CAPITOLO
XXII:
UN’ALTRA
VITTORIA
Il
suo sapore non era mai stato così piacevole.
Si
erano baciati altre volte ma ognuna era stata diversa, questa la
trovava splendidamente pacifica, in un certo senso.
Non
sapeva come spiegare cosa ci fosse di così bello nelle loro lingue
allacciate che si intrecciavano fondendo i sapori nelle bocche unite,
però era ubriacante e non si rese conto di essere lui stesso a
togliergli la maglia per primo.
Solo
quando sentì la mancanza delle sue labbra sulle proprie capì di aver
smesso di baciarlo perché gli aveva tolto la felpa ed entrambi rimasero
fermi storditi.
Provarono
una sete intima senza precedenti che placarono immediatamente tornando
a baciarsi, ma quando furono di nuovo l’uno nella bocca dell’altro si
resero conto di volere di più, improvvisamente non bastava e capendolo
assecondarono con naturalezza i loro istinti.
Mark
stesso aveva dato il via a tutto togliendo per primo la maglia a Kevin,
non poteva che accogliere la sua muta richiesta sorprendendosi per
quello che aveva sottinteso.
Questi
decise di lasciargli il tempo di tirarsi indietro prima di prendersi
troppo, quindi si limitò a strofinarsi addosso attraverso i vestiti
così fastidiosi.
Mark
credette di impazzire nel sentirlo, come osava fare una cosa simile
senza spogliarlo?
Seccato
da quei suoi riguardi assurdi che non aveva mai avuto, prese di nuovo
l’iniziativa incapace di ragionare. Ora come ora gli bastava il punto
che avevano raggiunto.
In
ogni caso dei sentimenti veri e sinceri di mezzo c’erano ed andavano
decisamente oltre l’amicizia.
Tutto
ciò accostata alla forte attrazione sessuale non necessitava di altre
riflessioni al momento, non col corpo di Kevin fra le braccia che gli
si strusciava contro indecentemente.
Lo
rese ancor più indecente quando si sfilò la propria maglia da sopra la
testa, questo creò un ulteriore contatto con lui che fece scattare
anche l’ultima scintilla rimasta.
Una
scintilla che prese fuoco quando le dita di Mark corsero all’elastico
dei pantaloni della tuta di Kevin ed infilatesi sotto riuscì a trovare
il contatto a cui non sapeva più resistere.
Kevin
lieto di tutte queste sue iniziative, non ne rimase deluso né sorpreso
perché sapeva esattamente che tipo fosse Mark, non certo un insipido
imbranato restio al sesso.
Anzi.
Per
questo l’aveva sempre attratto enormemente anche sotto quell’aspetto ed
improvvisamente nel rendersi conto che finalmente c’erano, si chiese se
potesse semplicemente lasciarsi andare e basta.
Senza
pensarci, senza farsi domande, senza freni di alcun genere.
Erano
al dunque?
La
sua mano nel proprio inguine gli impedì di riflettere oltre, non che di
norma fosse molto abituato a farlo ma quando ci si ritrovava a
raggiungere una cosa tanto agognata, veniva paura ed era inevitabile.
Lì
l’ebbe ma fu un istante fugace e quando lo strofinò con la mano, gli si
mosse contro venendogli incontro col bacino. Voleva avere anche la sua
bocca e la sua lingua, addosso, la sua mano non gli bastava più ma
soprattutto lo voleva fare anche lui, sentirlo di più, averlo sopra e
dentro.
Voleva
farlo suo e darsi in ogni modo, subito, senza più aspettare.
Erano
ormai pronti, su questo non c’era da discuterne.
Nel
pensarlo e nel sentirsi eccitato fin troppo, si inginocchiò davanti a
lui e abbassandogli i pantaloni insieme agli slip, si prese la sua
erezione fra le labbra. Leccandola dapprima con languore, lo sentì
caldo e pulsante in breve sotto le sue dita che si muovevano su e giù.
Eccitato, l’avvolse del tutto con la bocca divorandoselo fino a farlo
gemere, succhiando frenetico come se lo stesse già possedendo.
Furono
con queste mosse possenti del suo bacino che Kevin ebbe una voglia
atroce di farsi prendere da lui seduta stante e se prima era stato un
desiderio di far l’amore con lui che poteva sfociare in molte altre
cose, ora era proprio una cosa ben definita.
