CAPITOLO XVIII:
KEVIN E THIAGO

kevin thiago

Tutta la strada che fecero insieme da casa di Alex fino al campo, passando da casa di ognuno per prendere i borsoni di calcio, Thiago la passò a rabbonirsi il moroso dicendogli di dover stare assolutamente calmo e di lasciar fare a lui, che non doveva assolutamente litigarci, parlarci o picchiarlo prima che lui ci parlasse e risolvesse tutto.
Roby aveva ringhiato tanti faticosi ‘sì’ ma il compagno sapeva ancora prima di scendere che sarebbe stato tutto vano nel momento in cui avrebbero varcato la soglia, ci avrebbe potuto mettere la mano sul fuoco, ne era certo!
Raggiunti insieme gli spogliatoi, alcuni occhi attenti trovarono un sacco di ‘cose’ fuori posto, a partire dai vestiti che, qualcuno li aveva riconosciuti, erano sicuramente di Alex, per proseguire da quella strana aria tesa che in Roby era come un quadro Fauves, per finire col modo che comunque avevano di stare insieme, con un’intimità in più, in un certo senso.
Zlatan capì al volo che dovevano essersi messi insieme e poi aver scoperto del brutto scherzo di Kevin, così come capì che dovevano essersi fermati a dormire da Alex e che venivano direttamente da casa sua -per questo naturalmente li invidiò non poco-, altri ovviamente non arrivarono a tale conclusione ma furono comunque tutti distratti da ciò che nel giro di pochissimi imprevedibili istanti accadde una volta che i due misero piede nell’ampia stanza piena di panche, appendini e quant’altro potesse servire in uno spogliatoio.
Kevin non fece assolutamente caso a nulla di tutti gli altri dettagli e indicando Thiago come se fosse un re che ordinava qualcosa ad un suo suddito, disse con la sua tipica arroganza:
- Dobbiamo parlare! - Che non era una richiesta, una proposta od una constatazione ma proprio un ordine, o per lo meno questo sembrò.
Thiago, il diretto interessato, non ebbe tempo di pensare, figurarsi rispondere.
Roby agì molto prima del suo movimento neuronale, che normalmente era molto reattivo e veloce di suo, ed in un solo brevissimo battito di ciglia fu davanti a Kevin a spintonarlo. Il ragazzo con sorpresa finì violentemente contro il muro e per poco non colpì le panchine facendosi male alle ginocchia.
Giratosi si ritrovò Roby davanti che lo prendeva per la maglia e l’attirava a sé con quella di scuoterlo e malmenarlo. Kevin fece solo in tempo a dire: - Ma che diav… - che l’altro alzò subito il pugno vicino al viso pronto per farglielo assaggiare dritto sui denti.
A salvarlo fu la presa pronta e ferrea di Zlatan che fortunatamente lì vicino era riuscito a prendergli il gomito e con una sola mano ad impedirgli il colpo.
Vedendo comunque che non aveva intenzione di togliersi e che anzi ci metteva una forza davvero impressionante per malmenarlo comunque, dovette usare anche l’altro braccio e mettendoglielo intorno al torace lo strattonò con altrettanta forza, allontanandolo da Kevin che ancora non credeva a quanto era successo.
Quello si era perso molti passaggi, riusciva solo a pensare che diavolo c’entrasse quel pazzo… non sapeva che in realtà c’entrava molto!
- Roby! No! - L’ammonì sorpreso e fermo Thiago intromettendosi prontamente fra i due per impedire a Kevin di restituirgli lo spintone.
- ROBY NO UN CAZZO! CHI SI CREDE DI ESSERE? DIO? NON PUO’ PARLARTI IN QUEL MODO E NEMMENO GUARDARTI COME SE TU GLI FOSSI SOTTOMESSO! NON E’ NESSUNO, CAZZO! MA SOPRATTUTTO NON PUO’ ANDARE IN GIRO A FARSI I SUOI PORCI COMODI COME GLI PARE! - Alla fine tutte le brave raccomandazioni erano finite esattamente nel cesso!
Zlatan l’avrebbe applaudito ed anche lasciato fare se non che sapeva che poi si sarebbe solo messo nei guai e non era proprio il caso visto che ormai gli stava anche simpatico, la pensavano pure uguale su molte cose.
