NOTE:
i protagonisti di questa fic sono Juraj Kucka, Suso e Gerard Deulofeu.
Abbiamo lasciato le cose belle confuse: Juraj ha diversi partner
sessuali perché non vuole impegnarsi sentimentalmente, di questi
Gianluca è quello che è già bello preso, Carlos pensa solo al sesso,
mentre Suso è più confuso e non sa bene cosa vuole da Juraj. In più ci
si mette Gerard, suo amico di sempre, che indaga senza sapere per dove
remare. Il loro è sempre stato un rapporto un po’ particolare, ma se
Suso ha sempre vissuto il proprio lato gay senza difficoltà, Gerard
l’ha sempre rifiutato. Ma ora le cose, più confuse che mai, stanno
dando un bello scossone a tutta quella situazione ingarbugliata!
Prossima fic continuiamo ad esplorare e vedere se Suso ha la forza di
fare quello che va fatto! Buona lettura. Baci Akane
GUARDARSI È DIFFICILE
La mano scivolò lenta e furtiva
sulla coscia, risalì all'interno e iniziò a strofinare nel mezzo, dove
l'inguine chiuso nei comodi pantaloni di tuta iniziò a reagire al tocco
audace ed intimo.
Suso si leccò le labbra e si
tese un attimo per poi rilassarsi e aprire meglio le gambe, spinse il
bacino in avanti sulla sedia, quel poco che bastava per dargli un
miglior accesso e corse veloce lo sguardo intorno a sé per vedere se
qualcuno notava quello che stava succedendo sotto al tavolo.
La tovaglia lunga copriva perfettamente ogni manovra e le sedie erano sufficientemente vicine.
Nessuno guardava al momento e
quando Suso lanciò una breve occhiata a Juraj, lo vide beato e
indifferente, come se non gli stesse facendo un lavoretto fra le gambe
in mezzo alla cena con la squadra.
Come diavolo faceva?
Non fece in tempo a
chiederglielo che Juraj pensò bene di passare dal toccarlo attraverso i
pantaloni all'infilargli la mano dentro. Quando lo fece Suso saltò di
riflesso cercando di fermarlo, gli afferrò il polso e cercò di
toglierlo, ma questo attirò l'attenzione del compagno seduto dall'altra
parte.
Gerard lo guardò sorpreso:
- Che hai? -
Suso lo guardò ridendo isterico
e scosse il capo, Juraj per fortuna ritirò la mano e finse ancora
totale indifferenza, come che fosse nel suo mondo. E probabilmente era
così.
Suso si rilassò e Gerard lo notò subito, guardò così Juraj dall'altra parte e fece un sorrisino malizioso.
- Non riuscite ad aspettare mezz'ora? - chiese riferendosi al fatto che poi dopo potevano andare in camera a consumare.
Suso gli tirò un calcio col
piede e Gerard rise forte, attirando l'attenzione dello slovacco che
non dovette fingere di non capire, visto che era vero.
Suso non notò il secondo
sguardo, più serio, che gli lanciò Gerard dopo. Uno sguardo penetrante
ma brevissimo. E poi uno d'invidia a Juraj che prese dal piatto di Suso
una forchettata della sua cena facendolo così ridere e ricambiare con
la stessa moneta.
Erano in camera da un po' e stavano parlando di varie cose, quando Gerard se ne saltò su con un finto casuale:
- Ma non vai da lui? - Suso lo guardò sorpreso che glielo chiedesse, sembrava parecchio curioso delle sue vicende private.
- Non è in camera solo, quindi
deve scaricare il compagno... E comunque non è detto che gli vada con
me... - Gerard rise scuotendo la testa, sembrando sollevato.
- Non riesco a capire la vostra storia. -
- Perché non è una storia, è una cosa. Di sesso, comunque. - Specificò facendo attenzione ai suoi piccoli gesti rivelatori.
- Ma tu lo aspetti. Aspetti che ti chiami, correresti, no? - Suso ridacchiò ed alzò le spalle.
- Correre è una parola grande. - però non rispose.
- Io credo che a te piaccia ma ti adatti perché vedi che lui non è preso, quindi ti accontenti. -
Per un momento Suso si sentì
male, si alzò sui gomiti e lo guardò con un piccolo broncio. Lo feriva,
anche se forse aveva ragione, il punto era perché essere così diretto?
- A te cosa importa? - chiese seccato. Gerard alzò le mani in segno di scuse
- Niente, ero curioso. Siamo
amici, mi dispiace che ti fai usare così...un conto è se a te non
importa, un altro è se invece ci tieni... - disse onesto... O per lo
meno apparentemente onesto.
