro e lo faceva solo
per sentirlo, senza reale bisogno. Perché in quei casi la facevano in
acustico o al piano ed era tranquillo e rilassato, senza agitazioni
infernali che comunque adorava lo stesso.
Ascoltarlo
cantare per lui era rigenerante e quando creava una canzone, che
fossero solo melodie o solo testo o magari entrambi, pensava sempre
alla sua voce e a come l’avrebbe fatta e gli veniva subito fuori come
se fosse sempre stata in lui. Se doveva pensare alle proprie parti
invece rallentava.
A volte cercava
di ricordare come era prima di lui ma non ci riusciva nemmeno
impegnandosi. Chester non c’era sempre stato però ormai era così pregno
del compagno che era come se lo fosse.
Chester, dal
canto suo, non considerava minimamente la sua vita prima del proprio
arrivo nella band. Per quanto lo riguardava era nato e cresciuto
direttamente con loro.
Quando
capitavano quelle occasioni pubbliche di cantare accompagnato dalla
chitarra di Mike chiudeva sempre gli occhi e aspettava il proprio
turno, si concentrava perché sapeva di dover cantare diversamente da
come normalmente faceva, di dover essere più contenuto e sommesso e
quindi più sentimentale ed emotivo piuttosto che apocalittico, rabbioso
od esplosivo.
Ma le dita che
correvano sulle corde e poi il modo di suonare… bè, non c’era niente di
speciale, obiettivamente, in quello che Mike faceva. Era la cosa più
semplice e naturale, ma a lui sembrava proprio che come lo facesse lui,
nessuno poteva.
Se si trattava
di dover essere accompagnato da un solo strumentista non aveva il
minimo dubbio. Voleva sempre e solo Mike. Qualche volta per non essere
presuntuoso quest’ultimo chiedeva a Brad se voleva farlo lui, ma il
ragazzo non ci pensava proprio. Non era amante di assoli e cose simili
ma soprattutto togliere a Chester il suo Mike equivaleva ad una tortura
atroce nell’ora successiva e non ci teneva.
A parte questo,
era ovvio che preferisse ascoltare quei due esibirsi da soli ed
insieme.
Erano speciali
perché riuscivano a creare intimità fra loro facendo una cosa
semplicissima come quella in mezzo ad una marea di sconosciuti.
Il bello era
che questi, di norma casinari come ogni loro fan che si rispettasse,
quando il duo partiva in quei rari casi, si zittivano completamente
come se staccassero la spina.
Nessuno avrebbe
saputo dire come mai e cosa di preciso permetteva che la magia si
creasse, però c’era e nessuno avrebbe potuto rinunciarci. Sarebbe stato
un crimine.
Indipendentemente
dalla fissa -od ossessione in certi casi- di Chester che la sua
sacrosanta voce venisse accompagnata solo da Mike nelle canzoni voce e
strumento.
Cose che
accadevano davvero di rado ma che quando succedevano non le si poteva
dimenticare e nessuno osava interromperli, nella maniera più assoluta.
Perché lì non
serviva che facessero niente di particolare eppure apparivano per ciò
che erano e nessuno si scandalizzava, nessuno poteva. Erano
semplicemente la cosa più appropriata l’uno per l’altro.
Voce e
strumento.
Compagni in
ogni angolo delle loro vite.