CAPITOLO
XXIII:
UNO
STRANO EQUILIBRIO
Mark
si chiese se l’infortunio di Kevin non fosse arrivato ora proprio per
permettergli di riflettere con lucidità sulla loro relazione.
Vedendolo
meno per tutto quel tempo, sicuramente avrebbe avuto modo per vedere le
cose con un’altra prospettiva e soprattutto calmare i bollenti spiriti
che quella creatura gli poneva ogni volta.
Mentre
Mark si faceva queste domande, Kevin ne aveva un terrore nero.
Sapeva
com’era fatto il suo compagno, sapeva che avrebbe colto l’occasione del
suo stop di minimo un mese per riprendersi e riflettere su di loro.
Decidere in preda allo stare insieme in squadra era un conto, ma farlo
a mente fredda e con lucidità per lui era un altro.
Aveva
paura che in quel periodo in cui si sarebbero inevitabilmente visti di
meno ci avrebbe di nuovo ripensato.
Di
già.
Sapeva
che l’avrebbe fatto ma aveva sperato di avere più tempo.
Convinto
che quell’infortunio fosse la sua fine, andò dritto da Roby.
Quando
questi ricevette il suo sms dove gli chiedeva se era a casa e se aveva
un momento, lui senza pensarci aveva risposto di sì poiché il resto
della famiglia era via ed era uno di quei magici momenti da passare in
tranquillità.
Sarebbe
anche dovuto venire Thiago ma stava venendo trattenuto dalla sua, di
famiglia.
Così
quando se lo vide arrivare in casa per poco non gli venne un colpo. Non
ci aveva pensato proprio.
-
Che…che c’è? - Chiese stupito cercando di non avvampare come un idiota.
Sentirsi
così imbarazzato solo perché aveva scoperto settimane fa che aveva un
debole per Kevin non era normale…
-
Ho bisogno di parlare… pensavo ci fosse anche Thiago… - Lui non aveva
grossi problemi con qualcuno, anzi, aveva sistemato con tutti. - Sarei
andato da Alex ma so che ha qualche noia con Zlatan e la questione del
PSG… - Oltretutto si era infortunato per l’ennesima volta… Alex era di
certo in un momento oltre che nero, pessimo.
Roby
lo fece entrare cercando di ricordare perché Thiago non fosse con lui:
-
Dovrebbe venire ma è con la sua famiglia e potrebbe far tardi… -
Infatti lo stava facendo.
Kevin
si sedette sul divano con pesantezza allungando le gambe davanti a sé,
si slacciò la giacca:
- E
la tua? - Chiese guardandosi intorno non notando i graziosi pargoli del
brasiliano.
-
Siccome io sono poco a casa, mia moglie è spesso dalle amiche o dai
nostri genitori così l’aiutano coi piccoli… - Stesso discorso per
Thiago e per qualunque calciatore che avesse famiglia…
Kevin
sospirò oscurandosi subito…
-
Famiglie… - Il tema lo rendeva molto sensibile.
-
Tu… come va con il tuo piccolo tigrotto? - Il figlio di Kevin era la
fine del mondo, come un po’ tutti i bambini, ma stando con la madre ed
essendo loro separati, non lo vedeva moltissimo. Aggiungendoci poi il
suo lavoro…
Kevin
si strinse nelle spalle togliendosi la giacca, Roby distolse lo sguardo
dopo aver spontaneamente sgranato gli occhi. Chissà cosa c’era di male
nel togliersi la giacca!
-
Bene… lo vedo poco fra una cosa e l’altra, ma bene… - Roby pregò che
Thiago arrivasse in fretta, voleva scrivergli ma aveva l’impressione di
fare la parte dell’idiota vigliacco. Del resto stare solo con lui,
aveva ormai capito, non era una grande idea.
Era
solo che Kevin era un po’ il suo ideale erotico di uomo… tutti ne
avevano uno e se lo incontravano non ragionavano più.
