CAPITOLO 17: 
DESIDERI NASCOSTI


Mentre in esterno succedeva tutto quel pandemonio provocato in origine da Stephan e aggravato di gran lunga da Thiago -ed un suo tentativo di sistemare le cose-, il piccolo faraone in questione si era deciso a vedersela da solo. 
Aveva chiesto il parere di tutti con la consapevolezza che comunque avrebbe fatto di testa sua. Ora era il momento di usarla e di farlo davvero.
C'era una trasferta, il momento perfetto per fare la mossa decisiva con Maxi.
Thiago di danni ne aveva fatti con quei suoi consigli apparentemente furbi e sensati volti a 'mettere tutto a posto', ma alla fine, passando per la Cina, da Milano a Roma lui era arrivato.
Stephan non rompeva l'anima a nessuno!


La questione per Stephan era una, in realtà.
Doveva capire quanto gli piacesse fare sesso con Marco e quanto volesse Maxi. Anzi, più che altro perchè.
Voleva più fare sesso con Marco o più conquistare definitivamente Maxi?
Anche con lui aveva pensato, all'inizio, che fosse solo per il sesso ma poi l'aveva avuto una volta. Una, ma poteva accontentarsi. Quando era entrata in scena quella pazza possessiva di sua moglie Wanda si era intestardito sul 'liberalo'. Alla fine non si era chiesto se lui volesse essere liberato, aveva dato per scontato che lo volesse. Del resto chi avrebbe mai voluto stare con quella? Però non riusciva ancora a capire bene perchè volesse tanto fare tutte queste cose per lui... non si era mai intromesso tanto attivamente nella vita di qualcuno, era per la serie 'divertiamoci finchè possiamo', sulla scia di Kevin -non a caso erano fratelli- ed ora che stava vivendo quella strana cosa, si sentiva spaesato.
Ma non era tipo da fermarsi comunque, non l'aveva mai fatto e non avrebbe cominciato ora.


Quel giorno giocavano a San Siro, quindi la squadra era andata come al solito a dormire a Milanello, là ognuno aveva le camere fisse, difficilmente ci si scambiava ma soprattutto ce n'erano in abbondanza ed erano tutte per loro. 
Stephan decise che entro quel week end sarebbe venuto a capo di tutto il proprio casino personale. Per questo vedeva solo un modo.
Ottenere Maxi e vedere come si sarebbe sentito poi. Sperimentare sulla pelle era l'unica per avere delle risposte certe. Non era tipo da perderci troppo sonno a scervellarsi su qualcosa che poi, magari, una volta attuata era diversa.

Maxi non aveva la minima idea di che cosa si agitava nella testolina malefica di Stephan, tutti lo sottovalutavano perchè sembrava un ragazzino. Bè, ragazzino lo era in effetti, ma non sprovveduto... e nemmeno casto!
Voleva divertirsi e sapeva come, ecco tutto.
Quando si ritrovò in camera con Stephan, da solo, nella sua ingenuità Maxi si chiese come fosse successo. Che Maxi fosse l'ingenuo fra i due era una cosa davvero memorabile. Era quello più grande ma pareva quello più piccolo fra i due!
Stephan entrò in camera lasciando cadere il proprio borsone sul letto. Due singoli. 
"Anche così va bene!"
Pensò lasciando perdere l'idea di unirli.
Maxi si voltò, era già arrivato e quando lo vide sussultò chiedendosi apertamente quando il suo solito compagno di stanza fosse diventato Stephan!
Il ragazzo gli sorrise accattivante, le idee erano chiare e ben esposte, non era tipo da nasconderle se non voleva. Ed ora non voleva. Perdere tempo, oltretutto, era stupido.
- Come mai sei tu? - Chiese incerto sperando di non apparire maleducato. 
Stephan accentuò il sorriso e finì ridacchiando.
- Non mi vuoi? - Maxi avvampò. 
- Che dici, non è questo è solo che... ultimamente stavo con... - non gli veniva nemmeno il nome. Stephan rise ancora.
