CAPITOLO XI:
STUDI VICENDEVOLI
 
Stephan arrivò puntuale, e solo, all’appuntamento con Maxi e famiglia.
Casa loro era piuttosto grande perché erano in cinque, di conseguenza anche se non si sapeva quanto sarebbero rimasti lì a Milano non potevano stare stretti e stipati. Specie perché potevano permettersi una bella casa ovunque andassero.
Stephan aveva preferito un appartamento bello grande ed un gatto nero di nome Ra.
Fu accolto prima dai figli che ridendo gli porsero la mano con gentilezza come fossero stati istruiti a dovere dalla madre, poi passarono a fargli il terzo grado…
- Come ti chiami? -
- Dove sei nato? -
- Che lingua parli? -
- Quanti anni hai? -
- Giochi col papà? -
- In che ruolo? -
- Hai la fidanzata? -
- Hai figli? -
- Quanti goal hai segnato? -
E via dicendo… fino a che, alla domanda:
- Ti piace il mio papà? - Maxi arrivò a strapparglieli da davanti tappandogli le boccucce dalle linguacce lunghe.
- Basta così o se ne va ancora prima di conoscervi! - Ma il colorito che abbellì le sue guance pallide fu deliziosamente scarlatto e fece ridere Stephan rendendosi conto che sarebbe stata una serata molto interessante.
Poco dopo fece il suo ingresso la splendida moglie di Maxi, Wanda. Una specie di barbie.
Sorriso radioso, curve esposte nella misura giusta, neonato in braccio, sguardo… bè, con lo sguardo squadrò da capo a piedi il ragazzino che non si intimidì e non si fece cogliere impreparato. Andandole avanti tese la mano e la strinse con gioia come fosse una cosa che faceva tutti i giorni, conoscere le mogli degli altri. Solitamente non sapeva nemmeno che faccia avessero.
- Finalmente ho il piacere di conoscerti, Maxi non voleva presentarci ma alla fine ho vinto io… - Disse con una lingua fin troppo lunga e affilata.
Stephan rimase basito a quella presentazione ma fece buon viso a cattivo gioco. Al primo scambio di sguardi capì al volo che comunque già sospettava di loro e che qualunque cosa avesse fatto sarebbe stato inutile, per cui quello doveva essere un ‘conoscere il nemico’.
- Si vede che non gli piaccio molto… - Rispose allegramente come se scherzasse.
- Ma no, conosco mio marito, fa così quando vuole tenere nascosto qualcuno… significa che anzi gli piaci troppo… è come se fosse geloso! - Maxi rigido come una tavola da surf sgomitò la moglie per farla stare zitto ma vedendo che prendeva fiato per proseguire, le propose di andare a prendere da bere mentre lui lo faceva accomodare in salotto.
Wanda andò con uno sguardo da ‘è solo rimandato lo scontro!’ che fece rabbrividire Stephan, rimasto solo con Maxi prese infatti un respiro di sollievo e parlando sottovoce sussurrò stupito:
- Non pensavo fosse così… -
- E non hai visto niente… - Replicò Maxi rilassato nello stare solo con lui piuttosto che con lei!
- Non capisco perché con una moglie così non vai con altri… - Sarebbe stato normale per scappare dalla carceriera…
Maxi lo fulminò coi suoi occhi azzurri che a Stephan piacquero ulteriormente.
- Sarebbe peggio… -
- Ma piantala allora… -
- E i figli? -
Stephan si fermò dal rispondere, effettivamente era appena nato un altro… se per lasciarla aspettava fossero grandi loro allora campava cent’anni. A quel punto capì perfettamente che tipo era ed impallidì corrugandosi proverbialmente.
Ma è un demonio! L’ha fatto apposta! Quando ha capito che suo marito piace agli altri e che lei è asfissiante e quindi lui potrebbe stare con chi lo corteggia, ha cominciato a sfornare figli ad intervalli regolari per assicurarsi che lui rimanga sempre con lei! È un demonio, questa!”
