CAPITOLO XIV:
CONTRO OGNI PREVISIONE


Il capitano era Massimo ma a conti fatti la gente si rivolgeva ad altre due persone per risolvere i propri casini.
Se erano casini che riguardavano in qualche modo il calcio andavano da Zlatan, se invece riguardavano la vita privata e personale, andavano da Thiago, l'esperto consulente negli affari di cuore.
Se avevano bisogno di ridere andavano da Antonio e Rino.
In quel periodo nessuno andava più da Zlatan per il calcio, preferivano tenersi i problemi e cercare di risolverseli da soli... il motivo era presto detto.
Era furibondo.
Nessuno ricordava in due anni di averlo visto mai più infuriato di così e lo si capiva anche se non diceva o faceva niente di particolare. Erano gli sguardi. Nessuno poteva osare avvicinarsi o incrociare il suo sguardo senza rimanerne scottati.
Il motivo era il segreto di Pulcinella. Lo sapevano tutti ma nessuno osava proferire parola o metterci naso.
Alexandre era più preoccupato per i suoi amici che per lui. Gelosia pura. Questa la versione abbreviata.
Quella più approfondita era diversa, non si trattava di gelosia ma di principio.
Alex pensava fosse più importante aiutare i suoi amici in difficoltà quando glielo chiedevano piuttosto che stare col suo moroso quando erano insieme. Non poteva mai negarsi nemmeno nel mezzo di un orgasmo. Era la bellezza di Alex ma a tutto c'era un limite.
Zlatan era arrivato al suo ed anche se Alex voleva risolvere, fino a che non avrebbe capito che a volte bisognava voltare le spalle alla gente affinchè se la sbrigasse da sola, non avrebbe mollato.
Alex, dal canto suo, era fermamente convinto di essere nella ragione e non avrebbe ceduto, poteva andargli incontro su tutto ma non su quello perchè per lui l'amicizia era sacra, non avrebbe mai voltato le spalle a nessuno.
Thiago vedeva la situazione e assisteva pronto ad intervenire come un angelo custode. Non era sicuro che potesse fare veramente qualcosa, era un discorso di principi e su quelli non si poteva fare da giudici e quietare le acque. Dovevano trovarsi loro da soli e per questo uno dei due doveva cedere.
Sicuramente, però, era impensabile lo facesse Zlatan.
Roby fremeva per far qualcosa.
- Però dovremmo... - Cominciò per l'ennesima volta l'attaccante.
- No! - Lo fermò secco Thiago. Roby fece il blackut con il labbro inferiore e cercò di impietosirlo ma non funzionò. Thiago non aveva un cuore in certi casi. O per lo meno lo teneva bene sotto controllo.
- Ma... -
- No! -
- Però... -
- No! - Roby ncrociò le braccia al petto e Thiago sospirò cercando qualcosa per distrarlo. Bè, un modo infallibile l'aveva... - Ascolta... - Fece quindi cominciando a gattonare sul divano ignorando la televisione. Ecco, ora sembrava un gatto. E Roby aveva un dannato debole per i gatti! - Sei un tesoro ma... sono problemi loro, non dobbiamo metterci in mezzo in tutte le coppie, non è essenziale, eh? Qualcuno se la può cavare anche da solo... tu che dici? - La frase finale l'aveva detta sfiorandogli l'orecchio con quelle labbra carnose e scandalose sotto certi punti di vista. Roby ormai non respirava ed aveva anche bellamente dimenticato ogni altra questione. In fretta e furia.
- E... e come proponi di passare il tempo? - Chiese malizioso sapendo che qualcosa in mente l'aveva di sicuro. L'adorava quando lo seduceva. Thiago era sexy da morire, poteva anche solo mangiare e lui si eccitava. Qualunque cosa facesse. Era dipendente da lui...
Thiago ridacchiò sensuale, sapeva che gliel'avrebbe detto. Più che altro sapeva che avrebbe vinto, come sempre.
Non lo disse ad alta voce, preferì sussurrarglielo all'orecchio suadente:
- Pensavo che magari ti piacerebbe essere legato da me e provare tutte le mie fantasie erotiche... lo sai che ogni volta che ne ho il protagonista sei sempre tu? Tu che ti lasci fare di tutto ed io che sfogo ogni fantasia recondita? - Si fermò per poi spiegargli... - recondita è nascosta... - A volte usava termini che Roby non contemplava nel suo dizionario e, siccome lo conosceva, glieli traduceva automaticamente prima che gli chiedesse cosa voleva dire. Roby a volte si offendeva perchè si sentiva un idiota, altre gliene era grato. Ora era il secondo caso e sorridendo malizioso rispose sempre al suo orecchio, infilando la mano sotto la maglietta. La sua pelle era sempre calda e liscia ed ora anche profumata. Poteva vivere di lui, non gli sarebbe servito altro.
