CAPITOLO
V:
UN
AIUTO INSPERATO
-
Ehi, tutto bene? - Nemmeno Thiago seppe di preciso perché lo fece, ma
vedendoli discutere si era istintivamente preoccupato e non aveva
potuto fare a meno di andare da lui.
In
realtà vedere Kevin seduto in disparte con la mente da un’altra parte
era stato veramente brutto. Normalmente era l’anima di una festa, di
una cena o di una riunione.
Era
troppo strano che si isolasse e che con aria funerea fissasse il vuoto.
Normalmente in qualche modo reagiva a tutto, bene o male.
Kevin
si riscosse sentendo qualcuno parlar con lui, poi in un secondo
momento, guardando il suo bel viso sudamericano sorridere
circostanziale, lo riconobbe. Quella fu la prova del nove poiché che
fosse lui o un altro non gli fece effetto.
Le
testa costantemente su Mark e su quello che era successo, le sue parole
bruciavano come il caos che aveva.
-
No che non va bene! - Grugnì spontaneo prendendo un calice di vino che
veniva trasportato su dei vassoi da cameriere di servizio. Lo mandò giù
al volo e tutto d’un fiato ed improvviso sentì un desiderio assurdo di
essere al Frak Bar ma non con Thiago, bensì con Mark. Non disse nulla
al proposito di andarci e chiese alla ragazza di portargliene un altro.
Thiago
si sedette in una sedia accanto a lui e si preparò al peggio.
Sicuramente sarebbe stata una bruttissima lunga serata, per lui.
-
Hai litigato con Mark? - Si aspettava da un momento all’altro che Kevin
lo mandasse a quel paese dicendogli che non c’entrava più niente con
lui, se gli avesse chiesto cosa voleva gli avrebbe dovuto rispondere
sinceramente… era preoccupato perché si sentiva responsabile per il suo
stato depressivo. Quando l’aveva respinto aveva chiaramente visto la
sua difficoltà e parlando con Alex ne aveva avuto conferma. Si era
disilluso credendo che non valesse la pena mostrare il vero sé stesso.
Si era preoccupato e sentito responsabile, di conseguenza non sapendo
se l’avesse veramente superata come sembrava o se fosse ancora
impantanato nel fondo per colpa sua, voleva capirlo ed eventualmente
provare a dargli una mano.
Sapeva
cosa significava stare male per amore.
-
Sì! - Mormorò Kevin attaccando un altro bicchiere di vino, tutto quel
che passavano per quel posto a fiumi.
Thiago
avrebbe voluto toglierglielo ma sapeva sarebbe stato peggio, così evitò
preparandosi ad accompagnarlo al bagno a vomitare.
-
Posso chiedere come mai? - Sapeva che aveva bisogno di parlare e Kevin
a quanto pareva non aspettava altro, suo malgrado si controllò sulle
cose che disse. C’erano alcune che aveva promesso a Mark di non dire a
nessuno…
-
Credo ce l’abbia con Arjen, non so… sai che ho scoperto che stava con
lui prima di sposarsi? Ci è ricaduto poco prima di decidere di
andarsene da Monaco e questo l’ha spinto a venire a Milano. Capisci che
tipo è quello? Se tradisce la moglie per qualche motivo del cazzo, se
ne va dalla squadra e dalla città per non avere più tentazioni, perché
vuole esserle fedele! Ed io sono nella merda, vuoi sapere perché sono
nella merda? Per un mare di merda di motivi di merda! - Questo lo disse
in inglese che parlava alla perfezione, spesso gli veniva anche da
pensare in quella lingua… Thiago capì alla larga solo un sacco di
‘merda’ nella frase e capì che doveva essere messo davvero male. Cercò
di evitare l’ennesimo bicchiere di vino ma non ne fu in grado e rimase
ad ascoltarlo capendo di cosa si trattava, in quella confusione verbale
che lo disorientava non poco… - sono nella merda perché non so se Mark
è un chiodo, se è un chiodo vuol dire che non me ne sto innamorando
veramente ma che è solo un ripiego. Io penso di non provare più niente