Con
Kevin era così ed il fatto che all’inizio non lo sopportasse dipendeva
solo dalla gelosia. Superata quella e messosi con la persona che amava,
le cose erano ampiamente cambiate.
Si
sarebbe fatto Kevin e Thiago insieme dalla mattina alla sera.
-
Mi offri una birra? - Chiese sfacciato.
Roby
corse nervoso a prenderne due e nel farlo una cadde disgraziatamente a
terra schizzando in tutta la cucina.
Kevin
lo raggiunse mettendo da parte i suoi bisogni di parlare e quando lo
vide in preda ad una valanga di imprecazioni, coperto di birra dalla
testa ai piedi, si mise a ridere di gusto.
Per
un momento fu tutto dimenticato e la sensazione che aveva avuto quando
avevano fatto sesso durante il ritiro tornò.
In
ogni situazione Roby riusciva in qualche modo a far ridere tutti
mettendoli a loro agio.
Kevin
fu contento di essere venuto e avvicinandosi, prese ancora ghignando un
canovaccio per pulirgli la faccia…
-
Sei un disastro! Ma come cazzo fai? Ti vengono spontanee o ti impegni?
-
Roby
mise giù la birra che gli rimaneva in mano e prendendo il canovaccio se
lo passò in viso alla buona, quindi guardando il disastro che aveva
fatto in giro rispose grugnendo:
-
Sono un talento naturale! - Per poi andare a prendere il necessario per
pulire. - Non posso lasciare così o i miei figli quando tornano si
ubriacano solo con la puzza che c’è! - Aveva ragione e Kevin ridendo
prese il moccio per passarlo a terra e aiutarlo:
-
Passa i mobili tu! - Il lavoro più rognoso. Roby sembrando una teiera a
vapore si mise a pulire sempre più stufo dalle risa di Kevin, dimentico
totalmente della tensione che aveva provato prima.
Fu
meglio così, in un certo senso, anche se poi, una volta finito di fare
le pulizie, Kevin sempre continuando a ridere divertito e nella
spontaneità più totale, gli prese la maglietta e gliela tolse.
-
Sei strafondo e se non vuoi che la pelle si impregni di birra ti
conviene pulirti subito per bene o non potrai abbracciare i pargoli
senza ubriacarli! - Anche questo era vero e logico, ma Roby si perse
nel suo gesto di togliergli la maglia. Rimasto a torso nudo stette
fermo a fissarlo inebetito senza più capire niente, specie perché aveva
fatto una cosa simile. - Ehi, sai come si fa o devo fare io anche
questo? - Chiese scherzando non capendo perché lo fissasse come Nemo in
mezzo all’Oceano.
-
Cosa? - Chiese incapace di capire a che diavolo si riferisse.
Ormai
le cose stavano degenerando. Kevin gli aveva tolto la maglia e non
riusciva proprio a capire perché diavolo l’avesse fatto.
-
Lavarti! Devo lavarti io? Ma Roby, ti sei ubriacato col bagno nella
birra? - Comunque rimaneva divertente. Strano ma divertente. Proprio
non capiva cosa avesse e vedendo che ancora non reagiva ma lo fissava
inebetito, lo prese per il braccio e lo trascinò in bagno. A questo
punto Roby cominciò a balbettare, giusto per passare dalla padella alla
brace!
-
Cosa pensi di fare? -
-
Non lo so, dimmelo tu! Sei strano… sembra… - Poi si fermò cercando di
capire meglio e finalmente l’ottuso si illuminò. Smise di parlare
improvviso e lo guardò sgranando gli occhi con shock. Non ci avrebbe
mai pensato ma ormai era piuttosto evidente.
-
Ti metto in ansia? - Chiese diretto ma magnanimo a modo suo. Avrebbe
potuto chiedergli di peggio… Roby, che puzzava decisamente parecchio di
alcool, camminò all’indietro per allontanarsi da lui ma nel farlo
ovviamente finì contro lo scalino della cabina della doccia, quindi in
pochi istanti si ritrovò seduto dentro in modo molto imbarazzante.
