NOTE:
eccoci ancora qua con questa serie di fic sul Milan, tutte scritte
questa primavera. Torniamo a quel casino vivente di Juraj che ha deciso
di rimettere un po’ in sesto la propria vita e chiudere con le mille
relazioni di sesso per provare una relazione vera. Quando però arriva
da Gianluca per chiarire con lui, si accorge che è la cosa più
difficile della sua vita e pur di non capire come mai gli fa così male
chiudere con lui, si ubriaca e... finisce dal caro dolce Alessio che se
io non metto ovunque mi sento male. Alessio, però, potrebbe non essere
solo. E con un Juraj fuori di sé si potrebbero assistere a delle scene
interessanti. Buona lettura. Baci Akane
CATTIVE PERSONE
Fu la cosa peggiore che si
trovò a dover fare, riuscì ad odiarsi così tanto, in quel momento, che
decise che era ora di finirla, che non ne voleva più sapere.
Non era quello che voleva, non era ferire gli altri a quel modo.
Quando Juraj dovette dire a
Gianluca che voleva fare marcia indietro e rimanere su un semplice
piano d’amicizia, lo vide mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime
e cercava di non piangere.
- Scusa io… non dovresti fare
così… - Gianluca trattenne il fiato e lo guardò tirando su col naso,
sforzandosi in modo evidente.
- Lo so, hai ragione. Se… se è
questo che vuoi io… posso chiederti come mai? - Juraj sospirò e si
strofinò il viso dai lineamenti decisi.
- Perché non voglio che tu ti
innamori. E credo stia succedendo. - La mise giù in modo molto più
sincero di quel che aveva pensato.
Era venuto a casa sua per
dirgli solo che non aveva più voglia, che si stavano complicando le
cose e che non voleva esagerare, ma alla fine guardando le lacrime che
Gianluca cercava di non versare, decise che gli doveva la sincerità che
non si era mai concesso.
- Che problema c’è anche se succede? Se a te piace fare quel che facciamo… -
- Non lo facciamo per lo
stesso motivo ed io non sono corretto con te. Ti uso e se tu ne fossi
consapevole andrebbe bene, ma non sai… - Gianluca gli si fece avanti
togliendogli lo spazio vitale, Juraj era abituato a non indietreggiare,
così non si mosse da lì ritrovandosi con le mani di Gianluca sul petto.
- Che cosa non so? Mettimi
alla prova! Io non chiedo nulla di quel che non puoi darmi, non ti ho
chiesto nulla! Stavamo bene insieme, non volevo arrivare ai sentimenti
se non vuoi! So che non sei tipo e… - Juraj gli prese le mani e le
strinse nelle sue unendole insieme davanti a sé, poi con aria
dispiaciuta, cercò di essere sincero pur consapevole che lo stava
ferendo davvero molto.
- Non andavo solo con te in
tutto questo tempo. Per me il sesso è solo un passatempo, un modo per
sfogarmi e fare una cosa che mi piace. Lo faccio con tanti per non
legarmi, non voglio relazioni. Poi le cose si complicano e… - Evitò di
dire che voleva provare ad averne una normale pur con quel sacro
terrore dentro.
“Non che poi ne sia ancora sicuro di volerlo!”
Si corresse vedendo la reazione devastante di Gianluca.
“Se va male e ferisco di nuovo
un’altra persona che non lo merita, non è giusto. Non voglio arrivare a
questo solo per sperimentare non so cosa!”
Pensò mentre le lacrime di
Gianluca uscivano rigandogli le guance dalla pelle un po’ olivastra. Le
origini peruviane da parte di madre si vedevano in certe cose come la
pelle oppure il taglio degli occhi.
- Andavi con… con chi? -
Chiese esitando mentre stava facendo violenza su sé stesso per cercare
di capire se ci poteva convivere.
Juraj sospirò. Non voleva continuare così, non era giusto.
- Con altri della squadra, non
importa. - Improvvisamente a Gianluca importava, invece. Non riuscì a
fermarsi e tornò a spingersi contro di lui, ma Juraj teneva forte le
sue mani bloccandolo, ancora non un passo indietro.
- Chi? Carlos? Suso? - Juraj voleva ridere, alla fine l’aveva capito.
