NOTE:
ok, precisiamo. Questa fic è stata richiesta da Martina Giacopinza
perchè lei è stata la centesima commentatrice in Esseri Viventi,
quindi le avevo promesso una fic a piacere e lei mi ha dato un po' di
tracce. 'rossorossorosso, escursione in montagna, perdersi per colpa
di Chez deficiente, fare pace'. Questi i miei indizi, questi i
vostri.
Poi.
Ci sono presenti scene piuttosto erotiche, in certi punti sono
linguaggi un po' spinti, in altri sono le cose che fanno ad essere
spinte, comunque per onestà devo specificare che è presente della
dominazione ma niente di pesante od eccessivo. E' in realtà la prima
volta, più o meno, che ne scrivo e sarebbe un esperimento. Secondo
me è soft ma non saprei. Spero mi sia riuscito, mi direte voi. Boh,
vi auguro buona lettura. La prossima fic su richiesta che faccio,
sarà per la commentatrice in EV numero 150! (siamo a 120, non è
impossibile in effetti... potrei spostarla al 200...). Baci Akane
DEDICHE:
dedicata a Giacopinza ovviamente, ringraziate lei e le sue tracce. Se
insegnasse italiano a scuola gli alunni l'adorerebbero!
WEEK
END
Chester
gorgheggiava.
Come
ci poteva riuscire, solo lui lo sapeva, fatto era che gorgheggiava.
E lo faceva all'orecchio di Mike. Un Mike in seria difficoltà che
cercava assolutamente di non ridere e distrarsi ma che invece ci
riusciva benissimo.
-
Porca merda, Chez, piantala! Non riesco a leggere la cartina se fai
così! Come pensi che possa farti da navigatore se mi gorgheggi
nell'orecchio come un coglione? - In risposta Chester, continuando a
guidare rischiando il didietro di entrambi, gorgheggiò ancora più
forte tutto proteso di lato per raggiungere il suo orecchio. Non era
normale per niente. - Cazzo, dai, guarda la strada! -
-
Ma la sto guardando! - Mike alzò la testa dalla cartina che
comunque non riusciva più a leggere e lo fissò.
-
Dannazione, hai la faccia girata verso di me e stai guidando per
stradine strette e curve di montagna... stiamo per morire, piantala!
- Mike cominciava ad essere allucinato ed isterico e più lui
diventava così, più Chester si divertiva.
-
Guarda come faccio... - Asserì riprendendo a gorgheggiargli
nell'orecchio. Mike vide che alla strada dava solo mezzo occhio
sbieco e guidava davvero a caso, se non si erano schiantati era per
grazia ricevuta!
-
Dai, scendi che guido io! - Lo spinse di lato esasperato, temeva
davvero per la sua vita. - E poi come diavolo fai a gorgheggiare?
Sono versi da neonato, gli adulti non dovrebbero riuscirci! - Come
se questa considerazione fosse di una qualche utilità!
Chester
rise come l'idiota che era.
-
Io posso fare tutto, io sono Dio, non lo sai? - Eccolo lì il
megalomane, Mike si perse a prenderlo in giro e fischiando come
fosse allo stadio gridò un bel 'BUUUU' prolungato.
-
Dai, fammi guidare così puoi gorgheggiare senza rischiare la nostra
vita! - Fece di nuovo, allora Chester l'accontentò consapevole che
poteva essere anche meglio essere dalla parte del passeggero. Si
sarebbe goduto meglio il viaggio per il loro week end in montagna.
Accostato,
Mike perse un po' di tempo a guardare la cartina, se la studiò e
parve memorizzarla.
-
Perchè non usiamo il navigatore? - Chiese Chester.
-
Chez, è da un'ora che viaggiamo senza navigatore e me lo chiedi
solo ora? - Mike era allibito, a volte il suo compagno lo stupiva
proprio.
-
Sì, che c'è? - Fece l'altro stizzito.
-
Siamo in montagna, non prende il GPS... - Logicamente... Chester
alzò le spalle.
-
E la sai leggere davvero quella? No, perchè io non le so leggere le
cartine, eh? Ho un orientamento nella media in città, ma in
montagna è una merda e le cartine per me sono arabo! - Mike rise
divertito scendendo dall'auto mentre Chester si limitò a spostarsi
di sedile dall'interno.
-
Lo so che se non hai una voce che ti guida in modo chiaro e semplice
finisci chissà dove, per questo ho pensato a tutto io per questo
week end... -
-
Questa è una dimostrazione fottutamente grande di fiducia da parte
mia... non mi affiderei mai nelle mani di qualcun altro in questo
modo... - Mike tolse le quattro frecce e mise in prima ridendo.
-
Sì sì... dì piuttosto che organizzare ti annoia! - Chester portò
indietro il sedile e lo abbassò sistemandosi comodo con le mani
dietro alla nuca. Gli occhiali scuri calati sugli occhi, come se ci
fosse un sole che spaccava le pietre, e l'aria da divo in vacanza.
Quale poi era.
"Almeno
sta buono se dorme..." Pensò Mike illudendosi che potesse
essere facile.
Fece
mente locale sulla strada che aveva appena memorizzato, lo chalet
non era difficile da raggiungere, in teoria... però aveva pensato a
tutto, aveva ogni cosa potesse servirgli per qualsiasi evenienza.
Sicuramente sarebbero arrivati a destinazione entro sera.
L'idea
era venuta a lui, ovviamente. Era da molto che si strapazzavano come
matti per il lavoro, poi a casa lo stress non diminuiva poichè
anche se sia Anna che Talinda sapevano, era sempre strano stare lì
con loro. Oltretutto volevano semplicemente passare del tempo
insieme e basta, senza gruppo, amici e famiglie. Così Mike aveva
proposto di andare nel suo chalet in montagna, non ci andava da una
vita ma lo faceva pulire e mantenere regolarmente in modo da essere
utilizzabile quando ne avesse avuto la necessità. Ogni tanto ci
andavano per qualche capodanno, quando di rado non era impegnato col
lavoro. Con Chester c'era stato pochissime volte, un paio con Anna e
Otis, qualcuna col gruppo. Non ce l'aveva da molti anni, giusto un
paio. Aveva pensato potesse essere un rifugio perfetto.