- Allora vediamo se riesci a stupirmi! -
Thiago si mise a carponi inarcando la schiena apposta per mettersi in posizione da killer.
- Vediamo se ci riesco! - E così distrasse Roby molto bene. E lo stupì.
Lo stupì davvero!


Stephan fece salire Marco a casa sua apposta, Maxi era stato dietro la loro macchina per tutto il tempo perchè non abitavano in zone così distanti e la strada era la stessa, quindi quando l'argentino aveva visto che Marco scendeva dall'auto e saliva dal ragazzino, questi aveva frenato istintivamente.
Il rumore in questione l'aveva sentito distinto e sorridendo sornione si era preso Marco a braccetto e se l'era trascinato dentro l'edificio.
Era uno stronzo, quando ci si metteva.
Maxi sarebbe davvero impazzito.

Una volta in casa Stephan non pensava d'avere grandi intenzioni, voleva solo far credere a Maxi che ne avesse e riuscito perfettamente nell'intento pensò che potesse ormai offrire un aperitivo al suo amico.
Lo stava usando come uno stronzo e non aveva nemmeno capito se Marco se ne era accorto o meno. Se era sveglio avrebbe dovuto, ma non era certo su che tipo fosse. Non lo conosceva per niente, in realtà. Si era concentrato tanto su Maxi ed aveva trascurato tutti gli altri. Conosceva bene Kevin perchè se l'era preso sotto la sua ala protettiva ma con altri era diverso. A meno che non gli interessassero per qualche motivo sapeva poco di loro...
- Cosa ti va di bere? - Chiese distratto mentre si chiedeva che tipo fosse Marco. Si era dimostrato sempre molto disponibile e accondiscendente e non era chiaro se era per carattere, per amicizia o per secondi fini che aveva a sua volta. Quest'ipotesi la scartò a priori. Come se fosse impossibile che oltre a lui anche altri avessero secondi fini.
Insomma, in quei giorni ci aveva provato tanto con Marco e gli si era strusciato addosso parecchio ma solo per Maxi, che per inciso ora era cotto e geloso a puntino, e Marco non l'aveva mai messo a posto anzi... forse amava scherzare anche lui così...
- Quello che vuoi... - Rispose Marco disinteressato al bere. Stephan si piegò nel frigo e prese una coca cola, avevano il divieto degli alcolici il giorno prima di una partita e così sarebbe stato.
Quando si rialzò si ritrovò Marco dietro di sé e per un attimo sussultò impreparato alla sua vicinanza eccessiva. Perchè solitamente era lui che si avvicinava felpato agli altri per farli sussultare. Era strano che ora fosse l'opposto.
- Marco? - Chiese piano ormai rivolto verso di lui. Lo fissava da vicino, pochi centimetri di distanza. Marco prese la lattina di coca cola e la mise giù sul ripiano della cucina, poi prese anche quella di Stephan e la mise nello stesso posto.
Era silenzioso e ammaliante, l'espressione indecifrabile. Era la prima volta che nel cercare di capire qualcuno non ci riusciva. Lo stava guardando come se lo stesse spogliando e Stephan si trovò con un batticuore incredibile. Con Maxi era successa la stessa cosa, poi si era calmato quando ci era finito a letto.
Cosa stava facendo?
Voleva chiederglielo ma la lingua era improvvisamente legata e annodata.
I suoi occhi scuri erano pieni di riflessi caldi, due braci. Erano occhi splendidi o forse gli sembrava a lui perchè era tanto vicino.
Il respiro calmo.
Marco era strano.
Non si agitava mai ed assecondava tutti, ma cosa significava questo?
Voleva chiederglielo ma pensò di capirlo quando gli prese il viso fra le mani e, con una calma e sicurezza ipnotizzanti, lo baciò.
Stephan rimase letteralmente di stucco e prima di capire era lì ad intrecciare la lingua alla sua. Era bollente e dannazione, ci sapeva davvero fare. Baciava con padronanza e sensualità.