Kevin
rise euforico all’idea di fare un tale effetto a qualcuno, specie a
lui. Roby alla fine non gli era mai dispiaciuto, dopo aver risolto le
cose con lui e Thiago… era un tipo più che piacevole…
Finalmente,
poi, il problema Mark era accantonato, non ci pensava con assillo…
sicuramente quello era alle prese coi rimorsi insieme alla sua
famiglia. Era giusto che lui si distrasse per prepararsi alla prossima
lotta con lui.
Non
ci pensò oltre, aprì subito il rubinetto della doccia e come se fosse
normale, lo bagnò. Le imprecazioni di Roby furono fantasiose e colorite…
-
Cazzo, Kevin, che diavolo ti salta in mente? Va bene che dovevo lavarmi
ma sono coi jeans… porca di quella puttana vacca malefica stronza! -
Kevin rideva appoggiato al lavandino, poco più in là, e mentre l’altro
continuava con le litanie si alzava. Una volta in piedi si tolse subito
jeans e boxer, ormai tanto valeva… rimasto nudo sotto la doccia si girò
verso il demente cronico che aveva per compagno di squadra e
gesticolando si dimenticò di essere comunque nudo e bagnato: - Si può
sapere perché cazzo l’hai fatto? -
Kevin
allora si avvicinò sinuoso e decidendo di divertirsi e nutrire il
proprio ego, lo stuzzicò appoggiandosi alle ante della cabina finendo
anche per bagnarsi un po’ il viso degli spruzzi d’acqua. Poi basso e
suadente, facendogli l’occhiolino, disse:
-
Volevo raffreddare i tuoi bollenti spiriti… mi sembravi un po’ in
trance… - Era vero… Roby arrossì rendendosi conto che aveva ragione,
che doveva aver fatto la parte dell’idiota con una cotta stratosferica
per il proprio idolo… sospirò appiattendosi contro le piastrelle nella
speranza che lo lasciasse in pace e se ne andasse ma in risposta Kevin
allungò il braccio sotto il getto e raggiungendo il suo petto lo toccò
con un dito. Si mise a seguire le gocce sulla sua pelle scura e
raggiunto un capezzolo glielo tormentò stringendolo fra due dita. Come
osava fare una cosa simile in silenzio e fissandolo a quel modo?
Sembrava
volesse fargli una proposta indecente ed in effetti non aveva poi torto…
-
Cosa vuoi? - Riuscì anche a chiedere piano e stordito. La capacità di
ragionare e reagire sensatamente stava scemando, ben presto sarebbe
diventato istinto come il più delle volte gli succedeva e quando
sarebbe accaduto, sarebbe stata la fine. Pregò con un barlume di
sensatezza che Thiago arrivasse subito ma quando non sentì la porta
d’ingresso ma al contrario le sue dita scendere sul ventre e poi
sull’inguine, gli prese istintivamente la mano artigliandogliela.
Non
riuscì a togliergliela ma se la fermò addosso.
Kevin
ghignò e Roby avvampò. Era estremamente sensuale… perché lo torturava
così? Lo trovava tanto divertente?
-
Allora sono il tuo punto debole… la risposta ero io… - Disse
riferendosi all’esperimento di Thiago che alla fine nessuno gli aveva
più spiegato.
Roby
si sentì scoperto, oltre che effettivamente nudo, e si chiese cosa
fare.
-
Sei il mio ideale come tipo… sessualmente parlando… e poi ci somigliamo
molto su molte cose, quindi ci capiamo bene e… reagendo allo stesso
modo sulle cose, finisce che… - ma non seppe proseguire perché Kevin
era entrato nella cabina ignorando i propri vestiti e appoggiandosi
alla parete liscia dietro di lui con una mano, con l’altra continuò la
sua discesa nelle parti intime che, una volta raggiunte, si mise a
strofinare a pieno ritmo.