per te, credo che l’abbiamo troncata in tempo anche se all’inizio ci
sono stato fottutamente male. Però insomma, fra le chiacchierate con
Mark ed il sesso con Melissa ed il Noce ce l’ho fatta. Però ora mi sto
rendendo conto che Mark è un po’ più che amico. Ho iniziato ad andare
col Noce per non avere più tentazioni di andare con lui. In realtà se
avesse voluto ci sarei già andato ma ormai non sono coglione, riconosco
la sensazione. Ci sto ricascando! Il problema è se sia vero o se stia
fraintendendo. Se è un chiodo non è vero, però non voglio che sia un
chiodo, è brutto, mi dispiace che sia un chiodo, è una persona in gamba
e non si merita di essere un chiodo. Però se mi sto veramente
innamorando di lui sono ancor più nella merda perché nel momento in cui
succede e voglio qualcuno non riesco a togliermelo dalla testa e anche
se uso Meli ed il Noce, non sembrano servire a nulla, ci sto cadendo
come un coglione. Se mi prendo Mark, e se mi impegno ci riesco, poi lui
se ne va e non voglio che se ne vada. Tutti quelli per cui mi prendo mi
piantano, sono sbagliati o non vanno bene! Lo vedi quanto sono
sbagliato? Cosa c’è che non va in me? Sono nella merda! Sono
fottutamente nella merda! -
Il
lungo monologo confuso avvenuto un po’ in italiano ed un po’ in
inglese, fu compreso da Thiago su per giù… solo il termine chiodo non
gli era chiaro e preferì assicurarsene…
-
Con chiodo intendi un chiodo scaccia chiodo? Un rimpiazzo per
dimenticare qualcuno? -
Kevin
annuì ed invece di rispondere ruttò, quindi rise come un idiota e poi
cominciò a singhiozzare. Per farselo passare bevve altro vino e questo
probabilmente gli diede il colpo di grazia poiché l’aria assente e
stralunata era talmente chiara da far chiedere al compagno di squadra
come potesse rimanere seduto!
-
Kevin, la prima cosa è capire ciò che provi per me. Se vorresti ancora
qualcosa oppure no… da lì poi le altre risposte arrivano… - Thiago gli
fece di proposito quella domanda in quel momento, sapeva che da ubriaco
sarebbe istintivamente uscita solo la verità.
In
cuor suo sperava che l’avesse veramente superata e che stesse tanto
male per qualcun altro, forse era egoistico da parte sua ma non era
ipocrita. Non voleva avere la sofferenza di qualcuno sulla coscienza,
anche se questo era Kevin e non era un Santo. Alla fine era solo una
persona con un carattere particolare. In termini di spettacolo si
sarebbe detto che bucava lo schermo, era sempre quello che spiccava di
più e prima degli altri. Lui come Roby e Zlatan…
Kevin
per rispondere bevve ancora, quindi lo guardò un po’ con sguardo
acquoso e da pazzo, sembrava dovesse baciarlo da un momento all’altro,
muoveva la testa a destra e sinistra come un mentecatto, ma alla fine
rispose sicuro e strascicato:
-
Mi sei piaciuto, mi stavo innamorando veramente ma non ero proprio
proprio proprio andato al punto da non poter voltare più pagina. Cazzo,
ti scoperei sempre, se è per questo… sei figo, fai sesso… però non per
altro. Solo perché sei scopabile! - Era un complimento, a modo suo, ma
Thiago non sindacò sulla discutibilità del linguaggio e del senso delle
sue parole, in ogni caso erano positive per lui. Ovvero, non era
innamorato di lui e non faceva tutto quello per dimenticarlo, ci era
riuscito. Insomma, erano passati ormai quasi due mesi, sarebbe stato
assurdo ritrovarsi ancora in quelle condizioni per uno con cui non
aveva fatto altro che sesso qualche volta…
-
Cosa significa, questo? - Kevin si era perso e Thiago sorrise per la
voce che gli usciva da ubriaco. Fece per prendere un altro bicchiere ma
glielo tolse di mano.
