CAPITOLO
IV:
EVOLUZIONE
Quando
aprì gli occhi il mattino successivo, era lieto di non avere mal di
testa o intrusi nel letto. Fu allora che si rese conto che qualcosa non
andava… intrusi?
Melissa?
Melissa era un’intrusa? E da quando?
Era
così bello andare a letto con lei… gli rilassava tanto i nervi… da
quand’è che al risveglio senza di lei si sentiva più contento?
Si
incupì immediatamente e quando ricordò cosa aveva fatto la sera
precedente premette drammaticamente la faccia sul cuscino cercando di
soffocare.
Aveva
parlato tutto il tempo con Mark di lui, dei suoi rapporti, di come
aveva vissuto il distacco da Monaco e di qualunque cosa lo riguardasse.
Non
andava bene.
Non
andava affatto bene perché sarebbe rimasto tutto il resto della notte a
sentirlo parlare di sé e quando aveva capito quanto male ci era stato
nel trasferimento si era dispiaciuto, quando l’aveva visto sull’orlo
delle lacrime aveva avuto una voglia stratosferica di abbracciarlo e
quando poi, tragedia delle tragedie, era tornato a sorridere, si era
sentito contento e risollevato al settimo cielo.
Non
andava bene.
Non
andava affatto bene, dunque.
Perché
quello era sicuramente il preludio peggiore di tutti.
-
Cosa cazzo ho che non va? Sono masochista? Mi piacciono gli amori
impossibili? Basta che non siano miei ed anche se non lo so
coscientemente lo sento nel profondo e quindi mi ci attacco come una
piovra? Che cazzo c’è? Thiago non sapevo che era innamorato di Roby,
ricambiato, e fin qua amen. Magari me lo sentivo dentro. Ma Mark lo so
bene che è sposato e che non tradirà mai sua moglie, non è quel tipo di
uomo e mi piace tanto soprattutto per questo. Ok, l’ho appena detto. Mi
piace tanto. Merda. Merda secca, Kevin! Perché cazzo! È un tuo amico,
anche caro. Perché!? No, è solo un chiodo scaccia chiodo. No, fanculo,
Melissa è il chiodo scaccia chiodo. Mark cos’è? Ero perso per Thiago un
mese fa, disperato e tutto il resto. Cosa diavolo succede? Solo perché
mi sono appiccicato a Mark… ecco cos’è, la sindrome del salvatore e del
salvato. Non so se è una sindrome, ma di sicuro è questo. Lui mi ha
tirato fuori dalla merda e mi è stato tanto vicino, quindi io mi sono
attaccato a lui e per gratitudine, perché lo vedo il mio eroe, penso di
esserne innamorato. E poi è presto. Forse mi ci sto solo innamorando
ora. Ok, sono in tempo, devo deviarmi in qualche modo. Sto con Melissa,
perché non mi basta? Scopo come un dannato con lei ed ho anche tempo di
perdermi per il mio salvatore? Ah, forse era la sindrome di Stoccolma
quella di cui parlavo. No, aspetta, quella era il prigioniero che si
innamorava del carceriere… insomma, il senso è quello, solo rivolto al
positivo. Il punto è… se Melissa non mi basta devo pensare a
qualcos’altro. A qualcun altro. Lei va bene, non voglio lasciarla.
Tanto per quel che facciamo… insomma, solo sesso e qualche uscita
piacevole insieme. È divertente, non è pesante. E scopa bene. Però se
ho tempo di perdermi per Mark mi serve un altro in più. Chi mi prendo?
Il trio brasiliano è escluso, peccato perché uno di loro me lo sarei
fatto volentieri. Ho rivalutato anche Roby, devo dire. Fanculo. Il Noce
andrà benissimo! È simpatico e scopabile, mi sfianca perché è
iperattivo e non si perde in fronzoli sentimentali, odia le riflessioni
profonde e va dritto al sodo. Sì, lui è perfetto, è compatibile, siamo
amici, parla bene l’inglese ed è piacevole. Andrò con lui, così non
avrò spazio per altre tentazioni e mi distrarrò ancora! -
Evitò
con cura l’argomento ‘ma dovrò evitare Mark…’ perché sapeva che non ne
sarebbe mai stato capace e si illudeva che sarebbe bastato aumentare il
numero degli amanti/scopamici sarebbe stato sufficiente per fermare i
propri sentimenti.
Non
era niente, solo una stupida sindrome!
Doveva
resistere.
Si
alzò in piedi seccato e stralunato, si strofinò di nuovo il viso con
fare disperato e sospirando un centinaio di volte alzò lo sguardo allo
specchio davanti al letto. La propria immagine allucinata era fin
troppo in evidente difficoltà.
