CAPITOLO IV:
THIAGO EMILIANO SILVA

thiago

Quando vide rientrare in camera Kevin, dall’espressione particolarmente cupa capì che doveva avere ancora le scatole girate, quindi affrettando a chiudere la conversazione con Alexandre, lo salutò con uno spontaneo e naturale ‘sbrigati a guarire che mi manchi in camera!’, la stessa cosa che aveva detto a Robinho prima di mettere giù. Era una costante, riusciva a dire cose poco da duro con naturalezza perché era affettuoso in un modo non svenevole o fastidioso, ma naturale e carino.
Kevin captò il necessario per alimentare il suo fastidio, evidentemente, e Thigo pensando che avesse travisato le sue parole mise giù intenzionato a spiegarsi prima di creare un equivoco grande come i grattacieli di New York!
Era steso nel letto a pancia in giù ed appoggiato ai gomiti; buttato il cellulare nel comodino rotolò su un fianco e piegò la gamba mettendosi comodo e rilassato.
Kevin lo squadrò.
Il suo sguardo era talmente chiaro da sembrare un libro aperto. Sembrava pensasse ‘ci è o ci fa?’, e Thiago capì perfettamente la natura di quella domanda quindi senza arrossire si mise in una posizione meno provocante. Era in boxer e canottiera intima, dopotutto, pronto per dormire!
Tossicchiò e con la testa ed il busto appoggiati alla spalliera del letto, un braccio piegato dietro il capo e la famosa gamba ancora piegata, ma in modo diverso, sperò di non essere ancora in una posizione particolarmente equivoca.
- Non fraintendere, - Esordì con nonchalance ed estremamente tranquillo. - Siamo solo molto amici, non c’è mica niente… - Kevin rimase profondamente colpito da quel suo chiarimento, tanto che fermandosi davanti al letto lo fissò stupito per qualche istante. 
Thiago si sentì sotto inquisizione, aveva uno sguardo molto penetrante ed aperto, era evidente che stava cercando di capirlo, che lo studiava, e sebbene un po’ si imbarazzò rimase calmo e non si scompose ancora. 
- Che vuoi che me ne freghi a me! - Esclamò bruscamente sfilandosi la maglietta da sopra. 
Thiago si soffermò distrattamente sul suo torace dove molti tatuaggi facevano sfoggio di sé. Anche lui ne aveva ma non tanti come Kevin; i suoi, riteneva, erano di buon gusto ed eleganti in un certo senso mentre quelli dell‘altro, così come quelli di Roby ad esempio, erano di puro stile e comunque non stavano male agli interessati. Lo vide dargli le spalle e fu quasi ipnotizzato dalla schiena. Sapeva che era muscolosa ma ogni volta era una gioia per gli occhi, probabilmente il suo era il fisico più bello di tutta la squadra poiché non era troppo alto né troppo basso, perfettamente proporzionato in ogni parte. Poi si corresse mentalmente con malizia. Bè, sperava lo fosse in ogni parte. Il colore mulatto della pelle gli donava ed esaltava quegli occhi neri penetranti che avevano quel taglio splendido leggermente allungato, le ciglia nere che glieli contornavano facevano effetto matita. 
Per non tornare ai tatuaggi ed il taglio di capelli sempre rigorosamente corto ma alla moda.
Era un tipo che si curava molto, ci teneva tantissimo a sé e quello stile unito ai modi sicuri di sé, davano complessivamente un’idea di Kevin decisamente niente male.
E niente male era dire poco.
Era obiettivo nel dire le cose come stavano e nel dare i meriti a chi li meritava!
Kevin era un gran bel ragazzo, in forma e soprattutto che non passava inosservato.
Thiago sorrise senza battere ciglio pensando che era evidente quanto male Kevin avesse pensato di quella frase sul ‘mi manchi’ ad Alex, ma costatando che invece si ostinava a fingere che non gliene importasse, non si sarebbe arenato lì.
Così dicendo l’osservò togliersi i pantaloni della tuta e rimanere con quei boxer stretti e firmati che evidenziavano perfettamente tutto quello che aveva sotto, nello stesso momento gli venne spontaneo scivolare giù dalla spalliera per stendersi. Lo fece con un movimento talmente fluido e sinuoso che Kevin non poté non alzare un sopracciglio scettico, non servì dire ‘e quello sarebbe il modo di stendersi?’, perché era chiaro che lo stesse pensando.