-
Non è il caso di bere ancora… - Disse cercando di evitargli il coma
etilico… Kevin a quel punto si alzò e per un momento sembrò volergli
dare una testata ma invece, sorprendendo Thiago, disse sempre con quel
modo comico da ciocco:
-
Giusto… prima vado a pisciare! -
Poi
sparì barcollando paurosamente verso il bagno. Thiago in un misto fra
il riso e il preoccupato, si alzò e gli corse dietro. Non era certo il
caso incappasse in chissà chi.
Fu
a quel punto, quando entrò, che lo trovò in posizione di bisogni, nel
rispettivo sanitario posto sul muro, e con la testa contro le
piastrelle.
Thiago
si fermò tendendo il capo di lato…
-
Kevin? - Era strano stargli dietro in quel modo coi loro trascorsi.
Quando l’aveva visto provarci con Roby ci era rimasto secco e per poco
non l’aveva ucciso, ma poi aveva visto Mark prendere in mano la
situazione. In realtà Mark poteva essere tante cose all’infuori di un
chiodo scaccia chiodo.
Non
era sicuro di cosa stesse facendo e non sentendo più segni di vita, gli
si avvicinò.
Lo
sentì smettere di urinare e rimanendogli dietro si aspettò di vederlo
muoversi, ma così non successe, così temendo che si fosse addormentato
lo richiamò, ancora niente. Non ebbe scelta che toccarlo cauto
sull’ampia schiena.
Solo
allora lo sentì scuotersi e pensando che dovesse per forza avere le
visioni, lo girò senza pensarci. L’eventualità che fosse davvero quello
che credeva era così pazzesca che non poteva assolutamente non
assicurarsene.
Giratolo
lo vide di viso e confermò l’impressione assurda.
Kevin
stava piangendo silenziosamente.
“Cos’è,
ha la ciocca triste?”
Non
lo sapeva ma era così. Finiva sempre per lagnarsi e piangere, in quei
casi. E poi vomitare e addormentarsi di botto. Ora che piangeva il
momento per vomitare sarebbe arrivato a breve. Thiago era preoccupato.
-
Kevin, piangi? - Non l’aveva mai visto piangere, sembrava quasi un
insulto ma l’interessato era perso nel suo mondo di disperazione tanto
che non si mise nemmeno a posto i pantaloni. Dovette farlo Thiago
pregando che non arrivasse Roby proprio in quel momento, del resto non
poteva mica lasciarlo col pene di fuori!
-
Kevin, cosa ti prende? - Era strano, si sentiva come un fratello
maggiore… non avevano mai avuto un rapporto simile. Era però anche
bello… dopo averlo fatto star male poter aiutarlo e prendersene cura
era come in un certo modo espiare le proprie colpe. In fondo l’aveva
usato anche lui, in un certo senso… perché per non ammettere i propri
sentimenti per Roby aveva ripiegato su Kevin, a suo tempo.
-
Allora se non è un chiodo significa che mi sto innamorando di lui? È
vero quello che diceva Alex? - Dava per scontato che Thiago sapesse
tutto. A parte che solitamente era così -come potesse riuscirci era un
mistero ma i fatti parlavano, non era mai impreparato- questa volta non
ci arrivò proprio… Kevin era troppo sconnesso e confusionario e vedendo
che non capiva lo prese per le braccia. Più che altro ci si aggrappò
per non cadere. - Quando ha detto che non ero io ad essere sbagliato ma
tu a non essere giusto per me… ha detto che c’era da qualche parte
quello giusto per me e di cercarlo e di non smettere e di non darmi per
vinto… sai, quelle stronzate che si dicono per consolare chi viene
piantato! Era vero? Per questo mi sto prendendo sta cosa per Mark?
