CAPITOLO XVII:
THIAGO, ROBINHO E ALEXANDRE

ale thy rob

Alex aveva trovato il suo meritato sonno solo da meno di un’ora quando la porta della sua camera si spalancò provocando anche un discreto botto. Questo però fu sentito comunque in ritardo rispetto al colpo fisico ricevuto che gli fece pensare ad un elefante che faceva paracadutismo in casa sua.
Finì all’inferno ma fu ripescato dalla voce gracchiante a lui dolorosamente familiare che gli urlava nelle orecchie:
- BUONGIORNO PRINCIPESSAAAA! -
La prima cosa che vide quando aprì gli occhi fu la faccia più contenta dell’esistenza umana e faticò ad associarla al suo amico Roby, tanto che con voce strozzata chiese senza riuscire a muoversi perché gli stava steso sopra -dopo essersi ‘dolcemente’ buttato-:
- Sei Roby? - L’interlocutore rise premendo il viso contro il suo petto privo di maglia rossa, Roby non lo notò e si accomodò senza la minima intenzione di alzarsi.
La prima cosa celestiale e curativa che vide Alex dopo quella specie di diavolo che sembrava voler prodigarsi per ucciderlo, fu l’espressione preoccupata di Thiago che, entrato in quel momento, aveva visto il suo amico più di là che di qua.
- T-Thy… c-cosa gli hai fatto? - Chiese tendendo la mano in sua direzione sperando che almeno lui potesse salvarlo.
Roby era però comodamente steso e se lo stringeva come fosse un pupazzo, ad occhio e croce sarebbe stato impossibile staccarlo eppure bastò che il difensore arrivasse al letto e lo chiamasse con fermezza:
- Roby, alzati subito che lo uccidi! - per vedere poi l’attaccante tirarsi effettivamente su e rotolare giù dall’amico cianotico. Si sistemò comunque sempre steso, solo di lato ad Alex, quindi comodo comodo prese per mano Thiago e lo tirò obbligandolo a sedersi dall’altra parte.
Solo quando la vista gli tornò normale insieme al respiro e ai dolori, capì che dalle loro espressioni e dal fatto che erano seduti accanto a lui -bè, uno era steso comunque- doveva essere successo qualcosa. Naturalmente non ci sarebbe mai arrivato, specie per gli scarsi minuti di sonno ed il risveglio traumatico, ma non lo avrebbero preteso comunque; fu Roby quello che non riuscì a trattenersi oltre e con un sorriso che avrebbe potuto illuminare lo spazio al posto del sole, sparò tutto d’un fiato non stando più nella pelle:
- Io e Thy ci siamo messi insieme! - Alex tornò di nuovo dove era appena stato, sempre per colpa di quello che ora aveva parlato, e morendo per la notizia secca a cui non sarebbe mai e poi mai stato preparato, fu sempre riportato in vita dalla gentilezza con cui Thiago gli carezzò la fronte preoccupato che la brutta cera costante celasse in realtà l’influenza.
- Ehi, Alex, tutto bene? Ti vedo male… - Alex tornò a respirare più o meno regolarmente e spaventato dai modi brutali di Roby a cui non era più abituato visto l’ultimo periodo depressivo, si avvicinò a Thiago trovando conforto e rifugio sulle sue gambe. Aggrappato infatti con le braccia intorno alla sua vita, mise la testa contro il suo addome per poi mormorare come un cucciolo affranto:
- Mi dispiace per te, sei un così caro ragazzo… così bravo… non so proprio cosa tu abbia fatto di male per meritarti una simile punizione! - Questa gli venne talmente bene che fece morire dal ridere Thiago mentre rimanere di sasso Roby che, seduto dritto come un toro pronto all’attacco, lo fissò raggomitolato sul suo ragazzo a dire cattiverie gratuite contro di lui.