- Con loro è diverso, volevano
la stessa cosa e sapevano che andavo anche con altri. Ho capito che con
te è diverso, non ti sei mai accorto e ti sei preso ed io non posso,
non voglio la stessa cosa. Ok? Perciò rimarremo solo amici. -
- Ma… ma era bello quello che
avevamo… - Gianluca piangeva e cercava di aggrapparsi alle cose belle
cancellando quello che di shoccante aveva appena saputo.
- Ma non era onesto. Ti sto usando e non è giusto. - Gianluca iniziò a scuotere il capo cercando di convincerlo.
- No, no! Non è così! So che non puoi darmi una relazione, non voglio questo! Voglio solo quello che puoi darmi! -
Juraj a questo scattò perché
era esasperato e voleva solo non doverlo ferire oltre, però capì che a
quel punto non aveva scelta.
- Ti andrebbe bene se andassi con altri? -
- Non… -
- Se ti andrebbe bene non mi
piaceresti. Non è questo che mi piaceva di te. Di te mi piace che sei
pulito! Non è per te una cosa simile! Capisci? Anche Suso si è stufato
di scopare e basta e non mi ha chiesto una relazione perché sa che non
sono tipo. Tu non me la chiedi ma la vuoi. -
- Non puoi sapere come sono, io so come sei e… -
- Adesso vado a scopare con
Carlos, ti piace? Tutte le volte che non ero con te e non avevamo
impegni di altro tipo, ero con uno di loro! Me li sbattevo. - Era duro
e cercava di ferirlo solo per fargli capire che non era uno con cui si
poteva stare davvero. Sperava solo che un giorno sarebbe riuscito a
riprendersi e a guardarlo ancora in faccia. A perdonarlo per essere
così stronzo.
Eppure era sempre stato
onesto, non aveva mai cercato di nascondere uno all’altro. Era solo che
Gianluca non se ne era mai accorto.
Qualcosa si spezzò in lui in
quel momento, mentre capiva cosa cercava di dirgli ed il motivo per cui
non potevano continuare. No che non gli sarebbe stato bene, no che non
gli piaceva. Non poteva essere così.
Un conto era sapere di non
poter avere altro che il suo corpo, un altro era sapere che quel suo
corpo lo dava alla stessa maniera anche ad altri e che lui comunque non
era speciale, non era diverso. Era solo un altro buco.
Solo a quel punto, solo in quel momento capì perché non andava bene e non poteva.
- Hai ragione. - Disse poi congelando le lacrime che rimasero perse sulle sue guance.
Juraj rimase senza fiato per un momento mentre il senso di colpa lo stava uccidendo.
Davvero aveva capito?
Lo guardò cauto.
- Davvero? - Chiese. Gianluca
annuì e si fece indietro sfilando le mani dalle sue, lo mollò
gradualmente mentre finalmente lasciava andare. Lasciava andare
davvero, anche se con dolore.
- Non possiamo continuare se è
così. Io pensavo che non avrei mai avuto il tuo cuore, però pensavo di
essere l’unico ad avere il tuo corpo. Potevo sopportarlo. - Juraj
scosse il capo.
- Non sono di nessuno, non lo
sarò mai, non sono quel tipo, non posso. Ho solo bisogno di sfoghi
continui per stare calmo. Solo questo. - Gianluca annuì asciugandosi le
lacrime con movimenti meccanici, evitava il suo sguardo come se
bruciasse e Juraj non insistette.
- Mi passerà, starò bene.
Dammi solo un po’ di tempo e vedrai che starò bene. - Juraj sperò
davvero che fosse così, ma quando se ne andò silenzioso senza
aggiungere altro, lo guardò che tornava a piangere e alzò gli occhi al
cielo maledicendo il proprio problema nei rifiuti e nelle delusioni. Le
delusioni per le cose che contavano davvero.
Quando gli piombò in casa, non era per niente lucido ed in sé.
Alessio era trafelato e scarmigliato, quando gli aprì.
Guardò l’ora shoccato e poi guardò shoccato Juraj davanti a sé.
- Scusa? - Chiese senza saper che dire nel vederselo in casa a quella tarda ora serale senza nemmeno preavvisi.
E poi lo guardò meglio aggrottandosi.