- Se vuoi me ne vado! - 
- No no, che hai capito... per me va bene, eh? - Non voleva offenderlo, anche perchè era lui per primo disorientato. Aveva paura di stare solo con lui ma si sentiva idiota a scappare. Era un uomo, doveva saper affrontare tutto. O no? 
- Ma sai... - Fece allora Stephan avvicinandosi sinuoso all'altro. - C'è un favore da riscuotere che non mi sono ancora preso... - La voce si era fatta volutamente bassa e suadente, lo sguardo lascivo. Lo guardò e lo sfiorò col dito sul petto soffermandosi di proposito all'altezza dei capezzoli. La tuta impediva di sentire granché, però era l'idea di cosa stava facendo. Sicuramente non stava nascondendo le proprie carte, ma non l'aveva mai fatto. Da subito era stato convinto che sarebbero finiti in quel modo. 
Maxi, trattenendo il fiato, gli prese la mano e l'allontanò da sé. 
- Non ti va? - Chiese malizioso. 
- C'è... - Maxi tossì e si inumidì la gola e le labbra... aveva la testa vuota, non sapeva cosa dire. 
Stephan alzò uno dei suoi sopraccigli curati e sistemati al millimetro. 
- Cosa c'è? - Maxi non aveva niente nella mente... doveva dare una buona scusa per non farlo ma improvvisamente non ricordava niente. Alla fine fece appello alla logica e per miracolo sparò qualcosa: 
- La cena! - Era vero, ora dovevano cenare! Stephan rise spontaneo piegandosi in avanti, Maxi arrossì. Aveva detto qualcosa di idiota? Bè, la cena c'era... 
- Pensavo dicessi ancora che c'è tua moglie! - La tirò in ballo di proposito per poterla calpestare meglio. La odiava quella pazza ossessiva compulsiva con manie di possessione maniacale! 
Era solo il principio. Come osava rovinargli la vita così? Se Maxi voleva avere l'amante doveva poterlo avere!
Non era certo quello il punto, non era idiota e lo capiva... però quando era lì per provare a darsi una vera risposta se ne turbava.
Perchè gli interessava così tanto che Maxi fosse 'libero' da Wanda?
Non ne era innamorato, ne era sicuro, però per uno con cui voleva solo fare sesso non faceva tutto quello.
Forse era una sommossa contro di lei, più che a favore di lui. La odiava e voleva darle una lezione. Punto. A pelle. 
Poteva anche essere.
Non poteva esistere un essere umano che gli impedisse qualcosa, che poi lo volesse o meno non contava.
Vedendo che però lui era messo davvero male, decise di concedergli almeno la cena.
- Allora a dopo! - 
Come se andassero in posti diversi!


Al ritorno Maxi era pieno di dubbi e domande e Stephan sempre più deciso a farlo, il motivo aveva poca rilevanza. Il punto era che doveva sedurre Maxi!
In camera si trovarono di nuovo soli, insieme, e l'atmosfera goliardica che si innalzava a cena ogni volta sfumò in un vento immaginario. Un vento che lasciò tutte le risate rilassanti di prima fuori dalla porta.
Stephan era silenzioso, Maxi proprio non lo capiva. Prima voleva e poi faceva l'indifferente?
Sembrava non volesse più. Continuò ad osservarlo nicchiando. Stephan ora si stava togliendo calmo i vestiti per indossare il pigiama e, ipoteticamente, andare a dormire. Così, senza dire o fare altro. Bè, si disse Maxi... chi lo capiva era proprio bravo. 
"Avrà cambiato idea!"
Pensò con un pizzico innegabile di delusione. Si mordicchiò la bocca dall'intero e alzò le spalle decidendo che così era meglio. 
Stava, rassegnato, per abbassarsi la cerniera della tuta quando la sua voce arrivò sorprendentemente allegra.
- Com'è con tua moglie? - Maxi sussultò e si voltò. Stephan era in boxer, erano piccoli e attillati, si vedeva bene tutto. Un tutto non ancora molto teso in effetti. 
- Cosa c'entra ora? - Chiese automatico. Stephan alzò le spalle. 
