CAPITOLO
VII:
REAZIONE
A CATENA
Fu
la mattina più atroce che Dio mandò sulla Terra.
Per
Roby, ovvio.
Il
primissimo pensiero che ebbe fu Kevin, la sua bocca, il suo pene e i
loro orgasmi -due da parte propria!-
Poi
Thiago e lì si fermò andando in crisi profonda e nel panico più nero.
Era
complicato.
Era
molto complicato.
Non
riusciva proprio a prevedere come l’avrebbe presa, lo conosceva bene,
stavano insieme ma non riusciva a prevedere le sue reazioni.
Però
una cosa era certa, non poteva tenerselo ancora dentro nonostante fosse
successo appena poche ore prima.
No,
si disse… più aspettava e peggio stava. Doveva dirglielo qualunque cosa
sarebbe successa.
Così
scrollandosi Kevin di dosso che cadde a terra ed imprecò per
quell’atroce risveglio -rendendosi conto solo in quel momento di avere
un paio di botte che non ricordava come si era procurato… per non
parlare di ‘ma dove cazzo sono?’- si precipitò su per le scale.
Anche
se sarebbe morto, doveva affrontare il proprio meritato destino infame!
Entrato
in camera non perse tempo a fare inutili moine e a svegliare Thiago con
dolcezza. Non lo faceva normalmente, figurarsi in una condizione del
genere dove lo stomaco minacciava aborto.
Si
sedette bruscamente nel letto ed accesa la luce del comodino, lo scosse
brutalmente chiamando con voce cavernosa.
-
Thiago… ehi Thy… Thiago, cazzo, svegliati! È successa una cosa grave! -
Thiago
finalmente riprese vita e sentendo l’ultima parte si sedette di scatto
sul letto guardandolo stralunato, i capelli spettinati, i segni del
cuscino sul viso, gli occhi piccoli.
-
Kevin sta ancora male? Era in coma etilico? È morto? - Roby per un
momento si chiese perché alla parola grave avesse associato cose atroci
a Kevin e basta… come gli venne il pensiero gli andò via.
Doveva
dirglielo.
Appena
Thiago guardò meglio il compagno capì che doveva riattivarsi ed in
fretta, per cui schiaffeggiandosi il viso e strofinandoselo, si decise
a dargli retta.
-
Ci sei? - Fece Roby con voce tremante.
-
Dimmi, cosa hai combinato? - Il tono consapevole, si aspettava qualcosa
da come l’aveva svegliato e conoscendolo c’era poco spazio per
l’immaginazione e la fantasia…
Aveva
temuto quel momento da quando si era messo con lui, sapeva com’era
fatto ma aveva voluto rischiare lo stesso. Lasciarlo dormire con Kevin
non era stato saggio ma aveva confidato nel fatto che stava male e
dormiva profondamente… cosa potevano aver fatto?
Il
risveglio di Thiago fu decisamente pronto e veloce. Di certo uno più
traumatico di quello non l’avrebbe più avuto.
-
Ecco… - Sembrava incapace di dirglielo come lo era di nascondere il suo
stato d’animo colpevole. Il fatto che sapesse d’aver sbagliato e che ci
stesse tanto male era positivo, in un certo senso.
Thiago
lo disse per lui.
-
Hai fatto sesso con Kevin? - Doveva essere così ovvio? Si chiese Roby
stizzito e shockato per il modo in cui lo diceva, aspettandoselo…
-
No… cioè… orale. Sesso orale… dormivo e sognavo che mi stavi facendo un
pompino, poi sono venuto ed ho capito che me lo stavano facendo
veramente, ma che non eri tu ma Kevin! E lui pensava di starlo facendo
a Mark, era ancora mezzo ubriaco! Poi però, cazzo, non so perché, ti
giuro… l’abbiamo rifatto… io l’ho provocato e lui ha accettato e dopo
essere venuto di nuovo mi ha dato il suo ed ho ricambiato! - La
descrizione dettagliata e precisa di cosa aveva fatto gliela poteva
dare solo Roby. Fra tutti era l’unico che voleva i dettagli sessuali e
che altrettanti ne dava… convinto che fosse normale volerlo sapere!
