CAPITOLO IV:
DISCORSI
FRA UOMINI
Faceva
veramente un gran freddo, nevicava ancora che Dio la mandava e per di
più era quasi sera.
Roby
maledisse parecchio Maxi ma soprattutto Thiago che l’aveva
obbligato ad andare a prenderlo con lui. Non poteva andarci da solo?
Quando
varcò la rete del campo d’allenamento, nell’ampia distesa
innevata che corrispondeva al suddetto campo d’allenamento, la voce
dell’attaccante brasiliano si sentì forte e chiara, era seccato e
stava imprecando in portoghese.
Maxi
si riscosse e quando guardò nella sua direzione vide un paziente
Thiago che cercava il modo di far stare zitto Roby senza successo.
Solo quando gli ficcò della neve in bocca ce la fece su due fronti
poiché mentre il compagno finalmente si zittiva, Maxi sorrideva ma
non lo notarono perché quello fatto tacere non ci pensò due secondi
a vendicarsi e, come fosse un bambino, prese altra neve e gliela tirò
in faccia congelando momentaneamente il capolavoro di compagno che si
ritrovava. In effetti congelarlo per tenerlo sempre in quelle
splendide condizioni non era male come idea, ma in quel caso sarebbe
stato alquanto freddino farselo!
Thiago
lo ignorò ma fu difficile perché Roby, non contento di essere stato
appunto ignorato, prese altra neve e gliela tirò dietro. Andò
avanti fino a che Thiago si sedette nella panchina con Maxi al riparo
dalla neve che scendeva ancora con enormi fiocchi bianchi. Era un
bello spettacolo ma l’illuminazione scarseggiava, ormai, e non
essendoci nessuno in campo non avevano acceso i fari.
Era
tutto bianco per colpa di Roby ma era comunque calmo e composto, Maxi
l’ammirò molto.
Vedendo
che sorrideva divertito non maledì quell’idiota del suo amante che
a qualche metro stava facendo l’angelo steso nel campo bianco.
-
Sembra un diavolo! - Si corresse Thiago per dare il colpo di grazia a
Maxi, questi infatti apprezzò l’ironia ed il fatto che non
parlassero subito di lui e rimase stupito quando il brasiliano invece
di farlo, disse sorridendo:
-
Ho il rimedio giusto! - Maxi stordito lo guardò senza capire. Cosa
sapeva? Ma soprattutto perché erano lì?
-
Chi vi ha… - Non aveva visto nessuno quando era uscito dagli
spogliatoi e si era fermato a guardare la neve.
-
Il mister. Ma fingi di non sapere nulla… lui è fatto così. Sta
attento ai suoi ragazzi e manda gli altri ad aiutarli quando li vede
in difficoltà. - Maxi stupito e piacevolmente colpito da
Massimiliano, sorrise vagamente e a questo Thiago lo prese a
braccetto a l’alzò senza troppe cerimonie ma nemmeno senza
risultare maleducato.
-
Vieni, c’è un rifugio per cui tutti prima o poi passano… - Così
dicendo incuriosì molto Maxi che si perse di nuovo a ridere,
nonostante i propri pessimi pensieri su Stephan, quando vide Thiago
cercare di alzare Roby per poi invece finire steso a terra mentre lo
rotolava per far di lui uno splendido pupazzo di neve.
Quando
Roby era in fase demente non c’era verso di fare i seri. Peccato
che lui fosse sempre in quella fase!
Maxi
l’avrebbe capito presto.
Quando
a fatica riuscirono a raggiungere il fantomatico rifugio, Maxi si
stupì di vedere che era la mega villa di Alexandre. Ma ancora di più
si stupì di vederci dentro, oltre che al legittimo proprietario,
anche Zlatan che, fissati gli intrusi seccato, li aveva liberamente
mandati tutti e tre a cagare!
Tutti
in un colpo solo!
-
Chiedo scusa, non sapevo dove mi stavano portando e non volevo
disturbare… - Non era sicuro, gli sembrava avesse interrotto
qualcosa ma dall’espressione imbarazzata di Alex c’era da pensare
che fosse qualcosa di davvero atroce. Non sapeva ancora bene i vari
rapporti ma cominciava a pensare che non ce ne fosse uno che si
salvava!
Era
oltretutto la prima volta che incontrava di persona Alexandre poiché
fino a quel momento era stato fuori gioco per un infortunio; come
tanti altri rotti in guerra, insomma.
Alcuni
non aveva ancora avuto il piacere di conoscere mentre altri sì, tipo
Zlatan.