Perché è lui? Cioè è lui il mio? Cazzo, ma lui sta con un’altra, non
dovrebbe essere il mio… allora se non è il mio e non è un chiodo che
diavolo è? Perché mi sto innamorando di lui? Thiago… io non voglio più…
prima Jennifer, poi tu… ora Mark… io non voglio… perché sempre le
persone sbagliate? Cosa cazzo c’è che non va? Sono masochista? - Kevin
concluse disperato e piagnucolando, quindi facendo un’enorme tenerezza
a Thiago nascose il viso contro il suo collo apparendo piccolo e
fragile, decisamente diverso da quello che sembrava normalmente.
Thiago
non seppe cosa rispondere, ora che capiva di più di quel ragazzo sapeva
che in un periodo diverso, prima di Roby, se ne sarebbe anche potuto
innamorare… odiava crollare ma poi non poteva resistere tanto a lungo,
come tutti le botte le prendeva anche lui ed era difficile, molto
difficile, andare avanti come niente. Già che davanti agli altri
riuscisse a fare lo sbruffone lo stesso indicava quanto almeno in
privato avesse bisogno di crollare e lasciarsi andare. Ma non era
capace di farlo da solo. Anzi. Non era capace di stare solo.
Come
molti, in realtà…
Finì
per tenerlo con sé e carezzarlo, gli stava andando molto male, c’erano
un sacco di cose negative in quella situazione, come faceva a tirarlo
su? Era ubriaco, per di più…
-
Allora tutti siamo masochisti! Tutti si innamorano della persona
sbagliata prima di trovare quella giusta. Alcuni una, altri dieci ma
succede a tutti. Prima o poi arriva quella giusta. - Era poco
consolante…
-
Non troverò nessuno, il meglio che posso aspirare è una relazione di
sesso… come quella che ho con Melissa! Sarà il massimo! - Amaro e
deluso. Era una sbronza davvero negativa e pessimista, la sua.
Devastante…
-
Non dirlo… non so cos’è per te Mark, non so se è il tuo e magari ora
lui sta con la persona sbagliata, non so se invece è una delle tante
botte che ti prendi sempre, non so assolutamente cos’è. E non so
nemmeno perché ti sei innamorato di lui. Non so, si dice che succede e
basta, no? Lo dicono tutti… penso che semplicemente tu lo debba
accettare. Prendere atto e accettare. E se vuoi avere più chiarezza,
pianta tutti e prenditi del tempo per capire da solo cosa provi e cosa
vuoi… -
-
E… - Kevin alzò il viso dal suo rifugio caldo, sempre stando
abbracciato a lui lo guardò da vicino, il viso pietosamente stravolto
dalle lacrime come quello di un bambino: - e se scopro che sono davvero
innamorato di Mark e non c’è niente da fare? -
-
Perché dici che non c’è niente da fare? - Thiago faticava a stare
fermo, a parte che reggerlo era complicato e che il suo alito d’alcool
era atroce, quella vicinanza dopo i trascorsi non andava certo bene. Di
tutto si poteva dire su Kevin, ma non certo che non facesse sesso da
dio!
-
Perché lui è sposato… ed è fissato che non può tradirla… e che deve
onorare il suo cazzo di matrimonio… era innamorato di Arjen e penso lo
sia ancora, ma per non avere tentazioni se ne è andato. - Thiago scosse
il capo.
-
Se ne è andato perché aveva problemi col mister, è risaputo. Poi ha
approfittato anche col discorso di Arjen ma principalmente per il
mister. - E fu fermo nel dirlo tanto che Kevin per un momento tornò e
lo capì. Aveva ragione? Poi Thiago aggiunse con calma ed intensità,
asciugandogli il viso dalle lacrime che finalmente avevano smesso di
scendere. Un uomo grande e grosso che si comportava così… che piangeva
e si disperava… c’era dell’incredibile, in quello. Specie considerando
che era Kevin.