Roby,
avendolo davanti a sé in quel modo, osservandolo da vicino, non riuscì
più a trattenersi e appoggiando la nuca all’indietro chiuse gli occhi
smettendo di lottare.
Era
fin troppo facile se il tuo desiderio erotico si incarnava e ti faceva
certe cose…
Succhiandosi
il labbro con l’acqua che scendeva su di loro, sospirò sui suoi
movimenti di mano fino a che, aprendo le braccia contro le piastrelle
dietro di sé, venne senza remore in un gemito soffocato che eccitò
Kevin. Aveva una tentazione assurda di baciarlo ogni volta ed era
sconvolgente perché non lo faceva mai se era solo per sesso… ma con
lui, ogni volta, aveva quella voglia assurda… si trattenne a stento ed
accontentandosi di aderire le labbra al suo orecchio, gli si appiattì
contro per sentire meglio il suo corpo nudo ed eccitato per causa sua,
completamente arreso a lui.
-
Anche tu sei il mio ideale di sesso… ed hai ragione… siamo simili, ci
capiamo bene e se i nostri mondi entrano in collisione finisce così… -
Lui lo disse meglio, in modo più sensato, ma Roby ormai non capiva più
niente poiché sentirlo parlare contro il suo orecchio era troppo da
delirio.
-
Tu ti diverti, vero, a torturarlo! - La voce esterna arrivò loro da
dietro, era chiara, saccente ed infastidita ma anche con una punta di
ironia. Evidentemente riusciva a trovare la situazione anche un po’
comica.
Roby
spinse automaticamente Kevin fuori dalla doccia e chiuse il rubinetto,
quindi guardando Thiago sulla porta del bagno che guardava a braccia
conserte ed aria piccata, andò di nuovo nel panico. Immobile, rigido
come un manico di scopa, non sapeva come reagire a quel punto. Non
voleva mandare di nuovo tutto a puttane con lui ma non sapeva proprio
trattenersi quando si trattava di lui… come poteva fare?
Kevin,
vestito e fradicio per la doccia, rise con faccia tosta senza il minimo
pentimento. Si prese un asciugamano e vi si avvolse per asciugarsi,
quindi Thiago ne diede un altro a Roby che prese seppure rimanendo
catatonico.
Il
compagno sospirò ignorando Kevin, quindi tirò fuori Roby e l’avvolse
lui asciugandolo. Lo guardava con un’aria illeggibile cercando di
capire cosa fare, in realtà aveva messo in previsione situazioni
simili, il punto era che non aveva avuto tempo di spiegare tutto a
Kevin e chiedergli gentilmente di stare alla larga dal suo ragazzo.
-
Dai, vestiti che intanto parlo con lui! - Disse alla fine senza calcare
la mano in alcun modo, non si capiva se fosse arrabbiato o cosa ma Roby
al momento non era pronto per indagare, quindi eseguendo l’ordine uscì
dal bagno per rifugiarsi in camera.
Era
tutto un gran casino, come sempre.
Rimasti
soli, Kevin decise di mettere alla prova anche Thiago per puro spirito
di sadismo, voleva solo divertirsi un po’ e non pensare ai mille
problemi con Mark, sapeva che Thiago aveva una resistenza fuori dal
comune sotto ogni aspetto, non avrebbe mai ceduto a niente, se non era
il primo a volere qualcosa.
Questo
rendeva ancora più piacevole il riuscire ad averlo, ma per lui era
sempre tutta una questione di sesso. Al di là di Mark.
Anche
se ammetteva che era strano avere voglia di baciare Roby…
Cominciando
a spogliarsi con una certa fatica poiché i vestiti erano appiccicati al
corpo per colpa della doccia con gli stessi addosso, chiese fingendo
indifferenza:
-
Allora, di cosa devi parlarmi? -
Thiago
si mise le mani ai fianchi e alzando un sopracciglio scettico, disse
senza farsi fregare:
-
Come se non lo sapessi… - Kevin continuò sulla sua strada faticando a
togliersi la maglietta che aveva sotto la felpa. Dandogli la schiena
gli chiese una mano:
-
Ehi, aiutami che non arrivo… - Thiago sospirò e lo aiutò, nel doversi
impegnare più del previsto per spogliarlo la sensazione di settimane
indietro gli tornò come un treno in corsa.