Se
non avesse funzionato nemmeno quello avrebbe dovuto parlarne con
qualcuno di saggio. In casi normali l’avrebbe fatto con Mark ma era
proprio lui l’interessato.
Serviva
qualcuno con una certa esperienza in quel genere di cose, amici che si
innamorano o cose simili, e soprattutto qualcuno portato per le
confidenze e per il parlare, che sapesse dare buoni consigli e capire
le situazioni. E, cosa non trascurabile, qualcuno con cui si sarebbe
sentito a suo agio a parlare!
Sapeva
che l’unico possibile era Thiago… però prima doveva vedere se il Noce
bastava.
Antonio
Nocerino, Noce per distinguerlo da Cassano, era un suo buon amico, si
trovava bene con lui ed avevano un esultanza tutta loro in campo.
Non
si faceva problemi di alcun genere ed andava volentieri con chi gli
garbava se c’era l’occasione. Lui sapeva di garbargli. Ed era
simpaticissimo.
-
Il Noce! Il Noce andrà benissimo! Sarà perfetto! - Si ripetè per tutto
il tempo della doccia e della colazione. Peccato che poi a mandare
tutto nel cesso fu il messaggio che spedì a Mark contro la propria
volontà. Del resto i propri impulsi erano famosi per essere
inarrestabili!
‘Come
stai?’ Già il fatto che gli scrivesse così presto era assurdo, che poi
gli chiedesse solo come stava era praticamente impensabile. Sicuramente
a Mark sarebbe venuto un colpo e gli avrebbe chiesto se si era bevuto
il cervello… ma così avrebbe sdrammatizzato un gesto sbagliatissimo che
non avrebbe dovuto fare…
‘Bene
grazie. Il Freak Bar aiuta, alla fine! Pensavo fosse una cazzata ma ora
ti capisco! Grazie della chiacchierata!’
A
parte che tendeva sempre a scrivere poemi, non era certo quella la
risposta su cui aveva contato, che aveva sperato e che si sarebbe
aspettato.
Kevin
fissò le righe del messaggio imbambolato, pronto per uscire ed andare
agli allenamenti mattutini. Anche lì, poi… lo stava per vedere! Che
diavolo gli scriveva come stava?
Forse
perché avrebbe destato troppi sospetti in chi li avesse sentiti? O
magari perché vederlo in viso mentre glielo diceva era più faticoso…
Però
sorrise ebete nel leggere la parte del ringraziamento e chiudendo il
cellulare se lo mise in tasca imprecando:
-
Il Noce! Mi serve il Noce, cazzo! - continuò come un mantra fino ad
uscire di casa.
Più
che altro cercando di convincersi che sarebbe bastato davvero.
Quando
Kevin arrivava la prima cosa che faceva era scherzare con chiunque, una
battuta l’aveva sempre ma non nella maniera di Roby od il Noce, aveva
un modo di scherzare tutto suo, tipo uno che insultava ed invece stava
facendo la battuta. Era molto serioso ma poi ascoltandolo si sentiva
tutte le cazzate stratosferiche che sparava. Era molto ironico. Quindi
alla fin fine chiunque parlasse con lui e l’ascoltasse, finiva per
ridere fin quasi alle lacrime.
Se
era di buon umore… altrimenti era il caso di stargli alla larga. Quando
invece era depresso o preoccupato non lo si notava perché si
concentrava molto sul calcio per distrarsi e non pensare alle proprie
magagne che tanto non risolveva mai.
Quel
giorno il suo viso era molto serio, non si capiva bene cosa gli
prendesse ma prima che potessero capirlo, lo videro tornare al sorriso
come un bambino davanti ad una torta al cioccolato.
Aveva
visto Mark.
-
Ehi, grazie ancora per ieri sera, eh? -
Disse
l’olandese dopo averlo salutato ed aver cominciato a correre insieme.
Kevin
in un attimo aveva subito dimenticato tutti i propri propositi, i guai
e le decisioni serie. Se tali quelle poi si potevano chiamare…
-
Ah, non ho mica fatto niente… - Disse infatti Kevin al settimo cielo
sentendosi più che contento per aver ricevuto quel grazie che lo
rendeva speciale.