Non avrebbe mai immaginato che Marco potesse essere così... era... era... si perse nella sua bocca dimenticandosi le parole, le riflessioni e le intenzioni.
Si lasciò semplicemente andare incapace di gestire lui le cose, come normalmente faceva, e di restare calmo.
Il cuore era impazzito.
Quel bacio gli stava piacendo enormemente. Troppo.
Marco decise che poteva bastare e separandosi dalle sue labbra ormai calde e pulsanti, lo guardò da vicino senza lasciarlo andare. Aveva un sorrisino malizioso stampato in viso, un viso davvero bello.
Non l'aveva mai notato solo perchè era stato concentrato su Maxi e non erano esistiti altri che lui, ma quando aveva scelto il 'socio' con cui l'avrebbe fatto ingelosire, aveva puntato Marco perchè aveva visto che era davvero carino.
Ora ne aveva conferma.
- Per... perchè l'hai fatto? - Chiese roco con il cervello che faticava a riconnettersi.
Marco non si scompose.
- Come se non lo sapessi... - Rispose con le mani che scendevano ad abbassargli la cerniera della tuta della squadra. Stephan tratteneva il fiato.
Era sensuale da morire. Lo stava seducendo...
Non immaginava fosse così bravo.
- Non capisco... - Ed era vero anche se di norma era molto sveglio.
Marco era convinto che giocasse, l'aveva sempre fatto. Ora o stava giocando col fuoco o era pronto a scottarsi, però una cosa per il portiere era certa. Tutto quello lo voleva e l'aveva davvero cercato col lanternino. Ora l'avrebbe accontentato.
- Ti ho sentito l'altra mattina... - Rispose accontentandolo. Stava solo al suo gioco. I gesti erano molto lenti e studiati. La maglia ora aperta venne fatta scivolare dalle sue mani lungo le braccia.
Stephan riuscì ad arrossire, Dio era la prima volta... com'era possibile? Nessuno ci era mai riuscito...
- Quando? - Cercava tempo per pensare a qualcosa ma la verità era che, nonostante fosse tremendamente impreparato, cominciava a volerlo davvero molto.
- Quando mi ero addormentato e tu mi hai baciato. Ti ho sentito. E ti sei messo tutto sopra di me... volevi vedere se mi eccitavo? - Non era arrivato a tanto. Cioè l'aveva fatto sicuramente con malizia ma non pensando anche a quel lato. Marco sì. Non è che magari Marco era anche peggio di lui sotto quell'aspetto?
Ma sembrava un agnellino! Invece era un lupo? Dannazione, uno che fosse ciò che sembrava c'era?
Stephan non sapeva cosa rispondere, in realtà no ma rivedendosi la scena aveva ragione... aveva sentito la sua erezione contro la propria e non è che fosse rimasta a riposo completo... gli era piaciuto. Ad entrambi.
Ora Marco gli stava alzando la maglietta, gli scopriva la pelle con una lentezza esasperante e sebbene le braccia del ragazzino fossero abbandonate lungo i fianchi perchè era paralizzato, aveva il fortissimo istinto di rispondere e reagire positivamente. Normalmente l'avrebbe fatto subito senza pensarci.
- Mi è venuto spontaneo... - Disse alla fine improvvisando. Marco sorrise malizioso di nuovo. Era ancora più bello. Si morse il labbro istintivo e questo fu il via per il portiere... il via per proseguire.
E proseguì davvero.
Scese con la bocca sul suo collo e su di esso, così sensibile e liscio, mormorò ancora piano, suadente, languido:
- Ed in questi giorni non dirmi che non mi hai corteggiato per niente... - Era chiaro che l'aveva corteggiato ma non per farselo. Per far ingelosire Maxi!
Cazzo che casino!”
Pensò realizzando dove era finito con i piani di quello spostato di Thiago.
Certamente lui non poteva saperlo ma era una cosa tipica del difensore brasiliano... fare piani machiavellici per risolvere i problemi e crearne così invece di ben più gravi! Se l'avesse saputo col cavolo che gli avrebbe dato retta!
Però non immaginava nemmeno che dopo il gran casino dei casini, quei suoi piani finivano per risolversi bene in un modo o nell'altro. Non si sapeva come.
Le mani di Marco dopo aver armeggiato con la sua maglietta gliela tolse sfilandogliela da sopra. Stephan rimase a torso nudo ed ancora con le braccia lungo i fianchi. Cosa doveva fare?
