NOTE:
salve a tutti! Abbiamo concluso la serie di fic sulla stagione 2016/17
e finalmente eccoci con un’altra. Ci ho messo un po’ ad ingranare, ma
ce l'ho fatta. Il tema comune è Alessio (e quindi con lui Sinisa), più
co protagonisti vari. Quest’anno penso di utilizzare Suso, Bonucci, i
piccoli Cutrone, Locatelli e Donnarumma e più marginale Calabria. Per
ora questi ma potrebbero cambiare o aggiungersene (tipo potrei inserire
Andre). La fic è un po’ più lunga delle altre, ma i capitoli sono corti
per comodità mia. Per il resto penso di fare la solita serie di shot
collegate e con protagonisti uno o l’altro di volta in volta. Non
anticipo nulla su coppie ed intrighi, ma in questa fic sarà abbastanza
chiaro da cosa parto. Ce ne sarà come sempre per tutti i gusti e
vediamo dove finiamo! Spero che leggerete e che vi divertiate almeno
quanto mi diverto io scrivendo! Ci sono alcune imprecisioni tecniche di
tempi, ma ho deciso di lasciare così per motivi di copione. E
sicuramente nessuno è gay (forse qualcuno sì) e comunque nella realtà
non ci possono essere così tanti intrighi e coppie, ma questo è il mio
marchio di fabbrica! Buona lettura. Baci Akane
ANNO NUOVO CASINI NUOVI
1. QUANDO I SOGNI SI AVVERANO
Manuel non fece in tempo a sapere che succedeva che si ritrovò Patrick
che lo investiva saltandogli addosso stile koala, come usava fare
piuttosto spesso quando era felice. E chiaramente lui era felice quasi
ogni giorno.
Manuel ormai aveva imparato i riflessi e appena lo vedeva si preparava
ad acchiapparlo, successe anche quel giorno. Lo prese al volo senza
avere la minima idea di che cosa quel giorno lo rendesse tanto felice.
- Pa-Patrick? - Chiese titubante Manuel mentre indietreggiava cercando
di non cadere, fortuna che si era irrobustito molto da quando giocava
con la prima squadra.
- NON INDOVINI?! - Strillò Patrick al suo orecchio.
- Per ora sto solo morendo... - Commentò Manuel ironico e con fatica,
Patrick saltò giù per poi continuare a rimbalzare per tutto il suo
salotto.
- Mi hanno convocato per il ritiro estivo con la prima squadra! Mi
allenerò con voi! - Patrick continuava ad urlare e Manuel a stordirsi.
Ci mise qualche secondo per capire cosa significava, poi meravigliato
lo disse:
- Sei dei nostri! - E così Patrick alzò le braccia al cielo coi pugni
chiusi come se avesse vinto una partita importante. - Dai che bello!
Grande! - Manuel così si scambiò il dieci con lui per poi abbracciarlo
di nuovo stretto e spettinargli i corti capelli castani un po’ mossi.
Non certo ricci come i suoi che se li teneva più lunghi ad
incorniciargli il viso e sulla fronte.
- Vedrai che ti troverai bene! Sono tutti in gamba. Anche se in realtà
penso ci saranno molti cambiamenti, ma vedremo... - Disse poi Manuel
andando verso la cucina per fargli bere qualcosa e calmarlo. Magari
poteva metterci un po’ di valeriana nel suo the...
- Sì beh spero che non cambino troppo... parlami un po’ di loro, dai!
Chi è il più simpatico? - Manuel stava mettendo su il bollitore
elettrico, ma si fermò spalancando gli occhi nel registrare fra tutte
la domanda più interessante e si girò inquisitore.
- Chi non vorresti andasse via? - Patrick spalancò gli occhi come colto
in fallo e imprecò guardando in alto. Del resto avrebbe dovuto
immaginarlo, lo conosceva da un secolo, sapeva perfettamente cosa
pensava quando diceva qualunque cosa, anche se starnutiva sapeva fargli
una radiografia accurata.
- Come diavolo fai? - Manuel rise e tornò al bollitore che mise sul suo
supporto attivandolo col pulsante, poi si girò verso Patrick, si
appoggiò con la schiena e le mani al ripiano e lo guardò in attesa.
Patrick si strinse nelle spalle e guardò di lato.
- Oh, beh... pensavo potrebbe essere interessante... giocare con... -
La faceva stranamente lunga ed era stranamente imbarazzato, non era da
lui. Manuel capì subito che doveva esserci altro dietro e aggrottato
glielo chiese di nuovo.