- Siccome mi è sembrata fuori di testa, volevo sapere se ti ha fatto più problemi... ti controlla molto, no? - Maxi rispose senza pensarci, sorpreso da quella domanda. 
- Bè ma non abbiamo più fatto niente dopo quindi lei si è calmata... - Poi si morse la bocca. Era come porgergli un piatto d'argento e chinare la testa. Stephan non avrebbe perso l'occasione. 
Lo fissò teso in attesa di una risposta, convinto che gli sarebbe saltato addosso. Il cuore gli batteva stupidamente. Dannazione, era un ragazzino, come poteva essere così?
Ma Stephan lo stupì di nuovo e prendendo il pigiama se lo infilò come se non avesse detto niente. Non accennava ad avvicinarsi. Ma non voleva 'riprendersi il favore'?
L'ansia cresceva di attimo in attimo nel non capire cosa avesse in mente Stephan e lui ci godeva nel vederlo così, era fin troppo evidente!
- Ma si può sapere cosa ti prende? - Chiese improvviso ed impulsivo senza saper più trattenersi. 
Stephan, di spalle, sorrise sbieco. Perfetto. Eccolo lì!
Si voltò, aveva i pantaloni addosso, ora, ma non era un problema. 
- Perchè? - Chiese candido. Maxi era ancora vestito e giocava con la zip della maglia.

A quel punto rispose spontaneo senza riflettere. Non poteva nemmeno tirarla così per le lunghe!
- Perchè prima dici che devi... 'riscuotere'... - fece le virgolette nell'aria con le dita – e poi fai finta di niente... insomma... se non volevi perchè l'hai detto e mi sei capitato in camera? - Stephan fece un sorrisetto davvero preoccupante che fece rabbrividire Maxi. Non aveva diciannove anni quella robetta lì, non poteva possedere un'espressività tanto maliziosa ed un'età così giovane!
- Se lo volevi bastava dirlo, eh? Mi sembrava d'aver capito che non volessi e non sono tipo da forzare nessuno... - Maxi rimase spiazzato indeciso se crederci o no... era un finto passivo, gli aveva detto adesso non ricordava chi... Alex? Però era vero che non ci stava più provando...
- Non è che non voglio ma... - Si chiuse la bocca da solo rendendosi conto anche d'averne detta una di troppo. Decisamente troppo. Stephan continuò con quel sorrisetto impertinente e provocante, quindi avvicinandosi fino a sfiorarlo con tutto il corpo, prima di alzare le mani e posarle ovunque su di lui rimase fermo a fissarlo.
- Ma? - L'argentino si strofinò le labbra, il suo respiro, il suo sapore... lui... era piccolo, perchè gli stimolava tutto quel subbuglio? Forse era una sorta di libertà da quella che vedeva sempre più come una prigione, no?
- Ma non capisco cosa vuoi davvero... e perchè... - Domanda intelligente. Se l'avesse saputo Stephan forse non sarebbe stato lì a tentare per capirlo. Con abilità non si turbò e mantenendo l'espressione di prima alzò finalmente le mani, le portò sul colletto della felpa e mentre una teneva ferma la stoffa, l'altra abbassava la cerniera. Lentamente. Lo sapeva fare.
Maxi tratteneva il respiro.
- Ha tanta importanza cosa voglio e perchè? Io penso piuttosto che tu debba rispondere a quest'altra domanda. Cosa vuoi tu. Cosa vuoi davvero. - Per un momento gli venne in mente Wanda e si ribellò, lo sapeva da tempo che non era lei... all'inizio era stato bene con lei ma poi era venuto fuori subito quella sua possessività esasperante. Quando aveva pensato di lasciarla erano arrivati i figli, uno dietro l'altro. Era con quello che una donna cosciente dell'imminente crisi matrimoniale teneva a sé l'uomo. Wanda usava tutti i mezzi a sua disposizione.
La maglia ora era aperta e le mani di Stephan erano infilate sotto, ad alzargli la maglietta bianca attillata. Emanava già calore, il suo corpo. Lo voleva. Forse voleva solo trasgredire alle regole, per una volta, e seguendo l'intuizione decise di far leva su quello.