Kevin fece per mandare via Thiago che gli stava davanti con una mano premuta sul torace, quando questi non si mosse come fosse piantato con piedi di piombo, decise che gli avrebbe gridato attraverso lui e senza perdersi d’animo tese il braccio oltre il difensore brasiliano tendendosi e spalmandosi addosso quanto più riuscì per avvicinarsi il massimo consentito.
- E QUESTO INVECE E’ MODO DI TRATTARE GLI ALTRI, NO? A PUGNI! IO ALMENO NON ALZO DITO SU NESSUNO! -
Su questo Thiago non avrebbe potuto farlo tacere, aveva ragione ed era proprio per questo che aveva cercato di impedire la rissa, perché poi Roby sarebbe finito dalla parte del torto pur avendo ragione. Non si risolvevano in quel modo le cose.
- NO, TU NON ALZI DITO SU NESSUNO, CI VAI SOPRA DIRETTAMENTE! PEZZO DI MERDA! - Zlatan ebbe fortissimo l’istinto di lasciarlo, ricordare cosa era successo la sera prima non era molto risanante per nessuno ma mantenne straordinariamente il controllo e prima che Kevin potesse rispondere in alcun modo ed aizzare ulteriormente Roby, prese il compagno di squadra per il braccio e con forza insospettabili, di nuovo, lo trascinò via. L’espressione dura e seria ma non furibonda come invece il vulcanico Roby.
Quando furono fuori dalla stanza, Zlatan spinse Roby seduto su una panca e chinandosi su di lui con fare minaccioso lo prese per le spalle, strinse la presa e lì davanti a tutti che fissavano esterrefatti la scena senza capacitarsi di quanto avevano appena visto, disse con un evidentissimo ghigno sul viso:
- Non avrei saputo dirlo meglio! - Fu una specie di ‘sei stato grande’ che esaltò e al tempo stesso calmò Roby. Certamente se gli fossero state rivolte prediche proprio in quel momento avrebbero sortito l’effetto opposto ma non era proprio per questo che Zlatan gli fece i complimenti orgoglioso, nessun giochino mentale dietro a ciò. Solo semplicemente la verità di ciò che pensava.
Gli era piaciuto enormemente. Punto.
- E sappi che se non fosse stato l’ambiente sbagliato e non della stessa squadra, ti avrei anche aiutato! - Questo fece definitivamente ridere Roby che, completamente smontato, si godette le parti di Zlatan, cosa rara da avere.
Con questo i rapporti fra i due si strinsero definitivamente come, dopotutto, già erano prima.

Una volta fuori dallo spogliatoio, Thiago lo condusse con fermezza in un’altra stanza lì nei paraggi, quella degli attrezzi. Il magazzino, in pratica.
C’era già un po’ di via vai poiché i tecnici dello staff della squadra, su istruzioni del mister, avevano cominciato a portare fuori quello che sarebbe servito per la sessione mattutina di allenamenti, fu dunque un suo sguardo fermo ma gentile a chiedere agli uomini di, gentilmente, avere un po’ di pazienza poiché aveva bisogno di parlare con Kevin in privato.
Chiusisi dentro -e fortuna volle che Roby non aveva visto ciò altrimenti sarebbe entrato con loro- Thiago lo mollò mettendosi le mani ai fianchi con fare ammonitore e severo. Era altero, freddo e seccato, quelle cose lo innervosivano, non gli piacevano quando due adulti -o supposti tali- comunicavano come i preistorici!
Lo squadrò mentre, ancora profondamente imbestialito per le accuse mosse da Roby, camminava come un cavallo imbizzarrito buttando giù qualche attrezzo di proposito, per sfogare i violenti istinti che aveva ancora.
L’aveva vissuta come un affronto inaudito. Quello non c’entrava niente con lui e con la situazione che si era creata fra lui, Thiago e Alex, che diavolo si metteva in mezzo accusandolo di non essere Dio ma un pezzo di merda? Ci arrivava anche lui che non era Dio! Se lo fosse stato non avrebbe creato degli stronzi impiccioni maneschi come quello!
