CAPITOLO XXIII:
ROBINHO E THIAGO

thiabinho

- Non dovremo passare da Alex? Sarà preoccupato… - Disse Roby parcheggiando sotto casa.
Thiago si girò alzando un sopracciglio scettico.
- Sei serio? - Chiese poi composto prima di scendere.
- Perché, che diavolo ho detto ora? È emotivo come un gatto, quello! - Thiago non poté che sorridere al paragone per poi puntualizzare incuriosito:
- L’emotività di un gatto è un po’ discutibile, mi sembra… non per niente si dice sornione come un gatto, se sai cosa significa… - L’allusione alla sua scarsa conoscenza di alcune parole fece stizzire Roby che facendogli il dito medio si alzò mandandolo liberamente a cagare mentre scendeva dall’auto imitato da un compiaciuto compagno di squadra.
Presi i rispettivi borsoni si diressero nel palazzo dove c’era il lussuoso appartamento di Roby -quella volta toccava al suo poiché ad ogni trasferta mogli e figli si organizzavano sempre per non stare sole e capitava molto spesso che andassero da qualcun altro a passare i giorni, tipo amiche o genitori- che per nulla contento della non risposta finale, aspettava ancora di sapere di cosa parlasse.
- Insomma, perché Alex non dovrebbe essere preoccupato per Antonio? Non gli abbiamo nemmeno scritto nulla, di sicuro si aspetta che ci facciamo vivi, siamo appena tornati dalla trasferta… -
Il compagno scosse lieve la testa sospirando sconsolato, a volte non poteva fare a meno di credere fermamente che ci fosse e non ci facesse.
In ascensore decise di illuminarlo per evitare che lo chiamasse davvero.
- Alex è alle prese con Zlatan, Roby. Penso che non sia il caso di disturbarli. Conosci Zlatan, no? Prova ad immaginare come reagirebbe se venisse interrotto proprio in un momento simile… -
Roby finalmente parve arrivarci, seppure col secondo treno, cosa a cui -almeno in quel genere di cose- solitamente pensava prima di ogni altra.
- Starà scopando Alex come un assassino! - Thiago non trattenne una risatina, i suoi paragoni non deludevano mai!
- Zlatan è molto legato ad Antonio, sarà di pessimo umore e di sicuro vorrà stare un po’ da solo con Alex. -
Entrati in casa Roby buttò il borsone in parte mentre Thiago lo appoggiò con grazia ascoltando l’impressione finalmente non fuori luogo dell’altro.
- Significherebbe che prova qualcosa per lui… guarda che parliamo di Zlatan, non farmi spaventare! - non poteva dargli torto ma non tornò sui suoi passi e dirigendosi con sicurezza alla cucina del ragazzo sperò di trovarvi qualcosa di commestibile; coi suoi sacrosanti dubbi in proposito, gli rispose mantenendosi interessato all’argomento e sicuro di quel che diceva:
- E’ vero, è strano per uno come lui ma Alex fa certi effetti. -
- Io non me lo scoperei mica! - Esclamò schietto Roby raggiungendolo. Thiago chiuse il frigo contenendo appena un sorriso divertito.
- Ne sono compiaciuto, significa che almeno di lui non devo preoccuparmi. Comunque intendevo a livello emotivo. Alex scatena dei sentimenti molto forti in chi gli si avvicina come si deve. Lo vedi come lo protegge e lo vizia tutta la squadra, no? Tu stesso volevi fare a pezzi Kevin quando hai saputo che ne ha approfittato un po’ di lui… -
Roby avrebbe voluto discutere sull’ultimo punto sollevato ma decise di concentrarsi sul primo che gli gustava di più e mettendo le mani ai fianchi, sbottò offeso appoggiandosi al tavolo della cucina.
- Ehi, cosa vorresti dire che non devi preoccuparti ALMENO di lui? Mi reputi un infedele traditore del cazzo? - Il suo linguaggio melodioso fu musica per le sue orecchie che ironico si girò verso di lui notando che aveva messo subito da parte il resto di suo scarso interesse rispetto a quello.
Decise di non lasciargli troppo credito ed infatti tornò a cercare negli armadietti sperando che almeno un pacco di pasta ci fosse per poter mangiare qualcosa. L’idea originale era di cenare insieme alla squadra, quindi la moglie di Roby si era organizzata ed era andata dalla sua, i figli infatti erano amici e si adoravano- ma quello che era successo ad Antonio li aveva scossi tutti tanto da rimandare, ovviamente.