Marco lo stava stupendo molto, era sensuale e faceva sesso da paura, ora che lo stava seducendo se ne rendeva conto. Aveva forse avuto il prosciutto sugli occhi per Maxi ma doveva dire che se la sua filosofia era 'niente amore solo sesso' e che Marco era lì evidentemente per quello... bè, perchè no?
- E tu hai pensato che io ti avessi invitato a salire per scopare? - Almeno doveva accertarsene. Se lo stava in qualche modo prendendo in giro ora si sarebbe tirato indietro.
Marco non ci avrebbe mai pensato a tirarsi indietro e infilando la mano sotto l'elastico dei pantaloni e dei boxer, raggiunse la sua erezione bella calda. Sembrava non aspettasse altro.
Quella, per lui, era una risposta perfetta e gettando la testa all'indietro Stephan affondò le dita sulla nuca di Marco, occupato a succhiargli il collo oltre che a fargli crescere l'eccitazione.
Crebbe davvero in fretta, ci sapeva fare. In breve non sarebbe riuscito a controllarsi più.
Marco lo sentì presto vicino al limite e si inginocchiò prima che succedesse, gli abbassò bene i vestiti e continuò con la bocca quello che aveva cominciato con la mano.
Era una sua fissa.
Far godere prima il compagno o compagna di turno e poi soddisfarsi liberamente.
Stephan gradì molto questo suo modo di fare, era raro che un uomo avesse quest'attenzione, di norma entrava e basta.
Ebbene sì, Stephan di esperienze ne aveva un bel po'. Non tantissime, era giovane, ma aveva cominciato presto.
Marco era uno dei pochi che faceva così.
Chiedendosi cosa avrebbe fatto Maxi nel vederli così, venne subito nella sua bocca. Marco non ingoiò ma non fu un problema, dopo essersi liberato del suo piacere si tolse i vestiti.
Si muoveva come non avesse fatto altro in vita sua, era sensuale persino mentre si spogliava.
Non gli avrebbe dato mezza tacca, guardandolo era una persona semplice come tante ed anche timido magari. Traeva in inganno perchè in realtà era tutt'altra cosa.
Marco poteva fare la porno star!
Si avvicinò dopo essere stato mangiato con gli occhi dall'altro e lo voltò con sicurezza. Non era per niente brutale, nemmeno troppo delicato. Era dannatamente erotico e basta. Lo reputo giusto. Lo spostò in modo da appoggiarlo al tavolo e Stephan vi si spalmò sopra come fosse un gattino in calore che faceva le fusa al suo compagno. A Marco per poco non venne l'istinto di possederlo brutalmente ma si controllò e cominciò la preparazione sia su di sé che sul ragazzo. Si alternava in modo da non essere in difetto in uno o nell'altro senso e quando lo sentì gemere più forte del previsto capì che non era la prima volta. Del resto uno che ci provava tanto sapeva quel che faceva. In teoria.
- Non sei vergine... - Mormorò roco con le labbra sulla zona lombare della sua schiena. Stephan gemette e annuì.
- No che non lo sono... - Ed era chiaro. Questo spinse Marco ad entrare senza troppi riguardi. Non fu violento, non era nella sua indole, ma non la tirò molto per le lunghe.
Stephan sospirò subito.
Ma da quanto faceva sesso quel ragazzino? Non indagò sul momento in cui dovesse aver cominciato e su quante volte avesse fatto per essere così 'aperto' e per godere già da subito, ma gli piacque poter lasciarsi andare.
Lo fece molto bene, tenendolo per i fianchi e spingendo via via sempre più in profondità.
I gemiti si unirono nell'aria così come i loro corpi e ben presto tutto gli sfuggì di mano, persino la loro stessa ragione. Non avevano idea di cosa stessero facendo, solo che era così bello. Tremendamente bello.
L'orgasmo prese entrambi perchè Marco con le sue spinte possenti era riuscito a stimolare fin troppo bene una certa parte estremamente piacevole in Stephan e questo cominciò ad urlare contorcendosi perdendo la testa e facendola perdere a Marco.
Venne in lui e fu liberatore e davvero appagante come altre volte era stato.
Di sicuro, concluse Stephan nella nebbia, le persone non le si conosceva mai abbastanza.
Ecco un caso in cui l'apparenza inganna!”
La vita sapeva stupire sempre.