Suso si calmò rimanendo seccato ed infastidito, si mordicchiò la bocca e fissò il telefono che non si era acceso.
- Non ci tengo, mi piace fare
quello che facciamo, ma so che lo fa anche con altri... Se... Se
volessi potrei benissimo andare con altri anche io, solo che mi basta
quelle quattro volte che facciamo... - provò a spiegarsi bene per
convincersi da solo, Gerard sorrise dolcemente.
- Non dovresti aspettare un suo cenno, c'è la dignità sai? -
Suso però scattò in piedi
seccato ed infastidito e mentre gli bruciava sentire quelle sacrosante
parole, prese la propria chiave, il telefono e si infilò le ciabatte.
- Non aspetto un suo cenno! Se
voglio lo prendo come fa lui con me! È un rapporto paritario, abbiamo
quello che vogliamo entrambi e non ci aspettiamo nulla, non vogliamo
cose sentimentali! - Gerard sospirò capendo d'aver esagerato e si alzò
a sedere:
- Dove vai? -
- A prendermi quello che mi va proprio ora! -
Con questo uscì sbattendo la porta.
Gerard capì che andava da Juraj
e fece un'espressione cupa. Forse l'aveva gestita male, voleva solo
farlo riflettere e tirargli fuori un po' d'amor proprio. Evidentemente
era andata male!
Quando bussò alla sua camera,
Suso era arrabbiato, Gerard aveva praticamente detto che si faceva
usare e trattare da zerbino, ma non era così. Non era lì ad aspettare i
comodi di Juraj.
Era anche lui a dettare le regole, se voleva Juraj veniva.
Quando aprì la porta, comparve
un Juraj nudo che nascondeva la parte inferiore del corpo dietro la
porta socchiusa. Sudato, scarmigliato, accaldato.
Quando i suoi occhi azzurri lo videro, si ritrovò sorpreso.
- Ehi! - Esclamò come se non capisse proprio che ci facesse lui lì.
Suso capì subito che stava già
consumando con qualcun altro e convinto che andasse solo con Carlos,
non si chiese se fosse davvero lui, non contava comunque.
- Ti aspettavo! - Esclamò seccato cercando di nascondere il bruciore che provava dentro.
Juraj, fessacchiotto come sempre, non capì minimamente il suo stato d’animo.
- Ah sì? Eravamo d’accordo in
qualche modo? Io credo di aver perso il messaggio… - Non stava fingendo
o tirando su scuse, Suso capì da come si grattava la nuca smarrito che
era sincero e sospirando non riuscì nemmeno a prendersela.
Per lui il flirt a tavola era una cosa di quel momento, non un antipasto od un invito. Chiaramente.
Perché probabilmente quando lui
faceva qualcosa, di qualunque cosa si trattasse, non aveva un
programma, un piano, un secondo fine. Lui faceva quel che gli pareva in
quel momento, tutto lì.
“Non posso, non posso proprio con lui!”
Ma nel pensarlo si rese subito
conto che Juraj non aveva mai fatto intendere altro che sesso
occasionale senza impegni e consacrazioni, perciò ‘non poteva’ cosa?
Sapeva bene.
“Gerard mi ha messo in testa idee strane! Quello scemo non sa niente, che diavolo parla? Adesso mi sente!”
- Suso? Mi spiace, io… - Non sapeva nemmeno cosa dire, infatti Suso si riscosse e sorrise in modo tirato.
- No no, va tutto bene, davvero.
Ho capito male io! Lascia perdere e torna a lui! - Juraj si strofinò le
labbra sinceramente dispiaciuto, ora faceva anche la faccia da cucciolo
ed era incredibilmente spontaneo ed onesto.
“Oh, maledetto slovacco del cazzo!”
Pensò cercando di darsi un tono insultandolo.
- Sicuro? - Juraj allungò la
mano verso di lui e gli carezzò la guancia scendendo velocemente sul
mento che prese fra indice e pollice, il gesto dolce, spontaneo e molto
tenero fece sussultare Suso che sorrise più morbido.
- Sì, sì, va tutto bene… buon
divertimento… - Con questo andò via per i corridoi dell’hotel
camminando un po’ a caso cercando di calmarsi.
Stava tornando nella propria
camera quando vide Carlos svoltare l’angolo con un bicchiere di
qualcosa di caldo in mano, lo vide e lo salutò con un gesto. Suso si
fermò sgranando gli occhi.
“Un momento, se lui è lì, chi c’è dentro?”
La domanda non trovò risposta.