Era
sempre piacevole avere a che fare col suo corpo ma rimase
imperturbabile, seppure si fosse soffermato volentieri ad accarezzargli
la schiena.
Una
volta che fu a torso nudo lo vide slacciarsi i bottoni dei jeans ed
immaginando che per togliersi quelli sarebbe stata una vera impresa,
decise di andare subito al punto e di piantarlo in asso prima che la
cosa degenerasse. Non aveva nessuna intenzione di farla andare dove
voleva quel sesso-dipendente!
Thiago
infatti risoluto e serio lo prese per le spalle, lo spinse contro il
muro dove stavano appesi gli accappatoi e puntandolo con un dito sul
petto disse incisivo e laconico, un tono che non avrebbe mai ammesso
repliche:
-
Sta alla larga da Roby! - Ok, questa sembrava anche una minaccia.
Kevin
preso totalmente in contro piede, rimase in silenzio inebetito a
fissarlo.
Non
solo l’aveva messo con le spalle al muro ma gli stava anche dando
ordini!
Al
ghanese per un istante gli salì un’ondata d’eccitazione, adorava anche
quel modo di fare, se era per quello… ma erano poche le cose che in
generale non gli piacevano!
-
Pensi che basti questo a convincermi? - Rispose provocatorio alzando
strafottente un sopracciglio. Thiago si aspettava una risposta simile e
senza indietreggiare, rimanendogli davanti col dito sul petto in modo
da bloccarlo senza comunque usare la forza, rispose sicuro e serafico:
-
Non ti sto convincendo, te lo sto dicendo. - Questa poi era bella…
-
Mi stai dando davvero un ordine? - Chiese ironico Kevin non credendoci
ancora, le braccia lungo i fianchi.
Thiago
non esitò risalendo con la mano sul viso a prendergli le guance fra
indice e pollice e stringendo come un padrone col proprio schiavo.
Aveva esattamente quel fare, gli teneva il viso in quel modo aggressivo
come a sfidarlo a contraddirlo. Gli occhi alteri, per un momento Kevin
esitò non riconoscendo il ragazzo solitamente gentile e tranquillo che
aveva davanti. Ora appariva come tutt’altro, tipo un pezzo grosso della
mafia o qualcosa del genere… gli fece un effetto assurdo, nemmeno a
dirlo…
-
Prendilo per quello che vuoi. Ma tu sta lontano dal mio ragazzo. -
Ancora un ordine, ancora qualcosa su cui non si poteva discutere. Kevin
spiazzato e raggelato da quel modo di fare, si trovò naturalmente ad
eccitarsi più di prima mentre sperava solo che continuasse su quella
linea dura di comando. E che gli comandasse qualcosa di più eccitante.
Fu
preso alla sprovvista, per questo parlò senza rifletterci. Comunque non
era solito farlo nemmeno di norma.
-
Ma tu mi devi un favore, ricordi? - Thiago si ricordò di quello scambio
verbale che avevano avuto all’inizio del ritiro, quando gli aveva
chiesto di sedurre Roby per capire se era Kevin il suo punto debole e
non il sesso in generale. Aveva avuto ragione, alla fine. Comunque il
ghanese aveva accettato solo con un favore da riscuotere, Thiago gli
aveva dato carta bianca.
Se
ne ricordò solo in quell’istante e capì le reazioni di Alex e Zlatan,
presenti all’accordo.
Non
che avesse qualche timore.
Con
supponenza, gli lasciò il viso e rimanendogli davanti fino a sfiorarlo
col suo corpo, si appoggiò alla parete dietro di lui mentre l’altro
braccio rimaneva abbandonato sul fianco.