- Volevi parlarmi? Ora ti ascolto. - Disse acidamente Thiago sempre rimanendo contro la porta per impedirgli di andarsene al momento sbagliato.
Kevin si fermò a mezzo metro da lui e indicando concitato lo spogliatoio nella stanza accanto, ringhiò ancora furioso:
- Che diavolo c’entrava quello stronzo, me lo spieghi? - Non era certo quello di cui voleva parlargli e Thiago sospirando conscio che quell’esagerata testa calda aveva effettivamente peggiorato la situazione, incrociò le braccia al petto e cercando di mantenersi meno gelido, rispose comunque altero:
- C’entra più di quel che pensi, ma non ha importanza ora. Ne parliamo dopo che mi hai detto quello che avevi da dirmi. - Voleva dargli innanzitutto la giusta possibilità di scagionarsi e giustificarsi, o per lo meno di scusarsi senza obbligarlo. Voleva sinceramente sistemare le cose in modo che questo non pregiudicasse la serenità all’interno della squadra, sapeva quanto fosse importante evitare che il mister si intromettesse. Quello non andava per il sottile. Passava ad ignorare volutamente situazioni gravi per poi punire severamente altre più leggere. Chi poteva capire come avrebbe preso quella?
Kevin rimase a quella breve distanza e passandosi le mani sul viso sospirò marcato cercando la lucidità per fare il discorso a cui aveva pensato tutta la notte insonne, non era stato facile nemmeno per lui affrontare quello che aveva fatto, capire da solo che aveva esagerato e che era confuso, lui, proprio lui, e poi sbrogliare la matassa in qualche modo.
Gli occhi brillarono e Thiago non ne rimase indifferente, erano una caratteristica sua insieme al fisico, il suo fascino indiscutibile e certi modi sicuri di sé che gli erano sempre piaciuti.
- Ok… sono nella merda perché credo di averne combinata una, ieri sera, dopo che io e te abbiamo scopato. - Che lo credesse e non ne fosse sicuro incuriosì Thiago smontando la sua ira funesta. L’aria divenne meno polare e sciolse le braccia abbandonandole lungo i fianchi, segno che si stava anche divertendo in un certo modo capendo che il suo problema era solo quel caratteraccio troppo pieno di sé e narcisista nonché fondamentalmente egoista. Un livello tale da poter essere stereotipato!
- Credi? - Chiese scettico ma calmo.
Kevin si innervosì e avvicinandosi di quel mezzo passo che rimaneva commentò senza comunque toccarlo:
- Ok, forse ne sono anche certo! Mi vuoi aiutare? - Thiago inarcò anche l’altro sopracciglio tendendo l’orecchio insieme ad un sorriso strano, Kevin capì cosa voleva e a denti stretti e faticosamente aggiunse: - Per favore. - L’altro contento decise che dovendo ricostruire in qualche modo quello che era stato distrutto e dovendo quindi tirare fuori qualcosa di buono da un suo compagno di squadra, tanto valeva lavorarci su seriamente.
- Spiegami il problema. - Disse tranquillo visto che già lo conosceva. Era in un certo modo divertente perché era come un alieno che cercava di diventare terrestre, una cosa praticamente impossibile ma estremamente comica, tutto sommato.
- Sono confuso. - Però questa non l’avrebbe mai immaginata e incredulo scosse il capo per chiedere delucidazioni.
- Puoi essere più esplicito ed approfondire un pelo? -
Kevin appoggiò la mano sulla porta accanto al viso di Thiago e fissandolo negli occhi con il nervoso che l’attanagliava, si decise a parlarne. Dopotutto con lui poteva, si disse. Non sapeva perché ma poteva.
- Allora, parlando chiaro… io ero interessato ad Alex, no? - Già che usasse il verbo al passato Thiago lo raddrizzò ma non si mosse.
- Sì… -
- E quando sei uscito ho fatto la doccia, quando è arrivato Alex in camera ero impreparato e confuso perché ripensavo a te che ti avevo baciato e a come avevamo scopato, insomma, mi avevi fatto sentire strano. Ho agito d’istinto rendendomi conto che in condizioni ottimali, in una situazione del genere, ne avrei approfittato spudoratamente e così ho fatto, senza pensarci minimamente! - Thiago avrebbe riso disgraziatamente se quello che aveva subito un trauma non fosse stato il suo migliore amico. Sentire come la spiegava Kevin era come essere al cinema!
