CAPITOLO
XIV:
LA
PROVA DEL NOVE
Avrebbe
dovuto aspettare almeno un giorno per dargli tregua ma non poteva.
Era
questione di vita o di morte, ormai, capire se la fase quattro chiamata
‘Kevin’ era il punto della situazione, ma non avrebbe mai immaginato di
assistere involontariamente ad un’ulteriore elemento di prova che
l’avrebbe aiutato nella sua analisi finale.
A
cena erano come sempre divisi in gruppi, uno per tavolo.
Il
loro era composto dal trio brasiliano inseparabile, Zlatan che
ultimamente girava sempre con loro -e tutti a dire che l’amicizia con
Roby si era rafforzata molto!-, Kevin e di conseguenza anche Mark.
Fu
ad un certo punto della cena, mentre Roby e Kevin tenevano come sempre
banco facendo morire dal ridere tutti, che Thiago si alzò dal tavolo
per andare al bagno.
Fin
qua niente di strano se non che tornando uscì con Stephan, sembravano
parlare complici. Roby da lontano lo notò subito e fermandosi dallo
sparare cazzate cercò di capire che aria tirasse fra i due.
Erano
stati poco in bagno, il tempo di fare ognuno i propri bisogni, però
parlavano un po’ troppo fitto per i suoi gusti.
Cosa
avevano tanto da dirsi?
Quando
se lo chiese si rese subito conto del proprio fastidio, per non dire di
quando Stephan, risaputo per essere uno che voleva divertirsi, gli
aveva messo la mano sulla spalla scivolando sulla schiena
accarezzandolo con languore per salutarlo.
O
almeno a lui parve languore.
In
ogni caso lo fece e Roby lo notò. Anzi. Non solo lo notò.
Lo
divorò.
Solo
quel piccolo gesto.
Chissà
poi in quanti lo toccavano sempre, perché se lo faceva Stephan c’era
qualcosa che non andava?
“Perché
prima ci prova con me e poi con lui! Cazzo vuole da noi? Sa che stiamo
insieme!”
Ma
non poteva sapere che era tutto un piano di quello spostato del suo
ragazzo e che in quel momento si erano solo parlati circa quel piano.
Stephan, incuriosito, aveva fatto domande per sapere come procedeva
l’esplorazione e lui gli aveva spiegato i suoi dubbi. Tutto lì.
Che
poi Stephan alla fine gli avesse detto che se voleva altri esperimenti
lui era disponibile, aggiungendo anche che lo era pure con lui, fu un
altro paio di maniche.
In
un momento in cui gli altri erano distratti da Kevin e da qualche suo
aneddoto che stava raccontando, Roby scoccò a Thiago un’occhiata
irritata senza tenere poi a freno la lingua:
-
Quello ci prova con tutti! - Riferendosi a Stephan.
Thiago,
preso in contropiede da quell’uscita, disse piano:
-
Cosa ti salta in mente così di punto in bianco? -
Roby,
sempre bisbigliando ma comunque seccato, rispose senza peli sulla
lingua:
-
Dai, ci ha provato con me in camera l’altra sera e prima ti ha mangiato
in un modo… cosa ti ha detto, che se ti stufavi di me lui era
disponibile? - Non che ci fosse andato molto lontano, ma a Thiago non
sorprese quello. Ci rimase di sasso, naturalmente, nel realizzare che
era geloso. Normalmente non lo dimostrava e semplicemente perché lui
stesso non gli dava motivo di esserlo. Aveva ottimi rapporti con tutti
ma non erano mai stati allusivi o equivoci. Non era mai successo nulla
che potesse ingelosirlo, effettivamente.
Fu
allora che Thiago si rese conto che mancava praticamente solo una cosa.
“Non
la sopporterebbe mai la coppia aperta, come diceva al Noce oggi… perché
anche se io posso lavorare sulla mia gelosia, lui no. Lui è geloso e
non sopporterebbe di condividermi con altri. Guarda qua per uno sguardo
allusivo di Stephan! E c’è da dire che fin’ora ha resistito a tutte le
provocazioni… non posso che pensare che forse la questione sia Kevin!”
