NOTE: ecco inizia un’altra fic della stagione 2017/18 del Milan il Ritorno. Qua: http://www.galeonedeifolli.it/le_torture_di_akane/milan-il-ritorno.html
trovate un file con un po’ di foto ed info sulle fic degli anni
precedenti di questa serie. In ogni caso la fic segue ‘Anno nuovo
casini nuovi’ e ‘Difensori centrali’, in questo caso i protagonisti
sono i piccoli: Manuel, Patrick e Gigio con il prezioso sostegno di
Davide e Leo. I capitoli non sono lunghi, 3 in tutto, li metterò più
velocemente del solito altrimenti arriva la nuova stagione che devo
ancora finire di pubblicare questa!
Qua approfondiamo il
particolare rapporto di Manuel e Patrick, i due sono amici sin dalla
tenera età, avevano 10 anni che approdarono al Milan e da lì non si
sono più separati. Gigio è arrivato dopo ed essendo che Manuel è andato
in prima squadra con lui prima di Patrick, in quel periodo i due hanno
legato in modo particolare e si sono messi insieme, ma approfondiamo la
figura di Patrick e cerchiamo di capire cosa provano. Per sapere quando
pubblico, venite qua: https://www.facebook.com/akanethefirst/ Buona lettura. Baci Akane
ALCHIMIA
1. ANALISI E TEORIE
“Lui abbraccia tutti.
Lui abbraccia sempre tutti, non vedi?
Di che ti preoccupi?
Non devi pensarci, è il suo modo di fare!”
Gigio non faceva che ripeterselo, era diventato il suo mantra. Un mantra che però non funzionava perché poi finiva sempre con:
“Peccato che me non mi abbraccia, chissà come mai, eh?”
A quel punto cambiava
argomento, ma era difficile convivere con la consapevolezza che Patrick
abbracciava effettivamente tutti di continuo tranne lui. Non che
volesse i suoi abbracci, ma era sospetto che su tutti non toccasse solo
lui.
Perché?
Perché era proprio il ragazzo del suo migliore amico? E cosa c’entrava? Il suddetto lo abbracciava, no?
Perché lui invece no?
- Cosa diavolo te ne
importa se non ti abbraccia? Sei geloso? - Sbottò Davide esasperato nel
vedere la sua espressione imbronciata.
- No cazzo, non me ne frega niente di questo! - Rispose seccato.
- E allora che diavolo
c’è? - Davide aveva una pazienza infinita, ma stava per esaurirsi. Ogni
giorno la stessa storia e la nuvola nera sulla testa di Gigio era via
via sempre più grande.
Lui era loro amico e voleva evitare una tragedia napoletana, ma non sapeva se ne sarebbe stato in grado a quel punto.
- Perché non abbraccia solo me? Gli sto sulle palle? - Davide scoppiò a ridere in modo marcato ed esagerato.
- Patrick? Diciamo lo
stesso Patrick o tu dici un altro? No perché se è lo stesso è
impossibile che a lui non piaccia qualcuno. - Gigio sospirò con
l’orticaria. Se non la smettevano tutti di parlare bene di lui faceva
una strage.
- Spiegami perché non mi tocca? - Incrociò le braccia al petto mentre giocavano insieme alla play all’ultima Fifa uscita.
- Perché ha capito che
lui non ti piace! - Gigio lo guardò con una smorfia di chi voleva
divorarsi il compagno ed in questo il suo giocatore nel monitor sbagliò
il passaggio, quello di Davide ne approfittò per un contropiede.
Ritornato al dovere, Gigio riprese la conversazione.
- Non gli ho mai
dimostrato il mio fastidio e poi non è vero che non mi piace, sono solo
innervosito da certe cose, il che è diverso! - Davide rise.
- Sì sì certo, come
vuoi. E dunque secondo te perché non abbraccia SOLO te? - Chiese
paziente senza staccare gli occhi dal gioco che stavano facendo, seduti
nel divano del centro sportivo nella zona relax, in attesa della cena.