Ma fu nel rendersene conto e nel vederla tornare, nel vedere lo sguardo teso e non particolarmente contento che Maxi cercava di nascondere, che decise che non le avrebbe permesso di fare quello che le pareva.
Se Maxi voleva andare con lui l’avrebbe fatto e non solo… non l’avrebbe più tenuto incatenato!
Quella strega…
A quel punto cominciò la vera battaglia…
Wanda arrivò con un vassoio e tre bicchieri di aperitivi, ne porse uno a testa, poi si sedette lì con loro facendo in modo da stare in mezzo ai due che comunque non erano nello stesso divano. Posato giù anche un piatto di stuzzichini fatti da lei, disse con un sorriso radioso:
- Siccome mio marito non beve alcolici qua in casa non ce ne sono… ti dispiace? Sei abituato ad alzare il gomito? - Domanda strategica. Dimmi cosa bevi e ti dirò chi sei!
Stephan sorrise alla stessa identica maniera sicura di sé ed inquietante:
- No, non bevo alcolici nemmeno io, specie in pieno campionato. -
Wanda annuì appuntandosi mentalmente che questo era positivo.
- Ma mi risulta che non sia vietato bere qualcosa ogni tanto… basta tenersi prima delle partite o nei periodi importanti. - Aggiunse Stephan sfidandolo con lo sguardo a dirle il resto che sapeva per certo esserci:
- Sì lo so ma siccome ci sono i nostri piccoli non voglio che ci siano alcolici, li ho proibiti io. - Ecco, ora era chiaro.
- Allora se esce può bere? - Chiese acuto e sferzante. Wanda non inclinò il suo sorriso aperto.
- Certo. E passare il resto della notte fuori. Non esiste che metta piede in casa con dell’alcool in corpo, sia pure ad una percentuale ridicola. È la mia filosofia di vita. - Il ‘prendere o lasciare’ sarebbe stato invitante e lo evitò mentre lui capì ulteriormente che razza di diavolo fosse.
- Fortuna che non è un alcolizzato… - Commentò il ragazzino buttandola sul ridere. Wanda gli andò dietro e Maxi divenne sempre più rigido e preoccupato, il suo sorriso era lo sforzo più inumano che avesse mai fatto.
- Allora, Stephan El Shaarawy, da dove vieni? Sei veramente egiziano? Mi sembri italianissimo, non hai nemmeno mezzo accento… -
Cominciò ad indagare.
- Mio padre è egiziano, mia madre è italiana ma sono nato e cresciuto in Italia. Sono italiano DOC. - Wanda sorrise.
- E conosci l’egiziano? - Stephan si strinse nelle spalle.
- Sì, un po’ ma non lo parliamo molto. -
- Noi parliamo correntemente tutte le lingue dove lui è stato, dallo spagnolo all’italiano soprattutto… e li insegniamo anche ai nostri figli. Le origini sono importanti anche se nascono e vivono in altri Stati. - Frecciata chiara… bè, non aveva senso beccarlo per una cosa simile, voleva farlo sentire inferiore? Lontano da loro? Cosa? Stephan alzò le spalle fra sé e sé e proseguì quella conversazione che presto si trasformò nel terzo grado alla Hitler ipocrita poiché parlava con falsa gentilezza e sorridendo.
Stephan faceva altrettanto come in uno specchio dandole sempre risposte sincere e precise, rimase imperturbabile per tutto il tempo fino a che lei attaccò con serietà. Era chiaro lo fosse nonostante apparisse sempre sorridente.
- Non hai la ragazza? - Stephan negò. - Come mai, se posso? Hai forse il ragazzo? - Maxi tossì e la fissò come se fosse matta ma il ragazzo non fece ancora una piega.
- Sono bisessuale, ho avuto esperienze sia con ragazzi che con ragazze. Al momento sono solo. - Wanda rise divertita.
- Ma dai, un così bel ragazzo come te che sembra attivo e sveglio non è corteggiato e non ha storie? -
- Cose poco serie, tutte di passaggio, nulla degno di nota. - La donna annuì piegando il capo pensierosa.
