NOTE:
questa brevissima fic fa parte della serie intitolata ‘Milan il
ritorno’ ed i protagonisti sono Gigio e Manuel, anche se in realtà
Gigio in particolare, che riesce a capire una buona volta quello che
cercava di capire, ovvero se e chi gli piace fra Davide e Manuel. La
fic si ambienta durante i festeggiamenti della supercoppa di
quest’anno, quando ho notato alcune cose utili per i miei scopi. Buona
lettura. Baci Akane
IL MOMENTO CHIAVE
Fra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare.
Per me è molto più facile
giocare una finale di Supercoppa, fare parate decisive e consegnare la
coppa salvando l’ultimo rigore, che trovare il momento giusto per fare
quella prova di cui ho parlato con Alessio quel giorno.
Ok, istintivamente ho iniziato
con Manuel, ma poi lui si è ritirato ed ho dovuto sparare la cazzata
che non volevo davvero baciarlo e che è stato solo un momento di caos.
Per cui potrei pensare che sia indicativo da parte mia aver baciato lui
e non Davide. Ma se ora baciassi anche lui che sarebbe? Potrebbe essere
un disastro!
Se bacio anche lui come dovevo
fare e magari la cosa va bene per lui, ma male per me questo si illude
e crede chissà cosa ed io devo deluderlo ed è una tragedia. Se lo bacio
e sta bene ad entrambi ma magari Manuel invece sperava in uno di noi
due - che ne posso sapere io se anche loro provano le stesse cose? - e
ci vede e poi ci sta male… beh, anche quella è una tragedia.
Ci sono così tanti motivi per
cui poteva andare male, che alla fine per questi mesi non ho osato
rifare alcun tentativo, il primo mi è bastato, è stato shoccante.
Per noi ragazzi non è facile.
Non lo è con le ragazze, non i primi tentativi. Figurati fra ragazzi.
Tentare la strada del gay coi tuoi amici è pura follia. Vorrei sapere
cosa mi è venuto in mente.
Sono tornato a parlarne con
Alessio e lui non ha saputo che altro dirmi se non che il rischio è
l’unica cosa che poteva darmi delle risposte.
Il rischio.
Ma da quando è diventato così sconsiderato?
Sembra quasi di sentir parlare papi Mihajlovic.
Sospiro. Chissà cosa mi direbbe lui?
Provo a figurarmelo mentre sto
abilmente alla larga sia da Davide che da Manuel durante i
festeggiamenti, onde evitare che mi scappi il famoso bacio a caso
un’altra volta.
Mihajlovic mi direbbe che è da deboli avere paura, che non bisogna esitare.
Lui direbbe una cosa del tipo:
‘Meglio chiedere scusa che il permesso!’
Nel casino in campo non ci sono
grossi problemi, mi mescolo nella folla, i festeggiamenti sono un
macello: braccia, pacche, complimenti, baci, canti, cori, salti, tuffi,
foto.
Il problema inizia quando si va
nello spogliatoio, casino da morire. Carlos, Andrea e non so chi
cominciano a tirarsi l’acqua ed in un attimo è tutto lo spogliatoio
invivibile.
Poi qualcuno attacca con la
musica dance, tutte quelle scemate che si sentono per radio e che fanno
ballare tutti e qua diventa un macello.
Rido un sacco e partecipo perché io adoro queste feste e spero che andremo avanti per sempre.
Salto, rido, faccio video e vedo
che Alessio ha un whatsapp audio aperto nel quale registra i cori,
penso che lo trasmetterà al misterioso compagno di cui non mi ha
rivelato il nome.
Sorrido e mi giro istintivamente a cercare Davide. Davide è attaccato a Mattia, alzo un sopracciglio.
È più o meno la cosa che cambia
tutto, succede in un istante, una sorta di esplosione interiore, ma non
come si potrebbe immaginare.
Non è un’esplosione di gelosia che mi fa capire che volevo lui a tutti i costi.