- Avanti, mica sarà il papa, suvvia! -
- Suso? - Manuel dapprima inarcò le sopracciglia facendo mente locale e poi si illuminò in un sorriso.
- Tutti lo adorano, è una persona fantastica! Ho sentito che vuole
rimanere. - Poi aggiunse con un colpetto del piede. - Ti piace? -
Patrick arrossì e lo spinse brutalmente di lato facendolo quasi cadere,
Manuel si ritrovò senza un braccio, ma rimase in piedi.
Patrick aveva da un po’ tendenze gay, non aveva mai sperimentato, mai
osato, ma visto che lui ormai stava con Gigio da qualche tempo, si era
confidato con lui e lui gli aveva detto che aveva fatto bene a provare,
che anche lui al suo posto l’avrebbe fatto, e che era contento per
loro.
Così Manuel aveva capito al volo che anche lui doveva avere tendenze
gay, aveva approfondito un po’ e Patrick gli aveva confermato i suoi
dubbi.
‘Non ho l’ansia di provare, però se succederà non mi tirerò indietro!’ Aveva detto in quell’occasione sicuro e tranquillo.
Manuel si immaginò Patrick con Suso e sorrise un po’ strano, mentre un
po’ di fastidio si faceva inspiegabilmente strada dentro di sé.
- Suso è di un po’ più grande di te, ha la ragazza e mi pare di aver
intravisto qualche movimento sospetto con qualcuno dei ragazzi. -
Patrick lo vide versare l’acqua calda nelle tazze preparate e
infilargli una bustina di qualche tisana rilassante, non ci fece
nemmeno caso ma il cuore cominciò a battergli forte nel sentire di Suso
e dei movimenti sospetti con qualcuno dei ragazzi.
- Chi? Cosa? Che movimenti? - Avrebbe continuato con le domande se Manuel non fosse scoppiato a ridere.
- Juraj deve essersi divertito con molti quest’anno, compreso Suso, secondo me. - Patrick annuì.
- Ma Juraj pare se ne vada... - Manuel continuò riflettendoci bene.
- Ed era amico in modo sospetto di Gerard Deulofeu. - Patrick arricciò il naso.
- Torna a Barcellona. - E per lui erano tutti eliminati. Manuel scoppiò
a ridere per il modo sbrigativo con cui aveva risolto tutto.
- Il punto è che Suso ha altri per la testa! - Cercò di farlo
ragionare, non voleva che si buttasse a capofitto su qualcosa che
poteva fargli male.
- O forse no! Forse gli piacciono i ragazzi e si diverte ma non sta con
nessuno! E poi le relazioni a distanza si sa come vanno... sono
complicate! - Manuel rise di gusto, esagerando un po’ la risata.
- Sei già partito? Ma come hai fatto? Non ci hai nemmeno mai parlato
seriamente! - Patrick si strinse nelle spalle rendendosi conto che
forse stava esagerando.
- No certo... ma vi seguo moltissimo ed è come se vi conoscessi tutti
e... Suso è sempre stato il mio preferito... non so. È una cosa
istintiva! - Manuel sorrise più dolcemente mentre il fastidio
continuava ad essere sospettosamente lì presente. Comunque lo mascherò
bene e gli diede una pacca sul braccio mentre lo precedeva verso il
salotto dove si sarebbe seduto a parlare ancora cercando di fargli
capire che non poteva arrivare e provarci subito così come capitava,
che doveva prenderla calma e studiare la situazione.
- Non puoi sapere nemmeno se lo sei davvero, magari il tuo è quel
fascino che subiscono i fan, sai... - Patrick si strinse nelle spalle e
fece un’aria un po’ vaga.
- Beh, vedremo. Intanto spero di giocare con lui... - Per lui era più
semplice, non doveva scegliere ora. Aveva tempo. Poi si accasciò contro
la sua spalla e con aria sognante cercò di immaginare il ritiro che
avrebbe fatto con loro.
- Che bello saremo di nuovo tutti insieme... - Disse poi riferendosi al
quartetto storico della primavera del Milan. Loro due, fra l’altro,
erano insieme sin da bambini. Era ancora più bello ritrovarsi ancora
insieme nella squadra maggiore. Gli altri del quartetto erano Gigio e
Davide, entrambi già nella prima.
- A proposito invece... ma che combina Gigio? - Chiese Patrick riesumandosi dalla sua comoda postazione di calma infinita.
