CAPITOLO 19:
IL SOLITO CAOS
Stephan
era molto sereno, ora. Aveva la sensibilità di non provarci con
nessuno se Maxi era nei paraggi e nei suoi confronti era diventato
finalmente normale. Come se, dopo aver fatto quello che voleva ed
essersi tolto il sassolino, fosse a posto...
Era
proprio sereno.
Maxi
inizialmente si era dimostrato un po' turbato, aveva faticato a fare
i conti con sé stesso... dopo essere stato pronto a dare battaglia a
sua moglie per un altro, si ritrovava di nuovo a far marcia
indietro... e a rinfilarsi in quello che non era di sicuro un gran
bel matrimonio sereno e rilassante.
Ci
aveva sperato, in realtà. Di avere una via di fuga. Dopo tutto quel
tempo ne aveva bisogno, non poteva negarlo.
Alex,
preoccupato per la sua aria abbattuta, si fiondò premuroso da lui a
chiedergli come andasse. Non sapeva bene tutti gli ultimi
sviluppi.
Stavano
facendo degli esercizi insieme e fra uno stiramento e l'altro, Alex
con discrezione chiese:
-
Come va? Ti vedo spento... - Maxi sospirò, era come se non avesse
voluto altro che quello. Qualcuno con cui parlarne.
Si
assicurò che gli altri fossero impegnati con altri discorsi altrove
e cominciò a mormorare piano.
-
Insomma... -
-
Qualche problema? - Era così evidente...
Maxi
si strinse nelle spalle.
-
Alla fin fine no, si è risolto tutto per il meglio ma... ecco...
forse alla fine quei problemi li volevo... - Dirlo ad alta voce era
terapeutico, se ne rendeva conto. Per questo ne parlava.
Alex
ovviamente non capiva, non sapeva gli ultimi sviluppi, Stephan aveva
smesso di aggiornarlo!
-
Che problemi... - Non finì la frase perchè notò lo sguardo
nostalgico di Maxi posarsi su Stephan ed allora fu chiaro. Gli
dispiacque, alla fine non era andata... dopotutto Maxi poteva essere
una buona guida per Stephan e spingerlo a crescere e maturare.
-
Alla fine ci è riuscito, siamo finiti insieme ma poi, quando io
volevo provare a fare cose serie, lui ha ribadito che non sono per
lui... è troppo giovane, io lo sapevo e non volevo per questo...
sai... rivoluzionare la mia vita, combattere con mia moglie per avere
il mio tempo e... bè, un sacco di cose... non era facile ma ero
pronto. Lui no, lo sapevo... alla fine abbiamo deciso di restare solo
amici e basta. Lui ha troppa voglia di divertirsi mentre io faccio
troppo sul serio. - Alex condivideva il suo pensiero, non aveva la
mentalità di Stephan sebbene si levasse con lui solo due anni...
-
Non è una questione di età... è il carattere... lui deve trovare
quello che gli fa battere il cuore al punto da prendere ogni
energia... l'ho detto a Kevin a suo tempo e loro due si somigliano
molto. E' una questione di persone. C'è quella giusta che ti mette
la testa a posto, ti prende tutto e tu per lei cambi, le dai tutto...
ma se non è quella giusta, se non è la tua davvero prima o poi
finisce e magari nemmeno comincia mai... - Alex quando parlava così
si rivelava davvero molto maturo e sveglio. L'aria che dava non era
così... sembrava che vivesse fra le nuvole, a volte, eppure aveva
delle profondità e coglieva delle sfumature che altri non
notavano.
Maxi
sospirò.
-
Immagino che sia così... - Non poteva dire di stare meglio ma era
più leggero, senza dubbio.
Alex
gli strinse la spalla appoggiandosi a lui per lo stretching e Maxi
gli sorrise debolmente.
Doveva
solo tornare nel suo mondo, come sempre. Il sogno era finito.
Zlatan
li guardava poco più in là, torvo. Non aveva ancora parlato con
Alex ed era ancora convinto che lo tradisse con Kevin, che nel
frattempo era tornato ad allenarsi con loro insieme a Mark. I due
sembravano sempre affiatati e allo svedese non tornavano i conti. Gli
aveva detto di Kevin e Alex, Mark aveva reagito da olandese, con un
istinto omicida che non aveva mai visto in nessuno. Eppure ora erano
ancora insieme come niente fosse!