Voleva
che Mark lo prendesse e lo facesse suo, punto e basta.
Che
entrasse ed uscisse in lui con la stessa intensità con cui ora lo
faceva nella sua bocca.
Lo
voleva come non aveva mai voluto essere preso da nessun altro.
Mark
stesso provò lo stesso desiderio che cercò di domare a stento convinto
che Kevin non avesse mai consentito, visto il tipo irruento che tendeva
a prevalere sempre.
Anche
ora l’aveva avuta vinta lui in qualche modo.
Quando
si alzò preda di quel desiderio incontrollabile si fece cadere giù gli
indumenti che ancora gli rimanevano e quando furono entrambi nudi,
prese Mark e se lo trascinò sul letto sistemandosi giù a carponi in
modo da dargli un liberissimo e perfetto accesso a sé.
Mark
ne rimase completamente stordito e vedendolo darsi così gli venne una
sete pazzesca, la gola gli si seccò, avvampò improvviso e con la mente
pericolosamente in zona vulcanica, salì sul letto a sua volta e
sistematosi dietro immerse il viso proprio lì dove lui si concedeva.
Leccandolo,
cominciò a farsi strada e quando lo fece con le dita, Kevin si inarcò
sospirando di piacere.
Era
decisamente appagante anche solo quello, ma il resto era ancor meglio.
Mark
lo sentì più pronto e disposto di quel che avesse pensato, doveva
averlo fatto più di un paio di volte e senza frenare la mente, mormorò
roco e sincero:
-
Ti facevo più un tipo da dare che da prendere. - E no, pensò Kevin a
quel punto con un’ondata di calore ulteriore. Se lo faceva pure a
parole sarebbe stata la fine!
Adorava
quando lo facevano anche parlando, specie se poi erano volgari. Mark
non lo era di natura ma si capiva che volendo sapeva benissimo esserlo.
-
Dipende da chi me lo dà… - Rispose con fatica cercando una risposta
lucida. Non sapeva se lo fosse poi stato ma da come gli si muoveva
dentro con le dita e poi leccandolo, poteva decisamente aver detto
qualunque cosa che tanto andava comunque bene.
Lo
volevano entrambi allo stesso modo e quando Kevin credette di essere
pronto, si sentì sconvolto nel venir preso e girato di schiena in modo
da poter guardare Mark. Mark che, con enorme sorpresa, stava conducendo
l’atto con gran chiarezza.
Incrociatisi
con gli sguardi, l’olandese sorrise consapevole e sensuale.
-
Mi piace guardarti in viso… - Si giustificò poi sparendo fra le sue
gambe aperte, come se fosse quello il suo viso!
Kevin
fece per dirlo ma non ebbe modo perché invece del commento ironico gli
sfuggì un lungo sospiro di piacere che sfociò in un gemito roco e
carico di desiderio.
Ecco
di nuovo la sua bocca come quel giorno al ritiro.
La
sua bocca che sapeva farlo sentire voluto mentre lo succhiava senza
riserva, crescendo con l’eccitazione senza darsi tregua, coi respiri
frenetici che riempivano l’aria e la voglia di andare oltre, sempre più
oltre, con le gambe avvolte intorno alla sua testa per chiedergli di
più e poi finalmente quasi con sofferenza la richiesta a voce:
-
Entra, ti prego… - Perché stava venendo e voleva farlo con lui, perché
sapeva quanto incredibile fosse quando gli arrivava in profondità fino
a toccare quel punto così piacevole… sapeva cosa significava farlo come
si doveva e seppure con Mark fosse la prima volta, non aveva dubbi che
lui sapesse farlo.
E
così fu.
Mark
eccitato dal suo chiederglielo, si staccò dal suo inguine e alzandogli
le gambe, gliele piegò in mezzo ai loro corpi accaldati, poi indugiando
appena sul suo sguardo che fremeva impaziente, l’accontentò consapevole
che sarebbe stato l’inizio della fine.
Non
avrebbe più potuto riprendersi.
Assolutamente
più.
Fu
caldo e avvolgente scivolargli dentro, più facile di quanto avesse
immaginato e lo sentì subito contorcersi sotto di sé, voglioso,
desideroso di avere ancora.