- Di questi tempi è difficile trovare una persona adatta e se la si trova solitamente non è libera perché sposata e magari con figli. -
- Magari però è una persona che per scappare dalla vita di casa che potrebbe essere soffocante, va con qualcun altro… - Rispose rivelandosi pienamente all’altezza della situazione. Una gran altezza. Wanda se l’era cercata e Maxi provò l’istinto di scappare ma era peggio lasciarli soli quindi rimase fermo e zitto a pregare che la smettessero.
- Fortuna che mio marito non è così… ormai ci sono molte persone come dici tu, è vero, per questo bisogna stare attenti a chi si ha accanto. Cercare di non dargli motivo per scappare dalla vita in famiglia… - Ma ci credeva veramente?, si chiese Stephan fulminandola con lo sguardo che però rimaneva cordiale e sorridente. Maxi non si spiegava come ci riuscisse ma voleva morire.
- Comunque non sto con nessuno seriamente. Sono giovane, preferisco divertirmi e concentrarmi sulla mia carriera. - Wanda con sguardo brillante e allusivo disse:
- Farai strada. - Che sembrò più un ‘tocca mio marito e ti scotenno’.
- Lo spero davvero. - Questo parve poi un ‘accetto la sfida’.
- Bene ma che tardi che si è fatto, direi che è il caso di pensare alla cena… Stephan, immagino avrai impegni, non vogliamo trattenerti oltre… sicuramente mia moglie ora che ti ha conosciuto è contenta, puoi dormire sonni tranquilli… non ti torturerò più! - La buttò sullo scherzo, Maxi, ma intanto parlò veloce e senza respirare alzandosi e accompagnandolo alla porta prima ancora di farlo parlare.
Si ritrovarono all’ingresso nel giro di pochi istanti e quando Wanda strinse di nuovo la mano a Stephan finendo addirittura per baciarlo come una brava donna di casa, lo invitò a tornare quando voleva.
- E’ stato un piacere conoscerti! -
- Anche per me! Maxi è proprio fortunato ad avere una moglie come lei… - Wanda rise con un acuto non da poco e attaccandosi al suo braccio disse:
- Ma dammi del tu, caro… -
- Allora ciao e alla prossima… - Che Maxi sperò non si sarebbe mai verificata.
- Lo accompagno alla macchina… - disse Maxi fingendosi un bravo padrone di casa.
Wanda andò dentro richiamata dai pianti del piccolo e i due ragazzi sospirarono insieme in perfetta sincronia quando la videro sparire.
Alla macchina del giovane Maxi si scusò parlando piano in modo da dare le spalle alla casa per non farsi vedere dalla moglie che di certo li spiava.
- Mi dispiace veramente, speravo non reagisse così male ma deve avere già sospettato qualcosa e così quando succede diventa… -
- Una strega! - Esclamò Stephan senza problemi.
Maxi sospirò spontaneo, gli dispiaceva fosse andata così ma era più che altro stanco di quella storia, per questo cercava sempre di evitare se proprio non poteva farne a meno.
- Lascia fare a me, ti tirerò io fuori da questa prigione! - Così dicendo Stephan non si rese nemmeno conto di cosa aveva promesso, ovvero di prenderselo e di strapparlo a lei. Maxi sgranò gli occhi chiari e lo fissò convinto lo prendesse in giro. Per un momento assurdo sperò fosse serio e ci riuscisse ma sebbene serio lo fosse davvero, si rese conto che era una pessima idea.
- Non voglio che i miei figli ne risentano… -
- Ed io non voglio che diventi matto! Ti esaurirai prima o poi… e sarebbe un vero peccato! - Con questo Stephan salì in macchina senza toccarlo per non metterlo nei guai ma ammiccò con sicurezza capendo che per lui probabilmente avrebbe mosso mari e monti.
Ma ancora non ammise a sé stesso che tutto quello presupponeva un interesse più che serio.
Maxi, stordito da quella presa di posizione tanto quanto da quella serata sfiancante, rimase a guardare la macchina allontanarsi e sospirò speranzoso.
Quasi quasi gli dava carta bianca.
Al richiamo della moglie si riscosse.