L’altro proseguì gesticolando con la mano che non era appoggiata, mordicchiandosi anche nevrotico la bocca di tanto in tanto:
- Non ho fatto niente di che ma quello è scappato a gambe levate terrorizzato! Da come poi mi ha minacciato Zlatan credo che l’abbia ingigantita più di quanto poi non fosse stata… ma insomma, Alex è messo tanto male? Dovrei andare a scusarmi o cose del genere? -
Thiago voleva rotolarsi dal ridere, ma davvero glielo stava chiedendo?
Però si mantenne encomiabilmente serio e calmo e come se fosse un prete che confessava un pazzo, rispose pacato:
- Se con ‘cose del genere’ intendi giustificarti allora sì, devi fare entrambe. Andare da lui, spiegare perché ti sei comportato così e scusarti. Poi gli chiedi come sta e se puoi rimediare in qualche modo. Questo è il minimo che tu possa fare. E per rispondere all’altra domanda… sì, è messo male, ma grazie a me e Roby si è calmato. Kevin, aveva le lacrime agli occhi mentre lo raccontava. - Kevin si sentì finalmente e per la prima volta una verme strisciante e non fu particolarmente gratificante visto che si era sempre sentito non proprio Dio ma almeno un angelo a lui vicinissimo.
La cosa strana fu che non ci si sentì per ciò che aveva saputo, ovvero come l’aveva presa Alex, ma solo per il modo in cui gli aveva parlato Thiago.
Capendo che quel ragazzo ultimamente l’aveva influenzato troppo, passò alla seconda parte del suo ‘sono nella merda’. Non prima però di aver commentato Alex…
- Però è esagerato, alla fine non ho fatto granchè… cioè, non mi sarei mai spinto oltre, non è che l’avrei violentato. Mi ero solo steso sopra e l’ho trattenuto un po’, ero convinto che avrebbe ceduto, che lo volesse… era tutto imbarazzato che mi pareva proprio palese che lo volesse! -
Thiago stava per avere le convulsioni ma ancora la sua maschera di imperturbabilità resse.
- Alex è una razza a parte. Devi capire che si è sposato con una stronza di prima categoria, cioè palesemente stronza - e Thiago usava il termine ‘stronza’ solo per lei… - solo perché gli aveva fatto un paio di moine in più di un’altra… e poi ha divorziato dopo sei mesi nel peggiore dei modi! Cioè, è facilissimo intortarlo, capisci? Non ha praticamente esperienze di nessun tipo. Figurati tu davanti a quelle omosessuali cosa può succedere! E poi è ingenuo e sensibile, si spaventa facilmente, si impressiona se uno starnuta rumorosamente… insomma, non è creta nelle mani di un’artista ma… aria! Non puoi modellarlo, puoi solo cercare di capirlo e modificarti tu di conseguenza, non pretendere che lui ti venga dietro, lui non andrà mai dietro a nessuno, non cambierà per nessuno e non perché non voglia ma non ne è proprio capace! Ingigantisce tutto! -
Kevin capì meglio Alex e la sua reazione grazie a questa spiegazione e gliene fu grato se non che questo lo fece sentire peggio di prima. Rifletté infatti ad alta voce senza rendersene conto ed abbassando lo sguardo:
- A saperlo prima gli stavo alla larga… non fanno per me quelli così. Non pensavo che fosse così… così tanto! - Finalmente Thiago si concesse un risolino, aveva immaginato che la conclusione sarebbe stata quella, per questo inizialmente aveva deciso di tenere duro in quella relazione puramente fisica, consapevole che poi avrebbe potuto avere serie opportunità con lui. Ma adesso le cose erano decisamente cambiate.
Kevin tornò ad osservarlo, era rilassato e divertito, quel tocco d’ironia l’adorava sul suo viso elegante e composto. Fu così che archiviando la pratica Alex come un caso su cui sarebbe tornato più avanti al momento di scusarsi, passò alla successiva, quella per cui si sentiva più nella merda.
Puntando infatti i suoi penetranti occhi neri in quelli altrettanto scuri e sereni di Thiago, riprese abbassando il tono e assumendo tutt’altra espressione. Più ammaliante.