Thiago se ne compiacque controllandosi meglio di quanto sapeva fare il suo compagno di camera, quindi con un tono di voce volutamente stanco e quindi gemente, disse: 
- Allora visto che è tutto a posto, io dormo! Buonanotte! - Fece girandosi dall’altra parte e inarcando la schiena. Piegò nuovamente la gamba come prima, in modo da assumere una posizione poco casta, dopo di che chiuse gli occhi fingendo di dormire.
Contò mentalmente, poi sentì il ragazzo imprecare fra i denti.
Tanto chiaro quanto divertente.
Thiago non era un Roby sadico che torturava gli altri per puro divertimento e basta, non era una forza della natura simile, ma si dilettava a mettere gli altri in difficoltà se riteneva se lo meritassero. Semplicemente.
Kevin non era uno stinco di Santo e visto che spesso e volentieri appariva come uno troppo montato, era quasi un obbligo ridimensionarlo.
Sentì chiaramente il suo sguardo pungente sul proprio fondoschiena. 
Oh, il proprio corpo non era paragonabile a quello di Kevin o Roby ma non aveva molto da invidiargli, alla fin fine. 
- Senti un po’… - Fece alla fine con un tono che si sforzava di essere più mite di prima perché si doveva essere reso conto di averlo trattato male. 
Thiago tornò a girarsi verso di lui e rimase sempre come prima, consapevolmente provocante, ma senza la visione del suo apprezzabile fondoschiena. 
Non aveva ancora capito bene i suoi gusti sessuali, probabilmente era bi come molti di loro… 
- Sì? - Sistemò una mano sotto la guancia e lo guardò. Era mezzo steso sul letto, la testa appoggiata alla mano, il gomito piegato sul cuscino. 
Ovviamente rigorosamente con quei suoi boxer sinceramente interessanti. E basta.
I rispettivi sguardi finalmente si agganciarono e decidendo di avergli dato una lezione sufficiente, si decise a tornare mite e tranquillo come sempre. Non avrebbe fatto il permaloso, non lo era. 
Roby al suo posto non gli avrebbe più parlato, ma lui non era Roby!
- Ma tu che sei tanto suo amico… Alex e la Berlusconi… fanno sul serio? Cioè, davvero è innamorato della nuova boss? - Lo chiese con eccessivo scetticismo e sebbene questo avrebbe potuto seccare chiunque poiché insinuava piuttosto evidentemente cose che avrebbero potuto offendere facilmente, Thiago sorrise divertito e consapevole di cosa intendesse e che non avesse poi tutti i torti, rispose tranquillo: 
- Quando ha cominciato era seriamente convinto. Anche quando ha ufficializzato. Ora sta già vacillando. Alex è un tipo eternamente indeciso e precipitoso, hai visto come si è sposato e divorziato in sei mesi, no? Tutti hanno detto ‘ma come diavolo ha fatto a non capire che era una stronza?’, lui però è così ingenuo che… - 
Ma Kevin concluse: 
- …che si lascia abbindolare facilmente! - Per un momento si sentì contento di quella che considerava una dote e non un difetto e Thiago se ne accorse subito, del resto non era molto difficile da notare quello sguardo compiaciuto. 
Trattenne a stento un’altra risatina.
Quel ragazzo era estremamente divertente e nemmeno se ne rendeva conto!
- Una cosa simile, sì… quindi in tutta onestà, se vuoi un parere spassionato, io e Roby stiamo facendo il conto finale alla rovescia, fra lui e la Berlusconi. - 
Kevin ora ghignava soddisfatto e non si penava per mascherarsi, nemmeno tentava vagamente. 
Thiago scoppiò a ridere senza riuscire più a trattenersi, premette infatti il viso contro il cuscino e si girò a pancia in giù, sempre con quella dannata gamba piegata sotto di sé. Una posizione più provocante di prima e per nulla di proposito, fra l’altro!
Kevin si paralizzò a guardarlo. Lui, la sua schiena inarcata in modo eccessivo ed il suo delizioso fondoschiena in evidenza.
Si mordicchiò il labbro carnoso ed imprecò di nuovo. Che effetti mai gli faceva, quel tipo? 
Thiago lo sentì e si riesumò pensando che si fosse offeso per la risata quasi sguaiata, quindi tornando a mettersi di lato e quindi togliendogli alla vista il suo gran bel didietro, disse: 
- Scusa, non volevo ridere di te, è che sei un libro così aperto che… - 
Ma non riuscì a finire la frase che gli occhi di Kevin si misero a brillare pericolosamente, lo notò, così come notò la mano che cominciava ad accarezzarsi fintamente distratto l’addome. Quel bell’addome scolpito.
Thiago si morse la lingua. E questo cos’era?
Un tentativo di sedurlo?
Dunque aveva capito male? Non era ad Alex che puntava?