-
Non far caso a lui, abbaia ma dicono che non morda… - Disse Alex
facendosi forza e scacciando l’imbarazzo per essere quasi stati
beccati a fare cose decisamente piacevoli e decisamente private.
Maxi
allora guardò il proprietario di casa, sorrideva un po’ intimidito
ma pareva essersi ripreso bene mentre Zlatan continuava ad essere
visibilmente seccato…
-
Che non morda è tutto da vedere! - Replicò Roby sghignazzando…
per questo si beccò una cuscinata dallo svedese che a quanto pareva
andava più che d’accordo con quella specie di tornado vivente.
In
breve si instaurò un’atmosfera conviviale molto allegra e
disinvolta e presto Maxi parve uno dei loro nonostante non si
buttasse. Era più sul genere ‘Thiago’, ammesso che ora fosse un
genere…
Non
che analizzasse gli altri ma cercava di stare nel suo ed
eventualmente azzardare ciò che sapeva di poter azzardare.
-
E’ dei nostri anche lui, stasera… - Asserì Thiago con sicurezza
dopo un po’ che Roby e Zlatan si beccavano in tutti i modi poco
ortodossi possibili. I due avevano un gran bel rapporto.
-
L’abbiamo raccolto per strada che si stava congelando, era depresso
e solo così pensando che gli servisse un rifugio l’abbiamo portato
qua! - Specificò Roby in un modo tutto suo.
-
Così sembra un cane randagio! - Commentò malamente Zlatan ricevendo
di nuovo il cuscino del divano che continuavano a tirarsi da un lato
all’altro del salotto.
Maxi
arrossì, stavano parlando di lui come se non fosse lì ma era
divertente perché li vedeva molto spontanei e disinvolti, gli
piacevano quelli così, gli andavano a genio.
-
Scusali, solitamente non sono così… - Fece Alex mortificato per la
figura che stava facendo col nuovo compagno di squadra che invece
stentava a non ridere di gusto.
-
No, sono anche peggio! - Commentò infatti Thiago senza pietà. Roby
decise di attaccarlo appendendosi al collo come se fosse un bambino
delle elementari e mentre l’altro faticava a mantenere un certo
contegno -davvero difficile con una scimmia attaccata addosso- Zlatan
commentava spudorato:
-
E non ci sono Antonio e Rino, con loro il tasso di demenza salirebbe
esponenzialmente! - Al che Maxi avrebbe dato oro per vedere il gruppo
provvisto anche di quei fenomeni.
-
A proposito, come siamo messi… si può brindare a domani? - Fece di
punto in bianco Roby come se non ci fosse di meglio di cui parlare,
come se Maxi fosse lì di casa e non ci fosse nulla di strano. Era
ancora appeso alla schiena di Thiago che cercava di non fare facce
strane per non scomporsi troppo e nel mentre meditava di sbattergli
la testa contro lo spigolo.
-
Sì è ufficiale! Oggi ho avuto il via libero definitivo del medico!
- rispose Alex raggiante.
-
Grande! - Gridò Roby planando giù dalla sua torre per buttarsi su
un’altra, quella dell’altro connazionale che lo prese al volo
stringendolo allegro. Quello era inesauribile.
Maxi
stordito attese di avere dei chiarimenti, non si sentiva di troppo
perché c’era un’aria tale da non permetterlo, però certe cose
doveva saperle ancora.
-
Alex domani torna ad allenarsi con noi insieme a Kevin e a Sandro. -
Sandro era Alessandro Nesta e lo chiamavano notoriamente tutti così.
Maxi
sorridendo contento di poter finalmente giocare con persone del loro
calibro, si complimentò con Alex per il traguardo raggiunto con
l’augurio che fosse la volta decisiva. Sapevano tutti chi era
Alexandre Pato e vederlo in difficoltà era un peccato per chiunque
apprezzasse il calcio, non solo per chi giocava.
In
breve Roby fece gli onori di casa, tanto per cambiare, e prendendo
cinque birre le distribuì a tutti i presenti per brindare.
-
A questo sfigato di papero! Che non si rompa più nulla! -
-
Roby, come fai tu i brindisi non li fa nessuno! - Commentò scettico
Thiago che comunque teneva alta la bottiglia di birra come gli altri.
Zlatan convenne con lui.
-
Ricordami di non farmi mai festeggiare da te! - Ma nonostante la
notevole differenza d’altezza, Roby mollò comunque un pestone al
piede -gigantesco- di Zlatan che finse di non sentirlo nemmeno. Bè,
magari non l’aveva sentito veramente…
Thiago
tossì.
