CAPITOLO XIII:
LA FASE DUE

L’allenamento del giorno successivo fu molto intenso, il mister era infatti convinto che i ragazzi avessero mangiato troppi panettoni e non ci stava proprio a perdere la loro forma.
Massacrati in modo particolarmente brutale in spiaggia, gli fu alla fine concesso il bagno al mare sul sole del tramonto.
Era stato particolarmente bello e rilassante nonché piacevole immergersi in quella meravigliosa distesa blu, farsi lavare dalla sabbia e dal sudore, ogni fatica fu momentaneamente curata dall’acqua salata ed ebbero anche voglia di fare i bambinoni.
Ragazzi grandi e grossi di cui alcuni davvero adulti, che si schizzavano con l’acqua, giocavano ad affogarsi e altrettante cose idiote.
Nessuno ci riuscì con Zlatan, ovviamente, mentre con Stephan che era un po’ uno scricciolo era stato anche troppo facile.
Roby attaccò tutti uno per uno ed alla fine tutti quegli uno per uno si misero insieme in combutta per annegare lui.
Fu molto divertente, specie quando fra il casino generale dell’attacco a Roby, una mano volò con particolare ardore e veemenza nel suo fondoschiena, sotto al costume.
E poi per avanti, sempre sotto al costume.
Fu convinto si trattasse di Thiago, poi pensò che non l’avrebbe mai fatto e solo quando nell’inferno della sua quasi morte riemerse con Antonio Nocerino attaccato alla schiena, capì che era stato lui e che continuava come se fosse normale stare con la mano sul suo inguine, sotto al costume…
Nessuno se ne era accorto ma quando poi avevano cominciato ad andarsene, era stato come se Thiago lentamente e con grande abilità avesse fatto in modo di mandare via tutti e portarseli via. Come ci riuscì non fu chiaro e non fu chiaro a Roby come finì a trattenersi lì in acqua con il Noce.
Chiacchieravano… insomma, dopo l’esplorazione alle parti basse del brasiliano, si era staccato come niente fosse e aveva attaccato bottone parlando a macchinetta. Facendo a gara con lui, in realtà, poiché era altrettanto chiacchierone.
Si trovavano molto bene insieme, parlavano allegramente di tutto e non gli mancavano mai argomenti, fino a che finirono per perdersi in un argomento che interessava ad entrambi in modo particolare.
Il sesso.
Il Noce gli stava rivelando, infatti, che era bisessuale e che andava senza problemi anche con gli uomini. Gli stava illustrando la bellezza del rapporto sessuale fra uomini, la penetrazione anale era per loro ragazzi qualcosa di divinamente apprezzabile, se fatto bene e con una certa abitudine.
Roby rimase subito catturato da quell’argomento tanto che gli diede man forte nell’elogio a quel genere e non si rese conto di essere da solo con lui in acqua.
L’albergo dove pernottavano era di fronte alla spiaggia, di conseguenza potevano fare liberamente il bagno fino a cena, solo che poi ad una certa ora veniva fresco nonostante lì a Dubai la temperatura fosse calda. Oltretutto prima di mangiare volevano lavarsi, naturalmente.
Loro parvero preferire l’argomento sesso e non si fecero problemi ad usare linguaggi espliciti tanto che finirono entrambi per eccitarsi. Non che fosse impensabile che parlando della loro attività preferita si eccitassero ed avessero voglia, però fra di loro fu strano.
Roby aveva sempre reputato il Noce un tipo, non effettivamente bello o carino ma nemmeno brutto, comunque era un tipo, insomma. Erano i suoi modi a piacere… modi da persona aperta pronta a tutto.
- E ti è mai capitato di farlo in acqua? - Chiese furbamente il Noce.
Era la situazione ideale, dal punto di vista di Thiago, perché voleva che provasse l’occasione.
Gli aveva dato indicazioni piuttosto precise, infatti, così come aveva fatto con Stephan quando gli aveva detto di provarci con lui. Lui aveva rappresentato il fattore persona piacevole. Il Noce l’occasione ideale.