- Lo sei? - Chiese consapevole che questo avrebbe scatenato l’inferno. Era comunque un argomento da trattare visto il tipo che era Roby.
Questi vedendo che insinuava cose da stronzo senza nemmeno guardarlo, si scostò dalla sua postazione e lo raggiunse girandolo con decisione:
- Ehi, ma dici davvero? Pensi che possa tradirti? Ora che ci siamo appena messi insieme? - Caduto nel trabocchetto di Thiago, si rese conto troppo tardi di esserci finito dentro e girando la testa come a dire ‘dannazione mi hai fregato’, non poté che cercare di sopportare il suo sorrisetto saccente che odiava tanto.
- Stai dicendo che finchè è fresca posso stare tranquillo e che devo preoccuparmi quando staremo insieme da un po’? - Era esattamente la paura di Thiago perché conosceva troppo bene Roby e sapeva che poteva ricadere in quel vizio anche con lui sebbene forse le cose fra loro fossero diverse. Doveva sperarlo o crederci?
Si mise lui le mani ai fianchi pur trovandosi appoggiato con la schiena al mobile della cucina e senza la minima esitazione nello sguardo o nell’atteggiamento, continuò a provocare e sondare il compagno che, infastidito e seccato allargò le mani con fare plateale accompagnando il gesto a delle parole esasperate e sull’aggressivo andante, com’era nel suo stile.
- Che diavolo dici? Davvero me lo chiedi? Cazzo, Thiago, mi conosci! - Cercò di usare quella carta consapevole che con lui non avrebbe funzionato. È che quella sera era un po’ nervoso per via di Antonio, ancora non si sapeva perché si era sentito male e cominciavano già a girare orribili voci riguardo ad un ictus. Sarebbe stato tremendo, Antonio era amico di tutti, veramente.
L’altro non si mosse di un millimetro e non abbassò lo sguardo un secondo, sapeva bene cosa stava facendo e sapeva che era il momento di parlarne.
- Proprio per questo te lo dico. È così? Dopo un po’ che staremo insieme ti stuferai anche di me come ti capita sistematicamente con tutti quelli e quelle che frequenti? -
Roby sentì dentro un fortissimo moto d’insofferenza rabbioso, voleva gridargli di piantarla di fare l’idiota ed insinuare quelle stronzate, però la verità era che aveva ragione e lo sapeva così come lo sapeva anche Thiago, per questo ora erano lì a guardarsi cercando di capire le sue intenzioni prossime e magari anche future.
Era il momento di guardarsi dentro come si doveva e dirgli cosa ci trovava. Sapeva che Thiago aveva già anche quelle risposte ma sapeva anche che voleva sentirgliele e fargliele dire a modo suo.
Sospirò stizzito e girando lo sguardo in alto tornò a posarlo su di lui ancora immobile con aria provocatoria ed imperturbabile. Non ne aveva mai conosciuto un così, poteva uccidere senza far capire se era contento o no.
A quel punto mise le mani ai suoi lati prendendosi al mobile dietro il compagno e avvicinando il viso al suo fino a sfiorarlo, ringhiò basso e penetrante sembrando una tigre in gabbia.
- Lo sai che razza di vita ho fatto per averti? Lo sai quanto sono stato male perché pensavo tu te ne sbattessi di me? Lo sai quanto… quanto cazzo… quanto cazzo vorrei solo scoparti dalla mattina alla sera per il resto dei miei giorni? Dal primo in cui ti ho visto avrei voluto, il primo, e ad oggi la voglia non è mai andata via e sai perché? Non perché non l’ho ancora fatto come si deve ma perché non è il tuo corpo che voglio scopare ma te. Non sono io che non devo andare con altri ma tu che devi essere solo mio! - Con questo finì quasi per baciarlo ma si fermò prima di unire le labbra e lo fece perché avrebbe voluto morderlo.
Thiago a quella dichiarazione si sentì soddisfatto e sicuro, quindi prendendolo per un ‘sono innamorato di te e non ci penso proprio a piantarti’, scivolò con le mani sui suoi fianchi e attirandolo con fermezza a sé contro il proprio corpo, sentendo il suo bacino, sospirò di sollievo, un sollievo fisico proprio per quel contatto che aveva voluto da quando erano saliti in macchina. Lo baciò e lo fece nello stesso modo che avrebbe voluto fare l’altro.
Gli prese il labbro inferiore fra i denti e tirò appena per poi succhiarlo un po’ e finire unendo e fondendo le bocche insieme alle lingue. Si intrecciarono quasi con bisogno fino a che, respirandosi a vicenda, non si placarono brevemente.