-
Ragazzi… - Tornati tutti al presente e alle bottiglie ancora alzate
per essere colpite e poter bere, l’ascoltarono facendosi vagamente
più seri. Con Roby era difficile.
-
Sì giusto. Ad Alex… che abbia più fortuna! - Questo fu Zlatan che
si beccò delle espressioni davvero comiche.
-
Sì, perché questo invece è meglio come brindisi! - Roby non
l’avrebbe mai risparmiato ma l’altro decise di appoggiarsi alla
sua testa col gomito fingendosi stufo di stare lì con una bottiglia
di birra in mano come un idiota.
-
Brindiamo ad Alex e al suo ritorno. Può andare o è troppo semplice?
- Provò Thiago paziente, a volte voleva spaccarle sulle loro teste,
quelle bottiglie che ogni sera si scolavano prima di andare a casa.
Sempre lì da Alex, ovviamente.
-
No, troppo semplice. - Roby non si dava per vinto.
-
Ragazzi, va bene, non servono cerimonie… - Alex si sentiva
anch’egli vagamente idiota con la bottiglia alzata ma quando
sentirono Maxi ridere lo tirarono dentro nel gruppo -nel quale era
già- scaricandogli la patata bollente.
-
Fallo tu! -
-
Sì, fallo tu un brindisi! -
-
Io?! - Maxi sgranò gli occhi azzurri preso in contropiede, non si
sarebbe certo aspettato questo.
-
Sì tu, magari sei il più normale! -
-
Ehi, se è del Milan non è normale! -
-
No, hai ragione… però sentiamo come fa lui i brindisi… io parlo
a sproposito, tu sei cattivo di natura, lui è troppo stringato…
magari lui ne molla uno sano… -
-
Che poi è assurdo tante cerimonie per un brindisi! - Alex la buttava
là ma non veniva nemmeno calcolato e all’ennesimo incitamento di
Roby, Maxi si decise stringendosi nelle spalle:
-
Ad un finale di stagione col botto per tutti i nuovi e tutti i
ritorni? - Non l’aveva pensata, l’aveva solo detta e fu subito
approvata con un ovazione fra le risa.
-
Questa sì che è buona! - Acclamarono infatti.
-
Grande! -
-
Allora brindiamo a questo! - E finalmente poterono colpirsi le birre
fra di loro per berle.
-
L’avevo detto io che questo è un dritto! - Roby che non sapeva
stare zitto si fece dare il pugno con Maxi che euforico di quel
momento fra amici appena conquistato, era finalmente riuscito a
rilassarsi e non pensare più a Stephan.
Aveva
avuto subito sentore che comunque in un modo o nell’altro si
sarebbe trovato bene con la squadra ma quella sera, in quel momento,
ne ebbe precisa conferma.
-
Chissà perché tu lo dici sempre! - Zlatan aveva ripreso a
battibeccarsi con il suo passatempo preferito e quando Roby tornò a
ricambiare, Maxi rivolto a Thiago ed Alex chiese:
-
Ma fanno sempre così? -
-
Avrai tempo per non sopportarli! - Fece il primo.
-
Roby stimola il lato pessimo di chiunque… - Fece il secondo
sorridendo divertito. Era diventato un gran bel gruppo ed anche se
molti mancavano doveva ammettere che con tutti era così. Anche con
Kevin, ora che avevano sistemato le cose, sembrava tutto diverso.
Per
i prossimi venti minuti Zlatan e Roby furono completamente estranei a
tutti poiché addentrati in un discorso tutto loro sull’ultima
partita giocata insieme, quella contro la Juve.
Fu
così che Thiago approfittando dell’utile presenza di Alex -in
realtà in certe cose stupiva sempre- si decise a fare il suo dovere
per cui era stato chiamato prima dal mister.
Così
andati in cucina alla ricerca di qualcosa di commestibile da
ingurgitare, mentre gli altri due parlavano in soggiorno, impostò
con molta abilità e apparente disinvoltura l’argomento con Maxi.
-
Come è andata con Stephan? - Bè, in realtà più che altro molto
diretto.
Maxi
preso in contropiede aveva boccheggiato un attimo e catapultato
bruscamente in un altro mondo molto più tragico di quello a cui si
era appena abituato a stare, faticò a tornare del suo solito
colorito pallido. E faticò anche a parlare.