Che
si fosse sbagliato?
Eppure
Kevin andava ogni sera da Alex proprio ora che non si parlavano
più.
Strinse
i pugni con una voglia di dare un calcio a qualcuno, si trovò
Antonio davanti e per poco non lo diede a lui.
-
Prima di uccidere qualcuno vattene a casa, siamo già tutti zoppi,
non ci servono giocatori senza testa! - Antonio aveva capito subito
che Zlatan aveva qualcosa che non andava, non ci voleva un genio.
Solo che era l'unico ad avere il coraggio di parlargli anche in
quello stato.
Zlatan
grugnì ma non rispose e la cosa finì lì prima ancora di iniziare
davvero.
Era
faticoso, a volte, essergli amico.
-
Tu ci capisci qualcosa? - Chiese Roby a Thiago.
-
Tutto! - Esclamò saccente irritando come sempre il compagno che lo
guardò male.
-
E puoi spiegarmi o devo indovinare? - Thiago sogghignò.
-
Non indovineresti mai! - Roby gli diede un calcio nel didietro e,
fintamente offeso, gli piantò il broncio. Thiago ovviamente rise e
gli spettinò la testa sfiorandogli il collo col le labbra per
parlargli piano e suadente.
-
Stephan ha capito che vuole solo divertirsi ed ha scaricato Maxi dopo
aver fatto sesso con lui, Maxi è depresso perchè voleva qualcosa di
serio con lui e non può, Marco si diverte con Stephan, Alex si
prende cura di Maxi, Kevin e Mark vanno alla grande e Zlatan pensa
che Alex lo tradisca ma siccome non gli parla non può sapere che non
è così. E presto faranno pace perchè vedrà la sua sorpresa...
-
Roby
ora era soddisfatto e sorridendo furbo si girò verso di lui.
-
E fra di noi? - Non poteva abbracciarlo, erano in campo ad allenarsi,
ma gli pizzicò il fianco.
-
Fra di noi non è mai andata meglio! - Rispose Thiago solo con uno
sguardo particolarmente seducente. A Roby bastava quello, aveva già
voglia di ribaltarlo davanti a tutti. Non lo fece solo per il fischio
del mister che richiamò tutti.
Marco
spingeva con dei colpi sempre più possenti e penetranti, crebbe
d'intensità vedendo la schiena di Stephan, sottile e snella,
inarcarsi e venirgli incontro con tutto il suo corpo.
Era
di una sensualità mai vista in un ragazzo così giovane.
La
sua voce lo chiamò per averne di più e Marco glielo diede arrivando
ad un ritmo vertiginoso, gli regalò le stelle e si sciolse in lui
con un piacere che stentava a ricordare altrove.
Stephan
aveva il classico corpo 'da scopata'.
Dopo
qualche secondo, quando i brividi gli diedero tregua, si separarono e
si stesero sul letto di Stephan, erano a casa sua.
Il
padrone di casa si accoccolò sul petto dell'ospite che, soddisfatto
come lui, gli carezzava distrattamente la schiena cingendolo.
Ansimavano ed erano sudati, ma mai stati così meglio. Erano in
quello stato, quando il campanello suonò.
Stephan
pensò di ignorarlo ma poi, col secondo tentativo, capì che forse
poteva essere importante.
-
Chi è a quest'ora? Aspettavi qualcuno? - Stephan scosse il capo e
alzandosi di malavoglia si mise i boxer. Chiunque fosse poteva
andarsene subito!
Andò
senza aprire alla porta, guardò dallo spioncino e quando l'immagine
distinta di Maxi apparì, divenne di pietra.
Cosa
ci faceva lui lì di sera?
Cercò
di vedere l'espressione ma teneva il viso chino. Alla terza suonata,
si decise ad aprire. Doveva essere importante e poi era lui... era
Maxi, non poteva certo lasciarlo fuori!
Nell'avere
il suo viso davanti capì che qualcosa non andava e impallidì
dimenticandosi la propria mise e Marco in camera.
-
Maxi?! - Poteva anche avere le visioni... Maxi alzò la testa e
finalmente lo guardò, gli occhi lucidi. Era sul punto di scoppiare a
piangere, era evidente. Difficile non capirlo vedendo le sue iridi
così azzurre.
