CAPITOLO
II:
COSE
FRA AMICI
Lo
squillo indicò che Kevin era arrivato e quando uscì salutò la moglie ed
i figli che erano in via di coricarsi.
-
E’ quello il modo di chiedermi di uscire? - Aveva detto ridendo.
-
Non te lo chiedevo mica! - Esclamò Kevin ghignando. Solo loro potevano
capire quando dicevano sul serio o meno.
-
Dove andiamo? -
-
Al Freak Bar. - Il nome era tutto un programma. Mark alzò gli occhi al
cielo esasperato, non era un buon segno quando andavano là, era la
stessa bettola di quando l’aveva raccolto qualche settimana fa
disperato per Thiago. Ci andavano solo in un caso, ormai…
-
Sei depresso? Hai parlato di nuovo con Thiago? - Kevin scosse il capo.
-
Però ho voglia di ubriacarmi e tu me lo devi impedire. Oltre che farmi
da confessionale. - Mark ormai era abituato a quel ruolo, non gli
pesava, non gli chiedeva opinioni effettive, si limitava a sbuffare
fuori tutte le cose che gli passavano per la testa, considerazioni
disfattiste ad ogni modo…
-
Come mai? - Chiese Mark preparandosi psicologicamente alla nenia
distruttiva.
-
Il mister mi ha convocato in ufficio dopo gli allenamenti. - Mark non
previde nulla di buono e lasciando il resto per dopo, attese di
arrivare al locale.
Era
infossato nel terreno, ovvero sembrava uno scantinato. La luce al neon
fuori aveva funzionanti solo le lettere F-E-K B-R. Sembrava una bisca
clandestina.
Quando
furono al solito tavolino in fondo, lieti che nessuno li riconoscesse,
Kevin cominciò davanti ad una semplice birra sostenuto, almeno in
quella, da Mark.
-
Mi ha chiesto se avevo qualcosa che non andava! - Esordì stupito.
L’altro altrettanto sorpreso fece:
- E
come se ne è accorto? Giochi meglio del solito, in questo periodo! -
-
Appunto per questo! Ha notato che quando ho cominciato la crisi con mia
moglie mi è successa la stessa cosa, giocavo meglio del solito. Ha
capito che dovevo aver avuto un’altra crisi sentimentale! -
Mark
era sbalordito, pensando alle inespressioni del mister e soprattutto
alle sue scarse comunicazioni attive coi giocatori -inteso, a livello
personale-, non si sarebbe mai aspettato una cosa simile.
-
Non pensavo l’avesse notato… - Fece infatti.
-
No, nemmeno io! È pazzesco! Comunque gli ho solo accennato che ho avuto
una delusione e che ho deciso di buttarmi sul calcio e basta per un
po’. Lui ha detto che mi capiva… deve averne presa un paio anche lui… -
Nessuno di loro sapeva molto sulla vita privata del mister, non era un
problema comunque. Del resto nessuno riusciva a capire cosa lui
pensasse!
- E
comunque perché vuoi ubriacarti? - Fece Mark non capendo il nesso.
-
Perché me la trascino ancora dietro! Non ne posso più di stare così per
colpa di Thiago, basta, uffa! - Ruggì il ghanese battendo il pugno sul
tavolo, la birra per poco non uscì dal boccale che prese e bevve fino a
metà tirando fuori un rutto poco fine. Mark rise.
-
Sarebbe ora… - Sapeva che non poteva essere così facile!
-
Ho deciso che non mi innamorerò più! - Mark rise ancora più forte.
-
Non si possono decidere queste cose, pensavo avessi capito la lezione!
- Lo trovava un comico nato, a volte se ne usciva con certe assurdità
che lo facevano morire dal ridere.
-
Non importa, io sì! Se scopo e basta va tutto bene, mi diverto, mi
distraggo e sto alla grande! E poi ho bisogno di sfogare gli ormoni
anche in altro modo oltre che con lo sport. Non mi basta. A me
fondamentalmente piace scopare. -
-
Questo l’avevo capito. - Kevin passò alla seconda birra e Mark la contò
come ultima.
-
Quindi basta che quando vedo mi sto prendendo troppo, la pianto subito.
Senza problemi! È facile, no? -
Mark
non riusciva praticamente mai a smettere di ridere, Kevin sembrava
serio ma erano talmente grandi come cazzate che non poteva contenersi.
Il ragazzo gli diede un calcio da sotto il tavolo, odiava non essere
preso sul serio quando invece lo era mortalmente.
