CAPITOLO X:
IL
PIANO COMINCIA
-
E Thiago? - Chiese Wanda con un sorrisetto malizioso.
Maxi
rassegnato all’ennesima domanda sull’ennesimo compagno di
squadra, rispose sapendo che poteva essere ossessiva e pericolosa se
non l’accontentava.
-
Thiago sta con Roby, entrambi sono in crisi con le mogli e si capisce
perché… però rimangono insieme per i figli. Comunque Wanda non
devi parlarne con nessuno. Te lo dico perché la gran parte l’hai
capita da sola e non potevo permettere che te ne uscissi con ‘ma
sei la moglie di quello che sta con quell’altro?’ - Wanda rise
per poi passare al prossimo.
-
E Alex? Era solo ma mi è sembrato strano… quello non sta con
nessuno? È così carino… sarà una tentazione per chissà quanti…
- Sembrava si stesse divertendo più di quando guardava Beautiful.
Maxi
sospirò esasperato. Zlatan l’avrebbe ucciso ma era meglio dirle
tutto, la conosceva.
-
Sta con Ibra. Wanda, bocca cucita! - La ragazzo rise ancor più
allegramente.
-
Lo sapevo che stava con qualcuno! Ma sta con Ibra?! Non avrei mai
detto… sembra che non si parlino, quasi… -
-
Lui è in una situazione delicata, sta con la figlia del presidente e
ci tiene alla sua pace personale, è uno molto riservato e timido…
già che stia con Ibra è un miracolo. Se ti fai sfuggire qualcosa
guai! - Dopo avergli chiesto allegramente di tutti, Wanda attaccò
con quello che a quanto pare le interessava veramente.
Aveva
insistito come una matta per conoscerli tutti ma gliene mancava uno.
-
Ma Stephan? Perché non me lo fai conoscere? -
Maxi
che stava bevendo un po’ d’acqua tossì soffocandosi, quindi dopo
essere diventato rosso per più motivi prese fiato e cercò di
calmarsi. Non era facile avere a che fare con lei quando diventava un
mastino. E lo era praticamente sempre.
Maxi
cercò velocemente qualcosa che la convincesse affinchè la smettesse
di essere così insistente, però non trovò niente di che…
-
Stamattina non poteva… -
-
Allora di pomeriggio… - semplice, no?
Maxi
sospirò. Non poteva continuare a negarglielo o avrebbe mangiato la
foglia. C’era solo una soluzione, farglielo conoscere nella
speranza che facesse il bravo.
-
Organizzerò… - Asserì alla fine arrendendosi all’evidenza. Non
c’era altro da fare.
-
Ma Zlatan, non posso chiudere la porta in faccia ai miei amici se mi
chiedono aiuto! Non sono io se lo faccio! - Alex stava davvero
penando, al telefono, a convincere il suo compagno a non comportarsi
da egoista ma l’altro pareva non volerne sapere.
-
Non me ne frega un cazzo! Se vuoi stare con me lo fai come si deve!
Dobbiamo già condividerci con rispettive mogli e ragazze… porca
puttana! - Zlatan stava alzando la voce e quando Alex aprì bocca per
rispondergli coraggiosamente che anche gli amici erano importanti, il
campanello suonò.
-
Aspetta un attimo, hanno suonato… - Rimase in linea solo per
augurarsi che questa volta non lo piantasse. Stavano discutendo
proprio di quello, dannazione…
Purtroppo
dovette ricredersi.
Quando
Alex aprì gli si presentò il viso allucinato e preoccupato di Maxi
che era evidente non sapeva più dove sbattere la testa…
-
Maxi, che succede? - Al che Zlatan aveva cominciato ad imprecare.
-
Scusa ma c’è un emergenza ed io devo assolutamente chiederti un
parere spassionato o non so cosa fare…. - Aveva parlato tutto d’un
fiato diventando anche rosso per il mancato ossigeno, vedendolo in
quello stato Alex impallidì preoccupandosi e senza rifletterci
salutò Zlatan dicendo che avrebbero continuato la conversazione più
tardi.
A
perfetta dimostrazione che non potevano andare avanti così.
Più
tardi la conversazione non l’avrebbero ripresa proprio per niente…
Maxi
entrò come un fulmine e senza la capacità fisica di stare seduto e
calmarsi, come preso dal 'raptus Roby', cominciò a parlare a ruota
libera buttando fuori tutto quello che aveva accumulato nell’arco
di pochissimo.