-
Scusa se ti capito così ma... non mi sono nemmeno accorto di essere
venuto qua... forse è perchè tu hai capito com'è e lo sai... -
Stephan non ci capiva molto ma lo tirò dentro e chiuse la porta, si
rese conto di essere nudo coi boxer ed ancora con l'odore del sesso
appena fatto. Arrossì e si vergognò, non voleva lo vedesse in
questo stato...
-
Di cosa stai parlando? - Maxi però sembrava non notarlo ancora, lo
guardava solo negli occhi e Stephan si sentiva male.
-
Ho litigato furiosamente con mia moglie. - Se Stephan avesse avuto
dell'acqua in bocca l'avrebbe sputata di riflesso incredulo a quella
notizia shockante!
-
Cosa?! - Naturalmente non poteva crederci... - Ti... ti sei imposto?!
- Sapeva che doveva essere una cosa del genere e voleva immaginarlo.
Sapeva che era impossibile, Maxi che si imponeva con quella strega?
Maxi
ora tremava all'idea di parlarne, era stremato ma non per un motivo
fisico, solo mentale. Non ce la faceva.
-
Mi ha accusato di avere l'amante, che eri tu e mi ha fatto una
scenata assurda, io ho cercato di dirle che non c'è niente fra noi.
Ormai non ne valeva la pena dirglielo. Ed è nata una litigata dove
ci siamo detti tutto... che... che lei non può essere così
ossessiva, che deve lasciarmi libero anche di vivere al di là del
calcio e che... che non serve mi faccia mille foto ogni secondo... e
che mi controlli... - La voce si incrinò come quella di un carcerato
stufo di stare in prigione.
Stephan
non voleva vederlo piangere, non avrebbe retto a quell'immagine, non
avrebbe potuto.
Lo
abbracciò prima di rifletterci seriamente, gli si appoggiò contro
con tutto il corpo ignorando il proprio stato e cinto le braccia lo
strinse a sé conducendogli il viso contro il suo collo. Maxi lo
nascose volentieri e finalmente, col respiro che ritrovò, si mise a
piangere.
La
tensione e l'enorme nervoso furono liberati istantaneamente e tutto
si sciolse. Tutto. I fili vennero tagliati e fu come se quelle catene
finalmente si spezzassero.
Stephan
si sentì come se gli avesse restituito qualcosa di molto importante
perduto da tempo, se lo tenne a sé con una dolcezza che non sapeva
nemmeno di saper usare e lo strinse forte, carezzandogli i capelli
biondi ora spettinati e abbassati. Era scosso e lo abbracciava a sua
volta togliendogli quasi il fiato dalla disperazione.
Doveva essere
pesante, per lui, vivere in quel modo ed essere accusato proprio ora
che era appena stato respinto dall'unico che aveva mai voluto.
Stephan aveva
una grande voglia di spaccare la faccia a quella strega. Perchè non
lo lasciava in pace? Aveva capito che non l'amava, rinchiuderlo come
una principessa in una torre era assurdo!
Improvvisamente
una tossita gli fece ricordare di Marco e Maxi, sentendo la presenza
di qualcuno dietro di loro, si alzò di scatto per vederlo. Divenne
il panico.
- O-oh...
scusa... non sapevo che ci fosse... MARCO!? - Realizzò in un secondo
momento che si trattava di lui, non pensava fossero arrivati al
punto!
Marco era
vestito ma il fatto che Stephan fosse praticamente nudo non dava
dubbi su cosa avessero fatto.
Stephan si
ricordò di lui ed imprecò fra sé e sé sciogliendosi da Maxi, ora
cosa doveva fare?
Non voleva se ne
andasse ma ci era rimasto male, era evidente. Maxi era proprio sotto
shock.
Marco prese in
mano la situazione e con molta calma disse alzando le mani avanti.
- Tranquillo, è
tutto a posto. Tolgo il disturbo! - Sembrava davvero non ci fosse il
minimo problema al mondo. Lo guardò che sorrideva comprensivo, aveva
capito la situazione?
Maxi era fuori
di sé mentre Stephan cercava un modo per farlo riprendere.
Il portiere
passò oltre i due e lasciò uno sguardo ammiccante al proprietario
di casa, come intendesse che poteva darci dentro anche con lui che
tanto non importava.
Avrebbe voluto
dargli dello scemo e ridere ma non lo trovò il momento adatto e
rimase fermo mentre se ne andava.