Chester
aveva di recente manifestato profonda insofferenza verso la vita che
conducevano, infatti aveva ricominciato a dimagrire e mangiare di
meno. Con Talinda le cose andavano bene nel senso che lei aveva una
mentalità molto aperta e libera, non si consacrava a lui, se aveva
voglia di andare con qualcun altro lo faceva e spesso finivano a
letto insieme ugualmente. C'era alchimia fra le lenzuola e lei lo
faceva ridere molto, l'aveva aiutato parecchio in quegli anni, non
lo stressava. Insomma, stavano bene insieme ma erano più amici di
letto che marito e moglie. Siccome però erano entrambi
particolarmente fertili, il risultato era avere una famiglia
numerosa. Ad entrambi piaceva molto il sesso e siccome Mike era
davvero molto impegnato e con lui ci litigava anche piuttosto
spesso, come sfogo anti Mike, Talinda era eccezionale. La situazione
era questa.
Ultimamente
però Chester aveva accusato Mike di trascurarlo troppo per disegni
e composizioni varie. Tutti avevano sempre bisogno di Mike per
qualcosa e Mike c'era sempre naturalmente. La cosa lo snervava
perchè finiva per vederlo di meno.
Mike
gli aveva dato retta solo quando l'aveva visto più magro del
solito, preoccupato aveva deciso di mandare tutti al diavolo per un
week end ed andare in montagna.
Il
problema era che non ci veniva da molto e c'era un tratto preciso
che se non faceva con attenzione, poteva finire per perdersi. Ma
Chester dormiva quindi non sarebbe dovuto succedere.
Riaprì
la cartina rallentando, per essere sicuro di ricordare bene, quindi
la visionò fra un occhio alla strada ed uno alla mappa e fu lì che
sentì una mano infilarsi furtiva fra le sue cosce. Mike emise un
gridolino di sorpresa e Chester ridacchiò.
-
Pensavo dormissi... - Disse abituandosi presto alla carezza per il
momento normale. Mise da parte la cartina e si concentrò sulla
strada piena di curve.
-
Sai che dormo poco, mi sto solo annoiando... - Borbottò. Mike
sorrise e lo lasciò fare. Ben presto la carezza innocente sulla
coscia divenne meno innocente, saliva e scendeva arrivando sempre
più vicino all'inguine, quando si mise all'interno, fra le gambe
schiuse, Mike le strinse di scatto esclamando un bell'acuto: - Chez,
sto guidando, lasciami! -
-
Dai, non dirmi che non ti piace... - Chester si tirò su e si tolse
gli occhiali, quindi si appoggiò col mento sulla spalla e soffiò
come uno stronzo sull'orecchio. Era il punto debole di Mike. O uno
dei.
-
Il fatto è che mi piace troppo, stai fermo o sbaglio strada! Questo
pezzo è impestato! - Chester ovviamente non voleva saperne, del
resto si annoiava e voleva avere il suo moroso tutto per sé.
Risalì
sull'inguine e gli slacciò i jeans non troppo stretti, sul cavallo
era già gonfio e il sadico ridacchiò divertito succhiandogli il
lobo.
-
Cheeez... - Mormorò in falsetto allungando la 'e'. Chester continuò
imperterrito per la sua strada infilando la mano sotto ai boxer. Fu
fin troppo facile muoversi sulla sua erezione in modo da eccitarlo,
non tardò molto. Mike cercò di scostarsi ma ovviamente non poteva
togliere le mani dal volante e gli occhi dalla strada.
-
Chez, smettila, non capisco che strada sto facendo! - Continuò
lamentoso senza molto successo. Chester in risposta si separò
dall'orecchio che gli aveva leccato e si abbassò fra le gambe.
-
CHEZ, NO! - Esclamò con gli ultrasuoni Mike, cercò di toglierlo
dal suo inguine ma fu inutile, la sua bocca ormai lavoara bene sulla
sua erezione tesa e d'altronde era così bravo... ormai era
eccitato, o si sfogava o andava avanti con il pacco gonfio!
Mike
frenava e accelerava incontrollato cercando anche di leggere i
cartelli o riconoscere i bivi. Senza successo. Ad un certo punto,
mentre gemeva, si rese conto di girare per una strada usando un
riflesso incondizionato da un eccessiva scarica elettrica provocata
dalla bocca di Chester. Non ci fu verso di calmarsi e capire se
avesse svoltato nel posto giusto. L'orgasmo lo raggiunse molto
sentitamente e Chester lo mandò in delirio quando, rialzatosi, gli
mostrò il suo sperma in bocca per poi fargli vedere che lo
ingoiava. Era un porco schifoso, si diceva sempre Mike, ma non
capiva proprio perchè quando lo faceva gli piacesse tanto. Alla
fine gli prese il viso con una mano e cercando di guardare anche la
strada lo baciò terrorizzato all'idea di fare un incidente ed
eccitato da ciò che aveva fatto.
-
Sei un autentica puttana! - Mormorò sulla sua bocca nella pace dei
sensi per l'orgasmo e gli ormoni sfogati.
-
Lo so, grazie... - Disse infine Chester riaccasciandosi sul sedile.
Mike
sperò che la tortura fosse finita e tornò a guardare la strada
seriamente, convinto di poter ancora capire dove fosse. Riprese la
cartina e rallentò guardandola. No, non riusciva a ritrovarsi, in
quel punto gli svincoli erano tutti uguali, poteva averne preso uno
qualunque... doveva contarli ma in quel momento era stato preda
dell'orgasmo, figurarsi cosa poteva aver contato...