Era
solo un maniaco, si diceva sempre Thiago, ma mise da parte tutto per
concentrarsi sulla questione principale e cioè che avevano fatto sesso
orale. Prima dormendo, poi da svegli. Non poteva andare bene ed anche
se l’aveva saputo che prima o poi sarebbe finita così, non giustificava
niente. Non cambiava che ci stava rimanendo peggio di quel che avrebbe
pensato.
Thiago
rimase immobile in silenzio a fissarlo come se aspettasse di
svegliarsi, ma lo era già e Roby preoccupato gli agitò una mano davanti
agli occhi.
-
Hai capito? Ti ho tradito! - Logicamente a questo Thiago rispose in
modo preciso, sia pure come un automa:
-
Tecnicamente siamo noi che tradiamo le nostre mogli… e da dei traditori
come noi cosa ci dobbiamo aspettare, reciprocamente, se non proprio
questo? Come posso pretendere tu sia fedele se entrambi non lo siamo
mai stati? Ma soprattutto tu… tu sei famoso per questo… per non saper
tenere a freno la tua grande voglia sessuale… cosa… cosa dovrei dirti,
Roby? Che sono sconvolto, che ti pianto e non voglio più vederti? Me
l’aspettavo… non con Kevin, ti dirò, ma me l’aspettavo… ti ricordi che
te l’avevo detto? Ora… - E si sospese… aveva parlato anche più di quel
che avrebbe pensato di fare.
Sospirò.
Cosa
dire, ora?
Non
sapeva nemmeno come si sentiva di fatto, sapeva di esserselo aspettato,
sapeva molte cose ma non come si sentiva, cosa voleva e cosa doveva
fare.
Era
strano.
Era
una situazione anomala. Non un normale tradimento. Quello che aveva
detto era vero.
-
Non posso pretendere niente da te. E non so onestamente cosa pensavo
mentre mi sono messo con te… - Quando Roby capì che parlava al passato
si terrorizzò e prendendolo per le spalle lo chiese tremante ed
angosciato all’idea di aver perso la persona che in vita sua aveva
desiderato più in assoluto. Ma cosa c’era di sbagliato in lui?
Era
malato patologico, ecco cos’era!
-
Mi stai lasciando? - Thiago con un moto di stizza, rispose gelidamente
togliendosi le mani di dosso:
-
Stavamo insieme? Come ci dovevamo considerare? Siamo amanti, siamo
entrambi sposati… io non so onestamente cosa fare! Cosa dirti… cosa… -
A quello scosse il capo con amarezza. Decisamente il peggior risveglio
della sua vita. - Ho bisogno di tempo, Roby. Devo pensare. - Lui aveva
sempre bisogno di tempo.
Roby
però capì che quello era il minimo e non poteva pretendere di meglio.
Sospirò
sconfitto, almeno il peso in meno l’aveva… sapeva tutto, non poteva
nascondergli niente… avrebbe accettato qualsiasi conseguenza. Non aveva
scelta. Almeno a quel punto doveva comportarsi da uomo. Sempre ammesso
che non fosse proprio da uomini ragionare con l’organo genitale
piuttosto che con il cervello…
Quando
Thiago uscì dalla camera, lui rimase seduto nel letto a fissare la
porta chiusa. Ora?
Cosa
doveva fare?
Poteva
uscire da lì, vederlo ancora, sentire la sua gelida indifferenza fino a
che non avrebbe deciso qualcosa?
La
confusione lo colse. Un’altra pesantezza lo abbatté.
Stava
perdendo quello che aveva desiderato sopra ogni altra. Come aveva
potuto?
Senza
la capacità fisica di stare da solo fece ciò che gli veniva sempre a
quel punto, quando stava male e ne combinava una… uscì dalla camera e
si infilò in quella accanto di Alex.
L’amico
dormiva della grossa con Zlatan, abbarbicato su di lui, nudi ed
abbracciati. Era chiaro cosa avevano fatto prima di addormentarsi e non
si curò di loro.
Aveva
bisogno che Alex l’abbracciasse e basta, come sapeva fare lui.
