CAPITOLO IX:
LEZIONI A VICENDA

Roby sarebbe scoppiato.
Quelle vacanze erano atroci, Thiago non si faceva vedere e sentire e non aveva la scusa del club. Stare in famiglia era una tortura vera e propria. Solo suo figlio lo salvava, si isolava con lui e nonostante pensasse che era un pezzo di merda, lo faceva stare meglio.
Poi vedeva sua moglie e gli muoveva una voglia gigantesca di vere Thiago.
Pur riempiendolo di messaggi non serviva a niente e pensare a quanto idiota fosse stato e a come fare per rimediare, non c’era verso di arrivare a nulla.
Sapeva d’aver sbagliato, sapeva d’aver un problema col sesso, sapeva che si eccitava facilmente e che una volta che succedeva non ragionava più, sapeva che era più forte di lui ma questo non lo giustificava e non cambiava il fatto che fosse stato uno stronzo e che non meritasse Thiago. E nemmeno la sua famiglia, se era per quello, ma con Thiago lo faceva con amore. Era innamorato di lui. Non voleva che finisse tutto, non poteva sopportarlo e l’idea che fosse andata lo torturava.
Passava il tempo a pensarci e quando si sentiva la voglia di piangere, andava da Alex e lo faceva. Non si era mai sentito peggio.
Come aveva potuto?
Thiago glielo aveva detto, quando si erano messi insieme: se doveva condividerlo con altri… lui gli aveva assicurato di no ma più che altro l’aveva sperato.
‘Ti prego, perdonami… ho un problema e non so come risolverlo… aiutami…’
Questo era stato l’ultimo. Non poteva sapere che Thiago stava già cercando un modo per aiutarlo. Non certo qualcosa di tradizionale e facilmente comprensibile. Del resto, con lui solo quelle cose funzionavano.
Quando gli arrivò il messaggio di risposta, pensò di aver letto male.
‘La famiglia è in vacanza da mia suocera. Ho del tempo prima di raggiungerla. Passa stasera e parliamo.’ Criptico ma chiaro allo stesso tempo.
A Roby venne male ma l’euforia per aver raggiunto un piccolo qualcosa, qualunque esso fosse, gli ottenebrò il cervello come sempre e non gli fece capire quanto strano fosse quel messaggio a quel punto.
Non gliene importava, bastava poterlo rivedere ed illudersi d’avere una possibilità.

Anche Kevin ricevette lo stesso messaggio e capì che voleva veramente attuare il suo piano.
Gli diede retta fondamentalmente per tre motivi.
Uno, il sesso andava sempre bene. Due con Thiago ancora di più. E tre tutta quella situazione da telenovela lo distraeva anche più del sesso, se possibile, e lo teneva lontano da varie tentazioni che riguardavano Mark.
Era curioso, oltretutto, di vedere come sarebbe andata fra Thiago e Roby, se ce l’avrebbe fatta nel suo intento oppure se avrebbe perso tutto. Era proprio curioso.
Quando arrivò, Thiago era solo a casa. Aveva immaginato che per farlo lì avesse mandato da qualche parte la famiglia… probabilmente erano soliti andarsene, specie considerando che la famiglia di un calciatore finiva spesso per rimanere sola viste tutte le trasferte e gli impegni di club. Era normale poi che andassero frequentemente da parenti, amici o in qualche altro posto per distrarsi e non sentirsi soli.
Era solo una fase. Quando poi il ragazzo smetteva di fare il calciatore, gli impegni cambiavano, la vita cambiava e tutto tornava più o meno normale.
Arrivato, l’accolse Thiago con una strana espressione. Era anche strano vedersi apposta per fare sesso, ma per lui non poi così tanto.
Con lui forse.
I deja-vu tornarono come un treno in corsa e non erano poi tanto spiacevoli.
Certamente all’inizio c’era stato male ma poi parlando con Mark aveva dato ad ogni cosa una dimensione più accettabile, aveva visto il tutto come qualcosa di meno grave di ciò che aveva pensato.