Vedo Davide che fa robe con
Mattia, niente di che, però dato che lo conosco so che sono gesti di
eccessivo affetto. Davide non è molto fisico e coccolone, quando si
strofina e si appiccica tanto significa che c’è qualcosa di diverso. E
qua è così.
Perciò lo realizzo con la portata di un treno, è una sorta di rivelazione mistica.
Immagino che se la Madonna mi apparisse sarebbe più o meno così che mi sentirei.
Un flash illuminante, un fulmine a ciel sereno che non puoi evitare di notare.
Ma allora a Davide piace Mattia!
Mi fermo e smetto di saltellare, shoccato.
Per un momento non so cosa dovrei provare, come dovrei sentirmi.
Forse Alessio si sbagliava, forse non devo provare a baciare entrambi per capire cosa provo, forse basta vederli con altri.
Faccio il broncio e mi gratto la
nuca fermo impalato improvvisamente, qualcuno mi spintona ed io sguscio
dietro verso le panchine alla ricerca di… di cosa?
Cosa cerco improvvisamente, come
se fosse questione di vita o di morte? Chi frugano i miei occhi in
questo modo frenetico da morire?
Solo quando lo trovo, lo capisco.
Manuel è in parte, in un angolino, seduto nella panca mentre tutti, chi più chi meno, salta e grida e fa filmati.
Lui invece si tiene il viso e piange.
Sorrido subito.
Dio, non ci credo!
Piange!
Piange sempre!
Questo ragazzo è nato piangendo, respira piangendo e parla piangendo!
Non ci posso credere!
Appena lo vedo mi illumino, torno a ridere e mi fiondo da lui abbracciandolo come un bisonte che rotola giù da un dirupo.
Manuel salta sul posto e quando
alza la testa sorpreso e mi guarda coi suoi occhioni dolci pieni di
lacrime, io rido ancora circondandogli le spalle col braccio, la mano
sui suoi biondi riccioli che mi fanno impazzire e quando lo stringo a
me, quando lui si rilassa appena mi vede ed abbandona il viso contro il
mio collo e continua a piangere… ecco, qua lo capisco.
Guardo dall’altra parte Davide alle prese da Mattia e appoggio la guancia sulla sua testa, sui suoi capelli.
Dopotutto altre prove di baci
imbarazzanti non mi serviranno. Ho appena capito quello che cercavo di
capire da mesi senza osare fare nulla.
È Manuel. È proprio lui.
Non Davide, non nessun altro. Manuel.
Non ho la minima idea di che
cosa provi lui, probabilmente solo semplice amicizia, ma la bella
notizia è che non devo sbilanciarmi di nuovo e rischiare di rovinare
tutto come l’altra volta che è stato un miracolo se è tornato a
parlarmi. Ora l’ho appena capito, perché non ho provato nulla nel
vedere Davide alle prese con Mattia, anzi, mi ha fatto sorridere.
Mentre mi fa morire il dolce Manuel che piange come sempre ogni volta
che il Milan vince o che lui segna.
Ma come è fatto?
- Guarda che di acqua qua ce n’è
abbastanza, non serve che allarghi il lago! - Dal momento che per terra
è un pantano e ci servono le pinne per camminare.
Manuel sorride fra le lacrime,
gli occhi piccoli e gonfi di pianto brillano mentre alza la testa e mi
guarda e siamo così vicini che per un momento annullare la distanza è
un attimo.
L’istinto di baciarlo ancora
c’è, così come la voglia, ma mi fermo perché non siamo soli e c’è un
gran casino, non è certo l’atmosfera per un bacio.
Però ora che ho le idee chiare sono più tranquillo e sereno. Se succederà, bene, ma quello che volevo era solo capire.
- Sono così felice, Gigio! -
Dice con la sua vocina spezzata dal pianto. Io sorrido e appoggio la
fronte alla sua nel nostro tipico gesto di consolazione reciproca.
Solitamente sono io che consolo lui, visto che piange vita natural
durante.
- Anche io. - Che poi io sia
felice perché ho capito che ho perso la testa per lui è un altro
dettaglio, ma quel che gli serve di sapere è che io sono felice. Tutto
lì.