Imprecò
e quando provò a guardare Chester per capire se potesse essergli
utile, lo vide che sfogava i suoi, di istinti. Visto che era rimasto
insoddisfatto.
Mike
piantò una gran frenata quando lo vide masturbarsi liberamente e
imprecò ancora dimenticandosi della cartina, della strada e dello
chalet.
-
Così mi ucciderai! - Esclamò infatti accostando per poi chinarsi
sul suo viso. Glielo prese fra le dita, lo strinse e gli infilò
nuovamente la lingua in bocca. Chester ridacchiando rispose mentre
sospirava al proprio stesso piacere.
-
Vuoi che mi sporchi o mi aiuti? - Mugolò sul suo labbro. Mike
ridacchiò e mordendolo leggero, scese come prima aveva fatto
Chester a ricambiargli il favore.
Lo
leccò con la punta della lingua per poi, notando che era davvero
vicino all'orgasmo, avvolgerlo in fretta. Si mosse solo un paio di
volte, non dovette nemmeno stringere. Chester venne con un gemito
che fece rabbrividire Mike, come al solito. Ebbe l'istinto di
sputare ma ormai che c'erano l'accontentò fino in fondo.
Chester
sorrise soddisfatto e lo tirò su baciandolo di nuovo, giocò con la
sua lingua assaggiando il proprio stesso sapore.
-
Non dirmi che non ti piace... - Disse provocante Chester tenendogli
il viso fra le mani, ansimava ma era pacifico e rilassato.
-
Non è mica un sorbetto al limone! - Replicò ironico Mike
lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra. La vacanza era
iniziata...
-
Come no, il tuo è tanto buono... - Mike sarebbe arrossito se quelli
ormai non fossero gli argomenti di conversazione classici...
-
E' sperma, Chez. Fa schifo di suo... ci sono quelli che fanno meno
schifo, ma nessuno è buono! - Chester si alzò dallo schienale e si
raddrizzò per guardarlo bene, sorrideva malefico e a Mike piaceva
ancora di più. Gli ricordava i primi tempi quando lo faceva
impazzire con le sue porcherie stronzissime.
-
Come no... il tuo sa di fragola! - Lo prese in giro... Mike rise
scuotendo il capo, lasciandogli in risposta un altro bacio piccolo.
- E allora perchè lo ingoi? - Provocò ancora.
Mike
si strinse nelle spalle con fare quasi infantile, a Chester quei
modi facevano impazzire.
-
Perchè è un gesto erotico e tu hai il potere di farmi fare
qualunque cosa... - Chester gli succhiò il labbro per poi mormorare
seducente:
-
Perciò se ti chiedo di fare un po' di pioggia dorata tu la fai? -
Mike rise gettando la testa all'indietro e Chester si prese il suo
collo datogli con tanta spontaneità.
-
Ben se sono io a farla a te... -
Chester
gli succhiò un punto e glielo mordicchiò leccandoglielo con cura,
poi sempre sulla pelle e le mani di Mike sulla nuca, rispose sadico:
-
Da te mi farei ricoprire di tutto, anche di piscio... purché sia
tua... - Mike si mise a ridere di nuovo sempre più forte.
-
E no guarda, chiamo uno che lo faccia al posto mio! -
Chester
smise di succhiarlo e lo fissò in viso, era fottutamente bello per
i suoi gusti, specie quando rideva eccitato.
-
E se volessi farlo io a te? - Mike lo guardò come fosse matto.
-
Chez, accontentati che ingoio e che facciamo qualche gioco sadomaso
leggero ogni tanto... tu tiri sempre troppo la corda, eh? -
-
Lo sai che lo faccio... - A quel punto Mike non era sicuro se
intendesse tirare la corda o la pioggia dorata, sapeva che era la
sua fissa da un po' ma non gliel'avrebbe mai concessa. Che erotismo
c'era nel pisciarsi addosso a vicenda?
-
Allora, possiamo andare o hai qualche altra idea? Sta venendo buio e
noi saremmo già dovuti essere allo chalet! - Esclamò Mike acuto
tornando alla realtà. Chester alzò le spalle e si girò dall'altra
parte fingendo indifferenza, quindi Mike per l'ennesima volta
riprese la cartina e la guardò. Ok, il tramonto era in atto e
quelle strade andavano via via sempre più incupendosi. Non era un
problema: se lo svincolo era giusto per qualche miracolo assurdo,
sarebbe dovuto essere vicino a casa.
-
Dovrebbe essere poco più avanti. Se è la strada giusta... -
Chester drizzò le antenne ma non rispose. Sicuramente era giusto,
Mike non sbagliava mai!
Percorse
diversi kilometri prima di ammetterlo e lo fece con un'imprecazione
colorita che preoccupò Chester tanto che lo convinse a prenderlo
sul serio.
-
Porca puttana maledetta! -
-
Dai, smettila di scherzare! -
-
Cazzo di merda, Chester, non so dove cazzo sono! - Esclamò
esasperato fermando la macchina e rivoltandosi come un diavolo
assatanato verso Chester. Tirato su il sedile lo guardò sconvolto.
-
Ma ti sei perso davvero?! - Mike alzò le mani al cielo teatrale.
-
No guarda, te lo sto dicendo da venti minuti per hobby! -
-
Fanculo, Mike! Non scherzare! Ti sei perso e siamo in montagna in
mezzo agli insetti, cazzo! - Non aveva paura degli insetti ma ormai
era abituato a vivere nel lusso, campeggiare in mezzo al niente non
era la fine del mondo, per lui.
Mike
si stava innervosendo.