Il bacio fu meno impetuoso di come era cominciato e ben presto le braccia di Roby che lo strinsero subito, lo riaccesero ridandogli quel desiderio insostenibile di prima.
Come sapeva scaldarlo a quel modo?
Cosa aveva il suo corpo di speciale che non aveva trovato in quelli degli altri?
C’era qualcosa in Roby… qualcosa che aveva sempre ricercato nelle persone con cui era stato, tutte simili a lui in qualche modo, qualcosa che però non aveva mai trovato e che ora, trovava conferma una volta per tutte, era sicuro ci fosse solo in lui.
Sul momento non trovò risposta ma si decise che era ora di prenderselo e senza esitare o cercare di calmarlo, lo stuzzicò per accenderlo più di quanto non servisse poiché già abbondantemente acceso di suo.
Infatti uscendo dalla sua bocca e ricoprendogli il tragitto verso il suo orecchio di baci umidi, dopo averglielo tormentato mormorò risalendo con le braccia intorno al suo collo, spalmandosi su di lui quanto più poteva, strofinandosi, uccidendolo non solo a gesti ma anche a parole:
- Ti voglio dentro, non voglio aspettare ancora, prendimi subito… bruciami, Roby… -
Ma ad essere infiammato nell’immediato fu proprio lui nel sentirlo parlare così.
Non era un tipo notoriamente paziente che sapeva controllarsi, anzi, infatti fu un istante e la scintilla che non faticava ad accendersi divenne un incendio indomabile.
Non andava per gradi, non era delicato, non considerava la gran parte delle cose che comprendeva un atto d’amore. Roby faceva più sesso che altro e quando si sentì così intensamente voluto non poté che impazzire più di quanto non tendeva ad esserlo già di norma.
Fu lì che Thiago capì.
Era proprio quel suo modo di fare, impetuoso, passionale, senza freni, che bruciava tutto e andava dritto al sodo devastando, era questo ciò che voleva. Ma in quel modo, non in una pallida imitazione.
Voleva essere preso come prendeva lui e non perché a lui piacesse quel modo di essere preso ma perché gli piaceva come prendeva Roby.
Senza freni.
Sentendosi inondare da un desiderio senza pari ed avendo completa via libera, Roby se lo strinse violentemente fino a separarsi per togliergli la maglia, nell’immediato successivo lo fece anche lui e quando poterono toccarsi direttamente con la pelle l’attaccante si lamentò insofferente, come se non fosse abbastanza, come se quello lo uccidesse di più.
Tornando infatti ad avventarsi prima sulla sua bocca e poi sul suo collo dove lasciò un segno esageratamente evidente che piacque a Thiago, lo sentì abbassare ad entrambi i pantaloni insieme all’intimo. Scese con le unghie proprio mentre scendeva in ginocchio e prendendogli l’erezione fra le labbra cominciò subito a succhiare in perfetta sincronia con la mano sul proprio. Stimolandosi nello stesso momento, raggiungendo la medesima intensità, Thiago si sentì quasi divorare. Sembrava volesse mangiarlo, quasi, dalla forza e dal vigore con cui lo fece suo e non ricordandosi quando aveva finito per aggrapparsi al mobile dietro di sé per non cedere e finire giù, si accorse di essere preda del suo fuoco che così aveva solo potuto immaginare.
Era sull’orlo dell’esagerazione ma si manteneva a quel livello che lo faceva sentire l’unico e pieno di potere. Un potere assoluto sul compagno.
Quando raggiunse il suo orgasmo con un’ondata ubriacante, sentì per assurdo un desiderio enorme di farlo gridare di piacere nel perdersi in sé, sempre per mantenere quel potere assoluto su di lui.
Roby si separò e si alzò per baciarlo, sentì il proprio sapore che gli diede ulteriormente alla testa e senza farlo andare oltre in convenevoli che non erano da lui, lo scostò e spostandosi sul tavolo vi si appoggiò per avanti coi gomiti, piegandosi per dargli completo accesso a sé.
Quella fu come l’ultima scintilla che decretava la sua fine definitiva.
Non riusciva a capire come ci riuscisse, ma Thiago aveva su di lui un controllo che era anormale. Sapeva come gli piaceva farlo e lo incitava in quel senso, come se non ne avesse abbastanza ed anzi sperasse che ci andasse ancora più impetuosamente.