- Stai bene? - Juraj scosse il
capo, aveva qualcosa nel suo modo di farlo, qualcosa che lo rendeva
diverso ma non solo, anche parecchio inquietante.
Alessio capì subito che doveva avere un gran bisogno. Un enorme bisogno.
- No non sto bene. Ho bisogno
di parlare con te! - Alessio guardò dentro casa indeciso e poi lo fece
entrare. Aveva solo dei boxer addosso, probabilmente si preparava per
la notte o probabilmente la stava passando con qualcuno, in condizioni
ottimali Juraj avrebbe capito, ma lì non era in sé per diversi motivi.
- Non potremmo fare domani? -
Chiese sperando di essere sufficientemente gentile, ma Juraj scosse il
capo ed iniziò a sventolare le mani e a passarsele fra i capelli biondi
che non stavano più ordinati all’indietro, ma scivolavano ribelli sulla
fronte spaziosa.
- No, io ho bisogno ora! Ho
detto tutto a Gianluca! E nemmeno Suso e Carlos sono disposti a quella
cosa della relazione, così volevo provarci da capo, iniziare come si
deve una relazione. Pensavo a Mati, si è creato qualcosa l’altra sera.
Così ho detto a Gianluca, l’unico che non sapeva, e lui si è messo a
piangere! Io non posso, Ale! Quella stronzata della relazione io non
posso! Se finirò per ferire così anche Mati no! Le scopate vanno bene,
quando non funzionano cambio persona! Non posso, non voglio, non… -
Alessio mentre lui delirava infilando parole in slovacco, realizzava
dal suo alito che doveva aver bevuto ed impallidì pensando che se il
mister in qualche modo fosse venuto a sapere che aveva bevuto, sarebbe
stato fortemente nei guai.
“Anche se la cosa peggiore è rappresentata da quello che sta in camera ora!”
Pensò al volo non sapendo come fermarlo e placarlo.
- S-senti… perché non stacchi
la spina e ti prendi del tempo prima di decidere cosa fare? Nessuno ti
corre dietro. Hai fatto quello che dovevi, no? Sei stato onesto. Hai
provato, hai visto che non andava e quindi hai staccato con tutti. Va
bene. Sugli altri non pensarci ora. Nessuno ti impone delle relazioni.
- Cercò di essere il più calmo e dolce possibile e di evitare i
contatti, ma fu Juraj ad andargli davanti, fuori di sé, con l’aria
quasi da pazzo.
Alessio capiva quella sensazione di inquietudine avuta quando gli aveva aperto la porta.
Aveva tutte le vene del collo
tese e gonfie, gli occhi azzurri sbarrati spiritati ed i muscoli in
tensione. Aveva una bella crisi di nervi e non sapeva come calmarlo.
- Ma stavo male scopando e
basta! E stavo male prima di scopare! E sai perché ho iniziato a
scopare? Perché ero in astinenza da un secolo e sai perché ero in
astinenza da un secolo? Perché mi ero innamorato di Luca, ci ho provato
e sono stato stupidamente respinto ed io ho giurato a me stesso che non
sarebbe successo di nuovo! Avevo sbagliato a provarci, sapevo che
andava sempre così! Non posso essere amato, non sono un tipo che si può
amare, è così! Per cui non volevo niente e nessuno. Poi però cominciavo
a diventare scemo, dovevo sfogarmi ed ho capito che il sesso, solo il
sesso poteva funzionare. Sesso e basta. E per essere sicuro che fosse
solo sesso, doveva essere con tanti, non solo con uno. - Alessio la
storia la sapeva, ma non sapeva come scaricarlo senza permettergli di
andare a fare sciocchezze chissà da chi.
Stava pensando di chiamare Luca perché lo conosceva dai tempi del Genoa, ma capì che non era una grande idea.
“Forse Suso?”
- Adesso hai bisogno di staccare per un po’, hai solo bisogno di staccare. - Insistette calmo. Juraj scosse il capo.
- E quando mi sentirò di nuovo
impazzire? Quando sarò di nuovo sull’orlo di uccidere qualcuno per i
nervi tesi? Verrò da te? Sarai il mio buco quando ne avrò bisogno? -
Juraj, che aveva perso totalmente la testa, gli andò addosso e lo
spinse contro il tavolo del salotto in cui erano a discutere, Alessio
non ebbe il tempo di respingerlo con fermezza che si ritrovò la sua
bocca sul viso, deviò appena per evitare che lo baciasse.