-
Io mi sono perso?! Sei tu che fai il coglione dall'inizio e poi sono
io che mi sono perdo! -
-
Cazzo, guidavi tu, eh? - Chester non era meno nervoso, tanto per
cambiare. Ma Mike ormai era già all'isteria.
-
Perchè tu non sapevi farlo come si doveva! Se non facevi lo stronzo
gorgheggiante io facevo il navigatore e non ci saremmo persi, invece
tu non sei capace di guidare come si deve, quindi ho dovuto farlo
io! Peccato che non capisci un cazzo di cartine! Ma va bene, ce la
potevo fare se mi avessi lasciato in pace invece di farmi un
pompino! - Mike diventava ancor più logorroico quando era
arrabbiato.
-
E mi pare che il tuo orgasmo non sia stato fra atroci urla di
dolore, eh? Ti sei divertito anche tu! Per non parlare di quando hai
fermato la macchina per farlo a me! -
-
Certo, ormai tanto valeva, il danno l'hai fatto prima distraendomi
mentre guidavo... chissà dove cazzo ho girato! Non so dove siamo,
merda, lo vuoi capire? -
-
L'ho capito, che cazzo urli?! Lo stai sbraitando da mezz'ora! -
Mike
strinse le labbra nevrotico con la voglia di strozzarlo, respirò a
fondo apparendo come un assassino in preda ad un raptus e poi si
girò verso il volante per evitare di fissare la sua faccia da
schiaffi che lo sfidava a replicare.
-
E' tutta colpa tua! - Ringhiò alla fine. - Non dovevi distrarmi! -
Non che avesse torto...
-
E se tu ti fermavi quando ti spompinavo invece di continuare a
guidare e sbagliare strada, ora eravamo arrivati! - Nemmeno lui
aveva torto, ma non si dissero più niente per cinque minuti
abbondanti. Chester le braccia incrociate e rivolto verso il
finestrino a guardare lo scuro sempre più cupo, Mike a guardare
dall'altra parte aggrappato al volante come se potesse dirgli dove
andare per tornare nella retta via.
Alla
fine accese la luce e aprì la cartina, l'aveva guardata mille volte
ma non sapendo dove fosse era inutile. Provò a capire dove aveva
sbagliato.
-
L'ultima volta che sapevo dove eravamo, eravamo qua... solo che non
so come arrivare lì... - Non aveva davvero idea di dove fossero,
nemmeno lontana o vaga.
-
Allora moriremo qua? - Brontolò secco e velenoso Chester. Mike gli
tirò la cartina contro ed accese la macchina. - Cosa vuoi fare,
consumare anche quel po' di benzina che abbiamo così siamo davvero
fottuti? - Ancora una e l'avrebbe ucciso. Andò avanti qualche metro
per poi girare in una piccola stradina laterale in mezzo ad alberi e
campi. - Ti sembra il momento di andare in camporella a scopare? -
Mike contava mentalmente. Chester era da manicomio quando ci si
metteva. Andò avanti al sicuro dalla strada, in una radura che,
evidentemente, veniva usata spesso per campeggiare. Quindi spense la
macchina. - Mike, ma davvero ti sembra il momento di scopare? Non ho
voglia! - Ed era un evento.
-
Non ti scoperei nemmeno se fossi un cane in calore e tu l'ultimo
buco rimasto sulla Terra! - Grugnì acido Mike. Chester si offese,
naturalmente, e lo mandò a cagare. - Col buio non riesco a capire e
a trovare dei punti di riferimento. Domani mattina, col chiaro, ci
rimettiamo in moto e penso che troveremo la strada subito. Ora anche
se la trovassi non la riconoscerei. E poi sono incazzato, quindi
sprecherei benzina davvero alla cazzo di cane! - Chester lo fissò
stralunato dal buio in cui erano. La luna e le stelle erano tutto
ciò che faceva luce insieme ai fari dell'auto.
-
E dormiamo così in macchina? - Replicò stridulo.
-
Ah, come se non l'avessi fatto un sacco di volte! - Mike non ce la
faceva proprio più.
-
Avevo quasi quindici anni di meno ed ero povero in canna, ora sai,
ho fatto un po' di strada... - Non era un vero problema
dormire in macchina, era solo arrabbiato e voleva fare i capricci.
Mike
lo capì e scosse il capo aprendo la portiera.
-
Infatti non dormiremo in macchina! -
Scese.
-
Col cazzo che dormo alla ghiaccio! - Mike gli chiuse la porta sul
muso ed andò al bagagliaio. Chester scese col piede di guerra
pronto a prenderlo a calci.
-
Che cazzo fai, ora, si può sapere? - Seccato.
Mike
tirò fuori un borsone grande, uno piccolo, una cassetta ed un frigo
abbastanza consistente.
Li
sparpagliò a terra. Dalla cassetta tirò fuori una lumogas ed una
torcia elettrica. Accese prima la torcia e fece luce sul resto, tirò
fuori l'accendino che usava per accendere le sigarette di Chester
-che intanto si fumava- e diede vita alla luce della lumogas. Una
bombola piena di, per l'appunto, gas, che attraverso un vetrino
sicuro si illuminava. La cosa divenne meno cupa.
Chester
rimase zitto ma la sorpresa per come pareva essere organizzato era
sempre più alta.
Mike
a quel punto tirò fuori dalla borsa più piccola un iglou. Lo
lanciò in aria e si montò da solo cadendo completo e gonfio.
Chester ormai era senza parole e gli occhi erano sbarrati.
Quegli
affari erano sempre più pratici.
Mike
lo sistemò vicino alla macchina e mise la lumogas accesa poco più
in là in modo da non dar fuoco per sbaglio a niente ma da avere
luce in abbondanza.
Chester
dentro la cassetta vide un altro paio di bombole e batterie per la
pila più vari attrezzi che potevano sempre essere utili.