Alex
ebbe tempo di intrufolarsi con la sua tipica ingenuità:
-
E’ successo qualcosa con Stephan? Non vanno d’accordo? Dopo ieri
pensavo di sì… - In quei minuti di gioco insieme l’intesa dei
due era stata chiara a tutti, persino a lui. Maxi arrossì ancora di
più se possibile.
-
Sì che vanno d’accordo. Troppo. E Maxi è preoccupato per questo…
hai deciso cosa fare con lui? - Thiago era uno che a seconda di chi
aveva davanti si comportava, se l’altro era uno che doveva essere
bastonato, lo bastonava, se era uno che necessitava di coccole, lo
coccolava… dipendeva sempre da chi ci parlava. Con Maxi aveva
capito che era uno bisognoso di chiarezza e pochi fronzoli.
-
Sì, io sì… è lui che sembra non essere d’accordo… - Maxi si
sentiva strano a parlare di quelle cose, non era uno pratico di
confidenze ma doveva dire che non era male. Alex sembrò non
scomporsi molto, del resto se era amico di quei due…
-
Ha fatto come sempre? -
-
Se con come sempre intendi fare come se io non abbia detto niente…
- l’argentino a ripensarci si sentiva parecchio esasperato. A
raccontarla era una barzelletta, quasi!
Quello
era un ragazzino, come osava farla tanto lunga?
-
Stephan è così insistente? - Alex non aveva avuto modo di legare
molto con lui perché non avevano nemmeno mai giocato insieme,
avevano solo fatto gli allenamenti ma non era la stessa cosa, avevano
avuto complessivamente poco tempo per conoscersi… specie
considerando che Alex all’inizio diffidava da tutti e se gli altri
non erano abili a conquistarsi la sua fiducia lui rimaneva sul suo.
Maxi sembrava esserci riuscito, ma grazie a Thiago e Roby…
-
E’ del tipo che ti dice subito cosa vuole ma che apparentemente non
insiste se non l’ottiene. Però aspetta con sicurezza il momento in
cui succederà, quindi alla fine in un modo o nell’altro si avvera
sempre. Sembra pazzesco detto così però la sua sicurezza e la sua
calma gli danno la capacità di realizzare tutto quel che vuole. Di
conseguenza lui è preoccupato… - Spiegò Thiago ad Alex che ebbe
chiaro il tipo. Se gliele spiegava lui le cose le capiva sempre!
Maxi,
nel sentir parlare di nuovo di Stephan, si fece anche più chiarezza
e quando Alex disse la sua preoccupato gli venne da sorridere:
-
Ma non può obbligarti, insomma, se non vuoi non vuoi! -
Era
più complicata di così ma gli piaceva che la mettesse giù
semplice. Se l’avesse conosciuto mesi prima sarebbe stato diverso.
-
Il punto è capire cosa vuole lui! - Fece Thiago al suo posto
puntando i riflettori laddove dovevano stare.
Maxi
sospirò sconfitto, era quello il punto, dopotutto. Per un momento si
chiese se potesse parlare più apertamente di così ma non potendo
proprio tornare a casa da sua moglie con un peso da piombo simile
sullo stomaco, si sforzò. Poi andò fuori più facilmente del
previsto, una volta cominciato.
-
Io razionalmente non lo voglio. Mi piace come persona, mi fa ridere,
è simpatico e poi come compagno di squadra mi trovo tantissimo in
campo. Insomma, è un’ottima persona. Però sono sposato e da
quando lo sono mi sono sempre detto che non avrei mai fatto come
quelle persone che se ne fregano e vivono praticamente due vite
diverse finchè giocano a calcio. - Di cui quattro esemplari erano
presenti in casa. - Senza offesa. - Fece poi scusandosi con uno
sguardo colto in fallo.
-
Figurati, io conto di andare avanti anche dopo la carriera di
calciatore! Con Roby, ovviamente… - Thiago non fece una piega e
Alex arrossì. Aveva sempre avuto dubbi a riguardo ma tutti
continuavano ad obbligarlo a non lasciare Barbara perché se non lo
trasferivano a calci in culo era solo merito suo.
-
Comunque il fatto principalmente è questo. Razionalmente non voglio,
però poi… sono ancora qua a chiedermi come sia riuscito a portarmi
a letto, stanotte. E poi prima negli spogliatoi a… - Non andò nei
dettagli ma fu chiaro cosa intendesse e non servì proseguire.
Era
un bel problema, in effetti, perché se istinto e ragione
corrispondevano era facile, indipendentemente dalla volontà
dell’altro, ma in quel caso, quando le due parti erano in lotta,
era tutt’altro.