Sapeva la fissa di Roby per il sesso in acqua, non l’aveva mai provato ma lo reputava fantastico comunque, da provare assolutamente, era infatti una delle sue fisse.
Poi ci sarebbe stato il fattore ‘momento di voglia’. Così aveva denominato il terzo atto del suo esperimento, poi ci sarebbe stato un quarto che aveva definito Kevin. L’atto Kevin era a parte, era un sospetto sorto da poco ma che ormai gli lambiccava il cervello.
Oltretutto l’atto terzo era complicato da studiare, non sapeva ancora precisamente come metterlo alla prova sotto quell’aspetto quindi era tentato, dopo di quello del Noce, di andare su Kevin direttamente.
In realtà per sperimentare il ‘momento di voglia’, ovvero se il suo problema era che in certi momenti gli veniva voglia e non sapeva aspettare per cui andava con chiunque avesse sotto mano, doveva praticare lui per primo l’astinenza cercando di evitarlo. Cosa non facile in un ritiro. Probabilmente avrebbe rimandato quel terzo esperimento a più avanti.
- No ma secondo me è la fine del mondo… - Disse infatti Roby accendendosi di una luce maliziosa, la stessa che illuminò il Noce davanti a lui che si avvicinò all’istante. L’altezza era più o meno la stessa anche se Roby era un po’ più basso.
- Io sì e ti assicuro che merita… confermo… - Ecco come fare per fargli venire l’acquolina in bocca.
Roby inghiottì a vuoto. Aveva capito che era disponibile, sarebbe stata l’occasione perfetta -ma va!- ma era il Noce, lui, e non Thiago.
Se lo stava disperatamente ripetendo come una litania nella mente, mentre si mordicchiava la bocca nervoso combattendo la voglia di provare con la consapevolezza razionale che non era giusto nei confronti del proprio moroso.
Si girò guardandosi intorno sperando di vederlo, l’avrebbe chiamato e gli avrebbe ordinato di farlo ma non vedendo anima viva si rese conto che volendo avrebbe anche potuto farlo davvero.
Nessuno avrebbe visto, nessuno li avrebbe interrotti… bastava spostarsi un po’ più in là, forse…
Il Noce allora gli toccò i fianchi sott’acqua, scese subito sotto al costume e si infilò nel suo inguine come aveva fatto prima. Ora erano particolarmente vicini e sebbene sotto ci fosse quel contatto intimo, da sopra sembrava stessero parlando e basta.
Però stavano in silenzio ed il Noce era molto malizioso e sensuale con quell’aria di chi si pregustava un gran bel momento.
Anche Roby se lo sarebbe pregustato se fra un sospiro e l’altro non si fosse tolto la mano dal costume.
Non poteva.
Fu una violenza non da poco ma alla fine lo fece, lo prese e se lo levò di dosso allontanandolo. Fu difficile perché era uno dei suoi sogni provarlo in acqua e lui si muoveva anche molto bene sulla propria erezione, ora eccitatissimo, ma non voleva, non era giusto. C’era Thiago, aveva già combinato un casino assurdo poche settimane fa, non poteva ricaderci di già. Doveva fare qualcosa, doveva sforzarsi, doveva riuscirci a tutti i costi!
- No, non è il caso. - Ma il Noce, notoriamente insistente e testardo, tornò alla carica nel giro di subito appiccicandosi con il bacino per fargli sentire quanto invece lui lo volesse. Sempre guardandolo a pochi centimetri dal suo viso, pronto anche a baciarlo, mormorò:
- Sicuro? Posso anche andare subito al sodo… vuoi entrare tu od entro io? - Ecco, tipico suo… grezzo, diretto, volgare e per nulla sensato o sentimentale.
Roby ridacchiò… era un fenomeno, quel tipo!
Da dove l’aveva tirato fuori, lo zio Fester?