- Ma stronzo che non sei altro! - La sua vendetta non si fece attendere -come se quel risveglio non fosse già abbastanza!- e buttandosi di nuovo sull’amico, gli morse una chiappa attraverso il pigiama rosso di cui indossava solo una parte.
Alex guaì ma avendo dormito troppo poco e non potendo comunque fare molti movimenti bruschi per via della ferita alla gamba che ancora lo teneva fuori dai campi di calcio, cominciò successivamente a stringere per riflesso la presa intorno alla vita di Thiago. Ai suoi cainaggi vari si aggiunsero le urla di Thiago le quali, naturalmente, stimolarono solo maggiore cattiveria da parte di Roby e della sua presa dentale sulla carne di Alex.
- Roby, mi sta torcendo le intestina, smettila! - L’ammonì Thiago sperando di poter riprendersi le budella prima che queste schizzassero fuori dalla bocca.
Roby smise nell’immediato e Alex sospirò mollando la presa, non aveva poca forza, era normale che se stringeva a quel modo facesse male solo che non aveva coscienza di sé.
- Allora… - Fece Thiago alzando le braccia: - Calmiamoci tutti! - Alex fu d’accordo e sistematosi sul proprio letto invaso dagli alieni si raggomitolò su sé stesso, abbracciando le ginocchia come se avesse paura che gliele strappassero via, poi guardando male Roby lo costrinse ad annuire a sua volta alzando bandiera bianca. Dopotutto gli aveva riservato un risveglio davvero atroce.
Dopo le varie scariche di adrenalina che avevano scosso e riattivato al cento percento tutti e tre, sospirarono riprendendo la calma persa -che comunque qualcuno non aveva mai posseduto-.
Il primo a riproporre l’argomento, e questa volta con senno e come si doveva, fu naturalmente Thiago il quale aveva in sé ancora le proprie budella e sistemato a gambe incrociate sul letto, davanti ad Alex, l’illuminò su quanto accaduto quella notte mentre il povero proprietario di casa era stato alle prese con i propri ormoni ed istinti e scoperte non certo facili.
Gli spiegò bene e con parole semplici l’accaduto e le motivazioni, ci tenevano entrambi che anche lui lo capisse, gli sembrava giusto non solo perché era il loro migliore amico ma soprattutto perché l’avevano messo in mezzo. Non sapevano davvero quanto.
- In pratica eravamo solo dei coglioni che avevamo scambiato l‘amore per fottuta amicizia perché così ci sembrava più facile e più giusto! - concluse Roby spicciolo e contento. Si era steso di nuovo ma questa volta a pancia in giù e con il mento e le mani appoggiati sul ginocchio di Thiago.
Entrambi guardavano l’amico davanti a loro che si tormentava le caviglie ascoltandoli con attenzione fino a capire ogni cosa come se fosse davvero un tipo sveglio ed intuitivo.
- Cosa ne pensi? - Chiese Thiago con gentilezza, dopo avergli dato un po’ di tempo per rifletterci.
Alex col suo candore e ricordando cosa era successo ieri sera, rispose sinceramente senza pensare minimamente che potesse esserci qualcosa che non andava in quello che diceva.
- Sono contento. Anzi, sollevato. A parte per il fatto che non vedrò più Roby così a terra, ma soprattutto perché non mi piaceva che stessi con Kevin. Non è una persona pulita, capisco lui quando diceva che ti voleva solo usare. Aveva ragione. - Lo disse con un filo di voce, era abbattuto perché quello che era successo la sera prima proprio su quel letto e con lui l’aveva scosso, era stata la scintilla che schiaffeggiandolo gli aveva fatto aprire brutalmente gli occhi circa la propria sessualità. O se non altro verso ciò che provava per Zlatan.
Thiago e Roby corrugarono la fronte e facendosi attenti, chiesero delucidazioni.
- Che diavolo intendi? - Roby si mise anche a sedere coi piedi giù dal letto, pronto per scattare, come se sapesse, se sentisse nel profondo.