-
Bè, hai ascoltato le mie paturnie, non pensavo nemmeno di averne…
credevo… - Ma al momento di dire che pensava di aver superato tutto,
venne interrotto da uno che su due piedi Kevin considerò un ficcanaso
senza pari. Quando vide che era il Noce e che gli si era buttato
addosso col suo solito entusiasmo per salutarlo, si calmò ed evitò di
mandarlo a quel paese. Non poteva, lui era il suo rimedio e nel momento
in cui lo vide se ne ricordò, come per magia…
Solo
allora si vide da fuori e si rese conto che doveva apparire
svenevolmente pendente dalle labbra di Mark, come un idiota assoluto.
No, non poteva andare avanti così. Il Noce era stato proprio mandato
dall’alto!
Fu
così che spingendolo bonariamente si mise a scherzare con lui. In
realtà gli interessava sapere più come stava Mark e perché gli era
tanto grato, però sapeva che non era il caso e che il Noce era lì per
lui.
Non
ci mise troppo ad intensificare il rapporto con il ragazzo che, tanto
per cambiare, non si fece grossi problemi a ricambiare tutto.
Che
male poteva esserci?
Lui
che era allergico alle cose serie e durature e che amava divertirsi e
prendere le cose di petto e basta, non correva rischi.
Kevin
si vide in lui com’era mesi indietro, prima di cadere su Thiago… cosa
succedeva, ora? Sembrava incapace di non attaccarsi alle persone per
cui invece provava qualcosa.
Anzi.
Sembrava
incapace di evitare i sentimenti!
Fu
lieto di constatare che tanto con Melissa quanto con il Noce le cose
andarono precisamente come da lui previsto.
Senza
complicazioni ed implicazioni sentimentali.
Perfetto,
si disse. Forse stava tornando quello di un tempo…
Era
assurdo andare a letto con qualcuno e pensare questo, specie
considerando quanto lo faceva con la ragazza proprio per occupare ogni
momento libero ed impedirsi di vedere ancora Mark.
Perché
anche il Noce, dunque?
Perché
se mai il suo problema era che voleva un uomo oltre che una donna e che
quindi prima Thiago e poi a quanto pareva Mark erano una conseguenza di
ciò, codesta voglia il Noce la riempiva più che bene. Insomma, in
teoria il ruolo era quello.
Il
centrocampista italiano rispondeva bene a quel ruolo, era disponibile a
tutto quando Kevin voleva e sembrava l’amante perfetto, posto che
Melissa ormai era la ragazza ufficiale.
Se
qualcuno avesse saputo quanto quel ragazzo faceva sesso si sarebbero
sicuramente chiesti come e dove trovasse il tempo e le forze per
farcela.
Allenamenti
ed impegni vari di club, interviste e servizi di tanto in tanto perché
era il giocatore del momento, passare il tempo con Melissa e fare un
sacco di sesso con lei come la ragazza stessa aveva felicemente
dichiarato ai giornali e, in aggiunta a tutto questo, farsela anche con
il Noce.
Per
occupare proprio tutti tutti i momenti.
E,
un paio di ore di tanto in tanto magari le doveva strappare per stare
col figlio che fortunatamente stava con sua moglie Jennifer. Sarebbe
stato drammatico doversene occupare lui, sicuramente sarebbe finito per
prosciugarsi.
Eppure
sembrava tenere botto, come se niente fosse, come se fosse anzi
inesauribile.
Le
vacanze di natale arrivarono comunque a pennello, proprio quando aveva
bisogno di riposare.
La
cena di club per augurarsi le buone feste fu piacevole ed utile se non
altro per capire una cosa essenziale.
Almeno
di Thiago gli era passata.
Fra
Mark, Melissa ed il Noce alla fine ce l’aveva fatta.
Non
ci parlava come prima, ma non lo evitava come la peste e nemmeno
pensava a qualunque espediente possibile per farlo reagire e
provocarlo.
Con
Roby e Alex i rapporti erano di nuovo più che buoni e così anche con
Zlatan, insomma, aveva sistemato per bene con tutti e non ci aveva
messo effettivamente molto.
Ma
quella sera successe comunque l’irreparabile e Kevin di certo non
avrebbe mai e poi mai pensato di ridursi in quello stato.
Sicuramente
non proprio poco prima le vacanze di natale, quella pausa da tutto,
tutti ma soprattutto Mark gli avrebbe fatto bene. Se prima non sarebbe
dovuto passare per quella cena e quella serata.
Sicuramente
non avrebbe mai pensato di finire per confidarsi con nientemeno che
Thiago!
La
cena andò liscia come l’olio, fu fra quelli più al centro
dell’attenzione con le sue battute senza sosta sparate in quel suo modo
così ironico e fintamente serio, di conseguenza si rilassò molto. Forse
troppo.