“Cazzo, quello lo uccide se…”
Ma non finì il pensiero.
In un attimo si sentì
tragicamente libero e chiuse gli occhi imprecando mentre la sensazione
che il mondo fosse appena finito gli stava crollando addosso.
- Non ammazzarlo! - Disse con la speranza di essere ascoltato. Speranza vana.
Da che Juraj stava saltando
addosso ad un inebetito Alessio, a che si ritrovò spinto violentemente
contro il muro, un braccio contro il collo e la sensazione di
soffocare.
Tutto si fermò in un secondo, anche il fiato.
Spalancò gli occhi e lo mise a fuoco, dopo di che vide shoccato Sinisa Mihajlovic più furioso e minaccioso che mai.
- M-mister?! - Disse tornando improvvisamente in sé.
- Sinisa, ti prego. - Lo
richiamò paziente e straordinariamente calmo da dietro. Sinisa vedendo
che si era fermato, lo lasciò. Appena lo fece Juraj si sentì
rimescolare improvvisamente e prima di dire e fare altro, corse al
bagno a vomitare.
Sinsia si girò verso Alessio che rimaneva appoggiato al tavolo in boxer e capelli spettinati. L’aria di chi era già stanco.
- Che diavolo ha? - Chiese Sinisa furioso indicando Juraj. Alessio si strinse nelle spalle e con aria ovvia rispose:
- Non hai sentito? Certe parole forse erano più chiare a te che a me! -
Rispose sarcastico riferendosi
a quelle in slovacco che inseriva a caso nel fiume di parole confuso.
Sinisa lo guardò ancor peggio non gradendo la sua ironia in quel
momento.
- Era ubriaco, Sinisa! -
- Male, Vincenzo dovrebbe tenerlo fuori per un po’ di partite! - Alessio alzò gli occhi al cielo esasperato.
- Ti fossilizzi sempre sulle cose sbagliate! -
- Fossilizzi? - E stava per
partire anche con lui, ma Juraj decise di uscire dal bagno trasformato
da lupo ubriaco ad agnellino mortificato e con dei postumi colossali.
- Ho le allucinazioni? - Chiese confuso appoggiato all’angolo del corridoio da dove era spuntato.
- Dipende, vedi elefanti che
volano? - Chiese ironico Sinisa, Alessio lo guardò male come per dirgli
‘chi è ora quello fuori luogo?’ e Juraj si aggrottò senza capire perché
glielo chiedesse.
- No! - Rispose ovvio come se fosse scemo. Sinisa si calmò subito e guardando in alto si colpì la faccia con le mani.
- Adesso ricordo perché mi
facevi tanto ridere! - Ed era vero, fra la voglia di ucciderlo per
certe sparate ed altre, si era comunque divertito molto l’anno scorso.
- Dai, non capisce ancora
l’ironia, lo sai… - Lo difese fraterno Alessio il quale aveva uno
strano affetto per Juraj, specie ora che stava male.
Lo vedeva umano per la prima volta ed era strano.
- Ma dai?! - Rispose Sinisa
divertito, poi alzò le mani in segno di scuse. - Ok, io faccio una
tisana mentre gli fai capire perché se parla di noi finisce senza palle
e senza problemi su come sfogarsi! - Alessio ridacchiò mentre scuoteva
la testa, rimasto solo con Juraj in salotto, gli indicò il divano e
tirò fuori una coperta immaginando che dopo la sbronza e la vomitata
post sbronza, dovesse avere freddo.
Juraj barcollò nel suo lungo e
comodo divano color crema e tirò su i piedi raggomitolandosi tutto come
un pulcino indifeso. Alessio si sconvolse nel coprirlo e nel vederlo
tale, era davvero incredibile, in effetti.
- Senti… se… se dici qualcosa
di quel che hai visto stasera… - Disse rimanendo in piedi davanti a lui
dopo averlo coperto. Juraj lo guardò senza capire.
- Di cosa? -
- Bravo, così mi piaci! - Tuonò dalla cucina poco distante Sinisa. Alessio faceva fatica a non ridere.