Alla
fine aprì il borsone grande e prese coperte, trapunte e un sacco a
pelo matrimoniale, con essi sparì nella tenda e li sistemò a
dovere, tornato fuori, sempre davanti allo sguardo shockato di
Chester che ormai si era scordato della sigaretta, prese il frigo
rigido e, messo davanti alla tenda aperta e pronta per l'uso, si
sedette aprendolo. Dall'interno cominciò a tirare fuori due birre,
un'acqua ed una serie di panini avvolti nella carta stagnola.
Dopo
che ebbe preparato tutto, guardò Chester come se lo notasse solo
ora.
-
Che fai, non mangi? - Chester cercò di ricordarsi come si parlava,
poi, riuscendoci, si avvicinò come camminasse sulla Luna.
-
Ma avevi programmato la vacanza in tenda o cosa? - Sembrava fosse
così, in effetti, visto quanto era preparato.
-
No, avevo programmato che eri così idiota da distrarmi e farmi
perdere... - Chester rimase allibito e in un leggendario silenzio,
quindi Mike sospirò e lo tirò per il braccio facendolo sedere a
terra, sull'erba, accanto a sé. - Senti, lo sai che programmo
tutto, no? Ho sempre Piano A, Piano B e Piano C... - Chester con la
bocca ad 'o' da un tempo indefinito, balbettò:
-
E... ed io che ti prendo sempre per il culo per questo... - Mike
finalmente rise e si rilassò cacciando l'incazzatura appena avuta.
Gli prese la mano e se lo tirò addosso per baciargli le labbra con
un sorriso di pace.
-
Lo vedi che fortunato che sei ad avere un ragazzo che pensa sempre a
tutto? - Chester annuì, questa volta aveva ragione. - Dai, sarà un
week end alternativo... insieme ci siamo comunque... - Chester si
trovò a sorridere, risalendo dal suo shock. A quel punto gli
rispose con un altro bacio, stringendogli la mano.
-
Mi piacciono le cose alternative... - Fece malizioso baciandolo
ancora. - Specie se sono fuori programma... - Mike ridacchiò
malizioso ricambiando i baci.
-
Non avevo dubbi... -
Chester
scese con le mani sotto la sua maglia.
- Quasi quasi è
meglio questo dello chalet... -
-
Tanto a te basta aver tempo a spazio per scoparmi... è questa la
tua definizione di vacanza! - Mike ormai lo conosceva bene e si
stava di nuovo divertendo, lentamente l'arrabbiatura scivolava via
come acqua su un ruscello.
-
Vedo che mi conosci... - Mormorò suadente, questa volta in risposta
Mike infilò la lingua fra le sue labbra, aprendo per bene le
proprie. Chester lo imitò e approfondì il bacio prendendogli la
guancia sotto la mano fredda. Sarebbe stato sicuramente un bel week
end...
Avevano
mangiato a sufficienza quando Mike si alzò per andare a fare dei
normalissimi bisogni, quando Chester gli chiese dove andasse, questi
rispose ovvio.
-
A pisciare... - lo sguardo dell'altro mezzo steso a terra fu una
specie di capolavoro di arte moderna, sembrava provocarlo a fargliela
sopra davvero e Mike per un momento contemplò seriamente l'idea, ma
solo per punirlo e per fargli smettere di fare il maiale. Peccato che
in quel modo l'avrebbe fatto felice.
-
Cos'è, vuoi che usi te come cesso? - Chester fece il suo sorriso da
maniaco e si stese meglio istigandolo, le mani dietro alla nuca, i
piedi incrociati. Mike rise e scosse la testa coi pantaloni
slacciati.
-
Tanto non lo faresti... - Mike non si lasciava provocare facilmente.
O meglio, dipendeva da cosa gli chiedeva, da come e da quando.
-
Sei un porco, se hai tanta voglia di farti coprire di piscio perché
non raccogli la tua e non te la spalmi addosso? - Così dicendo Mike
si voltò ed andò distante, fra gli alberi.
-
Quante storie per qualche giochino più sporco... - così dicendo
chiuse gli occhi in attesa della digestione, ora si potevano
divertire. Alla fine era un week end davvero strano ma non poteva
lamentarsi, era bello anche stare così lontani da tutto in quel
modo. Anche dalla vita stessa, dal lusso, dalla ricchezza... erano
solo loro, nudi e crudi e basta.
Una
specie di ritorno alle origini.
Ripensò
a quando l'avevano fatto in macchina le prime volte, ora quella era
stata sfasciata ma era un ricordo molto bello.
I
rumori della notte erano molti e seguendoli per capire quanti e quali
fossero, per un attimo si conciliò il sonno.
Venne
distratto da qualcosa che gli sfiorava la guancia.
Capì
che era umida e morbida ed allora, con un sorrisetto sbieco, capì
che si trattava della punta della sua lingua.
Ora
era il momento di fare i maiali seriamente, si disse accendendosi.
Non aprì gli occhi, si limitò ad aprire la bocca e a tirare fuori
la lingua, ci volle poco prima che lui gliel'avvolgesse succhiandola.
Adorava quando lo faceva.
Gli
tornarono alla mente le parole che gli aveva detto prima.
Quando
aveva detto che riusciva a fargli fare un sacco di porcherie che
normalmente mai avrebbe fatto.
Decise
di metterlo alla prova.
Per
prima cosa doveva eccitarlo al punto da non fargli capire più
niente, era facile...
Si
alzò e ribaltò in breve le posizioni, a cavalcioni su di lui
cominciò a strofinarglisi addosso. Mike lo teneva per i fianchi e
l'aiutava ma quando le infilò sotto la felpa per togliergliela,
Chester gliele prese e le mise sopra la sua testa, si chinò poiché
era steso ed inarcò la schiena tenendo il sedere ben incurvato. Era
una posizione che gli dava alla testa.