Il
dopo cena fu anche meglio, si riunirono quasi tutti insieme a bere
qualche bicchiere in libertà e a parlare e scherzare. Non mancando
nessuno, le risate non si risparmiarono e quando Mark sparì per qualche
minuto, Kevin lo notò con curiosità. Non poteva dire fastidio od
allarme, ma con curiosità sì.
Insomma,
erano lì tutti insieme che parlavano e si divertivano, certo sparavano
stronzate ma si stava bene.
Quando
tornò la sua espressione era davvero in evidente malinconia e
nonostante capì al volo cosa doveva essere successo, gli andò comunque
vicino a chiederglielo.
Che
amico sarebbe stato, altrimenti?
Quando
gli chiese se andasse bene, Mark rispose sinceramente. Avrebbe dovuto
immaginarlo, non era uno che mentiva e nemmeno che te la metteva giù
bene per non ferirti.
-
Ora ti importa di nuovo qualcosa? - Per Kevin fu peggio di un pugno
allo stomaco e fu il tempo di un respiro, capì immediatamente perché
l’aveva detto e a cosa si riferiva. E che dopotutto aveva anche ragione…
-
Perché? - Ma chiederlo era molto più facile che rispondergli.
Fortunatamente in disparte dal caos, nessuno li sentì e Mark rispose
liberamente ancora con quella sua disarmante ed in quel momento
affilata sincerità.
-
Perché dopo aver superato il ‘problema Thiago’ hai trovato altro da
fare… del resto fra Melissa ed il Noce c’è da chiedersi dove lo
troveresti il tempo per un amico! - Kevin voleva prendersi a pugni per
essere arrivato a quel punto. Specie perché in ogni caso anche se
l’aveva voluto, ora capiva quanto idiota fosse stato. Non voleva
arrivare a quel punto.
Si
morse il labbro ma non ci rifletté molto, non era uno che lasciava
l’ultima parola a nessuno, in nessun caso.
-
Pensavo di approfittare troppo della tua pazienza, che non ne potessi
più dei miei piagnistei! - L’avrebbe ammesso solo con lui che i suoi
erano piagnistei. Mark lo guardò con durezza, era strano perché il suo
sguardo solitamente era gentile ed ora era solo il ricordo di quella
persona. Ma lui sapeva quanto poteva essere duro e sferzante, se
voleva. Gli piaceva anche questo, no?
-
Dai, Kevin, non dire stronzate! Tu che pensi di rompere i coglioni?! Ma
quando mai! - Era anche vero. Kevin si maledì ancora, non poteva
fargliela. Sospirò e ancora una volta decise che comunque non avrebbe
mai dato di sé l’idea di uno indeciso che non sapeva cosa dire. Era
importante dimostrarsi sicuri.
-
Bè, puoi anche non credermi ma mi sembrava di averti rotto troppo così
ho… -
-
Cosa, cercato un chiodo anche per me? Se Melissa è quello per Thiago,
il Noce è il mio?! -
“Ma
perché cazzo è così sveglio questo qua? Non gli sfugge un cazzo?!”
Kevin
cominciava a preoccuparsi…
-
Sei geloso? - Fu la prima cosa che gli venne in mente, evitò infatti di
pensare ed attivare il cervello così come di rispondere direttamente
alla domanda. Mark scosse il capo amaro.
-
Tu risolvi così le cose, no? Attaccando per non incassare i colpi! Cosa
credi, di non star male poi? Cambia solo che si sta male in due, ognuno
per conto proprio. Non si tratta di gelosia, testone! Si tratta che
devi avere le palle per affrontare le cose da uomo e non scappare come
un coglione! Il Noce non ti serve a nulla. E nemmeno Melissa, se vuoi
saperlo. Se pensi ancora a Thiago dopo tutto quello che hai fatto
prenditi del tempo per stare solo e soffrire come si deve, ma piantala
di farti il mondo e scappare da ciò che provi! -
Per
un momento Kevin aveva temuto avesse capito tutto e trattenuto il
respiro l’aveva fissato anche terrorizzato, poi si era sentito
sollevato di dieci metri nel realizzare che invece pensava fosse ancora
tutto per Thiago. Decisamente il male minore.
No,
con lui era tutto risolto. Certo era stata dura mettersela via, ma ce
l’aveva fatta e sostanzialmente… bè, grazie a lui.
Kevin
aveva molta paura che in realtà il vero chiodo scaccia chiodo fosse
Mark e che in realtà ripiegasse tutto su Melissa ed il Noce di
proposito… non voleva che Mark fosse un chiodo ma soprattutto non
voleva innamorarsene. Aveva avuto rapporti disastrosi con chiunque
aveva voluto bene.