Intorno c’erano altri compagni, ognuno faceva qualcos’altro, loro due seduti vicini parlavano piano per non farsi sentire.
- Io sono il ragazzo di Manuel. - Sentenziò piano. Davide inarcò le sopracciglia in attesa del resto.
- E? -
- E sono il suo
ostacolo! - A questo Davide fece cadere il giocatore il quale si fece
fregare la palla, Gigio eseguì un eccellente contrattacco che finì in
goal, ma non esultò. Davide a quel punto mise in pausa il gioco e si
girò intorno per assicurarsi che davvero nessuno li sentisse. Visto che
era così, si avvicinò con fare cospiratore e sibilò severo:
- Se ti sente dire
queste cazzate ti pianta seduta stante e lo sai! - Entrambi sapevano di
chi parlava e sapeva che aveva ragione. Gigio si morse la bocca che
storse.
- È per questo che ne parlo a te e non a lui! Ma sono sicuro di quel che dico! -
- Ti vedo convinto,
infatti. Ed è questo che mi preoccupa! Quanta stupidità riesce ad
entrare in una sola testa? - Gigio fece il broncio e gettò il joystick
sul tavolino davanti. Davide sospirò e chiuse la partita e la
televisione posando con cura il proprio, poi si appoggiò allo schienale
ed incrociò le braccia in attesa di trovare le parole adatte a
convincerlo. Come cercava di fare ogni maledetta sera.
- Tu puoi anche negare
quel che dico, ma io so che c’è qualcosa di sospetto fra i due ed il
diverso trattamento riservato SOLO a me è una prova che gatta ci cova!
O io gli sto sulle palle, o in realtà punta a Manuel, sotto sotto. Non
dico che lui ne sia consapevole. Probabilmente non se ne è reso nemmeno
conto. Ma lui è innamorato di Manuel in realtà e forse non lo
ammetterebbe mai per non compromettere il rapporto fraterno, ma io non
gli piaccio per questo. - Davide lo ascoltò mentre esponeva bene la sua
teoria e nel disperato tentativo di contraddirlo, nella stanza comune
entrarono proprio Patrick e Manuel parlando sottovoce e divertiti, la
luce nei loro occhi era molto viva e Davide alzò gli occhi al cielo
decidendo di mandarli tutti e tre al diavolo.
- Oh sentite,
arrangiatevi! Io proprio non so cosa diavolo ci guadagno ad evitare che
vi roviniate con le vostre mani! - Con questo prese e se ne andò sotto
gli occhi esterrefatti di Gigio, il quale rimase solo più convinto di
prima della propria.
Continuò a fissare i
due ‘amici’ in silenzio dal divano e li vide perdersi in una
conversazione fatta fissandosi dritti negli occhi da molto vicino.
Perché non volevano ammetterlo? Era così evidente!
- Senti, ho bisogno di te per una cosa! - Stava confabulando tutto entusiasta Patrick. Manuel alzò gli occhi al cielo.
- No. - Rispose per principio. L’attaccante allargò le braccia saltando subito su.
- Non sai nemmeno cosa devo chiederti! -
- È comunque una
cagata. - Rispose serafico e calmo Manuel mentre si fermava a prendere
un bicchiere d’acqua dal boccione in plastica posto nell’angolo della
sala comune. Aspettavano di cenare, gli allenamenti ed il tempo per
eseguire qualche esercizio in più era ormai passato, si erano tutti
cambiati e stavano accorrendo a spicciolate. Patrick aveva chiesto a
Manuel di fare qualche esercizio insieme e si erano trattenuti di più.
- Non lo puoi sapere,
andiamo! - Insistette Patrick fermandosi lì nell’angolo al sicuro da
altri orecchi indiscreti. Manuel lo guardò torvo, convinto che si
sarebbe messo nei guai e gli sarebbe toccato rimediare, ma i suoi
grandi occhi dolci da cucciolo gli impedivano di respingerlo. Quello
stronzetto sapeva come fare.