-
Dici davvero? - Lo sguardo truce di Kevin lo convinse, quindi
sforzandosi di eliminare le convulsioni e asciugandosi le lacrime,
proseguì: - E come pensi di capire quando ti stai prendendo? Non è mica
facile… spesso capisci di essere innamorato troppo tardi! - Anzi,
sempre.
Kevin
continuò a bere come un cammello crucco e senza filtrare i pensieri, li
sparò immediatamente con facilità:
-
Non lo so, ma me ne accorgerò! -
-
Senti, Kevin, guarda che non è brutto innamorarsi… voglio dire, se sei
ricambiato… - Era ovvio, però era consapevole di non poterlo
convincere, ancora…
-
Grazie tante, lo so anche io! All’inizio con mia moglie quando ci
amavamo era fantastico! Altrimenti mica mi sposavo! -
-
Peccato che poi ha capito che ti piace andare con chi ti capita! - Era
un problema d’infedeltà genetica, quella di Kevin. Non era andato anche
con Mark solo perché era sposato ed aveva famiglia. E perché lui non
voleva assolutamente tradire.
-
Comunque scopare sì, amare no, fanculo, ho già dato! -
- E
volevi ubriacarti per questo? - Mark era scettico a quel punto. Non
riteneva possibile comandare certe cose, ma non gli avrebbe impedito
nulla.
-
No… - A quel punto esitò e si fece amareggiato, era molto strano
vederlo così generalmente ma ormai lui era abituato. Fermandogli
infatti il braccio nel momento in cui stava per chiedere un’altra
birra, si beccò un’occhiataccia feroce che non fu calcolata. Capendo
che aveva ragione si limitò a parlare sempre sotto tono: - Perché
Thiago sì? Sono stato con un sacco di persone, perché mi sono dovuto
innamorare di Thiago? Non è che mi rifiutasse, ci stava con me… non è
un discorso di ‘cerchi chi non puoi avere.’ Perché lui? - Era
l’argomento di sempre. Ormai lo facevano sempre lì dentro e non ne
venivano mai a capo, specie perché Kevin non voleva accettare quella
risposta, l’unica possibile.
-
Perché era quello giusto per te. Non c’è un perché per innamorarsi.
Succede! Come puoi cercare una logica? Sei assurdo, Kevin! Basta che ci
parli o che qualcuno te lo ricordi in qualche modo e torniamo qua! A
questo punto condivido la tua idea di riprendere a scopare! Almeno ti
sciogli i nervi! Evidentemente il calcio non ti basta. - Non era
esasperato o maleducato, non ne era capace, però si capiva che aveva
detto quelle cose mille volte.
Kevin
però, come sempre, faticava ad accettarlo.
-
Scoperò. Fanculo Thiago. Fanculo l’amore. Ci vieni tu, stasera con me?
- Chiese poi tutto d’un fiato come se facesse parte di una qualche
conversazione normale.
Mark
che in quel momento stava finendo la sua birra, per poco non si soffocò
e tossendo come un disgraziato facendo ridere Kevin, gli fece
commentare:
-
Lo prendo per un emozionato ‘sì tesoro?’ - Era molto ottimista di
natura, non considerava l’idea che potessero rifiutarlo o non voler
andare con lui, a meno che non fosse Mark!
-
Prendilo per uno scordatelo! - Era nobile che non facesse mistero del
fatto che..
-
Un colpo te lo darei volentieri, lo sai! - Ma l’olandese non ne voleva
assolutamente sapere, troppo fedele a sua moglie. Del resto con tre
figli uno cercava di far funzionare la vita matrimoniale evitando di
mandare tutto a quel paese per delle stupide voglie passeggere.
Forse
era l’unico. Che Kevin ne sapesse doveva esserlo.
-
Lo so e lo prendo per un complimento, quindi ti ringrazio ma
scordatelo! Le mie chiappe sono vergini e resteranno tali per il resto
della mia vita! - Disse ironico ma convinto. A Kevin piaceva anche
perché aveva un ottimo senso dell’umorismo, non se la prendeva mai per
nulla e scherzava senza far complimenti. Era davvero un’ottima persona.
Oltre che fortemente tutto d’un pezzo!
-
Mi preoccuperei se accettassi! - Fece alla fine ridendo rilassato.
Sembrava molto lontano dal cupo e depresso di inizio serata e Mark
orgoglioso di essere riuscito ancora una volta nella sua impresa, aveva
facilitato quel cambio di tono e proseguendo per il resto della serata
a sparare cazzate a ripetizione, se ne erano tirati fuori finendo per
ridere come disgraziati, come il più delle volte succedeva quando
cominciavano una qualunque conversazione.