Era stato molto diverso, insomma, ma era stato anche merito del tempo. Sul momento si ingigantiva tutto, non si capiva cosa fosse qualcosa fino a che non la si metteva da parte ed i giorni non passavano; poi tornandoci su, un giorno, ci si rendeva conto che forse non era quello che si pensava. Per questo il tempo era sempre prezioso in ogni caso.
E Kevin era precipitoso, era famoso per questo.
Troppo simile a Roby, si disse.
- Gli ho detto di venire verso le otto… - Disse Thiago come fosse ovvio che avrebbero fatto solo quello. Erano le sette e mezza. Non c’era spazio per molto altro.
- Come deve essere? Vuoi che arrivi nel pieno della scopata oppure più o meno all’inizio o alla fine? Perché in questo caso dobbiamo cominciare subito… -
Thiago andò in cucina e prese due calici, stappò una bottiglia di vino rosso e ne versò un po’ nei bicchieri, uno lo porse all’altro.
- Roby ha le chiavi, fa sempre un po’ tardi ma considerando che freme per chiarire e sistemare, arriverà puntuale. Non deve essere né alla fine né all’inizio ma proprio nel bel mezzo. - Poi aggiunse sorseggiando con aria enigmatica e decisamente erotica di natura: - Hai qualche minuto per scaldarti, se è questo che vuoi sapere… - Kevin sorrise a sua volta sornione. Quella situazione gli piaceva davvero sempre più.
- Pensavo te ne occupassi tu… visto che dobbiamo rifarlo, facciamolo come si deve, no? - Fece avvicinandosi sinuoso. Bevve un altro sorso davanti ai suoi occhi, fissandolo diretto e furbo. A Thiago piacque molto quel modo di fare e di comportarsi. Kevin gli era sempre piaciuto, comunque… proprio perché ricordava molto Roby. Ma in realtà non erano uguali. Kevin aveva una carica erotica che Roby non aveva. Thiago bevve a sua volta un po’ di vino, la gola gli si era seccata, non poteva certo dire a sua volta che gli sarebbe dispiaciuto. Un po’ poteva capire Roby, trovandosi davanti al suo viso, a quell’espressione sinuosa e vogliosa chi non avrebbe avuto desideri poco casti? Ma bisognava sapersi controllare, se c’era qualcosa che contava di più.
- Tanto per sapere… - Fece poi Kevin mettendo giù il bicchiere nel tavolo accanto, non lo toccava ancora nemmeno con un dito, lo sfiorava e basta e Thiago lo sfidava a farlo, lo sfidava a fare tutto come sapeva gli piaceva. Voleva assecondarlo, voleva giocare un po’. I ricordi legati a quel ragazzo erano belli e molto caldi. - Come pensi che possa reagire, Roby? Se mi devo preparare ad un pugno devo saperlo… - Era il tipo, dopotutto.
Thiago sorrise sornione.
- E’ imprevedibile… ma se io fossi in te mi preparerei a schivare un diretto! - Kevin ridacchiò.
- Spero che poi mi difenderai, non voglio essere odiato da Roby! È un ragazzo in gamba, dopotutto… mi piace! - L’aveva detto con sincerità e Thiago vi colse malizia in quello, ma non se ne curò.
- Avrai quello che ti meriti. - Flirtavano e sarebbero andati avanti ancora, i toni di voce bassi ed insinuanti, i corpi sempre più l’uno verso l’altro, speranzosi di essere toccati. Anche Thiago alla fine mise giù il bicchiere e con gran stupore dell’ospite, invece di fare lui la prima mossa, senza toccarlo nemmeno se ne andò dalla cucina. Sulla porta si girò a metà per indicargli di seguirlo, lo sguardo sottile e provocante. Kevin gli andò subito dietro e quando lo vide dirigersi alla camera lasciando tutte le porte aperte, si eccitò all’idea che a breve sarebbe stato di nuovo in lui.
Aveva un modo di fare sesso, quel ragazzo, che era anomalo. Si adattava perfettamente a chi aveva davanti, non si scandalizzava, non rimaneva mai indietro, era sempre all’altezza di tutto.