Avvicinò la bocca alla sua ma ancora senza toccarlo davvero.
- Magari hai voglia di fare quello che vuoi quando vuoi senza dover preoccuparti sempre di una donna che non ami e che ti sta consumando... ti sta succhiando l'anima... ti priva dell'entusiasmo, della passione, dei tuoi desideri... - Era quello che aveva pensato in quei giorni, odiava Wanda per quello, lo costringeva ad una vita che si vedeva non voleva. I figli erano certamente l'unica ragione per cui lui restava ma non era giusto, se c'era dell'affetto o l'amore era un conto, uno faceva dei sacrifici. Ma sopportare così perchè lei aveva ingannato, no. Non era giusto. Maxi ancora non parlava, contrasse la mascella ingoiando a vuoto, strinse i pugni, non riusciva a muoversi ma nemmeno a reagire. Respirava piano e a fondo, cercava di trattenersi, ma trattenersi dal fare cosa?
Stephan allora parlò al suo orecchio, aderendo le labbra leggero, gli respirò sopra di proposito e Maxi questa volta rabbrividì e strinse gli occhi trattenendo il fiato. Era tremendo, lo voleva ed allora perchè non farlo? Non voleva quella donna, non la voleva da tempo e lei lo sapeva ma lo costringeva a stare con lei... non era giusto... lo pensava da molto ma non aveva mai trovato una vera spinta per ribellarsi.
Ora forse c'era.
- Sempre che tu di desideri e passione ne abbia... - Una provocazione davvero intelligente. Wanda conosceva il suo punto debole, per questo era riuscita a fare tre figli con lui. Se stimolato in un certo modo partiva. Partiva completamente.
E così fu!
Maxi avvampò e la voglia fu improvvisamente troppa ed impossibile da contenere.
Per qualche motivo voleva quel ragazzo e lo voleva da un po', ora erano lì, potevano.
Wanda venne spazzata via nel momento in cui la sua parte di uomo prese il sopravvento.
Gli prese il viso fra le mani e se lo portò di fronte, lo fissò per un millesimo di secondo e con una luce rossa negli occhi azzurri si prese la sua bocca.
Stephan, stordito da quella reazione, rispose al bacio prima di rendersi conto che era stato lui a prendere l'iniziativa.
La cosa era andata anche meglio di quel che aveva immaginato!
Nella foga delle lingue intrecciate, si perse la maglietta che gli aveva alzato e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. Ci pensò Maxi a togliersela. Ansimante si staccò, si levò svelto la felpa aperta e si tirò via da sopra la maglietta. Stephan sgranò gli occhi a dir poco sorpreso. Quando mai gli era capitato uno così?
Era schizofrenico?
Riempiendosi del suo corpo allenato e attraente decise di lasciar perdere tutte le domande e tuffarsi semplicemente in lui, approfittarne e vincere quella maledetta sfida con quell'odiosa donna maniacale!
Ora Maxi era suo e lei poteva farsi i ditalini, se voleva godere!
- Ma allora lo volevi... - Disse scherzando contro la sua bocca che tornava all'attacco vorace.
Maxi rispose senza rendersene conto, ormai scollegato andava completamente ad istinto. Non si frenava, diceva tutto quello che passava immediatamente.
- Ti ho voluto dal primo giorno! - Stephan, stordito da quell'ammissione cercò aria ma non gliene fu concessa e si rese conto di essersi messo dentro a qualcosa di troppo grande. Non era sicuro di volerlo in quel modo. Per Maxi non sembrava essere solo sesso. Sperava di sbagliarsi ma Stephan davvero non era sicuro di ciò che provava, sapeva solo di voler fare sesso con lui e strapparlo dalle mani di quella folle di sua moglie.
Il resto era nebuloso.