Compiaciuto e dispiaciuto al contempo lo riprese per le spalle spingendolo di nuovo, le mani incollate al suo fondoschiena si tolsero salendo alla vita:
- No davvero. Sto con Thiago ed anche se fosse per me farei il poligamo molto volentieri della serie coppia aperta e cose simili, lui non è tipo, non vuole e non se lo merita. Insomma, se siamo entrambi d’accordo è un conto ma così no. Voglio rispettarlo e come minimo non devo fare queste cose. Non più. No? - Non era sicuro che fosse così ma probabilmente sì… voleva solo avere qualche conferma perché si sentiva un pazzo ad aver rifiutato una cosa simile!
Il Noce sorpreso rise mettendogli la mano sulla faccia, quindi spingendolo a sua volta rispose ironico:
- Devi saperlo tu! Sei sempre pieno di sorprese! - Detto questo non insistette, non aveva molta pazienza… dopo essere rifiutato due volte gli passava anche la voglia.
Senza prendersela minimamente uscì lasciando Roby stralunato a sfogarsi per non uscire con un’erezione da paura che sarebbe stata decisamente fuori luogo per chiunque l’avesse visto.

Di sorprese ne ebbe anche Thiago, quando sentì il resoconto del Noce.
- Sei sicuro che non abbia accettato? - Domanda stupida per uno come lui. Il Noce infatti lo derise senza complimenti.
- Se sono sicuro che non abbiamo scopato? Credimi che me ne ricorderei… non posso confondere un orgasmo con un orgasmo mancato! Secondo me le tue sono paranoie assurde! Sì, ha detto che è stato faticoso e si è capito che in realtà avrebbe voluto, ma ha detto che ti rispetta e che tu non vuoi una relazione da coppia aperta e cose simili e che quindi per te e per quel che prova per te non lo farà, sta cercando di cambiare… io al tuo posto starei più tranquillo! -
Ma parlava quello geneticamente incapace di preoccuparsi!
Thiago rimase stordito.
A quel punto doveva saltare la fase tre e passare alla quattro veramente.
Kevin.

Kevin che in quel momento era in un punto cruciale del suo, di piano.
Thiago non avrebbe mai immaginato che la sua richiesta sarebbe poi capitata a puntino.
Usciti dal mare, Kevin e Mark andarono insieme in camera e nel momento in cui si ritrovarono di nuovo dentro da soli fu subito evidente la tensione lasciata la sera prima.
Una tensione particolare, non nervosa. Era una tensione erotica e non erano né idioti né ingenui da non riuscire a riconoscerla.
Non sapevano come gestirla, o meglio l’olandese non lo sapeva; era ancora confuso, Kevin ora ci stava provando seriamente con lui, voleva fare sesso ma senza forzarlo, di conseguenza era come se avesse lasciato un po’ a lui la palla d’inizio, se mai avesse voluto.
Doveva decidersi.
Era strano, aveva sempre saputo di essere nelle grazie di Kevin in quel senso ma non fino a quel punto; voleva capire se era solo una pura questione sessuale e di sfizi oppure se ci fosse altro dietro. Anche perché cominciava a captare dell’altro, da lui… come se ci fossero dei sentimenti, dietro tutta questa sua insistenza per andare a letto insieme.
Era vero che poteva andarci con chiunque altro, perché proprio lui?
Voleva capirlo prima di eventualmente mettere da parte i propri principi.
In passato l’aveva fatto solo una volta con Arjen, poi si era sentito un verme e nel non saper cosa fare in merito allo stare al Bayern o ad andarsene, quello gli aveva dato un’ulteriore spinta.
Certo se in squadra fosse andato tutto bene non ci avrebbe mai pensato ad andarsene nemmeno con quella situazione con Arjen, però non l’avrebbe vissuta bene.
Non era capace di sostenere serenamente quelle cose, si conosceva, ma sembrava per qualche motivo che fosse diventata una fissa anche per lui e non solo per Kevin anche se al suo contrario non le seguiva, sapeva controllarle e metterle da parte, aveva una gran forza di volontà. Non agiva mai d’impulso.
Voleva capire se da parte proprio ci fosse qualcos’altro e se questo fosse anche per Kevin. Insomma, stava aprendo gli occhi.