No,
non avrebbe potuto aspettare. Era proprio ora del test decisivo, la
prova del nove.
Senza
rischiare di farsi sentire da Roby, Thiago scrisse un messaggio a Kevin
a tavola con loro.
‘Stanotte.’
Solo
quello.
Kevin
capì e facendo finta di nulla, si illuminò solo un istante di una luce
preoccupante ed inquietante.
La
luce di chi sapeva con certezza che se non altro si sarebbe divertito
molto. Oh, molto.
Kevin
ci mise poco ad organizzarsi, sembrava nato per quel genere di cose e
scritto poche righe a Thiago in modo che gli facesse finire Roby in
camera al suo segnale, si lavorò Mark. C’era infatti anche lui che
doveva incastrare alla perfezione nel piano malefico. Due piccioni con
una fava, uno per Thiago e l’altro per sé stesso.
Non
che quei due fossero normali, ma almeno a seguirli non ci si annoiava!
Mark
fu chiamato da Zlatan ed Alex, coinvolti per l’occasione nella grande
pagliacciata del secolo, mentre Roby fu chiamato da Kevin perché aveva
bisogno di un favore da lui.
Roby
aveva chiesto a Thiago se voleva venire ma si era inventato una
telefonata importante da fare, l’aveva mandato avanti dicendo che
l’avrebbe raggiunto dopo in caso.
Quando
entrò, Kevin era in boxer e girava in quelle condizioni indecenti per
la camera, come se fosse normale.
Roby
inghiottì, non era immune ad un certo tipo di fascino. Soprattutto al
suo.
- E
Mark? - Chiese guardandosi intorno nella speranza di vederlo spuntare.
- E
Thiago? - Chiese allo stesso modo Kevin guardando oltre le sue spalle.
-
Doveva fare una telefonata… -
- A
parlare con Alex e Zlatan di una cosa… -
Kevin
sembrò non curarsi della loro solitaria compagnia, quindi sdraiandosi
nel letto lo invitò ad accomodarsi con lui.
-
Che c’è? - Chiese nervoso l’altro.
Kevin
ridacchiò.
Poteva
usare molti metodi ma si divertiva con quelli più naturali. Sapeva di
essere una piacevole compagnia.
-
Volevo parlarti un attimo… -
- E
lo devi fare mezzo nudo? - Disse spontaneo senza pensarci. Kevin
ridacchiò e lo prese per il braccio tirandolo giù seduto accanto a sé,
era con la schiena contro la spalliera del letto, le gambe aperte ma
piegate. Tutto il suo corpo in bella mostra di sé.
-
Ti metto a disagio? - Chiese altrettanto diretto con malizia.
Roby
si morse la lingua per aver parlato e lo guardò con aria da spaccone:
-
Chi, io? Ma va! È solo che mi sembri assurdo! Bè, dai, cosa c’è? -
Decise
di dimostrare la sua naturalezza e l’assoluto non imbarazzo sedendosi
sul materasso a gambe incrociate, proprio davanti all’altro. Poca
distanza fra loro ma nemmeno eccessivamente vicini. Le gambe a
separarli.
Kevin
sembrava rilassato, forse non voleva niente di strano… con lui non si
sapeva mai!
-
Ho un problema… - Attaccò fingendosi serio.
-
Spara! Cos’è, non ti si drizza più? -
-
Semmai il contrario! - Kevin non si stupì della sua incapacità di stare
serio e l’apprezzò, era proprio uno con cui si stava bene se non avevi
problemi particolarmente complicati di cui parlare.
-
Cioè? Sei troppo arrapato e non sai come calmare i bollenti spiriti? -
Ora era anche curioso e le difese si abbassarono del tutto, Kevin lo
capì e compiaciuto si raddrizzò con la schiena staccandosi dalla
spalliera; si avvicinò qualche centimetro, poi rispose:
-
Esattamente! - Roby rise piegandosi in avanti, nascondendo il viso fra
le proprie gambe incrociate e Kevin finse di offendersi dandogli un
pugno amichevole sulla nuca.