Si leccò le labbra e lo raggiunse fra i piedi del letto ed il cassettone con lo specchio, finalmente si decise a fare qualcosa e senza mai staccargli gli occhi dai suoi magnetici e provocanti, iniziò a slacciargli i bottoni della camicia. La indossava già fuori dai jeans, tutto rigorosamente con gran gusto e stile elegante ma comunque da casa. Gli donava. Evidenziava il suo corpo atletico nel giusto.
Un bottone, il primo era già aperto, poi il secondo, gli occhi incatenati, il terzo, i respiri si confondevano.
Non si sarebbero baciati, Kevin non baciava mai se faceva solo sesso, ma quelle labbra carnose erano sempre troppo invitanti, ci sarebbe annegato di nuovo tanto volentieri. Si oppose a quel gesto troppo intimo e quando gli ebbe aperto la camicia, gli sfiorò la vita da sotto la stoffa bianca e leggera che scivolava liscia sulla pelle calda. Thiago rabbrividì.
Non lo ricordava così lento e delicato ma sensuale sì. Nessuno lo era mai stato più di lui.
Del resto nessuno era più irruente e bruciante di Roby. Nessuno lo divorava più di lui, lo faceva impazzire a quel modo, gridare a quel modo…
Pensando ad entrambi i modi di fare sesso, Thiago si eccitò e infilando le mani sotto la sua maglia, raggiungendo la sua pelle, lo fece sussultare. Ubriachi dei rispettivi sguardi e spaventati all’idea di finire per baciarsi nel continuare così, Kevin portò le labbra sul suo orecchio e cominciò da lì ad assaggiarlo con calma e sensualità. Scese poi sul collo e nel mentre risalì con le mani sui lati del suo busto giungendo con le dita ai capezzoli, glieli stuzzicò un po’ per poi lasciare spazio alla lingua che continuò la stessa operazione dopo averlo appoggiato al cassettone ed averlo inarcato per ottenere un miglior accesso.
Thiago lo cinse con la braccia, l’accarezzò sulla nuca, sul collo, sulle spalle e lo tenne a sé con a sua volta altrettanta sensualità. Allargando le gambe ed appoggiando un piede sul letto dietro di Kevin.
La camicia gli scivolò sulle braccia e lì vi rimase fino a che Kevin stesso non gliela tolse del tutto dai polsi, fu così che Thiago gli prese la sua maglia e ricambiò sfilandogliela via. Rimasti entrambi a torso nudo si guardarono. Avevano entrambi dei tatuaggi ma Kevin molti di più. Gli donavano, fra l’altro.
La pelle di tutti e due mulatta si amalgamava bene e quando gli si premette addosso col bacino per dargli un assaggio di quel che stava per avere, Thiago gli slacciò i pantaloni non volendo più aspettare oltre. Poteva arrivare Roby da un momento all’altro e voleva che fossero molto più in là, sebbene sarebbe rimasto così in eterno, fra quei preliminari tremendamente erotici.
Kevin sapeva fare l’amore. Decisamente. Poi si corresse. Sesso. Era solo sesso.
Ma qualunque cosa fosse, ne voleva ancora.
Kevin sorrise malizioso e inginocchiandosi davanti a lui gli strofinò l’inguine per un po’ attraverso i jeans. Quando Thiago mugolò lamentandosi, si decise e glieli slacciò sfilandoglieli via insieme ai boxer aderenti, poi gli allargò le gambe di nuovo ed il brasiliano le appoggiò al letto per fare perno e dargli un accesso perfetto a qualunque parte di sé volesse.
Era una posizione interessante, appoggiato al cassettone in quel modo.
Le sue labbra finalmente gli diedero tregua e quando le sentì sul proprio inguine sospirò sollevato, non ce la faceva più. Voleva che lo succhiasse, che lo divorasse, che lo… ma si rese conto che lo voleva alla maniera di Roby e pensando a lui, ancora una volta, si eccitò più del dovuto. A Kevin piacque ed aumentò il ritmo, la testa accompagnata dalle mani di Thiago stesso e dai suoi gemiti, la voglia di andare sempre più in crescendo, di prendersi di più, di dare di più…
I ricordi di mesi prima come un treno lo demolirono, riaccendere una miccia spenta forse non era saggio ma ormai erano lì e stavano già bruciando. Quando lo sentì vicino all’orgasmo, Thiago se lo staccò, non voleva così presto e Kevin lo capì alzandosi, rimase fermo, voleva che da lì continuasse un po’ lui e così fece, scendendo dalla cassettiera, spostandosi per sedersi sul letto e tirandogli molto volentieri giù i pantaloni ed i boxer.