Anche perché se doveva passare l’inferno con la propria coscienza, almeno era meglio farlo per un motivo più che valido e solido.
No, entrando in camera Mark non era ancora convinto e sicuro. Fu per questa sua indecisione evidente che Kevin lo stuzzicò ancora senza andarci giù veramente pesante. Solo per testarlo, insomma…
- Giornata massacrante! Ma si è risollevata sul finale, direi! - Mark rise cercando di sciogliersi i nervi, nel frattempo cercava il cambio da indossare per la doccia e la cena.
- Puoi dirlo forte! -
- Secondo me il mister fa come l’asino col bastone e la carota! - A questo l’altro rise di più, aveva un dono per rilassarlo e divertirlo che non aveva nessuno e gli piaceva molto anche per questo. E poi per la sua capacità di piangersi e disperarsi in privato e con pochi eletti, come se fosse un grave reato farlo, mostrarsi umani e capaci di amare, soffrire ed innamorarsi!
- Ci bastona e poi ci dà da mangiare per farci andare avanti il necessario e rendere bene? - Disse infilando il bagno senza chiedere se potesse fare lui la doccia per primo.
- Certo e direi che funziona! Ieri le belle donne che ci passavano davanti ed oggi il mare! - la risata di Mark si soffocò con la porta del bagno che si chiudeva ma non fu per molto poiché quando sentì l’acqua scendere, Kevin con le proprie cose per lavarsi entrò senza il minimo problema.
- Che fai? - Chiese Mark pensando dovesse fare la pipì o prendere qualcosa. Non certo che, spogliatosi, sarebbe entrato nel box con lui!
- Secondo te? Odio stare con la pelle di sale! - Rispose come niente fosse spingendolo in parte per farsi bagnare dal getto anche lui. Quando notò come lo stava fissando, come se fosse impazzito, disse: - Che c’è? Facciamo sempre la doccia insieme! -
- Si ma non così appiccicati e sotto la stessa acqua! - Commentò veloce Mark sperando di convincerlo. Kevin alzò le spalle, non intendeva scostarsi e prendendo il bagnoschiuma ne mise un po’ nel guanto di spugna che usava per insaponarsi, quindi come se anche questo fosse normalissimo, invece di passarla su di sé cominciò a passarla sulla schiena di Mark.
Questi rimase di sasso immobile a lasciarsi fare, prima di capire cosa stesse facendo era già con le sue mani sulla pelle resa subito scivolosa dalla schiuma.
Fu strano.
Fu molto strano.
A parte che non l’aveva mai fatto e che non era chiaro cosa gli saltasse in mente, ma era davvero pazzesco quello che con pochi gesti stava provando fisicamente.
Brividi anomali. Molto anomali.
Ed in quello capì che comunque a fare sesso con lui ci sarebbe stato più che volentieri.
Il punto erano quei famosi principi.
Non era proprio tipo da fare sesso perché gli andava e basta.
Quando finì con la sua ampia schiena, Kevin, in straordinario silenzio per alzare la tensione erotica, proseguì sul suo fondoschiena ma questa volta tolse il guanto perché era chiaro che volesse sentirlo bene con le mani; i palmi e le dita aperte passarono sui suoi glutei subito tesi. Mark rimase senza parole e senza respiro, si appoggiò alle piastrelle e si morse il labbro.
Cosa gli saltava in mente?
Praticamente lo stava palpeggiando. Anche bene e con impegno.
Quando finì, suo malgrado, per un momento pensò che sarebbe andato oltre. E con oltre intendeva penetrarlo con tanto di dita, per cominciare. Se l’avesse fatto avrebbe dovuto prenderlo a pugni, non aveva ancora deciso se farlo o no e non poteva fare di testa sua come voleva… però proprio in quel momento Kevin lo girò prendendolo per le braccia, lo appoggiò sempre al muro dietro di loro e con inattesa delusione, Mark raccolse il suo sguardo malizioso ed enigmatico. Cosa aveva in mente?