-
Non ridere, è grave! - Era parzialmente corretto quello che stava
dicendo, sotto un certo aspetto.
-
Dai, Kevin! Sii serio! Come fai ad avere un problema simile proprio tu?
Basta che schiocchi le dita e qualcuno lo trovi! -
Anche
quello era vero, ma Kevin sapeva già tutta la conversazione che
avrebbero avuto.
-
Sì però il problema è più specifico e circoscritto… io voglio farmi
Mark ma ho troppo rispetto per semplicemente sedurlo e scoparmelo come
farei normalmente. - Roby fece un’espressione shockata, sentirgli dire
quelle cose non era da tutti i giorni. - Sì insomma, penso che sono
innamorato, ormai l’avrai capito! Di conseguenza stare con lui che non
vuole perché tutti sanno come la pensa, per me è una tortura… -
Roby
però, sebbene potesse capire tutto, gli mancava il motivo della sua
presenza lì:
- E
cosa posso fare io? -
Kevin
si mise a gambe incrociate anche lui per stargli ancor più vicino,
quindi mettendo le mani sulle sue ginocchia disse basso e penetrante:
-
Ho bisogno almeno di sfogare gli impulsi sessuali… il trattenermi tanto
con lui mi fa diventare matto! - Roby rimase di sasso, inghiottì a
vuoto, guardò le sue mani sulle proprie ginocchia, si sentì bruciare e
cercò disperatamente di riattivare il cervello spento.
- E
perché io? -
Per
Kevin era facilissimo… tanto più che tutta quella storia non era poi
tanto diversa dalla realtà… anche se Roby gli serviva per ingelosire
Mark e non per sfogare gli impulsi sessuali!
-
Perché con te l’ho già fatto e mi piace come lo fai! - Semplice ed
onesto. Più di così si moriva, pensò il brasiliano cadendo come un pero
nella trappola. Cadendoci nel senso che ci credette ciecamente che
fosse sincero e che non se lo stesse rigirando con abilità.
Fu
seriamente sul punto di accettare ben volentieri ma si ricordò di nuovo
di Thiago e mordendosi il labbro andò indietro sul letto, sedendosi sul
bordo.
-
Non posso, sto con Thiago… sto cercando di cambiare e c’è qualcosa in
questa squadra… non so perché cazzo ma tutti credono che io sia
disposto a scopare con chiunque! Sanno che sto con lui! A parte il
discorso di mia moglie, fra l’altro! Ma cos’avete tutti? - Chiunque ci
sarebbe arrivato e si poteva anche pensare ad un pessimo scherzo, ma
Roby no… Roby era davvero convinto che ci fosse solo qualcosa di malato
nell’aria. Perché pensava di essere malato anche lui quanto loro!
Oddio,
non che fosse molto sano…
-
Ma perché tu sei l’ideale per tutti! Sei carino, ci sai fare, ci stai,
sei una forza della natura, piaci a tutti! - rispose Kevin mettendosi a
carponi per avvicinarsi ulteriormente a lui. Roby si tese all’indietro
per allontanarsi.
-
Ho capito ma dai… per quanto scoperei volentieri con tutti non è che
posso! Cosa sono, una puttana? - C’era effettivamente da chiederselo, a
quel punto.
-
Guarda che se non vuoi basta dirlo, eh? - Però si stava avvicinando
ancora al suo viso e quando Roby cercò di evadere ulteriormente con una
certa disperazione perché era davvero complicato resistergli, mise le
mani dietro di sé ma trovando il vuoto finì per cadere giù di schiena!
Il
magico momento seduttivo finì malamente e Kevin ridendo pensò che non
era mai successa una cosa simile. Si stese a pancia in giù piangendo
dal ridere, quindi si sporse e appoggiato sui gomiti vide prima di
tutto le sue gambe per aria, poi lui che rideva a sua volta con
isterismo.