La
serata finì decisamente bene e a testimonianza di quanto Kevin si fosse
in realtà ripreso solo grazie alla chiacchierata col suo amico, prima
che questi scendesse ripropose come fosse il suo chiodo fisso:
-
Comunque se vuoi posso prenderlo io… - Sicchè era serio Mark esitò
chiedendo incerto, non capendo a cosa si riferisse:
-
Cosa? -
-
Il tuo cazzo! - Mark gli diede un pugno alla spalla:
-
Ma sei proprio fissato! - Esclamò esasperato ma non stufo od offeso,
comunque ridacchiava.
-
Se vuoi che le tue chiappe rimangano vergini posso fare io il passivo!
Di solito sono l’attivo ma non importa, insomma… per te questo ed
altro! - La risposta di Mark fu la portiera che si chiudeva e lui che
se ne andava, ma entrambi i ragazzi continuarono a sorridere divertiti
al ricordo della splendida serata passata.
Erano
quelle, dopotutto, le cose veramente importanti che alla fine
aiutavano. Erano sempre quelle.
Tornare
a fare attività sotto le lenzuola non fu per Kevin un problema. Entro
Dicembre tutti i giornali fecero girare le sue foto insieme a Melissa
Satta, la sua nuova fiamma, e quello che si seppe nel giro di subito
furono tutte le volte che facevano sesso durante la settimana. Minimo
ogni giorno.
Di
questo gliene fu grato Mark poiché in questo modo calò le uscite serali
limitandosi a quelle giornaliere ma, cosa molto più importante, Kevin
calò le lamentele.
Erano
settimane che non andavano più al Freak Bar e uomo più felice di lui
non ci poteva essere. Vedeva il suo amico anche piuttosto felice e
rilassato, riusciva a non deprimersi quando incrociava Thiago e anzi ad
essere naturale. Giocava ancora a calcio carico al massimo e aveva
ripreso a parlare e scherzare sia con Zlatan che con Alex. Con Thiago e
Roby no, però non li fissava ossessivo.
Era
anche meno nervoso e nel complesso poteva azzardare l’ipotesi che, in
linea teorica, doveva aver superato la sua delusione sentimentale.
A
Mark comunque non quadrava, come poteva riprendersi tanto facilmente?
Va
bene che faceva regolarmente sesso. Tanto sesso. E per lui quello
equivaleva davvero a qualcosa di positivo. Però gli sembrava comunque
troppo facile.
A
conferma giunse quel giorno.
A
quel punto, quando vide Kevin comportarsi così, non ebbe dubbi, era
ovvio che qualcosa che non andava l’aveva ma non nel senso che stava
ancora male. Nel senso che ne stava per combinare una delle sue!
Certo,
perché lui che ci provava con Roby poteva essere tutto fuorché indice
di sanità mentale!
Non
ci aveva pensato molto, l’aveva solo fatto.
Dopo
aver sfogato ogni tipo di istinto sessuale con Melissa che riusciva a
soddisfarlo ampiamente a letto, rivedere Thiago era stato strano.
Prima
di ricominciare la sua vita sessuale rivederlo era una tortura, gli
pareva di venir sempre trafitto da tanti aghi, ma quella volta, dopo
una decina di orgasmi con la sua nuova fiamma -era vero che faceva solo
questo con lei ma che male c’era?- rivedere Thiago era stato
completamente diverso.
Col
ritorno di Alexandre agli allenamenti i due brasiliani inseparabili si
erano riaccesi come alberi di Natale e Zlatan stesso non si era
dimostrato scontento del suo ritorno.
In
compenso il gelo era aumentato esponenzialmente fra il papero ed il
mister ma nonostante lo considerasse ormai un buon amico, non aveva
voluto mettersi più di tanto in mezzo.
Rivedere
Thiago così contento e solare e nella fattispecie il trio di sempre
riunito ed allegro ridere, cantare e ballare come sempre, era stato
strano. L’avevano contagiato e nonostante avesse voluto far parte di
quel trio alla sola idea di provare ad inserirsi come l’anno prima, gli
sembrava una bestemmia, una montagna insormontabile.
Li
aveva così considerati singolarmente, entrare nelle grazie di uno
poteva dargli una spinta.
Alex
sarebbe stato l’ideale, non aveva niente con lui ma era lui ad avere
problemi, aveva un sacco di cose a cui pensare ed in primis c’era il
suo non rapporto col mister su cui stava lavorando. Per non parlare
della forma che cercava di riprendere con tanto impegno.