-
Ricordo bene. Ma questo favore non prevede che tu ti faccia il mio
moroso quando ti pare! Specie perché lui ha questo maledetto debole per
te! - Thiago non avrebbe mai mollato e Kevin sapeva com’era fatto, per
questo gli piaceva conquistarlo, quando ci riusciva. Lo prese per i
fianchi e l’attirò a sé, una volta che ebbe il suo bacino addosso
sospirò languido e con occhi carichi di desiderio, rispose piano:
-
Allora cosa comprende, questo favore? - Thiago di idee ne aveva e
coincidevano tutte col ripetere l’appagante e strana esperienza di
sesso a tre. Se lui partecipava era un conto, ma se veniva escluso
decisamente non ci stava. Normale.
Ghignò
sadico ma rimase contenuto e in pieno possesso di sé, quindi quando con
l’altra mano, quella abbandonata giù, risalì di nuovo sul suo viso,
l’accarezzò in modo molto strano ed insolito.
Aveva
sempre quell’aria da padrone altero e superiore, quasi malefico in un
certo senso. Era una versione di Thiago inedita per i più, solo Roby
l’aveva assaggiato ogni tanto e l’aveva sempre fatto impazzire
ovviamente… Kevin ne voleva assolutamente di più, ormai lo stava
praticamente facendo venire solo con quegli atteggiamenti.
La
sua mano sul suo viso si fermò di lato per poi proseguire le carezze
solo col pollice sulle sue labbra carnose. Kevin le aprì subito e senza
farsi sfuggire l’occasione, gli succhiò il dito. Glielo leccò dapprima
con la punta della lingua per poi prenderglielo bene in bocca e farlo
suo sperando di poter fare altrettanto, ben presto, con un’altra parte
sua.
Thiago
sorrise compiaciuto, sembrava addirittura sadico… a Kevin ormai piaceva
troppo, sarebbe voluto andare subito al sodo ma facendosi prendere da
lui, questa volta, e non prendendo come aveva sempre fatto con il
brasiliano.
Alla
fine si decise a rispondergli e lo fece nel modo che all’altro fece più
impazzire… dicendo qualcosa che di sicuro non si sarebbe mai aspettato:
-
Tutto quello che vuoi purchè ci sia sempre anche io. - Questo era fin
troppo chiaro ed esauriente ed anche decisamente oltre quel che aveva
osato sperare.
Rimase
basito per qualche secondo, prima di realizzare, poi illuminandosi
d’eccitazione si tolse il suo dito dalla bocca e gli sfiorò, solo
sfiorò e basta, per non rendere tutto troppo oltre ciò che doveva
essere, le sue labbra altrettanto carnose e morbide.
-
Non potevo chiedere di meglio. - Improvvisamente capirono entrambi che
non sarebbe stata solo una volta ma che paradossalmente avrebbe loro
permesso di trovare una sorta di equilibrio, pace e serenità interiore…
perché sembravano incapaci di star lontani gli uni dagli altri e
seppure fra Thiago e Roby ci fosse dell’innegabile ed inconfutabile
sentimento profondo, non si poteva certamente sottovalutare
quell’attrazione che continuava ad esserci anche nei confronti di Kevin
da parte di entrambi. E reciprocamente.
Per
Kevin il discorso era meno semplice, era sempre una questione di sesso,
era attratto come non mai da loro sotto quell’aspetto e avrebbe fatto
di tutto con loro dalla mattina alla sera, ma non gli bastava.
Non
era tutto lì quello che voleva in generale dalla vita.
Non
era solo quello per cui valeva la pena alzarsi e cominciare la giornata.
Non
era il suo unico desiderio e soprattutto non il suo desiderio massimo.
Loro
erano divertimento, passatempo, svago… erano molte cose, anche un
puntiglio, perché no, una sorta di pallino, insomma. Ma non era tutto
ciò che voleva. Non era ciò che voleva più di tutto. Non era ciò che
ricercava sopra ogni cosa, che gli toglieva il sonno la notte, che gli
faceva spesso venire voglia di piangere, che l’angosciava e lo faceva
stare come un’anima in pena.