Era certo che
con Marco non ci fosse un briciolo di sentimento ma erano sulla
stessa lunghezza d'onda, si divertivano insieme e non c'erano impegni
da parte di nessuno. Il rapporto ideale per Stephan.
Però ora che
era lì con Maxi in crisi gli si stringeva il cuore come non gli era
mai successo, aveva di nuovo voglia di sbaragliare sua moglie ed
aiutarlo davvero.
Stephan sospirò
e provò a sondare il terreno, non capiva com'era Maxi ora dopo aver
visto Marco e capito che avevano appena consumato.
- Maxi? Sei...
sei arrabbiato? - Era l'eventualità migliore in effetti, Maxi alzò
lo sguardo su di lui vedendolo dopo alcuni secondi di assenza totale.
Scosse il capo
vago.
- No io... forse
shockato... bè... dovevo immaginarlo che non eri solo... hai detto
che non vuoi impegni ma solo divertirti e... - Non riuscì a dire
altro, per un momento non pensava più a Wanda ed era davvero un
sollievo, dopotutto. Sospirò ed alzò le spalle. - Puoi fare quello
che vuoi, non mi devi niente, eh? - Ne era convinto.
- Lo so ma è
indelicato farmi trovare con un altro dopo che... - Lo stava per
dire, era schietto come sempre, Maxi però lo fermò.
- Non sapevi che
sarei venuto e ripeto, non mi devi niente... - Ora però si sentiva
idiota e non sapeva che fare ancora lì. Non riusciva a ricordarsi
perchè diavolo era venuto da lui. - Senti, dai io vado... non
c'entri niente con me e ti ho rovinato la serata. Ti chiedo scusa. Io
me la caverò in qualche modo. Mi sono cacciato io in questo casino
dopotutto... - Stephan però non ci vide più e si accese. A quanto
pareva la sua situazione gli stava molto a cuore, più di quanto
avrebbe immaginato!
- E tu cosa
c'entri? È lei la matta che ti controlla! È ossessiva e possessiva
per non dire psicopatica! Non è giusto che ti controlli in questo
modo! E ti tiene legato coi figli! È proprio un'autentica puttana! -
Maxi, sconvolto ora per quello, lo guardò come se fosse impazzito.
Era anche agitato oltre che veramente arrabbiato. Cosa era successo?
- Bè ma...
puttana addirittura? - Fu tutto quello che, candidamente, gli uscì.
Stephan non poté che ridere a quella uscita.
- Io ho detto
peste e corna di lei, è davvero stronza e tu commenti solo così?! -
Stephan ora rideva. Passava da una stranezza all'altra. Prima lo
accoglieva e lo abbracciava con dolcezza, poi lo sconvolgeva con un
amante in casa -MARCO AMELIA PER GIUNTA!- poi faceva lo scoppio d'ira
e dopo di che concludeva ridendo! Non era molto normale, anzi!
- Stai... stai
bene? - Chiese spontaneo e perplesso. Stephan rise più forte e lo
guardò con le lacrime agli occhi. Poteva essere vero? Esisteva
davvero uno così?
- Sì no è
che... - Cercava di riprendersi ma era complicato, trovava la sua
reazione davvero comica. - Tu sei strano... hai delle uscite che... -
alla fine riuscì a smettere di ridere, più o meno, e tirandolo per
il braccio lo trascinò in casa verso la cucina. - Dai, vieni che ti
offro qualcosa da bere... ti va una birra? - Ci voleva davvero.
Maxi non poté
rifiutare, oltretutto davvero non aveva voglia di andare a casa.
Voleva stare lì per sempre.
Si sedette
svanito nella sedia, al tavolo, e attese che Stephan gli porgesse una
bottiglia di birra aperta. Quando la guardò si perse in essa per un
istante, lo sguardo intenso a riflettere su quello che era successo a
casa. Sapeva di non amare Wanda da molto ma per i figli non aveva mai
pensato di lasciarla. Però lei gli rendeva la vita davvero un
inferno. Se solo fosse stata meno ossessiva lui probabilmente
l'avrebbe amata ancora.
Ma la verità
era che non aveva il coraggio di lasciarla e poi i figli ne avrebbero
sofferto davvero, col suo lavoro un po' di pace poteva trovarla
quando giocava, nelle trasferte... il problema era quando stava a
casa... e quando lo chiamava ogni secondo... e quando gli faceva
mille foto... perchè sempre tutte quelle foto? Perchè dichiarava di
continuo cose che lo riguardavano? Doveva dimostrare di conoscerlo
meglio degli altri? Che erano una bella coppia? Non lo erano davvero!