- Ho detto ‘ero’ interessato ad Alex non solo perché ho capito che tipo è e non voglio averci più di tanto a che fare, non in quel senso almeno. Ma anche perché mi interessa più qualcun altro che ho avuto modo di conoscere solo in questi giorni. Non è una cosa che ho programmato, mi ha preso completamente alla sprovvista e non ci pensavo minimamente, in realtà. -
- Bè, è così che funziona. Quando non ci pensi le cose arrivano e sono sempre nel modo in cui non ti aspettavi. - Rispose quasi con dolcezza Thiago sperando vivamente che quella persona non fosse lui ma già sapendolo perfettamente.
Kevin sorrise enigmatico e appoggiandosi col gomito alla porta, si avvicinò meglio a lui ed al suo viso, rimase a qualche centimetro di distanza, lo contemplò con quell’aria magnetica che gli aveva sempre riconosciuto e con l’altra mano gli aggiustò la maglia che fra una manovra e l’altra si era un po’ spostata.
- Thiago, non so se lo sai, ma penso che sei abbastanza acuto da averlo capito da solo. Quando intraprendo storie di sesso con qualcuno, non bacio mai. Bacio solo nel momento in cui mi interessano seriamente. - Questo bastò, se non l’aveva già capito da solo ora non avrebbe più avuto scampo e senza dargli tempo di reagire o rispondere, Kevin sottolineò il messaggio cristallino annullando la distanza che rimaneva. Catturò di nuovo le sue labbra e lo fece con una tale delicatezza che bloccò immediatamente Thiago pronto a tutto tranne che a quella dolcezza. Sentiva che Kevin si stava godendo le proprie labbra, che lo stava baciando con sentimento e non solo con ormoni ed istinto.
Lo sentì talmente tanto da paralizzarsi impotente ad una qualunque reazione. Il cervello si spense e poté solo pensare al volo “Oh merda!” In pieno Roby style.
Le lingue si incontrarono bruciandosi come non credette possibile. Sentì tutta la sua emozione in quel bacio, tutta la sua voglia e la sua sincerità.
“Oh mio Dio, è davvero nei guai fino al collo… non scherzava mica!” Perché baciare a quel modo per uno che non solo non era tipo da farlo ma che probabilmente non l’aveva mai fatto così, era evidente di quanto nei guai fosse.
Innamorarsi a quel modo, per Kevin, erano guai e non solo.
Thiago capì che lo era veramente tanto specie perché ormai era tardi e assurdamente, imprevedibilmente, gli dispiacque.
La sua mano risalì sul proprio viso, carezzandogli il collo e la guancia, giungendo poi sulla nuca dove affondò fra i capelli mossi che domava a stento.
Fu inebriante per entrambi, ma soprattutto per Kevin che risalì il dirupo da cui era caduto quella notte e ritrovandosi in cima in un istante, gli si premette delicatamente contro godendosi ogni istante e sensazione. Quella morbidezza e quella serenità, tutto quel caldo e quello stordimento erano cose mai provate perché aveva sempre improntato le sue relazioni molto sul sesso e sulla passione, poco sui sentimenti e le emozioni. Quella probabilmente era la prima volta ed era così perché era andato tutto contro i suoi piani, ritrovarsi contro la propria volontà in una situazione del genere l’aveva spiazzato e messo davvero in confusione.
Non poteva nemmeno credere che nella vita potessero esserci altre cose oltre che quelle prettamente fisiche ed immediate, affondatoci fin sopra la testa, catturò ogni singola percezione di quel bacio e di quel momento sperando solo che fosse il primo di una lunga serie e che anche l’altro lo ricambiasse, consapevole, improvvisamente, che in quel campo ogni sicurezza scemava come neve al sole.
Semplicemente perché non essendo una questione di sesso dove sapeva di essere imbattibile, c’era il dubbio… ma piacerò per quel che sono oltre che per quel che faccio e so fare?
Era una domanda che non aveva mai osato porsi e forse proprio per questo era rimasto lontano dalle relazioni sentimentali.
Era spaventato dalla risposta che avrebbe potuto trovare.