Non era solo uno spogliarlo, era un accarezzarlo, un far suoi quei muscoli solidi, la pelle soda e liscia, quelle gambe da calciatore e poi i suoi glutei. Una volta tolto tutto, infatti, risalì coi palmi aperti e li afferrò a piene mani, infilando con decisione le dita fra di essi, strinse e l’attirò a sé dandogli quella bocca che sapeva faceva tanto impazzire Kevin.
Lo sentì sospirare subito e le mani andarono sulla sua nuca, lo presero per i capelli con poca gentilezza e ben presto la voglia lo sconnesse.
Si mossero insieme sulla sua erezione sempre più eccitata e con le spinte nella sua bocca, venne ben presto voglia di fare altro; poco prima di venire Kevin lo staccò, lo alzò e lo piegò a novanta sulla cassettiera.
Thiago si lasciò fare sapendo che era la sua posizione preferita, quindi gli si porse in modo da dargli un accesso completo e libero di sé, appoggiato al mobile coi gomiti e guardando Kevin allo specchio.
Era chino su di lui, con la lingua in sé che si alternava alle dita. Ricordava quanto bravo fosse ma così era diverso. Riprovarlo fu ubriacante e deleterio e quando i gemiti riempirono la stanza, si trovò davvero a chiedere che venisse e si sbrigasse perché voleva sentirlo dentro.
- Vieni, sbrigati che ti voglio dentro… -
Quando Kevin l’udì non resistette più e alzandosi lo prese per i fianchi e incrociando il suo sguardo dallo specchio, voglioso e naturalmente erotico, entrò in lui con una spinta da subito poderosa. Sapeva che con lui non servivano riguardi, sapeva che gli andava bene tutto, sapeva che poteva farlo come desiderava.
Si sentì avvolgere e stringere nella propria intimità fino ad avere subito un lampo d’elettricità attraversarlo lungo la spina dorsale, poi non si trattenne, non capì più nulla, non seppe più nulla.
Cominciò a spingere sempre guardando Thiago allo specchio, immersi entrambi in un piacere inaspettato, a gemere insieme, a chiederne di più.
Non seppero assolutamente come da lì arrivarono a qualcosa di ancor più pazzesco ed incredibile.
Thiago e Kevin di tutto si sarebbero aspettati, da Roby, ma non quello. Assolutamente non quello.

Quando Roby arrivò, aprì con le sue chiavi come faceva sempre quando sapeva di essere soli.
Sentì subito dei gemiti ma non diede davvero la dovuta associazione. Si guardò intorno cercando di vederlo e di capire da dove provenisse ed invece di gridare come faceva sempre per annunciarsi, andò avanti a seguire quei sospiri ormai sempre più inconfondibili.
Eppure non poteva essere…
Quando dalla porta aperta della camera vide quella scena, in un primo momento il sangue gli si gelò nelle vene, poi, subito dopo, si infiammò con la portata di un lanciafiamme a piena potenza.
Inaspettato, inconcepibile, incontenibile, l’eccitazione salì senza previsioni.
Thiago era piegato in avanti sul cassettone, contro lo specchio, e Kevin era dietro di lui, completamente nudi.
“Scopano!”
Kevin era probabilmente già sul punto di venire e dava spinte poderose e virili, i gemiti fusi come i loro corpi atletici e… belli da guardare… guardare insieme… che si muovevano all’unisono in quei colpi così sentiti e sicuri, sempre più profondi e veloci.
Quando lo videro pensò subito che doveva fare qualcosa e qualcosa fece, ma nessuno avrebbe mai lontanamente immaginato che potesse essere quello.
In realtà in Roby successe né più né meno quello che succedeva sempre ogni volta che si trovava davanti a qualcosa che l’eccitava oltre ogni dire.