- E va bene, di cosa si
tratta! - Patrick si mise a saltellare felice facendo schizzare l’acqua
dal bicchiere di Manuel perché l’aveva anche investito. Il
centrocampista lo fissò male ma evitò di infilargli il resto dell’acqua
che rimaneva in gola. Si sbrigò a bere e buttò il bicchiere.
- Bene, ho intenzione
di chiedere a Suso di allenarci un po’ insieme dopo gli allenamenti
regolari, ogni tanto. - Manuel inarcò le sopracciglia sorpreso del
fatto che fin lì non sembrasse un piano tanto pessimo.
- E per cosa ti servo io? -
- Devi partecipare.
Solo all’inizio. Poi dopo un po’ ti inventi qualcosa, il cagotto, che
ne so, e vai via. - Manuel chiuse gli occhi cercando pazienza nella
compostezza. Patrick lo guardava come se fosse un cagnolino che
aspettava il lancio della pallina.
- Perché dovrei fare una cosa del genere? -
- Perché dici sempre
che il tuo compito è impedirmi di perdere la faccia! Non pensi che sia
strano se gli chiedo un allenamento speciale a due? - Manuel sgranò gli
occhi e irrigidì il collo sorpreso.
- Lo diventa solo se il tuo scopo è saltargli addosso. A quel punto diventa un’idea strana sì! - Patrick fece il broncio.
- Vedi che ci devi essere? -
- Che senso ha se ci sono solo all’inizio e non alla fine, quando devi saltargli addosso? - Patrick si grattò la nuca.
- Beh, me lo lavoro,
no? Comincio in modo normale e poi quando le cose sono bene e si crea
il rapporto, attacco in altro senso! - Manuel si strofinò gli angoli
interni degli occhi cercando di trovare le parole giuste per fargli
capire perché non poteva fare dei piani per provarci con qualcuno.
- Tu sei istintivo, da quando progetti un assalto? Di solito lo fai e basta! -
- Appunto! E mi sgridi
sempre! Dici sempre che devo pensare prima di fare le cose! Sto
cercando di andarci piano e per gradi! Io vorrei già infilarmi nella
sua stanza, ma penso che mi caccerebbe, non credi? - La cosa buffa era
che Patrick lo chiedeva seriamente, non cercava di sdrammatizzare, così
Manuel scoppiò a ridere e gli strinse la spalla con una mano piegandosi
in avanti. Era il solo capace di farlo ridere così. - Che ho detto? -
Chiese infatti Patrick senza capire.
- Mi piace quanto sei convinto di tutto questo! - Patrick ancora non capiva.
- Certo che lo sono! Mi
piace! Voglio provarci con lui! Ma prima deve esserci un po’ di
rapporto, la situazione, sai quelle cose lì... - Manuel da un lato era
fiero di lui, da quando era nella squadra maggiore era diventato meno
avventato, si sforzava di fare le cose in modo sensato, anche se non
era ancora molto capace.
- Ok, facciamo così.
Per un po’ di volte gli chiediamo un po’ di tempo tutti insieme. Lui è
una persona molto disponibile, sicuramente accetterà. Poi quando vedo
che c’è un certo rapporto, come dici tu, comincio a darvi buca, ok? E
poi da lì in poi devi cavartela da solo, ma ricorda una cosa! - Disse
poi sollevando il dito indice severo per attirare la sua attenzione.
Patrick si fece serio e attento come il famoso cane in attesa del
premio di cibo per qualcosa di buono che aveva fatto. - Non devi
provarci per forza. Suso è una persona spiritosa, aperta, allegra e
disponibile, non scambiare questo con un’apertura nei tuoi confronti. -
Patrick si rabbuiò senza capire e così Manuel sospirando spazientito
andò più diretto: - Non scambiare il suo essere aperto con tutti con
l’essere aperto con te! Non è detto che se si crea un certo rapporto è
perché tu gli piaci! Devi cercare di capire se c’è alchimia, non basta
l’amicizia, eh? - Patrick ora aveva capito ed era indeciso fra l’essere
tragicamente depresso o cautamente ottimista.
- E come lo capisco? - Manuel si strinse nelle spalle.