Kevin
si aggrappò al lenzuolo allargando le braccia ai lati della testa,
quindi tirando premette la testa all’indietro chiudendo gli occhi e
cominciando a gemere rumorosamente, fregandosene di essere sentito.
Mark
stesso non resistette e cominciando a muoversi si unì ai suoi gemiti
mentre ad ogni spinta le voci aumentavano d’intensità insieme al
piacere che provavano.
Tutto
più forte, tutto più veloce, tutto più assoluto.
Tutto
così perfetto.
Tutto
così loro.
E
fu proprio nel guardarlo immerso in tanto godimento che ne provò a sua
volta il doppio e senza saper più contenersi si lasciò andare al
culmine che, in quegli affondi finali quasi furiosi e completi, fino in
fondo, con vigore, coinvolse anche Kevin.
Si
inarcò tendendosi tutto in un fascio di nervi seducente da morire,
quindi Mark incantato da quell’immagine se la impresse bene in mente
venendo fino all’ultima goccia in lui.
Quando
non ne ebbe proprio più, quando nessuno dei due ne ebbe, gli crollò
accanto spostandosi di lato.
Dovevano
pulirsi e lavarsi e le forze non sarebbero di certo tornate prima di
domani.
Mark
sbirciò stremato sul ventre di Kevin sporco del suo stesso seme, erano
venuti perfettamente insieme ed era stato sconvolgente anche per
questo. Se prima uno poteva aver avuto riserve, ora era difficile.
Prese
con fatica un fazzoletto dal comodino e pulendolo lo sentì sorridere
sfinito della sua premura. Mark non poteva farne a meno, era più forte
di lui.
Quando
reputò tutto a posto, si sistemò in modo da tirarselo sul braccio,
cingendolo con matura consapevolezza e sicurezza.
Kevin
si lasciò fare stupito di essere lui quello coccolato, quello che
‘subiva’ e che riceveva.
Se
ne stupì ma gli piacque enormemente specie perché a fargli tutto era
lui.
Solo
il bacio finale fu dolce come l’inizio, fu un ritorno alle origini, un
chiudere il ciclo, un ritrovare pace e calma. Una conclusione giusta.
Dopo
di questo, senza dirsi nulla, assolutamente nulla, riuscirono ad
addormentarsi sereni senza, finalmente, alcun pensiero dopo un bel po’
di tempo.
Molto,
in effetti.
Davvero
molto.
Sognare
e non capire da quanto avesse cominciato, non capire cosa fosse stato
un sogno e cosa realtà.
Per
un momento, poco prima di riprendere coscienza di sé, Kevin si chiese a
che punto fosse iniziato il sogno.
Aveva
veramente fatto l’amore con Mark?
Quando
la consistenza del proprio corpo fu di nuovo capace di dargli la prima
sensazione fisica della giornata, tirò subito un sospiro di sollievo.
Era
inconfondibile la forma del suo corpo, forte e prestante, caldo, sodo e
confortevole. E ci stava dormendo comodamente sopra, per metà.
Mosse
di proposito la testa, l’orecchio adagiato sul suo petto nella parte
sinistra di Mark, gli rimandava i suoi battiti rilassati e regolari.
Stava dormendo ed era sereno.
Sorrise
incredulo di tutto quel che stava succedendo, incredulo che fosse vero,
che questa volta ce l’avesse fatta e fossero andati fino in fondo in
quel modo.
Non
avevano solo fatto sesso, per questo era incredulo, ed a parte che con
Mark alla fine era stata l’effettiva prima volta, l’aveva voluto lui
stesso, non l’aveva obbligato o sedotto.
Era
stato Mark a cercarlo, ad aprirsi, a volerlo e a cominciare.
Sapeva
che sarebbe stato difficile e che non era la finale ma solo un quarto
di finale od una semifinale, ma almeno poteva dire di aver vinto
un’altra delle partite importanti per raggiungere la coppa più ambita.
Non
era uno sprovveduto, però non poteva evitare di essere felice e
alzandosi sul gomito, girandosi a pancia in giù e scostandosi da lui
per non pesargli troppo sopra, si perse a guardarlo dormire.
Erano
cose sentimentali che non faceva mai ma voleva assicurarsi una volta di
più che fosse tutto vero e sembrava esserlo.