- E cosa hai capito di me, visto che sono un libro aperto? - Chiese basso e penetrante.
Thiago rabbrividì ed i suoi occhi si concentrarono come delle calamite sulla mano che continuava a disegnare tutto il ventre, scendendo sulla zona bassa con quel languore impossibile da fraintendere. Oddio, Alex probabilmente avrebbe frainteso, ma lui non era così fuori dal mondo.
Oltretutto non era immune al fascino maschile, visto che andava spesso e volentieri con gli uomini.
Si corresse.
Non era immune al fascino di Kevin nello specifico.
- Che… hai mire su Alex? - Ma lo chiese perché ormai non ne era più tanto sicuro. Non aveva problemi a dire le cose come stavano, il suo pregio era che le sapeva dire con tatto e diplomazia senza infastidire nessuno. 
Kevin accentuò quel sorriso che ora non aveva niente di divertito e tanto di seducente. Capì chiaro come il sole che ora ci stava provando con lui ed il fatto che ci riuscisse a distanza non era da tutti. Insomma, apprezzava gli uomini ma non era un adolescente dagli ormoni incontrollati.
Si morse però involontariamente il labbro e fissò le sue dita scendere proprio sull’inguine, la decenza lo illuminò e gli impedì di andare sotto i boxer, ma comunque non era davvero fraintendibile ciò che si stava toccando con leggerezza e sensualità. Non che si stesse proprio masturbando, però non era normale toccarsi l’inguine da sopra l’intimo davanti ad un altro ragazzo, sia pure che egli fosse un compagno di squadra.
Fra l’altro non erano nemmeno amici stretti!
- Ne sei sicuro? - Chiese suadente, quasi inudibile.
Thiago rabbrividì e fece appello a tutto il suo altissimo autocontrollo che non era poco.
Quel ragazzo aveva troppa consapevolezza di sé ed era un grandissimo male!
- Non molto, ora… - Mormorò infatti spontaneo sentendo quel suo famoso controllo scemare ignobilmente e tradirlo.
L’aveva detto in un modo che probabilmente tradiva tutta la difficoltà in cui era ora. 
Forse l’aveva provocato un po’ troppo e soprattutto troppo ingenuamente.
Improvvisamente si sentì come Alex e la cosa non lo fece ridere come avrebbe dovuto.
Kevin accentuò il suo sorriso malizioso e lo vide leccarsi appena le labbra con la punta della lingua, stessa cosa che fece lui istintivamente.
“Oh porca vacca! Sto finendo in manicomio! Scommetto che se mi dice di salirgli sopra, lo faccio senza la minima esitazione!”
Pensò in completo allarme.
Kevin forse lo capì o forse no, ma tanto era comunque evidente quanto male si sentisse Thiago lì davanti a lui a guardarlo mentre si toccava appena lì sotto. Non è che facesse chissà che, però quel po’ bastava e avanzava per uno che di tendenze verso quella parte ne aveva già di natura!
Sospirò insofferente non sapendo più come uscirne, ipnotizzato dalle sue mani, dal suo sguardo, dal suo corpo, dal suo modo di fare.
Era sesso puro e lo sapeva perché lo stava facendo apposta.
Quasi quasi si meritava che gli saltasse addosso davvero, ma probabilmente era questo che voleva. O forse divertirsi e torturarlo -ed in questo gli sembrò tanto Roby-. O forse vendicarsi perché prima gli aveva voltato le spalle ed ignorato.
Probabilmente tutti e tre, in effetti, ma si obbligò a rimanere arenato lì e a non muoversi di un millimetro, intenzionato a non dargli vinta proprio niente. 
Finchè sarebbe resistito, almeno!
Quando però Kevin fece cenno di infilare le dita sotto l’elastico dei boxer, Thiago pensò un chiaro e preciso impanicato “Oh merda!” che quasi sentì pure l’altro, quindi mordendosi a sangue il labbro cercò disperatamente di concentrarsi, ma quello stronzo si stava per masturbare proprio lì davanti a lui, fissandolo dritto negli occhi per di più!
Come diavolo osava?
In via del tutto disperata Thiago fece appello a tutti i residui di razionalità che possedeva e non erano pochi dopotutto.
Numero uno: Kevin sapeva cosa stava facendo e lo stava facendo apposta.
Numero due: Kevin lo stava seducendo. Il motivo lo ignorava ma non aveva importanza. Erano i fatti quelli essenziali.
Numero tre: a lui piaceva. Ci sarebbe stato volentieri e soprattutto non poche volte aveva immaginato di vagare liberamente con la sua bocca sul suo corpo.