- Ci deve essere qualcosa di elettrico. Quella voglia di toccarsi. -
- Io ce l’ho... -
Manuel cercava di fargli capire di cosa si trattava e gli sfiorò
delicatamente il braccio scendendo fino al polso, poi gli trattenne la
mano un istante guardandolo fisso negli occhi, intenso, penetrante.
Patrick si trovò a trattenere il fiato mentre i brividi lo
attraversavano da capo a piedi.
- Non hai sentito
niente di particolare, vero? Perché siamo amici. Se succede una cosa
simile con Suso, dovresti sentire... - Patrick lo interruppe.
- Brividi dalla testa
ai piedi? - Manuel annuì ritirando la mano e mettendosela in tasca per
nascondere i propri gioielli che stavano facendo strani scherzi nei
pantaloni. - Ma io li ho provati già ora! Hai un tocco delicato! -
Manuel chiuse gli occhi insultandolo.
- Brutto imbecille! Sii
serio! Sto cercando di farti capire la differenza fra un tocco in
amicizia ed un tocco in alchimia! - Stava perdendo la sua storica
pazienza, oltretutto il suo lato polemico non lo aiutava.
- Perciò se io ti tocco
così e lo fa Gigio non è per niente la stessa cosa, per te? - Così
dicendo Patrick gli sfiorò la guancia con le nocche dell’indice e del
medio scendendo poi sul collo fino a prendergli delicatamente il lobo
dell’orecchio.
Manuel rimase stoicamente fermo ed impassibile, ma ora l’erezione nei pantaloni era quasi completa.
La teoria la conosceva, ma non stava andando come pensava.
Decise di non darglielo a vedere.
- No non lo è e non dovrebbe essere lo stesso con te. -
- Ok, va bene. Cioè non
so se ho capito, ma io sicuramente questa cosa la provo per Suso, ma
come capisco se anche lui la sente? Perché è questo che mi stai
dicendo, no? Di stare attento a quel che prova lui, prima di buttarmi
come un pesce. - Manuel ora era confuso e la testa non collaborava come
prima, così guardando gli sguardo di fuoco di Gigio che parlava con
Davide sul divano, decise di tagliare corto. Gigio era un po’ geloso
del loro rapporto e sapeva che era normale, ma non era il caso che si
mostrassero in certi atteggiamenti. Spiegare ad un napoletano che
facevano prove di brividi non era facile.
- Beh, senti,
semplicemente non buttarti al primo colpo e studia un po’ la
situazione. Non è detto che tu piaci a Suso in quel senso, non voglio
che ci provi e poi vieni respinto perché ti conosco e so che poi la
vivi male! Sii prudente. Prova a pensare a cosa farei io in quelle
situazioni. Mi conosci e sai cosa farei! -
Patrick si illuminò annuendo.
- Non faresti niente
fino a che l’altro non ci proverebbe per primo! - Esclamò vittorioso.
Manuel rise e scuotendo la testa si avviò da Gigio, appena piantato in
asso da Davide.
- Ecco bravo, aspetta
che sia lui a fare il primo passo. Tu lavora sul vostro rapporto, ma
aspetta che sia Suso a provarci per primo, così non sbagli! - Patrick
annuì entusiasta del piano.
- Ma mi aiuterai? -
- Non l’ho sempre
fatto? - Rispose rassegnato Manuel immaginando di dover correre a
qualche riparo molto presto. Patrick lo abbracciò e gli stampò un bacio
sulla guancia proprio arrivando dal geloso amico che lo fulminò con uno
sguardo terribile che l’attaccante non notò minimamente. Manuel
ovviamente sì, ma finse indifferenza sedendosi subito in mezzo fra lui
e Patrick.
“Sarà un disastro, ci
proverà subito, sarà respinto e correrà da me a piangere! Patrick in
crisi esistenziale potrebbe essere un dramma. Speriamo bene.”
La sua convinzione sul
non ricambio sentimentale e attrattivo di Suso verso Patrick era tanto
strana quanto curiosa, ma non era di certo intenzionato ad analizzarla.