Doveva
essere contento di essere caduto pur di non doverlo respingere
veramente e Kevin capì che sarebbe bastata solo un’altra piccola spinta.
Fu
così che si spostò in avanti per sporgere su di lui, gli prese le
gambe, gliele aprì per poterlo vedere in viso e fingendo di ridere
ancora della sua figuraccia invece che star già passando alla fase
successiva, disse chinandosi in quella posizione decisamente strana:
-
Sei uno spasso! - Roby abbassò di nuovo la guardia convinto che il
peggio fosse passato e continuando a ridere meno isterico, capì che se
non l’avrebbe mollato non si sarebbe potuto alzare.
-
Se non ci fossi io il mondo piangerebbe dalla tristezza! - Disse
infatti riconoscendo il proprio talento per far ridere gli altri.
Distratto
da questo, non si accorse del nuovo attacco di Kevin che strisciando
sul letto per sporgersi sempre più su di lui, si chinò tanto da
appoggiarsi completamente sulle sue gambe piegate contro il petto. Lo
bloccò in quel modo e Roby smise di ridere quando sentì il suo fiato
sul viso. Si fece immediatamente serio e teso e lo guardò. Era
vicinissimo, sembrava un serpente. Quando era accaduto?
-
Kevin? - Chiamò con un filo di voce. A quel punto doveva dirgli di
alzarsi e che non voleva ma la gola gli si seccò quando guardò il suo
bel viso sicuro e con una luce seducente. Era magnetico, si finiva
sempre per rimaner catturati da lui in qualche modo.
Di
forza ne aveva anche lui anche se era più basso, non poteva subire, non
esisteva che lo obbligasse.
Appunto.
Non
esisteva.
Se
non lo cacciava era perché voleva rimanere così.
-
Mmm? - Chiese fingendo che tutto quello fosse normale. A quel punto
Roby non sapeva più cosa rispondere e cosa dire, quindi rimase in
perfetto silenzio ad aspettare che si sbrigasse e che facesse quello
che voleva.
Sarebbe
stata forse la fine di qualcosa ma in quel momento non riusciva proprio
a pensare a niente, niente se non che Kevin era un bel ragazzo e che
aveva una carica erotica che non aveva visto in nessuno
E
che a lui, fra tutti quelli che ci avevano provato con lui in quei
giorni assurdi, era quello a cui non riusciva proprio a resistere pur
avesse tentato.
Quando
le sue labbra lo raggiunsero pensò addirittura che fosse ora e rimase
sospeso e stordito solo pochi istanti. Pochissimi.
Poi
aprì la bocca senza frenarsi e gli andò incontro con la lingua. Quando
finalmente la trovò si rese conto di cosa stava succedendo.
Se
ne resero conto tutti e due.
Si
stavano baciando.
Ed
era dannatamente ubriacante.
Kevin
in quello si bruciò e si staccò immediatamente turbato, non lo faceva
se era solo per sesso ed il punto era che non se ne era nemmeno accorto
di averlo fatto. Gli era venuto spontaneo.
Quando
si tirò su in ginocchio sul letto aveva un’espressione sconvolta ed il
cuore batteva impazzito.
Stava
succedendo qualcosa.
Qualcosa
di impensabile, qualcosa che non aveva previsto, che non avrebbe mai
potuto mettere in conto.
Roby
rimasto all’asciutto dopo quell’inizio così intenso e sconvolgente, si
tirò su a sua volta affacciandosi sul letto, quando lo vide capì che
qualcosa non andava, poi si ricordò della sua fissa.
Solo
per sesso non baciava.
Si
chiese come mai l’avesse fatto ma non gli parve un fatto così grave da
interrompere tutto così. Specie perché ora aveva una voglia matta di
scoparselo.
-
Ehi! - Fece infatti roco inginocchiandosi a sua volta sul materaqsso
davanti a lui. Kevin lo guardava sconvolto senza vederlo, per lui era
grave baciare qualcuno. Con Melissa lo faceva ma era per il suo
teatrino, altrimenti non avrebbe mai retto. - Dai, non puoi eccitarmi e
poi tirarti indietro! - Ora era lui che glielo chiedeva. Era assurdo.