Era quasi una farsa ormai...
Sospirò
scontento e stufo, stufo davvero.
Voleva solo
scappare, non ce la faceva più.
Appoggiò di
schianto la fronte sul tavolo e lì vi rimase, ricurvo, sfinito,
senza forze.
Stephan tornò
serio, non aveva mai provato un dispiacere più grande per qualcun
altro, non si era nemmeno mai interessato a quei livelli di qualcun
altro. Mai. Era la prima volta che gli succedeva e non si spiegava
come potesse essere... Maxi era diverso?
Si avvicinò
silenzioso non sapendo nemmeno bene cosa dire. Dopotutto cosa poteva
fare?
Ben poco.
Poteva offrirgli
rifugio fin quanto voleva e sostenerlo moralmente ma... ma non sapeva
se potesse a fatti fare qualcosa veramente.
Dietro di lui
gli mise le mani sulle spalle cominciando a massaggiarle. Maxi le
rilassò per dargli un miglior accesso.
Stringeva e
rilasciava roteando le dita sui suoi muscoli tesi.
Era un unico
nervo.
- Puoi restare
qua stanotte se vuoi... - Disse piano e suadente, non voleva sedurlo
o proporgli una notte insieme, ma fu quello alla fine. Gli venne
spontaneo e Maxi lo capì subito, non era un ingenuo.
Si alzò dritto
sulla sedia e rimase a fissare davanti a sé riflettendoci. Non
voleva andare a casa ma non era una buona idea stare lì. Aveva
ancora un'assurda voglia di lui. Così assurda...
Le mani
continuavano a massaggiarlo sulle spalle ed i pollici risalirono sul
collo, la parte più sensibile. Maxi trattenne il fiato.
- Non so se è
una buona idea... - La voglia di nuovo grandissima. Dopo una litigata
simile, la voglia di fare l'amore con un altro era normale? Sì se la
litigata, dopo tutto, era stata per quel motivo. Alla fine era andata
così.
- Non è una
buona idea tornare a casa... - Stephan sapeva rigirarsi chiunque, era
mentalmente abile e Maxi non capiva più bene, aveva la mente
annebbiata dal piacere che quei brividi gli trasmettevano. Brividi
per le sue mani sul proprio collo. Mani che risalivano sulla nuca,
fra i capelli. Maxi abbassò la testa per permettergli un miglior
accesso.
- Ma io ho
voglia di fare l'amore con te... e tu non vuoi fare sul serio... -
Ora si stavano parlando maledettamente onesti. Non poteva capire
quanto incapaci di mentirsi fossero, non erano mai stati capaci e non
avrebbero certo iniziato ora.
Stephan scese
sul davanti, sotto al mento, le labbra. Poi gli voltò lentamente la
testa in modo da poterlo guardare. I suoi occhi azzurri erano
liquidi, due oceani. Ne era innamorato? No, però si perdeva in essi,
sempre. Fu così anche ora e la voglia che lesse in lui fu autentica.
- Anche io però
voglio farlo con te. - Scelse con cura le parole, era brutto dire
sesso ma sbagliato dire amore. Però doveva dirlo. Maxi capì che non
sarebbe mai stata una storia, fra loro... ma capì anche che ormai
doveva farlo. Doveva.
Erano lì e per
qualunque motivo fosse, lo voleva. Allora basta, c'erano solo sere
che non si poteva opporsi al destino.
Quella lo era.
Maxi si alzò e
prendendolo per i fianchi con sicurezza lo guardò negli occhi con
intensità. Qualche secondo per morire, per sospendersi, per
togliersi ogni ricordo e poi perdersi di nuovo come non avessero mai
smesso, come se tutto il resto fosse cancellato.
Le lingue si
bruciarono, l'avevano voluto da più tempo di quanto l'avessero
immaginato.
La voglia li
accese immediata e si fusero le loro bocche. Le mani sotto la
maglietta di Maxi, le sue invece già sul corpo dell'altro.
Sapeva ancora di
sesso. Pensò che fosse davvero una puttana a farlo con un altro
appena dopo averlo fatto con Marco... ma questo pensiero l'accese,
invece che spegnerlo.
Ed eccitato se
lo prese di nuovo in un modo che non avrebbero dimenticato.