Loro due che facevano sesso in quel modo l’eccitava parecchio, a quanto pare…
Per un qualche motivo astruso, ma fu così.
Invece di gridare, picchiare tutti e fare una piazzata, Roby, col cervello completamente sconnesso come quando finiva per ragionare con l’organo genitale, si tolse la maglia e si slacciò velocissimo i pantaloni, quindi senza dar modo di realizzare, fermarsi, parlare, fare qualcosa, qualunque cosa, si sedette sul letto, dietro a Kevin, e prendendolo per i fianchi a sua volta, aiutandosi con le dita, si fece largo fra le sue natiche che inizialmente erano rigide per i muscoli tirati.
Quando ne ebbe ragione, vi immerse il viso e la lingua e leccò fino a farsi lasciare la via più libera, senza opposizioni. Kevin smise di spingere, Thiago di gemere e tutto si bloccò. Per poco.
Perché quando capirono che Roby voleva partecipare a quell’atto di sesso, Kevin sentendo la sua lingua e le sue dita in sé in quel modo deciso e quasi violento, gemette a lungo buttando indietro la testa.
Fu nel sentirlo e nel vederli sempre tramite lo specchio che Thiago, invece di pensare che il suo piano era miseramente fallito e che quello che stava ricevendo una lezione era lui, si fece inavvertitamente trascinare dagli eventi.
E, come di consueto per lui, li assecondò.
Kevin era preda di un piacere inatteso, Roby da dietro con la sua lingua e le sue dita e lui da davanti che voleva proseguire quell’amplesso che stava raggiungendo il suo culmine, quindi riprese a muoversi eccitato.
Per lui che stava in mezzo fu la fine, sentendo piacere tanto da dietro quanto da davanti riprese a godere senza riserve, a spingere impetuoso senza controllo e ad affondare le unghie per un momento sui fianchi di Thiago mentre Roby faceva lo stesso.
Quando raggiunse l’orgasmo, inevitabilmente, fu l’inizio della fine perché capirono che non si sarebbero fermati e che non ci sarebbe stato ancora spazio per altro che quello. Quello fino in fondo.
Perché forse, dopotutto, per certi versi, erano tutti e tre più simili di quello che sarebbero mai stati disposti ad ammettere e nel momento in cui si accendevano a quel modo a tutti succedeva la stessa cosa che capitava a Roby.
Forse non frequentemente come a lui, ma avveniva.
Dopotutto il ragionamento sarebbe stato logico… Thiago e Kevin già scopavano -per qualche strano motivo a Roby incomprensibile- però erano belli da vedere e soprattutto eccitanti. E se lo facevano fra di loro ed entrambi l’avrebbero fatto con lui -com’era noto- perché non farlo lì tutti insieme e subito?
Se voleva aiutarlo in quel modo, qualunque risultato pensassero di tirarne fuori, sarebbe andato bene.
Per gli altri due non c’erano ragionamenti.
Si erano trovati preda degli eventi e non erano più stati capaci di spegnersi.
Quando si sciolsero, Roby non era molto contento di vedersi sottrarre da quell’egregia parte di Kevin, ma qualcosa di meglio gli arrivò e non si turbò poiché riconobbe subito l’erezione di Thiago fin troppo dura.
Il suo sapore ricordava Kevin in qualche modo e tirandosi fuori il proprio membro per cominciare a stimolarsi da solo, sentì che qualcuno gli toglieva la mano, si infilava fra lui e Thiago, gli allargava le gambe e ci pensava con la bocca.
Kevin non era sicuramente abituato ad essere messo da parte. No di certo.
Con una mano sul fianco di Thiago per muoversi come le sue stesse spinte gli suggerivano e l’altra sulla nuca di Kevin per andare al medesimo ritmo, per poco non trovò anche lui il piacere estremo ma doveva togliersi un maledetto sfizio, prima, e quando staccò la testa di Kevin tirandolo per i capelli, fece altrettanto con l’inguine di Thiago. Se li scostò e sbrigativo com’era lui, si spogliò del tutto.
Aveva una voglia da uscirne matti e non di Thiago ma di Kevin, perché dopo averlo letteralmente assaggiato la notte prima non poteva non volere anche il resto.