-
Senti, che ti piaccia o no questo è il mio modo di fare… non sono
obbligato a piacerti! E poi si può sapere cosa cazzo hai? Non ti sei
mai rivoltato così con me anche se non eri d’accordo con qualcosa che
facevo! - Alla fine la risolveva così. ‘Io sono questo, amen.‘
Mark
stizzito fece il gesto per mandarlo a quel paese muovendo seccato
spalla e testa, quindi guardando da un’altra parte, rispose fra i
denti, mordicchiandosi la bocca:
-
Vorrei proprio sapere cosa si aspettano gli altri da me! -
Kevin
non ci capiva più niente, ora sembrava ce l’avesse con qualcun altro
per qualcosa di preciso.
-
Di cosa diavolo parli, si può sapere? Chi si aspetta cosa da te? -
Mark
esasperato o forse con il bisogno di parlargliene, sbottò.
-
Arjen! Che con una telefonata tutto torni come prima! Che basti! Che
vada bene! Che… - Ma non riuscì a finire la frase che la voce spezzata
lo fece smettere di parlare prima dell’irreparabile. Lo sguardo che
schizzava ovunque lì in giro che non fosse lo sguardo di Kevin.
Il
ganese parve non farsi problema a cogliere ogni singola sfumatura e a
mettere il dito nella piaga.
-
Arjen Robben? Il tuo compagno di nazionale e al Bayern Monaco? Ma Mark,
stavate insieme? - Questa era una parte che gli mancava, così come
quella relativa al filtraggio… certe cose non andavano chieste. Specie
in certi momenti. Appena lo disse, Mark gli si rivoltò come se gli
avessero staccato tutti i peli del corpo con le pinzette, uno per uno;
voleva gridare ma non aveva la voce e forse era anche senza parole.
Spiazzato e con la testa a quella che doveva essere stata un brutta
litigata, rispose sempre con quella sua sincerità disarmante ed in quel
momento sconvolgente!
-
Prima che mi sposassi. E poi è successo quando me ne stavo per andare.
Quando ha saputo che ci stavo pensando… -
Kevin
voleva morire. Non sapeva perché ma voleva farlo, fu improvviso,
un’ondata pazzesca bollente e gelida al tempo stesso. Boccheggiante,
mormorò piano e cauto:
-
Te ne sei andato per questo? Perché hai tradito tua moglie con lui? -
Mark si morse il labbro, in quel momento parve voler picchiarlo per
averglielo chiesto, era evidente quanto non volesse parlarne. Quanto
avesse colto nel segno. Non servì una vera risposta, Mark non riuscì a
dargliela, era ovvio fosse così e Kevin capì, nel caos allucinante
dentro di sé per quella notizia sconvolgente, che se quando gli
capitava di tradire sua moglie quello se ne andava dalla squadra, dalla
città e magari pure dallo Stato, c’era da chiedersi se ora,
prendendoselo come voleva nel profondo con tutto sé stesso, se ne
sarebbe di nuovo andato.
Non
ci furono risposte verbali, quelli sguardi furono sufficienti ed
improvvisamente il già enorme problema di Kevin divenne insormontabile
ed apocalittico perché oltre al non riuscire a combattere bene quel
sentimento che provava per Mark e a non capire da cosa di preciso
derivasse, quanto puro e sincero fosse, ora era nel panico all’idea che
Mark se ne potesse andare nel momento in cui sarebbe andato a letto con
lui.
Poi
se ne rese conto.
Aveva
già deciso che prima o poi l’avrebbe fatto.
Che
prima o poi si sarebbe preso Mark e di certo non solo fisicamente.
Che
lui lo volesse o meno non contava, sapeva come ottenere quel che
voleva. Il punto era volerlo. Una volta che lo voleva era finita.
“Tutto
d’un pezzo? Cos’è che avevo pensato di lui quando mi ha raccontato di
sé? Che era tutto d’un pezzo? Alla faccia! È una roccia granitica,
questo! Non si spezza, non scende a compromessi, non conosce vie di
mezzo, non ha pietà di sé. Quando decide una cosa va fino in fondo. E
se nemmeno Arjen gli ha fatto cambiare idea in merito a queste sue idee
sul matrimonio, come diavolo penso di riuscirci io? Sono fottuto,
merda. Sono proprio fottuto. Perché Melissa ed il Noce insieme non mi
bastano. Ci sto sempre più dentro, più ne scappo più ci affondo! Cazzo!”
Fu
a quel punto, rimasto solo con le proprie tragedie, che arrivò Thiago
dopo aver notato la discussione con Mark, evidentemente preoccupato per
questo.