Juraj chiuse la porta sospirando
dispiaciuto, si voltò ancora perplesso verso l’interno illuminato dalla
luce fioca sul comodino.
- Tutto bene? - Chiese Gianluca
steso sul letto sotto le lenzuola disfatte con le quali si era coperto,
spaventato che potessero vederlo nudo ed equivocare.
“Che poi che equivoco sarebbe? È proprio quello che è!”
- Sì, sì, credo che ci siamo capiti male. -
- Con chi? - Juraj scosse il
capo e alzò le spalle, poi sorrise e tornò da lui gattonando fino a
raggiungerlo sotto le coperte, si avventò su di lui sempre col sorriso
soddisfatto e predatore insieme, lo spinse e si accomodò sopra di lui.
- Dove eravamo? -
Gianluca sorrise beato e
divertito cercando le sue mani, quando le trovò intrecciò le dita
sentendosi subito meglio. Poco dopo aprì le gambe e lo fece sistemare
in mezzo, l’avvolse a sé e l’accolse baciandolo senza respirare più.
Il piacere fu intenso, come lo era ogni volta.
Suso sospirò e decise di lasciar perdere. Juraj era troppo complicato, non capiva proprio cosa gli passasse per la testa.
“Sempre che ci passi qualcosa!”
Si disse tornando in camera meno arrabbiato di prima, solo più confuso.
Gerard si mise subito a sedere
sul letto matrimoniale che aveva fornito l’albergo. Non era strano che
dessero camere matrimoniali invece che doppie con letti singoli.
- Senti, non volevo andare oltre
od insinuare cose che non mi competevano, non voglio che ti arrabbi con
me e che te ne vai di nuovo! Mi dispiace se ho esagerato! - Suso rimase
un po’ perso da quella sua immediata dichiarazione, lo guardò smarrito
e poi si riebbe poco dopo.
- Non sono arrabbiato. Prima
magari. - Ammise con un sorrisino colpevole avvicinandosi alla propria
parte del letto, mise giù chiave elettronica e telefono e si tolse le
ciabatte sfilandosi i pantaloni della tuta con cui era girato fino a
quel momento. Si tolse anche la felpa e rimase con la maglietta.
- Dormi vestito? - Chiese sorpreso riferendosi alla maglietta, di solito dormivano tutti in mutande, non era strano fra uomini.
Suso fece un sorrisino divertito cercando di togliere l’attenzione da Juraj.
- Cos’è, vuoi fare un giro in
giostra anche tu? - Chiese malizioso sfilandosi anche la maglietta solo
per farlo contento. In realtà a volte la teneva, non gli dava fastidio.
Gerard, biondo e pelle chiara,
arrossì subito e lo colpì col cuscino che poi si rimise a posto
stendendosi per bene sotto le coperte, come se fosse più al sicuro
così.
Suso rise e si stese di fianco, il torace scoperto fino alla vita, guardandolo pensieroso, tornando suo malgrado a Juraj.
- Che è successo? Sei tornato
presto… - Disse Gerard poi vedendo che era calmo e non più arrabbiato.
Evidentemente ci teneva a sapere, si disse Suso fissandolo con più
insistenza.
- Sì… era già in dolce compagnia… e non di Carlos! - Gerard se ne sorprese.
- Cosa? E con chi? - Suso scosse il capo in segno che non ne aveva idea.
- Non saprei proprio. Carlos però era in corridoio. - Gerard rimase stupito e ci pensò ancora.
- Con quanti se la farà? -
Chiese curioso. Suso scosse ancora il capo, incrociò le braccia dietro
la nuca e guardò il soffitto pensieroso, Gerard sul fianco lo guardò
assorbendolo con cura.
- Chi lo sa? Forse se li passa
tutti. Magari ci proverà anche con te. Stai attento! - Gerard rise e
gli diede un calcio da sotto le coperte, i piedi si toccarono e Suso
reagì ricambiando, perché era il suo modo di fare. In breve si
trovarono a fare una piccola lotta coi piedi che conclusero fermandosi
intrecciati.
- Perché dovrei stare attento
scusa? - Chiese curioso e sfacciato senza capire. Suso lo guardò
capendo che stava facendo un’allusione e ritirò i piedi per
saltargli addosso improvviso e schiacciarlo sotto di sé.
- Fammi capire, te lo vuoi fare
tu? Mi dicevi di chiudere per potertelo fare tu? - Suso sapeva che non
poteva essere così, ma decise di stuzzicarlo perché improvvisamente era
maledettamente bello tenerlo sotto torchio. E sotto di sé.