Mark
dormiva e si capiva era rilassato, doveva aver fatto il sonno migliore
da un po’ di tempo a quella parte sebbene dal suo risveglio in poi,
probabilmente, sarebbero cominciati i rimorsi di coscienza.
“Beato
lui che ne ha una!”
Commentò
troppo contento Kevin per angosciarsi per un qualunque motivo.
Avrebbe
affrontato tutto minuto per minuto.
A
disturbarli arrivò la sveglia, era già ora di riattivarsi per gli
allenamenti mattutini in vista della partita di quel giorno.
Si
torse per chiudere il cellulare e tornò comodo ad osservare il suo
compagno che si svegliò senza problemi, non aveva un sonno molto
pesante.
La
prima cosa che vide dopo aver messo a fuoco il mondo fu lo sguardo
intenso di Kevin, sembrava catturato da lui, come se guardasse qualcosa
di splendido e non poté che chiedere con spontaneità:
-
Cosa ho? - Ovviamente Mark rimaneva sempre lui e Kevin rise premendo
disinvolto il viso sulla sua spalla, l’olandese sussultò al contatto
particolare, la sua bocca che si muoveva contro la pelle sensibile lo
fece rabbrividire.
-
Devi anche chiederlo? - Fece Kevin tirandosi su, Mark sospirò nel non
sentirlo più contro di sé e l’altro capì d’averlo di nuovo messo a dura
prova, ne trovò comunque conferma spostando la gamba fra le sue,
intrecciandola in modo da poter toccare con la coscia la sua erezione
fin troppo sensibile di mattino.
Ghignò
e Mark gli spostò la mano dalla schiena al collo, quindi strinse con
due dita. Cosa doveva essere? Un incentivo a farlo smettere oppure a
proseguire?
Kevin
lo prese per ciò che gli comodava e strisciando le dita sul petto,
scese languido e veloce sull’inguine per dargli prova di quello che
aveva…
-
Ho che mi piace e che sono contento di aver fatto l’amore ieri sera. -
Lo disse così di proposito nonostante non fosse il suo modo di parlare,
Mark lo capì fra la nebbia di piacere che tornava a confonderlo e non
seppe rispondere, per cui si limitò a mordersi il labbro e a premere la
nuca sul cuscino in un abbandono al piacere di quel risveglio splendido.
La
mano di Kevin fece il suo dovere più che bene e Mark cominciò la
giornata con un gran bel motivo per affrontare il mondo con un sorriso
e mettere da parte i problemi legati alla propria coscienza.
Poteva
riuscirci finchè Kevin lo faceva sentire in quel modo… poteva…
L’orgasmo
appena svegli era diverso da qualunque altro tipo poiché il corpo aveva
ogni funzione corporea abbassata ai minimi livelli, quindi riattivarsi
in quel modo, con quella scarica ormonale, dava la netta sensazione di
essere sull’orlo del collasso. Il cuore batteva il doppio di come lo
faceva durante del sesso normale e il respiro era frenetico, non
bastava assolutamente… quando Mark lo raggiunse gli ci volle un po’ per
riprendersi, ma con le labbra soddisfatte e morbide di Kevin ci riuscì.
Gli
arrivò il sapore amaro del risveglio solo in un secondo momento, era
tutto offuscato dal piacere intenso e non era certo di poter rimettersi
in piedi tanto presto.
Quando
tornò a guardare il compagno stava sorridendo soddisfatto e malizioso e
capì che questo aveva un solo significato. Anzi, due.
-
Ce l’hai fatta, eh? - Lo stava realizzando solo ora e Kevin accentuò
quel sorriso orgoglioso di sé. Non poteva che esserne contento perché
entrambi sapevano cosa significava quella notte… una sorta di resa, una
promessa, quella di provarci in ogni caso, a quel punto, e provare a
vedere come andava.
-
Avevi dubbi che l’avrei spuntata? - Non era niente di programmato ma
alla fine bastava conoscere la testardaggine di Kevin per immaginare
che non avrebbe mai veramente potuto mollare.
Mark
riuscì a sorridere mentre lentamente il proprio corpo tornava,
all’incirca, alla normalità.
-
Scommetto che vuoi una risposta più pratica! - Ecco l’altra cosa che a
Mark era stata chiara nel vedere la sua espressione.