- Di me e Sinisa. -
- Oh. - Fece Juraj incerto. -
E di cosa? - Alessio alzò gli occhi al cielo sentendo la vena pulsare.
Perché era così ottuso? Da ubriaco era anche peggio.
- Forse non ricorderà niente comunque, è mezzo andato. -
- E se non lo è lo annego in questa tisana. - Rispose Sinisa sempre dalla cucina.
Alessio sospirò mentre Juraj continuava a fissare il suo amico senza capire.
- Senti, non è che Sinisa era un’allucinazione, eh? - Juraj fece una smorfia arricciando la bocca.
- Mi ha fatto vomitare, perciò
credo fosse piuttosto reale! - Alessio si massaggiò le tempie e scosse
il capo, prese un paio di respiri ed alla fine perdendo la pazienza
come capitava ogni tanto in campo, ringhiò aprendo bene le mani.
- Se dici ad anima viva che io
e Sinisa stiamo insieme lui ti annega nella tisana e poi ti taglia le
palle, ok? - Disse schietto citando il suo compagno che dalla cucina
rise deliziato di quando perdeva le staffe in quel modo.
- O-ok… - Disse titubante. A
quel punto arrivò finalmente Sinisa e consegnò una tisana a testa
mentre tornò in cucina a prendersene una per sé, chiudendo la luce.
Tornato, si sedette nella
poltrona lasciando ad Alessio l’altro estremo del divano dove c’era già
un raggomitolato Juraj che sembrava un sacco.
- Allora? - Chiese Sinisa fissando i due.
- Allora che? - Chiese di rimando Alessio senza capire.
- Quando inizia la terapia? -
- Quando supera lo shock della nostra relazione. - Rispose paziente Alessio soffiando il fumo dalla tazza bollente in ceramica.
- Pensavo che non l’avesse
ancora capito! - Commentò maligno Sinisa. Juraj in tutto questo li
guardava ancora senza dire nulla, effettivamente shoccato.
- Ma quindi quella volta che
sei tornato al mattino sconvolto che non volevi parlare ed io dovevo
fare la cacca era perché lui ti aveva sodomizzato? - Chiese improvviso
Juraj mentre aveva finito di fare mente locale.
- NON MI HA MAI SOD- Ma non
finì la frase fra l’altro urlata istericamente che Sinisa commentò
paziente con aria di chi effettivamente ammetteva alcuni scheletri.
- Beh, però in effetti non è che andavo per il sottile… - Disse riferendosi al modo brutale in cui facevano sesso.
Alessio sospirò chiedendosi chi glielo facesse fare.
- Comunque ora non mi sodomizza! - Specificò Alessio cercando un po’ di contegno per sé.
- E chi ha detto che ti
sodomizza? - Chiese sconvolto Juraj pensando che invece fosse così.
Alessio spalancò gli occhi incredulo:
- Tu adesso! -
- Io ho detto che ti aveva
sodomizzato! E comunque è così a quanto pare! E tu sei anche masochista
visto che stai ancora con lui! A proposito, vi disturbo? - E dopo tre
quarti d’ora durante i quali aveva fatto scenate di vario genere, si
chiedeva se per caso disturbasse. Sinisa scoppiò a ridere spontaneo
mentre Alessio scuoteva il capo strofinandosi le labbra.
- No ero qua per caso e lui
era nudo perché accoglie così tutti i suoi vecchi mister! Fortuna che
non sono tanti! - E Sinisa era di nuovo passato in modalità ironia
consapevole che Juraj non la capiva, proprio perché si divertiva.
- Davvero passavi di qua e basta? Ma non vivi a Torino, ora? -
- Sì, ma quando mi annoio faccio due passi a Milano! -
- Che senso ha venire fin qua? -
- Che vuoi, Alessio è masochista e mi implora di sculacciarlo se ne ho voglia! -
Alla faccia sorpresa di Juraj, Alessio si massaggiò di nuovo la tempia con le dita chiudendo gli occhi.
- Oddio sono circondato da un branco di idioti! -
- Siamo solo due. - La risposta geniale del suo compagno gli fece alzare gli occhi al cielo scuotendo il capo.
- Quando avete finito mi avvertite. -
- Di fare cosa? - Juraj stava per beccarsi un pugno, ma Sinisa rise e calmò Alessio con istinti omicidi.