Salì
così sul letto ed invadente strappò Alex alle braccia possenti di
Zlatan che nel sonno lo lasciò andare.
Per
l’amico fu traumatico un risveglio simile e prima di capire che diavolo
succedeva, si ritrovò girato dall’altra parte ad abbracciarlo mentre,
infilato a sua volta sotto le coperte, gli si accoccolava contro come
un bambino.
Per
un momento credette di essere tornato indietro nel tempo, a quando
soffriva per Thiago, quindi rimase così, mezzo addormentato ad
accarezzarlo e a tenerlo con sé. Poi si ricordò improvviso e
spalancando gli occhi disse ad alta voce:
-
VI SIETE LASCIATI?! - Questo svegliò Zlatan che imprecò e scosse Roby
che si nascose ancor più contro di lui. Non aveva nemmeno la forza di
raccontargli tutto.
-
Certo che svegliarsi con un altro nel letto rispetto a come mi ero
addormentato non mi era ancora capitato… - Commentò ironico Zlatan
rilassato perché era Roby e non chissà chi. Da lui uno si aspettava
certe invasioni… - Se devo condividerti con qualcun altro avvertimi,
non son problemi ma almeno mi preparo! - Fece poi.
-
Non sono un link di facebook… - Brontolò Alex. - Roby ha qualcosa, fa
così solo quando sta male per Thiago… -
-
Ma se dormiva con Kevin… - Fece logicamente Zlatan che non l’aveva mai
visto così. Poi capì e sporgendosi oltre Alex, disse rivolto a Roby: -
L’hai tradito con lui? - Era tanto ovvio? Si chiese di nuovo Roby…
perché tutti ci arrivavano subito?
-
Roby, è così? Hai tradito Thiago con Kevin? - Non ci capiva più niente
a quel punto, ma sopra ogni cosa… - Con tutto quello che hai fatto per
Thiago lo tradisci? Con Kevin, poi, che ti stava sulle scatole
all’inizio… ma cosa ti è saltato in mente? - Quel mondo era per Alex
molto lontano ma non lo era per Zlatan che vedendo l’amico in crisi
profonda parlò al suo posto capendoci qualcosa di più… non andò per il
sottile comunque.
-
Ragiona col cazzo, quello! Quante volte ha già tradito sua moglie?
Quante scopate si è fatto? Non ci pensa… se si presenta l’occasione lo
fa e basta! - Era proprio così. La voglia, in quei momenti, gli
spegneva letteralmente il cervello. Non che questo fosse una
giustificazione accettabile, ma era proprio quello che succedeva in
Roby in quei momenti. Ed era molto più comune di quel che si potesse
pensare…
Alex
sospirò, a quel punto non sapeva cosa dire. Rimase fermo, mezzo steso,
a coccolare Roby aggrappato al suo petto, con l’amico davanti ed il
compagno dietro. Una situazione strana ed ingestibile se non altro
perché non sapeva proprio cosa dire a quello che aveva davanti.
-
Sei proprio un idiota… - Asserì infine Zlatan stendendosi per
continuare a dormire. Non c’era molto altro da dire, in effetti… e Roby
fu d’accordo con lui. Era un’idiota.
Thiago
sceso giù al piano terra trovò in soggiorno Kevin steso per terra ai
piedi del divano, si fermò e per un momento Roby venne cancellato.
-
Che ci fai lì? - Chiese notando che non dormiva. Kevin, appoggiato al
gomito, sbuffò:
-
Quello mi ha buttato giù svegliandomi in questo modo barbaro e non
avevo la forza di rialzarmi! - Thiago, scettico, l’avrebbe anche
aiutato se non fosse stato nominato Roby, infatti seccato girò sui
tacchi e lo ignorò infilandosi in cucina.
Kevin
ci rimase male aspettandosi una mano, quindi quello funse da molla e
mettendosi in piedi, dopo aver barcollato per il sonno non molto
congegnale e la nottata burrascosa, si sedette stancamente su una
sedia, si appoggiò al tavolo, infine con movimenti rallentati alzò lo
sguardo e l’osservò preparare una moka grande di caffè come se fosse
casa sua.