Per il momento quelli erano solo sogni, doveva stare coi piedi per terra.
 
Come è andata? ‘ Chiese Stephan per messaggio poco dopo la cena.
Maxi era a guardare la televisione e Wanda stava mettendo a dormire i bambini, quindi si concesse una risposta con tanto di sospiro stanco.
Difficile dirlo… è strana.’
L’avevo capito!’
Maxi sorrise.
Cioè non so se ha capito o no!’
Per Stephan sì che aveva capito ma se per Maxi non era chiaro non gli avrebbe rivelato l’arcano, poteva girarsi a proprio favore la cosa, infatti…
Bene, dunque cosa mi dai in cambio?’
Perché gli aveva detto che solo se lei non si insospettiva lui poi l’avrebbe accontentato. In pratica era andata così e Maxi se ne ricordò in un’ondata d’imbarazzo.
Era vero… nella foga del momento gli aveva praticamente detto che se avesse fatto un buon lavoro poi sarebbe tornato a letto con lui… ma non pensava sarebbe potuta andare davvero bene ed in ogni caso in quel momento gli interessava che Stephan accettasse e si impegnasse.
Però magari in cuor suo ci aveva anche sperato davvero. Magari.
Prima devo capire se ha capito!’ Si rese conto di aver detto qualcosa di poco chiaro ma l’agitazione gli giocava brutti scherzi.
Dai che non ha capito, sono stato bravo, ho sopportato il terzo grado dei tuoi bellissimi figli e di quella pazza di tua moglie… ora mi devi ripagare altrimenti vado da lei e le dico di Udine!’
Non voleva ricattarlo seriamente ma prima gli aveva detto che l’avrebbe fatto, non poteva rimangiarselo.
Ed improvvisamente era importante che la mantenesse, la sua parola. Che lo facesse veramente.
Lo ‘ripagasse’ in quel modo…
Maxi si chiese cosa dovesse fare a quel punto e come facesse a cacciarsi sempre nei guai e sospirando consapevole che comunque qualcosa in cambio glielo doveva dare perché gli aveva fatto veramente un gran bel favore, rispose funereo e vicino al panico:
Alla prossima partita!’
Che fosse trasferta o in casa, la notte prima delle partite dormivano in albergo e mangiavano insieme, quindi le uniche effettive occasioni per loro erano quelle. Specie per uno come Maxi controllato dalla moglie.
Ed intanto qualcosa doveva deciderla, si disse Maxi.
Anche perché per una sola notte di sesso lui rischiava in ogni caso e di avere scenate isteriche di sua moglie e conseguenti guerre atroci non ci teneva.
Però era vero, insomma… qualcosa glielo doveva.
Si giustificò così, però poi passò mezz’ora al telefono con Alex convinto che fosse il solo che poteva capirlo.
Non che poi servì a qualcosa, ma intanto parlarne, una volta che lei fu a dormire, l’aiutò a far chiarezza.
- Magari, dopotutto, spero che sia disposto a darmi altro rispetto al suo corpo e ad un po’ di piacevole sesso… - Quando lo disse si rese conto di essere già in grossi grossissimi ed enormi guai.
Ma era tardi per ritrattare.
 
Stephan, intanto, dal canto suo, si apprestava a passare una notte di scarso sonno a rigirarsi nel letto per pensare a Maxi, a quella strega di sua moglie e a come liberarlo.
Irritato sin nel profondo da quella donna e da come aveva cercato di tenersi il marito come fosse proprietà privata, si chiese come potesse un essere umano essere così pazzo ed insopportabile.
Ma come la sopporta? È fuori, quella!”
Si chiese all’ennesimo voltarsi sbuffando.
Inaudito.
Ma magari non era tanto quello, il punto, quanto che lui non fosse libero di fare quel che voleva.
Alla fine lui mi vuole ma non viene con me perché lei non glielo permette, lo controlla troppo, lo ricatta. Io la devo battere, quella donna!”
E così pensando battagliero si addormentò ripetendosi come un mantra che in qualche modo ce l’avrebbe fatta.