-
Sono nei guai, Alex! Sai quando stamattina sono venuto con Wanda?
Ecco, è successo perché lei ha cominciato ad insistere per
conoscere tutti i miei amici. Niente di male fin qua, vero? Ed invece
no! Lei fa così quando sospetta di qualcosa ed i suoi sospetti di
solito sono sempre fondati! Insomma, in un modo o nell’altro arriva
sempre agli scheletri! Per questo ho sempre viaggiato molto, per non
legarmi a nessuno della squadra e non insospettirla. Sai cosa
significa Wanda insospettita? Significa inferno! È ossessiva di suo
ma in quei casi diventa psicotica forte! Non saprei gestirla ed io
non so che fare… lei ora si è fissata di conoscere Stephan. Li ha
conosciuti tutti tranne lui ed io so cosa pensa. Che se non glielo
faccio conoscere significa che vado a letto con lui, se comincerà a
crederlo sarà la fine della mia pace. Però se glielo faccio
conoscere sono sicuro che lui farà qualcosa che le darà conferma
che abbiamo fatto sesso… ed in quel caso sarò finito comunque!
Alex, cosa devo fare? - Era un gran problema, in effetti….
Alex
stordito lo guardò ripensando a tutto e mentre cercava di conciliare
l’immagine allegra e gentile di sua moglie con quella psicopatica
che stava descrivendo Maxi, esternò i suoi dubbi:
-
Ma è veramente così ossessiva? Non pensavo proprio… - Maxi a
quello sospirò facendosi cadere sul divano sfinito.
-
Giriamo dalle sette di mattina alla ricerca di qualcuno sveglio a
quell’ora indegna. Non sai quanti mi hanno maledetto ma se le
dicevo che non potevano mi guardava male e cominciava una lista di
persone da sospettare… oltre alla mia vita non posso rendere
impossibile quella di altri… non è giusto… Ale, ha voluto
conoscere anche i compagni che non ho nemmeno mai salutato! -
Alex
si grattò la nuca. Il problema era veramente grave ma non sapeva
cosa poteva fare per lui.
-
Ma cosa posso fare per te? - Maxi sospirò per l’ennesima volta
sconsolato e si tese verso il compagno.
-
Parla a Stephan e prova a convincerlo a fare la persona seria.
Spiegagli bene la situazione, fagli capire che è una cosa grave e
che non può fare come vuole… ti prego… - Ad Alex gli si strinse
il cuore vederlo così disperato e sedendosi accanto gli mise la mano
sulla schiena per tranquillizzarlo e dargli conforto. Non era facile
quella storia.
-
Dai, vedrai che ne verremo a capo… -
Maxi
guardando l’amico così incoraggiante ci sperò sentitamente.
doveva andare bene perché altrimenti non avrebbe retto. Quella donna
era un incubo…
Stephan
non immaginò di ritrovarsi Alex in casa poco prima di uscire per
andare agli allenamenti. Quando se lo vide arrivare si chiese cosa
fosse successo… dopo averli interrotti quella notte avrebbe giurato
gli piantassero il muso, poi si rese conto che era lì da solo e
dedusse che probabilmente aveva litigato con Zlatan ed era lì per
fargli la predica di lasciarli in pace.
Si
sorprese a ricredersi.
-
Devo parlarti di Maxi… - E con questo cominciò.
Gli
parlò di Wanda, della sua particolare ossessione per il marito e per
come gli rendesse la vita un inferno nel momento in cui sospettava di
qualcosa o qualcuno. E gli parlò anche del suo bisogno di
presentargliela per evitare proprio quella fase.
Dopo
avergli fatto chiaramente capire il problema, gli spiegò di
comportarsi normalmente senza insospettirla in alcun modo.
Stephan
non fu capace di tenersi per sé la sua considerazione:
-
Perché dovrei? - Ecco, ovvio… Alex rimase a bocca aperta.
-
Perché è un nostro compagno e ci ha chiesto aiuto… è in
difficoltà e se ti importa qualcosa di lui dovresti dargli una mano…
era disperato quando è venuto da me… - Per Alex era ovvio, non
c’era niente di più importante di uno che gli chiedeva aiuto.