-
Che diavolo ci faccio qua? Dormivo su Roby, fra l’altro! Ero così
sbronzo? - Davvero non ricordava nulla della sera prima e Thiago non
stentò a crederlo, ma in quel momento parlare proprio con lui non
sarebbe stato molto terapeutico.
-
Come un barbone! - Disse laconico cercando suo malgrado di non
trattenersi. Non è che sapesse cosa stava facendo e ad ogni modo non
gli sarebbe interessato che Roby era impegnato con lui… per di più da
sobrio aveva già cercato di farselo per ripicca nei suoi confronti… o
qualcosa del genere…
-
Che altro ho combinato? - Chiese consapevole che qualcosa dovesse
averla fatta per averlo così fuori di sé -era evidente lo fosse.-
Thiago
si fermò, era di spalle rispetto a lui e irrigidendosi alzò la testa
guardando in alto, sospirò spazientito e sperò di poter essere lasciato
in pace.
-
Da quando non ricordi niente a quando ricordi qualcosa? -
Kevin
si sforzò fra il mal di testa atroce…
-
Da quando ho litigato con Mark… poi ho incontrato te, ho cominciato a
spiegarti la situazione e via via è andato tutto nel buio! Poi ricordo
che stanotte ho sognato di fare due pompini a Roby -il primo pensavo di
farlo a Mark in realtà- ed un altro me ne sono fatto fare da lui. Poi
mi sono svegliato con lui che mi buttava giù dal divano! -
Thiago
si morse il labbro. La parte più facile era la sera precedente.
-
Ti sei sfogato, ti sei lagnato, ti sei confidato, hai pianto, ti sei
disperato, hai vomitato e poi ti sei addormentato nel pavimento del
bagno. Siccome non potevo lasciarti in quelle condizioni mi sono fatto
aiutare da Alex, Roby e Zlatan e ti abbiamo portato qua da Alex. Hai
usato Roby come cuscino. - A quel punto si girò, era già chiaro così
quanto fosse arrabbiato poiché parlava criptico e poco. Kevin si tirò
su e vide il suo sguardo sottile, assassino e davvero inquietante. Allo
stesso modo, basso e penetrante, tagliente da morire, disse: - E non
stavi sognando di farti Roby. L’hai fatto veramente! -
Kevin
si pietrificò, rimase con la bocca aperta e dalla gola uscì solo un
gelato ‘ah’ che diceva tutto. Anche la sua espressione fu da premio
oscar. Molto da ‘l’ho fatta grossa’.
Bè,
che ci arrivasse da solo era confortevole, Thiago era certo che avesse
anche dovuto spiegargli perché era furioso. Lui lo dimostrava così. Con
il freddo artico.
-
Bè… cosa ti è saltato in mente di lasciargli fare il mio cuscino? -
Eccola lì la sua sparata geniale!
In
un primo momento Thiago ebbe voglia di tirargli la caffettiera in testa
ma poi si rese conto, nella rabbia gigantesca che per poco lo stava per
far esplodere in offese pesanti ed urlate, che non aveva nemmeno torto.
Aveva detto che se l’era aspettato dall’inizio perché conosceva Roby.
Non con Kevin ma Roby era Roby. Non era stato saggio lasciarlo stare
con lui ma non poteva nemmeno passare la vita a fargli la guardia del
corpo, a tenerselo attaccato costantemente per impedirgli di tradirlo
perché tanto lui era lui e lo faceva perché era più forte di qualunque
altra cosa!