-
Non esistono i chiaroveggenti, chi ti dice che sa cosa succederà è un
bugiardo. Viviti le cose per sapere come vanno, non farti piani, non
decidere da solo. Magari va male, ma pensi che possa essere peggio di
così? Guarda come sei ridotto… ubriaco fradicio che piangi come un
bambino! Fallo e basta! Vuoi Mark? Prova a prendertelo! Se va male
pazienza, ma certo stare così è assurdo! Da perfetti idioti! E non
credo tu lo sia! -
Questo
fu il colpo di grazia perché nel sentirsi spingere a farlo lo stesso
nonostante tutto, Kevin si sentì come colpire da un pugno allo stomaco.
Questo funse da finale di sbronza e senza rispondere si precipitò ad
uno dei piccoli bagni dietro di loro e, nel water, vomitò anche l’anima
mentre Thiago, paziente, lo reggeva per non farlo cadere dentro. Se
avesse saputo quante volte Mark nel giro di un anno l’aveva fatto al
suo posto se ne sarebbe stupito…
Dopo
di questo Kevin per poco non crollò addormentato, ma sarebbe stato
impensabile trascinarlo fuori da solo in quelle condizioni quindi non
sapendo proprio come fare, scrisse a Roby ed Alex di venire subito.
Quelli da cui si sarebbe fatto aiutare se avesse dovuto fare un delitto!
Quando
i due arrivarono, erano in effetti preoccupati per la sua assenza e
quando videro Kevin seduto per terra in un angolo a dormire, rimasero
di sasso poiché tutto si sarebbero aspettati di vedere ma non quello,
non lui in quelle condizioni e soprattutto non con Thiago!
-
Che diavolo… - Nemmeno volendo azzardare ipotesi assurde, ci
arrivarono, e Thiago dovette spiegare l’incontro surreale che aveva
avuto con il ghanese. Persino Roby si impietosì. Alex ci mise poco.
-
Non immaginavo che le vivesse così male le delusioni amorose… - Fece
Alex sorpreso chinandosi vicino all’amico che ronfava seduto a terra.
-
Ecco perché cerca di evitare e va solo di sesso! - A Roby ora era tutto
chiaro e capì quanto male dovesse essere stato per Thiago. Un po’ se ne
compiacque. Anzi, parecchio.
-
Non possiamo lasciarlo qua di certo… - Fece Thiago pratico.
-
Vado a vedere come sono di là, cominciavano ad andarsene… - Disse Alex
capendo la situazione e cosa avrebbero fatto.
Quando
tornò c’era un imbronciato Zlatan con lui.
-
Cos’è che volete fare voi? - Il tono era brusco e per un attimo i due
esitarono, quindi da dietro spuntò Alex.
-
Dove pensi che possa andare? Dorme! Lo porteremo a casa mia, non ci
saranno problemi! Così se sta male almeno non è solo… e domani mattina
me ne occupo io… - Lo sguardo di Zlatan fu tutto un programma. In
realtà un capolavoro di sguardo. Da incorniciare proprio.
Roby
si mise allora a ridere come un disgraziato e Thiago a pensare ad
un’altra valida alternativa, nel frattempo Alex rispose al suo divieto
prepotente:
-
Vivo da solo, non ho nessuno che disturbo, è la soluzione ideale! -
Zlatan rimase in silenzio a negare con occhi truci, non si sarebbe mai
mosso da lì. Alex sospirò stufo: - Cosa proponi? - Chiese come fosse
ovvio che comunque qualcosa la dovevano fare.
-
Non lo so ma non a casa tua! -
Prima
che potesse rispondere, Thiago si inserì proponendo un’alternativa:
-
Lui vive solo, potremo portarlo a casa sua e magari uno di noi si ferma
stanotte… - Li guardò tutti e giunse all’unica naturale conclusione. -
Io posso fermarmi, dico a mia moglie che la cena di club si è protratta
oltre e che poi noi come al solito siamo finiti a festeggiare per conto
nostro le feste natalizie… - La scusa poteva valere per tutti, infatti
Roby fece il Zlatan della situazione più acceso di un albero di natale:
-
Possiamo dirlo tutti, perché devi fermarti proprio tu da lui? - Thiago
sapeva che l’avrebbe detto ma sperava ci arrivasse comunque da solo.