Avrebbe dovuto chiederglielo, non era tipo da tenersi un solo pensiero per sé ma lì si sentiva come ipnotizzato, non sapeva proprio come fare. La ragione gli diceva di parlare e mettere tutto in chiaro ma la voglia di vedere fin dove sarebbe andato avanti gli impose il silenzio.
Kevin capì che voleva far luce su di loro e passandogli il petto con le mani inschiumate, si soffermò sui pettorali e suoi capezzoli che li sentì irrigidirsi subito, poi scese nell’addome scolpito e teso. Quei tocchi non erano per niente amichevoli e Mark non era idiota, si stavano guardando fissi capendosi ma senza la voglia di parlarsi, la capacità di farlo e la razionalità per essere sensati.
Fu quando sarebbe toccato al suo inguine che Kevin, proprio mentre l’altro era ormai convinto l’avrebbe fatto, staccò le mani dal suo corpo e le passò su di sé per insaponare anche sé stesso.
Certo.
E che altro?
Solo insaponare.
Non ci fu niente di strano quando, invece, si mise a toccarsi il suo, di inguine, davanti agli occhi stupiti e penetranti di Mark.
La propria erezione reagì davanti a quei tocchi ma poi, sul più bello, invece di continuare a mostrarsi, Kevin si voltò dandogli di punto in bianco la schiena e senza remore, con gran sfacciataggine -come se di più fosse possibile- chiese basso e roco:
- Mi fai la schiena? - Sicuramente indispensabile.
Mark non pensò assolutamente a nulla, ma continuò mordendosi le labbra e in difficoltà, combattendo con sé stesso per non saltargli addosso poiché sapeva che non era il caso, lo accontentò.
Quando mise le mani sulla sua schiena ampia e piena di tatuaggi capì anche che gli sarebbe piaciuto andare oltre.
No, non poteva andare avanti a quei livelli assurdi…
Però la schiena gliela inschiumò con molta calma e lentezza e quando sentì che Kevin riprendeva il proprio massaggio sul suo membro, si eccitò ancora come gli era successo pochi secondi prima. Gli dava le spalle ma lo si stava masturbando mentre gli lavava la schiena.
Niente di quella situazione era normale, assolutamente. Specie perché uno non poteva fare certe cose, esagerare a quel modo e farsi passare per normale!
Non lo era, dannazione!
Capì che stava venendo quando gettò la testa all’indietro tendendo ogni muscolo, lo sentì tremare e poi l’innegabile prova che colava giù ai loro piedi insieme all’acqua della doccia.
Mark staccò immediatamente le mani dalla sua pelle bagnata e rimase rigido sotto il getto che ora lo puliva dalla schiuma.
Assurdo.
La cosa più assurda che gli fosse mai successa.
Ci stava provando con lui e lo stava seducendo e stava cercando di spingerlo a fare il primo passo!
Il bello era che ci stava anche piuttosto ben riuscendo!
Rimase immobile a fissare i tatuaggi sperando non si girasse, a quel punto, visto la propria erezione, ma alla fine lo fece senza pietà e abbassando lo sguardo sul suo inguine lo occhieggiò soddisfatto. Era molto eccitato.
- Ti conviene deciderti presto perché altrimenti non arrivi a sopravvivere a lungo! - Mark rimase fermo immobile mentre lui finiva di farsi la doccia sempre fissandolo sfacciato ed allusivo, alla fine gli fece l’occhiolino malizioso e concluse: - E nel frattempo ti consiglio di rimediare da solo! - Dopo di che, con un Mark ancora in completo silenzio e sullo stralunato andante ma non propriamente scandalizzato, se ne andò lasciandolo solo… ad effettivamente seguire il suo consiglio!
Non era veramente saggio girare in camera con un’eccitazione simile, almeno una volta sfogato aveva un po’ di pace dei sensi e la voglia di saltargli addosso si mitigava. Poi si sarebbe distratto a cena e dopo si sarebbe fiondato a dormire subito.
Sì, semplicemente così.
Povero illuso.