Lo voleva e basta e non perse tempo, non ne era capace.
Con irruenza prese il ghanese per un attimo disorientato e lo mise a carponi sul letto. Non aveva idea che quelli fossero i suoi modi, ma gli piacquero subito.
Roby bruciava e capì perché Thiago usciva di senno ogni volta.
Entrò senza cerimonie o preparazioni, senza preliminari ulteriori, senza perdere tempo.
Sicuro, senza delicatezza e con brutalità.
Tolse il fiato a Kevin che però non si preoccupò, lo sentì muoversi subito, lo sentì spingere ed andargli sempre più dentro con una velocità devastante e trascinato in tutt’altri nidi, non registrò l’erezione di Thiago nella bocca, la prese e basta. Le spinte di entrambi nello stesso momento, allo stesso modo, violente e profonde, veloci, tempestose.
Non aveva idea di come si sentivano gli altri due a possederlo allo stesso modo, non aveva idea che lo stavano facendo guardandosi fino ad eccitarsi ulteriormente solo coi loro sguardi e che l’interruzione di quei gemiti sentiti e vivi erano solo perché si stavano poi baciando, sporti sopra di lui. Non aveva idea che le loro lingue, intrecciate al di fuori delle bocche, facevano una lotta erotica come se litigassero e facessero pace in quell’unico modo.
Quando vennero nello stesso momento a Kevin non dispiacque, fu solo l’unico modo in cui sarebbe potuta finire con un elemento come Roby.
Solo dopo se ne sarebbero resi conto. Nel farlo da soli Kevin e Thiago sarebbero potuti andare avanti anche tutta la notte, nel momento in cui era arrivato Roby tutto si era accelerato, a partire dalle loro voglie, da loro stessi.
“Davvero uno che brucia, dannazione!”
Pensò Kevin sconvolto, crollando steso di schiena sul letto, ansimante.
Poco dopo gli si misero accanto anche gli altri due, entrambi eccitati e ansimanti, i corpi sudati ed accaldati, la follia che a stento cercava di riportarli ad una dimensione più normale.
Roby fu il primo a riprendersi, doveva avere le energie inesauribili, e sporgendosi su Kevin per vedere Thiago, lo vide come catatonico che fissava il soffitto, incapace di spiegarsi quanto accaduto e dove avesse sbagliato. Roby non aveva idea di cosa avesse voluto fare inizialmente, ma quella conclusione gli era piaciuta molto. Appoggiato su Kevin, a sua volta sfinito, mise una mano sulla guancia di Thiago e attirandolo a sé si riprese le sue labbra carnose ma questa volta con maggiore dolcezza e calma.
Così tornò tutto normale, pian piano, e le menti ripresero a funzionare. Sia pure senza risposte.
- Cosa diavolo è successo? - Chiese Kevin riferendosi al piano di Thiago, senza riuscire a smettere di fissare le loro lingue che si intrecciavano davanti a lui, a pochi centimetri dal proprio viso.
Gli venne sete, faticò enormemente a non unirsi a loro ma era categorico in quello. Mai baciare se non era per sentimento. O perché doveva fingere -riferendosi a Melissa.-
I due smisero e si separarono rimanendo appoggiati su di lui, sempre fissandolo a pochi centimetri da lui, provarono a fare mente locale dopo l’immane piacere esagerato provato da tutti e tre.
- Partiamo dall’inizio… - Fece Thiago che faticava anche lui.
- Perché, c’è un inizio? - Chiese Roby cadendo dalle nuvole…
- Sì, come ti sei spiegato noi due che scopavamo, scusa? - Chiese Kevin ironico.
- Eh… sapevo che eri depresso… magari ti stava consolando? Oppure stava cercando di capire perché ti avevo fatto un pompino e la cosa gli è sfuggita di mano… - Teorie talmente assurde quanto semplici. Thiago scosse il capo.
- Non è così semplice il tuo moroso… - Fece Kevin. Thiago ridacchiò e si accinse a spiegargli dall’inizio.