Stizzito,
dopo essersi morso il labbro, rispose col mento alzato, la posizione
eretta, il corpo rigido e l’aria, in generale, da principe offeso:
- E
non dovrebbe saper scegliere a 27 anni suonati di seguire quello a cui
tiene di più? Se ha voglia di uccidere qualcuno non è che lo fa
davvero, sa controllarsi! Se preferisce un piacere sessuale piuttosto
che il proprio compagno, allora non dovrebbe avere compagni! - Kevin
aprì la bocca per ribattere ma Thigo lo precedette svelto e spigliato
sapendo cosa stava per dire, infatti lo fece con un dito alzato a modo
di professore saccente: - E non venirmi a dire che è sposato e che
tradisce la moglie con me e che quindi è normale da uno così aspettarsi
che continui a fare la vita che ha sempre fatto! Lo so anche io che la
sua è abitudine… che è da anni che lo fa e che ormai gli viene
automatico e che lo fa per quello, non per vera intenzione o cosa. Però
è ora che cambi qualcosa, altrimenti non è obbligato a stare con me! -
Kevin cercò di nuovo di dire un’altra cosa ma Thiago lo precedette
ancora una volta andandogli davanti, piegato leggermente su di lui per
dare più forza a ciò che diceva. Sembrava un treno lanciato a piena
velocità. Kevin pensò come poteva fermarlo e spegnerlo! - Non posso
avere pretese, dici? Certo che non posso, ma quando ci siamo messi
insieme gli ho fatto questo discorso, gli ho detto se dovevo prepararmi
a condividerlo con un sacco di altri amanti o se potevo per lo meno
sperare in qualcosa di più esclusivo. Non è mio, è di sua moglie ma nel
momento in cui va con chi vuole è evidente che non sta bene con lei.
Sono affari suoi il motivo per cui lo faceva, mi interessa il presente.
Perché viene con me. Perché glielo faccio venire duro? Se è per questo
può scegliere qualcun altro! È lui quello che piangeva perché pensava
che non lo ricambiassi, non io! Io stavo bene anche andando con ragazzi
che mi ricordavano lui illudendomi che mi bastasse e che volessi
quello! È lui che ha voluto il cambiamento fra noi, che ha voluto
questa relazione, che ha detto che non avrebbe più fatto come prima e
che a parte sua moglie sarebbe stato seriamente con me! È lui che ha
voluto tutto questo ed ora non può comportarsi così! Anche se lo sapevo
che l’avrebbe fatto, questo non lo giustifica, anzi, peggiora la
situazione! Significa che non sa cambiare e per me uno che non cambia è
uno che non vuole farlo! Sta bene così! Ma sai cosa ti dico? Se vuole
stare con me, se ci tiene veramente a me, se mi ama come dice sempre…
deve dimostrarmi lui qualcosa! E sai come gli faccio capire quello che
mi ha fatto? Come mi sento? Perché ha sbagliato? Pagandolo con la
stessa moneta, facendogli passare esattamente la stessa cosa. - Kevin
lo disse senza crederlo veramente, la sparò tanto per dire, per
sdrammatizzare… in realtà anche piuttosto sconvolto da quel modo di
fare di Thiago. Così acceso ed arrabbiato non l’aveva mai visto. Non
che avesse gridato o cosa, era sempre rimasto composto, ma non era
normale parlare tanto veloce.
- E
quindi scopi con me di nuovo e ti fai beccare da lui? - Gli occhi di
Thiago si illuminarono di una luce maligna, inquietante e assai
pericolosa. Perfino Kevin che era Kevin rabbrividì paralizzato.
-
Esattamente. - No, si disse il ghanese. Così non l’aveva mai visto.
Ingoiò a vuoto. Come ci era riuscito ad infilarsi in una situazione
simile? Quella era ciò che aveva voluto mesi prima… ora… ora che aveva
messo via la pratica Thiago si ritrovava così… a doverselo fare… e sai
che fatica! Come poteva farcela?
In
un momento tutto si sarebbe potuto frantumare. Tutto.
Come
un vento che soffiava su un castello di carte.
Fu
in quel momento che Zlatan scese ed entrò in cucina. Non aveva sentito
nulla e non si era dato pena per notare qualcosa di strano fra loro,
puntando diretto la caffettiera col caffè appena salito, chiuse il gas
e prendendo una tazza se ne versò una parte per berlo amaro e bollente.
Solo dopo si accorse degli altri due e di come lo fissavano, come se
fosse un intruso.