Alex si strinse di nuovo nelle spalle tirando ancor più contro di sé le ginocchia arrossendo al ricordo, infine seppur con molta difficoltà si fece forza. Erano i suoi migliori amici, era giusto dirglielo.
- Ieri sera mentre voi due parlavate di là io mi sono ritrovato Kevin in camera, era appena uscito dalla doccia ed era bagnato e nudo e abbiamo parlato. Cioè ha cominciato a dire che ero imbarazzato perché mi piaceva o cose simili… cioè, secondo lui a me piaceva. Mi ha fatto cadere sul letto e mi è salito sopra f-facendomi q-questo… - mostrò loro il succhiotto sul collo. Di per sé niente di preoccupante per un normale essere umano, ma solo loro due potevano sapere quanto traumatico probabilmente fosse stato per Alex, così trattenuto ed indietro su queste cose, così timido e restio, facilmente impressionabile e spaventato anche da una mosca! A conferma di questo, nel parlarne gli occhi gli divennero lucidi e la voce gli tremò. Roby era rigido come una corda di violino, i muscoli tesi fino allo spasmo, il volto di pietra, gli occhi di brace. Una bomba atomica pronto a scoppiare. Thiago invece era più difficile da intuire che reazione avrebbe avuto, aveva lo sguardo sottile e fisso su Alex mentre la mano era corsa automaticamente sulla caviglia dell’amico che raccontava, come per tirarlo su ed incoraggiarlo, non aveva evidenti e plateali reazioni esteriori come l’altro. Alex proseguì. - Gli ho detto di alzarsi che non volevo ma secondo lui non era così, ho cercato di spingerlo via ma non si è mosso, ha fatto forza per rimanere ed allora quando ha esagerato perché mi schiacciava troppo, sono andato nel panico e sono riuscito a sgusciare via. Poi sono uscito di corsa e mi sono scontrato con Zlatan. Ha capito subito cos’era successo e a momenti l’ammazzava, ma ha praticamente promesso che non l’avrebbe fatto più! -
Non ebbe materialmente tempo per raccontare il resto riguardo il citato Zlatan poiché i lampi che passarono attraverso lo sguardo di Roby davanti a sé nessuno li aveva ancora visti, infatti Thiago avrebbe volentieri consolato Alex abbracciandolo a rassicurandolo, se l’altro non fosse scattato come una molla e velocissimo a rotta di collo non fosse corso fuori dalla camera e giù per le scale con l’unica insana intenzione in testa. Quella di andare da quello stronzo e demolirlo una volta per tutte.
Thiago non ebbe scelta che mollare uno sconvolto Alex per rincorrerlo. Fortunatamente era fisicamente in forma e fece in tempo a raggiungerlo poco prima che varcasse la soglia d’ingresso.
Lo afferrò per il braccio e lo strattonò con forza girandolo e spingendolo con la schiena contro la porta ancora chiusa.
Roby ringhiò furioso senza riuscire assolutamente a ragionare più, con Thiago che lo spingeva con gomiti e avambracci sul torace per impedirgli di muoversi.
- Non può passarla liscia! Ha cercato di violentare Alex! Se non fosse che per fortuna quello non è un fuscello come sembra e che la forza ce l’ha, l’avrebbe fatto contro la sua volontà! Quanto ci scommetti? E prima si era scopato te con tanto di baci! A che cazzo di gioco gioca quello? Qualunque sia la finisce qua, ora lo ammazzo! - Cercava di liberarsi ma la forza insospettabile dell’apparente delicato Thiago non gli lasciò scelta che rimanere ancorato alla porta.