Patrick era un iperattivo che non sapeva stare fermo e tranquillo,
tanto meno zitto per troppo tempo, ma di solito gli bastava appoggiare
la testa sulla spalla di Manuel e si calmava.
- Ma che ne so! - Grugnì immediato a quel nome Manuel. Patrick lo
guardò mentre faceva il broncio e fissava duro il pavimento come se
potesse scavarci una fosse e sotterrarci Gigio, il suo ragazzo.
- Avete litigato? - Chiese Patrick curioso come una scimmia. Manuel si
strinse nelle spalle e si ammorbidì un po’ diventando più confuso che
arrabbiato, poi sospirò e si passò le mani nervoso fra i capelli ricci
nel loro disordine strategico, appoggiò la testa all’indietro e sbuffò.
- No, no... ma mi sta innervosendo il casino che sta facendo, cioè non
è colpa sua, ma di quel coglione del suo procuratore. Gli ho detto di
mollarlo che lo rovinerà, gliel’ho detto, eh? Ma lui dice che si fida e
che è tutto sotto controllo e che alla fine non se ne andrà. Gli ha
detto chiaro e tondo che non se ne andrà mai dal Milan, non ora... - Ma
finì con l’ennesimo sospirone e lo sguardo perso in alto, nel vuoto.
- Ma tu hai paura che invece se ne vada? - Scosse la testa.
- No, non quello... magari alla fine rimane davvero, ma... il prezzo
sarà alto! - Patrick inarcò le sopracciglia senza capire, Manuel era
sempre troppo contorto e così l’amico notando che navigava in acque
oscure lo illuminò: - Sarà odiato da tutti, Rick! - Rick era il
soprannome che loro del giro gli avevano dato, lo usavano solo loro.
Patrick realizzò ed annuì con un tenero ‘oh’. - Prova a giocare bene
con tutta la curva alle tue spalle che ti fischia e ti insulta! Hai
visto cosa è successo ora in nazionale per queste dichiarazioni e
queste mancate firme? Prima lui dichiara che vuole rimanere e sta
cercando casa qua, poi quel coglione di Raiola rifiuta accordi ed
offerte a suo nome! Ed intanto in campo con l’Italia gli buttano i
soldi finti! Gioca tu così tutto l’anno! Poi magari sistemano le cose e
firmano eh? Non dico di no.... Ma ormai lo odieranno troppo! Vedrai se
non si sta rovinando! - Patrick ascoltò in silenzio il suo sfogo
capendo che aveva ragione, alla fine gli mise una mano sul ginocchio
cercando di dargli un po’ di forza e comprensione.
- Io la penso come te, non devi sottovalutare l’ambiente in cui stai...
certi giochi di potere non puoi permetterteli così presto. -
- Ma anche perché ha l’aria da spavaldo e sembra non gli importi di
niente, però io lo conosco bene, non è così. Gli importa eccome! Ci sta
male, è emotivo... non come me, lo ammetto. - Patrick rise.
- Nessuno è emotivo come te! - Esclamò. Manuel sorrise.
- No, però lo è anche lui e ci starà male quando sarà fischiato in partita. Se non risolve subito andrà male, vedrai. -
Patrick si girò verso di lui e gli spettinò i capelli, passatempo preferito di molti:
- E tu sarai lì a sostenerlo e dargli la serenità che non avrà dai
tifosi. - Manuel fece il broncio ed abbassò il capo perché sapeva che
l’avrebbe fatto comunque, anche se questo non toglieva la
preoccupazione che aveva per lui. - Comunque i tifosi dimenticano in
fretta, appena fai dei salvataggi o delle prestazioni favolose ti
perdonano tutto! - Esclamò sicuro di sé Patrick alzandosi dal divano e
stiracchiandosi per andare a prendere i due joystick di Manuel e
accendere televisione e XBox.
- Non tutto e non per sempre. Perdonano ma non dimenticano ed al primo
sgarbo ti rinfacciano tutto centuplicato! Vedrai come va! - Manuel era
un po’ pessimista di natura, ma questo non toglieva che avesse ragione.
Per Patrick era ormai tutto troppo bello per negativizzarsi e perdere
la sua gioia, anche perché probabilmente niente poteva togliergliela.
- Piantala con il tuo pessimismo cosmico e giochiamo, mi devo
vendicare! - Manuel si ritrovò il joystick in mano e sebbene non avesse
voglia, giocò con lui lo stesso.