-
Bè? - Chiese spontaneo alzando le spalle menefreghista. Solo allora
capì che doveva aver interrotto qualcosa e prima che loro potessero
parlare e fare qualunque rivelazione, alzò le mani in avanti per
fermarli e deciso e secco disse: - Non voglio sapere un cazzo! Fate
quello che volete, io non voglio entrarci! Sono uscito dalla camera
perché non volevo sentirlo frignare! Non me ne fotte un cazzo, siete
una manica di pazzi! Beautiful sono pivelli a confronto! - Qualcosa
doveva averla capita eccome. Più di qualcosa. Ma di proposito
scacciandoli con la mano uscì dalla cucina dicendo che se ne tornava a
casa…
Thiago
e Kevin rimasero fermi a guardare la porta della cucina, quindi con il
ghanese ancora stordito per quel risveglio a dir poco traumatico,
sussurrò incerto per la prima volta nella sua vita:
-
Ma scherzavi? - Thiago tornò serio e risoluto sul suo sguardo:
-
Come la morte! -
Kevin
si morse le labbra.
-
Ora non ci riuscirei mai, dammi tregua… devo riprendermi! - Come se non
potesse scegliere di rifiutarsi. Come se fosse ovvio che se si trattava
di sesso -con lui per di più- non potesse proprio evitare.
-
No, adesso non ho nemmeno voglia… prima mi devo sbollire. - Fece il
difensore raddrizzandosi e prendendo la caffettiera per versare due
tazze di caffè. Poi si fermò e guardò verso l’alto dove doveva essere
la camera di Alex. Si chiese cosa dovesse fare nel prossimo futuro ma
decise di evitare qualunque cosa, anche di guardarlo. Voleva andare da
lui e dirgli che era abitudine e niente di più, ma sarebbe stato facile
e non voleva alleggerirlo così. Doveva penare ancora e soprattutto
capire una volta per tutte perché sbagliava. Doveva dargli una
motivazione bella grande per cambiare.
Sospirando
porse il caffè amaro a Kevin mentre per sé si mise un cucchiaino di
zucchero, mescolò e pensieroso lo bevve. Dopo di che mormorò solo un
serafico: - Ci sentiamo. - Che sembrava un indiscutibile ‘non ti
tirerai indietro!’. Poi se ne andò a sua volta.
Rimasto
solo, Kevin tornò a poggiare la fronte sul tavolo. Come diavolo faceva
a ficcarsi in quelle situazioni? Era mai possibile?
“Ed
ora che dovrei parlarne con Mark ma che non posso perché è il
principale colpevole di questo casino? Cioè, se non ero depresso per
lui non mi ubriacavo e quindi non mi ficcavo qua dentro! Sembra la casa
dei casini! Succedono sempre qua dentro! Ci deve essere una
maledizione, non so! Oddio, non che mi dispiaccia farmi Thiago… come
stanotte con Roby, però devo dire che è un casino. Insomma. Se lo
faccio lo faccio perché mi piace scopare. Lui soprattutto. Ma mi
dispiace far star male quell’altro fenomeno che di sopra sta già male
in abbondanza perché è abituato ad accettare i cazzi di tutti! Non sarà
mica normale… Thiago ha ragione, deve fare qualcosa per cambiare! Ok,
parlo io che sono praticamente identico… ma io non ho una vera
relazione e nemmeno ci tengo. Vedi che casino con Mark. Mark, cazzo!
Cosa devo fare con lui?”
Fra
i casini della propria mente si perse senza notare subito la presenza
silenziosa di Alex che saltò quando vide una massa informe muoversi sul
suo tavolo.
Entrambi
sussultarono nel notarsi e quando si videro si rilassarono.
-
Com’è? - Chiesero allo stesso modo. Sorrisero e Kevin fece segno ‘così
così’ con la testa, poi incitò Alex a parlare.
-
Roby è sul disperato. Sono andati tutti via? - il centrocampista annuì,
così si prese coraggio a due mani e versando il caffè rimasto in due
tazzine, chiese un po’ intimidito: - Mi spieghi cosa è successo di
preciso? Roby è un caos assurdo, non riesco a capirci nulla… dice solo
che ha perso Thiago e che è un coglione. Piange! Sembra di essere
tornati a quando… - Poi si rese conto che stava per dire ‘a quando
piangeva perché Thiago stava con te’. Si trattenne ma Kevin capì
ugualmente.
Il
ragazzo si raddrizzò sulla sedia e si stiracchiò sbadigliando, poi
grattandosi la nuca cercò di spiegare alla meglio quanto accaduto.