Tutto
cancellato.
Tutto
andato.
Solo
loro due e la voglia di andare a letto insieme.
Quando
gli prese il viso fra le mani Kevin si svegliò e si allontanò per
impedirgli di baciarlo, Roby allora stufo e seccato lo spinse giù e lo
stese mettendosi sopra, salito lo fissò intensamente e accattivante da
vicino, sempre tenendogli il viso fermo fra le mani:
-
Non fare il coglione solo per un bacio! Scopami e non rompere il cazzo!
- Non ragionava proprio più e sarebbe arrivato al punto di violentarlo
se non l’avesse fatto. Quella richiesta così anomala lo sconvolse e lo
svegliò scuotendolo dai suoi dubbi, infatti quando lo sentì divorargli
il collo si riattivò il sangue in circolo che gli pompò sotto la pelle
veloce e furente, scaldandolo mentre le sue labbra lo succhiavano ed i
denti tracciavano segni sulla sua pelle scura, sui suoi tatuaggi.
L’attirò
a sé con le mani e lo prese per la maglia tirandogliela via da sopra.
Roby si staccò quel tanto per permetterglielo ma poi non sentendo
ragioni arrivò al suo inguine e prendendogli i boxer glieli tolse con
brutalità.
Kevin
alzò il bacino e si sentì talmente desiderato da chiedersi se avesse
mai provato una cosa simile prima. Di solito piaceva parecchio ma non a
quei livelli… Roby era come se lo volesse inglobare… all’idea di essere
posseduto di nuovo da lui come l’altro giorno si ricordò la voglia
rimasta insoddisfatta e mettendo tutto da parte lasciò che la sua bocca
finisse di eccitarlo.
Lo
succhiava con ardore e foga senza lasciargli respiro, furono quelle
spinte sempre più veloci nella sua bocca che gli misero la voglia di
farlo anche per dietro.
Possedere
il fuoco.
Era
questo ciò che voleva in quel momento, quindi quando si sentì prossimo
all’orgasmo se lo staccò con brutalità obbligandolo a mettersi in
piedi, gli tolse in fretta i pantaloni e l’intimo e alzandosi lo spinse
sul letto a carponi, come aveva obbligato a mettersi lui l’ultima volta
che l’avevano fatto insieme a Thiago.
C’era
una foga e fretta ai limiti della follia.
Anche
la preparazione, la sua lingua fra i suoi glutei, le dita nella sua
apertura… fu tutto breve e veloce, come se non potessero resistere
ancora perché Roby si contorceva sotto di lui e gli diceva di sbrigarsi
che lo voleva subito.
Non
esisteva che glielo chiedessero in quel modo, non lo facevano mai…
cos’aveva quel ragazzo non lo capì però si concentrò sul suo fuoco e
finalmente, prendendolo per i fianchi, cominciò a possedere le sue
fiamme incandescenti.
Affondò
in lui senza delicatezza e riguardi, lo fece deciso entrandogli quasi
del tutto.
Roby
si inarcò e lanciò un sospiro strascicato che lo eccitò ulteriormente,
poi quando lui stesso cominciò a muoversi contro, Kevin iniziò
altrettanto a spingere. Ad ogni colpo con più forza ed intensità si
sentivano lacerare entrambi in un’eccitazione mai provata.
I
movimenti del suo bacino divennero presto una specie di danza seducente
in perfetta sincronia con quelli di Roby che sul letto gli veniva
incontro, quando infatti si alzò e gli si spalmò contro per sentirlo
meglio e stringerlo di più in sé, trattenerlo, averlo, marchiarlo in
qualche modo, Kevin andò in delirio e non poté non cercare, fra i
gemiti sempre più forti, la sua erezione.
Si
mosse febbrile con le mani per avanti e quando lo trovò si mosse allo
stesso ritmo per farlo godere nello stesso momento.