Con
Thiago era impensabile ricucire i rapporti. Aveva pensato di farlo,
prima o poi, ma non così presto, non per primo.
Rimaneva
Roby.
Roby
era il compagno di Thiago, provare a fare amicizia con lui non era di
certo mai stato nella sua lista ma ricordava che l’anno prima si era
trovato molto bene con lui, era una persona allegra e simpatica con cui
si rideva e scherzava facilmente. Peccato che poi si fosse rovinato
tutto per via di Thiago.
Ora
però poteva rimettere le cose a posto, Roby permettendo… in realtà
avevano avuto un mezzo dialogo riparatore dove si erano ringhiati che
non serbavano rancore e di voltare pagina.
Era
ora di farlo veramente.
Quello
lo decise dopo essersi sentito strano nel rivedere Thiago.
Non
c’era una voglia di gridare e sotterrarsi… era più come… uno spirito
combattivo.
Non
perse tempo ad analizzarsi e pensarci, era andato dritto come un
proiettile ed aveva agito impulsivamente.
Se
Roby glielo avesse chiesto avrebbe detto che voleva riparare i rapporti
rotti, semplice. Chi poteva smentirlo?
Non
sapeva che uno c’era. L’unico forse, ma c’era.
Mark
Van Bommel il suo nome.
In
realtà anche Thiago rimase perplesso nel guardarli scherzare insieme ma
l’aveva preso per un tentativo di sistemare le cose in generale, si era
chiesto quanto tempo ci avrebbe messo a farlo, a rimettere in piedi le
cose, vedere che ora lo faceva l’aveva reso contento anche se attento e
pronto ad un intervento di qualunque tipo.
Roby,
dal canto suo, era rimasto shockato quando Kevin si era avvicinato la
prima volta dopo il grande litigio, la mezza tregua ed il grande nulla,
però aveva accettato la sua vicinanza di gran lunga insolita ma
comunque segno di buona volontà.
La
scusa era stata commentare il gelo evidente fra Alex ed il mister…
-
Secondo te chi si stufa per primo? - Aveva chiesto ironico. Roby, preso
alla sprovvista e contropiede, aveva risposto spontaneo senza pensarci:
-
Il mister! Alex non è capace di cedere! Non è una questione di
testardaggine ma non si azzarderà mai a fare il primo passo con lui,
gli incute troppo timore! - Kevin aveva riso:
-
Allora mi sa che la Guerra Fredda andrà avanti ancora un bel po’! - Era
stata la conclusione in mezzo ai ghigni di entrambi. Si erano poi
guardati ed erano scoppiati a ridere insieme in perfetta sincronia.
Roby
aveva ritrovato la piacevole sensazione provata mesi prima quando aveva
visto che ridere e scherzare con lui era facilissimo e Kevin aveva
deciso che non avrebbe mollato.
Da
lì il dialogo era stato facile, era riuscito a parlare senza problemi e
avevano ritrovato le risate e gli scherzi quasi allo stesso modo di un
tempo.
Quasi.
Però
quello che aveva acceso il campanello d’allarme in Mark era stata
quella scena.
Avevano
finito la loro partita, entrambi sostituiti, stavano in panchina a
godersi il resto dell’ottimo incontro che stavano anche vincendo quando
all’ennesimo goal Roby si era messo a cantare e ballare una canzone da
festa che si sentiva in modo particolare in quel periodo. Kevin,
conoscendola e apprezzandola, non si era fatto sfuggire l’occasione di
cantarla a sua volta e non solo, non contento di accompagnarlo con la
sua ottima vocalità, gli si era messo dietro e sovrastandolo in altezza
di un paio di centimetri -Roby infatti era basso ma con ogni cosa al
posto giusto- aveva cominciato a ballare, oltre che cantare, proprio
come lui, ridendo allegro e con il suo solito gran senso del ritmo.
Per
un momento era sembrato l’abbracciasse, ma le braccia erano rimaste
comunque aperte tutt’intorno al ragazzo che senza pensare che fosse
strano si era fatto trasportare dall’euforia del momento.
Dal
campo sia Thiago che Mark vedendo la scena ed i loro visi sorridenti
così vicini si erano subito messi attenti e se per il primo non c’era
verso di capire dove volesse arrivare Kevin e come fosse possibile che
ora andassero così d’accordo se settimane prima si erano quasi
sbranati, al secondo ogni risposta apparve chiara ed esauriente!
Kevin
ne stava combinando un’altra delle sue, ormai era sicuro.