Certamente l’altro faticava, nonostante la differenza d‘altezza Roby era molto forte, ma riuscì a non mollare e con un tono basso e tagliente, disse:
- No che non la passa liscia, ma non ammazzerai nessuno e nessuno morirà! Sai bene cosa succede se due della stessa squadra fanno a pugni! Nel giro di un istante la voce arriva al mister e chi diavolo sa cosa passa per la testa di quella sfinge? Magari ti spedisce in Brasile con un biglietto di sola andata! Non si fa a pugni fra compagni di squadra e questo è categorico! E poi in ogni caso non è questo il modo di risolverla! -
Alex con calma, non potendo correre, era riuscito a raggiungerli e spaventato per quella reazione stratosferica del suo amico, da dietro a distanza debita, si inserì faticosamente nel discorso serrato.
- Roby, non oserà più rifarlo! Zlatan l’ha terrorizzato! - Questo non stentarono a crederlo e forse fu proprio quello a spomparlo, anche se non era il punto di rifarlo o no. Il punto era proprio di dargli una lezione per quello che aveva fatto, sia ad Alex che a Thiago. Era solo un figlio di puttana e basta e doveva pagare per quello, gliel’aveva giurata da quando aveva messo gli occhi sulla persona che gli piaceva.
Thiago lo sentì smettere di spingere così lo mollò rimanendo pronto a tornare alla carica. Alex si mosse raggiungendoli, mise una mano sul braccio di Roby e gli sorrise grato per quella reazione comunque dolce, a suo modo.
- Il punto però non è che lo rifaccia o meno! Ci puoi scommettere che non oserà, con o senza Zlatan! Lo demolisco solo se lo pensa! Però, cazzo, qualcuno deve dirgli quanto pezzo di merda è perché deve saperlo, visto che si crede Dio o qualcuno molto vicino, che fa agli altri quel cazzo che vuole trattandoli a piacere! - Non aveva tutti i torti e Thiago condivise il concetto di base ma non certo il modo con cui Roby avrebbe voluto fargli capire ciò.
Infatti sospirando paziente disse alzando il dito davanti ai suoi occhi con fare da padre severo:
- E’ vero, ma non nel modo che intendi tu. Ci penso io. - Roby si riaccese di nuovo infiammandosi com’era facile.
- Tu non pensi proprio a un cazzo! Non ci devi nemmeno parlare! - Thiago scettico incrociò le braccia al petto e con aria di sfida chiese:
- Ah no? E chi me lo impedirà, tu? - Disse sminuendolo malamente. Poi proseguì fermo: - Roby, siamo compagni di squadra, cosa pensi, che sia possibile non parlargli più e non avere contatti? Anzi, il contrario! Dobbiamo sistemare le cose o ne risentiremo sul campo e non possiamo permettercelo! -
Roby non avrebbe comunque mai ammesso che aveva ragione, però Alex condivise al volo stringendosi accanto all’amico:
- Ha ragione, dobbiamo sistemare ed è comunque una cosa che più di tutti riguarda lui. - Se perfino lui l’aveva notato significava che era proprio evidente, questo scosse Roby e lo convinse a mettere da parte momentaneamente il sacro furore divino.
Con un broncio delizioso e poca, pochissima e scarsissima convinzione, si decise a rispondere se non altro per farli smettere.
- Ok, ok… però non deve più rompere i coglioni altrimenti non mi trattengo più! - Era una furbata dire così perché per lui uno rompeva i coglioni in tanti modi, poteva prenderne uno a caso ed usarlo per dargli giù a piacimento. Peccato che nel caso avesse deciso per quella strada, Kevin si sarebbe saputo difendere egregiamente.
- E comunque… - Ricominciò Thiago con aria da maestro, come di chi aveva appena colto una sfumatura importante che avrebbe subito approfondito a dovere. - Tu, mio caro… - proseguì rivolto improvvisamente ad Alex, lasciando perdere quella testa calda del suo ragazzo. Alex sgranò gli occhioni con stupore: - non hai finito di raccontarci l’evento! - Usò a dovere il termine scegliendo quello di proposito. Aveva capito subito che la cosa poi era andata avanti, dopo la fuga di Kevin.