- Volevo darti una lezione e farti capire sulla pelle come mi sono sentito io quando mi hai detto che eri andato con Kevin. E poi anche scuoterti… insomma, non puoi continuare a non combattere i tuoi impulsi sessuali quando qualcosa ti eccita! Devi capire cosa conta di più… se non mi ami e sono un passatempo è un conto, ma se mi ami allora devi cercare di trattenerti, quando c’è qualcosa che ti eccita! - Roby a bocca aperta guardava il suo compagno esterrefatto. Tutti quei ragionamenti?
- Io non ci sarei mai arrivato che era per quello… e poi mi sono eccitato subito e non ho capito più un cazzo, ho agito come faccio di solito davanti a qualcosa che me lo fa tirare. Me lo prendo! Così mi sono unito alle feste. Insomma, eravate… - Non sapendo come descriverli, la sua espressione bastò per rendere l’idea, infatti Kevin ghignò e Thiago arrossì. Era irrecuperabile, non c’era niente da fare…
- Faccio prima ad abituarmi io a questo tuo lato. Credo non sia curabile… -
- Non… non è che non ti amo… e non sei un passatempo… - Tentò di spiegarsi Roby amareggiato, sapeva che sbagliava quando si comportava in quel modo, ma non sapeva come controllarsi. - Sarà una malattia, non so, ma non voglio niente altro più di quanto voglio te… solo che ci sono anche altre cose che mi eccitano, tutto lì, e quando succede non capisco un cazzo. -
- La tua è abitudine. Sei sempre stato abituato ad agire così, a prenderti liberamente quello che ti eccitava. Ora è la prima volta che stai con qualcuno che ami. O che ami a questo modo, non so… però se è abitudine l’astinenza è l’unica cura. - Disse Kevin questa volta serio, coinvolto da quei discorsi.
Roby sospirò e appoggiò il mento sul suo petto, stava anche comodo. La mano di Kevin corse sulla sua testa a carezzarlo affettuoso, lo vedeva in difficoltà e confuso. L’altra era sulla schiena di Thiago e gli lasciava delle tenere carezze con le dita che mandavano in estasi il proprietario.
- Non ne sarà mai capace e se smettesse di fare sesso non sarebbe più lui. Mi piace perché è così. Perché non ragiona, si butta e va di impulsi basici. E brucia tutti. Li divora. È un fuoco continuo. Se cambiasse e si controllasse non sarebbe più lui. Mi tocca accettarlo così nella speranza che prima o poi la pianti. In fondo in due mesi che stiamo insieme è successa solo mezza volta con te. Escludendo oggi che me la sono cercata. - Sentirglielo dire fece ridere di gusto Kevin.
- Questo è vero amore, Roby! - Fece fra le risa.
- Me ne sono accorto! - Disse Roby stesso con gli occhi lucidi per il suo discorso che dal suo punto di vista era estremamente romantico.
Vedendolo emozionato per quello, Thiago tornò a baciarlo cingendolo da sopra a Kevin che rimase a far loro da palcoscenico. Di nuovo la voglia di partecipare. Di nuovo le voglie contenute.
Non era di sua competenza quella zona.
Ma ben altra sì… così pensando per non sentirsi ulteriormente in disparte, scese con le mani su entrambi i loro fondoschiena e con abilità tutta sua riuscì ad infilarsi in loro con le dita. Dalle labbra unite si levarono dei sospiri e poi dei gemiti fino a che, smettendo di baciarsi, i due si guardarono complici e senza dover parlarsi scesero lungo il suo corpo, spostando i rispettivi in modo da fare una sorta di 616 -col secondo sei a specchio- che sorprese molto Kevin ma soprattutto gradì. Gradì parecchio.
Anche loro, poter ricominciare occupandosi insieme del suo inguine mentre le mani dell’uno in mezzo si occupava delle loro erezioni a sua volta. E la bocca. Quella sempre. Ovunque. Con abilità.
O quasi ovunque.
Il sesso era una gran cura.
Per tutta la notte non pensò a Mark né a niente altro.
Per tutte le volte che lo fecero in tutte le combinazioni. Fino a crollare insieme, sfiniti e morti, a dormire sempre intrecciati ed abbracciati su Kevin.