- Pensavo volessi solo tua moglie! - Lo provocò ancora perchè lui amava provocare. Era un finto passivo, del resto. Maxi ci cascò in pieno e tirandogli giù i pantaloni lo prese da sotto le braccia, lo alzò e lo condusse sul letto. Lì lo mise giù stendendosi sopra, gli tirò via i boxer e percorse dalla clavicola all'inguine con la lingua. Sulla pelle sensibile parlò basso e roco:
- E' da molto che non voglio più mia moglie... - Stephan trovava eccitante parlare mentre facevano quelle cose e decise di continuare. Puntò i piedi e spinse il bacino verso l'alto indicandogli di prenderlo in bocca. Maxi lo fece dopo averglielo massaggiato con la mano. Era già eccitato. Quella versione del ragazzo era davvero fantastica.
- E allora perchè hai tre figli? - Domanda davvero curiosa.
Maxi smise di succhiarglielo per qualche istante, il tempo di rispondergli sul membro eretto e pulsante.
- Perchè lei sa cosa mi piace! - Risposta troppo intrigante. Stephan illuminandosi di una luce a dir poco spaventosa, arrivò a gemere incontrollato nel risentirlo muoversi su e giù. Il calore aumentava, sentiva il sangue pompare insieme alle sue labbra vogliose.
- E cosa ti piace? - Chiese per provocarlo meglio. La voce ormai era un sussurro, la testa premuta all'indietro, gli occhi chiusi, la bocca aperta. Maxi smise di succhiarlo e si alzò in piedi. Lo guardò bruciante, una versione estremamente lontana da quella paziente e sottomessa di sempre.
Trattenersi poi aveva i suoi vantaggi, constatò Stephan leccandosi le labbra mentre lo guardava che si abbassava i pantaloni insieme agli slip.
- Lo vuoi sapere? - Chiese quasi con una punta di sadismo. Solo quello sarebbe bastato a Stephan, ma il resto fu ancora meglio.
Infatti senza aggiungere una sola sillaba allungò la gamba verso le sue, col piede l'accarezzò risalendo dal ginocchio alla coscia e quando raggiunse la sua erezione ora libera, cominciò a premere e strofinarla con la pianta e le dita. Maxi buttò la testa all'indietro e sospirò socchiudendo gli occhi. Le mani lungo i fianchi. Era una cosa estremamente piacevole, non capiva perchè. Lo stava facendo coi piedi dopotutto. Scoprì una cosa nuova di sé stesso che aveva sempre ignorato.
- Scommetto che una cosa è essere toccato con parti diverse dalle mani... - Non era sbagliato. Maxi aprì gli occhi per vederlo mentre si masturbava da solo, doveva piacergli molto quella visione. Lasciò che il suo piede lavorasse per un po' fino a che il ragazzo steso sul letto non diede il colpo di grazia. - Lei lo farà con quelle tette che si ritrova... - Immaginare Wanda mentre seduceva Maxi non era il massimo ma contava sul fatto che ora la stava battendo.
Gemette, stava venendo e Stephan lo distrasse ancora spostando la propria mano dall'erezione alla parte sottostante, cercò proprio l'apertura e senza farsi il minimo problema continuò a masturbarsi da solo infilando l'indice dentro di sé.
- Forse ti piace anche quando si masturba davanti a te! - Ci stava prendendo su tutto ma su una cosa non poteva prenderci, ne era sicuro.
Il piede di Stephan scivolò sul letto, ora cominciava a piacergli quel dito dentro, lo metteva tutto e lo muoveva in un modo che gli provocava un gran piacere. E lo dimostrava fra sospiri e gemiti.
Maxi continuò da solo, la propria mano non si fermò, quella visione peccaminosa e provocante di Stephan che si penetrava da solo con le dita era davvero indimenticabile e si vide ad approfittare di lui in tutti i modi possibili, conscio che quella sarebbe stata l'ultima volta. La prima e l'ultima. Escludendo quella a Udine.
Quella volta non aveva avuto molta coscienza di ciò che era successo.