Sentì indistintamente ed
immediatamente i loro bacini a contatto separati solo dalla stoffa fin
troppo leggera degli slip. Le erezioni si distinguevano e si toccavano
e fu un momento, un momento preciso in cui smisero di pensare, si
dimenticarono di giocare e si guardarono percependo, capendo che cosa
di loro si stava toccando.
In quel momento, quel contatto piacque.
Anzi. In quel momento si
piacquero loro due, ma non in modo confuso e inconscio com’era stato da
sempre fra loro. Si piacquero in modo conscio e preciso.
Si resero conto di guardarsi da vicino, in una posizione che andava oltre quel che erano stati fino ad ora.
- Non dire sciocchezze, non
voglio farmelo… - Disse Gerard ricordandosi di quel che parlavano. Suso
però non si mosse. - Era solo che tu meriti di più di uno che se li fa
tutti e che è incapace di amarne uno. Tu meriti uno che ami solo te. E
prima scherzavo. - Suso si aggrottò senza capire, senza nemmeno
ricordare. - Non sono tipo da sesso. A dire il vero, non so nemmeno se
mi piacerebbe con un ragazzo… - Lo ammise così, con lui sopra che
schiacciava la sua erezione in quel modo. Suso sentiva quanto stava
diventando dura. La sentiva eccome. Sorrise malizioso e con gli occhi
che brillavano, avvicinò il viso ancora di più.
- Quando ti va di provare, sono
disponibile per l’esperimento. Sempre meglio con un amico che con uno
stronzo. - Non che Juraj fosse stronzo, ma di sicuro non era attento e
sensibile, non secondo loro almeno.
Gerard rimase confuso ed
immediatamente eccitato, lo guardò senza respirare, rosso ed
imbarazzato, le mani larghe ai lati del viso non osavano toccarlo in
alcun modo e quelle di Suso si reggevano poco distanti dalle sue.
Poi si fecero seri ed entrambi pensarono a quello.
“Voglio baciarlo.” Per Suso fu chiaro, meno per Gerard che si trovò a volere qualcosa di non ben chiaro.
Provò a pensare di farlo
davvero, ma lo vide spaventato e confuso in mezzo a quel mare di
emozioni, così decise di lasciar perdere e rimandare. Scivolò di lato e
lo lasciò sistemando le coperte sopra di loro.
- Comunque non voglio niente da
Juraj, è troppo complicato per me e non penso che sia capace di amare.
O forse non vuole, perciò va con tutti. Non so. Però non vado con lui
perché voglio la storia. Non credo. - Gerard si girò di fianco a
guardarlo, il cuore batteva forte ed era ancora eccitato, ma ascoltò
con attenzione tutto.
- Non credi? - Suso lo guardò ed alzò le spalle.
- No. No, non voglio. Davvero
fino ad ora sono andato con lui solo per puro sesso e divertimento, ma
le cose stavano diventando confuse per me e non voglio prendermi da
lui, è sicuramente la persona più sbagliata per me. Perciò credo che
smetterò. Troverò un altro divertimento. - Disse poi concludendo con un
sorrisino allusivo, vedendo se afferrava l’antifona. Gerard arrossì di
brutto e dedusse così che aveva capito.
- Meglio così. Anche io non lo
vedo adatto a te. - Disse guardandosi bene dal rispondere al resto.
Suso non lo ripeté e si sistemò giù, chiusero la luce e rimasero un po’
in silenzio nel buio a guardarsi nelle ombre che si adattavano ai loro
occhi.
Assorbendosi a vicenda, fino a che, attratti uno dall’altro, si addormentarono così.
Per Suso non era facile,
rischiare di rovinare l’amicizia con lui e provarci era davvero follia,
sebbene lo volesse sempre più ogni giorno che passava con lui. Lo
conosceva da molto ed aveva sempre avuto una particolare predilezione
per Gerard, da sempre avrebbe voluto provare, ma l’aveva messo da parte
conscio che probabilmente a lui invece non sarebbe piaciuto. Comunque
non aveva mai avuto le idee chiare.
Per Gerard era anche peggio,
perché non aveva mai voluto vedere questo suo lato, di proposito,
mentre aveva sempre invidiato la facilità di Suso nel vivere il
proprio. Invidia.
Beh, ora era anche più che
invidia. Prima era stata gelosia ed ora era eccitazione bella e buona.
Ma come poteva, come? Era suo amico, Suso. E oltretutto non aveva mai
provato quelle cose, non coscientemente. Come poteva, ora, di punto in
bianco? No, facile no. Per niente.