Alex si strinse nelle spalle e si girò dall’altra parte fingendo indifferenza. Troppo malfatto ovviamente, non era capace ed in un secondo riuscirono a prenderlo insieme, uno per braccio, ad alzarlo e a metterlo seduto nel divano con loro due come angeli custodi accanto.
Thiago lo puntò col dito sempre con quell’aria da padre severo ma al contempo pieno di malizia acuta:
- Mio caro, tu dormi sempre coperto fin sopra la testa… sei freddoloso. Vuoi spiegarmi perché non hai la maglia del tuo sacro pigiama rosso? - Era una domanda apparentemente assurda, infatti Roby lo guardò come a chiedergli che diavolo gli saltasse in mente di chiedergli, ma Alex arrossì facendo pandan con i pantaloni e stringendosi nelle spalle si mise subito le mani sulle guance che gli scottavano troppo.
Capì di non avere scelta ed oltretutto era una cosa che presto o tardi gli avrebbe voluto raccontare.
Con un profondo sospiro rassegnato, si decise e riprese il racconto da dove avevano interrotto fino al punto in cui era rispuntato in cucina, quella notte, mettendosi a mangiare insieme la nutella…
- Ed insomma, ero lì a fare quello che faccio sempre quando non riesco a dormire di notte. Aspettavo che il latte si scaldasse ed in tanto mi mangiavo la nutella come faccio di consueto, cioè con le dita, quando quello arriva e mi fa prendere un colpo! - A questo Thiago lo interruppe deciso.
- Ok, da qui in poi useremo l’immaginazione! - Era troppo ovvio ma Roby sbottò contrariato:
- Macchè immaginazione! Voglio i dettagli, tutti, per filo e per segno! - Thiago lo fissò dall’altra parte come per dirgli ‘ma sei proprio idiota?’, e rispose:
- Non è chiaro cosa hanno fatto dopo con lui che si succhiava le dita di nutella? Diamine, Roby, l’altro era Zlatan! - Già, era ovvio eccome. Persino per Roby in effetti…
- Certo che è chiaro, è per questo che voglio i dettagli! -
- Porco! - Commentò acido l’altro.
- Insomma, era chiaro a tutti tranne che per me! - Commentò spontaneo Alex. I due capendo cosa quello intendesse e sapendo che tipo fosse, si misero a ridere immaginandosi la scena e la fatica di Zlatan nell’approcciarsi ad un alieno simile che provocava e nemmeno se ne rendeva conto! - C-che avete da ridere? - Chiese allarmato Alex non capendo. Alla fine ad illuminarlo fu come sempre Thiago con la sua solita diplomazia:
- Fammi indovinare. Eri teso per la sua presenza ed hai continuato a mangiare la nutella con le dita sporcandoti tutto. -
Per Alex quello era normale.
- Certo! - Faceva sempre così…
- E a questo punto Zlatan ti ha guardato in modo strano! - Alex, spaventato dalle sue doti divinatorie cominciò a pensare che fosse nascosto da qualche parte ad osservarli. Quando annuì di nuovo fu Roby a tagliare corto coi suoi modi spicci e brutali:
- E poi ti ha scopato! - Thiago l’ammonì per il linguaggio e Alex arrossì fino ai capelli nascondendosi il viso con le mani, quando riemerse puntualizzò a fatica e boccheggiante:
- Non proprio, ma mi ha mostrato come si fanno certe cose! - Più di quello non avrebbe osato dire e per gli altri fu più che sufficiente!
Non è che non lo sapesse, di donne ne aveva avute, non molte come gli altri suoi compagni ma non era affatto vergine, però con un uomo era tutt’altra cosa. Con Zlatan, poi…
Thiago lo reputò una specie di bimbo dolcissimo alle prese con le prime esperienze sessuali serie, quindi istintivamente e sorridendo intenerito se lo abbracciò mettendogli il braccio intorno alle spalle. Alex affondò contro il suo collo trovandovi un rifugio confortevole. Era stato tanto faticoso raccontare tutto quanto dall’inizio che ora che aveva finito si sentiva talmente imbarazzato che gli sembrava di averlo rivissuto di nuovo. Traumatico davvero!