- Pensi di partecipare in qualche modo o devo fare tutto da solo? Ci sarà qualcos'altro che ti piace, no? - Lo provocò una volta di troppo consapevole che non se ne sarebbe pentito e così fu. La scintilla scattò di nuovo e Maxi si chinò su di lui, risalì sul letto, gli prese i polsi e togliendogli il dito da dentro li unì sopra la sua testa, sul cuscino. Gliele tenne ferme con una mano obbligandolo a stare immobile e gli si premette addosso. Voleva legarlo ma non aveva niente a portata di mano. Lo schiacciò possente strofinando le erezioni dolorosamente eccitate. Un piacere simile non l'avevano ancora provato.
Stephan sgranò gli occhi capendo di cosa si trattava.
E, incoscientemente, sorrise malizioso.
- Allora si tratta di questo... ti piace la forza bruta... violarmi... sopraffarmi... approfittare di me... sentirti più forte... - Si trattava di quello, l'aveva capito bene. Non era una cosa di cui andava fiero ma le sue fantasie erotiche erano quelle e bastava fare leva su quelle che lui poi usciva letteralmente di testa.
Nessuno poi se ne pentiva.
- Se non vuoi è il momento di tirarti indietro. - Disse con una vaga lucidità. Stephan lo fissò come fosse matto. Non ci avrebbe mai pensato a tirarsi indietro.
- Tutto qua? - Poi se le cercava, non c'erano dubbi.
Maxi capì che poteva andarci giù tranquillo e mordendogli il labbro si spostò sull'orecchio, glielo leccò e poi disse:
- Non ho manette o corde, pensi di poter stare fermo così o vado fuori a cercarne? - Era provocante. Era dannatamente provocante! Ma dove li nascondeva questi lati così focosi e sadici?
Stephan si sarebbe fatto anche frustare ora... certamente nei limiti della decenza!
L'eccitazione salì in modo davvero evidente e prendendosi alla spalliera del letto sopra la testa strinse con entrambe le mani in modo da sembrare legato. Maxi sorrise soddisfatto e passò al resto del suo corpo.
Poteva farlo morire di piacere con la nobile arte dell'erotismo oppure possederlo senza complimenti, sopraffarlo e prenderselo brutalmente come gli piaceva fare.
“Sarà l'unica volta... devo farlo come piace a me e non come potrebbe piacere a lui!”
Si disse in un ulteriore lampo di lucidità vinto subito da Stephan...
- Avanti, ti sei già spento? Pensavo lo volessi di più! - Provocare era il suo pane e Maxi cancellò ogni indecisione residua per tuffarsi in lui.
Gli prese le gambe, gliele alzò e le premette sul torace. Gli tolse il respiro per un attimo e mentre il ragazzino cercava di capire quanto bello fosse, Maxi si mise in ginocchio, gli prese i fianchi e se lo condusse verso di sé. Quando cominciò ad entrare si attorcigliò le gambe intorno alla vita.
Aveva il bacino alzato, era avvinghiato a lui in modo piuttosto agile. Solo con lui avrebbe potuto fare una cosa simile. Stephan faceva forza con le mani contro la spalliera e gli andava incontro completamente avvolto su di lui.
A quel punto Maxi cominciò a spingere. Niente preparazioni, sapeva che era abituato.
Gli fece male all'inizio perchè non era nemmeno lubrificato ma questo aumentò la propria eccitazione. L'aumentò davvero bene.
Stephan la sentì dentro di sé ed il momento della lacerazione e del dolore fu sopraffatto dai suoi movimenti che lo distrassero.
E cominciò a gemere.
Maxi entrò ed uscì un paio di volte per farsi meglio strada e quando lo sentì ben aperto, cominciò a possederlo con maggior foga e forza, andando sempre più in profondità, sbattendo contro di lui e riempiendolo per bene.
Stephan ormai gemeva a voce molto alta e lui non era molto da meno.
Fu la follia più acuta. Si trovarono a chiamarsi e a volerne di più fino a non avere più riserve.
Ogni movimento era fatto insieme, ogni spinta era sempre più vigorosa, ogni gemito sempre più forte.
Ed il calore che si sprigionò fuori e dentro di loro fu quello di un liquido caldo e rovente che li inondò regalandogli un orgasmo senza precedenti che non avrebbero mai dimenticato.
Mai.