Stephan
si fece più cinico ed incrociando le braccia al petto disse a sua
volta:
-
Maxi mi ha scaricato dicendo che non sono abbastanza, per lui, perché
voglio solo qualche scopata ogni tanto e niente di più. Perché
dovrei aiutarlo, ora? Perché non dovrei dirle che abbiamo fatto
sesso a Udine? Perché, spiegami! - Alex non sapeva come fargli
capire la situazione, insomma, gli aveva già spiegato tutto ma lui
continuava a rimanere su quella posizione così da cattivo… si
preoccupò prevedendo tempesta e parlando con una vocina sottile
tentò un ultimo colpo:
-
Perché hai una coscienza? Lui è in seria difficoltà e… ha detto
che se sospetta diventa psicopatica… -
Stephan
finse indifferenza a ciò, come se non avesse cuore, quindi alzandosi
si stiracchiò e sbadigliando raccolse le sue cose per andare
all’allenamento.
-
Non è una cosa che mi interessa… se la veda lui! È lui che l’ha
sposata! Si arrangi! Se vuole qualcosa da me, tanto per cominciare,
deve venirmelo a chiedere di persona e non mandare un piccione
viaggiatore! E poi mi deve dare una motivazione che sia valida.
Ovvio, valida per me! - Apparve davvero insensibile agli occhi di
Alex che lo seguì turbato da quel modo di fare. Non sapeva come
convincerlo e cosa fare… tentato di chiedere a Kevin di parlargli
si ricordò della notte burrascosa che doveva aver avuto con Mark e
decise di lasciarlo in pace.
Lui
aveva fatto quello che poteva… non restava che sperare…
Non
sapeva che intanto Stephan si stava facendo le sue somme capendo un
sacco di cose che prima non gli erano mai tornate…
“Ora
è tutto chiaro… ecco perché nonostante voglia divertirsi con me,
ed è chiaro come la luce del sole, non lo fa. Non osa. Ha una
psicopatica per moglie… bè, potrebbe anche gestirla come si deve o
lasciarla! Non sono affari che mi riguardano. Non sono un santo, devo
vedere di me e della mia felicità! Farò solo quello che mi pare,
come sempre!”
Però
l’idea che quella donna fosse così ossessiva con Maxi gli montò
dentro un fastidio indicibile senza pari. Come osava impedirgli di
vivere la sua vita come gli pareva?
Senza
rendersene conto la mise nel suo libro nero ed uno nel libro nero di
Stephan poteva anche cominciare a tremare.
Maxi
tentò di chiamare Alex prima di andare agli allenamenti ma trovò il
cellulare spento e quando arrivò in campo capì il motivo.
Stava
litigando con Zlatan che gli aveva addirittura preso il telefono e
glielo aveva spento.
Erano
negli spogliatoi in un angolo e mentre uno sussurrava rosso in viso
cercando di non far capire i propri problemi di coppia, l’altro
quasi urlava.
-
Per delle stronzate ti stai perdendo qualcosa di importante, Ale! -
Ringhiava Zlatan dall’alto dei sui metri. Alex inghiottì, era
intimorito però non voleva mollare, voleva fargli capire la
situazione.
-
Non mi sto perdendo niente! Devi capire che ci sono tante cose
importanti nella mia vita! Non posso escludere gli amici per te! Non
l’ho mai fatto e non lo farò mai! -
-
Allora stai con loro! - Sbottò Zlatan indicandoli con un gesto
secco. In pochi si facevano i fatti propri, molti ascoltavano
bellamente mentre Roby e Thiago parlottavano dall’altra parte dello
spogliatoio di altre cose.
-
Ma io non posso scegliere! Perché devi essere così limitato? - Per
dare del limitato a Zlatan ci volle coraggio e tutti l’ammirarono,
ma a quel punto Rino dovette intervenire per evitare lo scoppio della
bomba atomica e senza farli finire di discutere, cosa che comunque
non li avrebbe portati a niente buono, si trascinò via Zlatan
dicendo che era ora di iniziare l’allenamento. Ad Alex ci pensò
Roby che sgusciato da Thiago -sparito non si sapeva bene dove- se lo
portò via sotto braccio dicendogli di fidarsi e che presto sarebbe
andato tutto a posto.
Maxi,
rimasto solo, non gli rimase che sperare che Alex avesse parlato a
Stephan e cercandolo lo trovò in campo a parlare con Thiago mentre
correvano.