- Sei un figo! Io l’ho sempre detto che saresti finito dalla nostra parte! - Fece invece Roby battendogli una mano sul ginocchio e ridendo, era davvero orgoglioso del suo amico, aveva fatto molti passi in avanti ed era come il loro cucciolo privato che avevano cresciuto con tanta fatica. Vederlo finalmente maturare li riempiva di orgoglio.
Alex si sentì finalmente meglio dall’inizio di tutto quanto e trovando che vista dai loro occhi ora sembrava meno grave di quel che aveva pensato, riemerse dal collo di Thiago con una domanda spontanea e candida:
- Ma ora io e Zlatan stiamo insieme? -
Le risate non si sprecarono, tutte di Roby, più sguaiate che mai. Thiago gli diede un colpo sulla nuca con la mano che circondava le spalle di Alex e sorridendo comprensivo e maturo, rispose calmo:
- Credo ne devi parlare come si deve con lui. -
Alex annuì convenendo con lui, alla fine dovevano ancora farlo in effetti.
- E’ che io e lui abbiamo questa mania di fraintenderci sempre. Se io faccio a modo mio, lui mi fraintende, se sono diretto, mi fraintende lo stesso pensando che invece faccio a modo mio. Insomma, è complicato, non ci capiamo mai e poi non capisco mai quando scherza. Cioè, non mi sembra tipo da scherzare molto, però mi spiazza sempre, a volte dice delle cose che io penso ‘ma no, scherza, non può dire sul serio’, però non ne sono comunque sicuro e poi… - Roby in quello si alzò annoiato e come ricordandosi di un impegno importantissimo si stiracchiò interrompendolo di proposito, non avendo la minima intenzione di ascoltare i suoi vaneggiamenti ad oltranza.
- Oggi abbiamo gli allenamenti, anche se non siamo tutti il mister ci vuole. Oltretutto finalmente torno ad allenarmi anche io! - Questo non fu detto per allarmare nessuno, né per riportare l’attenzione su ciò che poi era il vero problema della situazione, ma così in realtà fu e nel momento in cui lo disse sia Alex -che smise di sproloquiare preoccupato- che Thiago lo fissarono attenti come avesse bestemmiato. Roby chiese: - Che c’è? - senza capire e il suo compagno lo illuminò alzandosi a sua volta con le mani ai fianchi per riportarlo all’ordine.
- Non devi saltargli al collo! - Il soggetto era ovvio e Roby capì incupendosi. Per un momento se ne era dimenticato. - Roby, ci penso io! - Non avrebbe ammesso repliche.
Il ragazzo mise comunque il broncio e Thiago lo spinse su per le scale per prepararsi, il tempo era davvero volato, avrebbero iniziato a breve.
Con disappunto di entrambi i neo fidanzati si resero conto di non avere nemmeno un minuto di più per qualche coccola prima di gettarsi nella bolgia, tale ora sembrava l’idea di affrontare Kevin!
Quando uscirono vestiti con abiti di Alex che si erano presi senza il suo permesso, il proprietario di casa era ancora seduto nel divano con la testa fra le nuvole e lo stomaco attorcigliato in una morsa. Con un sospirone si stese pesantemente.
Non avrebbe smesso di pensarci un secondo, lo sapeva.
Gli venne spontaneo, quindi, scrivergli un messaggio.
‘Passi da me dopo gli allenamenti?’
La risposta fu veloce e gli fece venire un colpo anche solo per il fatto di averla ricevuta.
‘Era sottinteso.’
Capendo, stranamente, il riferimento al loro famoso discorso numero uno e al fatto che per quei maledetti sottintesi spesso si fraintendevano, Alex sorrise nascondendo il viso contro il cuscino.
Era davvero la cosa più diversa che gli fosse mai successa.