Kevin
non poté che alzare un sopracciglio in segno di sfida che l’altro alla
fin fine colse consapevole che con un inizio di giornata simile il
resto sarebbe dovuto essere insuperabile.
Fu
così che lo spostò stendendolo sulla schiena, al proprio posto, per poi
scendere veloce e senza perdere tempo lungo il suo corpo rilassato e
atletico.
Era
caldo e gli si stava già dando senza riserve.
Portandosi
via le coperte, Mark si immerse fra le sue gambe col viso e prima di
fargli anche solo capire cosa avesse in mente, era già lì a farlo e a
dimostrargli che non c’erano ostacoli fisici se non interiori.
Lo
voleva con tutto sé stesso, lo eccitava, non gli dava senso farlo con
un uomo e soprattutto lo stimolava come pochi erano riusciti in vita
sua.
Quando
Kevin ebbe la sua bocca sulla propria erezione, si prese al lenzuolo
sotto di sé e si inarcò porgendogli il bacino in modo da facilitargli
il compito. Un gran bel compito piacevole.
Ben
presto i movimenti della bocca di Mark andarono in perfetta sincronia
con quelli delle piccole spinte di Kevin e fu il medesimo senso di
collasso che prima aveva provato l’olandese. Un collasso tremendamente
piacevole.
Risalito,
Mark pareva soddisfatto quanto prima lo era stato il compagno che ora
appariva come il più beato di quel mondo. Si scambiarono uno sguardo
molto significativo e alla pari che sembrava parlare benissimo al loro
posto, ma Mark volle comunque mettere in chiaro una volta per tute ogni
cosa. A quel punto non si poteva solo andare avanti ed improvvisare…
-
Tu sai che sarà la cosa più complicata che tu vivrai e che forse finirà
in ogni caso male, che ti pianterò tante di quelle volte da sbatterci
la testa sul muro perché io ho la mia famiglia che amo tantissimo e che
non so se ce la farò… - Kevin ebbe l’istinto di rispondergli subito ma
Mark gli mise un dito sulle labbra per continuare. Aveva un tono fermo
e consapevole, estremamente adulto e Kevin ne era spiazzato. Finalmente
ne parlavano come si doveva. - Però non è solo una questione di sesso,
fra noi. Non lo è per te ed a questo punto è chiaro che non lo è per
me. C’è attrazione fisica ma non solo. C’è di più, molto di più. Non
voglio uscire dalla tua vita e non voglio che tu esca dalla mia. Non
sopporto che tu soffra e mi manda fuori di testa che tu lo faccia per
me. Soprattutto mi fa impazzire quando vai con gli altri. Ma non
pretenderò nulla da te e non posso garantirti nulla se non che… bè… non
è solo una questione fisica… che provo qualcosa per te, è presto per
dire cose e forse non avrò mai il coraggio di dire di cosa si tratti.
Però tu lo sai che c’è e forse sai già cos’è. Però sai anche che la mia
famiglia ci sarà sempre. Ci vogliono le palle per andare avanti in
questa relazione lo stesso, lo sai? Ce le hai, Kevin? - Era una domanda
retorica ma sapere e dire di sì prima sarebbe stato facile, ora, dopo
tutto quel discorso onesto e chiaro ed anche crudele ed amaro, era
diverso.
Kevin
rimase in silenzio un istante ad osservarlo da vicino, il suo sguardo
così intenso e magnetico che catturava tutti lo portò per un istante
lontano da lì, perse la consistenza di sé e di dove si trovava. Dopo
aver riassunto mentalmente tutte le sue parole, rispose senza nemmeno
avere idea di che cosa avrebbe detto.
-
Lo vedremo, se ho le palle! È facile dirlo ora dopo che ho scopato con
te, dopo un orgasmo, dopo che ci siamo ritrovati… direi che possiamo
impegnarci per viverla comunque. E poi fanculo, vada come vada. Finchè
non mi rompo il cazzo, finchè tu ce la fai… finchè arriviamo… - La
risposta soddisfò alquanto Mark tanto che, con un sorriso enigmatico
dei suoi, gli carezzò il viso con una mano e chinandosi su di lui, gli
carezzò anche le labbra con le sue. Con dolcezza e delicatezza,
rispondendo che così andava più che bene e che poteva provarci, poteva
farlo. Poteva.
Per
Kevin fu la fine di un mondo e l’inizio di un altro.