Non
era questo ma ben altro.
Dell’altro
che tornò nei suoi pensieri come un treno in corsa a velocità folle.
Mark
e tutti i mille problemi che aveva con lui rimanevano così come
rimaneva il suo volerlo sopra ogni cosa ed in modo diverso.
Non
solo a livello fisico, non solo per una forte attrazione fisica, non
per togliersi un puntiglio idiota che gli poteva venire ogni tanto,
quando aveva bisogno di distrarsi.
Mark
era la parte viva e profonda di sé, l’anima, il sentimento, la
crescita, il futuro.
Mark
era molto, molto di più… tutto ciò che poi nella vita di una persona
poteva contare veramente.
Confronto
a lui, tutto il resto erano solo sciocchezze.
Gli
passò la voglia di andare con loro due proprio pensando a lui e
confrontandoli.
Mark
decisamente era di tutt’altro pianeta e se prima con Roby aveva solo
cercato uno svago, adesso era ora di risolvere quello scoglio con lui,
quello che voleva. Tornare da lui, sistemare tutto prima che si
rovinasse come temeva, prima che tornasse ad essere di nuovo
ingestibile…
Sospirò
e Thiago si rese conto subito che doveva avere qualcosa che
l’assillava, si staccò appena per osservarlo meglio e lasciando che
tutto tornasse su un piano più giusto e meno caldo, riuscì ad attivare
la parte razionale e sensata di sé, quella più acuta:
-
Avevi problemi con Mark, per questo sei venuto qua? A cercare qualche
ora di distrazione? - Come riusciva a capire bene sempre tutti al volo,
rifletté Kevin. All’idea di tornare su Mark ogni voglia di sesso
svaniva, l’eccitazione tornò a scemare e la sua espressione si incupì.
-
In realtà volevo solo parlare ma suppongo che in realtà volessi questo…
- Thiago fece una delle sue espressioni strane ed indecifrabili, poi
gli prese il viso fra le mani ma con amicizia fraterna, senza secondi
fini dietro seduttori. Non era più un padrone che dava ordini ma un
compagno che lo capiva e voleva sostenerlo. Era sempre quello che la
situazione richiedeva, per questo Thiago piaceva a tutti.
-
Ora sei pronto per andare da lui… - Non aveva idea di che cosa ci fosse
di preciso ora, probabilmente nulla di che ma da come lo faceva
vacillare era di certo qualcosa che andava affrontata.
Kevin
decise che era ora e che doveva farlo una volta per tutte, tirando
fuori ogni cosa fino in fondo senza residui di alcun tipo.
Ogni
dubbio, ogni stupida incertezza.
Thiago
allora si scostò e lasciando che si rimettesse la felpa di prima che
ormai era solo umida, lo vide allacciarsi i jeans, quindi sulla porta
del bagno si voltò e con uno sguardo strano, quasi di complicità, disse
ammiccando:
-
Riscuoterò! - Sempre riferito a quel famoso favore che ormai aveva
preso forma. Sicuramente sarebbe stato solo un bisogno di distrazione
nei momenti difficili, ma potendo avere loro due come garanzia prendeva
tutto una connotazione diversa.
Magari
non ne avrebbe mai avuto bisogno, magari sì, ma parlandone e scoprendo
tutte le carte, arrendendosi a viverlo a trecentosessanta gradi senza
freni assurdi che poi avrebbero portato rimpianti ed errori, rendeva
tutto più sereno e tranquillo. Quasi giusto, a modo loro.
Thiago
sorrise soddisfatto rispondendo con un altro occhiolino, quindi lo vide
andar via.
Era
tutto molto strano.
Estremamente
strano.
Però
la vita, si sapeva, non era comunque mai semplice e quando lo
diventava, le persone sentivano il bisogno profondo di complicarsela ed
incasinarsela.
Kevin,
Thiago e Roby erano i migliori in questo.
Non
sarebbero di certo mai cambiati.