- A volte mi chiedo perché ti do ancora filo. -
- Perché ha ragione lui, sei masochista! - Alessio non poteva discutere, probabilmente aveva ragione.
Sinisa rise ancora e lasciò
che piano piano l’atmosfera si calmasse da sé mentre si misero a bere
le loro tisane. Scrutò Juraj a fondo prima di parlare senza essere
interpellato, tanto sapeva tutto grazie ad Alessio.
- Mi sembra che ora tu sia in
grado di intendere e di volere di nuovo. - Disse calmo rivolto a Juraj.
Questi lo guardò come se tornasse alla realtà.
Non era facile guardare
quell’uomo e capire che era nel salotto di Alessio, il quale era in
mutande perché aveva una storia con lui.
Quell’uomo era quello più
virile di tutti, se lo era immaginato a fare orge con almeno cinque
donne contemporaneamente, invece era gay. O almeno se la faceva con un
giocatore. Gli incredibili giri della vita, si disse.
- Sei innamorato o è solo sesso? -
Sinisa lo guardò stupito di
quella domanda brusca e diretta e senza la minima paura, così
ricambiando il suo sguardo senza esitare, rispose onesto:
- Era cominciata come solo
sesso, poi è subentrato il sentimento. Non lo volevo, non l’ho
programmato. È solo successo. - Juraj rimase colpito dalla facilità con
cui lo diceva e soprattutto da cosa aveva detto.
- Come è possibile? Come può
una scopata diventare amore? E come ti accorgi che è cambiata? - Sinisa
a quello sorrise ricordando un po’ il suo percorso.
- Ehi, io sono in grado di
amare, eh? Ho avuto le mie difficoltà, lo ammetto. Però ho incontrato
delle persone che mi hanno aiutato a capire che fare il cattivo non mi
proteggeva. E che amare non ti indeboliva. - Juraj quasi non respirava
sentendolo, incapace di capire come si potesse fare.
- Noi cattivi possiamo essere amati? - Chiese poi a bruciapelo stupendo Alessio che lo guardò shoccato che si vedesse così.
- Sì, possiamo. E ne abbiamo anche il diritto. -
- Perché? - Chiese immediato.
- Perché siamo umani. E siamo
tutti così. Belli e brutti, giusti e sbagliati. Nessuno è perfetto.
Nessuno. Ma tutti abbiamo bisogno di essere amati, perché altrimenti ci
prosciughiamo. È il nostro istinto, è questo che cerchiamo. Poi ci sono
tanti modi di amare e tanti tipi di amore. Uno non esclude un altro. Se
riesci a conciliare le cose con te e a trovare il tuo equilibrio, puoi
amare chi vuoi come vuoi. - Per lui era facile, ma ci era arrivato dopo
una vita di lotte e dure prove.
Juraj non pensava fosse così facile e non capiva come poteva esserlo.
Rimase un po’ a guardare il viso di quell’uomo che aveva sempre reputato non solo in gamba, ma anche forte.
- Non riesco ad amarne uno, io, figurati tanti. - Rispose schietto poi. Alessio e Sinisa risero.
- Però ti dispiace non ricambiare Gianluca che si è preso per te. Averlo fatto soffrire. - Juraj alzò le spalle.
- Non sono così stronzo, non
posso fregarmene. E poi stavo bene con lui, mi sono un po’ aperto, era
diverso che con gli altri. Lui è una persona così dolce. E mi dispiace
averlo fatto soffrire tanto. Ma quando ho cercato qualcuno con cui
avere una relazione io… ho capito che non poteva essere lui perché se
fosse andata male come pensavo, sarebbe stato male. E la cosa comica è
che per evitare di farlo soffrire dopo, l’ho fatto soffrire prima. Così
ho deciso che non posso rifarlo. Posso anche impegnarmi per farlo bene.
Per instaurare un rapporto come si deve senza scoparci prima e poi
provare a vedere se possiamo innamorarci. Però ho visto in Gianluca un
dramma che non voglio riproporre a nessuno, non sono così bastardo. Ed
io sono difficile… da amare… e da innamorarmi. - Sinisa rimase colpito,
si rivedeva molto in lui, inizialmente aveva avuto molti di quei
problemi, solo che lui era rabbioso e furioso, mentre Juraj aveva solo
un altro modo di essere. Era chiuso, aveva questo muro fra lui e gli
altri ed anche se socializzava ed andava d’accordo con tutti, lui non
si era mai fatto vedere da nessuno. Beh, quasi.