Sortì
proprio l’effetto desiderato, infatti questo fu il colpo di grazia e
mettendosi a gemere incontrollatamente mentre si muovevano con frenesia
crescente, esplosero insieme in un orgasmo sconvolgente e senza
precedenti.
Rimasero
immobili a lungo, tremanti, immersi in quel piacere senza precedenti.
Diverso in ogni caso.
Ci
rimasero e fu sensazionale quel momento di sospensione totale, mentre i
sensi annebbiati ed impazziti cercavano pace, di ritornare normali, di
funzionare ancora.
Dopo
istanti interminabili, scivolò fuori e lo lasciò stendersi nel letto
per poi mettersi dietro di lui, entrambi sui fianchi, uno davanti e
l’altro dietro proprio com’era successo nella penetrazione.
Kevin
-il quale si spiegava la propria voglia come semplice astinenza da
sesso, cose effettivamente non poi assurda- lo circondò da dietro,
sfinito, e Roby, altrettanto sfinito, si lasciò prendere con ancora la
mente del tutto spenta, immerso nella pace dei sensi che lo coglieva,
quell’ubriachezza piacevole ed il sangue che correva nel suo corpo
elettrizzandolo ancora per quanto accaduto.
Però
non poterono non chiedersi entrambi cosa diavolo fosse successo e come
fosse stato possibile. Non poterono proprio non farlo.
Specie
per colpa di quel bacio che nessuno a parte loro due avrebbe dovuto mai
e poi mai sapere. Nemmeno Thiago. Anzi. Soprattutto lui.
Nella
stanza accanto che era poi quella del sopra citato Thiago e Roby,
rimasto in ascolto per tutto il tempo, capì dagli inequivocabili gemiti
che alla fine ci era andato.
Non
si sentì tanto ferito o deluso quando sconvolto perché aveva appena
trovato la sua risposta, pur non avesse visto il bacio famoso.
“Allora
è Kevin la questione! Non persone, occasione o momenti ma proprio lui!
Roby ha un debole per lui… ma se non lo sopportava, mesi fa! Come
diavolo può ora…?”
Ma
seppure si fosse detto pronto a tutto, a quello di certo no.
Una
contro mossa a quell’evenienza non l’aveva e così su due piedi non
elaborò nulla, rimase immobile ed in silenzio a pensare stordito a
quello che aveva appena scoperto, senza sgrovigliare nulla di quella
matassa complicata che aveva appena formato lui stesso
inavvertitamente.
E
dire che Alex l’aveva avvertito, in qualche modo, di stare attento a
che tutto non gli sfuggisse di mano.
In
quel momento credette seriamente che così fosse stato.
Dall’altra
parte della stanza, quella di Alex e Zlatan, Mark era ammutolito
insieme a loro due nello sentire chiari gemiti provenire da quella che
doveva essere la stanza dell’olandese e del ghanese.
Non
ci avrebbe creduto se non avesse distinto precisamente le loro due voci…
-
Ma se la sta facendo con Roby? - Chiese sconvolto Mark con un filo di
voce guardando stralunato i due amici sullo stupito andante a loro
volta. Alex soprattutto era di mille colori e sotto shock. Il primo a
reagire fu Zlatan naturalmente.
-
Mi pare difficile fraintendere! - Fu la sua esclamazione. Non aveva
torto.
Ma
Mark non fu capace né di elaborare, né assimilare, né pensare, né tanto
meno di frenarsi. Non era tipo che lo faceva mai, troppo spontaneo.
Quando
uscì di corsa dalla camera, Zlatan rimase allibito a fissarlo non
aspettandosi una reazione simile e Alex lo rincorse immaginando che
comunque non ne sarebbe potuto uscire niente di buono.
Qualunque
fosse il risultato dell’esperimento demenziale di Thiago, non poteva
essere niente di positivo a giudicare dalla reazione di Mark.
Mark
che era anche il doppio di lui e che da fermare una volta che partiva
così in quarta contro qualcuno doveva essere praticamente impossibile!
Zlatan
li seguì solo per salvare Alex in caso volassero pugni e lo colpissero
per sbaglio!