-
Dai, fammelo toccare... - Mormorò Mike, Chester sorrise sadico, già
cominciava.
-
Sta fermo così o ti lego... - Mike non ci pensava minimamente e
appena lo lasciò spostò le mani per trasferirle sul suo
fondoschiena, al comandante non piacque la cosa e lo prese mordendolo
sul collo. Forte. Gli fece male e Mike si lamentò.
-
Ahi! Sei tu il masochista, non io! - Chester rise e tornò ad
imprigionargli le mani sopra la testa.
-
Stai fermo così, ti ho detto. - Ordinò perentorio. A Mike
cominciava a piacergli.
Chester
voleva fare il dominatore per vedere se fosse stato disposto a fare
qualunque cosa. Quando l'aveva in potere Mike diventava peggio di lui
nei momenti più erotici.
Gli
tirò il labbro coi denti e il ragazzo sotto decise di accontentarlo.
-
Cosa hai in mente? - Chester gli leccò la guancia arrivando
all'orecchio, infilò la punta dentro e l'inumidì. L'orecchio era
una zona molto sensibile, specie il sinistro. Mike piegò la testa ma
non si mosse.
-
Lo vedrai. Non fare domande. - Per un momento Mike pensò che volesse
fare la maledetta pioggia dorata ma pensò che ormai non poteva
opporsi a nulla, se lo faceva in quel modo. Non capiva la fissa per
quella schifezza ma Chester di solito aveva fisse che poi si
rivelavano interessanti.
Non
era mai stato dominato ma magari poteva scoprire nuovi mondi.
Gli
piaceva provare cose nuove, non lo negava.
Chester
gli lasciò le mani e si tirò su con la schiena, lo guardò
dall'alto, rimaneva seduto a cavalcioni sul suo bacino, lo sentiva
gonfio sotto di sé. Con aria altera si leccò le labbra e prese la
torcia. Era una torcia elettrica rivestita in gomma nera, la
grandezza effettivamente ricordava un pene, nemmeno l'avesse presa
apposta.
Mike
sospirò insofferente quando lo vide leccarla come fosse un
vibratore. Lo leccò e lo mise in bocca, aveva voglia che lo facesse
col suo, perchè non lo faceva?
Dopo
averlo assaggiato e aver constatato che uno vero era meglio, la mise
giù per poi togliersi la felpa. Rimase a torso nudo e mettendosi la
mani in bocca la tirò fuori e la leccò, abbondò con la saliva e
cominciò a passarsela addosso, sul petto, si soffermò sui
capezzoli. Guardava Mike con abbandono mentre in difficoltà stentava
a trattenersi e a rimanere spettatore.
Mike
era molto attivo, non sembrava a guardarlo eppure lo era. Aveva la
mania di comandare e controllare tutto, per non dire che se non
metteva mano e becco in ogni cosa, non approvava.
Si
bagnò il petto di saliva in abbondanza e poi scese sulle parti
basse. Si alzò sulle ginocchia e si abbassò i pantaloni e i boxer
stretti, Mike si strofinò le labbra leccandosele. Chester si rimise
la mano in bocca, se la leccò abbondantemente ancora e scese a
masturbarsi davanti ai suoi occhi vogliosi, era stralunato.
Il
suo membro ormai era cresciuto nel palmo che muoveva ipnotico e
veloce, non voleva venirgli così, voleva fare tante di quelle
schifezze che non immaginava nemmeno.
-
Chez, fammi fare qualcosa... - Però non lo obbligava davvero, non
era veramente legato. Chester si compiacque di questa preghiera,
significava che l'aveva in pugno.
Smise
di masturbarsi per dargli uno schiaffo leggero sulla guancia, Mike ci
rimase di sasso e si zittì. Qualcosa stava succedendo, qualcosa di
davvero sporco, pensò il ragazzo sottomesso mentre trovava piacevole
il senso di calore scaturito dallo schiaffo. Forse era che Chester
dominante era dannatamente sexy e lo eccitava come poche cose o forse
che era anche lui masochista sotto sotto.
Non
disse nulla ma sospirò quando finalmente passò ad aprirgli la
maglia della tuta, sotto aveva una maglietta a maniche corte che gli
alzò, gli strinse forte i capezzoli e mugolò, dopo di che sputò
sul suo petto e gli sparse la saliva con la mano. Mike non capiva
come gli saltassero in mente certe cose, ma era lì fermo a farsi
fare di tutto.
Aveva
una paura maledetta che gli pisciasse addosso davvero, non poteva
opporsi, no? Per un momento si insultò. Certo che poteva, cosa stava
succedendo?
Si
mise a leccarlo come fosse ricoperto di un velo di zucchero e Mike
gemette, specie quando raggiunse il basso ventre, lì la pelle era
molto sensibile. Quando stava per dargli soddisfazione però smise e
si alzò in piedi, gli diede un colpetto col dorso del piede e con
aria altera, comandò perentorio:
-
Toglimi i pantaloni. - Infatti Chester continuava ad avere i
pantaloni addosso, si era limitato ad abbassarseli un po'. Mike si
alzò a sedere e lo guardò stralunato, la voglia che aveva di lui
superava ogni limite e capiva bene che dipendeva da una questione
mentale. Chester l'aveva in pugno, era un piacere psicologico... di
più non riusciva a capire...
-
In ginocchio... - Si alzò in ginocchio come se avesse un
telecomando, quindi davanti a lui che invece era in piedi gli prese i
pantaloni e glieli abbassò, gli tolse le scarpe e tirò tutto via.
Poi quando raggiunse i boxer, anche quelli che stavano scivolando giù
da soli, Chester ordinò di nuovo.
-
Con la bocca. - Mike trattenne il fiato. Si diceva che era pazzo
eppure era estremamente ipnotico, forse l'aveva drogato... suo
malgrado li prese coi denti e aiutandosi con le dita tirò giù, per
farlo dovette abbassarsi tutto e accucciato ai suoi piedi finì per
toglierglieli.