Thiago lo lasciò fare capendo quanto male fosse messo, di conseguenza, non essendo uno senza cuore, gli diede tutto il tempo che gli servì. Solo quando sentì la mano scendere dalla nuca al suo fianco, capì che era ora di fermarlo.
Spingendolo appena sul petto, concluse il bacio -doveva dire ubriacante-, riprese fiato e con occhi lucidi da parte di entrambi per l’emozione comunque reciproca poiché Thiago sapeva cosa significava tutto quello, disse calmo fissandolo da quella vicinanza per essere più delicato possibile.
Gli mise le mani sulla vita.
- Mi dispiace, Kevin. Prima mi hai chiesto cosa c’entrasse Roby con tutto questo, ebbene c’entra. Io e lui stanotte ci siamo messi insieme… sai, è un discorso che mi ha colto alla sprovvista ma che andava avanti da quando… bè, da molto più tempo di quanto pensassimo. Ci chiamavamo amici pensando che fosse meglio per tutti e mentre lui si teneva tutto dentro sopportando, io andavo con un sacco di ragazzi che mi ricordavano lui senza nemmeno rendermene conto. Mi dispiace, Kevin. Sono innamorato di lui. -
E sapeva che non gli doveva spiegazioni o scuse poiché la loro relazione si era improntata da subito unicamente come sessuale, però vederlo così preso, ora, gli dispiaceva sinceramente e non sapeva essere veramente insensibile come a volte, se voleva, poteva apparire.
Con delicatezza gli carezzò la guancia, era rimasto rigido fermo davanti a lui a fissarlo come se fosse in un incubo da cui aspettasse di svegliarsi. Non voleva vederlo così, dopotutto era stato usato anche lui, in un certo modo ed inconsciamente. Poteva dirlo tranquillamente…
- Siamo pari, Kevin. Non dobbiamo più scusarci per presunti usi impropri l’uno dell’altro od errori che supponiamo possiamo aver fatto nei confronti altrui. Se non naturalmente verso Alex che davvero non c’entrava nulla. Però siamo pari. E mi dispiace veramente, lo sai? Forse se questo fosse successo prima di stanotte sarebbe andata diversamente, non lo so. Non lo sapremo mai. Ma io ora voglio stare con Roby e basta. Ma ti ringrazio per i momenti piacevoli che abbiamo passato insieme, non avrei mai creduto possibile. Spero che tutto questo non rovini l’atmosfera in squadra e che trovi pace con tutti, non voglio che per delle questioni private poi si rovinino dei rapporti. Se… se puoi chiarisci anche con Roby e Zlatan, oltre che con Alex. - Acuto nell’aver capito subito che di problemi ne aveva anche con Zlatan, oltre che col palese Roby, consapevole che anche se apparentemente poteva non sembrare, era così.
Kevin, demolito da quel discorso e da quel rifiuto che si era aspettato nel momento in cui aveva capito di starsi innamorando di Thiago, capì anche che comunque non si era preparato abbastanza e mordendosi il labbro si staccò ed indietreggiò dandogli la schiena.
Tese ogni muscolo del proprio corpo e trattenne il respiro chinando la testa, non voleva fare scenate, piangere o dire nulla, nulla che lo compromettesse. Voleva solo sfogarsi in modo sano e dare la solita idea tutta d’un pezzo di sé. Solo questo.
Thiago capì che non era più il caso di stargli vicino e sostenerlo, così rispettando il suo bisogno di stare solo sgusciò silenzioso via dalla stanza richiudendo la porta nella speranza che lo lasciassero in pace.
Nonostante tutto lo sperò perché di punizioni per ciò che aveva fatto, cose discutibili ma non dopotutto effettivamente gravi, non dal suo punto di vista, ne stava avendo in abbondanza, ora.
La prima volta che perdeva seriamente la testa per qualcuno e questo lo rifiutava.
- Alla fine non valeva la pena muovere i miei sentimenti. Ecco qua la mia risposta. No che non vengo amato per quello che sono ma solo per quello che faccio e che so fare. Basta così, esperimento fallito. Fanculo! - Ringhiò con amarezza bruciante fra sé e sé.
Se Thiago l’avesse sentito gli avrebbe detto ciò che poi Alex, sorprendentemente, gli avrebbe detto comunque.