Era proprio esasperante. Con mani ai fianchi e occhi al cielo rispose
poco paziente:
-
Perché nessuno sembra volerlo fare a parte Alex che ha il divieto della
sua guardia del corpo! -
-
Io lo faccio senza problemi! - Asserì allora Roby precipitoso con le
braccia incrociate al petto.
-
Anche io se è per questo! - Zlatan gli andò a ruota. - Fare da
baby-sitter ad uno sbronzato cosa vuoi che sia? - Furono Alex e Thiago
a dirlo insieme, a quel punto:
-
Allora facciamolo tutti e quattro insieme! -
Poi
concluse Alex:
-
Da me! - A quello ci fu un attimo di silenzio, i quattro si guardarono
circospetti, elaborarono la proposta, guardarono Kevin a terra che
russava messo peggio che mai e si decisero che era il caso e che si
poteva fare… tanto Alex aveva una camera per gli ospiti ed un divano
molto grande, di conseguenza spazio per tutti ce n’era in abbondanza!
- E
sia! - Diede il permesso Zlatan andando verso Kevin, accucciatosi lo
guardò bene con aria di scherno… - Certo che è messo proprio male…
pensa per amore come ci si riduce! - Fu il suo commento spontaneo. Roby
ghignò chinandosi da sopra:
-
Sembra un insensibile che se ne sbatte di tutto, in realtà è solo uno
dei tanti che non vuole soffrire. Per questo non vuole innamorarsi!
Però è più forte di lui! -
-
L’apparenza inganna! Dai, tiriamolo su… - Fece Thiago avendo già
esaurito le parole in abbondanza. Alex rimase in silenzio dispiaciuto
per lui, l’ultima volta che l’aveva visto depresso era stato quando si
era scusato per essersi comportato male con lui e gli aveva anche fatto
tenerezza quando si era sfogato riguardo le delusioni amorose. Sperava
veramente che in qualche modo risolvesse con Mark, non era giusto
stesse così.
-
L’interruzione natalizia arriva a pennello… - Commentò solo mentre
Zlatan e Thiago, quelli più alti e robusti, alzavano Kevin a peso
morto. Uno per parte lo tirarono su e l’altro non aprì nemmeno mezzo
occhio.
-
E’ proprio andato… -
-
Sicuro che non sia in coma etilico? -
-
Ma figurati, sarebbe già morto! -
-
Per un po’ di vino che avrà bevuto… - Alex andò ad aprire la strada
mentre Roby faceva il chiudi fila.
Con
loro sollievo si ritrovarono la via libera, erano già andati tutti e
c’erano solo le persone del servizio che pulivano, con faccia tosta
Roby li salutò allegro come se fosse normale andarsene con un morto in
spalla…
-
Buonasera! Splendida serata, vero? - Le ragazze rimasero con tanto
d’occhi a tirare il collo verso gli altri che se ne andavano pregando
di non beccare nessun seccatore e quando Roby li seguì fuori, si
scontrò con loro andandogli addosso.
-
Che diav… - Ma la voce seccata gli morì in gola vedendo che ad averli
bloccati era niente meno che il mister…
Massimiliano
stava lì in piedi con le braccia conserte a battere il piede a terra
seccato -o per il freddo-, il suo sguardo stranamente e spaventosamente
espressivo, una smorfia delle sue che volevano incenerire i cinque. Bè,
quattro considerando che Kevin era ormai uno zombie.
Alex
era pietrificato dal terrore -chissà perché-, Zlatan imprecava in
svedese guardando il cielo notturno e Thiago probabilmente elaborava
una velocissima strategia per non far apparire la situazione peggiore
di quel che già non era.
-
Si può sapere cosa state combinando? Chi ha permesso che si riducesse
così? - Era ovvio che la colpa fosse di uno di loro quattro altrimenti
non si sarebbero ritrovati loro ad occuparsene come dei ladri.