Non capendo minimamente che era un effetto perfettamente reciproco, si chinò fra i suoi glutei arrivando a lui prima con la lingua e poi con le dita, quando lo sentì gemere e contorcersi dal piacere e poi chiedere esplicitamente che entrasse, consapevole anche che era privilegiato dal fatto che per lui non era di certo una delle prime volte e che poteva andare liberamente, finalmente prendendolo per i fianchi entrò con sicurezza senza preoccuparsi molto.
Thiago si tese solo un istante ma quando lo sentì muoversi senza riguardi partì immediatamente anche lui finendo anzi per incitarlo ad aumentare e a non fermarsi, perché voleva sentirlo di più e più dentro.
Per Roby sentire cose simili erano deleterie tanto che pensò ad un certo punto di non essere più lui, non si rendeva nemmeno conto di gemere rumorosamente sovrapponendosi alla voce del compagno.
Forse assurdo ma era esattamente quello che avevano cercato in tutte le molte notti di sesso passate in precedenza con altre persone.
Follia completa, perdizione senza riserve, affondo totale.
L’avevano trovato dopo tanto cercare proprio in chi si erano più o meno consapevolmente negati.
Alla fine era solo così.
Ciò da cui si scappava, alla fine si giungeva.
Quando raggiunsero l’apice fu come una sorta di esplosione vulcanica senza precedenti e tanto Thiago si sentì bruciato dalla testa ai piedi, tanto Roby ritrovava sé stesso nel compagno che amava e che aveva desiderato a lungo.
Rimase qualche istante in lui chino abbracciandolo da dietro, gli stringeva la vita e lo teneva a sé esausto mentre, sudato e ansimante, sentiva i battiti di entrambi che si ripercuotevano su ogni angolo dei loro corpi allacciati.
Forse assurdo, forse banale, forse strano, forse sciocco, ma comunque finalmente loro stessi nella più completa essenza profonda.
- Ti amo. Non ti libererai più di me, stronzo che non sei altro! - Disse infine stremato, completamente sciolto in lui. Thiago sorrise soddisfatto e riscaldato da quelle sue parole, quindi beandosi delle sue labbra sull’orecchio rispose ancora in estasi ed in totale pace col mondo:
- Era quello che volevo sentire. - perché comunque ormai già lo sapeva.
Dopo di che riuscì a girarsi il necessario per riprendersi le sue labbra e questa volta con dolcezza e delicatezza, sentendosi fino in ogni particella di loro.
Cercarsi in tutti quelli incontrati per poi trovarsi così vicini.
Già… dopotutto proprio una storia banale.

Era passato più di un giorno, quando successe. Quando Alex se ne rese tragicamente conto.
Era come dire che ogni volta era la peggiore, non poteva sempre essere una peggio dell’altra ma era solo perché ci si dimenticava com’era stata la precedente e si finiva per credere che quella del momento fosse più devastante.
Probabilmente non era così ma quando Alex capì che Zlatan non gli rispondeva ai messaggi e alle chiamate non perché era occupato ma bensì perché non voleva, credette di impazzire.
Nel panico, uno dei suoi tanti momenti di panico, piombò a casa di Roby sapendo di trovare entrambi i suoi amici. La moglie era via per una cosa che riguardava i figli e Roby non era potuto andare per via degli allenamenti, Alex sapeva vita morte e miracoli delle vite private dei suoi amici, aveva anche le chiavi di casa loro che usava solo quando sapeva di non trovarli con mogli e figli. Entrò senza preoccuparsi di suonare, quindi si precipitò in camera e consapevole di trovarli insieme nemmeno si imbarazzò o si scusò, fece come se non fossero abbracciati e nudi a dormire dopo aver fatto l’amore.
Roby lo insultò apertamente e Thiago si mise subito a sedere sapendo che qualcosa non andava, non ci voleva comunque un genio.
- Che c’è? - Chiese facendo zittire il compagno che altrimenti avrebbe continuato la tiritera di insulti.
Alex rimanendo paralizzato davanti al letto li guardò terrorizzato senza vederli veramente, quindi non sapendo come dirlo decise di farlo come aveva concordato di comunicare con Zlatan, diretto e semplice, senza dare per scontato le cose.
- Ci siamo lasciati? - Il fatto che fosse una domanda era ancora più strano e sia Thiago che Roby si fermarono alzando increduli e scettici le sopracciglia.