Numero quattro: perché diavolo non accontentarlo? Che fosse serio o no che cavolo contava? Voleva, era evidente e soprattutto non era un equivoco. La mano ora era proprio sotto la stoffa, di conseguenza era così punto e basta.
Numero cinque: entrambi volevano, entrambi soprattutto potevano. Il resto non contava!
Numero sei: al diavolo tutto, l’avrebbe fatto!
Erano grandi e consenzienti, si disse. Quello stronzo di Kevin si sarebbe preso la responsabilità delle proprie azioni. Se l’aveva giudicato uno sprovveduto ingenuo qualunque, un altro Alex per intendersi, era solo che peggio per lui. 
Punto.
Fu così un lampo davvero fugace quello che vibrò nel suo sguardo da ragazzo per bene. Fugacissimo, ma che Kevin notò.
Dopo di che, poté non solo notare ma anche guardare come quel ragazzo per bene si alzava per raggiungerlo. Poi lo sentì pure…
- Posso aiutarti? - Mormorò con voce roca e carica di desiderio. 
Thiago ora era appoggiato con un ginocchio ed una mano sul suo letto e aveva avuto la geniale idea di parlargli in quel modo proprio sull’orecchio.
Oh, Kevin gradì.
Con un sorriso che aveva del malefico, dopo la sorpresa iniziale e con una carica erotica senza pari, rispose a sua volta sul suo orecchio: 
- Pensavo non lo chiedessi! - 
Thiago in risposta gli prese il lobo fra i denti e tirò senza fargli male, poi allo stesso modo, con una sensualità fluida e strisciante che Kevin aveva visto in pochi, spostò l’altra mano, quella non appoggiata sul materasso, sulla sua guancia liscia, si era rasato prima della partita, sarebbe stato un piacere baciarlo, ne era certo.
Con le due dita scese leggero, carezzandolo prima sul collo dalle linee ben definite come piacevano a lui e poi sulle clavicole. Si soffermò perché erano i punti di una persona che gli piacevano di più e per testarli meglio, mentre le dita proseguirono la discesa, giunse con la bocca. Usò la lingua per tracciare quei tratti che reputò perfetti, non troppo rilassati, non troppo duri. Quando lo sentì gettare la testa all’indietro per dargli un accesso migliore, Thiago sorrise malizioso. Sapeva gestire i corpi altrui, ne era perfettamente consapevole e tale consapevolezza l’ebbe immediatamente anche l’altro che sentì finalmente la sua mano raggiungere la propria nell’inguine, sotto i boxer. Prevalse con fermezza e calma ed in breve Kevin si trovò steso sulla schiena, con le mani lungo i fianchi a concedergli un libero e totale accesso.
Soprattutto con le labbra e la lingua di Thiago che continuava a testare i suoi muscoli e tutte le linee del suo corpo.
Sorrise soddisfatto capendo che probabilmente era quello che aveva sempre sognato fare, quindi compiaciuto si rilassò sotto la sua bocca che lambì in breve la sua erezione su cui la mano aveva lavorato in precedenza. 
Sentendolo reagire di già sotto la sua lingua, Thiago capì che lo voleva più di quel che avesse pensato e enormemente soddisfatto nonché profondamente incentivato, cominciò a succhiare con più decisione seriamente intenzionato a sentire la sua voce gemere e chiamarlo.
La sua voce così profonda e sexy che sapeva cantare in quel modo altrettanto sexy. Se poi ci aggiungeva quando si muoveva in modo altrettanto sexy quando ballava, bè, era deleterio.
Un connubio che lo mandò fuori rotta tanto da aumentare il ritmo vertiginosamente, fino a che non sentì davvero i gemiti tremendamente sensuali dell’altro. A questo non resistette ed eccitandosi lui stesso come non avrebbe pensato, alla fine lo trovò a raggiungere l’orgasmo senza la minima esitazione.
Thiago non si stupì di non essere stato separato all’ultimo e abituato si rialzò e mettendosi a carponi sopra di lui, si allungò fino al suo viso. Il busto era alzato contro la spalliera del letto e l’espressione lasciva di totale abbandono. Doveva aver dimenticato l’espulsione di quella sera e la conseguente sconfitta…
Sorridendo sornione e contento di aver provocato un tale stato d’animo estatico in uno come lui, ad un soffio dalle sue labbra e senza la minima intenzione di baciarlo poiché quello era un discorso puramente fisico e non certo emotivo, sussurrò: 
- Spero di esserti stato utile. - Per lui finiva lì, sebbene avrebbe gradito un ringraziamento. Sapeva che non era uno gentile, Kevin, dunque non poteva certo aspettarsi ricambiasse.