Chester
era eccitato dal potere che esercitava su Mike visto che solitamente
era molto attivo e dominatore ma non voleva assolutamente umiliarlo,
quindi lo prese sotto il mento e lo alzò mettendolo seduto, le gambe
sotto di sé. Il rigonfiamento al cavallo dei pantaloni, era eccitato
il suo compagno.
Sogghignò
e si abbassò sfiorandogli le labbra ma senza toccargliele, poi
gliele leccò e Mike tirò subito fuori la lingua per cercare quel
contatto, Chester non glielo concesse, si limitò a prendergli il
mento fra le dita e stringerlo per fermarlo, poi quasi gelido e
sensuale insieme disse:
-
Spogliati. - Mike, rimanendo a terra perchè non gli aveva chiesto di
alzarsi, si tolse con frenesia le maglie, il cuore andava a mille,
forse avrebbe potuto toccarlo, dopo. Si insultava per questi
pensieri, poteva fare quello che voleva, dannazione. Eppure era bello
così, non sapeva perchè diavolo lo era, ma era bello.
E
poi si fidava di Chester. Sicuramente voleva fargli fare qualcosa che
non avrebbe mai dimenticato.
Alzò
il bacino e si tolse i pantaloni senza tirarsi su da terra, quindi
seduto lo guardò dal basso aspettando che gli chiedesse cosa fare.
Chester
si prese il suo membro, era ancora un po' in tiro mentre quello di
Mike si eccitava a vista d'occhio pur senza essere stato toccato
davvero.
Quell'aria
da padrone supremo pieno di sadismo Mike se l'incise nella mente, era
seducente da morire.
Glielo
porse per poi dire lentamente e roco:
-
Lo vuoi? - Mike annuì succhiandosi il labbro. Così Chester fece un
passo in avanti e glielo concesse.
Mike
aprì la bocca e si tirò su sulle ginocchia, era frenesia malata
quella che provava in quel momento. Glielo stava per dare.
Quando
fece per prenderlo con le mani, Chester l'allontanò, si chinò e
gliele prese tirandogliele su dietro la nuca, come fosse in arresto.
Dopo di che, tenendolo in quel modo, si rialzò e glielo diede nella
bocca.
Mike
l'aprì col cuore che andava a mille e attese ansimante, tirò fuori
la lingua e Chester gli appoggiò l'erezione sopra. Come se
l'accarezzasse. Il ragazzi in ginocchio chiuse gli occhi e si lasciò
andare al suo stesso piacere d'averlo fra le labbra. Di sentirlo.
Era
solo il suo cazzo, si disse esasperato. Perchè era così bello
poterlo tenere in bocca, sentirlo sulla lingua, succhiarlo? Era caldo
e sempre più duro, stringeva con le labbra e si muoveva frenetico
avanti ed indietro, il suo bacino gli veniva incontro come se lo
scopasse e si eccitava come un maniaco. Lo tirava con la gola
istigandolo senza volerlo ed alla fine Chester lo prese per i capelli
e lo tirò indietro, gli lasciò le mani ed estraendosi il membro
dalla sua bocca, continuò da solo. Mike frastornato lo guardò
rimanendo in ginocchio davanti a lui e Chester, a quella visione
peccaminosa e tremendamente erotica, finì di eccitarsi mormorando.
-
Sta fermo e apri quella cazzo di bocca... - Mike capì e per un
istante tragico pensò terrorizzato che volesse fare quella maledetta
pioggia d'orata.
Non
poteva pisciargli in bocca, Dio, non poteva, vero? Era schifoso, era
volgare, era... Chester... non gli aveva dato il permesso ma finì
per toccarsi fra le gambe, non resisteva, si strofinò appena senza
essere eccessivo e quando col cuore che galoppava incontrollato si
sentì spruzzare in bocca, in un istante ogni sinapsi andò in corto
circuito. Ci fu una trasmissione elettrica su ogni centimetro di
pelle, tutto andò a quel paese per un istante. Un istante
lunghissimo.
Cos'era
quel liquido caldo che gli scendeva in bocca e fuori, sul mento e giù
sul collo?
Il
cuore in gola gli stava uscendo, lo sentiva ed era caldo, così
caldo...
Riconobbe
il sapore e si rilassò di schianto realizzando che era sperma.
Mike
ringraziò tutto il creato e mandò giù fregandosi di cosa era. Fra
sperma e pipì non è che uno fosse tanto meglio dell'altro, ma
almeno uno era frutto di sesso e non di bisogni fisiologici...
Chester
rise sadico raggiungendo il suo viso con le dita.
-
Pensavi ti pisciassi in bocca? - Mike aprì gli occhi e lo insultò.
-
Sei una troia maledetta... certo che lo pensavo! - Chester gli
strofinò le gocce bianche che erano uscite, prima sul mento e poi
sul collo. Si abbassò per continuare a spalmargliele sul petto. Mike
si lasciava fare. Ne era uscito tanto, l'aveva fatto apposta.
-
Dai che lo volevi anche tu... - Mormorò suadente avvicinando il viso
al suo, ora erano alla stessa altezza.
-
La tua pipì? - Chester gli prese la mano e gliela mise sul suo
stesso petto strofinandolo.
-
Certo... - Mike si lasciò fare rendendosi conto che per quanto
schifoso fosse, era sorprendentemente interessante. La tensione
erotica tornò a salire mentre si spalmava della somma del suo
piacere. Era viscido e...
-
No che non la volevo! -
Chester
continuava con entrambe le mani, come se l'obbligasse a mettersi una
crema.