- Ce lo stai chiedendo? - Alex capì che forse aveva di nuovo sbagliato qualcosa e rendendosi conto di non aver nemmeno usato il soggetto cercò di riattivare un minimo il proprio cervello andato in palla, quindi cominciò, seppure confuso e agitato e gesticolando:
- Zlatan… ieri notte e ieri mattina abbiamo fatto… le nostre cose… - arrossì - sembrava andasse tutto bene, mi sembrava ci fossimo avvicinati un po’, abbiamo parlato di un po’ di cose che ci riguardavano e poi… poi tutto il resto della giornata e della notte non si è più fatto vivo e anche tutto oggi… io gli ho scritto e l’ho chiamato per sapere come stava e se passava da me o se facevamo qualcosa insieme… non volevo ossessionarlo, ma l’altro giorno l’avevo visto così male per Antonio che volevo sapere come stava e poi domani andate via per la partita di Champions e non ci vedremo e non si fa vivo, non mi risponde. Cioè in tutto questo tempo almeno ad una chiamata avrebbe dovuto tirarmi su. Di solito mi risponde subito ai messaggi. Ma significa che si è stufato di me e che ci siamo lasciati? -
Roby, perso qualche parola più in là, lasciò a Thiago il compito di occuparsi di lui e non solo perché era il più adatto a quel genere di cose, soprattutto perché sembrava aver già capito tutto.
Thiago si alzò dal letto e lo raggiunse, era ancora nudo e Roby geloso perfino di Alex gli avvolse seccato il lenzuolo intorno alla vita facendo sorridere il diretto interessato, non se ne curò oltre e prendendolo per le braccia strinse la presa fino a farsi guardare. Si fermò immediatamente come se gli avessero staccato la spina, ora l’avrebbe ascoltato e non solo, avrebbe capito.
Cercò di essere il più semplice possibile.
- Alex, non vi siete lasciati, non stavate nemmeno insieme. Stavate per arrivarci, è per questo che è scappato a gambe levate, prima di caderci davvero, di avere la tentazione di farla diventare seria. Capisci? Non è finita, è là e ti sta aspettando per vedere se ne vale la pena, se tu ci puoi arrivare, se potrebbe andare. Ti chiede una prova, ti chiede qualcosa, vuole sapere cosa provi, cosa vuoi. Non vuole una telefonata, vuole che tu ci arrivi. È sempre scappato quando ha cominciato ad avvicinarsi tanto a qualcuno o qualcosa, ad affezionarsi seriamente. Ora è stufo e vuole fermarsi qua a Milano, però ci sono delle conseguenze. Ci sono delle persone a cui si sta legando… - non finì ma lo fece Roby per lui, seduto sul bordo del letto accanto a loro e lo disse a modo suo, schietto e brutale ma realista:
- E ne ha una paura fottuta! - Thiago piegò il capo come a dire ‘sì è vero’, ma concluse vedendo Alex più confuso di prima.
- Ma vuole. Vuole davvero! Vuole affezionarsi, stare con te, con Antonio, con noi, con questa squadra, in questa città. Ci vuole riuscire, questa volta. Quindi vai da lui e dimostragli che può e che deve e che è giusto. Dimostragli che va bene. - Così finalmente lo capì e distendendo la rughetta sulla fronte si rasserenò capendo cosa doveva fare, perché ed il motivo per cui Zlatan si stava comportando così.
Abbracciandolo di slancio lo strinse e gli baciò la guancia ringraziandolo, quindi mollandolo corse fuori contento di non sentire più effettivi fastidi alla gamba.
Rimasti soli, i due si guardarono ancora stupiti per quanto accaduto, non per Alex ma per Zlatan.
Fu Thiago a dirlo…
- Proprio quando è venuto fuori il problema di Antonio. Non è stato ufficializzato ma si sa. Sofferenza cerebrale su base ischemica risolvibile con un intervento al cuore. Se queste sono le basi per legarsi a qualcuno, sia pure in amicizia, è ovvio che quello ora abbia una fifa nera di legarsi ad Alex perché non sarebbe solo amicizia. -
Roby sospirando in accordo con quello che stava dicendo, se lo prese attirandolo a sé fra le proprie gambe che poi agganciò intorno alle sue, quindi circondandogli la vita con le braccia appoggiò il capo all’altezza del suo ventre ben modellato come il resto del suo corpo da calciatore, non era eccessivamente muscoloso ma in buona misura, l’ideale per uno dall’aria da principe come l’aveva lui.
Thiago scacciando via i pensieri su Zlatan a cui avrebbe dovuto pensare Alex, ricambiò l’abbraccio tenendo il compagno a sé con delicatezza.
Loro non avevano di certo quel problema.