Maxi
si fermò sul bordo prima di incominciare il riscaldamento con gli
altri.
Cosa
stava succedendo?
Capì
subito che doveva esserci qualcosa nell’aria ma non sapendo cosa
decise che gli avrebbe chiesto il favore a Stephan più tardi.
Non
aveva idea di cosa gli stava dicendo Thiago come non aveva idea in
cosa consistesse il suo piano machiavellico, ma quando gli occhi di
Stephan brillarono rabbrividì non poco.
Decisamente
qualcosa nell’aria c’era eccome.
Ed
era enorme come un cactus gigante!
-
Sicuro che funzionerà? -
Thiago
sorrise enigmatico e sornione, quindi continuando a correre come
niente, rispose:
-
Non puoi dubitarne! E poi visto che i tuoi metodi jedi non
funzionano, prova i miei… sono infallibili al novanta percento dei
casi… -
-
E quel dieci? - Chiese curioso Stephan drizzando le antenne. Thiago
fece un’espressione strana che non seppe decifrare, gli parve
comunque comica. Quindi disse:
-
In quel dieci di solito succede un imprevisto che però fa risolvere
il caso comunque… -
-
Ma tu prevedi sempre tutto… - Stephan lo conosceva anche se non ci
aveva avuto eccessivamente a che fare, nonostante questo Thiago non
si scompose e ridacchiando rispose facendo spallucce:
-
A volte sbaglio anche io… - E dirlo per lui fu un evento che fece
ridere di gusto Stephan. Davvero un tipo interessante quel Thiago.
Se
aveva ragione con quella sua illuminazione avrebbe effettivamente
potuto togliersi uno sfizio non da poco.
Sì,
perché Maxi era comunque solo uno sfizio.
Uno
sfizio che avrebbe voluto per sé più di un paio di volte, ma
comunque solo sfizio e niente di più.
Maxi
stava per avvicinare Stephan con aria funerea, quando lo vide
buttarsi letteralmente sulla schiena di Marco. Si gelò e rimase
indietro ad osservarli.
Non
che facessero chissà che, ridevano, parlavano, scherzavano, si
allenavano insieme… ma insomma, qualcosa stonava.
A
Maxi, inteso.
Alzando
le spalle ed insultandosi, andò avanti e li raggiunse. Doveva
proprio chiedergli quel favore e doveva farlo ora, non poteva certo
aspettare che finisse i suoi comodi con Marco.
Nell’arrivargli
accanto lo sentì dire al loro secondo portiere se potevano andare e
venire agli allenamenti insieme, qualche volta, per poter risparmiare
benzina.
-
Abitiamo vicini, dopotutto… - Era vero. Ma perché proprio ora di
punto in bianco?
Maxi
per poco non gli chiese proprio quello, ma riuscì a trattenersi.
-
Stephan, posso chiederti una cosa? -
Stephan
si girò, non l’aveva visto arrivare ma fece subito un’espressione
molto strana che mise Maxi a disagio. Suo malgrado si fece forza e
proseguì.
-
Allora, posso? - Stephan sorrise sbieco e sembrò ammiccare come se
dicesse molto di più che un ‘sicuro’. Maxi sospirò, era una
pessima idea ma era ancor più pessimo lasciare che sua moglie si
insospettisse.
Marco
corse via capendo che volevano parlare da soli, quindi quando
poterono l’argentino proseguì col suo delizioso accento spagnolo.
-
C’è mia moglie Wanda che vuole conoscerti. Ha insistito per
conoscere tutti quanti e vuole vedere anche te. -
-
E perché non l’hai portata anche da me? - Chiese candido come se
non lo sapesse perfettamente. Maxi non si fece trovare impreparato:
-
E’ ovvio il perché! - Fecce piatto. Stephan ridacchiò.
-
Bè, se vuoi stasera facciamo un aperitivo insieme… - Sembrava gli
facesse un favore. In effetti era anche così.
Maxi
gli si fece più vicino continuando l’esercizio in coppia, abbassò
il tono e proseguì imbarazzato:
-
Spero non farai allusioni di alcun tipo a quello che è successo fra
di noi… -
-
Del tipo? - Sembrava uno stronzo che faceva l’innocente. Si
corresse. Lo era. Maxi provò un forte istinto di prenderlo per la
cresta a staccargliela ma si domò.