Insomma, per quanto ricordava… aveva creduto d’aver sognato!
-
Ma non sapevi nemmeno cosa facevi! - Kevin si strinse nelle spalle.
-
Lui sì! Il secondo orgasmo, dico. E quello che ha fatto a me. Cioè, è
biasimabile dal punto di vista di Thiago. - Alex quello lo capiva,
quello che gli sfuggiva era ben altro…
-
Questo assolutamente sì. Roby ha un problema col sesso e lo sappiamo
tutti. Però lui è innamorato veramente di Thiago ed io lo so. Ma tu… tu
ieri sera stavi davvero malissimo… mi hai preoccupato… - Kevin si
imbarazzò di essere al centro delle preoccupazioni di qualcuno, non
succedeva mai. Sospirò disorientato e provò a dire qualcosa che fosse
all’altezza, voleva davvero tranquillizzarlo.
-
Io sono nella merda, non ci sto capendo niente. Come faccio ad
innamorarmi così facilmente? Pensavo di non esserne capace ma in realtà
è anche troppo facile! - Asserì alla fine Kevin senza rendersi conto
che il punto era quello. Lo guardò sorpreso ed il brasiliano parve poco
sorpreso di questo.
-
Io te l’avevo detto che l’avresti trovato. Che non puoi decidere tu.
Che succedono e basta, queste cose. - Alex era anche molto sentimentale
ma a quel punto non poteva dargli torto. Quello che si innamorava di
continuo era Kevin.
-
Ma sono innamorato di Mark? È questo che non capisco… -
Il
ragazzo gli si avvicinò e carezzandogli gentile la schiena, disse
piano:
-
Devi capirlo tu, questo. -
-
Non so come… - L’altro sorrise con dolcezza, comprendeva perfettamente
i suoi casini, c’era stato dentro lui stesso in cose simili mesi prima.
-
Lo capirai. Quando lo sarai. Insomma, se l’ho capito io. Penso che
succeda quando capsici di non poter fare a meno di una persona. Lì è
proprio inconfondibile. Comunque ti suggerirei di passare queste
vacanze natalizie senza vederlo e sentirlo, ti aiuterà a far chiarezza.
- Che fosse diventato così saggio e sveglio lo si doveva probabilmente
alla vicinanza di Zlatan. In realtà era sempre stato capace di parole
straordinariamente giuste al momento giusto, solo che non tutti
sapevano di questa sua dote. Solo Roby e Thiago.
Kevin
colpito di nuovo da quel suo discorso all’altezza, mormorò piano
appoggiando stanco la testa di lato, sul suo fianco poiché in piedi
accanto a lui.
-
Non posso stare senza parlargli per tutto questo tempo… - Disse
spontaneo e amareggiato capendo perfettamente cosa questo significasse.
Alex infatti sorrise consapevole. - E poi devo far pace, ieri sera era
proprio arrabbiato e ci siamo lasciati male. Non voglio passare queste
vacanze così. - Non l’avrebbe di certo fatto. - Però grazie del
consiglio. - Se l’avessero visto anche altri in quel momento non
l’avrebbero riconosciuto. Era davvero diverso da sempre.
-
Vado da Roby… - Disse Alex allora consapevole che si sarebbe occupato
di lui in quel periodo come se fosse suo fratello.
-
Digli che ha un problema col sesso e che l’astinenza è l’unica cura! -
Non ci credeva minimamente ma sapeva che questo avrebbe fatto ridere
Roby.
Anche
Alex rise, infatti, sapendo che questo l’avrebbe di certo distratto.
-
Ce la farà. È forte. - Fece alla fine prima di andare. Allo stesso
modo, Kevin aggiunse.
-
E’ fortunato ad avere te come amico. - Il suo modo di ringraziarlo. Non
era molto normale ma lo si sapeva. Quello era lui!
Il
sorrise dell’altro intese che aveva capito.
Sicuramente
le persone non si conoscevano comunque mai abbastanza.
Kevin
se ne rese ulteriormente conto quando gli arrivò quel messaggio da
parte di Mark.