Dal mugolio esplicito fu chiaro che utile lo era stato eccome ed anche oltre ogni aspettativa. 
Thiago fece così per alzarsi dal letto ed andare nel proprio, aveva già messo un piede giù che una mano lo trattenne; si sentì afferrare con decisione per il braccio e preso alla sprovvista non reagì con alcun riflesso, come normalmente avrebbe fatto. I suoi riflessi erano tutti scesi nei propri bassi fondi… 
Fu così che con sorpresa si ritrovò steso sul materasso con una certa prepotenza e con la stessa, in breve, sentì i propri boxer calare e una mano calda muoversi con decisione preparandolo al conseguente contatto bollente. Quando sentì la sua lingua aveva già pensato “Sogno?” Ma non avendo avuto tempo di rispondersi, si aggrappò istintivamente al lenzuolo sotto di sé inarcando la schiena e premendo il bacino contro la sua bocca che ora pompava con decisione ed impeto crescente.
Glielo avevano fatto un po’ in tutti i modi e spesso li aveva indirizzati lui, da altri aveva imparato, ma lì di certo non aveva nulla da insegnare… dopo essersi succhiato il labbro ed aver chiuso gli occhi, non riuscì a trattenere dei gemiti sempre più forti e sentiti. Era vagamente consapevole che non era da lui fare alcun rumore, ma Kevin aveva un modo di prenderlo che… 
Sconnesso, si premette la sua testa contro per spingerlo a non smettere e ad aumentare, andando sempre più in profondità.
E Kevin ci andò giù, eccome se ci andò… trasportandolo brutalmente fuori rotta, fino a portarlo lontano, in un piacere estremamente intenso che trovò finalmente sfogo nel fascio di nervi che era diventato, completamente teso.
Il fautore di tale piacere travolgente si tirò infine su e mordicchiandogli il lobo come aveva fatto l’altro prima, gli disse sensuale: 
- Utile, vero? - Che non era una vera domanda ma una conferma che richiamava la stessa cosa che prima Thiago aveva detto. 
Kevin non aveva bisogno di sapere le cose, le sapeva già. 
Questo il suo modo di ragionare, per lo meno…
Ma il brasiliano era troppo scosso e fuori di sé, ancora, per ragionare razionalmente e rispondergli anche solo un vago mugolio. Ansimava ancora per l’orgasmo raggiunto e solo in un secondo momento realizzò che prima di venire non si era staccato come faceva sempre. Arrossendo al pensiero si chiese cosa dovesse fare, ma rimase immobile nel suo letto, con le dita di Kevin che continuavano a solleticargli il capezzolo da sotto la canottiera. 
Era stato abbastanza sconvolgente persino per lui che era più o meno abituato a quelle cose. Chissà com’era poi stato per l’altro… curioso, l’occhieggiò decidendo che non c’era poi molto altro da fare a quel punto, certo le scuse erano assolutamente fuori discussione, specie perché comunque anche Kevin gli era venuto in bocca, quindi non aveva senso nemmeno parlarne. Però a meno che non avrebbero continuato e fatto altro, era inutile rimanere lì.
Si ritrovò col suo viso dai lineamenti estremamente affascinanti -per non dire proprio belli!- così vicino da cogliere anche le pagliuzze più scure dei suoi occhi. Che colore intenso, pensò al volo incantato per un istante.
Anche lui era ancora accaldato e si capiva che gli era piaciuto. Tutto lì quello che riusciva a capire di Kevin in quel momento. Di certo non perché prima gli chiedeva di Alex e poi si faceva lui… non ci provò nemmeno di striscio, a capirlo, e alzando una mano sovrappensiero gli sfiorò il mento e le labbra ben disegnate e morbide, lui rimase immobile a guardarlo e a farsi fare, sempre con quell’inclinazione enigmatica sul volto. Era stato un libro aperto fino ad un momento prima ed ora si metteva a fare quelle strane facce. Ma magari era lui andato, doveva aver scaricato qualche neurone, insieme al proprio piacere… 
Arrossendo ancora a quest’altro pensiero assurdo si riscosse come per svegliarsi da una trance profonda, quindi sospirando non aggiunse altro e nel silenzio più perfetto si alzò dal suo letto per infilarsi nel proprio. 
Chiuse la luce senza dire nemmeno ‘buonanotte’ e Kevin per una volta rispetto la sua volontà. Ma magari, si disse il ragazzo girato dall’altra parte e confuso, anche lui non aveva nulla da dire. Tutto lì.
Di certo non sarebbe stata una cosa a cui non ci avrebbe più pensato.