-
Semplicemente te lo mette in tiro! - La voce intrusa e
drammaticamente schietta fu di Roby che, finita la conversazione con
Zlatan, era venuto in cucina a vedere cosa combinavano. Con lo
svedese a ruota. Gli ci era voluto un istante a capire la situazione
di cui parlavano, infatti come se ne avessero parlato anche con lui,
commentò a sua volta alla stessa maniera diretta:
-
Ti eccita. È semplice! - Lo era messa così ma per Maxi no per
nulla!
-
E allora che si fa, l’accetto e basta? - Replicò esasperato Maxi
per dire che non era così che funzionava. A quello Alex e Zlatan
risposero all’unisono, però per dire cose diametralmente opposte,
come sempre.
Uno
disse infatti:
-
Certo che no! Se non vuoi non devi! -
E
l’altro:
-
Non hai molta scelta, in realtà te lo vuoi fare anche tu! -
A
quello i due si guardarono e furono superati da Roby:
-
Comunque è vero, che tu lo voglia o no finirai così come ieri sera,
come prima e come chissà quante altre volte succederà… voglio
dire, fra il dire ed il fare c’è sempre di mezzo il cazzo e noi
siamo uomini, che tu lo voglia o no ragioniamo con quello! -
Vedendolo sempre più demoralizzato poiché Maxi non era per niente
contento di quella situazione, cercò anche di rimediare dispiaciuto
per lui: - Dai, in fondo non è un vero tradimento se non c’è di
mezzo il cuore… è come se tu ti facessi una sega da solo… il
principio è lo stesso! Se non ci metti il cuore non è nulla! -
Questo modo di pensare era comune a tutti gli uomini ma Maxi da
quando era sposato non era ancora sicuro di pensarla così, non si
era mai interrogato perché stando bene con lei non aveva mai avuto
bisogno di altro, era sempre stato contento così. Ora era assurdo
che succedesse quello fuori dal suo controllo!
-
Non mi consola molto… - Mormorò Maxi sospirando nel sedersi stanco
su una sedia.
Thiago
decise infine di intervenire in quel marasma assurdo di impiccioni
che si era creato. Ora capiva perché il mister aveva chiesto a lui
da solo di occuparsene… perché gli altri avevano il dono di
peggiorare tutto!
-
Lascia perdere questo cavernicolo! - Esordì con sicurezza attirando
la sua attenzione e quella di tutti gli altri che si zittirono per
ascoltare Yoda. - Nessuno è obbligato a fare niente che non voglia
veramente. Solo perché lui è certo che tu finirai a letto di nuovo
con Stephan non significa che sarà veramente così. Lascia perdere
il ‘è inutile combattere tanto cederai comunque’ e ‘l’istinto
è sempre più forte della ragione’ e soprattutto ‘Stephan
ottiene sempre quel che vuole!’ Sono tutte stupidaggini! Si tratta
di te e di quello che vuoi veramente, non devi vivertela nell’ansia
perché altrimenti cadrai in fallo. Devi stare tranquillo e non
pensarci, lui comunque non è uno invadente come Roby o Zlatan, non
attacca finchè non ottiene quello che vuole, aspetta paziente. Non
farà nulla e se tu non vuoi, non succederà nulla. Sta a te dire di
no. - Ecco, così era semplice, lineare e comprensibile! Soprattutto
accettabile!
Maxi
tornò a respirare solo in quel momento e rendendosi conto che gli
altri discorsi erano stati assurdi e che quello era l’unico sensato
e giusto, gli si aggrappò figurativamente dando inconsciamente
ragione a Massimiliano nell’aver voluto Thiago sin dall’inizio,
per quel discorso.
Era
semplice. Ragione o istinto, sicurezza o caos, volere o non volere
erano sciocchezze.
Non
poteva costringerlo. Il resto erano stupide influenze esterne.
Non
doveva perdere di vista la cosa più importante.
Lui
aveva deciso di no.
Thiago
si guardò bene dal dirgli che comunque si poteva fare tutti i
discorsi ed i ragionamenti che voleva, alla fine non era né la
ragione né l’istinto a vincere ma solo il cuore. Confidava nel
fatto che Maxi amasse veramente sua moglie.
Però
non poteva che pensare che le cose solitamente non erano mai così
semplici.
E
come lo pensò lui, lo fecero anche Zlatan e Roby. Alex si limitò a
sorridere incoraggiante a Maxi sentendosi molto partecipe con lui e
col suo problema del giusto, sbagliato e via dicendo.
No,
le cose non erano mai così semplici.