-
Del tipo quella volta a Udine… e dintorni… miraccomando, è
importante che non si insospettisca. Per favore… -
Stephan
sospirò insofferente, poi alzò gli occhi al cielo e parve pensarci.
Aveva proprio un’aria furba, c’era poco da dire. L’argentino si
preparò all’attacco certo come la morte e quando arrivò non ne fu
deluso.
-
E cosa ci guadagno? - Un classico. Sembrava che qualcuno l’avesse
contagiato con atteggiamenti da demone e quando gli corse accanto
Kevin si ricordò di come si chiamavano quei due. ‘fratellino’ e
‘fratellone’… sospirò prevedendo solo una marea di guai ma fra
quelli derivati da Stephan e quelli derivati da sua moglie era molto
meglio la prima opzione.
-
Cosa vorresti? -
Al
ragazzino brillarono gli occhi pericolosamente ed osservandolo
l’attaccò con un sorriso preoccupante che la sapeva lunga, molto
lunga.
Lunghissima!
-
Non indovini? - Maxi da un lato sperava non glielo chiedesse,
dall’altro ne fu contento. Come orgoglioso in un certo senso. Un
senso strano. Non controllò lo sguardo mentre andava su Marco che si
allenava con gli altri portieri, ma a Stephan non sfuggì.
-
Speravo non mi ricattassi così… - Stephan sgranò gli occhi
fingendosi innocente.
-
Io che ricatto?! Ma va… tua moglie la incontro lo stesso anche
senza quello in cambio, che c'entra… -
-
Sì… il problema è cosa le dici e come ti comporti… - Asserì
lugubre Maxi capendo perfettamente il tipo. Ma come ci era finito con
uno così?
Il
suo sorriso fu eloquente e quando per disorientarlo disse che se
voleva poteva portare Marco per fingersi suo fidanzato e farla stare
tranquilla, Maxi, nonostante fosse effettivamente un’idea niente
male, rispose di slancio.
-
No, niente casini! Tu, io, lei ed i miei figli! Ti aspetto da me
stasera per un aperitivo. Al resto ci pensiamo più avanti… a
seconda di come finisce la serata… se sospetta più di prima te lo
scordi… - Arrossì e non concluse la frase schizzando via subito
prima di sentire il suo commento malizioso e la sua risata.
Non
c’era che dire, si disse Stephan. Doveva imparare i metodi di
Thiago per attuarli da solo… erano veramente efficaci!
Quella
sera ne avrebbe viste delle belle e non aveva comunque nemmeno idea
di quante nonostante fosse pronto a tutto.
Una
serata lunga ed illuminante!
Poco
più in là, a fine allenamento, dopo aver occhieggiato Stephan, Maxi
e Marco tutto il tempo, Roby si catapultò su Thiago gracchiando a
gran voce nel suo povero orecchio quasi sordo:
-
HO CAPITO IL PIANO! MA SEI GENIALE, AMORE! - Lo sentirono tutti
tranne gli interessati. Zlatan si avvicinò sperando di aver capito
bene. Non ce la faceva più a litigare con Alex per colpa di tutta
quella gente che gli chiedeva aiuti e pareri…
-
Di che piano si tratta? - Ora uno chiunque davanti a quello sguardo
truce avrebbe risposto subito ma Thiago sorrise sornione e disse
solo:
-
Prenderà lentamente forma davanti agli occhi di tutti… voi dovete
solo osservare bene tutto. - Zlatan non aveva la pazienza per quelle
cose ma Roby le adorava e saltellando come un idiota si mise a ridere
contento e curioso:
-
Che figo! - Anche senza sapere di preciso a cos’altro aveva
pensato.
Zlatan
disse solo sbuffando di nuovo:
-
Quello che vuoi, basta che funzioni! - Dopo di questo se ne andò
senza sentire il sicuro ‘funzionerà’ di Thiago che fissava i tre
interagire a turno l’uno con l’altro in modo alquanto comico.
-
Hai solo detto a Ste di ingelosire Maxi con Marco e stanno già tutti
e tre insieme senza rompere il cazzo agli altri! Ma era così
semplice? - Thiago a quel punto si girò verso il compagno e
laconico, estremamente furbo e sicuro di sé, rispose:
-
Vedrai! - Ormai Roby odiava quel termine ma non poteva che essere
curioso come una suocera di vedere l’esito della mente geniale del
suo compagno.
Quando
non era lui la cavia era molto divertente!