- Quello che posso dirti da
cattiva persona a cattiva persona è questo: non puoi evitare i rapporti
e nemmeno di innamorarti e di farti amare. Nonostante pensi di essere
cattivo e di non poter amare ed essere amato, qualcuno che lo farà ci
sarà. E tu lo ricambierai. Forse non saranno tutti, forse saranno più
di quel che pensi. Però ci sarà. E tu non potrai fare nulla per
evitarlo, nemmeno con tutto il tuo impegno. - Juraj era assorbito da
lui, dalle sue parole, dalla forza con cui le stava dicendo e dallo
sguardo così magnetico e penetrante.
- Perciò è inutile che rifiuto i rapporti? - Sinisa alzò le spalle vedendola in modo molto semplice.
- Puoi provarci. Ma se questo
Mati… o quello che ci sarà dopo sarà quello giusto… succederà comunque.
Forse con Gianluca non era. Forse invece era proprio lui ma hai ancora
troppa paura e non sei pronto. Ma troverai quello giusto e tu sarai
pronto, anche senza impegnarti. - Era così sicuro mentre lo diceva,
così tranquillo. Capì che ci era passato, che parlava per esperienza
personale. Sorrise ebete, ammaliato dal suo discorso e dal modo in cui
l’aveva fatto, voleva continuare a parlare con lui, interessato a come
lui aveva capito, come aveva fatto, come si faceva… ma gli occhi ora
erano molto pesanti e non riusciva proprio a stare ancora sveglio.
Le batterie erano chiaramente
esaurite e Alessio gli prese la tazza ancora mezza piena appena in
tempo prima che la lasciasse e si rovesciasse. Si alzò e gli sistemò il
cuscino dietro la testa in modo da farlo dormire più comodo, poi
sorridendo lasciò che si accoccolasse meglio e si lasciasse andare,
come se abbassasse finalmente le difese.
Poteva un po’ capire quel che doveva aver provato Gianluca una di quelle notti passate insieme.
Quando il guerriero che ti
aveva conquistato si abbandonava lì con te, ti sentivi incollato a lui
come una forza ultraterrena impossibile da combattere.
Sinisa si alzò con lui e con un sorriso soddisfatto, lo precedette in camera.
Una volta dentro, chiuse la
porta e la luce lasciando che quella fioca del comodino illuminasse il
letto disfatto su cui prima avevano tentato di avere il primo round,
brutalmente interrotto dal campanello.
Le braccia protettive e
possessive di Sinisa lo cinsero da dietro, possenti, forti. Alessio,
nudo contro di lui che per uscire si era rimesso pantaloni e maglia, si
rilassò subito con un sorriso beato.
- Pensi che riuscirà a fidarsi
di qualcuno e a mostrarsi per quel che è davvero? - Chiese Alessio
pensando che Juraj aveva davvero qualcosa in comune con Sinisa
dopotutto.
Non certo la sua incapacità nel capire l’ironia, ovviamente.
Piuttosto quel loro sentirsi cattivi per difendersi dai rifiuti inevitabili della vita.
Sinisa gli voltò il viso e lo
guardò nella sua delicatezza, gli sfiorò i lineamenti così perfetti e
piacevoli, gli occhi sottili, il piccolo naso dritto, le labbra ben
disegnate piegate in un sorriso felice. Poi gli prese il mento fra le
dita.
- Se ci sono riuscito io… -
Con questo le loro labbra si intrecciarono morbidi, dolcemente, insieme
alle lingue che mescolavano i loro sapori.
Alessio si rilassò ed in un istante ogni pensiero venne scacciato via.
Dopotutto era vero… se Sinisa
era riuscito ad innamorarsi anche di lui e a dirglielo e a vivere
quella relazione nonostante chissà quale mondo avesse al di là del
loro, sicuramente anche Juraj ci sarebbe riuscito, pur contro la sua
volontà, probabilmente.
“Sicuramente Sinisa non voleva perdere la testa anche per me!”
Poi fu solo suo, per un’altra splendida notte.