Thiago
stava per alzare bandiera bianca e prendersi le giuste imprecazioni
dell’uomo che comunque di norma lo adorava, quando Roby stupì tutti e
sempre con quella famosa faccia tosta di prima, rispose al posto di
tutti mettendosi davanti spavaldo:
-
‘sera mister! Visto com’era stanco? Poverino… è crollato sul divano
mentre sparavamo cazzate! Non volevamo svegliarlo, ha fatto un periodo
da panico e lo stavamo portando a casa per rimboccargli le coperte! -
L’immagine di loro che rimboccavano le coperte proprio a Kevin come un
padre premuroso lo faceva col figlioletto dolce, fece per poco ridere
tutti, mister compreso, e tutti si chiesero cosa gli fosse venuto in
mente a quel matto di parlare e provare a risolvere le cose da solo.
Thiago lo insultò con molta fantasia ma Massimiliano, sempre battendo
il piede a terra impaziente, disse severo e perentorio:
-
Roby, mi prendi per un idiota? -
-
No mister, ma dovevo provarci! - La sincerità schietta che usò fece
questa volta miracolosamente ridere Massimiliano… oddio, per quando lui
ridesse… in realtà parve un’altra smorfia ma ormai lo sapevano
interpretare!
-
Cosa è successo veramente? -
-
Niente, ce ne occupiamo noi… tanto c’è la pausa, fino a quando non ci
ritroviamo a Dubai per il ritiro prima della ripresa di campionato, non
serve che lo controlli ancora. Può anche diventare un tossico nel
frattempo, se per quando riprendiamo torna a posto! - E vederlo in
quelle condizioni era difficile credere che potesse tornare a posto,
specie se lo lasciava nelle loro mani.
Il
mister fu seriamente tentato di prendere Kevin al posto loro per
assicurarsi che ce la facesse, era troppo affezionato a
quell’attaccante che giocava divinamente, ma doveva dare il beneficio
del dubbio a quelle quattro calamità. In realtà l’unica era Roby, il
suo preferito. O uno dei.
Sospirò
e si mordicchiò la bocca cercando la forza per non insultarli, fece
qualche rito zen interiore e ce la fece.
Solitamente
lasciava che fossero i ragazzi ad occuparsi delle grane dei loro
compagni, raramente scendeva in campo lui direttamente. Sapeva che era
il modo migliore per ottenere dei buoni risultati.
Non
poteva fidarsi di quel combina guai di Roby o di quel terrorista di
Zlatan, tanto meno di quel fifone di Alex, ma di Thiago poteva, infatti
guardando lui direttamente negli occhi con serietà, disse come se gli
affidasse la sua stessa vita:
-
Thiago, per favore, vedi che si riprenda come si deve. - Affidarlo a
lui fu davvero saggio, dopotutto.
Roby
se ne risentì comunque…
-
Perché, crede che io non ce la possa fare? - Fece stizzito senza
nemmeno attivare il cervello.
Massimiliano
lo guardò chiedendosi se davvero gli stesse facendo quella domanda…
Appurato
che era serio, rispose schietto mettendogli una mano sulla spalla:
-
Credo che tu faccia tanti tentativi anche al di là del campo da calcio.
Che sei una persona di quantità più che di qualità. Però prima di
imbroccare la porta, ne fai di sbagli. Ecco, con lui non si può
sbagliare! O lo si tira su o lo si tira su. Per questo chiedo a Thiago,
perché lui non sbaglia mai! - L’allegoria col loro modo di giocare sul
campo fu una chicca che allentò la tensione e fece ridere tutti,
perfino Zlatan ed Alex, mentre Thiago cercò di non mollare Kevin per
stringere la mano al mister. Quando faceva quelle sparate lo voleva
abbracciare.
Contento
di essere il cocco del mister insieme a Roby e che dei due almeno uno
riuscisse effettivamente a risolvere in qualche modo le situazioni,
poterono andare e con uno sguardo di gratitudine per averli lasciati
fare, salirono in macchina diretti a casa di Alex.
La
notte non era certo finita lì per loro…