-
Perchè avevi paura che poi ti piacesse? - Mike avvampò e per poco
non venne, ma si distrasse quando si accorse che si stava passando le
mani da solo addosso. Ecco, lo faceva impazzire. Non sapeva proprio
come faceva, che cazzo di potere avesse, ma ci riusciva in un modo
osceno.
-
Sei uno stronzo! - Borbottò smettendo di scatto.
-
Ah sì? Allora ti piace godere quando lo stronzo ti comanda... - Fece
Chester sadico riferendosi alla sua erezione gonfia e pronta ad
esplodere.
Mike
si guardò e guardò lui con aria stizzita, era ora di mettere le
cose a posto. Si stava montando la testa.
Con
uno scatto d'orgoglio tipico suo che aveva solo con Chester, lo
spinse a terra e gli si stese sopra premendo la coscia sul suo
inguine. Premendola davvero forte.
La
bocca all'orecchio, lo morse e poi mormorò eccitato e sadico al suo
stesso modo.
-
So giocare anche io così... - Sussurrò. Chester si leccò le
labbra.
-
Lo so bene... - Mike gli prese il collo e strinse un attimo per poi
finire graffiandolo, nel frattempo cominciò a strofinare il proprio
bacino sul suo fianco. Chester sospirava.
La
sua lingua scese dall'orecchio al viso e gli leccò le labbra,
Chester tirò fuori la sua e giocarono così senza unirsi davvero.
-
Dai, fottimi, Mike... fottimi forte... - Mike non aveva bisogno che
glielo chiedesse, poteva impazzire se non l'avresse fatto.
Così
sparì in fretta fra le sue gambe ignorando la sua erezione appena
posseduta, gli alzò le cosce e le spinse in alto, dopo di che si
occupò brevemente della sua apertura, gliela leccò e introdusse le
dita, subito due. Chester era sempre pronto, talmente abituato a
farlo, ma gli piaceva sentire le dita dentro, erano un antipasto
finchè non arrivava l'autentico bisogno fisico di avere qualcosa di
più grande.
-
Ficcamelo dentro subito... - Chester inarcò la schiena e spinse la
mani nel terreno. Mike era troppo eccitato e non resistette, quindi
gli prese i fianchi, scivolò con esse sui glutei, glieli alzò e si
avvolse le gambe attorno per poi infilarsi in lui con frenesia.
Chester
aveva la testa e le spalle puntati a terra mentre il resto era un
fascio di nervi inarcato e sollevato, avvinghiato a lui gemette nel
sentirlo dentro forte e duro.
Mike
si mosse subito fra gli stessi gemiti, la sua voce lo faceva
impazzire, non resisteva mai quando la sentiva.
Gli
andava incontro ed era già un tutt'uno con lui. Divenne
letteralmente matto quando il piacere crebbe ad ogni spinta e pensò
di fargli seriamente male quando affondò le ultime volte.
Chester
però non aveva mai provato tanto piacere e afferrando i ciuffi
d'erba sotto di sé tirò e gridò sentitamente.
L'orgasmo
arrivò a riscaldarlo dall'interno e Chester si accasciò esattamente
nello stesso momento. Solo in un secondo momento sentì il liquido
colargli addosso sul proprio stesso stomaco.
-
Cazzo, sono venuto di nuovo... - Con Mike era sempre così.
Sorrise
soddisfatto e sfinito lasciandolo mentre si scioglieva e si stendeva
senza forze per il secondo orgasmo. Mike guardò alla luce della
lumogas poco più in là lo sperma scivolare sul suo ventre piatto e
si abbassò riservandogli lo stesso trattamento di prima. Senza
vergogna glielo spalmò addosso mordendosi le labbra. Chester ghignò.
-
Ti piace, eh? -
-
Pensavo piacesse a te... -
-
Dai che piace ad entrambi... -
-
E' volgare... - Disse mentre comunque non riusciva a smettere dal
farglielo assorbire addosso.
-
E ci piace il volgare. Piace a tutti, solo che noi lo ammettiamo. -
Mike non ebbe niente da ridire e sfinito si lasciò andare sull'erba,
accanto a lui, si mise di schiena e solo quando guardò in alto
tirandosi addosso Chester, vide il cielo tempestato di stelle e la
luna sparita chissà dove per lasciargli intimità.
-
Cazzo, guarda che bello... - Chester girò la testa accoccolandosi in
modo da stargli addosso lo stesso, il suo braccio intorno alla
schiena snella.
Le
stelle erano una coperta luminosa, tante e piccole, milioni e
milioni, suggestive e spettacolari. In un ambiente silenzioso e
solitario, dove erano solo loro due.
-E'
fottutamente romantico... - Solo ora se ne accorgevano ma potevano
goderselo meglio dopo un'orgasmo simile.
Mike
gli baciò la fronte.
-
Ti piace il week end alternativo? - Chester ricambiò sulla sua
spalla.
-
Fottutamente... - Poi, dopo qualche secondo di silenzio fra grilli ed
altri animaletti notturni che facevano un gran bel concerto,
aggiunse. - Ehi senti un po'... -
-
Mmm? -
-
Ma il tuo piano B... - esitò.
-
Sì? -
-
Comprende per caso anche un modo per lavarsi o dobbiamo stare sporchi
come maiali? - Mike si fermò dal respirare e abbassò lo sguardo,
Chester l'alzò e si fissarono quell'istante, dopo di che rispose
schietto.
-
Dove diavolo la mettevo la yakuzi secondo te? - Chester con la sua
solita faccia tosta rispose.
-
Io un'idea ce l'avrei... -
Mike
rise e scosse il capo stringendo le braccia intorno al collo.
-
Sei davvero un porco, tu... dovresti sentirti a tuo agio sporco e
cragnoso! - Chester rise e gli pizzicò il fianco.
-
Dai che ti piaccio per questo. -
Mike
preferì non rispondere.
Quello
fu davvero un week end indimenticabile.
FINE